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Introduzione
In questa premessa vengono introdotti alcuni concetti e termini utili alla comprensione dell’ipotesi Ottica.
La consapevolezza dei fattori di scala nella distribuzione delle stelle nella nostra galassia, è importante per capire
quanto diverse siano le distanze fra le stelle vicino al Sistema Solare e quelle lontano; come immaginare la popolazione
di un continente con le sue distanze reciproche estremamente variabili e paragonarle alle distanze fra un piccolo gruppo
di bambini che giocano tra loro in un parco. Lo stesso se paragoniamo le grandi differenze in distanza tra le varie stelle
in una galassia come la nostra e la distanza tra le sole stelle nei dintorni del Sole; le seconde al confronto sono davvero
vicino, pur distando ancora qualche anno luce. Queste stelle “vicine” sono il soggetto dell’Ipotesi Ottica (IO).
Altro concetto non comune, importante da fissare per comprendere l’IO, è quello del moto precessionale terrestre.
Esso, in un arco di tempo molto lungo (circa 25.600 anni), fa assomigliare il nostro pianeta ad una trottola con l’asse di
rotazione che descrive un doppio cono. E’ importante divenire consapevoli che per isolare gli effetti della precessione
che riguardano l’IO, bisogna riferirsi a fasi della rotazione terrestre convenzionali ed a determinate ore siderali. Trattando
di stelle, un’ora convenzionale potrebbe non essere riferita al transito del Sole ad un meridiano standard, ma anche al
transito allo stesso meridiano di qualunque altra stella; ciò fornirebbe il tempo (il “clock”), rispetto al quale rilevare
posizioni stellari e permetterebbe di analizzare l’evoluzione dei loro moti, di giorno in giorno, eliminando gli effetti della
rotazione terrestre. Il ciclo precessionale è normalmente calcolato rispetto ad un sistema di riferimento che considera
stelle lontane, praticamente ferme; se invece lo consideriamo prendendo a riferimento una stella “veloce”, dotata perciò
di ampio moto proprio apparente, lo chiameremo ciclo precessionale prospettico, le cui conseguenze assumono
particolare rilevanza nell’IO.
Altro concetto fondamentale da chiarire
è la proiezione stenopeica. Come in
una macchina fotografica, l’immagine
che vi si forma all’interno è generata
dalla luce che attraversa un piccolo foro
al posto dell’obiettivo; questa si ribalta e
riproduce la visione esterna rovesciata.
Quel piccolo foro è detto stenopeico e
nella proiezione da esso generata
(stenopeica appunto), la scala
dell’immagine riprodotta sullo schermo,
dipende linearmente dalla distanza dal
foro e teoricamente non sfuoca mai se il
foro è sufficientemente piccolo.
Altro concetto fondamentale è quello di a-dimensionalità di un angolo: scalare un disegno 2D o una ben più
complessa realtà 3D come la candela raffigurata sopra e la sua immagine stenopeica, porta a variare le distanze ma non
gli angoli fra le congiungenti i punti proiettati.
Nello spazio non ci sono punti fermi, non c’è un alto, ne un basso, ma corpi che paiono fluttuare nel vuoto, animati
dalle forze gravitazionali che li fanno apparire in continuo movimento, apparentemente caotico. Noi non percepiamo
questi movimenti perché sono troppo lenti. Così le stelle paiono ferme, come lo spostamento delle montagne sotto
l’effetto della deriva dei continenti, ma solo per via della durata della nostra vita, troppo breve al confronto. Le stelle che
chiamiamo “fisse” in realtà si muovono anch’esse: questo movimento osservato dalla Terra è detto moto proprio e varia
sostanzialmente con la distanza. Corpi vicino al Sistema Solare paiono procedere in media più velocemente delle stelle
poste a grande distanza nella galassia. Addirittura le stelle su altre galassie manifestano moto proprio pressoché nullo,
se non il lentissimo moto proprio della loro stessa galassia. Solo le stelle vicino manifestano moti propri più consistenti,
tali da sfiorare la percezione umana se osservati con strumenti nell’arco di decenni. La cosa importante in questa sede è
prendere coscienza dell’esistenza di questi moti e della loro estrema differenza di velocità apparente se afferenti a stelle
relativamente vicino (come la stella soggetto dell’IO) o lontano dal Sistema Solare, come quelle poste a riferimento di
tutta la cinematica stellare considerata in questa sede.
