Sei sulla pagina 1di 243

Digitized by (

DI

FARMACOLOGIA
SULLE BASI DELLA CHIMICA

Digilized by Coogle
Digitized^y Google
ELEMENTI
DI

FARMACOLOGIA
siritiiLii ifiaibiLA smumiieA
DEL DOTTORE

GIOACCHINO TADDEI
Professore di Fannacolofta e Intendente di Farmacia nel-
V I. e R. Arcispedale di Santa Maria Nuova di Firenze ,
Membro onorario della Società di Fisica e Istoria Naturale
di Ginevra , ordmario dell' Economico-agraria fiorentina ,
corrispondente delta R, Accademia delle Scienze , e della
R. Società d’ Agricoltura di Torino , dell’ Accademia dei
Lincei di Roma , della Società di Scienze fisiche, chimi-
che ec. , della Filomatica , della Linneana , e di quella
dt Farmacia di Parigi, dell’Accademia di Scienze di Bo-
logna , di Lucca ec. ec.

EDIZIONE SECONDA
KIVltTA, COBKETTA, KO AMPLIATA UALI.’ Al TOKM

FIRENZE
eUCllSLMO PIATTI
1837.

-- Digai^ed by Google
Digitized by Google
,

PARTE SECONDA
SEZIOIVE PRIMA

ARTICOLO PRIMO

Dottai ITA. atomistica , o Teoria delle


PROPORZIONI DEFINITE.

Se la cognizione dei corpi elementari , considerati nello stalo


d’ isolamento, e per il lato delle proprietli loro individuali , forma
parte importante dello studio del Chimico , non è invero di mi-
nor interesse per lui il farsi interprete delle leggi, onde è regolata
di quei corpi la combinazione, allorché vengono ad unirsi i a i,
I a 1 , 3 a 3 ec. per dar luogo a dei composti ora binarj , ora ter-
nari , ed ora più complicati o in altro modo complessi.
I corpi elemi-ntari fino ad oggi scoperti (e sarebbe pur Io

stesso di altri che un giorno si pervenisse a scoprire ) hanno tutti


chi più chi meno della tendenza ad unirsi reciprocamente; ten-
denza cui obbediscono e soddisfano, non però a capriccio od a
caso , ma col freno di varie leggi , le quali tengono a se subordi-
nate le combinazioni tutte, di cui sono suscettivi , con regole co-
stanti di peso o di misura. E l’ insieme di queste leggi costituisce
quel corpo di dottrine , cui virn dato il nome di Teoria atosu-
STiCA , o di Dottrina delle proporzioni multiple, definite ec.
Sono i Chimici concordi in ammettere che lo stato di oppo-
sta eleitricilli . in rui due corpi si trovano ( o semplici o composti
che siano) determina in essi la reciproca unione, o la combinazioue
chimica, tuttavoliachè siano posti in mutuo contatto (i). Ma
questa conihinazinne , che si suppose potere aver luogo per via di
proporzioni o quantilé sommamente variabili fra i punti estremi
di una scala più o meno estesa, questa combinazione, io dico,
in cui per lo passato si ammise uu’infìuità di gradazioni fra il
minimum ed il mnximum è stala poi intieramente smentita dal-
l’esperienza (a): e riconosciuto é oggi universalmente, che nes-

(i) T. e lem. di Farmacologia ,


Tot. I, Ediiiooc II, pag. 3ii.
(aj V. Elem. di Farmacologia ,
Voi. I , Edizion* II , pag. 3o5.

Digitized by Google
o ,

«
lana coml/mationr si eflÌMiua,' tc>non in proporzioni dejinitf dalle
iiiolecnie componenti respeltivé, sia pur qualunque la natura
del corpo, cui desse appartengono E di qui è die non numerose,
ma scarse , e solo eirelinanlfs? '/icC sattum ,
sono le mhibinazioni
possibili Ira lemolecole di un corpo e quelle di un altro, se pure
talvolta non è unico il loro nm<lo di unirsi
Dassi il nome <it moti cola ’ di n<omo all’ ultimo resultalo
della divisione operata sulla materia; con che vuoisi alluderà non
a quella divisibilità , di etri ^sa sarebbe suscettibile col pensiero,
r che può essere concepita lino all' infìnito , ma alla divisione
meccanica spinta lino all' ultimo grado , talché la molecola resul-
tante ne sia tangibile , o in altro modo sensibile.
Fu Dalinn quegli, che, l'acendo rivivere nei linguaggio della
Fisica c della Chimica la parola atomo si valse di tal voce per
denotare in un corpo composto la quantità lelaiiva delle parti-
cellecomponenti di esso. Cosi per es nel concetto di Dalton può
1 atomo del corpo A
combinarsi con i, a, 3 o più atomi del cor-
po B per l'ormare il composto C(‘i). - •'

Ed in tal modo di ravvisare gli atomi componenti di on


corpo ,
come se composto losse di
sarà indtlTereiite di riguardarlo
10 di 30. o 3o di £ , o pur se lo losse di la del primo
-f- IO,
-f> la, atj> ^
tJel secondo. In una parola , non poiendò uoi sta-

bilire che dei r.apporlì , servirà di assegnare alla quantità ponde-


rabile dell’ n/omo A un numero qualunque, purché questo mau-

(i) Nou h da tacer«i ebe prima di Dalton areva uo dotto Irlandcae»


11 aigiior Higgiiàtf cooeepito l'.idca ebe non poteaaero due corpi reci-
, «

procamente conibinar«i ^
ae non io modo che una certa aemplicìtà di
rapporto doretae maiiit'ettarai fra il peso dell’mio e quello dell altro;
che è tftiauto dire doversi le combiiiaaiooi etTettUare eoo poraiooe d' ua
corpo e I , a, 3 0 più porzioot ri'un altro, le qnali foriero egtàali io
peso. R di qui è che Uahoo non fece ebe dare «viluppo a queste idee
di Higgiosi. NesMino perù dei Cbimicì volle accomodarsi di buon animo
ai loro pensamenti, se non dopo che simili vedute teoriche vennero
convalidate dall* esperieuse di Tbomson rispetto a diversi sali , e con-
fermate poscia da quelle del dott. VV «llasion , il qnale dimostrò avere
gli alcali la suscettibìlitè di unirsi con quantith diverse di acido a-cat^
bollico, delle quali 1’ una era precisamente dupla di quella dell* altro;
e tale è il caso dei carbonati aemnlice e biacido di potassa, di soda ,
di ^alce ec. Dimosirù parimeoie lo stesse Wollasion ebe essendo tre,

e beo diverse le proporzioni nelle quali l'acido ossalico sì combine


,

colla potassa, per lormame tre os»aUti distinti , la quantità di detto acido
ora ^ dupla , ora è quadrupla di quella contenuta nell* ossalato neutro;
poiché mentre quest’ultimo resulta dalla combioasione di i at. dì po-
tassa con I at. di acido ossalico, nell* ossalato biacido l at. di baie è
saliHcata da a al. e nell* ossalato qnadriacìdo da 4 *t. del ridetto acido*
,

A sostegno del quali fatti asserì Proust da altro lato , rendendo


conto delle proprie osservaxioni , non potersi formare veri ossidi e sol-
furi metallici ép non mercè la combiossione
,
in proponioni sempm
,

lUse.ed iovarubili I di no neullo coll* ossìgeno | o collo solfo*

DIgitized by Googlc*
i,
,
,

.*
''
~ ^
l«tig«8Ì «empre nello stesso nppprto con quello espsioienie U
quanliU poodersbtle dell’ altro ^ifooio coiqpoaenie ,i.>
Dicesi atomo elementare la molecola di ciascuna ^Uuiu ,

iodecom posta , cbe suscettibile aia di cotnbioarsi eop uno «.due,


0 più atomi di altra sostanza indecomposta ; « il prodotto resul*
tante da cosiifatia combinazione riguardasi come un
posto. 11 piombo nel peso di iaq,449 utuccecon I 9 ,QOO di os-
sigeno: Ora tanto 1’ uno-che l’altro rappresentano degli alomz
eUmentiwi o semplici { c ilt protossido di piombo ette, ne resulta
1 r atomo composto, •
,

Distinguenti poi gli atomi composti \a atomi di i'*. ordine,


di a", e di 3° ordine ec.
,r'!- Momi composti del sbordine sarebbero., come. si è detto,
quelli die derivano dalla combinazione di atomi elementari.,
come Ji’ ossido .di piombo , l'acido carbonico, altri ossidi e acidi
non solo binar] , ma andie ternarj , quadernari ec. ; j. prioti dgi
quali, costituiti sempre datole due sostanze elementari , vengono
distinti coll’epiteto di atomi inorganici, mentre gli altri costi-
tuiti per lo meno da tre principi (e tali sono gli acidi adetico
tartricu, la morGna, la elimina ec.} , tono designati col nome di
atomi organici.
Si dicono atomi composti del a* ordine i tali , od i corpi ot-
tenibili dall’ unione chimica degli atomi del ordine , come per
esempio il protossido di piombo saliGcato dall’ acido o-carbonico
(3-carboiiato di piombo), la morGna saliGcata dagli acidi 3-sol-
forico o acetico (acetato , o 3-sniraio di morGna).
Atomi composti elei 3” ordine tono quelli che provengono
da atomi del a" ordine vale a dire dalla combinazione di ali
,

con un altro sale , come per es. l’allume anidro o secco, il


s.'ile

feldspato ec ;
il primo dei quali resulta dalla cliimica unione di
) atomo di 3-soliato di potassa con 3 atomi di 3-solfato di allumi-

na , il secondo da quella di atomo di 3-siiicato di potassa con 3


i

atomi di 3-silicalo d’allumina.


Dassi Gnalmcnte il nome di atomi composti del 4° ordine
•gli tiessi «ali doppi , o resultanti dall' unione di due sali , tui-
tavolia cbe combinati stano enn vari atomi dì ac-qua ; come per
es. r allume cristallizzalo, in cu! si ravvisano 3 atomi di 3--$oirato
d’allumina -i- i atomo di 3-solfato di potassa -4- u4 “tomi d’a-
cqua.
Nella comliinazione di atomi eterogenei (siano dessi compo-
sti o semplici ) noi scorgiamo la vera combinazione chimica
quella forza cioè cbe è detta aiGnitè; dovecchè se noi consideria-
mo nei corpi composti le molecole similari, o gli atomi omogenei
abbiamo nella forsa che' H riunisce e li tiene legali l’ espressione
della coesione meccanica : ma sìa l' àllìnitè chimica , sia la forza
di coesione , lauto 1’ una quanto l’ altra richieggono per condi-
8
tione indispensabile , che gli atomi componenti prendano quel-
r atteggiamento ,
o quella posizione, die loro respettivaniente
conviene.
Dalla quale giusta posizione delle particelle della materia
dipende la resistenza , che i .corpi solidi presentano ai comuni
agenti ,
non che la facolUi di sottrarsi a vari mezzi di decomposi-
zione , inqualunque stato essi si trovino.

Esposizione deUe lefifi ,


onde le combinazioni chimiche venpo-^

no regolale nfpnchè ,
i composti che ne resultano siano in
proporzioni definite.

I. Può I atomo di varie sostanze elementari combinarsi con

I , z, 3 o più atomi di altra sostanza elementare, e cosi dar


luogo a dei composti , che ditTerenii sono fra loro non per qualiiò,
ma per quantità di principj.
I composti seguenti ce ne somministrano l’ esempio.

I at. di zolfo ao,ii6 1 atomo d' OMÌgcDo . . =


io,ooo (3o,ll6
arido unitutforoso) (tj*
I ala dì zolfo = aO)i i6 3 ala d'ozfigroo lo.ooo><i =
9 o,ooo (40,116
acido hisoìforvMo)
I ala dì zolfo = ao,iiO S at. d*o»«ìgeoo io,ooox3 =
^»ooo (So, 116
acido tritolforico)

I at. dì caTÌonios= 7,643 H- i at. d'oaaigcDo • . 10,000 (17,643


ossido di carbonio)
I tu dì carl>ooìo=r 7,6^3 1 «t. d' oaaig» io,oooX> ao,ooo (97,6^
acido biearbottico)

(1) Pcntaodo al Taotaggìo , che ai callorì della Scienza ne rerreb*


be a
<^nalora ai adoitaaae od linguaggio , che , oltre a darci l'idea dei
principi coatittienti di un compoato , ci daaae por quella della quantìlb
relativa , nella quale i medcainii concorrono a formarlo, immaginai di
denominare i compiati con voci tali, che, precedute da avverbj nume-
rali , poteaaero condurre allo acopo prefiaaomi. Non azzardai pero di fare
veruna innovazione , con aoatituìre altri nomi a quelli gih adottati ed
in nao ; che anzi conaervai a ciaacnno la reapettiva deaìoenza , e non
altro feci che inneatanri brevi parole o monoaillabi , di maniera che ad
ognnno, che già veraato aia nel linguaggio della Scienza , non poaaa non
riuacir agevole di denotar eoa parole il numero delle folte , che uno
•teaao elemento o principio entra nel cfompoato. Dirò di più , che que-
lla modihcazionc , da me iodoita nel linguaggio chimico , altro non h
che nn' imitazione ed ampliazione di ciò che , o per biaogno o per co-
modo , eraai incominciato a fare per varj eompoati , come cloruri ,
aolfuri ec.; riapelto ai quali ai usano (ino da qualche tempo le voci di
bicloruro, biaolfuro, trisolfuix) ec. per denotare quando uno sCetao ra-
dicale contiene due , tre , o più volte la qiiaDtiik del cloro o delle
*
zolfo, ch’etto ritiene in stato di cloniro o di solfuro semplice.
' lo ho eateao questa nomenclatura fino agli ossidi e agli oasiacidi ,
> ond' avere nei nomi , che ho loro reapettivatnrotc aaaegnato , il onmena
delle volte , in cni è ripetuta la qnanlith dell oaaigeno nei varj grada

. Coo^lg
,

Abbismo qai vedalo che l’elemento elettro-potitivo è coitan-


teroeme rappreteulalo dall’ unità , meuire l’ atomo dell’ elemento

<1*acìdificaziooe e d* oatìdaziooe di uno ateato^radicate. Or dunque ae


i nomidi acido aolforico, ac. aolforoao , foaforico , foaforoao, oaaido di
ramcf ,
di atagiio ec. , oella Scieuza tntrodoui da coloro che ue rifor»
marooo il linguaggio, et offrono ^ene la ooxionc dei princìpj loro com-

ponenti , altra e non meno importante ai è quella che ci ricn data


d«ll* avverbio numerale, da cui io faccio precedere i ridetti nomi,
eaaendo rotai mezzo il più htto per arquiatare idea det rapporto, io cni
quei steaaì cooopouenti ai trovano nel coropoato*
Di qui è, che mentre i nomi d'ac. ipoaoitbroaof d*ac. aolforoao. e d*ae.
aolforico 6nora usati ci dauno soltanto idea di corpi , ove 1’ oaaigeuo paa-
aando dall'uno all'altro è in incremento , le voci da me aostittiite di
acido uniaolforoso , biiolforoao , e trtsolforico c' indicano Ì1 rapporto ,
in cui 1* oaaigeuo dell' uno è all* oaNigeno dell'altro, eaaendo beii facile
a comprenderai , che nell'acido bisolforoao contienai a volte , e nel trì-
aolforico 3 volte la ateaaa qnautìth d* oaaìgeno , che contenuto è nell'ae»
nniaolforoao , prima e più Laaaa delle comLina/iooi aciile dello zolfo»
Uaaodo pertanto le voci au^iJetce per deoominare gli acidi dello
Bolfo, quelle di bìcarbonivo, triielenìco, trinitroao, quiuitrico, e qnin-
clorico, invece di carbonico, aelcnico , nitroao, nitrico, e clorico
Dcaauii cambiamento ai porta nell' iiiHesaione dei nomi , neasuna varia-
tiune nella loro deainenza , intanto che l'avverbio numerale innestatovi
ei serve d'indicatore delle proporzioni dell’ oaaìgeno , con ebe h com-
binato il radicale uet diversi acidi , o del nnmeru delle volte , in cui
1* ossigeno della prima e piii. bassa delle combinazìoui conosciate di nn

tal corpo h ripetuto o contenuto in altra qualsiasi a radicale identico»


Cosi, a modo d'esempio, dalla parola acido trisolforico ben si rileva
contenersi in onesto tre volte lo stesso ossìgeno , che si contiene neU
1' acido iinisoltoroto, come dal nome quioclorico si rileva esser quivi
l'ossigeno cinque volte quello che è coutenuto uel protossido di cloro.
Per conseguenza è ben facile a chicchessia di familiarizzarti con un
linguaggio , che , esseudo quello atesso già in uso , nou ha di più o di
nuovo ebe 1' esaer prer-eduto da un avverbio nuinerale.
Solo avviene , io non lo dissimulo, che volendo esprimere le pro-
porr.iooi dell' ossigeoo contenute in un acido, con innestarne il numera
al nome suo adìcttivo o specifico, o aia alla parola che n'esprime il
radicale, viensi talvolta s dar luogo a delle iuterpretazìooi equivoche,
allorché, col nome dell'acido, si passi a coatruìr quello di no qualche
aale che ne deriva. Coai per ra- , dovendosi dal nome dell' acido hzear-
bonico deaiimer quello del sali suol derivati , dovraonoai questi chia-
mare col nome di bicarbonati x voce però che diventa equivoca pel
motivo, che all' avverbio unmerale ai « pur da altri fatto ricorso con
iscopo dal mio diverso. Di qui è, che, mentre da me vuoisi col nome
di bicarbonato denotare no sale costituito da tal acido , i coi compo-
nenti sono t proponi, di carbonio con a proporr, d'ossigeno, nella si-
gnificazione già dai Chimici accordata al divisato nome , inteoderebbesi
nn aale. ove, fermo ataola il peso della base, trovasi questa esser
combinata con due volle la quantità dell' acido contenuto nel carbonato
aemplice
L'acido carbonico (bicarbonico) ed i sali che ne provengono, sono
però soli che possano dar luogo al sopradìvisato equivoco: il quale io
i

no fatto onninamente sparire , servendomi di altro ben diverso messo»


per denotare quando é che 1' atomo dell* acido é riprtnto le a , 3 ^ a ,

più volte , o per indicare il uomero delle proporsiooi , con thè dia nn

..Diyjlizcd by Google
IO
elettro'Degaiivo non lo è die oelle combinaxìoDi prime o più
basse.
È
raro rincontrare dei gradi d’ ossidazione , ove i atomo
di radicale o dell’elemento eleltro-posìdvo trovisi combinato eoa
più di 4 dell’elemento elettro-negativo: ma nei gradi di
solforazione sMneontra talvolta, che la combinazione del primo
'
col secondo si estende da i fino a 5. *,

I «t. dì potassio = 4^>99* ^ zolfo =ao,il6 ( 69,107 proto-


solfuro di potastio)
I at idem. . . . = 4^1991 3 dizolfo =: (
SpjZaS bisol^
furo di potassio)
ft at. idem. . . . s= 48.991 3 al. di zolfo = 60,348 (109,339 trisoi-
furo di potassio)
I at. idem. . • . = 48.991 4 •+" di zolfo = 80,^64 (129,4^5
drisolfuro di potassio)
I at. idem. . • . = 48.991 + 5 at. di zolfo =100 58o (i49f^7i ^aitt-
solfuro di potassio).

Questa stessa legge è pure applicabile alle combinazioni degli


atomi composti del i** ordine, nei quali trovasi cos\ bene verifi-
cala, come fra i couiposti resultanti da atomi elementari. £ difalti
si osserva die come 1 at. di zolfo si combina a 1 , a a , a 3 at.

d’ossigeno, cosi 1 al. di ossido di potassio o potassa si combina


non solo con 1 , ma anche con a al. di ac. 3>solfortco, con i ed
anche con a at. d’ac. ^-carbonico, d’acido lartrìco ec. con 1 , eoa
a , con 4 d’ acido ossalico.

1 at. d*ac. 3.so1forico 5o,ii6 (=109,107 di


l at. di potassa
\ fato neutro di potassa)
58,991 S^olforiro ioo,i3*i (=i5^aa5 di
(j-h a at. d'ac. S^oU
fato ùiacido di potassa)
r*4- 1 OKarliooico 37,6z|3 (= 86,634 dì ^-car^
at. d’ac.
I at. dì potassa
/ bo/iato Ht litro o s*impUce di potassa)
58,991 a at. d’ac. o.cartoiiiro 55.a86 (=ii4,a77 di Car-
bonato hiacido di potassa)

acido b salificata una data baie. Coai per es. mentre , col nome di
bicarbonato, io eaprimo la prima e più bassa combinazione dell'acido
bicarbonieo con una base qualunque (1 at, di carbon. a at. d’ossì-
geno per parte dell'acido) col nome di bicarbonato biacido esprimo un
sale, ove la base contiene due volte la quantità dell’ acido bicarbouico
contenuta nel bicarbonato semplice anzidetto; iutaoso che però col-
l’avverbio numerale bis, innestato al nome dell'acido, a me rinonovo
o dò a chi mi ascolta la nozione della cbiroica composizione dell’ acido
,

carbonico, rivelando il numero delle proporsiooi in cui l’ossigeno sta


unito al radicale carbouio. Cosi pure coi nomi trisolfato hiacitlo di so-
da e ossalato ^uadriacido di potassa , esprimo dei ssli , ove 1' acido
,

trisolforico b doppio di quello contenuto nel trisoljato semplice o neutro


di aoda, e l'arido ossalico quadruplo di quello contenato nell' ozzo/aZo
neutro o semplice di potassa (V* anche Elem* di Farmacologia , Voi. 1 ^
Bdizione 11 1
Ses. 11 , Ari. IV, • le Tavole dei pesi atonici).

j^Googlc
Il

f-+- I at. d’ac, tartrico 83,&)5 f=i4’,686 di tar~


t «I. di potaua
: grato neutro ni potaesa)
58,991 a at. d'ac. tartrico 167.390 (^raa6.3Bi di lar-
trato bìacido di potasta)
1 at. d’ac. oaaaliro ^ 5,^87 (=rio 4 .l 78 dì otta*
t lato neutro di poiatta)
at. di potaata
'•t- a at. d’ac. oxaliro 90,574 ('=I'Ì9.565 di otta-
58,991
I
lato bìacido di potatsa)
-t- 4 d’ac. oiaaliro 181,148 (=a40>'59 di otta*
lato t/uadriarido di potatsa)

Dai quali eteinpj resulta , che il solo elemento clcltro-neg»*


tivoè quello che è contenuto per più multipli nel composto; ma
questa regola soffre talvolta delle eccezioni. Negli atomi composti
del 3* ordine si osserva che il multiplo è talvolta costiiuiio dal
corpo elettro-positivo, anziché dall' clettro-urgativo , come per
es. negli acetati tribasico e seibasico di piombo; quali, raffrontati i

coll'acetato neutro della stessa base, ben ci dimostrano potersi


r acido acetico combinare con 1 , con 3 , con 6 proporzioni o ato-
mi d’ ossido di piombo.

s at. proloMÌdo di piombo =


| 39,449 -t- > *> arido acetico 64 ,Sl 9 =
{acetato neutro di protott. di piombo)
5 at. protoa. di piombo |39,449X3=4 8 34? -I- I at. ar acetico 64,319 =
{acetato tribasico di protott, di piombo)
6 at. protoa. di piombo |39.449X5 =r836,69/) -f- 1 at. ac. acetico 6^.3 ig =
{acetato seibasico di protott, di piombo)

In corpo elettro-positivo è le tante volle ripetuto,


altri poi il

che il composto si allontana dalle combinazioni ordinarie e comu-


ni , come per es. nel sotto-solfuro di ferro , il quale essendo for-
malo di

8 at. di ferro 33,910 X 8 = 371,360 -f- t at. di zolfo = 30,116


puù dirsi solfuro oUoferrico ; e nel sotto-solfuro di arsenico ,
che
costando di

13 at. d’ aracDÌco 47 ,tx>4 X = 664,048 -r- t at. di zolfo = 30,116


potrà chiamarsi solfuro dodecarsenicico.

