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ISBN 978-88-6995-110-7
Realizzazione editoriale
Via A. Gherardesca
56121 Ospedaletto (Pisa)
Responsabile di Redazione
Gloria Giacomelli
Fotolito e Stampa
Industrie Grafiche Pacini
Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso
previsto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dall’accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA,
CLAAI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI il 18 dicembre 2000. Le riproduzioni per uso differente da quello personale sopracitato potranno avvenire solo
a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dagli aventi diritto.
Indice del tomo III
Analisi del discorso giuridico e coscienza storica nel pensiero di Riccardo Orestano
Massimo Nardozza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1855
Sulla soddisfazione del legittimario con beni estranei alla massa ereditaria
Massimo Proto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2087
La sentenza con motivazione per relationem e con motivazione c.d. collage tra
principio di ragionevole durata e diritto di difesa
Carlo Rasia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2139
Infirmitas del giudicato domestico per violazione della disciplina dei diritti
umani: chiose prospettiche sulla rimessione alla Corte costituzionale dell’art.
395 n. 5 c.p.c.
Stefano Recchioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2157
Il “travisamento” del fatto e della prova nella l. n. 18 del 2015 (ovvero quando
finiranno i conditores legum di proporci riforme incomprensibili?)
Gian Franco Ricci. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2195
La sospensione del processo civile per pregiudizialità: gli artt. 295 e 337, 2°
comma, c.p.c.
di Giuseppe Trisorio Liuzzi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2503
Luci ed ombre della vendita forzata immobiliare dopo le recenti riforme della
vendita con incanto
Cristina Vanz. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2573
L’esecuzione forzata senza revocatoria di cui all’art. 2929 bis c.c. introdotto con
il D.L. 27 giugno 2015, n. 83, convertito con modificazioni dalla L. 6 agosto
2015, n. 132
Vittorio Violante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2599
I rimedi contro l’ingiustizia della sentenza nel diritto romano. Contributo allo
studio sulle origini dell’appello
Salvatore Ziino. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2655
di Massimo Nardozza
1. Una disamina del tema «Riccardo Orestano e l’analisi del discorso giuri-
dico» che avesse la pretesa di essere esauriente dovrebbe comporsi nell’indagine
articolata di circa un sessantennio di storia del pensiero giuridico italiano, guar-
dato per il tramite di un singolare spaccato sempre rilevante e spesso centrale.
Occorrerebbe inoltre una preventiva determinazione di ciò che significa l’espres-
sione «analisi del discorso giuridico». Problemi l’uno e l’altro non risolvibili in
questa sede ove si può solo tentare un primitivo riferimento ad alcuni momenti
della fortuna di Orestano negli studi romanistici italiani, indagata in aree culturali
significative, per l’una e per l’altra ragione, nel processo di rinnovamento degli
studi giuridici del Novecento.
Credo, dunque, che sia meglio partire da una generale ipotesi di lettura del
rapporto discorso giuridico/coscienza storica in Orestano, tenendo conto delle
oggettive stratificazioni argomentative accumulatesi nel passaggio dagli scritti
giovanili a quelli della maturità. In questo ambito il discorso giuridico è da inten-
dersi come entità concettuale e, al contempo, come luogo empirico.
Al di là di ogni facile ricerca di precorrimenti (dei quali tanto ha sofferto
proprio la romanistica nelle sue diverse vicende) che sempre può annidarsi in un
discorso che voglia mettere in tensione critica la tradizione della scienza roma-
nistica con i bisogni di comprensione della contemporaneità, delle sue tendenze
e delle sue articolate coordinate, una riflessione sul discorso giuridico, sulle sue
pratiche, così come fu elaborata da Orestano, può forse contribuire alla chiari-
ficazione di una esigenza che sempre più appare fondata e ineludibile: l’inedita
complessità della natura individuale del giurista, ormai del tutto irriducibile ad
ogni semplificazione di tipo deterministico.