I fenomeni alla base del modello dell’Ipotesi Ottica, riguardano distanze astronomiche di pochi anni luce e intervalli di
tempo dell’ordine delle decine di migliaia di anni. Parametri che coinvolgono l’astronomia dell’universo estremamente
vicino a noi, sia in termini di tempo che di spazio.
Figura 2: cielo astronomico di Senenmut, rinvenuto in un cunicolo presso il mausoleo dedicato alla Regina
Hatshepsut, nascosto sotto un intonaco originale; è evidenziata nel riquadro continuo quella che l’Autore ritiene essere
una Lemniscata Precessionale e nel riquadro tratteggiato, il percorso di una stella sulla volta celeste prospiciente la
Cintura di Orione.
7000 d. C.
Figura 3: in basso le fasi iniziali di animazione della Lemniscata Precessionale della stella di Barnard e la sua
dinamica compresa tra la prima epoca di puntamento della Sfinge su Barnard ed i giorni nostri (versione completa in
appendice 2). In alto, il completamento della lemniscata nell’ultima epoca di Zenitalità, che chiude la curva.
Per ogni stella vicino al Sistema Solare, è Assunta una longitudine di riferimento, tale
possibile ricostruire la relativa Lemniscata curva è ricostruibile ed assimilabile al
Precessionale: la “curva” rappresentata con la percorso della “Zenitalità” della stella
testa del Toro in alcuni cieli astronomici sull’emisfero terrestre, come se quest’ultimo
egizi, come quello di Senenmut, supponiamo fosse un supporto su cui tracciare una
possa essere la rappresentazione della “Funzione” rispetto alle stelle di sfondo
Lemniscata Precessionale riconducibile al lontane e perciò utilizzabili come vincolo
secondo sistema stellare per distanza dal Sole pressoché fisso nei tempi esaminati; la scelta
(quindi non proprio il più vicino in assoluto): degli istanti di inizio e fine registrazione può
la stella di Barnard1, una piccola ed essere riferita a queste stelle di sfondo; ciò
insignificante stella rossa, oggi distante solo 6 permette di individuare le coordinate del
anni luce; una distanza così breve centro: il punto di incrocio dell’”8”. Altresì,
nell’universo, da risultare “percorribile”, note la Lemniscata (collocata ad una
come nel Progetto Dedalo. longitudine convenzionale) e la latitudine del
suo centro, sono determinabili le epoche di
1
La stella scoperta nel 1916 da Edward Emerson costruzione della curva, dato fondamentale
Barnard (Astronomo americano), è un piccolo astro per la comprensione e la credibilità della
rosso balzato alle cronache oltre che per l’estrema
vicinanza al Sistema Solare, per il suo moto proprio presente ipotesi. Se Senenmut infatti avesse
apparente che, se fosse visibile ad occhio nudo (la davvero voluto indicare al centro della sua
stella si trova normalmente al di sotto del limite di lemniscata una stella allo zenit di quella che
visibilità), parrebbe spostarsi in modo percepibile sullo pare essere la Sfinge (Fig. 4), egli avrebbe
sfondo delle stelle fisse, nell’arco della durata media dovuto considerare quando essa si trova a
della vita di un uomo.
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La Lemniscata di Senenmut.
transitare allo zenit della latitudine di questo “strumento” della Lemniscata Precessionale,
monumento, ricavando intervalli temporali, una stella tra tutte, perché ne conosceva gli
agli estremi dei quali solo la stella di Barnard “elementi” e sapeva come estrarre i tempi di
verifica la lemniscata disegnata accanto. riferimento della sua funzione di moto, dalla
L’Ipotesi Ottica azzarda quindi la tesi che "lettura" del complesso di Giza: la proiezione
Senenmut abbia potuto indicare attraverso lo ottica di alcune stelle di sfondo lontano.