II. Vi hanno poi altri corpi elementari, di cui la reciproca


unione si effettua per modo, che a atomi dell’ uno si combinano
con 3,5,7 Eccone
dell’ altro (i). varj esempi :

(1^ G. Daiton ed altri indagatori con Ini , nell’ arcbitettaic i primi


siatemi di Teoria atomistica, arcrano ammesso ebe il modo di combU
9 At. Hi fo«rort> =39,931 5 «t. H^oMigeoo =So ,000 (=69,931 acÌ4Ìo
trifosforoto)
9 at. Ht roAforo = 59,93 i H- 5 at. H* o«ftigeiio = 5o,oOO (=89,931 acido
quinjosforico)

9 at* Hi cloro = S at. H’ oaaigenò =


So, 000 (= 94,965 acido
tjuincloHea)
9 at. Hi «loro = 44>965 •+-
7 at. H*o«aig«;Qo= 70,000 (= 114 , 965 acido
% sctticivrieo) (t)*

111 Altra legge, la quale può considerarsi come conseguenta


.

necessaria delle duegili esposte, si è, che ogni qualvolta un corpo


elemeuiare è suscettivo di combinarsi con più dì una propòrxione
di altro corpo parimente elementare , la seconda , la tenta , la
quarta ec. di queste quamiti o propontiool , sono in un rapporto
semplice fra loro, vale a dire rappresentate da un numero o
nrnhiplo o $ubmuUiplo dì quello die rappresenta la prima.
Ed invero abbiamo poc’ ansi veduto, negli esemp. di pag. 7 ,
che su una stessa quantità di zolfo (90, 1 16) gli acidi trisolfonco e
bisolforoso contengono , il primo 3 volte, il secondo a volte, la
quauiiià deir ossìgeno della prima o più bassa delle combinazioni
acide , dì cui il radicale anzidetto è suscettibile , dir voglio l’ aci*
do unì*solforoso , ove T ossìgeno è 10, mentre negli altri due »
composti è =
3 o , ovvero 20. Fummo deipari cerziorati che

oaKÌoiie fra Hne corpi fosse anicamente quello, io cui 1 at. Hell'uoo ai
combina con 9 , 3 , 4 * ^ Hcll* altro ; ma l'esperienza ci bs in ap«
presso Hiraostrato, che bene spesso la natura si vale Hi altro e ben di»
verso modo per effetlnare le combioazioni , e dì quelbi segnatamente
che abbiamo Hi sopra iodi'^sto.
(1) Se il dividere o diniidiare gli atomi non repugnasse ed ostasse
all’idea, che la parola ce ne dà , a quella cioè di rignanlarli come il
resultato dell* ultima divisione possibile della materia, potri«si per
maggiore semplicità stabilire, che il rapporto dell* ossigena al radicale
fosse quello di 9 p, 3 * a
1 e riguardare gli acidi 3>fosforoso e
1
,

Sarseoioéo come composti di 1 at. di fosforo =


19,614, o dì 1 at. d*ar»
aeoìco = 4 ?)<x>4 ossigeno =
i 5 ; gli acidi 5 *fosforico c 5 »

arsenicico come composti di 1 at. dì fosforo =


19,614» o di 1 at. d* ar»
aenico = 4 *^}Oo 4 9 ^ at. d* ossigeno =
95 e gli acidi 5 *clorìco e ,

7*clorico come costituiti l*nno di 1 at. di cloro 99,i33 9= at«


d* oasigeoo = 95 altro di t at. di cloro
,
1
'
99,i33 >4» 5
J
=
at, d*oa«
sigeno. Ma secondo ogni probabilità, le combinazioni stirriterite ai cf»
fettuano , come si è detto, nella proporzione di 9*3, di 9 5 di 9*7,
*
,

coociossiachè , per oeutraiizzare cogli acidi o S^itrico o 5-clorico una


quantità dì potassa , o di altra base eguale a quella , ebe può essere
neutralizzata da at. d* acido 3 -solfonco
1 =
5 o,ii 6 , si richiede 67.703
d* acido 5-oitrico, o 94,965 dì acido 5 <lorico quantità o proporzioni *,

entrambe, che contengono 5 at. d*oasigetio au 9 at. del respettivo


radicale (Ved. la legge di N. V, sai rapporto, che debbe necessaria-
mente esistere fra roasi^no della base e quello dell'acido nei diversi
ossi-sali
,

i 3
l’acido bicarbonico cuotiene i volte la (juantiih deH'oNigeno, che
coatenuto c nell’ossido di carbonio , poiché se in questo è io,
in quello è m
ao per una medesima quanlilb del radicale carbo*
Ilio (7.65).
Lo stesso pure è da dirsi rispetto agli atomi composti del
irinio ordine , essendoché multiplo, e segnatamente doppio, del-
r acido* 3-solforico contenuto nel 3 -solfato neutro di potassa è

r acido del 3-solfato biacido della stessa base ; multiplo del pari
c segnatamente quadruplo dell’acido ossalico dell’ ossalato neu-
tro di potassa, é l’acido dell’ ossalato quadriacido della stessa base
(v. gli esempi di pag. io e 1 1).
£d in quella guisa che multiplo abbiamo veduto essere il
corpo elettro-negativo (o l’acido) negli atomi composti del 1° ordi-
ne , cosi multiplo può essere in essi il corpo basico o elettro-posi-
tivo, tultavolta che quest’ ultimo sia suscettibile di unirsi coll’al-
tro in più d' una proporzione. Abbiamo 1 ’ esempio di tai multipli
ne^li acetati tribasico e seibasico di piombo (v. pag. 11), il cui
ossido é in quantith o tripla o sestupla di quella contenuta nell’a-
cetato neutro, preso come termine di confronto.
Submultipla è quindi la quantità dell’ elemeuto elettro ne-
gativo nelle combinazioni , che resultano da 3 , 5 , 7 at. di esso
con a at. dell’ elemento elettro-positivo. Di che abbiamo l’esem-
pio nelle ossibasi , e negli ossiacidi che seguono, e in molti altri

a at. di terrò = 67 84
,
< -S- 3 at. d'oaaigeco == 3o,noo 97,841
soprossido di ferro)
9 iàt. di piombo =aS8>899 3 at. d' oisigeoo 3o,ooo (=^88,899
sesquiossìdo di piombo)
3 «i. di tolto = -h 5 at. d'oaaigeoo =
5o,ooo (= 90,332
acido sub-trisolforico)

i quali che siano coi composti , in cui il radicale dello


9 raffrontati
stesso nome trovasi combinato colla minor qaanlilà possibile di
ossìgeno, ben ci dimostrano di contenere questo stesso principio
iti una propoisiooe lubmidtipla di quella, in cui esso è contenuto

nelle combinazioni che seguono , e che prender dobbiamo come


termini di comparazione.

1 Al. di tVrro =r 33,930 ft «I. d'ottigeoo =


10,000 (=; 45 920
,

protossido di ferro)
I al. di piombo =>29,449 "h 1 d‘o»tigcao =
10,000 (=i39,449
protossido di piombo)
I at. di zollo = 30,116 -4“ I d* ossigeno =
10,000 (= So, 116
oCa ussisolforoto)

Ed composti di questa serie , quanto di


io fatti, se, tanto dei
quelli dell’altra, si ridurrà l’elemento elettro-positivo allo stesso
numero di atomi , o pur lo si rappresenterà coll’ unità io ambe-
«4
dae Ib serio , il rapporto dell’elemento rleuro<negalivo addìvien
tale, che la «{iianuik contenutane nell'uno addivJen stihmuUipUt
di qiiella'deU' altro. Coti è, cho tanto il soproMÌdo del ferro, che
quello del piombo, conterranno ciascuno i volta e nirzEa la quan-
tità dell’ ossigeno dei paotoMido respeuivo^ iu quella stessa ^uisa
che I acido sub tri-sollorico conterrà a volte e mezza tanto ossi-
geno, quanto- se ne contiene nel correlativo composto , o sia nél-
r acido unisolforoso, che è il primo e più basso grado delle com-
binazioni acide dello zolfo.
Lo stesso è quindi di «ar) altri composti salini , come per
es. i sali ses((uiacidi e sesqnibasici , i primi dei quali contengono
I volta e mezza la stessa quantità d’ acido eh' è contenuta nel sai

neutro correspettivo, i secondi i volta e mezza la quantità della


base dello stesso sai neutro. Eccone gli esempj.

Per i sali sesquiacidi


S at. potaaaa = 58,091 -f* 37, 6.^3 -t- l 3 8 aa
, = qi,qt ]5 acitlo bicarho-
DÌi-o luo, ses^uicarhonato di potasta^ birari>ODalo
«rirlo di poUMft
t at. potassa =
58 991 ,
1 at. (a7,6/f3) ac. bicarbonico 84),G3 car- = .'ì

bonato templict di potassa , bicarbonato neutro di potaaaa

Per sali scdqntbasici I

S at. ossido di piombe t39,.'i4o


qnin*foaforico =
3 X
4>B,347 > >(• (B9,a3H) acido

5o7,575 sottvfosjato piombico y quin-losfato


srsquiba»ico di piombo)
ai. osaitlo di piombo —
378, 89B H- at. (^,338 ) acido rosforiro
1

3^,I 3 G fosjatv steutrv di pivtnbo quÌD-foaUto semplice di


^

piombo.

Sonovi dei composti, che sembrano deviare da questa regola,


io quanto che l’elemento elettro-negativo degli uni è rappresen-
talo da quantità non siibmiiltipla di quella dell’altro. Tale per
es. si è l’acido quin-arsenicico rim|icllo all’acido tri-arsenioso ,
consideralo quest’ ultimo come la prima e pio bassa combinazione
deirarsenico metallico coll’ ossigeno.

a at. arsenico = ^,008 -t- 5 at. ossigeno =


5o,ooo ( =l44,co8 acida
arsenico y ac. quin>«rscnicico)
9 at. arscoico = 94 jOo8 >4- 3 at. ossigeno rr 3o,ooo =;i34/'o8 acido r

arscnioso > se. tri*arstniosa).

Quivi l’ossigeno dell’imo è all’ossigeno dell'altro nel rap-


porto di a5 ! i5. Ma entrambe queste quantità diventano tubmul-
tipU , allorché vengono paragonale con quella cooleuula uel
primo grado di ossidazione di altri composti , come per et. nel
protossido di cloro , nel protossido d’ «ntimonio ec. , ove per i
atomo del radicale Tetpettivo si contiene solamente io d’ossigeno.
Più che mai sembrano allontanarsi dalla legge dei mtàlipli
• suèmtulUpli alcuni fra i composti salini , e quelli segnatamente
1 ,

i5
resnitanti dalla combinazione della calce coll’ acido S-fosforico.
Potendosi questi due corpi reciprocamente unire in un numero di
proporzioni maggiore di quello, che per l’ ordinario si osserva
negli altri composti salini , si hanno oitce il 5*(osfalo neutro il
5-tosfato biacido ed il 5-fosfaio tesquibasico di calce, si hanno,
ripeto, altri due sali particolari (un sopra-fosfato ed un sotto*
fosfato) ove la base non è multipla nè tubmullipla di quella
conienilta nel sai neutro , del pari che non è multipla la base del

5-fosfato neutro per quella del sotto- fosfato.


Se, percorse le combinazioni fche io chiamerà ordinarie) del*
r acido 3-fosforico colla calce, si prendono in esame le altre due
facieriti eccezione alla legge dei multipli si vedrh che per una

stessa quantità di acido S-fosforico (a~ loo) il rapporto delia base


3 1
calce è quello dei numeri a , 3 , i , a -, i
3 3

lOO àcido ^fotrortco. . . . ^ 79>84 calce ( 5 •fosfato


neutro)

lOO idem -4- 79,84 -+- z= 119,76 di calce ( 5 •fosfato


ses^uihasieo)

100 idem . . . = 39,91 dì calce (


5 •fosfato

hiaeido)
__ Q /

soo idem 79,84 -t- —= 106,45 di calce (


tatto 5 -fo-

sfato delle otta)

00 idem 79,84 — = S 3 ,a3 di calce ( 5 • fosfato

ocidu/o).

Combinazioni ordinarie io chiamo le prime tre ; avvengachè


prendendo le mosse dal S-fosfalo neutro , non vi hanno che il S*
fosfato sesquibasico, e il S-fosfalo biacido che siano in accordo
colla legge ; nel secondo la base è nna qnantilà suimtilUpla di
quella contenuta nel primo , o sai neutro , preso per termine di
comparazione; mentre nell’ altro, o S-fosfato biacido, essendo
la calce la metà meno che nel neutro, la quantità di base, che è
contenuta in questo , viene ad esser multipla della quantità che
n’esiste in quello. Ma non più si ravvisa nna tal semplicità di
rapporto nel 5-fosfato calcareo delle ossa , ove la base stando

a quella del fosfato neutro I * I (>o6,45) è piu [che in esso


3 ^ j
sai neutro ;
nè tampoco la si ravvisa nel 5-fosfato acidnlo, ov’ es*
a 3
sendo espressa con 53,a3 , o stando 1 a quella del fosfato
^
3 ^
neutro , è - meno che in esso.
3


Digilized by Google
,

i6
Qualora poi per rimerà «erie di qaesii mIì si tenesse ferma,
la quanliU della mse , rappresentandola con loo , scorgerebbesi
or aumento or decremento dell’acido 5'fosforicar, in un rapporto
inverso; poiché come nel 5-foafato biacido, formalo con loo d’a-
cido , la base si mostra la inelé meno di quella del 5-foslato
neutro , cuti l’ acido , nello stesso S-fosfato biacido si mostra in
quanlili doppia di quella che n’è cuniemita nel sai neutro; non
altrimenti che sarebbe l'arido un terso meno che nel sai neutro,
laddove nel 5 fosfato sesquihasico si rappresentasse la base egual-
meute con loo , e coti degli altri.

lOO calce ia5,a5 d‘ ac, S-rosforico (5 fosfato neutro di calce)


lOO ìdcin -f- a5o,5o d'ac. ò-rualorìco {S-fosfato biacido)
lOO idem -I- 83, 5o d’ ae. 5-rostorico [S-fosfato sestjuibasieo)

Frattanto non è improbabile, come pensano alcuni , che il


sotto ^-fosfato di caler delle otta sia uii nicscuglio resultante da
S-fosfato neutro con S-fosfato sesquibasico nel rapporto di i * a ;
il qual rocscuglio venendo nel suo insieme rappresentato da

1 «ta «lì 5-rosfato acuirò fi al. ac. 5-foarorìro con al. calce)
-i* a «I- 5'loilato acat|uiLaaico (9 al* ac. S^romforice ceu 6 al. calce)

il sotto S-fosfato delie ossa sarebbe composto

di 3 et. «cido 5-fosforico c 8 < 1 . dee.

E
parimente é probabile , che da un mesruglio di S-fosfato
biacido e di S-fosfato neutro , nel rapporto di a ’ i, sia costituito
ilS-fosfalo acidulo ; il quale conterrebbe

em 3 *1. d* scido fosforico 4 di eolee (t).

IV. La decoroposiaione reciproc.'< di due tali nettivi posti a


mutuo contatto , avviene per modo che neutri del pari tono i no-
velli tali , che dalla decomposizione provengono (a).
I

(i) Retulta pertaolo da qaralo caame, chela Laae del /affo ^‘fosfato
dtììc ossa •arcLlie a Quella ael ^fosfato acidulo ori rapporto di u a t ,
roiue lo h fjuclla del o-fosjato neutro al ^•Josfatu hiacidut quindi bro
chiaro aocbe apparitee che , adottaodo lo aieaao numerw di atomi (3)
per 1' acido S-fosTorteo di lutti ì auddetti S*ro«iati ^ la baae reapeuira
ne aarebbe come aegoe.
S«F«arato neutro (3 at. acido S-foaforìeo e 6 aC. calce)
5-Foafalo aeaquibaaico f3 at. detto . • • at. delta)
.
g
5>Foafato biacido (3 at. detto • • • • O al. detta)
Rotto S-foafato delle oaaa (3 at. drtto • • • • 8 at. detta)
5'Foafato acidulo (3 at detto . . . . 4 delta).
(u) Fu ^Vcaael ) Cbìmico tedeacO) qacgli che lece queata bella cd

Digitized by Coogle
Abbia»! dfl 5 -nilr*to nentro di br.fite sciolio nrll'acqua, c sii
questa soluzione si versi del 3 -soH'ai» |iarìnirntc neutro di soda i ;

due sali si scomporranno per modo , che altri due adatto diversi
ne resulteranno. Ora essendo il 5 nitrato di barile formato da
69,703 di acido 5 -nìtrico con qS,688 di base, o il 3 -solfuto di
soda composto da 5 o.i i6 d'acido S-solforicn con Hq.ob’q di base,
si avranno per la mutua loro scomposizione due nuovi sali , cioè
del 3 -snllalo di barite iiKolubiIr, e del f>-nitr!iio di soda rimasto
in soluzione ; nel primo dei quali la barite sarà come nel sale
precedente =y!i,6dd , e l’acido 3 solforico b= 5 o. t itì , mentre
nel secondo la soda sarà parimente »39,oBy, e l'acido 5 nitrico
-= 67,703.
Egli .ora è evidente, che, tanto y 5 , 688 di barile, quanto
3 p,o 8q di soda , valgono a neutralizzare in pari modo 5 o, 1 16 di
acido 3 -sulforico, non altrimenti ebe 67,703 d'acido 5 -nitrico
servono a neutralizzare p6,688 di barite come 3 q,o 8 p di soda.
Dal die si rileva, che conosciuta la quantità di base neces-
saria a neutralizzare un peso dato di acido, c viceversa, si potran-
no facilmente rinvenire e fissare pesi equivalenti , che lutti gli
i

acidi ,
e tutte le basi debbono presentare per formare dei sali
neutri. Ed invero se si sottoponessero ad esame le specie diverse
di uno stesso genere di sali come per es. quelle resullanli da una
,

base qualsiasi combinala coll’ acido 3 -solforico; c se di ciascun ge-


nere si prendesse del pari in esame una sola s|>ecia , come per es.
la combinazione della potassa con tutti quanti gli acidi conosciu-
ti , si avrebbero t dati necessar) per determinare la composizione

qiianlilativa di lutti i sali neutri ottenibili per la doppia sconipo-


aiziooe.

importante osterTazione , la quale se non attiroad I' atteniiune dei Chi-


mici tanto quanto era da aspettarselo la ea^ione prtiLjIiìlnieiiie ne
,

t'nrono i tapti e bei ritrovati, di cui Scbcelc , Kccffniann , l’neatlcy , e


l.avoiaicr quasi aìinultaneamcnte arricchiroiiu la Scicu/a *, lutti urepa-
raudoai, chi in ou modo e chi nell'altro, e Lavoisier in specie, a nere il
crollo all’edilizio del Flogisto, lo sitl'atca occasione , divenuta !a dispula
oltremodo impegiiosa Ira gli scienziati dell'Europa tutta, moltissimi In-
rono gli ostacoli che i puciiraatici dorcttero sosteuerc contro partigiani
i

di Sthaal , che al Flogisto erano troppo devoti per la qual roiucidenzu


:

di tante cose, la mente dei cultori della Scienza riniase deviata da un


punto di dottrina , che turmava il cardine più solido della teoria alo*
mistica.
Erano gib decorsi alquanti anni dalla scoperta dì WcozeI , allorché
A. T, H. Kicbter dì Bcriioo, accintosi a sottoporre a nuovo esame le
iavestigazioni latte dal precitato Cbitnìro , ìnipicgovvì , per quanto dì-
ccai , una buona parte della sua vita ; e approromiaitilo lo studio della
relativa capacitb di aainrazìone delle basi e degli acuii , dette a questa
novella branca di Filosolìa cbiniica un grande sviinppu, a di molli tatti
la corrrdo.
Taddei, Farmticolog, VoL li. -2
, ,

Or dato, che un lai acido pena estere neutralizzato da


quantità variabili di basi dis erse
,
come per ea. da 7.Ò ù\ tì 4o
di 6',6o di tJo di A re. , pesi relativi di queste stesse basi
i

dovranno mantenersi esaiianienie nel rapporto medesimo dei nu-


meri anzidelli , qualora un egual peso di altro acido
venga E
surrogato al primo comunque diversa ne sia la capacità di
saturazione. Cosicché per la ragione niedesinia
dovranno corre-
suetlivamente esser proporzionali le quantità degli acidi À, ec. E
peso ora della base
che si richiedono per neutralizzare un egual
/I , ora di quella 6’, Z) , A' ec. (i).
.

Eccone a maggior chiarezza varie esempi liicazioni.

X-io!r*lo neutre di PotaRus so ii» 77 ^ di Pousss


It roDtiene
Il .Vsolfsto neutro di .Soda . . 7-799 di Sod» 10,000
Il .V.oUato neutro di Barite . . 19,093 di Barite d* ac̫lo
J.anllato nentre di Stronziana . 12, 916 di .Stronziana
Il 3-ioliorico
di Calce
Il 5 ->ollito ucutro di Calrc . .

Volendo ora conoscere quale sarebbe la quantità , in cui la


polriano combinare con un peso
potassa o la soda, la barile ec. si
uguale a quello del-
Ili acido 2 carbonico, J-nitrico, |-clorico(a)
rammentarsi che la quan-
r acido 3-solforico (10,000) è d’uopo
,
tità di acido 3-solforico
necessaria a neutralizzare un peso dato

di potassa, è all' acido


a-carbonico nel rapporto di 5 o,ii 6 :

di 5 o,i 16 : 67,703
all’ acido 5 -bi nitrico nel rapporto
:
a-7 643 -,

.
cosicene _ 5.5,6 5o,ii6
_ ,3,5
50,1,6 ^
acido a-carboniro
Da ciò pertanto resulta , che una quantità di
= !>,5i6, c altra di acido 5-bi-nitrico =
iS.Soq , hanno la sies.sa
quantità di acido 3 -sol-
capacità di saturazione per le basi, che una
Inrico t=. 10,000. , , . .

E poiché è 1 1 ,778 la quantità della potassa, chedapuò esser


a-carbonico . che j3,5oq
iieulralizzala si da S.SiS d’ acido
alcali che potrà
d’acido 5-bi-nilrico, cosi la quantità del ridetto
di acido a-carbonico , sarà a quella
f iscr neutralizzala da 10,000
acido 5-bi-niirico nel rap*
iiimenie neutralizzata da 10,000 di
orlo seguente
j

fll rv. T»d<lei, sistema di


Stechiomrtria rAiWra. Firrnzr
delle cifre, ond’i preceduto il nome del «ale,
f») OneiU dianosizione
ree . denotare < he il m.mero
atomico delf os.igcno contenuto nell .-
radicale; E di «tomi di
do } divi.ihile tu due atomi del ano
1 acido o. neo ;
o. . igeilo con a del radicale azoto, conrorrono a formare
formano 1 acido c or co (V. Ir
I ,me 5 .tomi di o.tigcno con a di cloro
parte di ijneato Trattalo;.
Tavole delle Formnle atomiibc , che lan

le f ':ingle
«9
Ac. 3-ctH>ODÌco PoUtia ac. i-carlionico Pctaaaa
5,5 i6 : 11,778 ;; 10,000 ; x; donde x = ai,35 >.

Ae. 5 'bi.nitrico Potaua ao. 5 -bi-nitrieo Potaua


i3,5o9 : i>) 778 10,000 ; x; donde X = 8,718.