Cosicché, il ricorso al pensiero orestaniano – tra i più influenti nel pa-
norama degli studi giuridici del Novecento, quali che siano le pur legittime e
ancora aperte discussioni sul controverso rapporto tra lo studioso palermitano e
la scienza romanistica – di fondazione consapevole di un sapere della storia del
diritto che non si limiti alla mera ricostruzione genealogica, ma individui le for-
me permanenti di appropriazione dell’esperienza del giurista nelle sue movenze
1856 Scritti in onore di Nicola Picardi
R. Orestano, Introduzione allo studio storico del diritto romano, Torino, 1953.
1
A na l i s i d e l d isco rso g iu rid ico e co scien z a st orica nel pensiero di R iccardo O restano 1857
ci in una realtà in crisi2, e quindi, sotto un certo profilo, appaiono come dotati di
una carica storiografica più diretta ed energica, e nello stesso tempo di un’inten-
zionalità teorica più forte dei suoi lavori precedenti. Tuttavia non si tratta di due
momenti sconnessi; non solo in entrambi l’orizzonte teorico è fondamentalmente
il medesimo – una valutazione individuale della realtà giurisprudenziale romana
nei suoi aspetti più vitali e dialettici, una attenzione rispettosa ma non per questo
neutra per i problemi più vari della cultura giuridica, una viva sensibilità storica
–, ma esistono nessi speculativi e pratici che collegano i due periodi. Anzitutto
le esigenze dell’insegnamento universitario, iniziato nel 1935, che ha costituito
per Orestano la principale esperienza professionale e, a pari titolo, l’opera di
rinnovamento culturale che egli iniziò in quell’epoca e venne progressivamente
intensificando3.
Già nel primo periodo (1935 – 1953) non solo sono presenti quasi tutti i
motivi della concezione storiografica di Orestano, ma tali motivi possono venir
meglio apprezzati se riferiti alla complessiva situazione romanistica italiana del
tempo. In un clima di studi, di dibattiti, di iniziative formative in cui gli scarti
dalla visione attualistica erano rari e poco originali, dove la reazione alla cultura
ufficiale si realizzava quasi esclusivamente attraverso l’iniziativa personale, non
di scuola, e si esprimeva più in tono polemico che per la capacità speculativa, la
lezione di Orestano si presentava come dotata di una duttilità dialettica che non
cade mai negli apriorismi e nelle astrattezze che contrassegnano il discorso ro-
manistico anche dei migliori fra i neo-pandettisti del tempo, rispettosa, grazie a
una intensa sensibilità storico-giuridica, degli aspetti fattuali (metodi, istruzioni,
giuristi, tecniche) che, presenti nella realtà giuridica romana, erano program-
maticamente negletti dalle teorie e dalla storiografia dell’epoca. Proprio perché
l’incertezza culturale e ideologica di una presunta ‘crisi del diritto romano’ e la
reazione a posizioni politiche umanamente e filosoficamente non sostenibili si
esprimeva – a parte le proposte migliori e più meditate, quali quella di Pietro de
2
O. Carrelli, A proposito di crisi del diritto romano, in SDHI, 9 (1943), 1 ss.; R. Orestano, Diritto ro-
mano, tradizione romanistica e studio storico del diritto, in RISG, 4 (1950), 156 ss.; B. Biondi, Crisi
e sorti dello studio del diritto romano, in Conferenze romanistiche Univ. Trieste, 1 (1950), 11 ss.;
A. Biscardi, Il diritto romano e l’ora presente, in Jus, 2 (1951), 287 ss.; G. Branca, Considerazioni
sulla dogmatica romanistica in rapporto con la dogmatica moderna, in RISG, 4 (1950), 131 ss.; A.
d’Ors, La crisi attuale del diritto nell’impostazione romanistica, in Jus, 2 (1951), 341 ss.