[Angoli]
Figura 3 bis: le epoche in cui la stella di Barnard transita allo zenit della latitudine +30° (quella della Sfinge) sono
tre, ma nell’Ipotesi Ottica contano solo quelle agli estremi della curva con tratto più spesso, dal periodo coincidente
con il CICLO PRECESSIONALE PROSPETTICO: quello relativo alla precessione che la Terra manifesta solo se
osservata da Barnard nel ciclo attuale. Gli estremi di tale periodo hanno la proprietà anche di coincidere con la
sovrapponibilità di due proiezioni consecutive al suolo della cintura di Orione, che dalla stessa prospettiva di Barnard,
viene a collocarsi sullo sfondo di questo evento osservativo immaginario. Lo schema descritto ha permesso la
determinazione UNIVOCA della latitudine del punto-Sfinge al centro della lemniscata, già verificata con alto grado di
affidabilità ed effettivamente risultata prossima a quella in cui è collocata la Sfinge, con errore dell’ordine dell’1%o.
Figura 4: indicazione delle condizioni al contorno della Zenitalità secondo Senenmut (centro del quadrante inferiore
della Fig. 2): una stella allo zenit riferita al punto di incrocio della lemniscata, rispetto ad un osservatore posto di
fronte alla Sfinge. Sono questi vincoli a dare rango analitico al profilo del toro, che in Ipotesi Ottica non rappresenta
la costellazione dell’Orsa maggiore, come comunemente interpretato, ma la prospettiva della Terra da questa stella.
Figura 5: ricostruzione analitica della Lemniscata Precessionale della stella di Barnard e suo raffronto con Senenmut. Le
epoche di proiezione della cintura di Orione in Giza non indicano alcun evento storico, ne costruttivo, sono solo gli estremi
temporali per la ricostruzione di una funzione di moto. L’epoca corrispondente all’interruzione dei due rami, è quella in cui
è vissuto Senenmut, ed in cui la rappresentazione sembra dividere il tracciato, tra passato e futuro dell’Architetto egizio.
Gli elementi fin qui enunciati paiono grande, che con tre punti sembra tracciare uno
decontestualizzati se ci ostiniamo a spostamento rispetto alla Cintura di Orione
considerarli come si presentano dalla disegnata accanto (evidenziata nell’ovale);
superficie della Terra. Per comprenderli è percorso molto simile a quello con cui il Sole, nel
necessario spostare il punto di vista da cui periodo limitato all’epoca in cui è vissuto
osservarli: ipotizzata la stella ed Senenmut (circa il 1.500 a.C.), appare spostarsi nel
individuata la sua posizione, è possibile cielo di Barnard e solo da quella prospettiva
ricostruire lo scenario inverso, cioè quello (simulazione completa nei tempi del calendario
che si avrebbe della prospettiva della della lemniscata, in Fig. 6 a destra). Questo aspetto
Terra e del Sistema Solare, osservati dal oggettivo costituisce il secondo (e più
punto di vista di eventuali corpi rivoluzionario, poiché inedito) elemento di
appartenenti al sistema di Barnard; pertinenza tra la rappresentazione di Senenmut e la
proprio lo stesso scenario che sembra stella di Barnard, definito nell’Ipotesi Ottica
ancora indicare Senenmut, nella parte “Criterio di Convergenza” dell’immagine di
superiore dello stesso graffito. Che non sfondo lontano: la Cintura di Orione.
rappresenterebbe quindi il nostro cielo
astronomico, ma quello osservabile dal
sistema stellare di Barnard: la
costellazione di Orione su cui è
sovrapposta una stella in più, il Sole, con
il suo sistema ed il loro relativo moto
proprio apparente da quel punto di vista.
Lo stesso da cui può essere osservato e
misurato il ciclo precessionale prospettico
della Terra da Barnard (Figg. 3 e 3bis) ed
il cui rapporto con il ciclo precessionale
standard sembra essere il criterio di Figura 6: a destra simulazione del percorso apparente del
progetto del modello dell’Ipotesi Ottica. Sistema Solare nel cielo di Barnard (Perseus, ottimizzato con
Nel quadrante superiore del cielo patch per moti radiali); il globo terrestre è opportunamente
astronomico di Senenmut (Fig. 2 in alto, ingrandito. L’intervallo di tempo è quello (nell’attuale ciclo
precessionale) compreso tra due proiezioni consecutive della
ingrandito in Fig. 6 a sinistra), è possibile Cintura di Orione, nelle piramidi di Giza. A sinistra stessa
infatti rilevare quello che sembra il rappresentazione richiamata da Senenmut nel suo Cielo
percorso di una stella peculiare, la più Astronomico fino all’epoca a lui contemporanea.