Aumentandoli or dunque, o decrescendo la quanlitii di un


alcali neiuralizeato da un egual peso di acidi diversi, vedrassi
esser lo nessi il rapporto nella scala dei numeri rappresentanti la

base di ciascuno dei sali 3 -sollalo, a-carboiiato, e 5 -bi-uitrato di


potassa. Impercioccbè come la potassa del d-solfalo stk a quella
del a-carbonato e del 5 -bi-nitrato , cosi pure stanno la soda , la
barite ec. del 3 -solfato alle basi dello stesso nome nel a-carbnnato
e nel S-bi-nitrato ec., ferma sempre stante la quantità degli os>
siacidi respettivi.
Or dunque

Nei S-solfati formati Nei 3 >rarboniti formati Mei 5 -nitrati formati


con 10,000 d’ acido con ,000 d' acido
1 con 10,000 d’ acido
3.|o!l'orico a.carboiiico 5 -bi-nitrico

la
la
la
potaaaa da
soda da
barile da
7,799
19,0^
....
....
a 1.|,|38
a 54 6 3 . . . i
....a
11,778 aacenderti a ai, 35 o e diacanderìk a
a
8,718,
5,775
i 4 ,i 33
la strooziana da I3,9 i 5.... a 3^,4l3 . . .a 9,560
la calce da 7, io 3.... a 10,877 • • • a 5,358

Se ors si esaminano a confronto le quantità , che di uua stessa


base vengono saliGcate da quantità eguali di acidi diversi , ve-
drassi die r aumento o il decremento segue lo stesso rapporto in
tutte tre le serie dei sali.

Lo da dirsi per i sali resultanti da acidi di-


stesso quindi è
versi con una determinata, e sempre costante quantità di una
stessa base , come per es.

Il 3 -cttbonato ncotro di potassa il quale su q,686o di ac. 3 -caibonicol a


Il 3-aolfato neutro di potassa rbc su . 8,4955 di ac, .Vsolforico (' c § ;
Il 54ji.nìtrato neutro dì potassa che su 1 1,4?68 di ac. S-bi-uitrito^*^ o
^
^
Il t>.bi-borato neutro dì potassa che su 14,7887 dì ac. 6-bì'boricoi § 2
11 5 -bi-cloralo neutro di potassa che so 15,9794 di ac. S-bi-cloricol ^ m

Volendo pur quivi conoscere quale esser possa di ciascuno


dei sunnominati acidi la quantità respettiva , nel caso di dover
coll’ uno o coll’ altro di essi neutralizzare una quantità di soda ,
di barite, o di altra base in peso eguale a quello della potassa
10,000 , si desumeranno i dati del calcolo , stabilendo per fonda-
mento che 58,991 potassa hanno la stessa capacità di satura-
zione di 39,089 di soda ,
la stessa di 95,688 di barite ec.

Digitized by Google
30
Egli è ora evidente , dir , se vuoisi alla potassa ^lo.ono)
sostituire un egual peso di soda . quindi altro eguale di barite,
di sti'oiiziaiia ec. , doviaunb le quaiiuiìi degli acidi suiinoniiuati
, ina frattanto mantenersi sem(ji%'nrl
ora aumentare or decrescere
rapporto medesimo in cui essi sono , allorché iro'vaiisl M'TificaU
da 10,000 di potassa, come nel quadro testé esposto.
Di qui è che

^ri sali cotiicncliti Pìri sali ronlfoenti >ri sali contfiit-nli


10,000 di potassa io,oot) di soda 10,000 di barila
f
ì

I* ar. a.^*arboaico da asrrndrtb a 7,0718 discenderb a 0,8889;


1* ac. S-solToriro da 8 , .,955 * . •*. a i».8Ìjo
9 . . ,a 5 ,o 373 ì
I* .ic. 5.fiitrico da li/|7t'8 . . * a i7.3aoo . . . a 7 075 ;;

l' se. tUiorito da 14,7887 . • . a », 3 i 8 i , . , a 9,1 173 ;


l’ac. 5 .cluriro da 1S.9794 • • • a 79. 1 iSi . . .a 9,85 13 ;

Ove si osserva esser costanlefmente lo stesso il rapporto fra la


qii.mlilh ,
con che da uh acido medesimo sono salificate quanlitli
eguali di basi diserse. In ciascuna delle tre serie.

V. Tullavolta che In un sale metallico viene Indotta la de-


composizione , e sirtiiiltaiieaiiienle la riprisllnazione del metallo,
per mezzo di un altro di\erso(i), il nuovo sale metallico rhc
ne resulta è neutro , come lo era il primo avauli la sua decompo-
sizione (a). Cosi per es. se, per mezzo dello zinco, si decomponga
una soluzione d'acetato di protossido di piombo, e mediante il
ferro altra soluzione di S-soIfato di rame, e col rame altra di
5-nilrato d’ossido d’jirgento , ollengunsi ire nuovi sali (l'acetato
di zinco, il 3-solfalo di ferro, e II 5-iiilralo di rame) quali sono i

neutri come lo erano i primi tre avanti che venissero decomposti.


Chiaro emerge da questi fatti , che dalla qnantilk dell’ossi-
geno contenuto nelle diverse basi , dipende il potere sallficaute
di esse, c che presa cognizione Jel rapporto in cui si trovano
l'ossigeno e il radicale in un cssido metallico o In una base qua-
lunque , in una serie di sali , si può pervenir col calcolo a cono-
scere la proporzione dei componenti In tutte le altre basi (V. a
questo riguardo la legge di N. VI, p»g. si).
Suppongasi a modo d’es. che vogliasi decomporre del '5-ni-
tralo di protossido di piombo, con immergervi una lamiii;i di
zinco, l’acido 5-nIlrIco si spogllerii del protossido di piombo oude

(i) Non ogni metnllo, che ronfronto di quello rarirnic parte del
al
•ale , gode di proprietà clcttro-positire , pnó riuscir idonro a produr
quest' eltVtlo,
(a) Questo fatto era stato traveduto da Kirvan , ma non fissò L'at-
teiìzioiir dei Chimici , se iiuu dopo che venne confermato e sviluppalo
da Itichler.

Digitized by GocJgle
,

i Drulralizzam ,
per assumere in «uà vece rlrll' ossido di zinco, e
rosi formare un nuovo sale: Ma siccome la nuova base (ossido
di z.iuco^ si forma a spese dell’ ossigeno abbandonalo dal protos-
sido ,di piombo , mano in di mano che questo
si ripristina , cos^

conoscKiido il rapporto fra l’ossigeno ed il piombo nel protossido


di esso ,
polrassi dalla quantilh del piombo ripristinato , arguire
uplla dell’ossigeno di cui spogllossi , dei pari che dal peso o
3 alla quantità di esso polrassi dedurre quella dello zinco sul
quale si reca, tullavolia die si abbia la nozione delle proporzioni,
in cu: la formazione dell'ossido di zinco si effclliia.
Orail rapporto fra il piombo e l’ ossigeno essendo di
1
‘>9,1^4910,000, quando che nella decomposizione del 5 -ni-

trato di protossido di piombo, operata mediante lo zinco mclalli-


GO, si abbia 100 di piombo ripristinato, l ossigeno da esso ceduto
„ .

allo zinco sara x: o sia


.lo.oooX 100
;
.
e 17 —
Il,
7,7^5 : b, poiché nelr os*
• I .

'.» 9-449 .

tido di zinco l'ossigeno è al metallo nel rapporto di io, 000:


4 o, 3 za, cos'i lo zinco rimasto ossidato daH'nssigeno 7,735 ceduto
^
dal protossido di piombo sarà x, o sia 3 1,1 48. ,

10,000
Donde consegue che il 5 -iiilrato, avente per base prima della sua
decomposizione un ossido composto da 100 di piombo metallico
-1-7,735 d’osrigcno, avrà per base dopo essere stalo decompo-
,

sto col mezzo dello zinco, un ossido formato da 3 i,i 4 <^ del
ridetto metallo -f- 7,735 d’ossigeno; che è quanto dire poterlo
stesso peso d’ acido 5 -nilricu essere in pari modo neutralizzato $1
da 107,735 di protossido di piombo che da d’ossido di
,

zinco (zinco inciallicu -j 1 , 148 -+- ossigeno 7,735).

VI. Altro reale e grande incremento alla teoria delle pro-


porzioni defìnìle fu apportalo da Berzelius, il quale dopo tante e
profonde roedilazioiii ed accurate ricerche su composti chimici i

potè trarre dalle osservazioni di Wcnzcl e di Ricbter l’ importante


corollario, che, nella numerosa serie degli ossi-sali 1’ ossigeno del-
r acido è in un rapporto semplice coll' ossigeno della buse o vice-
versa. Lo che ha dato luogo a stabilire la legge seguente , cioè
•• che quando in una combinazione formala da due atomi composti

del 1° ordine, ai quali sia comune lo stesso elemento elellro-ne-


galivo , la quantità che di questo è contenuta nell’ acido c multi-
pla per un numero intero di quello che se ne contiene nella base u
Serve di portar 1 esame su diversi composti salini.
'

Cos'i si trova che l’ acido dei 3 -cai lionati neutri contiene 3


volle l’ossigeno della base, 3 volle lo contiene l’acido dei 3 -sol-
faii , 5 quello dei 5 -nltrati e Sdorali, 7 quello dei 7-clorati ec.
.
,

11
Bipporto
fra I* OMÌ^CDO
dell' arido e (|i)cUo
drlla l)a»e

At. Ac. 9 *cArbooico


9 *CarboDiito (
9 at. OMigeoo =s
=: ao
90 X
di i

aU ocftigeoo
Cairtr
|
L Al. caIcc (

(
1

I at calcio

3 -Solfftto ^1
'
' Al. ac. S'Aolforico
( 3 at. oaaigeoo “^
di ( 3 :o
PoCUZA i at. otaigeoo == IO }1
1 At. pOtAAlA • •
1 Ì I at. potatalo

( 9 at. azoto
5 ‘bi-NÌtrato
^

f
1-
At. AC. !*niirico
(
5 at. oaaigeno = So
di <
5:0
Barite
\

1 Ai. bATÌtt ( I at. oatigeoo = IO (

|1 ( t at. bario

( 9 at. cloro
7>bi Clorato 1
1
1
’ At. AC. 4 ‘clorico { 7 at. oaaigcDO = 70 v

di (7:0
POUMA
^
'
1
1 At. pOtAAAA •
( I at. oaiigeno = 10 5
)
^ ( 1 at. potatoio

E questa legge (che altro non è che un corollario della legge


dei multipli di N. Ili) non solo è applicabile a corpi ossidati o aci-
dificati, coi quali l’abbiamo esemplificata, ma lo è eziandio a
quei composti rari si , ma che pur talvolta s’ incontrano , quali
son quelli che resultano dalla reciproca combinazione di due clo-
ruri, di due solfuri ec. ; e si estende perfino ai sali aventi per
acidi c per basi dei materiali di provenienza organica , come sono
r acetato di morfina , il citrato di chinina ec. Rispetto a che giova
di avvertire , che questa legge presta grandissimo soccorso, all’oc-
casione di voler determinare le quantità numeriche esprimenti
r atomo di vari corpi si elementari che composti.
Se non che dobbiamo por mente a quei sali che , essendo ,

suscettibili di subire dei cambiamenti chimici dipendentemente


dagli esterni agenti , non più mantengono lo stesso rapporto fra i
componenti respettivi, ed hanuo una neutralità precaria. L’ossi-
geno , elemento elettro-negativo , eh’ è comune all’acido e alla
base , si aumenta talvolta o in questa o in quello, sia per la setu-
]dice esposizione all’aria, sia per la decomposizione indotta dal
calorico nell’ una o nell’altro; £ questa immissione o addizione dì
ossigeno nell’uno o nell’ altro modo operata , inducendo dei cam-
biamenti notabili nel rapporto che passa fra l’ossigeno della base
e quello dell’acido, turba e rompe ul volta la neutralità del com-
posto.

Oiuiiiz., i by C;.;ìOgk
a3
Nei die tono in uno italo di transizione, come quelli ove
tali
la base è congiunta ad un acido iiicoiiiplelo , o culla desinenza in
oso, varia il rapporto Tra l’ ossigeno di questo e l’ ossigeno di
quella, ogni qual volta l’acido respettivo assorbendo l'ossigeno
dall' aimoslera , completa con esso la propria aciditìcazione , e si
converte in acido colla desinenza in ico. A malgrado però, die per
questa addizione dell’ elemento eletti o- negativo si muti il rap-
porto Ira l’ossigeno dell’ acido e quello della base , pur tuttavia
uiantieiisi nel maggior numero dei casi la ntutralilh del sale.
Cosi per esemp. neutro è il a-solGio disoda, ove il rapporto
fra 1’ ossigeno dell’ acido a quello della base è di a ^ i.

''
W* C 1 zollo
I at. «c. 9'HOUoroco / . .

(
I ftt. o&«igcoo

e neutro è parimente il 3-solfato di soda., ove il rapporto fra l’e-


lemento elettro-negativo comune è di 3 ; i.

( . ^ « ir • f I »t. zolfo
at. ac. a-aolionco
(3»
e ir • l I 5 . _
S •Solfato \ at# uantgeoo
di /
Soda i a j f 1 ats o««ìgeoo
1 at. ftOQto
^ (

Nei .^solfati (Iposolfali) che formati sono da un acido , ove


il radicale è in uno stato d’ ossigenazione incompleta, il rapporto

fra l'ossigeno dell’acido e quello della base è 5 ^ i , e per "


conseguenza superiore a quello che si ravvisa nei 3-sol(iti , ma
inferiore a quello dei 3-soifati ; che è quanto dite esser necessarie
"ì proporzioni di acido sub-lri solforico ^J-solforico^ per neutra-
lizzare una proporzione sola di base, o quella stessa quaiititii die
ne potrebbe essere saturala da i atomo di acido o bi-sulforoso o
tri-sol i'oricu. £d in ciò abbiamo la prova della deboi capaciik di
saturazione dell’acido ’ solforico.

i-.Solf.to
\
“• « tu'-b-olforic.'
5 ^
.

•li < >(5;i)


f '
/ . .1. di pou...
r . .
poUuio
)
t, (
1 at.

Procedono cose ben’ altrimenti in altri sali; poiché perdo-


le
no o depongoiio costantemente la loro neutralità quelli , di cui la
base , costituita gih da uu ossido metallico in isiato di ossidazione
incompleu od intermedia , è suscettibile di assorbire dall’ atnio-
sfera r oisigeno , del quale abbisogna per far passaggio ad un
grado supcriore, di ossidazione. Allora non solo cambiasi il rap-
porto fra l’ elemento elellro-uegalivo comune all’arido e alla
base , ma cessa eziandio o sparisce la nctUrnlilà del sale , avven-
gaciiè sussistere ella non punte , se non quando l’ ossigeno del
componente acido mantiensi nel medesimo rapporto cou quello
del componente basico.
Cosi per esempio neutro nella signiBcazione rigorosa della
parola (i) è il 3-solfuto di protossido di ferro, inquanto die
l’elemeolo elettro negativo, o l'ossigeuo dell'acido, è uii multiplo
di quello contenuto neil nssido, che serve di base, per un numero
semplice o intero ; essendone il rapporto di 3 ^ i.

1 At. zolfo
3‘SoIfato
i At. ac. S-Aoliorico (

(
3 Al. ossigeno = 3o
<ii protossido (3;i)
di éerro . . ^ ( ft Al. oisigeuo
I At. protoss. di forro
^ terrò

Ma passaggio della base dallo stato di protossido


operatosi il

a quello di soprnssido , il rapporto fra l’ ossigeno di essa e quello

dell’ acido di 3 I l , ma di 3 I i j
non è più Cessa (in d’ allora
la neiilrnlità del sale (a) , nè più si ristabilisce se non si aumenta
la quantitli dell’acido 3-snlfurico, per modo che l’ossigeno di
esso ritorni ad essere nel rapporto che prima con quello della
base , ascesa giù allo stato di soprossido.

**'
^ s ir
3-.Soir»io C
s
* 5-»olforÌ€o ì «t.
f 3
(
OKdgeuo = _
oo
.
ì

di toproiisido^ (S;iJ)
di t'erro f .
* ,
•*'
j' r ( • • • ouinno = l5 \
^
^

( ( I .t. ferrS

(i) Vuoisi qui , nel parlar di neutralità , alludere non all* indi6Te-
renxa delle carte colorate reattive (gÌAccbè il cambiamento di colore nou
è criterio sempre sicuro per far revocare la neutralità di un sale) , ma
alla combinazione resultante da a atomi composti del I* ordine 1* uno .

acido od elettro>negativo , 1' altro basico od eiettro-posiiiro. Ond* è che


neutro in colai arcettazione della parola debboosi riguardare il a«carbo«
nato di potasaa ^sal di tartaro alcaVioo) , il 6d}orato dì soda 'borace) ab>
benché voltino al rosso la carta tinta eolia curcuma. t\ che tali saggi
eolie carte reattive siano criterj tallAci per giudicare della neutralità o
nou neutralità dei composti salini , ne abbiamo la prova nei a-carbonatl
biacìdi di potassa t di soda i quali , a malgrado di essere sopra sali o
,

di contenere un eccesso d’ acido %>carbonico « reagiscono debolmente


sulle carte colorate , o sulle tinture a modo degli alcali.
(a) Rato divieo basico o sotto>sale , a motivo ebe da ferro ossidato
con IO solamente di ossigeno, passa allo stato di ferro ossidato eoo i5
del ridetto principio ossidante.

Digitized by Googic
,

a5
Cosi per la stessa ragione non più dalla medesima quaiitiik
di acido 5 bi-iiiiricopuò rimanete neiUralizznto Tossido di palla-
dio, qtiaudo questo passa dallo stato di protossido a quello di deu-
tossido o di biossido'', nel qual caso il rapporto Ira l’ elemento
elettro negatiso dell’ aciilo e quello della base, non è più di
5 * I come prima , ma di 5 I % ( i).
Nè d altronde può quel sale riassumere la sua neutralità, se
non per mezzo dell’ aggiunta di altra quantilh d’ acido S-nìtrico
uguale a quella che già riteneva , quando era Dittato di protos-
sido, avvengacltè non puossi altrimeitti ottenere che l’ossigeno
dell'acido torni ad essere nitililplo per'un numero semplice di
quello della base, che è qttatito dire nel rapporto io ^ 3 o di
5 à 1 , come per lo avanti lo era ttel nitrato di protossido.
Eccone a maggior chiarezza gli esempi.

( 9 al. azoto
5'bì-Nitriito
1 at. aCa £'bi-nitrÌco .
( 5 at. Ob&tg. = 5o )
d' uDÌo»«ido < (5;-)
di pAlUdio
I at. aaìoM. di palladio. (
1 at. oasig. = IO )
ì ( I at. palladio

3 at. azoto
5 bi-Nitrato
baaico
I at. ac* 5-bi*DÌtrÌco (

( 5 at. o»sig. = 5o ì
(5;«)
di bioaatdo
di palladio 1 at. bioaaido di palladio ( 3 at. Oiiiìg. = 30 i
I af. palladio
(

C 4 azoto
3 at. ac. 54)i>DÌtnco •
5'bi-Nitrato (io at. oaaig. ~IOO
di biosaido
di palladio
1 at. bioaaido di palladio (
3 at. onaig. = 30
( I at. palladio

In varj dei sali composti con ossiacidi , in coi gli elementi


componenti respcllivi sono combinati nel rapporto di 3 ; 3 o di
5*3, l’ossigeno dell’acido è all’ ossigeno della base
* '
3*3,
oppure ; ; 5 ; 3 di che abbiamo l’esempio nei l'osGli e fosfati
:

negli arseniti e arseniaii , antimoniti e antimoniali , manganesa-


ti ec.


at. ac.
ice
«•fosforoao ( 3 at. foiforO
Tri-bi-Fo* * (
,
3 at. oa»igtuo 3o
[(3 13, osala
ifito dì
Soda ( 3 ) ( 3 o.ssigcoo
at. 90 'i-')
I at. soda
(
3 at. aodìo

(l) Cambiato per tal modo il rapporto tra 1' elemento elettro-nega*
tivù dei due cumponcnti il sale ,
esso traarorroasi io sale basico orsetto-
sale.
3 Par la signi6casiooe di
( )
tali oomi composti r. le Formule atomi-
, ,

96

( 9 at. Toaforo
rv t• e \ * V I at. «C. ?*tOhForKO
Qoiu-bt>ro« {
' 5 at. o»sigeoo"= 5oVc.«
® f(5;Q)Oaaia
«tato di <
Sod.
(») _ . .
( a at OMIgcUO = ao^
^ C 9 at.‘ ftodiu

Qoio*bi-Arae-/ 6 at. arafoico


3 at* ac. 7 >ar«tuictco ( '

0Ìato oratro \ (.5 al. oaaìgeoo =i5o^,^5.g^

•oprotaido è
4
^
at* aoproaf. di terrò ( 6 at. ossigcDo = 6o( ’ -O
di Ferro V I 4 at. ferro

Trallandosi poi di sali con eccesso d’acido o di base , il rap-


porto fra r ossigeno dei cotnpoiiriitì respettivi segue la legge dei
multipli, crescendo e scemando nella ragione medesima, in cui
il sale si allontana dallo stai» di neutralità sia per il di più del-
l’acido, sia per il di più della base.
Cosi per esempio, se, nel far la comparazione fra sali resul-
tanti dallo stesso acido e dalla stessa base in proporzioni diverse
prendonsi le mosse del sai neutro respellivo si osserva , die,
menire nel a-carbonalo neutro di potassa l’ossigeno dell’ acido è
all’ossigeno della base nel rapporto di a * i , nel a-carboiiato
sesquiacido è di 3 ' i, e nel 3-carboiiato biacido di 4 i > ì che
nell' ossalalo neutro di potassa questo rapporto è di 3 ^ l , nel-
l’ossalaio biacido di 6 ^ i, e nell' ossalalo quadriacido di i3 * i ;
che nel fosfato neutro di calce è di 5 I a ossia di a j * i , e nei
fosfato sesquibasico di 5 * 3 ; che nell’acetato neutro di protos-
sido di piombo è di 3 ‘ i , e nell’ acetato tribasico di 3 i 3 ; che
nel ‘-nitrato neutro di protossido di piombo il rapporto è di 5 * i,
e nei 2-nilrali bibasico, tribasico , e seihasico è quello di 5 * a ,
5 : 3 , 5 ; 6 (3).

"VII. Nelle combinazioni di atomi composti del a“ ordine ,

come sono sali doppj , ove 1’ elemento elettro-negativo è in co-


i

mune , rossitteno della base dell’uno è un multiplo per un nu-


mero intiero dell’ossigeno della base dell’altro; nella guisa stessa

che inserite nel presente Trattato, e Voi. I Farmaculug, Eidia. II,


Sez, 11 , Art. IV.
(t) V. come sopra.
(aj É rarissimo d' iocootrare ebe il rapporto fra l'ossigeno dell' aci*
do e quello della base sia di 3**q. Unico è 1' esempio che fiu qui ne couo-

sciamo ) ed è il seguente.

•Tiitrito a at. azoto


quadri-basico^
' at. ac. '^•nitroso. (
( 5 at. o»*Ìgeoo = 3u ^
'
' (3:4)
a
protossido ossìgeno ==
at. protos. di piombo
( 4 4<>
^
di piocubo 4 4| at. piombo
(

Digilized by Googie
,

’7
che la quantitii dell’acido che compete all' una di quelle basi
,

e multipla della quautitlt di acido che compete all’ altra.


Sali doppj, o a doppia base, sono rallume, Il feldspato ec.,
essendo il primo una combinazione di acido 3-snlfnrico con allu-
mina e potassa, e costando l’altro di acido 3-silicico unito ad
entrambe le summenlovale basi; Le quali entrando nella respet- ,

liva combinazinne salina non nello stesso numero di atomi si ,

appropriano diverse quantità del relativo acido per salificarsi.


Riguardando pertanto il 3-sullalo di allumina e di potassa
come un composlo di due sali ove un acido identico salifica due ,

basidiverse, e ciascuna in ini numero di atomi ben diflrrente,


dobbiamo in tal concetto rappresentarsi quel sai doppio uel modo
che segue.

'
3 at. zolfo
\ 3 at. ac. 3-aoU*orico !