3
La formazione intellettuale di Riccardo Orestano porta il segno delle frequentazioni e delle letture
maturate durante il suo soggiorno a Camerino e Cagliari negli anni Trenta, oltre che degli insegna-
menti ricevuti da suo padre, Francesco (filosofo antigentiliano e uno dei principali esponenti del
realismo filosofico italiano degli anni Trenta), da Salvatore Riccobono – con il quale Orestano si
laurea nel 1932 presso la Sapienza di Roma – e da Giuseppe Capograssi, attraverso il quale scopre
progressivamente il pensiero dello storicismo, riconosce la molteplicità delle culture, ne accetta il
relativismo intrinseco.
1858 Scritti in onore di Nicola Picardi
4
P. de Francisci, I presupposti teoretici e il metodo della storia giuridica, in Rivista italiana di socio-
logia, 20 (1916), 46 ss.; Id., La scienza del diritto comparato secondo recenti dottrine, in RIFD, 1
(1921), 233 ss.; Id., Dogmatica e storia nell’evoluzione giuridica, in RIFD, 3 (1923), 388 ss.
5
E. Betti, Diritto romano e dogmatica odierna, in Archivio giuridico ‘Filippo Serafini’, 99 (1928),
729 ss., 100 (1928) 27 ss.; Id., Methode und Wert des heutigen Studiums des römischen Rechts, in Ti-
jdschr. voor Rechtsgesch., 15 (1937), 137 ss.; Id., Le categorie civilistiche dell’interpretazione,
in RISG, 2 (1948), 34 ss.; Id., Interpretazione della legge e degli atti giuridici, Milano, 1949; Id.,
Forma e sostanza dell’interpretatio prudentium, in Atti Congr. Verona, 2 (1951), 103 ss.; Id., Ju-
risprudenz und Rechtsgeschichte vor dem Problem der Auslegung, in L’Europa e il diritto romano,
(1954), 2, 441 ss.; Id., Zur Grundlegung einer allgemeinen Auslegungslehre: ein hermeneutisches
Manifest, in Festschr. Rabel, 1954, 2, 79 ss.; Id., Teoria generale della interpretazione, Milano,
1955, spec. § 36.
6
Sulle vicende di quel dibattito v. M. Talamanca, Diritto romano, in Cinquanta anni di esperienza
giuridica in Italia (Messina-Taormina, 3-8 novembre 1981), Milano, 1982, 707 ss.; M. Bretone,
Diritto e tempo nella tradizione europea, Roma-Bari, 19994, p. 183.
7
Si veda la prefazione di Orestano scritta in occasione della sua traduzione dal tedesco dell’opera di
L. Wenger, Istituzioni di procedura civile romana, Milano, 1938.
8
R. Orestano, I fatti di normazione nell’esperienza romana arcaica, Torino, 1967 (il volume è una
versione integrata e ampliata del precedente I fatti di produzione normativa nell’esperienza giuridi-
A na l i s i d e l d isco rso g iu rid ico e co scien z a st orica nel pensiero di R iccardo O restano 1859
Orestano, Edificazione e conoscenza del ‘giuridico’ in Savigny. Tre motivi di riflessione, in Quaderni
fiorentini, 9 (1980), 21 ss. (= Edificazione del giuridico, Bologna, 1989, 179 ss.); Id., Savigny ‘pub-
blicista’, in Riv. trim. dir. pubb., 32 (1982), 21 ss.
11
Sul nesso Capograssi-Orestano v. M. Nardozza, Tradizione romanistica e ‘dommatica’ moderna.
Percorsi della romano-civilistica italiana nel primo Novecento, Torino, 2007, 112 ss. e 120 ss. Per
ulteriori rilievi cfr. P. Grossi, Testimonianza per un maestro: Riccardo Orestano, in Quaderni fio-
rentini, 39 (2010), 919 ss.; Id., Storia di esperienze giuridiche e tradizione romanistica (a proposito
della rinnovata e definitiva “Introduzione allo studio del diritto romano” di R. Orestano, in Quader-
ni fiorentini, 17 (1988), 533 ss. (= Nobiltà del diritto, Milano, 2008, 81 ss.).
