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ATENEO PONTIFICIO REGINA APOSTOLORUM


Facoltà di Filosofia

Master Post laurea

CONSULENZA FILOSOFICA ED ANTROPOLOGIA


ESISTENZIALE

IL PENSIERO DI VIKTOR EMIL FRANKL PER LA CONSULENZA


FILOSOFICA

Relatore: Guido Traversa

Alunno: Carlo Rogato

Anno 2011-2012
2

INDICE

1.1 PREMESSE METAFISICHE, PERSONALI E TEOLOGICHE

1.2 VIKTOR EMIL FRANKL: LA BIOGRAFIA

1.3 LA FILOSOFIA E V.E. FRANKL

1.3.1 LA LOGICA FILOSOFICA ED ETICA

1.3.1.1 LA PERSONA COME AUTOTRASCENDENZA

1.3.2 L’ONTOLOGIA TRIDIMENSIONALE

2 LA CONSULENZA FILOSOFICA AD IMPOSTAZIONE FRANKLIANA

2.1 LA CONSULENZA FILOSOFICA

2.2 IL METODO LOGOTERAPICO: IL DIALOGO SOCRATICO

2.3 IL METODO LOGOTERAPICO: LO SCHEMA DI STIMOLAZIONE DELLE RISORSE NOETICHE

2.3.1 IL METODO LOGOTERAPICO: LA NOODINAMICA E L’AUTOTRASCENDENZA


3

Las ia e l’esse e <senza scopo> come si pretende, e toglierli ogni significato, è abbandonarlo al nulla e alla
1
disperazione. E allo a l’uo o pe duto .

1.1 PREMESSE METAFISICHE, PERSONALI E TEOLOGICHE

Se la vita concreta è caratterizzata dalla spontaneità e dalla natura, la filosofia (almeno sino al
’ stata o t addisti ta dal ipiega e to su di s , dalla ediatezza e dalla iflessio e al di là
della atu a, el pe sie o ast atto, ella Metafisi a pe l’appu to2. Ogni volta che il pensiero
pe epis e l’i suffi ie za dell’espe ie za i ediata, pe defi i e l’esse e o e tale e e a di
raggiungere i suoi principi ulti i, logi i ed o tologi i, esso e a di ele a si i uella sfe a di assoluto
del pensare che è propriamente la Metafisica. Questo sistema è però entrato in crisi con la filosofia
esiste zialista del ’, la ui pe ulia ità stata p op io uella di a er cambiato il paradigma essere-
esistenza in esistenza-essere3, ita do Jaspe s: La p i a via della filosofia la i e a dell’esse e i s al di là di
tutti i limiti del parziale e del particolare , ed a e esso i lu e he fi ua do si isol e o si su o di a
l’esse e al pe sie o, o si aggiu ge à ai l’esse e, a ual he alt a osa: il pe sie o sull’esse e.
Essere e pensiero, o al pari, esistenza e pensiero, sono due realtà parallele, che possono incontrarsi o
meno; e dal punto di vista del pensiero esistenziale possono e devono farlo partendo da un altro punto
di ista: o dall’esse za he o e pote za i atto he si iso e à i u a esiste za a al o t a io el
scegliere la propria esistenza, atta e so gli atti se o di l’esse e ostituis e i atto la p op ia
esse za. L’esiste za ui di di ie e o solo il e o ful o del uo o filosofa e , a a he il e t o
pote ziale della p o le ati ità dell’esse e, ispetto all’esse za. L’esiste zialismo cerca di
o p e de e l’esse e dell’uo o ella sua ealtà o eata e e a, ella sua U i ità, I idu i ilità e
I ipeti ilità di e e Kie kegaa d, el suo Da-“ei , di e e Heidegge e lo p oietta ell’i fi ite
possibilità (Kierkegaard) di essere he sta o di f o te alla sua os ie za. All’i te o di tale o i e to
(citeremo solamente quelle storicamente più note) ci sono state ed esistono diverse impostazioni che
hanno differenti presupposti che sfociano in dissimili realtà; alcune compatibili con una certa
metafisica come ad esempio: Kierkegaard, Marcel, Dostojevski e Frankl; altre sono dichiaratamente
antimetafisiche, ad esempio: Nietzsche, Heidegger, Camus e Satre; altre ancora si potrebbero
considerare posizioni più neutre (o laiche come si usa dire) come ad esempio: Abbagnano, Jaspers e
Biswanger. Facendo però un passo indietro, anche se io lo considero in avanti, riguardo a quanto detto
sino ad ora vorrei fare alcune premesse e delineare alcuni presupposti filosofici personali, che mi
consentono di collegarmi agli argomenti successivi, che riguardano in particolare, la trattazione del
pe sie o filosofi o esiste ziale4 di Vikto -Frankl. Innanzitutto lo psichiatra austriaco ha un modello
che, logicamente con delle varianti, si adatta alla mia pe so ale isio e etafisi a ; di o e
pe so al e te o side o l’esse e e l’agi e. U a isio e etafisi o-to ista del Agere sequitur esse ;

1
Cornelio Fabro, I t oduzio e all’esiste zialis o, Editrice del Verbo Incarnato, Segni (Rm), 2009 p.
2
Ibid p. 6
3
Volutamente non si è fatto riferimento al concetto di ESSENZA-ESISTENZA in quanto a mio parere vi è insito un
o etto iduzio isti o dell’esse e. Tale esp essio e di fatto se o side ia o a he al u i t a i ta ti pe sato i istia i
era già stato sorpassato da secoli e questo lo dico per sottolineare il fatto che a mio parere non è cambiato in assoluto
il pa adig a, a solo i a ie a elati a: pe i daga e l’esse e o etta e te o o e o side a e ed i daga e
l’esiste za. Il di e so appo to, io l’i ersione tra ESISTENZA-ESSENZA per pensiero teologico cristiano o almeno
una parte di esso era già un dato di fatto molti secoli prima.
4
Lo definisco tale, perché come vedremo anche successivamente nella trattazione ha forti presupposti ed un forte
inquadramento spirito-filosofico.
4

a u a isio e, o fo se sa e e più app op iato pa la e di u se ti e , ella uale la Partecipatio 5, ed


il fine ultimo 6 ed il Logos7 fa o se ti e la lo o Vo e e la lo o p ese za; u a isio e ella uale
l’A o e s olge u uolo a hitetto i o-plas ati o ell’esse e, dell’agi e e uesto g azie ad u a
o tologi a a atte isti a dell’esse e he t as e de za. Il mio forte orientamento spiritualistico però,
e questo rendo merito anche allo studio della vita di Romano Guardini, avrebbe potuto farmi
s i ola e ed i effetti lo ha a he fatto el passato i posizio i o eglio a goli di isuale più
Kie kaa dia i , he fo se so o e o tolle a ti e p egiudizie oli8 nel giudizio, rispetto alla
incommensurabile libertà e quindi alla ingiudicabilità assoluta delle scelte del singolo individuo rispetto
alla P o ide zialità Di i a. No da ulti o, l’alt o ele e to he ho considerato è stato quello della
coerenza tra vita vissuta, o prassi come direbbe Nietzsche9 e non solo10, e pensiero; Frankl ha vissuto
quelle esperienze specifiche e da quelle esperienze specifiche e ha quella vita ha colto un senso che poi
ha diffuso, ha colto un meta-senso, un Logos ed ha combattuto per quello. Di fatto però ciò che è
fondamentale sottolineare e che per me è essenziale è la coerenza di Frankl rispetto alla vita vissuta, e
da qui vado oltre alle considerazioni personali; anche dagli scritti prima del periodo bellico, traspare
sempre un forte orientamento spiritualistico che si accentua durante il doloroso periodo di prigionia
ei a pi di o e t a e to e he ul i a o l’ela o azio e del suo odello filosofi o-
esiste ziale : la Logoterapia, cioè un atteggiamento e una pratica psicoterapica he pa te dall’alto, el
considerare il ruolo che la pa te più o ile dell’uo o cioè lo spirito11 può avere in un contesto di
soffe e za o di diffi ile li e tà , e o dal asso , dagli impulsi, dai bisogni come sosteneva la
psicologia del tempo. L’o ie ta e to e le p e esse filosofi he esiste ziali so o i dispe sa ili alla
logote apia poi h essa, i fatti, u ’a alisi dell’esiste zialità del si golo E i ste za al se , ella sua
irripetibilità ed irriducibilità, propria della filosofia esistenziale. Tornando alle considerazioni
precedenti, di ordine metafisico, nel suo modello esistenziale, come verrà evidenziato
su essi a e te ell’a ito di uesta t attazio e, viene messa in luce una distinzione ontologica
dell’esse e, u a disti zio e o pe o t apposizio e, pe opposizio e all’i te o del quale avviene o
può avvenire una dialettica tra due realtà; che possiamo dire che tentano di affermarsi
vicendevolmente: una realtà ontologica che potremo definire naturale (dimensione somatica e psico-
emotiva) e una realtà spirituale (dimensione noetica) che rapportandosi tra di loro, secondo delle
forme di opposizione12 i t i se he all’esse e, costituiranno l’essente stesso dotandolo di una certa
o figu azio e, di u dete i ato A itus . La te apia fo data sul Logos, e a di i se i si all’i te o di
uesto o i e to atu ale, e fa e do le a sulla di e sio e oeti a, e a di ista ili e l’a o ia t a
natura e spirito, grazie ad alcune caratteristiche della dimensione Noetica: "autoconsapevolezza",

5
Come sosteneva San Basilio di Cesarea, l’esse e o tologi a e te ostituito ad I agi e di Dio, ma solo attraverso
la Partecipazione , che io interpreto nel senso Giovanneo di adesione alla Volontà di Amore del Padre, ne diventa
anche somigliante.
6
Il ruolo architettonico del fine verrà affrontato nella seconda parte di questa trattazione.
7
Logos in senso assoluto, nel senso Giovanneo del termine.
8
Non in senso assoluto ovviamente, ma nel caso di consulenza filosofica o di counselling. Ritengo ciò che nel mio caso
pe so ale, pe la ia U i ità, I ipeti ilità e I idu i ilità se to u a fo te e essità/possi ilità ad a a ia e lo stadio
eligioso , pe e ita e giudizi e p egiudizi sulle alt e pe so e o e ie te non assumere tale atteggiamento.
9
Luigi Ma f eda, Lezio i Maste i Co sule za filosofi a : Un pensiero scritto con il sangue della vita .
10
Gesù in Matteo, 25-26: Guai a voi, scribi e farisei, voi ipocriti, che pulite l'esterno dei bicchieri e dei piatti, mentre
all'interno sono pieni di ricatto e intemperanza! Tu fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e del piatto,
affi h a he l'este o dive ga pulito!
11
Vedremo poi che cosa si intende per Spririto o Noos.
12
Cioè di padre in figlio, lo di e sio e Noeti a può addo esti a e e a olge e el se so a he di “a F a es o
di “ales: Avvolge e le Passio i o ate e d’o o , la pa te più isti tuale e dete i ata dell’uo o.
5