I 3 at. di 3-aol * 9 at. oa<»igcao )


fgiS, os-
tato di al-
.ia 3; i)
lumina 3 at. Ukiigriio \
at. allamina
.
|
3 at. alltiaiiuio
Allume
, .... ( 1 at. zollo
•'
Il at. di S-aol-y osaigcoo
\
fato «li po-v C5;.)
taaaa #. ata
» » (
1 at. oftsigrno ^
fi potassa *
( I ac. poldu»io

Preso In esame il rapporto che esiste fra i numeri esprimenti


la quantità dell’acido comune ad entrambi questi sali , e quello
che pure esiste fra ì
pesi dell' elemento elettro-negativo comune
all' ossiacidoe alle basi , si osserva I. che I’ acido del 3 -solfalo di
allumina è triplo dì quello del 3-solfato di potassa 11 che 1’ os- :

sigeno dell’acido è a quello si dell’ima come dell’altra base


3 à 1 : 111. finalmente che parimenti 1’ ossigeno di u at. d’al-
lumina del primo è all’ ossigeno di i at. dì potassa del secondo
:;3-«.
Lo stesso è pure del sai doppio ,
conosciuto col nome di
feldspato.

^ at. ac. 3-aiIicÌco [


3 al. di 3 -il-' ^ **^'»*^a >
1
( 9 ?(9;3, oa-
licato d* al-
« . • \ aiaStc)'
lumina ( 3 at. oaaigeno ^
3 at. allumina '( a at. allumiuio
Feidspato<
(
i at. aìlicio
I at. ac. 5-ailìcico
t at. di 3.ai-\ ( 3 at. oaaigeno
^
licato dipO'^
taaaa ( l at. Odaigeno I
t at. potaaaa .
potaaéio

Digitized by Google
afì
vili. In alcune (ma ben poche) combinaaionl dì aioroi
composti del ordine , aventi 1* elemento «lettro'positivo a co*
raune , come sono quelle di due sali a base identica , il aumero
degli aiotuì dcir ossigeno contenuto nella quantitli dì base di uno
(lei salì, è un multiplo per un numero intiero delT ossigeno
contenuto nella quaniità della base clic appartiene alT altro ; o
sivvcio r ossigeno dell* acido, congiunto a quello della base re-
speuivamciite salificala di uno di quei sali , è un multiplo del-
V ossigeno parimenti conieuuiu uelT acido e nella base deÌK altro.
Ne abbiamo T esempio nella magnesia alba così detta, o^e la
base magnesia trovasi scompartita fra T acido a-carbonico e 1* ac-
(lua; la quaT ultima meulre in parte pone il ^-carbonato in ìstato
(l'idrato, per T altra parte, unendosi all* eccesso di base, fa
uiBcio di acido.

3. _L o at carbonio
S at. a-rarbo*
at. ac. 3-carbooico
{
;
(
o ^
at.

oaaigeoo = c
no
Dato
di inagueaia 5 at. magnesio
S al. magnesia. (
( 3 at. OKiigeuo = 3o
Macnksu / ( 3 at. idrogeno
I at. d' idrato
I at. acqua •
( I at. ossigeno = io
di
magoeaia 1 at. magucsio
I at. magnesia.
'
(

( 1 at. ossigeno = i '

G at idrogeno
•4* 3 at. d* acqua (

^ 3 al. ossigeno = 3o
Lo stesso quindi èda dirsi dell’Aztiirro montano , il qnale è
costituito di 3-carbonatu di deutossido di rame, e d’ idrato della
stessa base ; lo stesso della Datolite , minerale o tal doppio, eh' è
composto di 6-bi-borato e di 3-silicato di calce.

IX. Teoria dei volumi. La chimica combinazione , di cui


sono suscettibili le molecole dei fluidi gasosi si effettua in pro- ,

porzioni determinate e multiple , non solo per rispetto al proprio


peso, ma avuto riguardo aiicbc al loro volume, tanto quando il
composto resultante mantengasi nello staio di gas o di vapore ,
quanto anche nel caso in cui esso assuma lo stato di liquido u di
solido. Or dunque nelle combinazioni gasose dobbiamo noi pren-
dere in esame non più solamente il rapporto che passa ira il
,

peso degli aiumi componenti, siano dessi elementari o composti,


ma quello eziandio che esiste fra il volume d’ entrambi.
Le leggi medesime da cui abbiamo veduto essere influen-
,

zate e governate le combinazioni chimiche fra corpi solidi e li- i

quidi ,
regolano e governano in pari modo le combinazioni rh«
liaiino luogo fra corpi gasosi tanto elenieuiari che composti ;
i

Digiti.^ed by Googli
an
onH'è die i volume dato di un pai «ì riemenlare die composto
combinasi con i , oppure cou i J , con a , cou 3 , con [\ eguali
volumi di altro gas (i^.
Questa maniera di rappresentarsi le combinazioni chimiche
dei corpi gasosi in volumi determinali e multipli , vieti detta
,

Teoria dei rolumi ond' essere distinta dalla Teoria corpuscolare,


,

nella quale gli atomi componenti vengono considerali allo stato


di solido cc. e per il solo lato del loro peso respcltivo ;
Laonde
ciò che dicesi volume nell' tuia corrisponde alla voce atomo nel*
r altra.
Concejicndo in siffatta guisa le combinazioni gasose possia- ,

mo anche rappresentarcele come dei composti , ore misura data i

di unodei gas componenti assorbe i misura eguale o sivvero ,

1
j a 3 o più misure eguali ili altro gas, per modo die il corpo
, ,

resultante, se formato non è di 2 eguali misure di «lue f1iii<li ga-


sosi differenti deve esserlo con tal numero di esse che il volume
,

totale deir uno addivenga multiplo del volume totale dell' altro.
Ma una difficoltli si eleva a tal riguardo, e questa si è che
non sappiamo ancora se un dato volume «li un tale o tal’ altro gas
equivalga all'atomo di esso, o pur ne formi semplicemente una
frazione. Tanto Luna quanto l’ altra delle due supposizioni pos-
sono essere adottate, giacché non dovendo esse servire ad altro
che a rappresentarci il volume o la misura di due o più corpi ga-
sosi , quali stanno per combinarsi , possono entrambe essere ac«
i

comoilate al caso nostro.


Cos\ fiivvi alcuno cui piacque di riguardare il volume come
parte o frazione dell’atomo; e in questa veduta facendo di due
volumi d’idrogeno un solo atomo, si volle considerar l’acqua
come composta di i at. d' idrogeno e di i al d’ ossigeno. Ma poi-
ché il ridetto liquido vicn formato da l volumi del primo dei

fi) Fiuo «Ul i8o6 Gay-I.us«jc e HniiiIioMt, nelle loro ricerche «li en-
«liometrla ,si accorsero che, nrlla lormazicne dell* ac<;ti.s nier«-6 la
.

comhlictionc «ti im miscnglio «li gas idrogeno e dì gas ossigeno la di- .

aiiariziorie dei due gas accadeva sempre nella proporzione di a volumi


«fel pruno e di i volume del secondo. Gay-Lnssac, ponendo mente alla
psrtirolari th di «jnesto fenomeno, estese le sue iuvestigszinui su di altri
composti gasosi , e pervenne a ritonoscere che cumpcnttiti rrspettivi
i

sì ccmhinavano sempre nel rapporto il più semplice fra loro.


Questo fatto , Uetichc confermato eit iti certo modo generalizzato ,
parve tuttavia così singolare e curioso da non poter essere ammesso
.

«l'ial legge invariahile nelle combinaziotii gasosr. Molte obiezioni sì fece-


ro al dotto scopritore , ma alla forza «Iella verith l'«i *1' uopo d« cedere e .

la .rcmplirftiì tfi rapporto


,
da Gav.t.ussac ravvisata nei componenti di
uno o di altro corpo gaaoso , è oggi universalmente riconosciuta e«l am-
m-asi , a malgrado dei dubbi che vennero ad'acciati da Dalion ; (|i>cl nai-
lon iateaao , che nella scoperta del Chimico francese ravvisar doveva il
più valido puntello alle sne teoretiche speculazioni dir voglio alla dot-
,
trina sua delle proporzioni multiple.
3o
sunnominnd' rlcmcnti in islaio gasoso, e da i volume del «econdo,
coM torna più semplice, ed è al tempo stesso più vcrisimigliante o
|)rohabile ,
che al numero dei volumi corrisponda quello degli
atomi ; e che per conseguenza come 1’ aequa vien rappresentala
ili volumi , COSI debba esserlo in atomi , costituita cioè

di a rol.
•S- 1 Tol.
(=
(=
a atom.) di gas idrogroo 6,a3g
I atomó di gas ossigeno • -
X =r= a
.
l,a .^78
10,0000
Arcjua = ii,a<i78

La semplicità di rapporta che abbiamo notato esistere fra il


volume di due o più gas , allorché si combinano reciprocamente ,
non è il solo fatto su cui dobbiamo fermar l'attenzione; ina li-
chiedesi eziandio di prender inesame il rapporto che passa fra il
volume ra|>preseniato dalla somma dei gas componenti prima della
loro combinazione, e quello clic ci vien presentalo poi dal gas
lomposlo che ne resulta; essendoché la combinazione di rado si
effctliia senza che avvenga verun cambiamento di volume, roen-
tre all’ opposto la contrazione che spesso il composto subisce fra
le sue inolrcole é tale c tanta che il volume di esso addiviene
,

una frazione del volume totale dei gas compoiiciiti. Bensì la con-
liazioiir clic ha luogo Ira le iiiolerolc di uno di essi, o pur fra
quelle d' entrambi é sommamente variabile, ma lale peraltro
,

ila far si ( he il voliiiiic del gas composto roauteiigasi sempre in


iin rapporto il più semplice col volume dei gas compuiienti , sia
( he facciasene la coiiiparazioiic colla somma dei volumi respetlivi,

sia che la si faccia col volume di un solo di essi.


Veggansi a conferma di ciò seguenti esempj, i

I Composti gasosi , i quali , senza subire condensazione o con-

trazione di sorta , mantengono il volume della somma dei


gas loro componenti.

1 voi. (1 atom.) di vapore di rarljooio — 7*64^ i a voi, di ga*


-4- 1 voi, (i alom.^di gn
ossigeno. . =io,ikk) v ostido
S>ouima a voi. peso =17,0^3 ^ ài carbonio

I voi. (i atom.) di gas aiolo. . . = 8,85i ~ì


3 col. di gas
+ I voi. (I ilom.) di gas ossigeno. . =10,000 S deotossido
t uiiima a voi. peso =iK 85i )
d* azoto

I voi. (1 atom.) di gas clo-o . . . =3 3i Ì


-.J,i. 3 col. di gas
I voi. (i atom.) di gas idrogeno. . = j ) acido
^omnia a voi. peso =a3,7tki ^
idroclorico

.Si compol lano nello stesso modo i gas acidi idrohromico ,

idi iodico rd altri ;


vale a dite l esiiltaiio pur dessi da 1 voi. del

Digitized by Coogle
t 1

3i
respcllìvo radicale, e
da i voi. d'idrogeno, «enza elio il compo-
»lo, che ne proviene, subisca coudciisazione o coulraziunc veruna
nelle sue molecole componcnli.

II. Composti gasasi , i quali , fier la condf maxione -che provano ,


presentano un volume minore di quello dei gas componenti
respettivi uniti insieme , ma tale per altro che. rimansi in un
rapporto il più semplice colla somma dei volumi di essi.

1.® Composti gasosi , di cui la cniulcnsazione o contrazione


in volume è tale, da esser ridotti alla meth della somma di quello
dei gas componenti.
Icondrosati o ri-
voi. (i at.) vapore di carbonio . — 7 *^*4 ^
.... =
I
dotti A I voi. rii
-t- I voi. (I at.) di ga« azoto S.XSi (
(azuturu di carbo*
Momma a voi. P'<® =*^•‘494 \niut u cianogeno

voi. ( 1 at.) di gas azoto .... — B; 85 ycondrnsati o ri-


^3 =
I
i ,872
-I- 3 voi. (3 at.) di gas idrogeno o,6a ^
dotti a a voi. di
fiomma q voi. peso t=io,;i3 ) gas ammoniaco

3 rol. oMtd. \oD<JfnnaiÌ o ri*


di carbonio (1 vola vap. di carbonio = /dotti in 2 voi. di
composto di vola gas ossìgeno • gii

^lvol.(aal.) di gas cloro aa,»3a><a ® • 'carbonio o ossi»



i vola peso =61.907 hicloruro di car»
j bonio

a.o Composti gasosi •


di cui la condensazione o contrazione

in volume è tale, da essere ridotti a — della somma di quello dei

gas componenti.

a vola (a at.^ di gai'idrogcno OjS'ì/jX* = ?ccnden'*atl o ri-


•+ I voi. (i at.) di gas ossigeuoa . . = 10,000 dotti a vai, di
^
a

Somma 0 vola )
^^pore acqueo

/condensati o ri-
a Tol. (a at.) di gas aroto 8,85i X® =
=*7»7^*
10.000
dotti a a di \fol.
H- 1 voi. (1 at.) di gas ossìgeno. . .
gas protossido
f omma 3 v^. =^7.70^ d’ a xoto

^condensati 0 ri-
vola (1 aU) dì Tiporc di solfo. . =ao,ii6 dotti a a voi. di
-+.
I

a voi. (a al.) di gas idrogeno o,6a4X* — i a^|tS


I
, gtir ar. bi-idro»

Somma 3 voT. peso =a 1,56*4 \ ro//uri co {idro~


) geno solforato)

Digitized by Google
3i

t voU (i At.) Hi rapore Hi^cart>oiiio. == 7,6 45 ìi

•t- a voi. (a At.j Hi gdi» io,ooo^o=ao,ooo


gnt arido a>car-
Soouna 3 voi. peso = 37 , 6^43
boni co

3 .* Cotnpoiii gatosi , di cni la condensazione o contrazione

in volume
nlunie è tale , da esser ridotti a della somma di quello dei
j
gas componenti.

'condensati o rj.
I voi. (1 »l.) di rapore di carlionio . =7,643 /rfotti in 1 vnl. Hi
^ (> “‘O di gaa Idrogeno =i,On8 g„, carluro hi-
J,
Somala 3. voi. peto =8,^91 ydrico 'gas ale*
) /•co)

4 .** Composti gasosi , di cui la condensazione o contrazione


3
di volume è tale , da esser ridotti a della somma di quello dei
^
gas componenti.

icondensati o ri*
a voi. (a al.) di ;a» cloro a», i3d5x* =^1
dotò in 3 vul. di
-4- 3 voi. (3 at.) di. gaa oaaig. I 0,000X3 =3o 000 ,

acido \-cioroso
Somma t> voi. pcao = 7 ^,atii l(rrJoaa. biclorico)

’ìP Composti gasosi , di cui la condensazione o contrazione

in volume è tale , da esser ridotti a — della somma di quello dei

gas coinponetiii.

i voi. (i al.) Hi vapore Hi carhoaio . =- 7 64 ^ 'conHeDsati o rU


,

voi. (4 at.) Hi gas idrogeno o, 6 a.|X 4 adotti io a voi, di j


4
^ carburo
SonmiA *'
:> voi. peno :r=io,ia3yl
tetraedrico

Allorché t volume di un gas elementare è suscettibile di


combinarsi con i , con ì , con 3 vnl. di altro gas parimente ele-
mciit.iie , o ili altre espressioni quando esislouo più modi di com-
binazione fra due gas diversi , la piu alta di queste coiiibinariniii
può essere formata , cni fare addizione alla prima o più bassa di
esse, di I , o più volumi di uno dei principi componenti, il quale
divenendo duplo o triplo di quello contcuulovi, alto è ad ope*
rare la irasfurmazionc del gas composto preesistente.
Cosi per es. coll’ aggiungere e combinare i volume di gas
ossigeno a 3 volumi di gas ossido di carbonio ( la più bassa fra le
combinazioni del carbonio coll’ossigeno) , l’ insieme dei due gas^
(composto l'uno, e semplice l’BÌiio)converiesi in gas acido a-car-

Digitized by Google
,

33
bonico, al l«mpo stesso che subisce (al coiurazimie fra le sue inu-
letole , (la ridursi a soli i volumi o sia a y della somma totale.

a voi. dì fiaé OS. I voi, di rsp. di carbonio 7.(1 13


'

=in,ooo/ condensali in 1
-+

Som.—a
_
I
S
voi. di gas ossigeno
r“
voi.
....
di rariionio 1 voi. di gas ossigeno .
=io.ooni*
r-s\nc.
|irso =i7,(i.(.'ij
'Jt carboni rn

Parimente se a 1 vn], di gas carburo hl-idrico 'gas oltTicn o


oleofaciente, che la più bassa è fra le rorabiiiazionl dell’ idrogeno
col carbonio), si aggiungono e si combiiiann alni a volumi di
gas idrogeno, non si hanno 3 volumi di gas carbiiio idra idrico,
come porterebbe la somma, ma il gas roinposlo oltennio riduce-
si a soli % voi., per la ragione clic un'altra coniiazione in volu-
me questo gas subisce , olire quella primitirn die il caibouo e ,

l’ idrogeno subirono, allorché si unirono nelle pri'porzioni neces-

sarie a formare il gas olelìco o carburo bi- idrico.

I voi. di gas car- voi. di vap, di raiLoiiìo condensali


bnro bi-idrico voi. di g.ia idrog. 0 ,eS'i^a— |,S/|8 s®!' *'o/,

a voi. di gai idrogeno . . . .


“ car-
Som. 3 voi. Totale del iieao lu.l.tii'^ . .
' telra-hlrico

Anchegas deotossido d’azoln può essere nello slesso modo


il

ravvisalo; come composto cioè di protossido d'azoto e d’ossige-


no, con questa differenza però, che l’ insieme dei gas componcnii
invece di subire contrazione nel proprio radume , va soggetto a
dilatazione; e l'aumento n' è tale, che è precisamente doppio di
quello che ivi dovrebbe esser iinporiato dal gas ossigeno aggiun-
to. Donde emerge , che una repulsione lia luogo fra le molecole
dei protossido d’azoto già preesistente.

1 voi. di gas prò- (a voi. di gaa azoto S,.Sji)x;a=i7, 700 dilatali e

H- I

Soni. 3 voi.
>ol. di gas ossigeno ....
tosa, d azoto (1 voi. di gas ossigeno . =in,oooi ridotti a .|
=in.ooo| voi, di
Totale del peso 37,700
dci/lox.iido
d*azoto (1)

Non
essendoci fin qui dato di ottenere salto forma di fluido
aeriforme che quattro sole delle sostanze elementari ( l' ossigeno,
l'idrogeno, l’azoto, ed il cloro) non possiamo delle altre misu-
rare e determinare il volume, se non clic per via di melodi indi-
retti;
induceiidulo cioè da (|uello che esse ci presentano, allorché
vengano poste in combinazione chimica con qualche altra sostan-
za , la quale giù sia in istalo gasoso ,
sia che per l’ ìnierposizione

(t) Anito riguardo all'anmeolo di rulume che il gas protossido


d'azoto aobia.'C , allorché passa allo alato di gas dciitossido d' azoto.
|iiiosai ritrurre che voi. di ijurst' ultimo resulta ila j voi. di gas
I

isaoCo voi* dì gas ossigeno (v. pag. 3 iaj o sìiv-ru da \ voi. di gas
^
protossido d' aaoto -l- di voi. dì gas ossigeno.
y
Taddei, Funnacolog. Voi. //. 3

Digitized by Googlf
,, , ,,

34
delle molecole dell’ una fra quelle dell’altra , il volume dell’ in-
gieme vada «oggetto ad aumento o dilatazione , «ia che' il volunae
dei gas componenti mantengasi lo stesso tanto prima che dopo la
reciproca loro combinazione.
Cosi per es. si calcola per induzione il volume del carbonio,
allorché con questo elemento viensi a combinare un volume dato
di gas ossigeno, per formarne quel composto binario, che distin*
gitesi col nome di gas ossido di carbonio. E in tal modo pure si
determina il volume dello zolfo quando tal corpo venga unito
cliimicamente a i volume dato dei gas ossigeno o idrogeno , per
ottenerne i composti che distiiiguonsi coi nomi di acido bi-scyo-
roso l’uno, e d'acido bi-idro solforico odi solfo-bi- idrico ì'aìlro.
Si osserva nel primo caso , che , combinando con volume
i

di gas ossigeno (per e«. io pollici cubici) tanto carbonio quanto


appunto se ne richiede per formare il gas ossido di carbonio
questo composto presenta un volume di ao pollici cubici , che è
quanto dire precisamente doppio di quello, che presentava il
corpo gasoso, o 1' ossigeno, prima di entrare in siffatta combina*
ziotie ( V. la composizione in voi. del gas ossido di carbonio
pag. 3o). Dal qual risultaraento è facile di arguire, che il vola*
me dell' elemento carbonio o del vapore di esso, chiamato a far
p.arte del composto, è uguale a quello dell’altro elemento cocn*
ponente, vale a dire dell’ ossigeno impiegato ( i).
Rispetto poi alla formazione del gas acido z-solfbroso si
osserva che l’ossigeno, entro il quale si abbrucia dello zo^
presenta dopo siffatta combustione lo stesso volume che prima.
Restando il vapore di zolfo per tal modo interposto o appiattato
fra le molecole del g 's ossigeno s’ ignora qual sia del primo il

volume: conciossiachè , o eguale o minore eh' esso sia di quello


dell’ ossigeno , può nell’uno come nell’altro caso restare occul*
tato e condensato fra le molecole di esso.
Ma siccome però il fatto ci dimostra, che, operandosi la
chimica combinazione dello so//b coll’ ossigeno gasoso, il volume
di quest’ultimo non cresce nè scema, mentre d’altronde ne
aumenta d’assai la densiili, cosi la differenza che passa fra il

(l) Kgl! i rero che nna (al conclusione potrebbe essere non sempre
lci;ittima , giscchè, sebbene il composto sbbia assunto tin Totiimc dop-
pio di qncllo che presentava ossifeno sdoprsto , non per questo re-
sterebbe csclnsa la possibilità ebe la metà, nn terzo, no quarto, od
olirà porzione del carbonio entrato a far parte del compoato , ai fosse
coudensata per modo, che l’ aumento di rotarne fosse da attribuirai,
non alla totalità del carbonio , ma a nna frazione di esso. Vero è al-
altresl,
che il grado di densità acquistata dal composto, il modo suo
di combinarsi con altra porzione di gat ossigeno, per divenire acirto
z.carbvnico , la capacità di saturazione che qneat* attimo ha per le
diverse basi , il peso atomico dei sali reanltanti ec. ec. ci daranno lonze
in iiniile rirrria.

Digitized by Google
S-ì
peto deir ossigeno impiegato, e quello del gas .irido 3-soH'uroso
ottenuto , esprime la quaiititii o il peso del vapore di zolfo com-
binato. Un volume dato di ossigeno avente un peso >is;ao,ooo
ne' acquista uno 4 o,ii 6, convcrtito die sia in gas acido 3-
solforoso. Se ora suppongasi , die col numero degli atomi coin-
cida quello dei volumi , si a\rh il gas arido a-solfoioso composto
di a volumi di gas ossigeno e di i volume di vapore di zollo,
per la ragione che pesi relativi dei due componenti, espressi
i

coi sopradivisati numeri , ci danno a atomi dì ossigeno e i ato fflo


di zolfo; con questo però che , mercè la condensazione provata
all’occasione di combinarsi eiilranibi , il volume totale del gas
acido 3-toiforoso resultante riducesi a a soli volumi.
Il gas acido a-idro solforico è nel medesimo raso. Il gas idro-

geno che si combiua collo zolfo, per formate il ridetto composto


acido, non cambia il suo volume , intantochè aumenta di circa
17 volte il proprio peso; Dal che procede, che, sottratto dal
composto tutto quanto lo zolfo , il volume del gas idrogeno resi-
duo niaiilicnsi lo stesso che prima , mentre la diininuzioue che ha
sofferto in peso espressa dalla differenza che passa fra i numeri
ai, 35 p ( peso del totale) e i,a 43 ( peso del gas idrogeno) ci de-
nota che questo ultimo corpo gasoso appiatta e condensa fra le
sue molecole ao,i 16 di vapore di zolfo. Ma poiché ai sopra citali
numeri corrispondono a atomi di gas idrogeno (i,a 43 ) e 1 atomo
di vapor di zolfo (ao, 1 16) , cosi il gas acido a- idrosolforico sa-
rebbe composto di 1 volume di vapor di zolfo e di a volumi di
gas idrogeno, il lutto condensalo e ridotto a due terzi del volume
totale (v. pag. 3 i).

