Sei sulla pagina 1di 1

Terenzio è il primo auture di cui abbiamo una biografia pervenuta per intero grazie al grammatico elio

donato. Naque a Cartaggine nel 185. Venne portato a Roma come schiavo e prenderà il nome da colui
che lo aveva portato a Roma. Lui entra a contatto con la famiglia degli scipioni, compe plauto si
dedicherà solo alla scrittura di commedia, in tutto saranno 6, tutte palliate, tutte di soggetto greco.
All'inizio terenzio non ebbe successo, il pubblico addirittura si alzava e se ne andava. Farà un viaggio in
Greci e durante questo viaggio, perde tutte le opere che aveva scritto in grecia e le opere di menandro
portate dalla grecia. E per questa perdita morirà in grecia.

La differenza rispetto a quella di Plauto. Terenziò sara criticato per essere aiutato dagli scipioni, si pensa
persino che le commedia non fossero sue ma fossero scritte dal circolo scipionico. Tutte le commedie
sono precedute da un prologo recitato da un personaggio, divinità o altri. Il prologo di Terenzio serve a
difendersi dalle accuse che gli venivano rivolte. Accusa di essere un prestanome, accusa di plagio e
contaminazio, mancanza di vis comica.

Terenzio usa meno contaminazio, c'è più fedeltà e linearità

Quelle di Terenzio sono commedie verosimili, e hanno un insegnamento morale basati sugli ideali
dell'humanitas.

Terenzio vuole che lo spettatore rifletta, quindi compone commedie verosimili lineari, e non utilizza il
meteatro, perchè vuole che lo spettatore si immedesimi nella situazione. Il messagio che vuole dare
terenzio è un messagio di tipo morale sull'humanitas. L'altro messaggio che terenzio vuole dare è quello
che non giudacare le persone secondo delle etichette ma dopo averla conosciuta. Non lasciarsi
ingannare dalle apparenze: relativisimo etico: giudicare relativamente ai comportamenti e non dar conto
ai pregiudizzi.

Quelle di Terenzio è una commedia motoria sotto un punto di vista della psicologia, stataria per quando
riguarda l'intreccio, cioè la trama è lineare, non ci sono colpi di scena.

Terenzio viene definito da Cesare: "dimidiasus menander", Menandro a metà, non gli riconosce il pieno
mertio di Terenzio, non gli riconosce la vis comica come quella che si trova in Menandro.

Terenzio è all'avanguardia, per il rapporto familiare padre figlio, deve essere un rapporto basato sul
rispetto sul confronto sulla disponibilità.

Lo stile di terenzio è diverso da quello di Plauto: neologismi, parole parlanti, allusioni. Quello di terenzio
è un linguaggio più forbito, dotto, destinato a un pubblico raffinato. Un linguaggio medio possiamo dire.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

LUCILIO

Potrebbero piacerti anche