"autodistanziamento" ed "autotrascendenza"13. Da questa distinzione ontologica e da questa tensione


dialettica, che sono costitutivamente e metafisicamente guidate dalla libertà del singolo, si può
formare un terzo momento costitutivo, una sorta di nuova creazione e di kenosi14, che trova un
riconoscimento di valo e este o all’esse e stesso. Abbiamo un doppio passaggio, come direbbe
Kierkegaard. Nel primo momento ’ L’esse e-nel-mondo che è natura e spirito, che si rivolge
intenzionalmente ad esso e si sveglia come coscienza (autocoscienza) e riesce a distanziarsi dalla sua
parte naturale (autodistanziamento). Nel terzo passaggio a ia o l’esse e o piuto e lo spi ito he ha
compiuto il suo impegno, il suo do e esse e e riceve, att a e so l’autot as e de za, il Logos, il
senso dalla vita. Vedremo che nel suo s he a i te p etati o e ide te e te l’esse e dell’uo o di
Frankl si può e deve rivolgersi intenzionalmente a dei significati e a dei valori, che con la loro natura
oggetti a , o e detto etafisi a e te este a alla dialettica, seguendo la propria libertà, donano
se so e alo e all’esse e. L’esse e, quindi, come afferma C.Fabro15 Non è mai essenza o formalità pura
astratta, ma sempre posto, in fu zio e dell’atto, ell’esiste za e se o do i g adi di esiste za ottie e a he
l’i di e del suo valore, che per lo spirito è costituito dal suo di etto appo to o l’assoluto . Esiste pe ta to
nella t as e de za u passaggio ualitati o , do e i u e to se so l’esse e a a do a l’i a e za
ed i p op i isti ti ed o ie ta dosi e so l’este o i o do la f ase di Kie kegaa d: La porta della felicità si
ap e solo ve so l’este o; hi te ta di fo za la i se so o t a io fi is e pe hiude la a o più .. ed as olta ta do
la propria coscienza, riesce a dare un senso alla propria vita: verso un compito da realizzare, una
pe so a da a a e o e so Dio. L’esse e dell’e te comporta sempre la realtà di un atto che tende ad
affermarsi come valore: nella natura, osì o e l’a ia o defi ita p i a, è la realizzazione di una
forma di un ordine (vige quindi il principio omeostatico16), nello spirito è la trascendenza
(caratterizzata dalla tensione), l’us i e da se stessi i te zio al e te e so dei alo i, significati e
scopi da realizzare, che magari sino ad allora non sono stati nè visti nè sentiti e magari neppure esperiti
consapevolmente.17

1.2 VIKTOR EMIL FRANKL: LA BIOGRAFIA

Nacque a Vienna il 26 Marzo 1905, da una famiglia piuttosto agiata. Suo padre, infatti, fu
impiegato ministeriale e attivo protagonista della vita culturale viennese. Il suo interesse e la sua
predisposizione allo studio della psiche umana si manifestò sin dai primi anni liceali, quando fu in
relazione epistolare con Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi. Grazie a tale relazione, il suo
interesse per la psicologia ebbe una spinta maggiore, (risalgono a quegli anni alcuni scritti di indole
introspettiva, pubblicati su un giornale viennese, nella sezione dedicata alla gioventù) e favorito dallo
stesso F eud, he i t a ide u a e ta p edisposizio e a tali studi, pu li ò “ulla mimica
dell’affe azio e e della egazio e , edito dalla Ri ista I te azio ale di psi oa alisi . Lo stesso
la o o s itto degli esami di maturità fu dedicato alla presentazione del pensiero di Schopenhauer in
chiave freudiana. Ciò non vuol dire che Frankl si sentisse discepolo di Freud: né la preparazione né la
giovane età potevano spingerlo ad una adesione completa alle concezioni freudiane. Piuttosto, trovò

13
Vedi oltre.
14
Abbassamento, proprio di Dio, attraverso il figlio unigenito, la terza Persona della Santissima Trinità che si è fatta
uomo, per la nostra salvezza.
15
Cornelio Fabro, Essere ed Esistenza, Primo congresso Nazionale di filosofia, Mendoza, Argentina, 1949.
16
Vedi oltre.
17
Guido Traversa, Metafisica degli accidenti, Manifesto libri srl, Roma, 2004.
6

nella psicologia individuale di Adler (un altro discepolo di Freud i cui rapporti si interruppero dopo circa
due anni) un terreno favorevole alle sue intuizioni: cominciò a tenere conferenze a studenti e ad
operai, sotto la guida di Adler. Partecipò al terzo congresso di Psicologia individuale tenuto nel 1926.
Nel fo dò la i ista De Me s h i Alltag , ella uale o dusse u a te a e attaglia a fa o e
della fondazione di Centri di Consulenza per giovani bisognosi di aiuto psichico e morale. I suoi sforzi
furono coronati da un lusinghiero successo: sempre più numerosi erano i giovani che, afflitti da
problemi economici, da conflitti familiari, da disturbi sessuali, da affezioni nevrotiche o psicotiche o da
questioni di carattere prettamente medico, chiedevano consiglio. Radiato dalla società adeleriana, per
motivi ideologici, Frankl approfondì gli studi in campo clinico: nel 1930 conseguì la laurea in medicina e
sotto la guida di un luminare della scienza medica, esercitò l’atti ità el epa to neurologico della
Cli i a dell’U i e sità di Vie a. Passò poi alla li i a psi hiat i a otte e do la spe ializzazio e i
neurologia e psichiatria. Dal 1940 diresse la sezione neurologica del Rothschildspital. La guerra era alla
porte e la persecuzione antisemita coinvolse anche la famiglia Frankl. Con coraggio non comune, molti
continuarono la loro opera, a costo di di mettere a repentaglio la loro vita. Frankl resistette ad evitare
l’i te a e to pe e t e a i, si o al . Rifiutato il isto pe gli “tati Uniti (l'intera famiglia Frankl
venne deportata nei campi di concentramento) entrò nei lager nazisti: Theresienstadt, Kaufeering,
Turkneim ed Auschwitz furono le tappe del suo Experimentum Crucis, tappe percorse non come
psichiatra e ancor meno da medico, quanto da internato medio, uno dei tanti, un numero. Lavorò da
semplice serratore, costruendo da solo un intero tunnel, progettato dai nazisti. Il volume più
significativo della produzione letteraria di Frankl, e che costituisce un gioiello della letteratura di tutti i
te pi, appu to U o psicologo nei Lage 18. In tale opera descrisse con fine sensibilità le impressioni
e le esperienze dei tre anni trascorsi nei lager. Fu proprio in quei luoghi di sofferenza a martirio che
o p o ò l’effi a ia delle i tuizio i a ute egli a i p e ede ti. “e egli giu ò a se stesso di o
o e e ai al filo , ossia di o las ia si ai a da e alla dispe azio e al pu to di sui ida si toccando il
filo dell’alta te sio e he i o da a il a po, iò fu p op io grazie allo spiraglio di speranze che
i t a ide ell’os u ità dell’i fe o azista. La fidu ia di F a kl ella o tà dell’uo o t o ò appoggio el
vedere innumerevoli prigionieri che e t a a o elle a e e a gas o u atteggia e to dolo oso e
se e o, e ita do il Pad e Nost o, oppu e la p eghie a e ai a pe la o te . E fu appu to i itato da
tali esempi che egli riuscì a fare appello alle sue risorse umane e morali19, riuscendo a trovare un
sig ifi ato a he i uel ge e e di ita, e a do di o u i a e ai o pag i di disg azia l’e tusias o
per la lotta, per lo sforzo di difendere sempre la propria dignità. Fu nei lager che Frankl scoprì
l’i po ta za di u o pito, di u ideale, di u a agio e pe i e e, he egli stesso a e a p o ato sulla
sua pelle , e gli a e a dato la fo za di a da e olt e. ll suo desiderio più grande infatti, quello che gli
permise di sopravvivere in quegli anni, fu di riabbracciare sua moglie, la sua amata Tilly, che aveva
deciso di seguirlo in quello che credeva un campo di lavoro chiedendo esplicitamente di essere
deportata con lui. Solo coloro che avevano dinanzi a sé un compito che li aspettava per essere portato
a termine, trovavano la forza per superare quelle ignobili e inumane situazioni:
Guai a chi non si ritrova l'unico suo sostegno del tempo trascorso nel lager - la creatura amata. Guai a chi
vive nella realtà l'attimo del quale ha sognato nei mille sogni della nostalgia, ma diverso, profondamente diverso da
come se l'era dipinto. sale sul tram, va verso la casa che per anni ha visto davanti a sé nei pensieri e solo nei pensieri,

18
V.E. Frankl, Uno psicologo nei lager, Edizioni Ares, Milano, 21^ Edizione 2012.
19
Noetiche.
7

suona il campanello - proprio come lo ha desiderato ardentemente in mille sogni... ma non gli apre la persona che
avrebbe dovuto aprirgli - e o gli ap i à ai più la po ta .
20

E fu così che la logoterapia (la terapia incentrata sul Logos, sulla ricerca del senso), nel vivo
dell’espe ie za, e e la sua o fe a più o ile e sig ifi ati a. Il Ap ile seg ò la fi e del suo
periodo di internamento. Ritrovarsi libero fu per lui una sensazione strana, resa ancor più drammatica
dalla otizia della o te dei ge ito i, del f atello, della gio a e oglie. L’i fe o azista l’a e a
lasciato solo. Passo dopo passo, Frankl, iniziò una nuova vita, penetrando in essa con la somma delle
esperienze di quegli anni, riacquistando coraggio e possibilità di lavoro, ridiventando uomo. Riprese
l’atti ità, assu e do il uolo di P i a io del epa to di eu ologia del Poli li i o ie ese. Le opere
precedenti alla deportazione non avevano però ancora visto la luce, e decise quindi di pubblicarle. Non
avendo più nulla di cartaceo le ricostruì basandosi unicamente sulla sua memoria, e le riassunse nel
libro intitolato: Arztliche Seelsorge , ovve o "Cu a edi a dell’a i a". Il titolo fu s elto i a ie a
provocatoria per sottolineare la sua propensione ad una terapia attenta e scientifica nei confronti delle
patologie psichiatriche, troppo a lungo considerate come non indagabili dal punto di vista medico, o
sintomatiche di una deficienza che andava eliminata con la soppressione dell'individuo. Il libro venne
pubblicato nel 1946, ed ottenne un immediato notevole successo. La sua opera successiva, Ein
Psychologe erlebt das Konzentrationslager , ovvero "Uno psicologo nei lager", racconta della sua
deportazione e delle sue osservazioni sulla forza di volontà dimostrata da coloro che erano riusciti a
trovare un senso alla loro esistenza. La prima edizione venne pubblicata in forma anonima e non ebbe
grande successo. La seconda edizione firmata da Frankl e intitolata Trotzdem Ja zum Leben sagen. Ein
Psychologe erlebt das Konzentrationslager , he sig ifi a lette al e te: Dire sì alla vita, nonostante
tutto. Uno psicologo nei lager , è invece diventata un saggio di rilevante importanza. A queste prime
pubblicazioni succederanno svariate altre. Al periodo 1945-1949 risalgono le pubblicazioni che
costituiscono le basi dell'analisi esistenziale e della logoterapia. Avviene dunque quella che egli stesso
definisce una "svolta copernicana", sia per ciò che concerne la psicoanalisi, che nella sua stessa vita:
prendere consapevolezza di come la motivazione principale dell'uomo non sia il principio del piacere
(Freud), né la volontà di potenza (Nietzsche), bensì la "volontà di significato", il desiderio di trovare un
senso, uno scopo per la propria vita.
Nel luglio del 1947 sposa Eleonore Shwindt, e divulga il suo pensiero in numerose conferenze in
Aust ia e all’este o, p i ipal e te egli “tati U iti. U sig ifi ati o i o os i e to dell’i po ta za
della sua tecnica terapeutica arriva nel 1970, quando a San Diego nasce il primo "Istituto di
Logoterapia". Viene invitato anche in trasmissioni radiofoniche, e pubblica circa 640 articoli che
costituiscono, insieme ai pensieri espressi nei contatti epistolari mantenuti con i familiari ancora in
vita, una sintesi della sua concezione delle psicoterapia. Il suo impegno continua fino al 1996, quando
tiene la sua ultima conferenza a Vienna, nonostante i gravi problemi derivanti da una malattia
progressiva agli occhi. La morte lo raggiunge nella sua città natale nel settembre dell'anno successivo.
Le opere e la stessa testimonianza di vita che Frankl consegna ai suoi simili costituiscono un'eredità
tanto preziosa quanto difficile, in quanto il messaggio essenziale contenuto in essa «non sospinge in un
cantuccio a leccarsi le ferite provocate da un ambiente ostile, da una struttura caratteriale difficile, da un'educazione
autoritaria e permissiva, ma chiede di guardare a fronte alta davanti a sé, di respirare profondamente e a pieni
polmoni l'aria della libertà e della responsabilità, di spalancare a chiunque le braccia e il cuore (...) e di lanciarsi con