'
X. Isomorfismo e isomerìsmo. Ogni qual volta atomi ele-
mentari , che siano in egual numero , e che abbiano la stessa
grandezza , si trovano collocati nel medesimo modo , ì composti
solidi che ne derivano , debbono presentare configurazione ideu-
tica , affettare cioè la medesima forma cristallina. La possibilità
di questi resultamenti venne presentita non ha guari da un Chi-
mico prussiano (1) , di cui le vedute teoretiche soiiosi poi trovate
in perfetto accordo coi falli , avendole 1’ esperienza confermale
in un gran numero di casi. Per il che viene oggi stabilito come
legge generale , che uno stesso numero d’ atomi , conmnque. di^
versa siane la natura , collocali ed uniti che siano in uno stesso

(1) Pn'qnrsti il lig. Mitschrrticli di Rcrlino, il quale courepì l' iu


gpgno»* idea ebe doeeiaero i aolidi pretrntare una rontìgnrazione idrn-
tira, parteudoai dall' ipoteai ibe , qualora gli atomi, iu roi tono di-
rìaibili i var) corpi aiaiio aiVrici e di egual gruiidcrea . uen poaaono
,

qneati, ebe in nn determinato e tempre iateaao niiiiicru, rirriiirc od at-


torniare una aola di quelle altre , ed al tempo ttvasu mctteni con caaa
in mutuo contatto.

Digitized by Google
36
modo , producono identità di forme, nella figura cristallina del
compoao resultante. £ da qiie$ta perfrlia iomiglianxa di forme ,
con che al annuiizlanu le combinaxiopi di diterae anaUnae , ai è
preao motivo di deaignarne i composti col nome di corpi isomorfi
(da isos eguale , morfot forma).
Coerentemente a siffatta legge , possono varj corpi sostituirai
a vicenda , senza punto cambiare la forma dei composti , di cui
fanno parte. Prendendo ad esempio l’allume, sale doppio, costi-
tuito di 3-aolfato d’ allumina e di 3-aolfato di potassa conacqua
di cristallizzazione, poirassi alla base del primo (l'allumina)
sostituire soprussido di ferro, quello di manganese o di cromo;
il

ed alla base del secondo ( potassa) surrogare la soda , la litina ,


la magnesia , od anche 1’ uni-ossido di ferro , senza che quel sale
doppio , dipendentemente dalla reciproca sostituzione dei surrife-
riti componenti , alteri punto la forma oiiaedrica con che suole

annunziarsi.

Digilized by Google
3?

Sotto forma di romboidi cristallizza il a-carbonato di calce ;


ed i pur simile la forma che il sale assume quando alla calce si
sostituisce la magnesia o 1’ uniossido di ferro; con che il com-
posto si trasmuta da a-carbonaio dì calce in a-carboiialo di ma-

Digitized by Google
,

.•;8

(’ticf :«o di iiniossido di ferro senza cambiar di forme ; laonde


itomnrjì fra loro |)os«ono dirsi talli ire i|iiei sali.
Isomorfi ai ^-bi-fosfati sono pur da considerarti i 5-bi-arte-
niaii , ai 3-solfali 3-seleniati, al cloniri gli ioduri ec. in (guanto
i

die si presentano colle medesime forme crisialline (i), ognii^ual*


\olla essendo di ciascuna coppia identica la base , o il radicale
metallico, n'è anche eguale il numero degli atomi componenti.
Serve di portar P ispezione sulle forme cristalline del 5-bi-ar-
seniaio di soda , per raflìgurare in esse la medesime fonne del
5-bl-fosfato a base identica, quella eioi di prismi esaedri regolari.
Aggiunta a quei sali una cena quantilì del respeltivo acido, onde
trasformarli in S-bi -arseniato , e 5-bi -fosfato biacidi ,
cambia di
entrambi la forma primitiva , intanto che però la nuova che assu-
mono è del pari somigliante.
E di qui è che, astrazione fatta da alcuni individuali carat-
teri del precitati sali , ben diinoslrulo e che gli, acidi componenti
fi fosforico e S arseiiicico prcseiiinniln la stessa composizione
,

atomica, dovranno, nei sostituirsi a vicenda, imprimere nelle


combinazioni a base identica le stesse torme cristalline, e dei
caratteri in comune , che è quanto dire dovratino essere isomorjt.
h’ isomotjismo è per la Scienza un fallo ili grand’importan-
za, in vista delle utili applicazioni che .ad essa può farsene; e di
tale scoperta abbiamo glò risentilo i vantaggi , avendo mercè di
essa potuto rctlifìcare alcune false idre, che dai Chimici eransi già
universalmente adottate. Ammetlevasi, dietro l’opinione di
llaiiy, che nei corpi, ove si scorge perfetta somiglianza di forme,
dovesse sempre esistere Ideulilii di composizione e una medesima
natura cliiniica ; e viceversa, laddove esiste diversilè di forme
diversa eziandio ne dovesse essere la composizione. I fatti scoperti
da Miiscbcrlicli rispetto all’ tsomoryfsmo ci dimosdano ben chia-
rainenic l’errooeiià di entrambe queste opinioni, avendoci l’e-
sperienza appreso che , sotto le medesime forme si nascondono

(i) Per forms identics o simile debbesi intendere cinella che sp.
partieiie ad uno steaao aiatema di criatalli , aeuza far conto delle mi-
nime dilferenee di un qtialrhe grado, che poaaaoo |iasaare fra gli angoli
di un criaullo e quelli di un altro.
Kraltanto però non poaaìamo diapeusarci da dire che due grandi
oatacoli reatano ancora da aiiperarai , per mettere la teoria di Mitarhcr-
lich pienamente in accordo coi fatti. L' uoo couaiate in ciò , che tor-
me primitive dìverae , e fra loro incompatibili , possono essere assunte
da ano stesso corpo, come pilotai verificare rispetto allo solfo, il quale
sì presenta or sotto forma di prismi esaedri a baac romboidale , e<l or
sotto quella di ottaedri a base parimente rondioidale (V. Elemenli dì
Farmacologìa Edia. II, voi. I, pag. ti3y L'altro ai è ebe alcuni corpi
sono itomorfi tanto cogli ossidi ore il radic.ile è iiiiiio all ossìgeno
nel rapporto di lil, quanto con quelli ove ì < onipnneiiti sono fra loro
nel rapporto di lil Per trionfare di tali oatacoli la Scieuaa ha d'uo-
po di far ancor* altre cunqniate.

Digitized by Google
, ,

39
(Iri composti cliimici per natura somiiiainente diverse , e che di
loraie diverse vcslonsi qualclie fiata i corpi aventi la oiedesiina
natura , come abbiamo veduto vcriGcarsi rispetto allo solfo (veil.
più sopra pag. 38).
Resulta pertanto da ciò che abbiamo fin qui detto sull' isn-
morjiimo, che la forma cristallina dei corpi è allatto indipcndrnie
dalla natura chimica degli atomi componeiiti (siano dessi elemrii-
lari o composti ) , e che , qualunque sia questa forma , determi-
nata è sempre dal numero degli stessi atomi , non die dalla posi-
zione loro relativa.
Doude emerge come conseguenza inversa , che atomi sferici
di una stessa grandezza, e nell’istcsso numero, debbano dar
luogo a dei solidi aventi figure diverse o forme cristalline dilTe-
renti, tuttavolta che siano collocati c disposti in modo diverso.
Nè sembra fin'qni che a cosilTattn teorema resultamenti dell’e- i

sperienza si oppongano, avvengarhè non pochi fatfi di già la


Scienza possedè, i quali stanno per provare che tanto la dilTcrenza
nelle foime quanto la modificazione in esse Indotta non sono
senza influenza sulle proprietà chimiche del corpi.
Abbiamo di ciò 1’ esemplo nell’ acido 5 -Ili-fosforico , il quale
spiega o possedè proprietà ailTereir.i, secondo che esso è calcinato
o nò. £ donde ripetere tali discrepanze, se non dalla diversità o
dalla modificazione , che nella forma delle molecole dell’acido
anzidetto è stata indotta dal calorico durante la calcinazione , sa-
pendosi che la composizione chimica n’ è sempre la medesima ,
e che del pari la medesima niantlensi la capacità di saturazione
sia quell’ acido calcinato o nò.?..
I corpi che sIlTattamente si comportano vengono delti isome-

rici composti cioè dalle stesse parti o dai medesimi elementi


chimici, e nello stesso numero di atomi ; mentre poi , In onta a
questa loro identità di composizione , posseggono e spiegano ca-
ratteri diversi.
Isomerici 1’ uno all’ altro sono pure i due acidi fulminico e
ciauoso ,
I quali a fronte di avere la stessa composizione chimica
o di essere formati da un egual numero di atomi dei medesimi
elementi ,
pur tuttavia non senza ragione vengono chiamati con
nome diverso ,
perchè notabilmente diverse ne sono le proprietà
individuali o caratteristiche.
Identico , sotto II rapporto della composizione chimica , al
biossido di st.ngno, preparato coll’acido 5-bi nitrico, è quel biossi-
do dello stesso metallo, ottenuto per precipitazione dal bi-clnruro
stagnieo ; ma ben diverse frattanto ne sono le proprietà chimiche
individuali, diverso il modo di comportarsi dell’ uno da quello
dell’altro, cogli stessi solventi e reagenti chimici. Per conseguen-
za isomerici I’ uno dell’ altro sono entrambi quei composti.
finalmente altra prova d’ isomc risma noi incontriamo nella

Digilized by Google
..

4° . .

rnmliinar.ioni ad carbonio coli’ idrogeno , eiaendo stato da Fara-


day' ricoiioiciuto, potersi ollenere un coniposlu di idrogeno e car-
bonio con proprietà soramameiile diverte da quelle del gas olefico
o carburo bi -idrico , q malgrado die il rapporto fra due compo- i

nenti sia lo stesso nell' una come nell’ altra combinazione. £ di-
lani , se da I atomo di carbonio combinato con 2 atomi d’idroge-
no ottieiisi il gas carburo bi idrico, da 3 atomi di carbonio com-
binato con 4 atomi d' idrogeno puossi ricavare altro ben diverso
composto , e dico diverso , perché , oltre la differenza che fra
entrambi si scorge sotto il rapporto dei caratteri chimici, ben
differente eziandio n’ è la gravità speciBca.

XI. Nelle molteplici e scrupolose indagini che sul calorico ,

vennero fatte da varj Fisici , all’oggetto di determinare la capa~


cità che var] corpi hanno per il ridetto fluido , si pervenne a sco-
prire , che
di molte sostanze elementari il calorico specifico era
in tal rapporto col peso dtlV atomo loro individuale, che nella
proporzione in cui si aumentava questo, si diminuiva quello (1^.
Dimodoché se dopo aver determinato in una serie di corpi
elementari , presi in peso eguale , la capacità relativa di ciascuno
il calorico ,
)cr si moltiplica questa per il peso del respetiivo

{oro atomo, ottiensi un prodotto presso che identico o costante.


Servirà a darci lume la tavola seguente , ove in un col calo-
rico specifico di varj corpi elementari , sotto un peso eguale , è
decifrato anche il numero esprimeule il peso dell’ atomo respet-
iivo.

plome dei Calorico Peao


corpi elemrotari apecifico dell* atomo

Piombo 0,0193 • * lag 45

Oro sa.* 0,0198 • • I34|3o

platino • o,oSi4 . ia4iàa

Stagno . • s o,o5i4 • 73,53

Zìoco • • • . 0,0927 . 40, 3i

Rame . . « •
0,0949 . 39,57

Nichelio o,io35 . 36,97

Ferro «... 0. 1 1 IO . 33,99

Zollo • • • • 0,1880 . ao, ii3

(1) Si bella ed intrreéaaute osserr.zioue fu fatta in


c Uulong.

Djaiiwtìjiaii. k iQgIc
a ,

4 -

Da CIÒ si è desunta la legge • che saffo di uno sffssa pr$i> la


eapacità dei corpi elementari per il calorico , essendo in ra-
gione inversa del peso dell' atomo respettivo , deve il calorico
specijìca essere lo stesso per V rlomn di ciascuno.
Serve periamo di uiolilplicarc il calorico specifico di tino
qualsivoglia dei corpi sopra esposti per il peso del respettivo
atomo, perchè il prodotto esprima il calorico specifico che allo
stesso atomo rompete; ma attesoché il peso dell'atomo va dimi-
Diiendo nella proporzione, in cui si aumenta \ capacità per il
calorico , questa addiviene la stessa per tutti quando non più in
,
peso e;;uale, ma in quello del respettivo atomo , veujjono ciiiteo'
tati ali' esperienza.
£ che , moltiplicato il calorico specìjìco del piombo
di qui è
(0,0393) per peso del suo atomo (139,45^ si ha un prodotto,
il

die esprime calorico specifico tlell’ atomo di questo metallo.


il

0,0393 X
<39.45 3 . 7938 S 5
Parimente si troverli , operando nel ridetto modo , che il ca-
lorico specifico dell’atomo dello stagno sarà presso che eguale a
quello dell’ atomo dello zinco , del ferro ec.

O,o5i4 (cal. sper. dello sltitno) X 73,!i3 fpeso dell'at.) =r 3,T79.iij3


0.0937 (Cai. apec. dello lineo ) X (peso dcll'at.) == 3 ," 3 ? 6t>4
=
0,1100 (cal. spec. del t'erro y X (peso dell' at.j 3,73 rao (i) .

Ora se , determinato il calorico specifico di varj corpi eie*


mentari, si suppone cognito il peso atomico di uno solo fra essi
(dello stagno per es.) essendoci parimente cognito il calorico spe-
cifico 3,779443 che compete all’ atomo del ridetto metallo (e che
è pur lo stesso per l’atomo di varj altri), potrassi , dividendo
questo per il calorico specifico dell’oro, del piombo, del rame,
dello zolfo cc. in pesi eguali
,
potrassi , dico , rinvenire almeno
approssimativamente 11 peso atomico di tali corpi.

Calor, spec. dell’ oro --77 ^^^


0,0398
e 136,83 aiom. dell’oro,
Calor. spec. del piombo — K 138,99 at. del piombo,

Calor. spec. del rame - *

0.0949
^
39,83 at. del rame

3,7^9443
Calor. spec. dello zolfo 3o,io3 al. dello zolfo.
0,1880

1
( )
Queste dilTereuze fra i nimieri esprimenti il calorica rpecijico
dell'atomo di var) corpi radono su 'Ielle l'razioo» , e sono così pìccole
che noo c* impediscono di riguardar come coolantc il prodotto del ra-
lorico speci/icij mo!tiplic4to per il peso dell* itoiuoe

Digitized by Google
, ,


I quozienti ottenuti ci «oniministrano il pezo dell’ atomo cer-

cato per i surriferiti corpi , tranne alcune piccole differente fra il


valore numerico per tal modo imlotln, e quello che per altra via
è stato ai medesimi respeitivamente assegnato : Le quali leggeris-
sime differenze sono , dietro ugni probabilità , dovute a dei pic-
coli errori sfuggiti all’ occasione di voler determinare nei sopriii-
dicaii corpi il calorico specifico errori che in ricerche di tanta
delicatezza e dilHcollà sono forse inevitabili (i).
Comunque però sia , si potrebbe ora domandare se i rapporti
scoperti fra la capacità per il calorico, e il peso dell’ atomo di
varj corpi elementari , ci pongano in grado di determinare per
tal via il peso atomico di molli altri? Almeno fin qui non ci è
dato di generalizzare questo metodo , non pochi essendo i corpi
ove non si scorge alcun rapporto fra il calorico specijìco e il
peso dei respeltivi atomi. Tali sono per es. l’antimonio, l’ar-
senico, il cobalto, il fosforo ec. Per couseguenza fa di mestieri
convenire , che anche su c\h la Scienza aspetta ulteriori lumi da
più profonde indagini.

(l) È d'uopo Trattanto di STvertire , che quand'anche, nel deter-


nifnarc il cajurico Mpecifico dei surrileriti metalli odi altri corpi, 1* er-
rore coinmes-o Ioate tcniiittimo , eaao addireula rie più aenailóle , io
far/.a delle operarioni numeriche. Laonde non deve sorprendere che nna
qualche diHereiiea esista tri il peso atomico , che abbiamo in tal modo
atabilito , iudnccndolo dal calorico specifico , e quello ebe è alato de-
terminato per ria d’ esperimenti diretti (red. pag. 47 * «8')'

Digitized by Google
~ I
,

43

detlr>iina;^.i()KE

del peso atomico dei corpi elementari.

E diverto ilmodo di condursi nel determinare il peso del-


r atomo del corpi , secondo che essi sono allo sialo di fluido ae-
rii'orme ,o di solido.
Quanto ai fluidi gasosi è da supporsi , che, sotto di un egual
volume tutti coiitengaiio lo stesso numero dì molecole , senipre-
chè siane per tutti la medesima la pressione, per tutti eguale la
temperatura. Nè puossi coughielturare diversamente , qualora ri-
flettasi , che i gas , o semplici o composti , suno tulli egualmente
dilutabili e presso che in egual modo compressibili (i).
Ciò essendo, i volumi di due o più gas, che si combinano
reciprocamente , ci avvertono del numero degli atomi , in cui essi
medesimi concorrono alla formazione del gas composto.
Per determinare il peso dell’atomo o la proporzione, in cui
due o più elementi concorrono alla formazione di un corpo com-
posto , Dallon prese per base del suo calcolo l' idrogeno , In che
fu Imitato da Brande, e da altri. La sintesi dell’acqua sommini-
strò i dati per questo calcolo. Esaminalo il rapporto fra il peso
specifico di 3 volumi di gas idrogeno e quello di i volume di
gas ossigeno (poiché tali sono le proporzioni in cui questi princi-
pj gasosi debbono trovarsi per formar l'acqua) si ridusse l’i-
drogeno all’ espressione la più semplice (all’ unitii).
Ed in tal guisa è d’ uopo di fare , trattandosi solo di ottenere
del rapporti. Faremo qui qualche applicazione della regola. Re-
sulta dall’analisi, che in loo parti in peso del ridetto liquido
l’ idrogeno è all’ ossigeno nel rapporto di i i,op * 88,91. Rappre-
sentando r idrogeno coll’ uniiò , l’ossigeno con x, si stabilisce la
seguente proporzione

11,09:88,91 :: 1 :x
Dividendo l’ossigeno —> 88,91 per l’ idrogeno >= 11,09, *'
ha per quoziente 8,0171; *1 9»*^ rappresenta l’ossigeno di x
messo in rapporto coll’ idrogeno espresso coll’ unitii. Ma siccome
a sono volumi
i o gli atomi dell’ idrogeno che si combinano con
I voi. o at. d’ ossigeno , all’ occasione della formazione dell’ ac*

(1) si i rcrrntrmente osservato ila alruoi Pisirl che la eompretsi-


bililh dei fluidi aeriformi non è a tutto rigore ugnate per ognuno di
essi ; ma a’ i ai piccola la dilferenaa , che per il conto vite oc abbiamo
<|iiì a fare può essere del tutto traaeiirala.
44
(jua ,
cns^ si.-ibilcndo M 8 r atomo dell' ossigeno , I’ uniti rs|)ri-

mente idrogeno denota un atomo doppio del medesimo: Che è


l ’

quanto dire, che, astrar.ione fatta dalla composizione detl' acqua,


la molecola dell’ iWcogeno , suscettibile di combinazione chimica
con varj corpi , o sia l' atomo di esso preso come termine di
,

comparazione c come base del calcolo , potrebbe anch' essere la


metà ili o sia I
I
Qiiiiiili esaminati
,
diversi modi di combinazione dell’ idrn-
i

gi-no con altri corpi elementari , e di questi fra loro, si determi-


narono, nei varj composti, gli otomt dei principi che gli costitui-
scono equivalenti sempre ad un atomo doppio d ’ idrogeno
, i. =
La circostanza Riaver nell’idrogeno un corpo, il cui peto
atomico è d'assai più piccolo che quello di ogni altra sostante
elementare , determinò Dalton ad accordargli la preferenza per
istituire il confronto , o per itiabilire in correspeitivith del mede-
simo , il peso atomico degli altri corpi; ritenendo eziandio, che
ratinilo di ciascuno di questi sarebbe per essere un multiplo di
0,6339 • oisìa dell' atomo dell’ idrogeno preso per unith.
Tale per verith non è il resullamento che ci vieti sommini-
strato dal calcolo , il quale ben ci dimostra che questo perfetto
accordo fra numeri non esiste, avendo anche più sopra osservalo
i

che se I ~
è valutato l’atomo dell’Idrogeno, ne viene qualche
cosa più che 8, o sia =
8,0171 quello dell’ossigeno. Quindi più
forti ancora sono le frazioni, con che si mostrano gli atomi di
varj altri corpi elementari , qualora vengano calcolati su quello
dell’idrogeno preso come unith , oqual termine di comparazione;
nnd’è che a rigore non più multipli del numero di questo possono
considerarsi i numeri di quelli.
D' altronde però non è da maravigliarsi se l’ipotesi vagheg-
giala da D.vlion assunse un carattere di verità , ponendo in noo
cale le frazioni che incontransi , e che il Doti. Pruut non ebbe
alcun riguardo di trascurare, nella snpposizione che derivar potes-
sero da qualche errore d’osservazione o d’esperienza. Ma niuni
ragione vi lia , perchè i numeri del peso atomico dei varj corpi
elementari debbano essere multipli del numero , con che viene
espresso l’atomo dell’idrogeno, nè tampoco alcun legame si per-
cepisce fra questo e quelli ; e d’ uopo è che si avverta poter questo
fatto esser benissimo un’ illusione , conciossiachè un numero si
piccolo, qual' è quello dell’atomo dell’idrogeno, deve necessa-
riamente capire per molte volte nel numero ond’è rappresentato
l’ atomo di corpi , che souo in confronto d’ assai più pesanti. E

in una parola può ciascun numero esser multiplo dell’ unith , per-
chè appunto di tante unith esso è costituito , quante sono quelle
in cui può esser risoluto.
Avuto quindi riguardo all'estrema leggerezza dell’ (tfrogr/ia,
causa fiequeutc c non lieve di molti errori , c alle poche volte
die qocf IO stesso principio fa parte dei prodotti inori^anìci , Wol-
.45
lastoii e Berzelius ,
per determinare il peso relativo degli atomi ,
lianno accordato la preferenza all’ ossigeno , come quello che .
entrando nel più gran numero dei compusli chimici è a giusta ,

ragione considerato come il cardine, su cui la maggior parte delle


combinazioni chimiche riposa.
Prendendo l'ossigeno per tipo, o come misura generale,
Wollaston e Berzelius ne hanno valutato l’atomo*» io, o siv-
vero »]oo t= looo ec. , e su di esso hanno calcolalo 1’ atomo
degli altri corpi elementari. Per cosiffatto modo ne rimangono le
operazioni assai sempliBcate.

Peso atomico dell' idrogeno.