12
R. Orestano, La cartografia dell’esperienza giuridica di Capograssi, in Due convegni su Capograssi
(Roma-Sulmona 1986), a cura di F. Mercadante, Milano, 1990, p. 673; Id., Della “esperienza giu-
ridica” vista da un giurista, in Riv. trim. dir. proc. civ., 34 (1980), 1174 ss. (=‘Diritto’. Incontri e
scontri, Bologna, 1981, 487 ss.).
A na l i s i d e l d isco rso g iu rid ico e co scien z a st orica nel pensiero di R iccardo O restano 1861
13
L. Wenger, Um die Zukunft des römischen Rechts, in Festschr. Schulz, 1951, 2, 364 ss.; K.S.
Bader, Aufgaben und Methoden des Rechtshistorikers, in Recht und Staat, 162 (1951); B. Biondi, La
terminologia romana come prima dogmatica giuridica, in Studi Arangio Ruiz, 2 (1953), 73 ss.; C.
Gioffredi, Dommatica e sistematica nello studio del diritto romano, in SDHI, 18 (1952), 248 ss.; W.
Kunkel, Paul Koschaker und die europäische Bedeutung des römischen Rechts, in L’Europa e il dir.
rom. (1954), 1., III ss.; F. Wieacker, Ueber Aktualisierung der Ausbildung im römischen Recht, ivi, 1,
513 ss.; A. Burdese, Considerazioni preliminari in merito allo studio del diritto romano, in Studi De
Francisci, (1955), 4, 359 ss., spec. 368 ss.
1862 Scritti in onore di Nicola Picardi
14
L. Raggi, Il metodo della giurisprudenza romana (appunti delle lezioni di Storia del diritto romano
tenute nell’a.a. 1967-68), in Scritti, Milano, 1975, 165 ss. (= ripubblicato con prefazione di M.
Campolunghi e S.-A. Fusco, Torino, 2007); Id., Materialismo storico e studio del diritto romano,
in RISG, 1955-56, 557 ss. (= Scritti, cit., 1 ss.); Id., Appunti sul pensiero giuridico di Karl Marx, in
Studi politici, 5 (1958), 290 ss. (= Scritti, cit., 57 ss.).
A na l i s i d e l d isco rso g iu rid ico e co scien z a st orica nel pensiero di R iccardo O restano 1863
4. Per Orestano la storia del pensiero giuridico romano non è soltanto ana-
lisi di dottrine dei giuristi, la cui storicità deriva dalla loro semplice appartenenza
a una dimensione specifica del passato, da ricostruire con appropriati criteri sto-
riografici, ma è anche comprensione del significato che all’interno delle diverse
configurazioni del pensiero giuridico dei romani ha la storicità come potenzialità
critica, tensione ideale, aspirazione creativa. Esiste quindi una storicità delle idee
giuridiche e un’altra forma di storicità immanente alle relazioni tra realtà e storia
delle idee giuridiche.
Emerge come il processo giurisprudenziale sia sintesi e momento dell’ob-
biettività culturale e di quello dell’individualità dell’apporto del giurista, nel
senso che l’elaborazione giurisprudenziale sorge appunto nella sua peculiarità
quando rompe la sintesi culturale di cui essa era funzione e tale emergenza è
promossa e in buona parte realizzata per opera di singole personalità di giuristi
che in tale contesto giurisprudenziale vivono intensamente e cercano di superare
la crisi culturale del loro mondo. L’elaborazione giurisprudenziale è colta – direi
soprattutto – nei suoi momenti individuali di non ossequio alla tradizione e di in-
tervento rivoluzionario nei suoi confronti: e di tale intervento Orestano esamina
soprattutto le forme nuove o quelle antiche ma con significato diverso da quello
originario. Uno dei parametri più interessanti delle sue analisi storiografiche –
rilevabile anche negli scritti che non hanno un diretto intento didattico – è infatti
1864 Scritti in onore di Nicola Picardi
15
S. Riccobono, Fasi e fattori dell’evoluzione del diritto romano, in Mélanges de droit romain dédiés
a G. Cornil, Gand-Paris, 1926, 237 ss.; su Riccobono v. R. Orestano, L’animus di Salvatore Ric-
cobono, in IURA, 29 (1978), 1 ss. (= ‘Diritto’. Incontri e scontri, cit., 713 ss.); per il legame di
Orestano con Riccobono, cfr. M. Brutti, Storiografia e critica del sistema pandettistico, in Quaderni
fiorentini, 8 (1979), 336 ss.