20
Ibidem.
8

entusiasmo in quell'avventura che ha come obiettivo il riconoscimento e la promozione del rispetto, della dignità e
21
della salute integrale di ogni uomo».

1.3 LA FILOSOFIA DI VIKTOR EMIL FRANKL

1.3.1 LA LOGICA FILOSOFICA ED ETICA

A detta di F a kl, o può esiste e psi ote apia se za u a teo ia dell’uo o e se za u a


filosofia della vita. La Logoterapia da un punto di vista filosofico infatti ha una sua logica
categorico/concettuale, che si basa su tre concetti fondamentali, su tre pilastri: la libertà della volontà,
la volontà di significato e il significato della vita. Il primo di essi si oppone al principio del
dete i is o, ad u a o ezio e dell’uo o esse zial e te e a i isti a ed affe a he l’uo o
essenzialmente un essere li e o. La li e tà dell’uo o o pe ò libertà da condizionamenti, ma
piuttosto libertà per prendere, un atteggiamento in qualunque condizione ci si possa trovare. A tal
p oposito, F a kl affe a he l’uo o a he elle i osta ze più i elutta ili, possiede u ’a ea e t o la
quale ha la possibilità di determinare le proprie azioni ed esperienze, o al e o il suo atteggia e to ,
anche di fronte ad una realtà necessaria: “e l’uo o dete i ato o ai pa dete i ato… Pe ui
tale peculiare possibilità u a a di autodete i azio e, he e de l’uo o apa e di a da e olt e le
situazioni contingenti ed addirittura oltre se stesso, risulta in strettissima connessione con la libertà
strutturale, he off e all’uo o la possibilità di scelta e di cambiamento; almeno nella sfera della
propria interiorità. Il seguente passo risulterà chiarificatore:

Nessu o ega he l’uo o sia dete i ato: egli sottostà a o dizio a e ti di va io ge e e, di a atte e sia
biologico che psicologico o sociologico. In questo senso l’uo o o affatto o pleta e te li e o. Ma se o li e o
da condizionamenti, quindi se non ha in genere una libertà negativa, la libertà da qualcosa, resta pur sempre libero per
qualcosa, e quindi conserva una libertà positiva, che gli consente di prendere posizione nei riguardi di ogni
22
condizionamento. Tale possibilità specifica viene trascurata dal pandeterminismo nel suo orientamento unilaterale

L’uo o ha l’es lusi a apa ità u a a di dista zia si da ualsiasi situazio e, o solo da uelle
più inelutta ili, si pe si il aso dell’e ois o do e u a pe so a può sa ifi a e la p op ia ita pu di
sal a e alt e, osì o e a e uto ei a pi di o e t a e to; a a he att a e so l’u o is o,
può distanziarsi persino ridendo di se stesso. L’e ois o e l’umorismo secondo Frankl si riferiscono alla
apa ità, p etta e te u a a dell’autodistanziamento23. L’uo o può esse e i g ado di s eglie e il
suo atteggiamento nei confronti di se stesso. Così facendo può prendere posizione nei confronti dei
propri condizionamenti e determinismi somatici e spichici. Prendere posizione di fronte ai questi,
implica sollevarsi al di sopra del loro livello, e schiudere una nuova dimensione, che viene chiamata da

21
E. Fizzotti, Sulle tracce del senso, LAS, Roma 1998, p. 9.
22
V.E. Frankl, Logoterapia e analisi esistenziale, a cura de E. Fizzotti, Brescia, Morcelliana, 6^Ed.
23
Vedremo nella seconda parte di questa trattazione che l’autodista zia e to può essere sollecitato anche
all’i te o di u p o esso o u i ati o he il soggetto fa o se stesso.
9

Frankl Noetica24: la dimensione noetica, in opposizione alla dimensione biologica e psicologica. Con la
seconda categoria filosofica utilizzata da Frankl: la volontà di significato25, l’auto e ha e ato di
ette e i lu e u a delle esige ze più p ofo de e i te a e te se tite dall’uo o: l’uo o si sfo za di
26
dare alla sua vita la più grande pienezza possibile di significati . Diversamente dal pensiero Freudiano, che
ha posto l’a e to sulla te de za al pia e e, e dalla psi ologia i di iduale Adle ia a he ha posto la
olo tà di pote za , sotto fo a di deside io di affe azione27, come principio primo che guida
l’agi e, F a kl soste e a he di e sa e te dagli alt i esse i i e ti i ella pe so a la p ese za di u
qualcosa di più specifico e profondo: l’uomo costitutivamente si sforza di dare alla sua esistenza la più
grande pienezza possibile di significati. La sua più p ofo da esige za, io , o uella di trovare
pace i di idual e te, uella di soddisfa e tutti i suoi isog i, t o a do u e uili io i te io e ui
vige originariamente il tanto criticato principio omeostatico), né quella di autoaffermarsi
prepotentemente nella vita; riprendendo le parole di Charlotte Bulher affermava in uno dei suoi libri:

…l’uo o vive o i te zio alità, ossia vive gua da do ad u o scopo. Lo scopo è di dare significato alla
vita…L’i dividuo…vuole ea e valo i…L’esse e u a o p i a ia e te, o igi a ia e te o ie tato alla eazio e e,
28
specificatamente, alla creazione di valori .

P i a ia e te l’uo o pe F a kl, i ua to Esse e-nel- o do , p ote de e so l’este o,


e so il o do. E iò he lo uo e aggio e te, he lo oti a o so o o e detto la i e a
della felicità individuale, che anzi è dannosa perché genera eccessiva attenzione ed iperintenzione
verso se stessi29, né l’autoaffe azio e tout-cour che genera solitudine e comportamenti aggressivi
a, l’uo o si ealizza pie a e te, ella isu a i ui egli si dimentica e si supera , el deside io e
ella de isio e di i o t a e alt i esse i u a i el se so di essere a disposizione degli altri e di
ealizza e dei sig ifi ati. La feli ità e l’auto ealizzazio e, egli di à, si otte go o o e effetto di uesto.
Il compimento di se stesso, la realizzazione delle possibilità offerte dalla vita, non potranno mai essere
uno s opo coscientemente 30 i e ato dall’uo o stesso, solo l’esiste za he ealizza u sig ifi ato
este o al p op io io ealizza se stessa. Il aso o t a io, do e l’uo o e a p i a ia e te la
soddisfazione dei suoi bisogni o la propria autorealizzazione è, per analogia, simile ad un uomo che
lancia un boomerang: ritorna nel momento in cui non ha centrato il bersaglio. Pertanto egli affermava:

24
Vedi oltre.
25
Bisogna evitare interpretare tale categoria in senso volontaristico, Frankl infatti indica con questa caratteristica
l’o igi ale o di azio e ed o ie ta e to dell’uo o e so il o do. La olo tà di sig ifi ato o isti to da
assecondare nè impulso da soddisfare ; questi infatti implicherebbero la sottostante teoria motivazionale del
dell’o eostasi. Di e sa e te sia o all’i te o di u a filosofia esiste ziale: l’attuazio e del sig ifi ato i pli a se p e
u a de isio e da p e de e; o e affe ato da Rollo Ma sig ifi a: mettere al centro del quadro la decisione e la
volontà .
26
V.E. Frankl, Alla ricerca del Significato della Vita, Mursia Editore, Milano, a cura di E. Fizzotti, Ristampa, pag 61.
27
L’auto ealizzazio e e l’appaga e to dei deside i i pli a o u sottosta te p i ipio filosofi o se o do ui a l’uo o
asta se stesso; o e se l’uo o esistesse solo pe soddista e i p op i isog i e he gli oggetti del o do fosse o dei
se pli i st u e ti utili a tale s opo. “e o do F a kl, la olo tà di pote za e la olo tà di pia e e so o dei se pli i
de i ati della olo tà di sig ifi ato. Il pia e e i e e di esse e il fi e della te sio e dell’uo o, i ealtà l’effetto della
ealizzazio e di u sig ifi ato; l’auto elizzazio e sotto fo a di su esso è una felicità temporanea, che di per se porta
a delle frustrazioni noetiche. In ultima analisi, quando atto umano si riduce ad un atto primario di soddisfazione del
soggetto stesso, l’uo o te de alla dispe azio e.
28
BUHLER Ch in, “e so e valo i pe l’esistenza, di V.E. Frankl, Città Nuova, Roma 1994 p. 48
29
L’ipe i te zio e e so se stessi a atte izza la fo e Ne oti he.
30
Questo implica, che spesso si agisca non coscientemente, ed allora il pericolo che incombe è quello di uniformarsi
agli altri e non sf utta e l’U i ità i di iduale. Me t e i po ta te is eglia e l’auto os ie za.
10

Solo un uomo che avrà mancato il vero senso della propria vita, sognerà il compimento di se stesso non
31
come effetto, ma come fine in sé

Pertanto, contrariamente al principio omeostatico e alle teorie motivazionali sottostanti, per


F a kl l’uo o ha u a e essità o tologi a di a e e u e to g ado di te sio e32 rispetto ad un suo
orientamento verso il significato; e questo è filosoficamente fondato nella differenza che intercorre tra
esse za iò he l’uo o pe atu a e esiste za iò a ui l’uo o te de 33. E’ esse ziale he i sia u o
s a to, t a l’esse e e il do e esse e, affi h o i sia u a oi ide za t a l’esse za e l’esiste za; a zi
il sig ifi ato de e a a za e l’esse e. “olo osì l’uo o pot à ade pie e i a ie a espo sa ile e o
a it a ia al suo o pito spe ifi o, di guida all’esse e ella ealizzazio e della p op ia sig ifi azio e.
I e e l’esiste za che si chiude in se stessa, che non si riconosce responsabile di fronte al processo di
sig ifi azio e e al p op io agi e, i e i a ie a i aute ti a. L’esse e u a o pe F a kl sì li e o e
intenzionale, nel senso che protente verso qualcosa che è al di là di se stesso, ma deve essere
consapevolmente responsabile nei confronti di tale ricerca:

L’uo o espo sa ile el da e la giusta isposta ad u a do a da, el trovare il giusto significato di una
34
situazione.

