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FRANCIS BACON (1561 – 1626)

 
Francesco Bacone nacque a Londra nel 1561. Studio a Cambridge e poi trascorse
alcuni anni a Parigi. Quando salì al trono Giacomo I Stuart seppe ottenere cariche
pubbliche e onori. Nel 1621 dovete rispondere di fronte al parlamento dell’accusa di
corruzione per aver ricevuto doni in denaro nell'esercizio delle sue funzioni, e si
riconobbe colpevole. Il re condannò a Bacone la Menna è la prigione, ma la vita politica
del filosofo era finita. Ritiratosi a Gorhambury li trascorse negli studi gli ultimi anni della
sua vita. Morì il 9 aprile 1626.
Tutte le sue opere tendono a illustrare il progetto di una ricerca scientifica mirata
sviluppare applicazioni tecniche. Nella nuova Atlantide Bacone volle dare l'immagine di
una città ideale. Egli immaginò un “paradiso” della tecnica, l'isola viene descritta come
un enorme laboratorio sperimentale nel quale gli abitanti cercano di conoscere le forze
nascoste della natura. I Saggi contengono sottili ed erudite analisi di vita morale politica,
in cui si fa ampio ricorso alla Sapienza degli antichi. Ma la maggiore attività di Bacone fu
dedicata al progetto di un’enciclopedia della Scienza. Il piano di questa enciclopedia è
contenuto nello scritto Sulla dignità e sull’accrescimento delle scienze e comprende: le
scienze che si fondono sulla memoria, quelle che si fondano sulla fantasia e quelle che si
fondano sulla ragione.
Il nuovo organo consiste nell'esposizione di una logica del procedimento tecnico-
scientifico. Con la vecchia logica si espugna l’avversario, con la nuova si espugna la
natura. Questa espugnazione della natura è il compito fondamentale della scienza. In
questo modo la scienza è posta interamente al servizio dell'uomo, mentre l'uomo
diventa ministro e interprete della natura.
“Sapere è potere” è pertanto la formula più nota e caratteristica di Bacone, nella quale si
afferma che l'uomo, grazie alla conoscenza della natura e delle sue leggi, risulta in grado
di estendere indefinitamente il proprio potere sul mondo. La scienza è la potenza umana
coincidono: non si può vincere la natura se non conoscendo e obbedendo alle sue regole .
Ma l'intelligenza umana ha bisogno di strumenti efficaci per penetrare nella natura e
dominarla, gli strumenti dell'intelligenza sono gli esperimenti. Il connubio tra la mente e
l'universo non si può celebrare finché la mente rimane adescata in errore e pregiudizi che
le impediscono di interpretare correttamente la natura. Bacone oppone l'interpretazione
della natura al l'anticipazione della natura.
 L'anticipazione della natura prescinde dall’esperimento e consiste in un
passaggio teorico immediato dall'esperienza dei casi particolari alla regola generali.
 l'interpretazione si addentra con metodo e con ordine nell'esperienza e ascende
senza salti e per gradi dai casi particolari alle leggi via via più generali.
La via dell’anticipazione è sterile, giacché gli assiomi da essa stabiliti non servono a
inventare nulla.
La via dell'interpretazione invece è feconda, perché dagli assiomi ottenuti con metodo e
con ordine dalle cose particolari facilmente scaturiscono nuove cognizioni particolari, che
rendono attiva e produttiva la scienza.
INDUZIONE quando di passa dal particolare al generale: raccolta e interpretazione razionale dei
casi particolari
1. Causa materiale: si tratta della materia di cui è fatto qualcosa. Ad esempio una statua può
essere fatta di marmo.
2. Causa formale: sempre nel caso della statua, si tratta della sua forma. 
3. Causa efficiente: la statua non esisterebbe se non ci fossero scultore e scalpello. 
4. Causa finale: lo scopo per cui la statua è stata creata.
Il lavoro di Bacone nel Novum Organum si sviluppa allora in due grandi momenti:
una pars destruens (cioè, pregiudizi, di critica alle idee e posizioni altrui) e una pars
costruens (ovvero, di indicazione propositiva della strada da seguire). La pars
destruens segnala le principali fonti di errore, denominate idola (in latino, “fantasmi,
rappresentazioni mentali” che non portano a una conoscenza scientifica), e suggerisce la
via per eliminarle.
I risultati che Bacone consegue con le sue opere, in particolare con la Nuova Atlantide,
sono:
- la forte critica e demolizione della cultura tradizionale, in particolare dell'aristotelismo,
quindi della convinzione che la verità sia figlia dell'autorità degli antichi. Bacone sostiene
invece che la verità è figlia dei tempi e della cooperazione degli studiosi di ciascuna
generazione;
- l'affermazione che l'esperienza sia la fonte privilegiata di conoscenza;
- il riconoscimento della finalità pratica del sapere;
- l'individuazione di un criterio con cui verificare la veridicità delle teorie prodotte;
- l’esaltazione della scienza e della tecnica (profeta della tecnica e filosofo dell’età
industriale)
- la forte critica alla superstizione, all’ignoranza, alla violenza, all’oscurantismo intellettuale.