Volendo ora conoscere peso dcìV atomo dell’ idrogeno , si


il

procederà all’ istessa operazione iiumeiica che abbiamo eseguilo


poc’ anzi , poiché l’ atomo dell’ ossigeno rappresentato con io I x
at. dell’idrogeno I * BS.pi * i i.op; donde si ha o, 6 a 3 p , per il
valore di x, o sia per esprimere il peso dell'atomo d’ idrogeno.
In altro modo ancora puossi giungere a determinare il peso
dell’atomo dell'idrogeno, facendo egualmente ricorso all’acqua;
la quale sappiamo essere il resultato della combinazione chimica
di 1 voi. d’ossigeno con a voi. d'idrogeno. Ora, siccome costa dal-
r esperienza che la densità del primo di tali corpi in stalo gasoso
è = i,ioa6, e quella del secondo *<= o,o68B, cosi i,ioa6 den-
sità dell’ossigeno: o,o688 densità dell’idrogeno I * io atomo
dell’ossigeno \ x; donde si ha xc=o,o 6 a 3 g per V alonto di II’ i-
drogeno.

Peso atomico delP azoto.

Paragonando in colai modo la densità del gas azoto con


quella del gas ossigeno (del primo dei quali il peso specifico, con-
forme apparisce dai resultamenti delle più accurate esperienze , è
mmm o,^6o , i,ioa6) , si può rinvenire il peso
e del secondo
dell’ atomo dell'azoto, prendendo per terzo termine della pro-
porzione numerica il peso dell’atomo dell'ossigeno io,ooo. E
difatti i,ioa6 densità dell' ossigeno * 0,9760 densità dell’azoto
I ! 10,000 atomo dell’ossigeno ^ x atomo dell’ azoto ; donde x
t»! 8 , 85 18.

Peso atomico del carbonio.

Ecco pure altra via , che ci conduce a determinare il peso


dell’ atomo di varj corpi elementari.
Essendoci nota la contrazione in volume o la condensazione.
46
die subiscono il gas ossido di carbonio e l’ msigeno , allorché
unendosi reciprocamente si trasformano in gas acido bi-carboiiico
(v. pag. 3 a) , si potrà dal peso specifico di quest’ ultimo desumere
il peso deir atomo del carbonio.

Un mezzo volume (per es. 5 poli, cub.) di ossigeno con altro


mezzo (5 poli cub.) di vapore di carbonio chimicamente com-
voi
binati, formano i voi. (ossia lopoll. cub.) di gas ossido di carbo-
nio. Col quale combinando altri 5 poli. cub. di gas ossigeno, se
ne ottiene del gas acido bi-carbonico, il cui volume non è di 1 5 poi.
cub. , come porterebbe la somma, ma di soli io poli. , a motivo
della condensazione che ha luogo tra le molecole dei gas compo-
nenti. Cosi essendo, la gravitii specifica del gas acido bi-carbuiiico
ottenutone sarà composta di quella stessa del gas ossigeno , e del
peso anche del vapore di carbonio , che occultato sta fra le mo-
lecole di esso gas.
D’altronde sappiamo, mercè l’esperienza diretta, che la
densità del gas acido a-carbonico è a quella di un egual volume di
aria atmosferica 1 1 i, 5 z 4 • i.ooo. Servirà dunque di detrarre da
1 , il peso del gas ossigeno =>i, i oa6 perchè la differenza espri-
5^4
ma quello del vapore di carbonio occultato.
i, 5 a 4 —
1, ioaG =« o, 4 ai 4 -
Ma poiché, il vapore di carbonio , che ha concorso alla for-
mazione del gas acido bi-rarl>onico, fu la metà sola in volume del
gas ossigeno , cosi a parità di voi. con esso il vapore di carbonio
avreblie una densità di o, 4 ai 4 Xa ^
o, 84 ^ 8 Or dunque i,inod
.

(densità dell’ossigeno) * o, 84 a 8 (densità del vapore di carbonio)


IO (atom. dell’ ossìgeno) ^ x (atom, del vapore di carbonio') ;
*
*

donde x =
7,64.
L’ operazione addivenia anche più breve ,
se s’ istituisce il

calcolo sulla composizione del gas ossido di carbonio , che è la


prima e più bassa delle combinazioni conosciute fra il carbonio
e 1’ ossigeno. Il gas ossigeno e il vapore di carbonio chìmicamen
te combinati , sotto di un egual volume , formano il gas ossido di
carbonio-, la cui densità, conforme resulta dall’esperienza, è
•o 09737 , attesoché nessuna condensazione ha luogo fra le mo-
lecole de’due gas componenti. Se ora dalla densità del gas ossido
dì carbonio sì detrae la metà di 1,1036, per la densità del J voi.

dì ossigeno, che del composto fa pane, il residuo 4>^t4 espri-


me il peso dell’altro mezzo voi. rappresentato dal vapore di car-
bonio. Ciò posto, 0,55 13 (metà della densità del gas ossigeno):
o,4ai4 (metà della densità del vapore di carbonio) ;; io,oo
(atom. dell’ossigeno) : x atom, del carbonio; donde x «= 7,64.
47

Peso atomico del cloro.

Volendo delenninare il peso dell’ atomo del cloro , lo si de-


sumerà dal gas acido idroclorico , che sappiamo esser formalo di
idrogeno e di cloro in pari volumi. Falli istruiti dall' esperienza
che la densità del gas cloro è •>» ^i44^ ^ quella dell' idro-
>

geno gasoso è =
0,0688, si può dire die o,o68K ^ 3,4 mio *
*

o,6a39 peso dell’ atomo dell’ idrogeno x peso àeW alomo^dd


:

cloro f donde ai ha 3a,i3 per il valore numerico di esso (1).

Peto atomico dello zinco.

Per determinare il peso atomico dell’ elemento elettro-positi-


vo, si negli ossidi che negli acidi , cloruri , solfuri , cd altri com-
, conviene avvertire prima di tutto , se esso elemento
posti binar]
suscettibile sia di combinarsi coll’ossigeno, col cloro, e collo
zolfo ec- in lina sola proporzione, o sivvero in proporzioni diver-
se. Nel primo caso è ben facile di determinare a colpo d’occhio il
rapporto fra i due componenti , e quindi da tal r.-ipporto dedurre
il peso dell’atomo, prendendo un peso d’ossigeno 10 per ter-
-

iiiine di comparazione. Cos'i per es. se riducoiisi 100 pani di zinco


metallico in ossido di zinco, la massa del composto che ne resulta
pesa ia 4 t 6o Donde si rileva che il rapporto fra lo zinco e l'os-
:

sigeno , da esso assorbito , è di 100,00 I 34.80. Quindi sapendosi


che non può il ridetto metallo combinarsi che con una proporzio-
ne sola di ossigeno, ragion vuole che la combinazione si faccia fra
I atomo dell’uno e i atomo dell’ altro

G>sl essendo, il peto atomico dello zinco sarà m


4 o, 3 a 3 ,
conforme resulta dalla seguente proporzione uumerica
34,80* 100,00** 10,00 * X; donde X=
Peso atomico del ferro.

Se poi il corpo, di cui vuoisi determinare il peso atomico è


tale, che presenti più modi di combinazione, sia coll' ossigeno,
sia col cloro ec. bisogna prima stabilirne il grado di ossidazione, di
clorurazione ec. , avvengachc la maggior parte delle sostanze ele-
mentari (i metalli non esclusi) oltre a spiegare alEnilà più o meno
grande per l' ossigeno , per lo zolfo ec. , godono anche della pre-
rogativa di unirvisi in più d’ una proporzione , e formare dei pro-

1
( )
Doppia però i la qiianiitk del cloro eguale cioè a nell'a-
cido idroclorico, perchè doppio è 1' atomo dell' idrogeno ; che è quanto
dire esser proprietà di quest' ultimo di combinarsi nel numero di a
atomi al coll' ossigeno che con altri corpi (Vcd. a questo proposito le
formule delle comD’naaioui dell'idrogeno o corpi idrici Ta>. Vlt>.

Digitized by Google
— ,

48
«lotti diversi , ben riconoscibili per varie caratteristicbe s^ fisiche
che cbiiniclie; cosicché messi che siano in attitudine tale da
costituirsi in ossidi , in cloruri , solfuri ec non si arrestano al .

primo grado di coinbiiiazioiie rcspeltiva, ma passano al secondo,


pervengono al terzo ec. e prendono quantità diverse ma determi-
nate o d’ ossigeno, o di zolfo , cloro ec. ed infino al grado massi-
mo , od a saturilh , come suol dirsi.
Tale |>er es. è il modo di comportarsi del^rro , il quale ab-
bruciato che sia , o nelTaria , o nel gas ossigeno, ne assume fino a
saturità, e convertesi in soprossido ( i). In questa operazione loo
parti di ferro si trasformano in di soprossido. Ora sapen-
dosi, che in questo composto l’ossigeno sta a quello contenuto nel
primo grado di ossidazione o uiiiossido di ferro i 5 * lo. si
stabilirà la seguente proporzione; ove l’atomo cercato per il Jerro
metallico vieti’ espresso con x 33 ,q^. .

44»’‘5 ; 100,00 i 5 ,oo ; x,- donde si ha


loo.ooX
77
‘*>,00
" 33
__
,ga.
44 ,aa

Peso atomico del rame,

Anctie per altra via potrassi giungere a conseguire lo stesso


imento. Sia il rame il corpo « di cui si vuol deiemiiiiare il pc.so
iilnmicn. Per desumerlo da un peso dato di oifStdo di tal metallo,
si decomporrà un (al ossido per messo di una corrente dì gas idro'

geno a moderato calore (2). La media dei resiiltamemi dì varie


esperienze ci dh una dìminusione di peso di sa 135,373
dell’ossido ansidetto ( 3 ) ; che è quanto dire che il rapporto (Va
1 ossigeno c il rame è di 35,373 \ 100,000. Ora rappresentato
r atomo dell’ ossigeno con lo^ooo , quello del r- me è 39,569.
35,373 I 100,000 1 1 10,00 * X= 39,509.

( )
1 esegaire questa coitiliiifitìone ^ nece^marìo tener conto det
rarltonio, ehe in piccola qnantittt ai ronlieoc «empre nel ferro mrtaU
tiro; ftcnza di ebe il rcauOato del ralrulo ci fornirebbe, per 1* atomo
cercato , numero alcun poco al di aotto del vero, (.a qaantitli drl
carbonio eaistente nel ferro può eaaer ìndottA dall* acido bì’iarbuuico ,
mercè la conversione di es«o in bi-c-arbonalo di calce.
fo) S' intende già. che , prr ei'ilare ogni nort.i d'i-rnire, ricbicdrai
dì spogliarlo adatto di nmidità per mezzo del ralor rovrote , prima di
operarne U
decompoaixione coll’ idrogvuo-
^3} ''osaiamo esaer l>en conienti allorché ripetendo per 0 , 3. /f o piu
volte una »te»»a esperienza (e sopraCtntto ripetendola con pesi diversi
di materie) se ne ottengono dei resultati , di cui le quantità onmeriche
fono ad ogni volta pretto ebe i medesimi , tali cioè che diversifichino
sediamo nella quarta o quinta cifra , eaaendoae allora la dillereosa di
o <1* ioltanlo.

Digi'i.- by Coogic
49

Peto atomicn dello stagno.

Più complicalo, ma non meno sicuro <li quelli Gn qui esposti,


è il metodo che segue |ier delcrniinare il peso dell’atomo di uno
,

od altro corpo elementare. Si sa che 13,7^00 pani in peso di l>i-


ossido di stagno trasformale in quadri-cloruro dello stesso iiie-
,

tallu, aumentano di peso Gno a 6,0 119: il qual cloruro di stagno,


.

decomposto enti un sai solubile d’argento, fornisce di


hi cloruro di questo stesso metallo. Abbiamo in questi numeri due
cognite ; La terra ci è somministrata dalla cotnposixioue atomica
gih nota dal bi cloruro d’argento-, il quale costa di
I al. di argento. . . a»i 35 ,i 6 o .

+ 1 al. di cloro a 3 ,i 3 x 55 44 Xa =

Con questi 3 termini si rinviene l’incognita x, rappresen-


tante il biossido di stagno, poiché

a4 « 36B 8 ; 13.7200 I J 179,435 ; X ; donde x =• 93,656 per il


biossido di staglio.
Se ora dal peso del biossido di stagno si sottrae quello dì
a at. d’ossigeno (30.000) si ba 93,656 30,000 73,656 por — =
il peso deir atomo dello stagno.

Peso atomico dell’ allnminio.

.Abbiamo dello dover nei sali neutri costantemente esiste-


gi.S

re un certo rapporto fra l’ ossìgeno dell’acido e quello della ba.sr,


e questo rapporto essere di 3 I 1 nei ui-sollati (V. la legge dr
N. IV): Laddove poi pailarauio dall’ isouorGsmo faceiumo ri-
marcare , che isomorfa al soprossido di ferro era 1 allumina : Di '

eiiiramlie queste nozìoui potremo ora giovarci pei islaliilìre I' ato-
mo dell’ olluminio,
100 parti di tri-solfato anidro bé-allominico spogliandosi, inc-
diatiie una calcinaxinne furie e sostenuta , di initu l' acido iri-$>d-
forico, r.i danno 39,c)33 di allumina residua , la quale essendo
isomorfa al soprnssido dì ferro, ci preseiiterii la medesima com-
posizione atomica di esso.
Trattasi ora di conoscere per qual nnmero Gguri l’alluminio,
e |>er quale l'oss'geno nella suindicata alluiniua residua <Ma 3 ^,p 33 .
E. a tenore delle premesse già stabilite noi dobbiamo rinvenirne le
respeilive quantità, dcducendole dall' acido, di cui il Iri-sollato
l>i-allumiuiio rimase spogliato per mezzo del fuoco.
Detratta l’alliimiua 39,933 da 100 di 3 -soiralo bi-alluniiiiHo
iiiiiiio, si Ila uii.v differenza di 70,067, ch'espi ime l’acido iri-sol-

foiicu perdutosi o vnl.alilizznin. Sapendosi cLc 100 pani di ipie-


Tidmi ,
Farmacolog. P'. II. 4

Digilized by Google
,

il' aciflo cnilann di ^o, i4 nolfn -f- nscigciio (i) , la ppopor- I

rione che segue poirii indicarci la quanlitli doirossigeno, cfie coo-


icnulo è in ^0,067 d'acido Iri-siilforico sialo abbandonalo dal sale.

100 (acid. ; fig.bS (ossig.)


) J ; 70, 067 (acid.) I x(ossig.); doiMle
j =
4 *. 94 *-
Eccoci al momenln di far iiiile applicazione dei precetti delle
leggi di N IV, V e VI. Avendo noi fieno die triplo dell’ oasigen»
della base deve esser I' ossigeno dell’ arido nei iri sull'ati , servirà
ili dividere per 3 I os.sigeno
4 >. 94 ^> poc'anzi rinvenuto col cal-
colo in 70,067 d’acido iri solforico, perchè il «fuozienle olleouto-
00 (13,9^07) esprima l’ossigeno dell’ allumina 79 ,r)33 residua +
del sale decomposto; donde si lia

39,933 — 13,9^07 d’ ossigeno >= i 5 ,g 533 d’alluminio.


Ma avendo noi dello rhe , a cagione d' isomorfismo col so-
prossido di ferro ec. ec. , I alluminio per costituirsi in b-ise (allu-
mina) si unisce coll’ossigeno, non nel r.ip|>orlo di 1 al. ad 1 at.
ma in quello di 3 al a 3 at. , per rinvenirne l'atomo si stabilirà
Jii seguente proporzione

13,9807 (ossigeno); iS.gàaS (alluniinio) ;; i^(melà di 3 at.


d ossigeno) ; x (nielb di 2 at. di alluminio) ; donde x == 17,11
per I solo atomo di altianinio.

Peso atomico dello zirconio.

, Si desume, come quello (lell’alluminio, dalla qiianiii:i di acido


iri-sidforico che si richiede per neutralizzare la zircoiiia , e dal

rapporto di 1 ; 3 che sappiamo dover necessariamente esistere fra


1 lissigeno della baso c (piello dell’ acido nei tri-solfati, non che
tla fpiello di 1 ; ), che passa fra il radicale xirroiiin, e I' n.s-
Si.;ciio che lo basilica.
Istituendo pertanto il calcolo medesimo, che istilnilo abbiamo
pi-i rinvenir I' atomo dell’ alluiniuio , si trova die il peso ileir/r-
tomo dello zirconio è ^
Peso atomico del magnesio.

In ordine all’esposto della legge di N. VI , si polrii <li vaij


corpi elementari rinvenire il peso dell' atomo tespcllivo , ai gnen
dolo dalla quantità di uno o di altro acido, die si ii<liie<lo pt-i
m iitrnlizzare una data base e viceversa, sempre inen-ntbi alla
semplicità ili rapporto che passa fra rcloiiiento clcttio iiegatiso

(l) {V. Ir Tavole (tei pr.vl Umici pag- <>5}.

Digitizectby Googie
,

comune ad entrambi , ossia fra l’ ossigeno dell’ acido e quello


della base.
Disciolte loo parti di magnesia caustica (i) in un leggiero
eccesso di acido tri 'Solforico, ed evaporata accuratamente la sulu-
aione in crogiuolo di platino fino al calor rovente, onde scacciarne
tutto l’acido superfluo, Berzelius ottenne agS.pBS di tri-solfato di
magnesia, il quale si sciolse completamente nell’acqua. Per il die
questo tale resulterebbe da loo magnesia -f-ipS.pBS d'ac. tii-solfo-
rico, che , come sappiamo, è composto di i at. di zolfo ( ao, i ib )
-f- 3 at. di ossigeno ( 3 o,oo) in tutto e=: 5 o,i i6; e per conseguenza

5 o,i i6 ; 3 o,oo ; ; 193,985 ; x , donde X am 1 i6,iai.

Ora che il calcolo d ha somministrato i if>, lai per la quan-


tillideir ossigeno contenuto In 193,985 d’acido tri -solforico, saili
facile d’indurre l’ossigeno contenuto in 100 di magnesia pura ,
sapendosi che nei tri-solfati neutri l’ossigeno ilell’ acido è triplo di
quello della base respetliva. Servirli dunque di dividere per 3
1’ ossigeno dell’ acido tri-solforico, acciocché il quozieute esprima

quello appartenente alla magnesia 5


ó
38,707.— =
Detratta questa quaniltk d’ossigeno da '.00 di magnesia , la
differenza di 61,^93 che ne resulta esprimerà il peso del magnesio

100 — 38,707 => 61 ,ag3


Ma la magnesia è combinazione , che resulta da 1 at. di ma-
gnesio con I solo at. d’ossigeno: Per conseguenza 38,707 di
ossigeno ; 61,393 di magnesio** 10,00 atoni. dell' ossigeno * x
atomo del magnrtio ; donde x 1 5 , 835 .

Peto atomico dello zolfo.

Sempre in ordine al canoni stabiliti nella legge di N. VI


«he nelle combinazioni saliue in istato di neutralità il peso del-
r elemento elettronegativo dell’ ossiacido debba esser multiplo
del peso dell’ elemento elettro-negativo della propria base , io
ricorderà che nei tri-solfati l’ acido contiene 3 volle altrettanto
ossigeno che quello contenuto nella base. Servirà questa cogni-

( 1 ) Nel
fere U ralatstioDe di che si traiti h d'nepo che la ma-
,

gnesia sia aBàtto para, e soprattntto arem da ogni beochì minima


quantith di nni-oaaido di nuiiganeSe , da cui per l'ordinario sool'raaere
imbrattata. Al qnale effetto Berzelini praticò di far traversare nna pro-
lungata corrente di gal acido 3-carbonico entro 1’ aci|us ove alava so- ,

apesa la ridetta terra , fino ad operarne completamente la dissoluzione.


Facendo diimi bollire il liqnido ae ne ottiene nn precipitato d> bi-
,

carboulo ai magnesia affatto puro , che ai prosciuga e ai calcina.

Digilized by Google
I 1

ziuac per metterci in grado di determinare il |>eto dell' a/omn


dello zolfo.
Si disciolga nell’ arido 5 -bi -nitrico una deterhiinata qaaDiilà
di piombo metallico (loo parti pcres.) e nella dissolaaioue nitrica
si versi tanl'acido tri-solforico puro che basii ad operarne la scom-

posizione completa Quindi in un crogiuolo di platino si evapo-


:

ri , e si calcini. La qiiantilà del tri-solfato d'iiniossido di piombo

che ne resulta è i 46 ,
44 - ^
ripetendo l’esperienza della disso-
luzione di loo p. di piombo nell’acido 5 -bi-nitrico si pesa la base
ottenuta dal 5 -bi-nilrato decomposto, si trova che su loo di piom-
bo si contile soltanto 7 , 7^5 d’ossigeno.
Detrattoil peso della base 107,735 da quello del tri-sollato
anzidetto (1 4 ^, 44 ) *' P*’*'
residuo 38,7 15 , il quale rappresenta
il peso dell’ acido tri-solforico.

Ma in ordine alle premesse dovendo l’ossigeno dell’acido


tri-solforico esser triplo di quello della l.-ase , servirà di moltipli-
care quest'ultimo per 3 , per rinvenire la quantità che se ne con-
tiene in 38,71 5 dell’acido sunnominato ;

7,735 X 3 = 33,175
Detratta or dunque questa quantità d’ ossigeno (33,175) dal
peso dell’ acido (38,7 5 ) , il residuo o la differenza esprimerà con
i 5 , 54 o lo zolfo

7,735 ; i 5 54 o 1 1 10,000
, ; xy donde x 30, 1
16 per il peso
dell’atomo deUo zolfo.

Peto atomico del fosforo.

La
compo.sizione dei 5 -bi fosfati neutri è tale, che per nea-
tralizzarne l’acido si richiede il doppio della base, che sarebbe

necessaria per neutralizzare 1 at. d’acido o tri-solforico, o hi-


carbonico , 5 -bi-nitrico ec. D’onde viene che nei 5 -bi -fosfati et
sondo r acido composto di 5 at. d’ ossigeno su a at. di fosforo , il
rapporto dell’ossigeno dell’ acido anzidetto è a quello della base
; ; 5 ; 3
o sivvero ; ; 34; 1.
,

Fatto digerire del fosforo puro nel tri-solfato d’ossido d'ar-


gento, questo sale ne rimane decomposto, e l’ argento n’ è rivivifi-
cato. Dalla quantità del metallo ripristinato si arguisce la quantità
dell’ ossigeno recatosi sul fosforo per acidificarlo , e in appresso
quella dell’acido 5 -bi-fosforico formatosi. Cosi operando, il resul-
tato dell'esperienza è, che su 3 o di fosforo si portano 35 } d'os-
sigeno.
Ma costando l’acido 5 -bi-fosforico di 5 at. d’ossigeno su 3 at.
di fosforo , come di sopra si è detto , si potrà di quest’ nltinio de-
terminare il peso atomico , stabilendo la proporzione che segue :

Digitized by Google
1 ,

53
^ 5 , 5 o d'otsigeno I ao.oo di fosforo 1 5 atom. d’oisigeoo io,ooX 5

«5 o oo ; X per 1 aloni, di fosforo ; Donde x = 3 o — = >9.6i


per il peso di i solo atom. di fotjbro.

Peso atomico dell’ arsenico.

Essendo l’ arsenico isomorfo al fosforo (v. legge X) potremo


valerci di quesio dato per calcolarne 1 atomo. Se si distilla cauta* ’

rMenie un miscuglio di acido 3 -bi-arsenloso (arsenico bianco) e di


solfo , il primo di questi corpi si spoglia d’ ossigeno a favor del
secondo , e cos) ottiensene dell* acido solforoso; dal cui peso si ri-
leva che l'acido 3 -bi arscnioso contiene 24,18 di ossigeno per 100.
Ora costando quest’acido di ^5,82 d'arsenico 24 , <8 +
d’ ossigeno , lo si potrà riguardare , in virtù del suo isoniorfismo
•I fosforo , come composto di 2 al. d’ arsenico -f- 3 at. d’ ossige-
no, del pari che si riguarda l’acido 5 -bi-arsenicico come composto
di a al. del primo , e di 5 del secondo.

Ma 24,18 d’ouigeno ; ^ 5,82 d’arsenico ; ; 3 al. d’ossigeno

io,ooX 3 «= 3 o,oo ; X per 2 at. d’ arsenico ; d’ onde x


B 47 >o 3 per il peso di 1 solo al di arsenico.