1.3.1.1 LA PERSONA COME AUTOTRASCENDENZA

No solo F a kl si sfo zato di ette e i lu e o e l’esiste za u a a a illi , a e o he i


sia u a fo te idea , o eglio u fo te ideale i ui o fida e e pe il uale agi e e pe il uale se ti si
responsabile; ma ha specificato he l’esiste za o sola e te i te zio ale e sì a he
trascendentale:

L’autot as e de za l’esse za dell’esiste za .

E abbiamo visto che nel suo pensiero essere uomo significa essere rivolto verso qualcosa di
diverso di se stesso, significa essere impegnato in una situazione ed essere in confronto con il mondo
la ui oggettività e la ui realtà o de o o esse e s i uite da uell’i te zio alità soggetti a
dell’esse e. L’esse e-nel- o do, sig ifi a pe F a kl, sal a e l’oggetti ità dell’oggetto e significa,
p ese a e uella te sio e oeti a e uella di a i a oosologi a 35 che si stabilisce tra soggetto ed
oggetto, he la edesi a t a ciò che sono e ciò che devo essere . Ciò po ta a di e, ed a dia o alla
te za atego ia logi a, he la vita ha un significato ella isu a i ui l’esiste za si t as e de e so
36
ideali e Valori propri del soggetto , e he l’aute ti ità, el se so di e ità o tologi a e di
i o os i e to di se stesso, si gio a p op io sul pia o del do e e o ale di agi e e so
l’autot as e de za:

31
V .E. Frankl, Alla ricerca del Significato della Vita, Mursia Editore, Milano, p. 72.
32
F a kl sostie e he sia e essa ia u a fo te dose di te sio e .
33
V.E. Frankl, Logoterapia e analisi esistenziale, a cura de E. Fizzotti, Brescia, Morcelliana, 6^Ed.
34
V.E. Frankl, “e so e valo i pe l’esiste za, Città Nuova, Roma 1994, p. 76.
35
Vedi oltre.
36
Come verrà specificato successivamente.
11

37
l’esiste za u a a o aute ti a se o vissuta i te i i di autot as e de za .

Ma i Significati ed i Valori38 sono relativi e soggettivi? In un certo senso sì, ma diversamente a


come li considerano il relativismo ed il soggettivismo. Il significato è relativo in quanto è relazionato ad
una persona specifica, che è coinvolta in una situazione specifica. Quindi cambia da uomo a uomo, e in
u se o do luogo da gio o a gio o, da o a ad o a. “a e e eglio pa la e dell’u i ità, più he della
relatività del significato. Presto o tardi la vita finisce39 e osì a he l’u i a oppo tu ità di ealizza e: “e
non lo faccio io, chi altri lo farà?-E se non lo faccio ora, quando sarà il momento di farlo?- E se lo faccio
per me stesso, chi sono io? . Da iò de i a he o esiste u sig ifi ato u i e sale della ita, a he
esistono significati unici di situazioni individuali. Tra queste situazioni, non dobbiamo dimenticare che
vi sono anche quelle che hanno qualcosa in comune e, conseguentemente, vi so o a he sig ifi ati
o di isi , tali sig ifi ati ha o o e ife i e to la o dizio e u a a e oi li possia o hia a e
Valori. Si possono definire valori:

uei sig ifi ati u ive sali he istallizza o situazio i tipi he he la so ietà e l’u a ità intera deve
aff o ta e .
40

Il possesso di alo i pe F a kl alle ia la i e a di u sig ifi ato ell’uo o, pe h al e o i


situazioni tipiche egli può evitare di ricercare il significato relativo. Riprendendo il discorso sulla natura
oggettiva dei signifi ati, l’u i a soggetti ità o siste ella p ospetti a o ui i a ostia o alla
realtà; il fatto stesso che gli esseri umani trascendono se stessi verso significati che sono diversi da se
stessi, (più che semplici espressioni o proiezioni) e ne trovano e esse e, i te i i di sa ità e tale
e pie ezza o ale sal agua dia l’oggetti ità, o t a s-soggettività41del significato che assume il ruolo
di u ual osa he de e esse e t o ato e o u ual osa he de e esse e dato. Pe F a kl l’uo o
nella i e a di sig ifi ato guidato dalla coscienza . Essa si può defi i e o e:
42
la capacità intuitiva di scoprire il significato unico e singolare nascosto in ogni situazione .

Dal o e to he il sig ifi ato u i o, l’u i o ezzo pe i pad o i se e positivamente è


utilizza e la os ie za i tuiti a 43, i ua to o ga o di sig ifi ato. Fi o all’ulti o o e to della sua
ita pe ò l’uo o se o do F a kl o sap à ai se si o ti ua e te i ga ato o e o. Egli io
considera la coscienza come uno dei fenome i più spe ifi ata e te u a i, pe iò falli ili. E’ pe
uesto he a a to ad essa i hia a il alo e dell’umiltà nella ricerca. La capacità di autocoscienza è

37
Ibid. p. 65.
38
L’a alisi fe o e ologi a degli aspetti e oti i e p ati i della os ie za stata t attata e o dotta dall’ope a di Ma
Scheler (1874- , filosofo a ui F a kl fa più olte ife i e to elle sue ope e. Co e oggetti dell’espe ie za
fenomenologica il mondo dei valori per Schele si p ese ta o o e intuizione emotiva e o e u mondo
oggettivo , i dipe de te dal fatto o dall’atto dell’app e di e to dei alo i. Nell’intuizione emotiva, il valore
dell’oggetto dato di etta e te alla os ie za e dete i a u a ge a hia dei alori ai quali è legata un diversa
gradazione del soggetto che percepisce il valore.
39
Frankl mette in evidenza che sia importante risvegliare il senso della finituidine della vita.
40
Ibid. p. 69.
41
Allers R., Ontoanalysis, American Catholic Philosophical Association, 1961, p. 78.
42
V.E. Frankl, “e so e valo i pe l’esiste za, Città Nuova, Roma 1994, p. 76.
43
Esiste poi u a os ie za eati a e uesto ua do la os ie za o di a di fa e ual osa di di e so ispetto ad u
valore universale attuale. Uno degli esempi che risporta Frankl riguarda la storia di un uomo nel campo di
o e t a e to di Aus h itz he p i a di esse e sepa ato dalla oglie le disse: Rimani in vita a tutti i costi. Fai
qualsiasi cosa pur di sopravvivere. All’ulti o o e to la sua os ie za l’a e a spi to a dispe sa la dall’o ligo di
fedeltà coniugale.
12

fo da e tale ell’epo a i ui i ia o. Nell’epo a del do i io della te i a e dell’i pe so alità


finanziaria. Sempre più persone provano come diceva Frankl:
44
un sentimento di assurdità, di vuoto e di frustrazione esistenziale .

Purtuttavia anche se i valori universali scomparissero, asseriva Frankl, la vita rimarebbe piena
di significato, dal momento che i significati unici rimarrebbero intatti anche nella perdita dei valori
u i e sali. Ce to pe fa uesto pe ò l’uo o de e fa e u g a de sfo zo, do à i fatti esse e fo ito di
una grande capacità di autoconsapevolezza, od autocoscienza, riuscendo a pe epi e ed a aluta e i
diecimila comandamenti che sorgono dalle diecimila situazioni uniche di ui ostituita la ita. Le
di ezio i att a e so le uali l’uo o, i ua to esse e U i o I ipeti ile ed I idu i ile, può da e
significato alla propria vita e alle proprie situazioni, dipendono dalla situazione in cui egli sceglie di
t o a si o si t o a pe e essità: egli può dare qualcosa al mondo att a e so la p op ia eati ità,
oppu e può prendere qualcosa dal mondo ell’a ito dei p op i i o tri o delle proprie esperienze
pe so ali ed i fi e può assumere un atteggiamento di f o te a fatti i elutta ili e t asfo a e delle
situazio i i elutta ili i p estazio i. I uest’ulti o aso sia o di f o te a uell’i sie e di a e i e ti
tragici della vita, la tragica triade: la colpa, la pena e la morte. I valori riconducibili a tali direzioni di
significato possono, secondo Frankl, essere distinti in tre categorie: valori di creazione, valori di
esperienza e valori di atteggiamento45.

1.3.2 ONTOLOGIA TRIDIMENSIONALE FRANKLIANA

Dopo a e t attato i fondamentali categoriali del suo pe sie o he i ha o des itto u


essere umano sostanzialmente libero, cioè non determinato completamente nel suo agire, mosso da
una volontà di significazione e trascendente, cioè costitutivamente e necessariamente aperto al
o do, e so la ealizzazio e di sig ifi ati e alo i; a alizze e o o a l’i postazio e o tologi a do e
Victor Frankl ha saputo mostrare una diversa lettura filosofica e antropologica dell’uo o, ponendosi al
di fuori ed al di sopra di ogni filosofia riduzionista secondo la quale, come abbiamo già visto, l’uo o
spi to dagli i pulsi sia i di iduali he so iali sarebbe esclusivamente interessato a se stesso e quindi
e he e e di a te e e l’e uili io i te io e, se o do il p i ipio dell’o eostasi 46. Con il suo
pe sie o ha esso i ilie o le o segue ze e i pe i oli he l’i po erimento del determinismo, ad
opera soprattutto dello psicologismo, ha po tato all’i agi e dell’uo o. In particolare il considerare
la persona esclusivamente come essere sottoposto eclusivamente alle leggi dell’a ie te, per mezzo
degli impulsi sociali ed individuali, poteva portare ed in effetti a portato a delle situazioni contro
l’uo o:

…Il secolo passato e i primi decen i del p ese te ha o fo ito u ’ immagine del tutto sfigurata; hanno visto
l’uo o ost etto da oltepli i lega i e ha o fornito in particolare la sua impotenza a sottrarsi ad essi; in una parola
la sua determinazione biologica, psicologica e sociologi a. Ma la li e tà u a a, ve a e p op ia, la apa ità dell’uo o

44
Ibid.
45
I valori di atteggiamento hanno un concetto più amplio in quanto nessun essere umano, secondo Frankl, può dire di
non avere mai sbagliato, di non soffrire e di non voler morire.
46
V.E. Frankl, Logoterapia e analisi esistenziale, op. cit. p. 179
13

di po si li e a e te di f o te a tutte ueste dete i azio i, uella li e tà he appu to fo da l’esse za u a a, stata


47
completamente ignorata.