Figura 9: ricostruzione dell’Ipotesi di proiezione della cintura di Orione nelle camere interne delle piramidi a Giza
dimensioni delle loro camere interne) e quello quali il cluster di curve diviene analiticamente
della Sfinge (cui Pedamenope pare assegnare determinabile (Fig. 12) ed ancor più originale:
tratto punteggiato quando fuoriesce dal la rototraslazione di Pedamenope. Questa
percorso delle tre piramidi). effigie quindi (Fig. 11, a sinistra e 12, a
Questi punti rigidamente vincolati sulla destra), pur apparendo nella qualità del tratto
superficie, sviluppano una serie di tracciati più grezza dell’omologa di Senenmut (Fig.
complessi a causa della composizione sia dei 11, al centro), risulta da un punto di vista
moti stellari che precessionali reciproci, noti i analitico più completa e ricca di informazioni.
Figura 10 a sinistra: effigie di Pedamenope. Il puntamento o lancia, qui indicherebbe sul corpo del toro considerato
come lemniscata, circa il 6000 a.C.
Figura 11 a destra: dettaglio del toro di Pedamenope (a sinistra) e del suo “cluster” di curve individuabili
analiticamente mediante i relativi coefficienti angolari e flessi, a confronto con l’analoga curva di Senenmut (al centro) e
la sua ricostruzione al computer (a destra). Pedamenope sostanzialmente unifica i rami destro e sinistro della funzione
“Lemniscata Precessionale di Barnard”, che Senenmut sembra invece discretizzare in due fattori di scala, separati da un
contributo allegorico (probabilmente per non incorrere in distorsioni): in effetti il ramo destro, se effetto osservativo
sull’emisfero terrestre, apparirebbe più ingrandito nella lemniscata da Barnard, poiché collocato temporalmente nel
futuro di Senenmut ed in cui questi corpi continuano ad essere in avvicinamento (come in tutto il calendario della
Lemniscata).
Così Giza, considerata ingrandita come se osservativo di cui erano venuti al corrente e
fosse proiettata nello spazio con la sua che hanno voluto (e potuto) tramandare
immagine della cintura di Orione “stampata” attraverso una sintesi grafica, incentrata sul
in E1 ed in E2, durante la tracciatura della concetto di Lemniscata Precessionale4.
Lemniscata Precessionale, da Barnard
4
parrebbe ruotare e traslare sotto l’effetto della Una sintesi che difficilmente poteva essere “farina del
precessione terrestre, distorta dal loro sacco”.
(relativamente) rapido spostamento del punto Ipotesi Ottica potrebbe quindi essere effetto di un SETI
(Search for Extra-Terrestrial Intelligence), ma non
di osservazione (vedi Fig. 3). nostro.
Infatti nell’intervallo di tempo compreso tra le Un dispositivo SETI di “secondo livello” che potrebbe
due epoche di proiezione (gli estremi di definirsi: SETITU - Search from Extra Terrestral
tracciatura della Lemniscata compresa tra E1 Intelligence To (or Through!) Us.
ed E2), la stella spazia ben 40° di cielo. In cui le particelle “for” e “from” sono assimilabili nello
stesso acronimo, poiché espressione dello stesso
E’ quindi possibile che le sintesi di Senenmut fenomeno comunicativo, sebbene in “direzioni”
e Pedamenope siano cronaca di un evento opposte.
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La Lemniscata di Senenmut.
Figura 12: ricostruzione analitica della “Rototraslazione” di Pedamenope e confronto con l’omonima effigie a partire
dall’algoritmo dell’Ipotesi Ottica.