16
R. Orestano, “Ius singulare” e “privilegium” in diritto romano, in Annali Univ. Macerata, 11
(1937), 5 ss.
17
R. Orestano, Dal “ius” al “fas”. Rapporto fra diritto divino e umano in Roma dall’età primitiva
all’età classica, in BIDR, 46 (1939), 194 ss.; Id., Elemento divino ed elemento umano nel diritto di
Roma, in RIFD, 21 (1941), 1 ss.; Id., I fatti di normazione nella esperienza romano arcaica, cit.
18
R. Orestano, Il potere normativo degli imperatori e le costituzioni imperiali, I, Roma, 1937 (ris-
tampa anastatica, Torino, 1962); Id., Gli editti imperiali. Contributo alla teoria della loro validità ed
efficacia nel diritto romano classico, in BIDR, 44 (1937), 219 ss.
19
R. Orestano, La struttura giuridica del matrimonio romano, I, Milano, 1951.
A na l i s i d e l d isco rso g iu rid ico e co scien z a st orica nel pensiero di R iccardo O restano 1865
20
R. Orestano, Diritto romano, tradizione romanistica e studio storico del diritto, in RISG, 87 (1950),
156 ss.; Id., Ventotto pagine necessarie, premesse al libro La struttura giuridica del matrimonio
romano, cit. (= ‘Diritto’. Incontri e scontri, cit., 115 ss.); Id., Il diritto romano nella scienza del
diritto, in Jus, 2 (1951), 141 ss. (= ‘Diritto’. Incontri e scontri, cit., 67 ss.); Id., Metodologia e diritto,
in Atti del Congresso di metodologia, Torino, 1954 (= ‘Diritto’. Incontri e scontri, cit., 145 ss.);
Id., Sociologia e studio storico del diritto, in Jus, 8 (1957), 199 ss. (= ‘Diritto’. Incontri e scontri,
cit., 159 ss.); Id., Storiografia e coscienza della storicità del diritto, in IURA, 9 (1958), 240 ss. (=
‘Diritto’. Incontri e scontri, cit., 339 ss.); Id., Il diritto romano e la nuova romanistica, in Jus, 11
(1960), 299 ss. (= ‘Diritto’. Incontri e scontri, cit., 193 ss.); Id., Concetto di ordinamento giuridico
e studio storico del diritto romano, in Jus, 13 (1962), 35 ss. (= ‘Diritto’. Incontri e scontri, cit., 395
ss.); Id., Diritto e storia nel pensiero del secolo sedicesimo, in La storia del diritto nel quadro delle
scienze storiche, Firenze, 1966, 389 ss. (= ‘Diritto’. Incontri e scontri, cit., 349 ss.).
21
R. Orestano, Introduzione allo studio storico del diritto romano, Torino, 19612.
22
Cfr., però, M. Nardozza, «Il problema della storia dei giuristi romani» nella romanistica italiana
tra Ottocento e Novecento, nel volume a cura di Chr. Baldus - M. Miglietta - G. Santucci - E. Stolfi,
Dogmengeschichte und historische Individualität der Juristen / Storia dei dogmi e individualità
storica dei giuristi romani (Atti del Convegno Montepulciano 14-17 giugno 2011), Trento, 2012,
663 ss.