Ed a o a, pa la do di uo o sfigu ato affe mava:

L’a t opologia spi odi a i a i ha p ese tato u ’i agi e di uo o sotto l’i pulso dei suoi i pulsi, di u
uo o he si o te ta di soddisfa e i suoi i pulsi e le esige ze dell’Es e del “upe Io, di u esse e o epito o e
compromesso fra le istanze dell’Io, dell’Es e del “upe Io he e t a o i o flitto

e poi continuava affermando:

Questo a ozzo di i agi e dell’uo o, uale vie e p ese tato dalla psi ologia di a i a, si oppo e alla
os ie za he l’u a ità ha del suo esse e-uomo, e in particola e al a atte e spi ituale e all’o ie ta e to o igi ale e
fo da e tale dell’uo o ve so u sig ifi ato della p op ia esiste za. Questa i agi e a i atu ale dell’uo o lo
sfigu a e lo s atu a.

Ed ancora a proposito degli istinti:

Non sono questi impulsi a muovere la persona: al contrario attraverso gli istinti è sempre la persona a far
se ti e la sua vo e .
48

O o e a eagi e di f o te a uest’i agi e dell’uo o sosta zial e te esse zialisti a e


deterministica. Bisognava completare e riumanizzare le iflessio i i to o all’esse e pa te do da
diversi presupposti filosofici (la libertà della volontà, la volontà di significato e il significato della vita) e
considerando la sua unitarietà pluridimensionale. Infatti per Frankl, riprendendo le tesi di San
To aso d’A ui o, l’uo o unitas multiplex49, o osta te le diffe e ze t a i di e si odi d’esse e.
No ostata te le diffe e ze o tologi he, o e ed e o a a ti, ’ i a zitutto u ’u ità a t opologi a:

Io vo ei defi i e l’uo o o e u ità o osta te le molteplicità. I fatti, ’ u a a t opologia nonostatante le


differenze ontologiche, o osta te le diffe e ze t a i dive si odi di esse e. La a atte isti a dell’esiste za umana è
appunto la coesistenza tra l’u ità a t opologi a e le differenze ontologiche, tra il modo unitario di essere e le molteplici
50
a ie e o ui si pa te ipa all’esse e

Detto i alt i te i i pe F a kl, l’esse e o eglio l’ide tità dell’esse e, pu a te e do i tatta


la sua l’u ità, ha i s delle oltepli ita’, che la costituis o o e he e defi is o o l’ide tità stessa. La
sua identità è anche bipolare i ua to , o e a ia o isto, u ità di due p i ipi: esse e e do e -
esse e , esse e e il sig ifi ato ; ita do T a e sa:

L’ide tità o tologi a dell’esse e dell’uo o la fonte dell’agi e diso oge eo, pe h u ’ identità non
analitica, non univoca, che non contiene in sé tutti i suoi predicati o accidenti come semplici modi. Al contrario è un ’
identità in se bipolare, un’ ide tità he l’u ità di due p i ipi: esse za e atto d’esse e, e o segue he o ’
51
coincidenza con nessuna delle azioni, ad esempio la malattia.

Due sono le leggi secondo la prospettiva, Frankliana. Si tratta delle due note leggi dell'ontologia
dimensionale. La prima è la seguente:

47
Ibidem. p. 185
48
V .E. Frankl, Alla ricerca del Significato della Vita, op. cit. da p. 98 a p.100.
49
V.E. Frankl, “e so e valo i pe l’esiste za, op.cit. p. 38.
50
V.E. Frankl, Logoterapia e analisi esistenziale, op. cit. p. 54.
51
Guido Traversa, Identità Etica, Manifesto Libri, Roma, Anno 2008.
14

"Un solo ed identico fenomeno, proiettato al di fuori delle sue dimensioni in altre dimensioni inferiori alle sue,
52
dà origine a figure diverse in netto contrasto tra loro"

Egli propone l'esempio di un cilindro, che genera due proiezioni contrastanti: il rettangolo nel
piano laterale e il cerchio in quello di base. In forza della prima legge, applicata all'uomo, commentava:

"Privato della dimensione specificamente umana e proiettato nel piano della biologia e della psicologia,
l'uomo lascia apparire due diverse immagini di sé reciprocamente contrastanti. La proiezione nel piano biologico
metterà in luce solo fenomeni somatici, mentre la proiezione nel piano psicologico rileverà esclusivamente fenomeni
psichici. Nella prospettiva dell'ontologia dimensionale, però, l'opposizione or ora presentata non nuoce all'unità
dell'uomo. Allo stesso modo il contrasto tra il rettangolo ed il cerchio non contraddice il fatto che si tratta di due
53
proiezioni dello stesso oggetto, cioè del cilindro".

Con la seconda legge invece affermava:

"Differenti fenomeni, proiettati al di fuori della propria dimensione in una stessa dimensione inferiore alla
54
propria, danno origine a figure che appaiono ambigue" .

Avviene così che un cilindro, un cono e una sfera, che abbiano lo stesso diametro, generano in
proiezione un cerchio equivalente. Appli a do ua to stato detto si o a all’uo o e p i ato della sua
dimensione più specificatamente umana, proiettandolo esclusivamente sul piano biologico e
psi ologi o, l’esse e u a o appa e diversamente ed in contrasto a come è in realtà e a come si
percepisce; prendiamo degli esempi concreti menzionati da Frankl:

"Se invece di immagini geometriche si prendono in considerazione i fenomeni di Fedor Dostoevskij o di


Bernadette Soubirous, proiettandoli nel piano psicologico, lo psichiatra vedrà in Dostoevskij solo un epilettico qualsiasi
ed in Bernadette una isterica con allucinazioni visionarie. Non c'è altro da vedere dal punto di vista psichiatrico. Un tale
ambito non coglie la prestazione artistica dell'uno, e tanto meno la vicenda religiosa dell'altra. Nel piano psichiatrico
ogni fenomeno resta ambiguo, a meno che esso lasci trasparire qualcosa che può stargli dietro o sopra, allo stesso
modo come non è possibile riconoscere se sia stato il cono, il cilindro o la sfera a proiettare una determinata ombra
55
circolare".

Ricapitolando quanto detto sin ora, la prima legge dell’o tologia di e sio ale è orientata a
stabilire l'unità dell'uomo nonostante la molteplicità delle sue dimensioni e tale unità non può trovarsi
nè nella dimensione biologica né in quella psicologica, ma deve essere ricercata in quella dimensione
che Frankl ha definito Noetica56, nel senso di spirito, ragione, intelletto, partendo dalla quale egli
affe a a: l’uo o proiettato al primo posto .57 La seconda legge sottolinea che una vera
comprensione della personalità si ha soltanto quando si tiene conto che la molteplicità dei fattori che
realizzano l'uomo viene concretamente vissuta in una totalità integrata. Così l'uomo è un'unità, un

52
V.E. Frankl, “e so e valo i pe l’esiste za, op.cit. p.38.
53
V.E. Frankl, “e so e valo i pe l’esiste za, op.cit. da p.39 a 40

54
Ibidem, p. 39.
55
V.E. Frankl, Logoterapia e analisi esistenziale,op. cit. da p.55 a p.56.

56
Vedi oltre
57
V.E. Frankl, “e so e valo i pe l’esiste za, Città Nuova, Roma 1994, p. 40.
15

tutto psico-fisico-noetico: un essere caratterizzato dalla singolarità, dall'irripetibilità, dalla relazionalità,


dalla finitudine:

La pe so a fo da l’u ità e la totalità psi o-fisico-spi ituale, he app ese ta l’esse za uo o . U a tale
unità e totalità viene continuamente fondata e garantita dalla persona e solo attraverso essa. Noi uomini conosciamo
la pe so a spi ituale u i a e te i oesio e o il suo o ga is o psi ofisi o. L’uo o allo a app ese ta il pu to di
intersezione, un crocevia dei tre livelli di esistenza: quello fisico, quello spichico e quello spirituale. Questi livelli di
esiste za o posso o o u ue esse e sepa ati l’u o all’alt o, o e i ha o i seg ato K.Jaspe s e N.Ha t a .
“a e e pe iò falso affe a e he l’uo o o posto di fisi o, psi hi o e spi ituale: egli i fatti u ità e totalità .
58

A tale proposito, Elisabeth Lucas in un suo libro59 specificava:

“ia o tutti d’a o do he uesta suddivisio e della ealtà u a a sia pu a e te spe ulativa, ed a ia
es lusiva e te lo s opo di fa ilita e la o p e sio e della o plessa totalità dell’uo o i tutta la sua va ia ilità. No
esiste una vera e propria linea di demarcazione tra il livello psichico e quello spirituale e quindi non ci può neppure
essere una divisio e etta t a le te apie…

Detto iò, o osta te l’i di isi ilità o tologi a e l’u ita ietà a t opologi a tra i vari piani, a
detta della Lucas pot e o t a uilla e te p esuppo e l’esiste za di diffe e ti li elli ualitati i . E
volendo dare una definizione più semplice possibile di questi livelli, possiamo attribuire al livello
i fe io e, iologi o , la ita (p op ia delle pia te, a i ali, e dell’uo o). A livello medio, psicologico
la os ie za della ita he o p e de se ti e ti, se sazio i, ma anche reazioni istintive o
condizionate60 (proprie solo dell’a i ale e dell’uo o ed i fi e a livello superiore, noetico, la
olo tà he a a ia il pe sie o e la pia ifi azio e os ie te, la li e a de isio e, il p e de e
posizione, nonché il riconoscimento di possibilità di senso della vita (tutte capacità attribuite
es lusi a e te all’uo o . L’uo o pu esse do i di isi ile e i idu i ile:

La persona è un individuo. La persona è indivisibile, non ammette partizioni, non può essere suddivisa né
61
s issa, e uesto se pli e e te pe h u a u ità ,

a detta della Lu as si pot à i o os e e he passa do da u li ello all’alt o, i es e do si


troverà una minore essenzialità e un maggior spazio libero. Lo spazio libero infatti, nella dimensione
oeti a può di e ta e osì asto he può fa du ita e l’esiste za di appo ti di dipe de za. A tale
p oposito i ie e i e te “a To aso d’A ui o ua do affe a he l’a i a dell’uo o a he
spirito che emerge sopra la materia , he dilaga sop a la o po eità: non come contenuta dal corpo
ma come eccedente e continente il suo corpo . E iò sop attutto pot à appa i e ella ita i telletti a
dell’uo o.