Questo discorso finora puramente teorico ed costellazione che effettivamente giace sullo
immaginario ha però un aspetto pratico: la sfondo astronomico dell’evento), dentro le
struttura del “Modello”, reale come i milioni camere interne delle piramidi, con errore di
di blocchi di pietra che compongono le grandi pochi metri. Le camere note sembrano avere
Piramidi. Supposto quindi l’algoritmo di loro quindi lo scopo di confermare l’Ipotesi e di
progetto, la posizione delle camere può essere conseguenza evidenziare il vano mancante,
ricostruita: gli specialisti astrofisici del nostro privo di riscontri noti, ma chiaramente
gruppo di ricerca, hanno collezionato dati presente nei risultati del modello a circa 40m
astrometrici tra i più recenti ed attendibili in sotto la piramide di Micerino. Esiste quindi la
letteratura e li hanno modellati ricostruendo la concreta possibilità di verificare in situ
proiezione della cintura e la lemniscata di l’Ipotesi Ottica, cercando l’eventuale esistenza
Barnard. Quest’ultima effettivamente di una camera ad accesso “fisico” limitato,
assimilabile nei flessi e nelle curve, alle figure sulla base di elementi calcolabili solo con
di Senenmut e Pedamenope (Fig. 5). Lo stesso l’algoritmo proiettivo (Fig. 9); quindi il cui
modello ha riprodotto la posizione delle accesso “virtuale” sarebbe possibile solo per
camere nelle grandi Piramidi di Giza, fino a via analitica e quello fisico, solo da parte di
questo punto della modellazione mai chi sia in possesso di requisiti nozionistici
considerate nel computo ma che per la prima minimi in campo astronomico.
volta, grazie alla definizione ed Le proprietà degli stenopeici, che nel modello
all’individuazione dei punti di proiezione (ed sono solo punti di costruzione geometrica,
il relativo fattore di scala nel modello), sembrano avere poi, validità estesa all’intero
l’Ipotesi Ottica verifica non solo in pianta, ma impianto di piramidi d’Egitto, che diviene
anche in quota! quindi con l’Ipotesi Ottica, unitario. Questo
La determinabilità dei punti comuni a tutto impianto sembra descrivere il percorso di
l’impianto di Giza (gli stenopeici, uno per avvicinamento della stella di Barnard al
ciascuna epoca di proiezione ottica della Sistema Solare, nei precedenti cicli
cintura di Orione), ha consentito quindi la precessionali e su di esso, pur mancando
ricostruzione del dettaglio della cintura (nella ancora le verifiche precise al riguardo,
sembrano rilevabili anche le posizioni dei schema è spostato sotto quest’altra città ed il
sistemi stellari collocati a distanze intermedie. cui ri-calcolo delle coordinate di edificazione
Nel ciclo precessionale attuale (che pare (dopo le contestazioni del Comitato ACA,
rappresentato dalle piramidi cosiddette impegnato nelle verifiche), risulta nel mezzo
“mute”, perché prive di iscrizioni interne), il della piana alluvionale del Nilo, dove non
modello individua in definitiva: sono note piramidi, né loro rovine. Abbiamo
• la Terra, coincidente con il Sole nei punti stenopeici però di essa una controparte topografica,
determinabili dalla proiezione della Cintura nelle perché alle coordinate indicate dal modello
piramidi di Giza;
risulta, secondo l’eco Radar pubblicato sulle
• Alfa Centauri, nella Piramide Romboidale;
• Proxima Centauri, nella piramide Rossa (entrambe mappe topografiche di Google Maps, un
del gruppo di Dahshur) e insolito rilievo isolato nella piana del Nilo non
• la stella di Barnard, nella Piramide di Abu Rawash più alto di 15m. Questo profilo (indicato nella
(detta “di Kirdasah” nell’Ipotesi Ottica perché Fig. 13), potrebbe essere sufficientemente
generata dallo stenopeico posto sotto l’omonima ampio da contenere i resti della base di una
città): la più importante nello schema, perché
intersezione della traiettoria di moto della stella con
piramide demolita, di dimensione
lo schermo di proiezione della superficie d’Egitto paragonabile all’omologa di Kirdasah. Misure
collocata nello spazio5 ad una determinata distanza condotte dallo scrivente presso il sito di Abu
(vedi Appendice 1). El Nomros, non mostrano alle coordinate della
Quindi l’effetto della convergenza delle due Piramide di Shabramant, le inclinazioni al
immagini della cintura di Orione nella suolo (che nell’alveo è quasi perfettamente
proiezione, che secondo l’Ipotesi Ottica piatto), indicate dal Radar con coefficiente
inconsapevolmente ammiriamo nel complesso angolare di circa 15m su base-line di 100-
unitario di Giza, arriva persino a definire il più 150m; pur essendo effettivamente presenti
elusivo dei parametri astrometrici, la distanza pendenze ma di entità inferiore e pertanto
per triangolazione, completando il modello difficili da notare ed attribuire all’ingombro di
astronomico in ogni sua “dimensione”. rovine sottostanti.