Il motivo principale del pensiero di Bacone è quello di trovare un nuovo metodo su cui
fondare la scienza capace di permettere allo studioso di trovare le leggi empiriche che
regolano la natura, così da poterla piegare al servizio degli uomini.
Se non si conosce con precisione la legge secondo la quale un fenomeno avviene in
natura, infatti, non sarà possibile riprodurlo artificialmente se non in modo casuale.
L'affermarsi di un nuovo sapere di stampo scientifico comporta però la rimozione delle
idee e dei convincimenti erronei, cioè i pregiudizi, che traggono gli uomini in inganno. Per
Bacone infatti la mente umana ci trasmette un’immagine deformata della natura, di cui
sono responsabili condizionamenti e credenze errate radicati nella cultura e nelle abitudini
degli uomini.
Egli definisce questi pregiudizi “idola”, e li distingue in quattro classi: idola tribus, idola
specus, idola fori e idola theatri.
 Gli idola tribus (pregiudizi della tribù o della specie umana li posso collegare a Kant
per la limitatezza della mente umana “fenomeno”) si radicano nei sensi, nell'intelletto,
nella volontà e nelle passioni di tutti gli uomini. ossia gli sbagli tipici di tutto il genere
umano (e non solo del campo scientifico), causati dalla limitatezza dell’uomo, dalla
sua continua ricerca di regolarità e uniformità dei fenomeni naturali, dall'inadeguatezza
dei sensi e dalla nostra inclinazione a formulare giudizi senza prima sottoporli a
verifiche sperimentali (ossia fare “anticipazioni”).
 Gli idola specus (della caverna) sono i pregiudizi della mente che dipendono dalla
situazione individuale di ogni uomo, quindi dai casi accidentali della vita,
dall’educazione, dalle abitudini di ciascuno di noi. Ciascuno è così trattenuto in false
verità, privato della libertà e succube di inganni: la verità insita nelle cose risulta
deformata
 Gli idola fori (della piazza o del mercato) derivano soprattutto dal linguaggio e dal
suo uso nella vita di relazione tra gli uomini. Si creano parole vuote per cose
inesistenti (ad esempio si è soliti indicare con il termine "essenza" qualcosa che non
corrisponde a un ente materiale) mentre in altri casi non si dispone di termini
specifici per indicare ciò che realmente esiste.
 Gli idola theatri (del teatro o filosofici, causa finale) sono gli errori derivanti dalle false
filosofie e dalle dimostrazioni errate. Le dimostrazioni risultano errate poiché hanno
la pretesa di passare di colpo da ristretti particolari sensibili a principi generali. Bacone
collega in particolar modo gli idola theatri all’ossequio per la tradizione e all’incapacità
a ragionare in autonomia ed originalità.
Bacone individua questi idola con il chiaro intento di distruggerli: infatti questa parte del
suo sistema viene definita pars destruens. Segue necessariamente una pars costruens
(costruttiva) basata esclusivamente sull’induzione (ovvero su un procedimento con cui
dall’osservazione dei fenomeni si traggono leggi universali, cioè si va dal particolare
all’universale – l’esatto opposto del metodo deduttivo di stampo aristotelico). Inoltre
Bacone è fautore di una nuova induzione:
i dati raccolti tramite l’osservazione empirica vanno raccolti e raggruppati in tre diverse
“tavole”:
 la tavola delle presenze, dove verranno classificati tutti i casi in cui il fenomeno che si
sta indagando è presente (es: dove c’è vibrazione c’è suono);
 la tavola delle assenze, in cui si troveranno i casi in cui si osserva la mancanza della
cosa di cui si ricerca la forma benché ci si aspetti che ci sia (senza vibrazione non c’è
suono);
 la tavola dei gradi, dove si registreranno i casi in cui la natura in questione è presente
in gradi diversi (più o meno vibrazione determina più o meno suono).
La vecchia induzione di stampo aristotelico elencava solo tutti i casi in cui il fenomeno
avveniva.
Dopo la classificazione dei dati nelle tavole, si procede alla formulazione di una prima
ipotesi (prima vendemmia, istanze prerogative) sulla natura dei fenomeni osservati che
possa spiegarli tramite leggi temporanee. Per formulare una teoria definitiva occorre infine
sottoporre il risultato a cui si è giunti a più verifiche fino a giungere all’esperimento
cruciale (istanza cruciale), ovvero l’ultima verifica in grado di confermare o confutare la
legge temporanea prodotta.
Metafora della formiche (empirici), dei ragni (razionalisti) e delle api (razionale
interpretazione di dati).
Le formiche non fanno altro che fare avanti e indietro, prendono ciò che trovano utile come
cibo per trascorrere l’inverno e lo portano dentro le loro tane. Quindi sono gli empirici: non
fanno altro che guardare la realtà e segnare le loro osservazioni, quindi sono molto legati
alla realtà. I ragni non vanno direttamente nella realtà ma partono da qualcosa che creano
loro stessi, la ragnatela e aspettano di prendere quello che la realtà darà loro. Quindi sono
razionalisti: coloro che partono non dall’osservazione, ma da ciò che dice l’intelletto,
dall’intuizione. “vedono dieci corvi neri e deducono che tutti i corvi sono neri.” Le api vanno
nella realtà, prendono il nettare che sta nei fiori e poi elaborano ciò che hanno preso e
creano una sostanza nuova, frutta del loro lavoro, che è il miele. Allora il nuovo
intellettuale, deve fare questo, cioè deve attingere al reale, ma deve elaborare attraverso
l’intervento del suo intelletto per creare delle osservazioni che siano qualcosa di nuovo.

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