Pe o lude e uesta pa te legata all’o tologia F a klia a, i te essa te l’auto o iezio e he


Frankl si pone, riguardo alla sua immagine di uomo:

58
V.E. Frankl, Logoterapia e analisi esistenziale, a cura de E. Fizzotti, Brescia, Morcelliana, 6^Ed. p. 39.
59
Elisabeth Lucas, Dare un senso alla vita, Cittadella Editrice, Assisi, 1983, p. 59.
60
Esiste u a elazio e t a uesti ed il pia o del pe sie o; se o do i p i ipi della logote apia u buon pensiero sulla
ita e sulle sue situazio i può agi e positi a e te sui se ti e ti, sulle se sazio i e sull’isti tualità del soggetto.
61
V.E. Frankl, Logoterapia e analisi esistenziale, a cura de E. Fizzotti, Brescia, Morcelliana, 6^Ed. p. 33.
16

Sono ben consapevole del rimprovero che potrebbe essermi rivolto, e cioè di non aver corretto un’immagine
a i atu ale dell’uo o, a di ave aggio e te a i ata l’i agi e stessa, di ave fatto a he io una caricatura
a t opologi a psi oa aliti a…. possi ile he io sia stato effettiva e te u ilate ale ed a ia esage ato el p ese ta e
u uad o osì fos o del pe i olo i a ioso del i hilis o, di u a o ezio e dell’uo o he e fa ho u olo. Fo se
sono ipersensibile a tale riguardo. Ma, se è così, come attenuante a mia discolpa, posso solo dire che sono così
ipersensibile e così disposto a combattere il nichilismo laddove si nasconde perché sono stato costretto a superarlo io
62
stesso…

2 CONSULENZA FILOSOFICA AD IMPOSTAZIONE FRANKLIANA

2.1 La Consulenza Filosofica

Nell’età o te po a ea, l’uo o ha pe so il se so della ita, usa do le pa ole di Heidegge :


l’u a ità ha pe so il se so dell’esse e 63. Il Moderno, termine usato da Achenbach64, ha perso il senso
della finitudine e della fugacità di tutte le cose e si dimentica o vuol dimenticarsi che come tutto ha un
i izio osì ha u a fi e. L’o lio u t atto a atte izza te dei ost i te pi e l’esse e u a o, o pli e
la caduta dei valori universali, non più i g ado di udi e e di pe epi e il p o le a dell’esiste za,
la o e del do e -esse e . Co e di e F a kl, la si gola ità e l’i ipeti ilità so o i fo da e tali
esistenziali e sono di costitutiva importanza per comprendere il significato della vita e i significati del
uotidia o, he p op io pe e i uesti due fo da e tali si i ela finalizzata ad un termine 65. Ma
cosa succede nel momento in cui qualcuno comincia a porsi di nuovo la domanda sulla propria
esistenza, sul suo senso? O vive delle situazio i di difficile libertà i ui la p op ia li e tà, el se so
dell’agi e, se a esse e li itata da degli a adi e ti, i te i od este i, he e do o la sua ide tità
ide ti a alla sua situazio e? Così i iziata l’a e tu a della filosofia, he in questo modo può anche
it o a e u ’ effetti a appli azio e p ati a per l’esiste za o eta. La filosofia, ui di, o e p ati a
per capire la realtà esistenziale, nei suo fondamenti logici, ontologici ed etici. Fare filosofia significa
essere parente di iò he pe l’alt o eale 66 e de do o sape ole l’alt o delle adi i del p op io
agi e, oglie do le somiglianze e le dissomiglianze delle espe ie ze issute, e a do io di
ampliare il più possi ile, ui di a aliti a e te, tutti i dettagli e tutto il mondo esperenziale del
soggetto (gli accidenti)67. Spesso della consulenza filosofica si dice che non è qualcosa di

62
V.E. Frankl, “e so e valo i pe l’esiste za, Città Nuova, Roma 1994, p.26.
63
M. Heidegger, Essere e Tempo,
64
G. Achenbach , Del giusto nel falso, Apogeo, Milano, 2008.
65
V.E. Frankl, Logoterapia e analisi Esistenziale, op. cit. pag 109
66
Guido Traversa, Lezioni Master in Consulenza filosofica, Univ. Regina Apostolorum, 2012
67
Questa possibilità, considerata come un processo costante, può essere assunta da figure specializzate nella
elazio e d’aiuto di sta po filosofi o he si assu o o la espo sa ilità di sostenere la maturazione personale e la
17

o pleta e te uo o, e sì u ito o alle adi i a ti he della p ati a filosofi a, u a uo a e sio e


di u a t adizio e a ti a . Tuttavia, in genere, si riconosce co e data di as ita uffi iale l’a o 1981,
considerando il padre della consulenza filosofica Gerd B. Achenbach. Fu lui a fondare la prima
associazione mondiale per la consulenza filosofica con sede nei pressi di Ginevra. Achenbach la
p ese ta o e u o sfo zo pe estitui e alla filosofia u a este p ati a: uello he l’auto e uole
mostrare è la possibilità che la filosofia sia di nuovo in grado di mettersi in gioco e di rendersi utile alla
vita cercando di affrontare e risolvere i problemi quotidiani della gente attraverso la riflessione
sull’esiste za eale della si gola pe so a. “i t atta di ripo ta e la filosofia e so alt i pe sie i , he o
siano problemi astratti di cui essa si occupa secondo l’i postazio e t adizionale, ma che siano invece
orientati alle domande esistenziali che ogni persona realmente può porsi e si pone. Con la nascita della
consulenza filosofica si è consolidato anche il convincimento, condiviso anche da molti psichiatri e
psicologi, secondo cui le sofferenze ed i disagi esistenziali non sempre dipendono da presunte
disfunzioni organiche o da conflitti interni de i a ti da t au i i ossi, a da u pe so ale modello
impoverito del mondo:

Il cliente soffre perché ha creato una rappresentazione impoverita del mondo e ha dimenticato che la
68
rappresentazione non è il mondo… .

Sullo stesso ordine di idee troviamo ad esempio, uno filosofo e spicoteraupeuta italiano,
Umberto Galimberti il quale afferma:

Il più delle volte, nascono dalla modalità del nostro stesso essere-nel-mondo, dalla nostra visione del mondo
che, qualora troppo limitata, angusta, sclerotizzata e irriflessa, non ci consente di comprendere e realizzare il nostro
progetto esistenziale, e ciò può generare i sintomi tipici di certe <malattie> della psiche o disturbi della personalità. Se
69
questa seconda ipotesi è vera, perché non prendere in considerazoine una terapia filosofica delle idee?

La filosofia, ui di, o e terapia delle idee , o e il ritorno di u pe sie o os ie te nella


realtà quotidiana che in alcuni momenti ci può anche apparire come piena di contraddizioni e di
contrapposizioni che possono generare anche stati di insofferenza e di malessere, ma che in realtà
sono sempre superabili o quantomeno limitabili70, ristabilendo un ordine ed un senso ai nostri progetti
esistenziali. I u pe iodo o t additto io, o e uello he stia o i e do oggi: dove da una parte
l’esse e, essi da pa te al u i valo i ad alto o te uto eti o71 e quasi meccanicamente spinto a
realizzare dei valo i eativi att ave so il lavo o, e dove dall’alt a tali valo i o so o più osì fa il e te
attuabili, a causa della crisi economico-finanziaria, ecco che si sente quasi smarrito e impotente di
fronte ad una condizione oggettiva . La pe so a a o a una volta, come ai tempi di Kierkegaard, si
sente s hia iata all’i te o di u e a is o he lo so asta, se te dosi s i uità ella sua
singolarità:

fo azio e dell’i di iduo, al fi e di e de e a ile il soggetto di pote gesti e in autonomia e consapevole le proprie
scelte esistenziali.
68
Bandler e Grinder , La struttura della Magia, pag 64
69
U. Galimberti , Se un filosofo ti prende in cura, su La Repu li a , Di
70
Mi riferisco alla Tragica Triade (Morte, Pena, Colpa)
71
Mi ife is o ai i tù eti he se o do “a To aso d’A ui o: P ude za, Giustizia, Fo tezza e Te pe a za,.
18

Io mi rivolgo con ogni deferenza ai signori filosofi per sapere ciò che devo fare. Però non ricevo alcuna
isposta pe h il filosofo edia il passato e pe a e i esso…solo le ode del suo a ito so o el p ese te…“o o u
a ito, ho dei figli. Cosa e di esti se i o e lo o le hiedessi osa deve fa e l’uo o ella sua vita?
72

tanto da vivere concrete situazioni di disagio e sofferenza73 che possono stimolare domande
sul senso della propria esistenza quotidiana. In questo caso, la consulenza filosofica presenta una
forma di risposta a tale domande aiutando le persone a riflettere, chiarendone gli aspetti problematici,
sulla propria vita. È infatti, come detto precedentemente, solo attraverso una loro profonda analisi che
l’i di iduo i pa e à a o p e de e ed eventualmente accettare o a rifiutare la propria condizione, a
conoscere sé stesso e, dunque, a comprendere le ragioni del suo domandare che non è mai staccato
dal proprio progetto esistenziale. Solitamente la proposta offerta dalla Consulenza Filosofica è quella
di eso ta e i o sulta ti osì e go o hia ati i lie ti alla iflessio e filosofi a, att a e so l’utilizzo
di alcuni strumenti filosofici74, affinchè diventati soggetti attivi, riescano ad affrontare con spirito
critico, o meglio riescano ad agire (agere), nella propria vita quotidiana. Il consulente filosofico è
chiamato cioè a presentare, secondo le varie situazioni e secondo gli strumenti che intende utilizzare,
al consultante alcune questioni esistenziali, partendo dalla concezione della vita (ma anche del lavoro,
dell’a o e della soffe e za e della o te e del sig ifi ato he le ie e attribuito, fino ad arrivare allo
sviluppo di una identità personale.

2.2 Il Metodo logoterapico: Il dialogo Socratico

Fin dagli scritti giovanili, legati nella maggior parte dei casi alle sue esperienze nei consultori di
consulenza psicologica per gli adoles e ti ed i gio a i, appa e hia a e te fo ulata u ’opzio e
metodologica destinata a caratterizzare la logoterapia negli anni successivi, come approccio alla
si to atologia del uoto esiste ziale 75 e o e appello alla volontà di significato 76, insita in ogni
uomo ed in ogni situazione esistenziale. La relazione di aiuto, infatti, veniva interpretata da Frankl
o e intervento di carattere noetico i te e to i olto alla sti olazio e delle iso se oeti he he
da un punto di vista procedurale si ispi a di hia ata e te al odello del dialogo socratico , ui di ad
un modello strettamente filosofico77, rivolto a trovare quei significati insiti in ogni situazione. Già a
partire dal 1925, Frankl individua il nesso che intercorre tra quella che viene hia ata l’i f ast uttu a
affettiva delle situazio i psi opatologi he, sosta zial e te le situazio i di soffe e za affetti a, e
uella he possia o defi i e la sovrastruttura logico-categoriale , io le atego ie filosofi he, le
idee, i concetti e gli atteggiamenti con i quali si descrive la realtà; e sperimenta la validità di un
approccio filosofico rivolto a cambiare la visione del mondo del soffe e te, asato sulle o t o-
a go e tazio i e sullo s a io di idee , he si ealizza p e ale te e te attraverso conversazioni,

72
S.Kierkaard, Aut-Aut, i Saper Scegliere
73
Pensiamo al gran numero di suicidi, avvenuti a causa della crisi economica.
74
Tra i metodi della filosofia ricordiamo: Argomentazione, Dialettica, Dubbio, Ermeneutica, Gnoseologia, Intuizione
intellettuale (Meditazione), Ironia, Logica e Dialogo Socratico (Maieutica).
75
Nel caso in cui il vuoto esistenziale non sia presente si pot e e pa la e di uoto espe e ziale. L’espe ie za del
mondo risulta non essere pienamente significativa a causa della propria Visione del Mondo.
76
Vedi prima parte della trattazione.
77
Bruzzone, Autotrascendenza e formazione, Milano, Vita e pensiero, 2001.
19

spiegazioni, obiezioni, confutazioni e discussioni teoriche.78 Il prototipo della relazione logoterapica è,


infatti, secondo Frankl:

il grande modello storico di una discussione ragionata, la conversazione classica da uomo a uomo: il dialogo
socratico .