Il resto del sistema di piramidi d’Egitto
sarebbe quindi traccia del percorso di
avvicinamento della stella di Barnard, sempre
riferito agli stessi punti stenopeici (che nel
modello appaiono essere “due” come le
proiezioni, anche se la Terra è considerata
essere sempre e solo “una”) ma nei cicli
precessionali precedenti, in cui si ripete la
stessa proiezione della cintura nelle piramidi
di Giza. Finché risulta individuabile dalla
Terra una “Cintura di Orione”, che definisce
attraverso la sua presenza e forma, l’orizzonte
spaziotemporale di tutto il modello.
A questo punto Giza sembra essere risolta ed
il modello unitario, svelato; manca però
all’appello una piramide: quella detta
nell’Ipotesi Ottica di Shabramant, relativa
all’altro stenopeico del ciclo attuale, che nello
5
In analogia con l’allegoria della trafissione rappresentata Figura 13: in alto, la topografia che inquadra la
un po’ in tutti i cieli astronomici egizi, che in Ipotesi posizione teorica della Piramide di Shabramant fornita
Ottica invece non riguarda l’atto operato con una lancia, dal calcolo ed in basso, foto aerea del settore di Abu El
ma la traiettoria pressoché rettilinea di un moto in
direzione di Orione, che interseca (non trafigge) lo Nomros, la città a sud del Cairo dove risulta ubicata la
schermo di proiezione. controparte topografica della stessa Piramide.
Figura 14: mappe geografiche della controparte della Piramide mancante nell’Ipotesi Ottica: quella detta di Shabramant,
dal nome del rispettivo punto stenopeico generatore (Fig. 20). Come si vede, esistono versioni diverse: sembra che la
controparte emerga solo nelle mappe generate da dati ottenuti con il Radar (Fig. centrale), mentre le carte rilevate in
superficie (Fig. in basso), in accordo con i miei rilievi effettuati in loco, non mostrano alcuna sostanziale anomalia ad Abu
El Nomros, se non piccoli gradienti o altimetrie riconducibili alla concentrazione di edifici nei centri abitati.
Figura 15: a sinistra, profilo radar del sito di Abu El Nomros. A destra possibile ricostruzione dello stesso eco, con
simulazione dell’effetto che potrebbe dare una struttura sepolta sotto un sottile strato trasparente di sedimenti.
Sovrapposto il profilo di base di una piramide “classe Micerino”, approssimativamente delle stesse dimensioni della
“gemella” di Shabramant: quella di Kirdasah.
APPENDICE 1
CRITERI DI SINTESI DELLA MAPPA STELLARE QUADRIDIMENSIONALE:
La precessione, analizzata prendendo il centro centro della Terra ad un punto sulla superficie
del nostro pianeta come origine di un sistema (per l’Ipotesi Ottica, la camera al centro della
di riferimento, visualizza la Terra muoversi Piramide di Chefren), allora questo punto per
come una “trottola”, ed il suo asse descrivere definizione non cambierebbe posizione e
un doppio cono. (Fig. 16). sarebbe il centro della Terra a spostarsi
Se rappresentassimo lo stesso moto, spostando durante il ciclo precessionale (Fig. 17).
però l'origine del sistema di riferimento dal
Fig. 16 (sinistra) e 17 (destra): trasformazione geometrica risultante dall’applicazione del “Trasporto” del centro
precessionale terrestre.
Fig. 18: la traiettoria di Barnard e la proiezione della Cintura di Orione nel “Trasporto”.
Ipotesi Ottica suggerisce che quanto descritto • trasla rigidamente le terne di punti
potrebbe essere “il” criterio di progetto del precedentemente descritte e proiettate in grande,
fino a sovrapporle e far coincidere le origini
complesso di Giza e che, per quanto (Alnilam, rappresentata al suolo dalla camera
macchinoso ed apparentemente arbitrario centrale in Chefren), sia nell’epoca E1 che in E2,
possa apparire il metodo dal nostro punto di ora coincidenti (Fig. 18, che mostra la proiezione
vista, allo stato delle definizioni il “punto in assenza di spostamento del Sistema Solare).