Pesi atomici del bromo e dell’ iodio.

Si determina il peso dell’atomo di entrambi questi corpi


calcolando quello dell’uno sul bi-bromuro d’argento, quello del-
1’ altro sul bi-ioduro delio stesso melailo , ridotti poscia ambidue

in cloruri.
Fusa una data quantità di bl-bromiiro d’ argento in una cor-
rente di gas cloro, finrhè lutto l'argento siasi convertito in bì-clo-
ruro , si prende cognizione del peso di questo secondo composto ,
come la si è presa del primo: L’esperienza ci dà 7,710 di bl-clo*
ruro d’argento per 10 di bi-bromuro dello stesso metallo.
La composizione del bi-cloruro d’ argento ci è nota : esso
costa di 1 at. d’ argento 135,1607 1 at. doppio di cloro
44 t 365 i 179,4258. Con tal nozione potrassi rinvenire l’ argento
metallico, che contenuto è in quella porzione di bi-cloruro, io cui
vennero trasformate le anzidette 10 p. di bi-bromuro d’argento;
poiché

i 79 4 a 58
, I 135,1607 : ! 7,700 I x= 5 , 8 oo 4 .

Questa quantità d’argento 5 , 8oo4 , contenuta in 7,700 parti dibi-

Digitized by Coogle
i

54
cloruro, è quella ate«M che ai cootcncva nelle io parli di bi-bro*
muro areeniico aotlopoato all’ eaperienza. Ser\’irà di detrarre il
peao dell’argento 5,8oo4 dal bi-brouiuro io, perchè la differenu
4.1996 ne rappresenti il bromo altro componente.

Ma 5,8oo4 d’ argento I 4>‘99^ bromo * * i35,i6o7 atooio


dell’ argento [ x atomo doppio del bromo ; donde
X“ 48,9094.
Si può applicar lo aleato ragionamento al bi-ioduro d’argento,
dopo avere determinato coll’ eaperienia diretta il peto, cui il aud-
detto composto riduceai appena che traarormaio aia in bi-clonir«
d’argento. Da io parti del primo oltengonaene 6,iai4 di questo.

179,4058 ; 135,1607 ",


: 6,1014 \ 4.6110.
Questo peso d’ argento 4,6i io trovato in 6 , ioi4 di bMlont-
ro è quello stesso eh’ era contenuto in 10 parli di bi-ioduro ; dal
,

quale detratto il peto del metallo, la differenu 5,3888 rappre-


senta r iodio contenutovi.

Ma 4,61 IO d’argento ^ 5,3888 di iodio ^ 135,1607 atomo ‘

'dell’argento * x atomo doppio dell’ iodio donde


X—a 157,953
— „ CK r \
78.9765 ( 0 -

(1) Col peoo del* atomo dell* iodio per tal lAodo ottennio, si sctor^
dono (tranne piccolissima differensa^ i reanltsroenti di Domas ; il qnale
lo desnnse dallo stesso iodio messo in istato vaporoso , paragoosodooc la
dcnsilii =
8^7160 con quella del gas ossiceno =
1,1036 , e stabileode
r altro termine della proporzione col peso dell* atomo dell* ossigeno,
a,ioa6; 8,7160;; 10,0000 x ; donde x =
79,0486 aia eex^lice deWiodh.

Digitìzed by Google
TAVOLE
SINOTTICHE
]sm. mQn
DE’ CORPI si SEMPLICI CHE COMK)Sri
ELEMENTARI.

CORPI

DEI

ATOMICI

PESI

Digitized by Google
45 iR'
89,87 7>>9*
85,
87,

i3
10,
i^.SS 18,09

i4,8»

i48,o377

35,6o3o

79*6767 67.4696
296,0754

ifi C Ca Ce

....

cerio

di

(calce)

biscnnto monouido

cadmio
di calcio

o
di di
Soprosndo
UniOMÌdo

Ouido Ossido
5o o5
86,
86,94 7^>90
99,

s3,io >3,95
i3,o6

86,5889
>33,3499 >43,3499

Pd Pd Pt Pt

palladio
platino
palladio*
platino

di di
di di

UdìomìcIo
Unioisido

Bioalido Bioisido

Digillzed by Google
Digitized by Google
I

<o
=!
co vi- 0 Qi
? ftO X L'
"" ro 0 0 r> fcn 0 6

0 CO «i © «
00 r> Oì £ CO X •'

r> co
00 r% sji
? co
- Ò. 0 X- t
CI r? d

«
ID
« 2 8 § vr
fo

»
£ s
9.
- o
a
vr
o mo

2
s
o
o
€1 co ir»

0 0 0 o s
•4
ir» 0 co
Ci r* FN r> co
Pi co Ci — 'O^ 5
o § a « 2 0 « in 0
"
o* c \0
CJ 0 c« co c Oì
•• (H •• CI •• —
I—
w
Q
a
o J3
»
es
O
S
X C/5
C/5
H« ^ :H :H :H *> >
c
H
-«5

C/5
bj
Oi

iJ
<<
t/3 H
<
ca
UJ o
c
u
c/3
c
0 O *c
C/3 1 I

o g
u .i 1 =5 1
*« ? 1
Ji s
-<
e
’3
I

•• ^
.2
*?•
^
^ V
•!“
~
2 c
•TS 0
c/3

o M er
o
O 2 ja -o
'9
O o o o o ’3
•9 -3
*0 ’i r2 o o
*w
< O •< U) ifl

Dìgitized by Googlc
a
<
H

55

2
s
o
u
-I
cu
(G
o
o
w
Q

2
-<

23

Digitized by Google J
.

vr Cì r> Oi 0 »n f

'a r» 0 f* 9i Oi
•s
àfT r»C r> 3o,68 <0
QO PO
fO tr>

Vi- to r>
0 m0 c«
PO
m
00
Si 0 ^
en
«e cn
vt- ca
co
ir. «o É •s €1 if) «© rs

9) 00 OD co

eri cO
CI •*<r
m
OD
tr>
00
m
00
^
co co 00 PO
r-»
0 (1 <« PO
vr iT)

\n \Tì OD co
m
9i
pa
9)
PO
ca
m
GC
in
X
<0 p»^ x"
cT *

Oi Ci co CO CO co
(4 e*
SI PO PO PO co PO
in 0 0 0 0
0
n r>

r>> r*% r>
s PO in co
ci CI

o "o ® B z Z Z
-I- •«1 • l«
-I- •*»

a 0
À *b <0 d
m.

0 ?5
0
0
M >5^ ^
s 9 0 «A
i . M c ^ .? •
?
^r - r

ja
19 Q b
§ Zi
0 9
« .
*
.0
c:
Se -9
.
— .2
su C8
9 *9 *u
CJ
W • ac.’’su
iodico

«4
0
.1 c»
^0 S .9
0
ac.

0
ipercloricc

0 1 «8

0 •
0
5
ÌS S 0
«0 0 .b
"1
m
a
iper
(i;
1 0 2 ’£ § V
0 7
co
<a 8.§ 0 0 — j3
*(m V a d •

C U eo «) u s ? i
0
b b —
Y'»5 72
fio
0
b
S-« -azotico. 0
N *5 T
la d f "
0
’7
•?3 m •=^ •.s
1 ^
*? 72 • -a
8
.i .2 -a 9 03 *
i 0
'5 J3
0-5
o
o
9 O
tr.«
'S :s ^ I .1
a «
3 ..S
0*0
«
*55 -o
lo as
o.S-3
i
O ^ 5
•T3 _
O
-T3
o o o O 4Ì c
*5 O u
P s

Dtu 'TV -Coogle



s

5
2
s
8

1^5

g
-<

ttìiQtinr' i B^ìiMi^le -
COMPOSTI.

CORPI

DEI

ATOMICI

PESI

IV.

Tav.

Digitized by Googlc
mO
ro co o co v^ co o va-
00 r> co r-N r>
s?
in
<o
fO (O va-
00
CI
«r
\n vj* r> % cT
O)

\ r% r> o m r» co 00 tv* o
>
*• c< o o co^ Oi co
r co o co m r> v«^ t^
) << co mo‘ rv co v<r m ei

t> 00
c>
o
c« va*
co ?
co
v^r
co
co

. _
co
m
m «
o m« o
co
o

co
m mrv O
co 00
00
- m << co 00 o —
? v^ €^ cS^
in éi o V? co r> CO
oc r>
0

9 «w 9 V £ do
u »««

8 .

e o «, V
S o 0 a
o S e
'TS 9 'O o
O •9
p -
I» o
3 -o 'O
o
O
!•
a
a 'o
«A
e
l's 'S ’3 c
ts tS Ì5 <y p
Taiidei , Farmacolog. f’ol. II,

Digilized by Google
r>

s
o
04

O
U
Ph
O
CJ

M
Q

C
1-^
C/D

>
•4

Digitized by Google
4
Di qifized by Google
>
H

cu
PC

8
s
a

o
H

Diaitjjed by Googl;
OC v*^
r?
m <« co Oì m
irT
C)
m**
cc
co •T crT
GO
CO in
? ir> co
CO C:
in
vr
co co <0 co co co r> m
€8
co C1 co r>

co CO’ m
co co
— Oi X r%
vr

in
in
co
vf co
VX XCv
00
vt^ vy
co
co co co
co
vr
?
in i/C co
co
0 1/^
co co CO co •n n vr co co n MJ-

Ci
mOi r>
co
..
vr
in
X X• rv
V— 0
vr
o
o
in m
X cn co x^ n X fO r>
o
o Óì
n
co Xr> 00 X
VI-
0
rv % n
co co

«» rt «*_ * 2n 1-
u- u u u u u u a 3 u U 3 u
€9 « -3 « V oc . . m*
< pa <j O b. ti S S3
«e’
3S
.2
Se O9 Pk

o
^9
c «8
u i "Oi
o s
o
o
1 'a. o
w
-rj e 9
•c o 1m

e o u a c o O
im 9 o u Im *0
9 u 9 9
s o hm
9 u
jO o U O o
*W *C O "o T3 9
*c5 H U s S (y

Digilized by Google
COMPOSTE

CORPI

DEI

ATOMICI

PESI

V.

Tav

Digitized by Google
r> so o> vj- r-» c^ a« rn
cc *o vr ro
qj co Cì o CI
ro vT s vr in co rrT CO 00*
o vj- v~ ci CI co
ei*
Ci m m mcf
co in co Ci co co 00 o> CO
co cn vy in co o co^ o q>
co co“ itT co* c^ co M
'S> 00 in CO m 00 rs VJ- VT

« fO

?
ef 00

A- "i, A.
2 M} io u n ca ea
CL. a a cn S bd 2 &<
so
•<
CS
U

— ps
s ea
H ctS

Sd

Taddki ,
Farmarolog. Fol. li. 8

Digilized by Google
>
H

s
2
s

cui
p:;

w
Q

g
a

Digitized by Coogle
.

00 rs Vi- »n
oq^ o CI o o in
ìtT c* o V?
o 0 o 0 0 c% o

co co CI
d
vt-
r*
mO) co 'S,
\n


r*^
9) *è •S
in
tv
m
00
d
9)

VT co CN 00 o
CO O) in c« vy
PO in c co 00 d
' PI
in
vf È vr
d
O X od

n
co
u <«

CQ
««

&Lh
u O O
S B
«•

E «•

B
«1

B B fa a

o ‘ • » • •
5=
U
3 g J2 ò
c 12
o
1 •

Io i i
è
b «
B9
w
o
«

«-s •
.a
.a a
. .
o IH • - *S •

o •'• ’T o a
0 >s «
O

p S •
s
T3
1
<S
O
. w •
So ^ •
Oh •T o .1 m
Q bi-idi
bi-ic

•^1
ià.'i
I.
. 9
cr

idrogeoc

• « a 0
bi-idrog<

a Hc. “ J “ce.
. • oleo-facienlt

H
o
'C S
o /;;>
ac.

0 ® g o> . .8 •
o
^O o 0
idroclorico
CB
e idroiodico')

o-èt-
? .8^ .s^ . -S £
s c *- ,s u U *T
o w SL -idrico i-idrico
ns Ci (geis
r2
wgo
i-idrico

^ §8
.

.-!.
*7 ^
.i V.'

1 §
^•e
-idrico

N =
c.

c.
•“ o . 9 <0
© C
ja o w
.

iVs
y Q E
o .y
•s
j3
o S
2 S
o
o ’S p ìH o o
^o .y
o 1S P ^o fe'? o 2
u S !•g
o w
u

Ss
!:
o .S
1,
-Si
C S -a
=-S
s 9S k
9
J3 &D
0>
-o
9 9
X9
«>
a
O "o o 1
es
k.
<0

u BQ ea CQ 30 u u u
-

'

® *5 X ro
È-L.
CO xf> «<
o o o
U
Vi
s
V
C
t u Oi c«
o in^
C 1 ^•2
O —**

vr
u
- u J
I
I

OS OS
c OS

5 C o 5 5 ©
S -5 § ,.|2 J

OS
o
Cu
i I i
S S
S
O
O
l-U o n <1 CI O^
su X fi ro
tì cVoi ec I vr X In vr Ci

¥ s I o O vr
*-= I
2 ®“- CI fi »f) X co

a M
O V h
9;
ce
Oi V}
H
H rt

a
O B. ES

-tj

o
a
su

8

Q
U
5
a
o
i (( C
a o o 2 rs
o
S L. enido nico *u
s
lurico

5 ianìdo
cianici

sico)
> s <2 (m 4Q>

H o o O Q>
*q3 (•>

u lu w H s

. , , ,
Digitized by Google
.

«
54ioa ,«>8

//
1

oa
ao.wi , i.6M

'iò,']']'
54

inioiu
)Carbon.

^(
Zolfo Idrogen.

»36

3.,

S*
C
N*
U‘

»•

(ac.

bi-c»aDico

bi-sono

drosol/ocianico)

ui-iuro
7» PESI ATOMia Dfl

COMBINAZIONI Fokmu;.e Atomo


TERIfARie E QCADERMARIE Peso deir
o ossìgeoo
OSSlAClDI, OSSIBASI,
E CORPI indifferenti Simboli aiomico B 10,000

Àcido acetico anidro. . . H* C* O* ovTero A 64>3*9 3av30jO'

Acido acetico cristallizzato. H‘C*0’4- H ov. A-+-AC. 75,567 3«3o,e«

Acido tartrico o tartarico . C< 0» ov. T 83,071 5™s5o,m

Acido citrico H‘ C‘ 0< ov. C 73,071 4=4o'0l

Acido gallico H‘ C» 0» ov. ’G 79,607 3=a3o,OOj

Acido benzoico .... H'‘ C* 0> ov. ff i53,i45 3=3o,o<(


J
Acido mucico H’* C* 0* ov.M i3i,io3

Acido, piro-mucico . . , H* C» O* * 31,390 61 —6o,w(


Acido succinico .... H‘ C* 0» ov. S 63,071 3=3o,w

Acido formico, .... H* C* 0> ov. F 46,535 3m3o,»<*

Acido oleico H'” C’* O* ov. 01 658,070

Acido stearico. «... H'>* C" 0«ov. St. 669,303

Acido chinico H" C» O * ov. C 00 0 13»130,(K*

Acido carbo-azotico . , . C‘» N» O" 317,768 i5wi5o,oii

Chinina C** H'* N’ 0» 3o5,837 3«ai3o,OOl

Cinconina C»» H’* N* 0» 387 85 ©


,
3=3o,w

Morfina C*’ N* 0» 398,741 6mb6oiOc:

Alcool assoluto .... C* H’* 0* 58,063 0=^30, 00^

Etere solforico .... C< H'* O 46,8i5 10 ,c 0<

- XlJalied.bv.CiJtì^.
Tav. MIi;
ORPI COMPOSTI.

Digitized by
Tiv. vm. PESI ATORnCl r

COMBINAZIONI Forhole Alorae

TERHARIE E QDADERNARIB Peso dell'


0 OSlijft
OSSIACIDI, OSSIBASI,
eJcORPI IMDIFFEREIITl Simboli atomico maaìO.W

Canfora naturale .... C\H '\0 7°»993

Gomma arabica .... c* O'* 034.345 9 n0,1


i;2 a

Zucchero di canna . . , C" II*’ O’* 004,809 |O=sl 06 <£<

Amido C’ H' » 0 ‘
101,617

Acido fulminico . . . , f
C* e O ov. Cy 4 >. 99 o 19,0

Acido ossi-cianoso . . . (

Àcido ossi^ianico • • . e C* O* ov.jCy 50,990


]

Acido ossi-solfo-vinico . .
i
C*
'
31 s 109,064
ISS.

f ouigeno s!’*
(*} Il che eqnirelc *
( ciaDogeno 7<'*i

4 «o,r<»

Digitized by Coogle
1

vRt»I COMPOSn. 73

COMPOSIZIONE
\iomo Atomo Atomo a oc in parti rcDtcaimali
del deir dell’ I S" <i

I • -
irhniiio !dro};eno azoto
.7, 64 38 T-o,6a397 -8,85 18 i« Ac<]ua

— 53,5o6j 13=7,487 14,09] 10,54 75,37

Si, 31 06,39 43,40


,=‘99»369j 34=14,976

=agi,765 3i=i3,to3 43,83 06,40^44.7*^

>53,5o6 1 3=8, 1 1 49,33 06,67 44,®®


I

t 5,387 3=17,703 u3,36 35,56 4«,«8 (*)


I

= 15,387 1=17,703 37*74 38,85 33,4i (**)

Iolefico(i) at 3 =. 17,783 f Gas olefìco . . 34


|ua . . . at. I =
11,348 < Acqua 07,6?
3-solforico at. 3 =ioo,333 ( Ac. 3-iolforico 68,16
139,364 100,00

<•)
[
sa
100,00

ADiiBi ,
Farmacolog, Fol. II.

Digilized by Google
r>ro o
O
o o o
o
oc
Mi;»
O « Ci o
o
0 (T)
'tv
o e o o
-CO*
c - 0 00 -
c-.
o
m
m^ C' o
O
m
00 *•
o
•m

Digilized by Google
COMPOSTI

CORPI

DEI

ATOMia

PESI

X.

Tav.

Digilized by Google
Digitized by Google
Tav.

COMPOSTI.

CORPI

DEI

ATOMICI

PESI

Digitized by Google
Digitized by Google
COMPOSTI,

CORPI

DEI

ATOMICI

PESI

Digitized by Google
|34>S||7^»49

|i84>737|

G
Pb

piombo

di

«ido
Dgilized by Google
O o OO Oi e <1 vf
« o o fo ir o rsfn o:
«1 àvr
m
;0 co «• § ;?4'a-
à o
o • • • • •
fc . .

a * *
ji
r ?f

s
Uì 3 -

••§ 8
o S
«
-§ • s
a a.
* ^"5 •
1 I
S 2 •

J _
ci9 <2 eoa
V 5*1 *u ’Z 3
fiQ< 3 HH-05
V-/

e o »
•«X •
*4
O * s?
^ V •

“ .
.2 c ._ «
O /^ o
Jp
^
O Vm •
O CL,
.

tc -s •• • n3 ^ ,
cB ro « 5-0
a .. V-/
o o •*

.l5£^.2
^ S

’ij .
£ 2
•' J5
«S S
S = OC •
I
C £ I
S - T3 O

Digi li^'c d by Google


COMPOSTI.

CORPI

DEI

ATOMICI

PESI

Digiti^
-i
b> Google
o Ciro 30 ?Q - co t-«<r)
vr fO vr -• cn \n in vr
S^00(1VJ-
*o cC Xt‘'<T ffì|
€0 co PO fO fO n •-^1

•8
e
O "3
.« <5
S su
S o
c S
0.3

5:5
L. i»
o ^

r> co r>
00 00^
ef «f in «• 0
co Oì r> 0 00 co
•0 a 0 co 0

w> 05 co
0t <• ••
«A
<
+ + +
Cfl «5 C/3

tid bd
0 n 0

ó
* •
0 •

4 ^-
jO h

•=f
• K
5 e

a
CV.

0
*
£ S
8
2
-5

"A
§
• e'='
e 2
« ^
h •

§ “ «n 1 •
e-?:? o:£ «
S'a.5 8 g-a 0 *
e -2
8 t S
.a .V c
1’^ ^ *5
w •
••'*"'?!
2 C.£ SI
s
* w 5:5
S ® ^
*^
322oc

,!| O.
-a 3
-2
1? 0^0
li S ^ 5
rs
C 5
25
.0
^S c C « 3 ._0 «so

ià « a

Digitized by Google
Tav. Xlll. PESI ATOM.Q DI

oZ e
OSSIDO D’AMMONIO Fohmulb <>' • s

E 0 •15
SALI AMMONÌCl SlMBOU s
% i=
s «

“i"

Ossido d’ammonio, o ossido bi-azo*


lico otlo-idrico N* H» 39,69^

Solforo ammonito, o solforo bi-azo-


lico otto-idrico
4 a, 8 i«

Oicloruro ammontco, o bicloruro bi-


azotico uUo-ldrìco N* H* -+- CI* 66,960-

Trisolfatoammonito o d’ ossido di
ammonio, ovvero trisolfato d’os-
sido biazotico otlo-idrico. . N* H* H- S
.
83,8119

QaÌD-bi-DÌlralo amiuonico o d'ossi-


sido d'animonìo, ovvero quin-
bÌ-DÌirato d'ossido bi-azolico ot-
to-idrico N* H* -+-*n' 100,^

Bicarbonato biacido d’ ossido d’ am-


monio, o bicarbonato biacido di
ossido biazotico otto-idrico
. . N* H* -+-.aC 87,983

Bicarbonato d’ossido d’ammonio se-


squibasico, o bicarbonato d’ossi-
do bi-azotico otto-idrico sesqui-
basico .... N* H* C
'
76,6869
1

«RPI COMPOSTL 8i

COMPOSIZIONE DELL’AMMONIO £ DEI SALI

DI GDI FA PARTE

Asolo .... 8,85 i8x^ «=


>*.6954
Idrogeno . . .
0,62397X8 »= *^!^ i 8 ]
-+- Oisigeno 10,0000 . • • , 10,0000
32,6954 32,6954

Azoto .... 8 85 8
, i
X2 = ^ Ammonio I 2 , 6q 54
Idrogeno . . .
0,62397X8 “=• 4,9918 )
—h Zolfo 20,1 165 .... 20,1 165
4».8ii9 42,8119

Azoto 8,85i8X2
Idrogeno 0,62397X8 = liw8 ]
»»i <’954
-f- Cloro 22,i326Xa — 44»^^» • • • • 44,^65
66,9605 66,9606

Amnioniaca
Idr^eno •=>
’’*6954
. . 0,62397X2 *i*.’a479 ^
Ossigeno
,

10,000» .... 10,0000


-t- Acido tri-solforico 5o,i i65 . . . . 5o,ii65
«2,8119 82,8119

Ammoniaca
Idrogeno . . . 0,62397X2

J ’i,2479 ] 22,6954
Ossigeno . . 10,0000 .... 10,0000
Acido quio-bi-nitrico . . .
-f- . 67,7036 . . . . 67,*7o36
>00,3990. 100,3990

Ammo nìaca ‘
. .
Ammonio a2,6g54
lilrogeno . . , 0,62397X2 *l!^f?9 I
Ossigeno . 10,0000 10,0000
-t- Ac. bi-carbonico 27,6438X2 =» 55,2876 55,2876
I

87,9830 87,9830

Amnioniaca la meli di 3 atomi mm


^l'inle ^
Ammonio 34 ,o 43 i
Idrogeno . . 0,62397X3 •»=
.
I

Ossigeno la meli di 3 atomi •= i 5 ,oooo .... i 5 ,oooo

I
+ Acido bi-cai'bouico 27.6438 . . . . 27.6438
76,6869 7(1,6869
T40DBI ,
Farmacolog. Foi. II. •t

Digilized by Google
1

A. PESI ATOMICI DEI

0
OSSIDO D’ AMMONIO Fornm-E » • t.

E 0 U|
SALI AMMONICI SlMSOU
0

Qiiadrt-cloraro platiirico con bi-clo-


ruro ammoDÌco , o con bi-cloru*
ro bi-azolico otloidrico . . . PPH* CI* -f- Pici* ^78,8^06
J

Trisolfato di magnesia con trìsoHa*


lo aramoDÌco o d’ossido d’am- .

monio seti’ acqueo N* H* S+Mg S-l-^H *37^991

Quin-bi-fosfaio ammonlco o d’ossi*


sido d’ ammonio doppio , e di • • •*.*.
l

magnesia doppio ou’ acqueo. . aN*H* aMgPb*p-8H 3q6,a7 l>


1

Trisolfato d’imiossido di ferro con


trisolfato ammonico, o d’ossido
d’ammonio , crisialliuato, set»
'

t’ acqueo l^H* S+FeS-+-7H a 55 , 58 «

Trisolfato triacido bi-alluminico 1

(q: 3 ) con ammonico


trisolfato
o d’ossido d’ammonio cristallia-
*ato con a 3 acqua (^Allume am-
moniacale) N* H* ^A 1 3 S+a 3 H.;>56,0970

i
1

Di- , Gl '>^Ic
CORPI COMPOSTI. Tav. Xlll.