In tal modo la logoterapia si qualifica originariamente come non soltanto di carattere


ricostruttivo79, a a he edu ati o, he pe la sua pe ulia e fu zio e aieuti a i se so so ati o
veniva considerata da Frankl una sorta di ostet i ia spi ituale . Pu tutta ia o si t atta a, o e
abbiamo già visto nella prima parte di questa trattazione, di far riemergere alla coscienza una
conoscenza pregressa né di riappropriarsi, attraverso delle tecniche freudiane di regressione, di un
passato scomodo magari rimosso, bensì di trovare una porta o meglio un ponte verso il futuro pieno di
significato ed una prospettiva di senso e di valori da realizzare. La logoterapia, quindi, come cura
dell’esiste za, o siste p i a ia e te ell’i p i e e all’espe ie za issuta della pe so a u o di e,
una consapevolezza e una congruenza80 del proprio sistema V.S.S.81, secondo i canoni filosofici
personali (logici, ontologici ed etici), al fine di aiutare il consultante a scoprire la propria prospettiva di
significato ed il proprio appagamento esistenziale. Ora, questa pratica del pensare, che è una pratica
filosofica personale, è il tentativo generale proprio della filosofia antica: di dare forma alla propria
esistenza a partire da se stessi82. E’ i ulti a a alisi, la essa i dis ussio e della p op ia isio e del
o do i olta a e a e il se so i sito i og i situazio e e ad assu e e de isio i espo sa ili i
ordine al proprio divenire. Sullo stesso ordine di idee della logoterapia, come pratica filosofica diretta
rivolta al cambiamento della visione del mondo, troviamo anche la Lucas quando nel suo libro Dare un
senso alla Vita affermava che il sistema Valori, Significati, Scopi è in definitiva un modello ermeneutico
dove si incontra il Mondo e se stessi83.

2.3 Il Metodo logoterapico: lo schema di stimolazione delle Risorse Noetiche

Entrando ancora più approfonditamente nel metodo, per Frank innanzitutto, occorre agire
sulla dimensione noetica e per far questo, come abbiamo visto precedentemente, l’a golazio e da ui
pa ti e u a o etta isio e dell’uo o84. Pe oglie e l’uo o ella sua u i ità, el appo to di

78
Si tratta, in un certo senso, di un primo metodo teraupeutico di tipo cognitivo, corredato da un apparato tecnico
proprio (dereflessione, intenzione paradossa) e incentrato sulle strategie individuali di strutturazione e costruzione
dell’espe ie za e sui dinamismi intenzionali di ricerca e costruzione di signifcato, da cui in ultima analisi dipendono i
processi di formazione e trasformazione della personalità e del comportamento.
79
Se la ricostruzione avvenisse secondo un modello standard, secondo cioè un’ o tologia dettagliata e te defi ita a
priori, si lederebbe il principio di Unicità della persona che nel caso contrario viene preservato.
80
Tra gli strumenti più attuali ed evoluti di pratica filosofica Maieutica abbiamo la Logoanalisi (Coscienziale, Analitico-
Esistenziale e Subliminale) di F.Brancaleone.
81
Con il termine si intente il Sistema di Valori, Significati e Scopi che orienta la vita, in senso analogo si potrebbe
utilizzare il termine di Mappa del Mondo , ad esempio, da Bandler e Grindler.
82
Pie e Hadot ha di ost ato he ell’a ti hità la filosofia e a u odus i e di e u odus ope a di. No
’e a disti zio e t a filosofia e p ati a filosofi a e la pe so a e a a o la p ati a filosofi a di t asfo a e la sua
visione del mondo affinch uesta di e tasse più appaga te ispetto all’esse e, si t atta a di u ’ ope a di
ricondizionamento personale.
83
Elisabeth Lucas, op. cit.
84
Ontologia tridimensionale.
20

relazione consulente-consultante, utilizzando il dialogo socratico è necessario e conveniente85 che si


veda a lui come ad una unità psico-fisico-noetica. L’uo o in quanto DA-SEIN, direbbe Heidegger86, ha
le sue peculiarità, ed in fatto di perdere di vista la dimensione NOETICA può indurre ad errori 87. Ed è
necessario, per ridestare il lui la Volontà di significato e la conseguente noodinamica motivazionale88,
fa le a p op io su uest’ulti a di e sione e sulle sue risorse (Autocoscienza, Autodistanziamento e
Autotrascendenza) che potrebbero risultare poco attivate, male attivate o totalmente inattivate. Per
poter stimolare le potenzialità insite nella persona (che ripetiamo potrebbero essere inespresse o
esp esse pa zial e te he so o p opedeuti he all’agi e, e essa io se o do F a kl sti ola e il
Logos; Logoterapia , i fatti, sig ifi a te apia i e t ata sul logos, sulla o etta att i uzione di
significato. Seguendo e modificando parzialmente lo schema di trattamento proposto dalla Lucas, utile
a far sì che il consultante prenda coscienza graduatamente della propria significatività esistenziale e
del proprio senso della vita, è possibile suddi ide e l’i o t o o sule ziale, o side ato o e
processo ermeneutico89-socratico, in alcune fasi90:

1. Re de e autocosciente il o sulta te.


2. Ris eglia e ed i e ti a e l’autodista zia e to .
3. Modula e l’atteggia e to.
4. Raffo za e l’e uili io.
5. Ricalibrare od allargare eventualmente le possibilità di senso della vita.

E’ e ide te o e il siste a V.“.“. sia e t ale el la o o di o sule za e come attraverso


l’e e sio e , l’a alisi di questo sistema è possibile scoprire le ragioni delle difficoltà delle singole
pe so e ed i oti i dell’agi e, a olt e odo e ide te he sa à e essa ia u a ricalibrazione del
sistema laddove i problemi che attanagliano il singolo, appaiono vissuti angosciamente a causa
dell’i o g ue za totale t a il siste a stesso e la propria visione del mondo. Di fatto il processo
mediante il quale il consultante viene posto di fronte allo specchio dei propri valori e dei propri
significati, è un processo nel quale il soggetto, reso consapevole della propria Mappa91 (attraverso una
opportuna comunicazione non invasiva, ma meiutica) chiarifica, riattualizza e rigenera quella risorsa
noetica definita da Frankl o e Autocoscienza . Ciò he p i a o e a suffi ie te e te
coscientizzato, insieme a ciò che lo era, contribuisce a ricostruire e iu ifi a e l’ide tità del soggetto
he i izial e te pote a esse e a he di isa o la e ata. Co l’auto os ie za la pe so a di ie e
o sape ole dei p op i fo da e ti logi i, o tologi i ed eti i. L’auto os ie za e l’auto o p e sio e,
come anche scriveva Romano Guardini92, implicano che lo sguardo del soggetto si impegni a
considerare sia ciò che gli si rivolge immediatamente allo sguardo, sia che si impegni ad essere rivolto a

85
In questa dimensione, che corrisponde alla dimensione IO-TU di Martin Buber, è necessario che ci sia primariamente
un incontro tra persone, alla pari. Sono le dimensione noetiche di entrambi che si incontrano.
86
M. Heidegger, Essere e Tempo,
87
F. Brancaleone, Lezioni Master in Consulenza Filosofica, Univ. Regina Apostolorum, 2012
88
Vedi oltre
89
Così viene citato da Elisabeth Lucas. Nel nostro caso lo strumento più idoneo è la Logoanalisi generativo-
trasformazionale.
90
Per grandi linee, escluso in primo incontro in quanto conoscitivo, ad ogni incontro di Consulenza filosofica
potrebbe corrispondere ad una fase.
91
Abbiamo detto che Mappa e Sistema V.S.S. sono sinonimi.
92
Romano Guradini, L’Opposizio e Pola e, Morcellania, Brescia, 1997.
21

o te uti e ad a iti spe ifi i he o si p esta o i ediata e te alla os ie za, ma che sono in
u a e ta zo a di p ofo dità he i a e as osta; si il e te se o do B uzzo e, F a kl:

sape a he la o po e te azio ale…pote a ostitui e u a o d’a esso a uel o do i te io e alt i e ti


93
i a essi ile i a ie a di etta .

ma non solo io di ei, i fatti, se o do la filosofia F a klia a la di e sio e i telluale dell’uo o


non può identificarsi esclusivamente sulla dimensione razionale ma anche su quella sentimentale-
affettiva propria del processo intuitivo:

Ma riguardo alle nostre credenze dobbiamo a volte fidarci e credere ad altre persone più grandi di noi e
abbracciare le loro vedute. Nella sua i e a di sig ifi ato ulti o dell’esse e, l’uo o fo da e tal e te dipe de te
da risorse emozionali, più che semplicemente intellettuali, per quel che ne sappiamo; in termini diversi, egli deve
94
ede e i u sig ifi ato ulti o dell’esse e .

A ia o detto he l’uo o ope a ella di e sio e oeti a og i olta he iflette su se stesso


quindi in termini razionali-cognitivi, ed ogni volta che o sape ole del p op io se ti e , i te i i
intuitivi-affetti i, a l’uo o può a he all’o o e za igetta e se stesso, fa e di se stesso u
oggetto o ea e o iezio i a se stesso. L’esse e o s io, l’a e e auto os ie za, il p esupposto
dell’esclusiva capacità umana di innalzarsi sopra a se stessi, di giudicare e di valutare i propri atti in
te i i sia o ali he eti i. “e, i fatti, o l’auto os ie za l’uo o di e ta più o sape ole dei sui
principi e della propria identità, riuscendo cioè a riconoscersi come essere noetico, con
l’autodista zia e to”95 l’uo o a uista u ’alt a iso sa oeti a e essa ia a le i e le p op ie
situazioni di sofferenza. L’uo o, infatti, è un essere che secondo Frankl ha a he u ’alt a a atte isti a
peculiare: è capace potenzialmente di prendere le distanze non solo da una situazione particolare, ma
anche da se stesso. Di percepirsi io o e dall’este o, come se fosse un altro. Egli è capace infatti di
guardarsi da un'altra angolazione e di scegliere il suo atteggiamento nei confronti di se stesso,
scegliendo di giudicarsi più o meno positivamente a seconda delle prospettive. E’ possi ile, per
l’esse e, distanziarsi da se stesso, ed a livello immaginativo grazie alla fantasia ed alla coscienza
creativa di percepirsi come se fosse un altro. Non solo è possibile valutarsi in prima persona, e questo
a ie e psi hi a e te ed auto ati a e te t a ite l’autosti a l’auto alutazio e i ediata delle
proprie esperienze nella realtà), ma anche valutarsi come se fossi un tu, magari un tu più benevolo ed
amoroso rispetto ad un proprio io più razionale96 e questo può avvenire, durante un incontro
o sule ziale, att a e so u dialogo i te o, all’i te o dell’io. Si capisce che questa capacità
dell’uo o di odella e se stesso, di odella e l’atteggia e to verso il proprio carattere, sia
importantissima, soprattutto nelle situazioni di sofferenza. Risvegliare la capacità di
autodistanziamento costituis e u o e to i po ta te dell’applicazione del metodo logoterapico.
Senza di esso non possiamo cambiare in un individuo la os ie za di s : se il consultante si ritiene
identico alla situazione di sofferenza in cui si trova, se ha una valutazione negativa o troppo rigida di se

93
Bruzzone, op. cit. p.197.
94
V.E. Frankl, “e so e valo i pe l’esiste za, op. cit., pag.104
95
Non esiste una vera e propria linea di demarcazione tra autocoscienza ed autodistanziamento. Sono stati noetici che
si f appo go o l’u l’alt o.
96
Es.: il aso di u o stude te he soste e a di do e pe fo za studia e l’i do a i atti a pe l’esa e he a e e
sostenuto la settimana dopo. Sollecitato ad eseguire un dialogo interno nel quale si valutava meno razionalmente e
più affettivamente di quanto faceva prima, successivamente preso coscienza del suo essere e distanziandosi dalla
situazione ha dichiarato che in caso di bisogno di qualcuno avrebbe potuto non studiare domani.
22

stesso, difficilmente potrà attingere a quelle risorse necessarie per affrontare il caso. Senza il
dista zia e to da se’, il paziente è ancorato alla sua situazione. La sua coscienza di sé deve cambiare
perché sia in grado di dare un’interpretazione più positiva alla vita. Così affermava la Lucas:

Lo spirito di contraddizione da solo produce il distanziamento da sé perché lo spirito umano è in grado di


97
sfidare le circostanze...o di piegarsi ad esse .