Terra” avrebbe la proprietà nella realtà • ruota rigidamente gli assi ottici delle proiezioni
astronomica, di generare delle proiezioni (o le descritte al punto precedente (Fig. 19), attorno
all’origine del nuovo sistema di riferimento
ombre della Cintura di Orione) nello spazio
precessionale ora sovrapposto nella camera
interstellare come un punto stenopeico le centrale in Chefren (sistema di riferimento
avrebbe di fissare l’immagine della Cintura di unificato e trasportato), fino a far coincidere gli
Orione nelle Piramidi di Giza. Questo perché schermi proiettivi delle superfici di Giza proiettati
contrariamente al modello in Giza, nello nelle due epoche (Fig. 21). Ciò ha l’effetto
semplificativo finale, di rendere apparentemente
spazio lo sfondo della Terra è trasparente,
unico lo schermo proiettivo e doppio il punto
poiché in vuoto. Grazie alla prevedibilità del stenopeico “S”.
moto precessionale terrestre, otterremmo Questa trasformazione permette di fissare
infatti nello spazio: posizioni (le Piramidi, che in Ipotesi Ottica
• una terna di punti, uno per ciascuna stella della rappresentano stelle) su questo schermo
Cintura di Orione, proiettate nelle due epoche
“E”, su ciascuna delle due rispettive superfici proiettivo UNICO, trasportato nello spazio
scalate in grande (Fig. 18): la “1” e la “2”. circumsolare ma del tutto simile alla porzione
• Le due origini del nuovo sistema di riferimento in di superficie di Giza ed in cui la Terra, grazie
superficie, “Trasportate” (come in Fig. 17, una per al meccanismo ottico cui la Cintura di Orione
ciascuna epoca di proiezione), dalla posizione è soggetta, viene rappresentata dai punti
della camera della Piramide centrale, sulle due
superfici scalate in grande; ancora troppo lontane
stenopeici S1 ed S2, nelle due epoche di
fra loro per una sintesi che non perda di Zenitalità.
comprensibilità, per eccessivi gradi di libertà del La corrispondenza bi-univoca tra Terra e
modello e per lo schema non ancora ridotto ai stenopeico (tra realtà e modello), permette
minimi termini. l’estrazione delle “distanze” per
Qui entra in gioco la sintesi rappresentativa triangolazione e non per semplice fattore di
della “Convergenza”, che opera come segue: scala, che in questo modo può assumere valori
piccoli a piacere (anche infinitesimali).
Fig. 19: modello in scala presso Giza e conseguente curvatura apparente dello spazio “Piano”, sintesi dei dintorni del
Sistema Solare in miniatura operata dalla “Convergenza” dell’Ipotesi Ottica. IL MODELLO DIVIENE COSÌ
COSTRUIBILE SULLA SUPERFICIE TERRESTRE. A sinistra in evidenza la camera “mancante”.
La trasformazione geometrica relativa ad un schermo proiettivo (Fig. 20 e 21) e sono dette per
sistema di riferimento così “trasportato” e questo posizioni sfingiche, a cui il modello assegna
le coordinate delle piramidi attribuibili alla stessa
“curvato”, consente una sostanziale stella ed al suo spostamento.
semplificazione rappresentativa e restituisce
uno schema valido anche in superficie, su cui
è analiticamente registrabile il moto relativo
tra Sistema Solare e la stella di Barnard
(anche se invisibile). Ciò a partire dal
“puntamento” dello zenit della Sfinge, quando
si verifica anche la proiezione della cintura di
Orione nelle camere delle tre grandi Piramidi
di Giza, che secondo Ipotesi Ottica,
contengono un riferimento comune ai tempi di
sviluppo di questo fenomeno. Sulla superficie
comprendente anche l’intorno dell’altopiano
di Giza, lo schema dell’Ipotesi Ottica ci
restituisce quindi coordinate, secondo la
Fig. 20: sono indicate le posizioni delle due piramidi
seguente distribuzione di punti:
“Sfingiche” di Kirdasah e Shabramant, che nel modello
• una posizione centrale rappresentativa della
proiezione della stella centrale della cintura di rappresentano le posizioni del punto Sfinge in
Orione (la camera nel mezzo della base della proiezione dal centro della Terra nelle epoche “E” (che
piramide attribuita a Chefren); nel modello è rappresentata da ciascuno stenopeico).