1866 Scritti in onore di Nicola Picardi
romano del 195223 e trovò nell’Introduzione una netta e precisa sistemazione teo-
retica, assai lontana dal formalismo che avvolgeva allora e avrebbe avvolto anche
in seguito la nozione di interpretatio prudentium elaborata dalla riflessione cri-
tica legata al pandettismo. Emblematico è che il rilievo di una riflessione interna
alla giurisprudenza romana si compiva in Orestano ancora una volta per un suo
comprensivo aprirsi all’esperienza, che gli consentiva di rendersi conto dell’im-
portanza acquistata dalla coscienza critica nella romanistica contemporanea e del
carattere intimamente storicistico di quest’ultima.
Nella monografia dedicata al tema dell’appello in diritto romano, la pro-
blematica dello sviluppo storico delle forme processuali è incentrata sul passag-
gio dalla fase del processo formulare a quello della “cognitio extra ordinem”,
che rappresenta un notevole cambiamento per il ruolo del giudice all’interno
dell’ordinamento romano. L’unificazione del “ius civile” e del “ius praetorium”
determinava, infatti, da un punto di vista sostanziale, la trasformazione in fatti-
specie legali delle previsioni pretorie, un tempo create elaborando nuove formule
o modificando quelle “in ius conceptae” mentre, da un punto di vista proces-
suale, l’avvento della “cognitio extra ordinem” rese il giudice un “funzionario”
imperiale con il compito di custodire le norme e cioè la volontà dell’imperatore,
la quale tendeva ora ad affermarsi quale unica fonte di diritto. L’introduzione
dell’istituto dell’appello, stabilendo il principio che la decisione di un giudice
inferiore può essere rivista da un giudice di grado superiore, è per Orestano il
dato più evidente della “burocratizzazione” dell’attività giudiziaria24. Infatti, in
virtù dell’appello, l’imperatore – al vertice dell’ordine giudiziario – assunse il
controllo sull’operato dei giudici nell’esercizio delle loro funzioni, assicuran-
dosi che questi ultimi adempissero ai loro doveri. Il generalizzarsi del mezzo di
impugnazione (a partire dall’epoca dei Severi) comporta un mutamento nella
funzione dei magistrati giudicanti, subordinando di regola la formazione della
sentenza definitiva ad una serie di giudizi successivi sulla materia del contendere,
che si svolgono a livelli di autorità via via superiori: giudizi la cui messa in moto
dipende dall’iniziativa delle parti.
Anche la specifica problematizzazione storico-dogmatica delineata nel
saggio dedicato al diritto soggettivo25 appare funzionalizzata all’obiettivo dell’in-
dagine: su entrambi i versanti della ricerca, quello della storia dell’istituto e
quello della storia dell’idea, ciò che conta è solo la rappresentazione categoriale
23
R. Orestano, L’appello civile in diritto romano (1952), Torino, 19532. Cfr. pure Id., Appello Giudice
Norma, in ‘Diritto’. Incontri e scontri cit., 455 ss.
24
Id., L’appello civile in diritto Romano cit., 432 ss., 440 ss.
25
R. Orestano, Diritti soggettivi e diritti senza soggetto, linee di una vicenda concettuale, in Jus, 11
(1960), 149 ss., ora in Id., Azione diritti soggettivi persone giuridiche, Bologna, 1978, 113 ss.
A na l i s i d e l d isco rso g iu rid ico e co scien z a st orica nel pensiero di R iccardo O restano 1867
26
Orestano non condivideva il presupposto, da molti agitato, che spettasse a tutti, fuorché ai giuristi,
la riflessione sugli strumenti concettuali con cui questi operavano, quasi che spettasse solo ai filosofi
discorrerne, studiarli, vagliarne la portata ed il valore speculativo (v. ad es., Id., Verso l’unità della
‘conoscenza giuridica’, Rivista trimestrale di diritto pubblico, 3 (1984), 659 ss., poi in Id., Introdu-
zione allo studio del diritto romano cit., 331 ss.).