Solo dopo aver messo in discussione alcuni presupposti logici, il consultante può diventare
libero di assu e e u atteggiamento nuovo e più sano dal pu to di ista dell’igie e e tale.
Normalmente a detta della Lucas questa fase, che molte volte è legata alla precedente, richiede però
u g a de i peg o di argomentazioni, esemplificazioni ed opposizioni . I fatti l’atteggia e to
emotivo legato alla situazione specifica può rendere il compito difficile. Il consultante, invece, grazie
alla fiducia verso il consulente98, e responsabilizzato del compito che deve porre in atto, potrà
conseguire un atteggiamento più aperto e positivo nei confronti di se stesso e della vita. Tra gli
st u e ti filosofi i a disposizio e del o sule te possia o a e e l’i o ia so ati a, oppu e
l’opposizio e pola e di Gua di i99. Entrambe hanno il pregio di rendere visibile quei lati nascosti della
situazione che possono, per quanto riguarda la prima (la logoterapia in senso stretto ad esempio
utilizza la te i a dell’i te zio e pa adossa , esage a do la egati ità, p o o a e u
autodistanziamento e una ridefinizione di realtà; per quanto riguarda la seconda, Romano Guardini
invita a valutare la realtà delle cose in maniera più complessa, dato che è impossibile pensare una vita
issuta e ealizzata se o do u ’u i a o figu azio e di se so. Pe sa e la vita e le situazioni, invece,
come realtà oppositiva, fa sì che la persona possa sempre trovare una ricchezza di forme e di spazi in
cui poter avanzare senza perdersi. La fase successiva del trattamento, una volta cioè che il consultante
ha chiarificato il suo sistema V.S.S. e ha acquisito un atteggiamento più aperto e più positivo nei
o f o ti di se stesso, il affo za e to dell’e uili io”: cioè degli aspetti positivi100 rispetto a quelli
negativi (nei confronti di se stesso e della vita in genere). Come si vede, i singoli passi del trattamento
conducono la persona sempre più lontano dal proprio io incentivando, di conseguenza,
l’i po ta tissi a apa ità di autot as e de za.

2.3.1 Il Metodo logoterapico: la Noodi a i a e l’autot as e de za

A ia o già isto, a lo ipetia o, he il te i e Noeti a ie e da Noos che significa


intelletto, ragione, capacità razionale, ma ha un significato che sa di filosofia antica 101, indicando tra
l’alt o a he quella che viene denominata capacità intenzionale (di tendere verso), e quindi la
caratteristica capacità umana della autotrascendenza, che viene anche chiamata progettualità, ma che
si rivela storicamente nella sua origine come ope a di sapie za :

97
Ibidem
98
Ricordiamo più che di fiducia, è da considerarsi un rapporto IO-TU.
99
Romano Guardini; Opposizione Polare,
100
Ciò potrebbe avvenire ad esempio invitando il Consultante a redigere un diario di Bordo degli aspetti positivi, che
e à dis usso du a te l’i o t o.
101
Pe “a To aso d’A ui o la agio e, l’i telletto so o i tù i telletti e osse dalla olo tà.
23

E’ p op io del sapie te o di a e. O a, la egola o o a di ua to si o di a ad u fi e deve desu e si dal


fine stesso: perché ogni cosa è disposta nel migliore dei modi, quando è ben ordinata al proprio fine essendo il fine il
bene di og i osa.
102

Ed ancora:
103
Perché una volta che si toglie il fine resta la vanità che la sapienza non tollera accanto a sé ed allora
104
Tutto è vanità e agire senza senso e pe ulti o Il sapiente ha occhi in testa e lo stolto cammina nelle
105
tenebre .

Ri o dia o he pe F a kl l’uo o può anche muoversi, agire e vivere sul piano meramente
psico-fisico sotto gli impulsi e le determinazioni sociali, ma manifesta la sua peculiarità solamente
allorchè riesce a sollevarsi fino alla dimensione noetica al fine di ordinare la propria esistenza ad uno
“ opo ite uto alido. Lo “ opo, ui di, o e iso sa oeti a pe o figua e ed e e gizza e l’i te a
esiste za. Vedia o a tal p oposito il segue te passo t atto dal li o Alla ricerca di un significato della
vita e commentando cosa diceva riguardo alla dinamica dei valori, chiamata noodinamica (in
contrapposizione con la dinamica delle pulsioni della psicoanalisi) cercheremo di capire come questa
può essere utile a livello motivativo (Volontà di Significato) al fine di superare autonomamente le
situazioni di difficoltà:

Esiste evidentemente una dinamica, non solo nella sfera psichica, ma anche nella sfera noetica; solamente
ella isu a i ui l’uo o sotto il movente dei valori…egli o esattamente spinto da essi, ma piuttosto attratto da
essi. Cerchiamo di precisare questa opposizione: con l’analisi esistenziale la volontà si colloca dinanzi ad un dovere di
cui ha preso coscienza; per la psicoanalisi è una costrizione inconscia, che viene esercitata nel sottofondo della volontà
os ie te. Pe l’a alisi esiste ziale l’uo o si ollo a di a zi ai valo i, pe la psi oa alsi esso spi to, alle spalle dalle
pulsio i, dall’E“ .Per la psicoanalsi ogni energia si riduce a quella delle pulsioni, essa è potenza istintiva, per essa ogni
vis e vis a tergo .

Le passioni o usando una terminologia freudiana le pulsioni, sono quella parte degli atti umani
o spe ifi ata e te dell’uo o, a he l’uo o ha i o u e o alt i esse i i e ti: gli a i ali. Esse
sono il radicarsi dell’agi e u a o el o po, p i a di u ’azio e ’ u a pulsio e, he el o po, ella
sensibilità. Attraverso il corpo, attraverso il Da-Sein, siamo aperti alla realtà e questa realtà ci tocca, ci
trasforma e ci spinge ad agire. Secondo “a To aso d’Aquino, le passioni hanno un duplice effetto
sull’uo o: Affe tus , he sig ifi a esse e to ato, i uesto aso l’uo o i u e to se so su is e u
ual osa dall’este o; Ad Pete e he sig ifi a te de e e so, iò he to a i può fa uovere verso il
Bene. Rileggendo il passo precedente di Frankl, anche alla luce di quanto diceva San Tommaso, si
potrebbe pertanto sostenere che la dinamica delle pulsioni che sentiamo è solo una parte di quella
dinamica energizzante che ci costituisce. Accanto a ciò che in un certo senso ci determina, legata in un
e to se so alla Volo tà di Pote za e he fa dell’uo o u esse e dete i ato, a ia o u ’alt a
dimensione, che in parte è della solita natura106 della prima ed in parte se ne distingue: sono le
passioni positive che ci spingono a tendere verso u ual osa he dia u se so all’esiste za Volo tà di
Significato) che inizialmente ci manca, di cui però ne sentiamo la necessità. Se ci fissiamo solamente

102
San To aso d’A ui o , Summa contro Gentili,
103
Ibidem
104
Qohelet
105
Ibidem 2.14
106
Ricordiamo che di per se stesse, secondo San Tommaso, le passioni non sono negative come sostenevano gli stoici.
24

sul primo aspetto, come detto da Frankl riguardo alla psicoanalsi e come già specificato nella prima
parte della trattazione, perdiamo una parte importante della natura umana. Sia per San Tommaso che
pe F a kl l’uo o de e sape e as olta e la azio alità i t i se a delle passioni e non può pretendere
di dominarle dispoticamente; solta to le passioni disordinate , a he dal pu to di ista dell’igie e
mentale, so o i o pati ili o lo stato i tuoso 107, che è lo stato necessario affinchè il soggetto
faccia delle scelte eccellenti (atti eccellenti) e ne ricavi una personale riunificazione (corpo e spirito).
Ritornando sul processo di trattamemento, una volta che il consultante ha preso coscienza della
propria situazione, dei propri valori e dei propri significati esistenziali, una volta opportunamente
distanziato dalla situazio e pa ti ola e he ge e a a la soffe e za possi ile aluta e le o g ue ze
tra i Valori, i significati ed il Senso della Vita. Nel caso di incongruenza sarà necessario, attraverso
l’esse ziale iso sa oeti a dell’uo o hia ata da F a kl autotrascendenza , alla ga e o eglio
ei di izza e le possi ilità di se so della ita. L’uo o o solta to, ipetia olo, iò he , a
esse do u esse e he se p e de ide, esse zial e te u esse e he de ide iò he . Att a e so il
processo di riapprendimento e di rieducazione proprio della logoterapia, alla luce della nuova
coscienza libera e responsabile di sé, il consultante sarà in grado di individuare autonomamente quei
o piti u i i a ui hia ato dalla ita, o ie ta do osì uasi auto ati a e te le proprie energie e
potenzialità al fine stesso.

Te i e ei ita do ueste pa ole di F a kl e di Kie kegaa t:

Chi si giudica ha percepito un valore, entra a far parte del mondo dei valori: nel momento stesso che riesce a
configurare il suo io o eto o il suo io ideale , ha già u valo e he lo salva, he gli o se te di po si al di sop a
di se stesso e di entrare come cittadino nel mondo dello spirito e di ciò che è attribuito di questo mondo, (il valore
108
appu to) .

"L'energia con la quale divento cosciente di me eticamente è quella che importa; o meglio non posso diventare
eticamente cosciente di me senza energia....solo quando si vive eticamente, la propria vita acquista bellezza, verità,
significato e sicurezza"109

107
Abbiamo già citato le Virtù Etiche.
108
Logoterapia e analisi esistenziale pag 95.
109
S.K. in Aut-Aut.
25

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