• due coppie di posizioni sovrapposte, ciascuna delle Le piramidi “Sfingiche” nell’Ipotesi Ottica, sono
quali ai lati di Chefren: nella piramide di Cheope denominate come le città collocate sulla verticale degli
da un lato, identificate con le due camere superiori stenopeici S1 (Shabramant) ed S2 (Kirdasah); tali
della Regina e del Re; dal lato opposto, in
piramidi nel modello non risultano collocate alla stessa
Micerino, altri due punti sovrapposti, uno dei quali
coincide con la camera presso la base. Sotto di longitudine (sulla verticale) degli stenopeici stessi,
essa, a circa 40m di profondità, la proiezione perché la proiezione si ripete a distanza di circa 20.000
prevede le coordinate dell’ipotetica 5a camera anni a due diverse ore siderali; ciò per via del moto
della proiezione, ad oggi priva di riscontro (Fig. 19 proprio della stella cui la Zenitalità si riferisce,
a sinistra); assorbita solo in latitudine dalla precessione. Le
• Altre due posizioni collocate alcuni chilometri fuori proiezioni della Cintura di Orione (ed anche la
dall’altopiano di Giza, rappresentative dello collocazione degli stenopeici), individuano quindi in
sdoppiamento nelle due epoche di proiezione (E1 latitudine le epoche di Zenitalità ed in longitudine le
ed E2), della posizione della stella di Barnard sullo
ore siderali dei due eventi inclusi nel ciclo attuale.
Il secondo di questi punti “Sfingici” (perché ma, se si trovasse riscontro anche solo ad uno
collocato presso la seconda Zenitalità della di tali elementi mancanti? La relativa facilità
Sfinge sul modello proiettato in grande), con la quale è possibile confutare lo schema,
nell’Ipotesi Ottica è rappresentazione in scala tramite il controllo degli assunti e la
della posizione “fisica” della stella di conseguente falsificabilità dei risultati, è
Barnard. Coincidente con le rovine, ad Abu aspetto scientifico motivante per spingere altri
Rawash, della piramide di Kirdasah (dal nome gruppi di ricerca ad applicare il presente
del centro collocato sopra la posizione algoritmo, con precisioni superiori a quelle
calcolata dello stenopeico S2, attivo raggiunte dal cofirmatario Comitato ACA, che
nell’epoca E2). L’altra posizione “Sfingica”, lo ha eseguito per primo. E ricavare così nel
non presenta riscontri diretti e l'ipotetica modello le coordinate esatte della “Quinta
piramide ad essa associata pare essere Camera” e della “Piramide di Shabramant”,
“mancante”. Questa piramide è detta forse demolita come la sua omologa posta
nell’Ipotesi Ottica di Shabramant (dal nome sull’altura di Abu Rawash e pertanto passata
del centro collocato sopra la posizione inosservata fino ad oggi perché, come indica
calcolata dello stenopeico S1, attivo la topografia radar della zona, sepolta
nell’epoca E1) e le sue coordinate risultano nell’alveo del Nilo sotto fango e sedimenti
dal computo, giacere presso la città di Abu El accumulati per millenni.
Nomros circa 2km ad est di Shabramant (Fig. Si tratterebbe infondo, solo di approfondire le
14). scansioni radar del settore di Abu El Nomros,
I due elementi mancanti di questo schema sondare il sottosuolo di Micerino e di un
(una camera ed una piramide) possono insignificante campo coltivato, lontano da
portarci a ritenere lo schema troppo ipotetico, ogni monumento noto (Fig. 13).
Fig. 21: il modello “trasportato” e “curvato” dalla Convergenza dell’Ipotesi Ottica: è geometricamente simile a Giza.
APPENDICE 2
ANIMAZIONE DELLA LEMNISCATA PRECESSIONALE DI BARNARD
Confronto tra:
• la rotazione della proiezione dell’immagine della Cintura di Orione nelle piramidi di Giza (colonna a sinistra);
• il transito del punto Sfinge al meridiano di Giza, ipoteticamente osservato dal sistema di Barnard sull’emisfero
terrestre, con il relativo percorso (Lemniscata Precessionale - colonna centrale);
• l’osservabilità della stella di Barnard nelle stesse condizioni, da un punto fisso al suolo alla latitudine della
Sfinge (colonna a destra),
nell’intervallo compreso tra due proiezioni consecutive (ciclo attuale) della Cintura di Orione nelle Piramidi di Giza.
Figura 21: Ricostruzione analitica della Lemniscata di Barnard e confronto con la ricomposizione della curva unica di
Senenmut (a destra).