APPARTENGO A UNA MISSIONE SPAZIALE CHE STA ESPLORANDO IL SISTEMA
SOLARE, MA QUALCOSA NON STA ANDANDO NEL VERSO GIUSTO
Eravamo partiti da 17 giorni dalla stazione di Cape Canaveral. Il mio equipaggio ed io
eravamo correttamente entrati nell’orbita di Nettuno per raccogliere informazioni relative ad esso. Dai finestrini della Nostra nave spaziale, la JB700, fornita dal governo, si vedeva l’enorme pianeta gassoso di un azzurro quasi inimmaginabile. Era incredibile. Dopo aver raccolto alcuni dati sull’atmosfera del gigante azzurro, abbiamo ristretto l’orbita per avvicinarci ulteriormente alla sua superficie gassosa per capire la percentuale di metano presente nel suo nucleo. Ad un certo punto la sirena della nostra nave ha iniziato a suonare: codice 99. Una tempesta con venti di velocità superiore ai 3200 km/h si stava avvicinando verso la nostra posizione. Siamo entrati nel panico, ma eravamo preparati a questo evento in quanto durante il nostro addestramento ci avevano detto che poteva succedere. Abbiamo subito fatto inversione di marcia della JB700 e siamo riusciti a sfuggire a quella terribile tempesta che altrimenti ci avrebbe risucchiato all’interno di Nettuno. Eravamo tutti contenti e soddisfatti della nostra manovra. Adesso era ora di tornare sulla nostra Terra. Ci mancava molto. Mentre posizionavamo il pilota automatico per la nostra destinazione, abbiamo sentito una fortissima botta sulla nave e siamo stati tutti sballottai in giro per il grande urto: un frammento di una meteora ci aveva colpito. Questa volta siamo SERIAMENTE entrati nel panico. Adesso bisognava capire dove ci aveva colpito la meteora. Procedura di emergenza, fermare la nave e procedere con l’ispezione esterna del mezzo, così diceva il protocollo che dovevamo seguire. Dopo aver spento i motori, abbiamo indossato le tute spaziali e, con delle corde di sicurezza siamo usciti dalla navicella. Abbiamo capito subito dove eravamo stati colpiti. La situazione era più grave del previsto. Ma risolvibile. Il pannello solare della nave, che ci garantiva energia per tutti i controlli e tutte le funzionalità del nostro mezzo, era stato frantumato in mille schegge che ora vagavano senza meta nello spazio più infinito. Per fortuna avevamo un pannello di scorta nel deposito della nave. Ma prima di sostituirlo, dovevamo avvisare la Terra della nostra disavventura. Troppo tardi. La corrente era già finita e non potevamo nemmeno muovere la nave. Eravamo letteralmente bloccati nello spazio. Ma non ci siamo persi d’animo, abbiamo preso il pannello di scorta, ci siamo muniti di saldatrici laser e a stagno e abbiamo sostituito il pannello. Facile a dirsi, ma ci abbiamo messo quattro giorni terrestri. Finalmente, la navicella si è illuminata di nuovo e, con qualche ammaccatura sulla carrozzeria, ma con tanto orgoglio, siamo tornati sulla Terra. Ah, quasi dimenticavo, il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden ci ha dato una medaglia d’onore.