COMPOSIZIONE DELL’AMMONIO E DEI SALI


DI CUI FA PARTE

'
Ammoniaca ) Ammonio ai,69*i4
^ ^
Idrogeno . . . 0,61397 1,2479 )
I Cloro. . . . aa.iSiéXa >= 44>a65i .... 44»*®5 i
*4- Platino 123,3499 .... •'*'^.3499
.... 88,5302 ....
I

Cloro ai,i3i6X4 88 , 53 o 2
278,8406 278,8406
' Ammoniaca *••447 5 ) Ammonio *
2,6954
Idrogeno . 0,61397 X’ ••*479 )
....
. .

OAsigeno 10.0000 10,0000


I

I
Acido tri-solforico 50.1 i65 .... 5o, 165 1

+ Magnesia *5,8352 .... *5,8352


I

I
Acido iri-solCorico 5o,i i65 .... 5o, 165 1

4- Acqua. I i,i/;793X7 . ^8.7355 .... 78 . 733 '>


*37,4991 *37,4 j )9 i

f Ammoniaca . . ii, 4475 =X* 4 *>®9 ^“ ) Ammonio 45,3908


Idrogeno 0,6*397X4 •= *> 49 ^® )
Ossigeno
.

10,0000X2
. .

“ 20,0000 . . . . 20,0000
I
' 4-:M8gnasla .
. .

i 5 ,A 35 aX 2
.

, “ 51,6704 . . , . 51,6704
Acido quin-bi-fosforico .... 89,2286 . . . . 89,2286
11.24793X8 «
I

4* Acqua. . . 89-9^34 . . , . 89.9834


t
*96,2732 296,273*

/ Ammoniaca **i 447 ^ ) Ammonio 23,6954


Idrogeoo . . . 0,6*397X2 = >|2479 )
Ossigeno 10,0000 . . . . 10,0000
I

.Acido (ri-solforico ...••• 5 o,1 165 . . . . 5o, (65


I

.....
I

-+- Uniossido di ferro 43 9*05 .


, . . . 43.9205 I

Acido tri-solforico 5 o,ii 65 . . . . 5o,ii65 I


!

-f- Acqua. . . u,* 479^X 7 78,7355 . . . . 78,7355


* 55,5844
'
Ammoniaca **>447^ ) Ammonio 22,6954
Idrogeno 0,6*397X2 *•*479 )
.........
, . .

Ossigeno 10,0000 . . . . 10,0000


I

I Atiilo (ri-solforico 5o,ii65 .. . 5 o, ii 65


.

-H Allumina . . 32,ii66X* = 64.233* .. . 64 , 233 *


.

1 50,3495
I

Aci.lo (ri-solforico 5o, ii65X3=* i5o,3495 .. . .

•4- Actiiia . . 11,24793X23 “ *5 8,7024 .


7 58 024
. . . . ,

V
556,0970 556,0970
Digìlìzod by Goo^ le
,

85

SPIEGAZIONE B ILLUSTRAZIONE
DELLE TAVOLE
RAPPHESKNTAKTI I PESI ATOMICI DEI CORPI

TAVOLA I.

COBPI ELEMENTARI. Pag. 67.

Per segni rappresentativi delle sostanze elementari Berze*


lina si è servito di simboli o di formule , formate per ciascuna
di esse culla lettera iniziale del nome loro appellativo ; la quale
« talora usata sola, talora spalleggiata da altra lettera minuscola
per nomi dei corpi , che , avendo la medesima iniziale , potria-
i

no dar luogo a imerpreiazioiii equivoche.


E
volendo il sullodato Chimico che tali simboli o formule
fossero invariabili , e le medesime per i Chimici d’ ogni nazione ,
consigliò che le si desumessero dal nome , con che ciascuna delle
sostanze si appella nell’idioma latino, alla foggia medesima dei
Botanici e di altri naturalisti , i quali , non mai nella propria
lingua, ma io altra che universale sia, o che cognita si suppo-
ne , denominano e descrivono gli oggetti del mondo s\ organico
che inorganico.
Di qui è che per simbolo del carbonio ( carboniuni ) vieti
presa la lettera C
iniziale di tal nome ; per l' idrogeno (fy'drogt-
niiim) la lettera Hi per lo zolfo (sulphur) la 5; per il iliiom
( fluorumì) la F. Laddove poi fosse comune a due o più nomi
la medesima iniziale , come per es. nei corpi Bismuto e B.irio
(Bismuthum , Barium) si adopra il simbolo Bi per 1 uno , quello
di Ba per l’altro (i); in quella stessa guisa che per lo stagno, il
selenio, lo stronzio, l’ antimonio o stihio , che in latina favella
hanno tutti la medesima iniziale, si usano, seguendo l'ordine
medesimo in coi sono stati testé esposti le foimule Sn Se St
, , , ,

S6 (Stnmnum SeUnitim , Strontium , Stibium'). Nè puossi frat-


,

tanto negare che , adottando per segni rappresentativi dri radic.-ili


elementari le lettere iniziali dei respetlivi loro nomi, piuttosto che

(1) Nel far addizione della seconda Lettera alla prima, si procura
di acrgtierla tale che non aia comune ad alenilo dei nomi, coi i comune
l'iniziale. Ma neaauna addizione di lettere d'altronde rien l'atta a qiirlla
presa per formula dei metalloidi , quando pur casa aia la medesima clic
per ale noi dei corpi metallici , tmnoe per il bromo , il cloro > ed il ri-
/trio {Jfromium y Chlorum y Silicium) y i quali «i rappreaentaoo con
Cly Br. Si y onde vengano dialinti da altri roclalloidt aventi le mede«i>
me iniziali , come il carbonio y \\ boro y lo zolfo ^Cnrboniutny Borumy
Sulfihur) « che ai eaprimnoo aeniplicemeote cou C, By S»

_^p^_2QtìjiyX^oogle
, ,

H6
nidi »iml)uli o geroglifici , si lia il vantaggio di ricliiamarscli più
racilinenie alla memoria (i).
La disposlrione dei corpi e delle correlative formule nella
seconda colonna è ,
che tanto queste che quelli procedono dal
tale
minimum al maximum
del loro rcspeilivo peso atomico Di qui è
che primo è l’idrogeno II come quello che ha un peso atomico
iiileriore o.fiaSg; ed ultimo è 1 * uranio
all’ iinilli , W cui peso V
atomico è alcun poco superiore a unità, desunti si I’ uno che
r altro dall’ ossigeno lo.oo. =
La terza colonna rappresenta il peso atomico di ciascun cor-
|>>>; la quarta un atomo doppio per tutti quei corpi, i quali, nella

<]oatitità di 1 atomi godono della proprietà di combinarsi si con i


che con 2 ,
con 3 , 4 • ^ P'ù atomi o , sia con 10 , 20 , 3o
4o ec. d’ ossigeno. Cosi a modo d’ esempio ,
I’ atomo doppio del-
l’azoto (u sia 2 at. di esso) può combinarsi con fino a 5 nt. d’os- 1

sigeno ; e l'atomo dopp-o di-l cloro con 1 , con 5, e perfino


con 7 at. d’ossigeno (sed la Tav. Ili Osfiacidi); dovecchè l’a-
tomo doppio del rame, dell’ oro, e del mercurio non si combina
con più di at d’ossigeno (v. la Tav. Il Ossib'^si').
I

La quinta colonna ripete il peso atomico o l'atomo semplice


di quei corpi , Che hanno la proprietà di combinarsi colla metà di
3 o di 5 at d’ ossigeno cosicché la comhinazione loro (a meno
;

che non si vogliano supporre come divisibili gli atomi dell’ossi-


geno) si effettua nel rapporto di 2 at. dell’ tino o dell’altro di
essi , e 3 0 5 at. d’ossigeno. Ne abbiamo l’ esempio nel fosforo e
nell’arsenico, l’atomo semplice dei quali si combina o con i5 o
con 25 d’ ossigeno, o pur con 3o o con 5o di questo , se 1' atomo
loro II' è doppio ; nel qual caso rientrano nel numero dei corpi
indicali nella quinta colonna -fv. anche la Tav. Ili Ossiacidi').
Molti altri poi dei corpi, di cui è ripetuto il peso atomico nella
quinta colonna (Tav. 1), oltre a godere della proprietà di combi-

( 1
)
Beneliiii ha rimproveralo ad alcuni Chimici rraiircsi di etsrrsi
lasciaci sedurre dall' amor nazionale per molare le iniziali dei nomi la-
tini ,
con che Tengono decifrate le formule atomiche in qiii Ile dei nomi
della propria lingua , come per es. la formula o il simbolo desnuto K
da Katium {putassìu") in ijiiello di Pv , di iVa Natrium , io quello di
A’o , per eitprimere il sotiìv. Ed è ben vero che se un tal’ esempio ve*
nisse imitato dai Chimìri italiani , tedeschi , inglesi ec. , ne verrebbe
che quelle f'ormule sì renderebbero variabilissime per molti corpi ; che
à quanto dire che ogni nazione avrebbe le sue formule proprie , e
d inerenti da quelle di altra : perlocht'- venendo a mancare lo scopo per
il quale furono immaginate perderebbero il primo loro pregio quello
, ,

cioè tirll' nniversalìtà , essendosi anzi voluto che ai dotti dì ogni paese
esse addivenissero comuni e familiari in quella guisa appunto die .

ovunque in comnuioue vnolsi che siano le dottrine e ì lumi concios- .

siachè è la scienza tal patrimonio o tesoro che non ad un solo paese , ,

nè ad una sola ctè , ma all' intiero mondo appartiene. V. anche dello


stesso Iterzelius Essai sur la Tintorie d%;s pUtpurtiuns thimit^uti*

DigilizaeWjy’-Gcf^lt
^7
n»rsì culla ineili di 3 o di 5 at. d’ ossigeno , seguono anche la
legge uiù semplice, vale a dire si combinano coll' ossigeno ezian-
dio nel rapporto di i a i , di i a a, di i a 3 at. come per esemp.
il ferro, l’oro, il piombo, il manganese ec. , i quali ci somraini*

strano degli uniossidi o monossidi , dei biossidi , triossidi ec. oltre


un soprossido o sesquiossido , e talvolta perdilo un sub-triossido.
Corpi di tal sorta , o che possedooo questo doppio modo di
combinarsi coll’ ossigeno, offrono per I' ordinurìo degli ossidi che
sono isomorji fra loro (v. la legge di TI. X).
Il pesa atomico assegnato nella terza colonna (Tav. I) all’ al-

luminio, al glucinio, allo zirconio fe desunto ancora per questi da


lleilo dell’ossigeno valutato s=so) è solo indicato per comodo, e
A evesi riguardar come presunto, giacché essendo l’ossido d'allumi-
nio (allumina) isomorfo col soprossido di ferro, c isoniorfn col-
1’ alluniiua essendo pur 1’ ossido di zirconio (zirconia) non puossi

a meno di riguardarle entrambe come dei composti, ove il peso


dell’ ossigeno figura per una quantitii =» i5 (ved Tav. 11^ : K di
qui è , che per 1’ atomo dei radicali o corpi elementari alluminio ,
glucinio, e zirconio devesi ritenere la quantilii o il peso che di
essi respeitivamente può unirsi con i5 d'ossigeno, unica fra le
combinazioni osside di cui siano suscettibili. Per conseguenza il
vero peso atomico ue sarebbe (Quello per i medesimi indicato nella
colonna quinta della Tav. I , il quale è di un terzo maggiore di
quello stalo loro respettivamrnte assegnalo nella terza.
Nessuno vorrii negare poter le formule riuscir vaiitaggiosissi •
me, sia per dipingersi alla propria mente, sia per rappresentale
ad altri . col massimo laconismo , il nome dei varj corpi che con-
corrono alla formazione di un composto, non che il rapporto che
esiste fra l’uno e l’ altro dei componenti; Ma più che le formule
o simboli potr\a a noi giovare di conoscere il peso atomico dì cia-
scun corpo , o I’ atomo relativo , nelle operazioni analitiche e sin-
tetiche da eseguirsi mentalmente , e soprattutto per farue quelle
applicazioni o quegli usi, di cui è s'i feconda la bella legge scoperta
da Wenzel e confermata ed estesa da Richicr (v. pag. i6).
Non però con egual facilità che le foimule può taluno com-
mettere alla propria memoria altrettanti valori numerici quanti
sono ì corpi elementari fin qui conosciuti, tanto più che il peso
atomico di ciascuno di essi , ood’ esser rappresentato con quella
esattezza che c’ è imposta dal rigore dell’ analisi , ha bisogno di
essere espresso con 4 t 5 , e più cifre.
A fine pertanto di agevolare la reminiscenza dell’ atomo di
ciascun corpo elementare ( gran base di ogni calcolo che possa
abbisognare alle operazioni del Chimico) io ne ho fatto qui il no-
vero , riducendone le frazioni decimali in quelle poche , clic di
usar siani solili nelle nlisuiesi lineari che di capacità , e che con
molta più facilità pcssono ritenersi a memoria.

Digitized by Google
88
Ed aflìncliè più facilmente ci venga fatto , col fisiar l' idea
sulla localilh assegnata ai acmi dei corpi, di rammentarsi del peso
atomico onde sono respeitivamente accompagnati , io gli ho di-
sposti |>er ordine alfabetico (i) , distinguendo eoo un asterisco
quelli, di cui le combinaaioni per ordinario, o nel maggior numero
dei casi , si eil’ettuano con i atomi o con i atomo doppio.
Il segno *f- indica che il peso atomico è superiore di una
piccolissima quantità a quello assegnatoj mentre l’altro segno —
denota che ti’ è di pochissimo inferiore; eccesso e difetto che non
sono esprimibili, le non usando di Iraaioni centesimali ec.

Starano il taedeniBo ordine anche le formule; e solo ne de-


-(i)
viano quelie ddl' atilimonio , dell' arato , del Idtioro , dell' idrogeoo ,
dell* ittrìo,
del mercurio , dell* oro , del potassio , del rsroe , del so-
dio del tungsteno , e dello volld , per riù che tali cor|ii , nell* idiuins
,

latino , hanno rlaaciino per iiiisìale una lettera dilfereiita da quella rba
hanno nrll' llaliauo.

Digilized by Google
20
Alluminio Al '7 ìo+- Idrogeno
Antimonio n Iodio I 79 -;-(*)
Siiblo St «oj-O ^ Iridio Ir ia33 -f-
S Arsenico A$ 4? +
Azoto o nitro
lllrio Y 40 Ì-+.
gcno N sJ-KO
1 Litio L 84-
Argento •35«-
r
Magnesio Ma i5g-

Bario Dck 85- —


IO Manganese Ma 34 5 — (*)
88-Z— 4
4
Bismuto Bi
IO Mercurio
r,
Hg ia6^ —
Boro B
Molibdeno Mo 59 1 4-
Bromo Br 48^-)
1 Nichelio m 37 —
Cadmio Cd 69 J
Oro Ah ia4^
Calcio Ca a5§ -f-
3 Osmio Os 1^4 r *

9
Carbonio C 7y^
OSSIGENO 0 IO
7 CeriooCererin Ce 57
-


Cloro a Palladio

Cobalto Co 36 1 + Piombo Pl> i»9| —


^
Cromo Platino PI i»3 j4-
Cr 35 5 -K*)
Potassio K 49-
Ferro Fe 3a ''
10 ^ Rame Cu 395 - —
3 Fluoro 2
FI "3-K‘) Rodio fi
65j -
Fosforo Ph •95 -+-C*)

Ciucio 0 Glu-
^ cinio G 33j_
20

Diùilized by Google
7 ,

O }
4D
Selenio Se 497 — f Uranio V ’7'
S
Silicio Si
>74
-
1 Vanadio V 85
lU
O Sixlin Na
Stagno Sn 737 + 2inco Zn 4«r —
54 ^- 5 Zii-conio 7.r 4»-+-
Stronzio Sr
Zolfo s aog —
T.'intalio o Co
54
lombio Ta ..55-

Ti'lliirio Te CO 0 +
g Titanio Ti 305 --
Torio o Tori-
Ilio Th 747-
Tiiiigsieiio o
Wolframio —j
4!)

TAVOLA 11.

DELLE OSSIBASl. Pag. 58.

Per le formule atomiche rappresentaali le combinazioni del*


l’oasigeno con tutti que’ corpi elementari , donde resultano
le ossi-basi,
ho fatto uso deal’ istessi segni e delle stesse cifre
proposte c adoprate da Berzelius , di cui l’ esempio vedesi oggi
generalmente seguUo dai Chimici tedeschi , francesi ec.
Ma nell’ illustrare queste stesse formule , giova che qui
rammenti aver’ io voluto che, come per la semplice ispezione della
formula perviensi ad acquistare idea del rapporto che esiste fra
l’uno e l’altro componente di un ossido e di un ossi -ha se , rosi
si potesse acquistarla dalla voce, o dal nome con che sia l'uno

sia l’altra vengono designate. Al conseguimento del quale scopo


io denominai gli ossidi , non in ordine alla processione e succes-
sione loro , ma in ordine al numero degli atomi di ossigeno che si
fissano su di un radicale medesimo.
Non sono pochi , come gik dicemmo , corpi elementari su i

cui r ossigeno si Gssa in due , tre , o più proporzioni diverse ; o

Digitized by Google
9 '

per «lirlo in altro ntoilo, molli corpi vi hanno che snscrttililli sono
di combinarsi coll' ossijjrno nel rapporto talora di i a i
,
di i a a,
di I a 3 a(. ec. , talora in quello di 3 a 3 , a 5 ec. , c |ier(ìii'>
nell’uno e nell’altro modo insieme. Le voci di protossido, doii-
Inssido , trilossidn, e teirossido usale per denotare i diversi gradi
di ossigenazione, furono da molti abusivamente adoperate iìn qui ;
c falsa è l’idea che ci somministrano sulla composizione quanti-
tativa (U lino n di altro ossido a radicale identico, lo mi valsi
delle predette voci ad altro uso diverso , conciossiarbè met-
tendole d’accordo colle vere quantitli atomiche dell’ ossigeno , le
destinai a significare dei numeri intieri , facendo quindi ricorso ad
altre espressioni e ad altri mezzi per denotare numeri fratti o
i

intermedj : cosicché nel sistema da me adottato , la significazione


che al protossido vien accordala è quella di un composto , ove 1
atomo di un radicale qualunque trovisi combinata con atomo di 1

ossigeno. Chiamu quindi deutossido il composto in cui 1 atomo


,

di radicale è combinato con a atomi d’ ossigeno , e lo dico iritos-


sido quando con 1 atomo del primo trovatisi combinati 3 atomi
del secondo.
E poiché queste voci di protossido , deutossido , e tritossido
siarebliero per indicare dei composti , che si succedono in ordine
numerico, come primo, secondo, terzo ossido ec. , io faccio uso
delle parole monossido o uniossido, biossido, triossido ec. come
quelle che sono meglio atte a darci la vera e nella idea della seni-
pliciié di rapjiorto eh’ esiste fra la quantitli dell’ ossigeno ,
di cui
sono provvisti var] ossidi che appartengono ad un istesso radica-
i

le, ad indicarci cioè dove, o in quale delle varie o molteplici com-


binazioni osside a radicale identico , l’ossigeno è d>iplo , triplo,
quadruplo ec. di quello che contiensi nella prima e più ba.ssa di
esse , o sia nel monossido.
Cos'i a modo d' esempio io denomino imiossido o monossido
il primo grado d’ ossidazione dello stagno , rappresentato colla

formula Sn , perché contenente 1 solo at. d’ossigeno su 1 at. di


stagno metallico , e dò il nome di biossido di stagno ali’ altro gra-

do d’ ossidazione Sn ove 1 ossigeno é nella proporzione di 3 at.


,

su I ut. di che é quanto dire in quantith dupla di quella


metallo ,

che primo o monossido. £ per le medesime ra-


n' è contenuta nel
gioni io dico uniossido e triosssido di potassio , perché contenenti
il primo 1 at. , il secondo 3 at. d’ ossigeno sullo stesso peso di ra-

dicale , ad onta che per ordine numerico o nella scala delle com-
binazioni di quel metallo coll’ ossigeno , costituiscano il primo e
secondo grado d’ossidazione. Dal che procede che dall’ uniossido

o monossido di potassio X si salta al triossido di esso K.


.

})’ .

Rl«ppt(n poi a quegli oisidi , ove il radicale essendo unito


all’ ossif;eno nelrapporto diaa3,di5a7,odiiai§,dÌ3},
a 3 j ,
mi valgo di ijuantiih iiiierniediarie fra i e 4 , fra a e 3 ec.
o sia fra 1’ ossigeno dell’ uniossido e quello del biossido, fra l’ossi-
geno di questo e l’ossigeno del triossido ec. Pei quali numeri
fratti , otid’ è rappresentato 1’ ossigeno di tali ossidi , io impiego
le voci di soprossido o sesquiossido , se la proporzione o qiiantìtii
d'ossigeno è precisamente inedia fra quella del monossido e bios-
sido, gli chiamo sub-tri-ossidi se 1’ ossigeno è una quanlilk media
fra il biossido e il triossido.
Nei tre modi di combinazione del piombo coll’ossigeno , o
sia nei tre ossidi diversi di questo metallo , ove l’elemento ossi-
dante sta come i numeri io, i5, ao, abbiamo l’esempio di quan-
tità atomiche d’ossigeno espresse con nnmeri intieri nel primo e
nell’ ultimo , e di altra espressa con numeri fratti nel secondo o
medio ond’ è che monossido o uniossido di piombo chiamerassi
;

quello rappresentato dalla formula Pb ,


e contenente i at. d’ossi-
geno su 1 at. di piombo; si dirà sesquiossido o soprossido l’altro

’ Pb contenente 3 at. d’ossigeno su a di metallo ( o sia i5del


primo su I at. del secondo); e finalmente si denominerà non tri-

ossido ,
ma biossido 1’ altro Pb (benché in ordine numerico ven-
ga terzo) per ciò che contiene a al. d’ossigeno su i at. di radicale.

( l at. d' ossigeno. . = 10,000


Moncssiilo di plorolio Pb {-+ l at, di piombo . = »^9.Vl9
= '•’^h49
Sea<|ui ossido o aoprossido ( 3 at. d'otsigrno, o aivrero la metà, = 1^,000
di piombo i di piombo, o sivrero la meU, =109,449
= 144.449
a at. d’ ossigeno . = ao,ooo
hiossido di piombo Pb
I at. di piombo , = 109,000
= 19,0001^

La formula Pb
che abbiamo assegnato al sesquiossido o se-

condo grado di ossidazione del piombo, preceduta coni’ è dal segno


’ ci avverte
colla supcriore di quelle cifre esser 3 gli atomi del-
l’ ossigeno , mentre coll’ inferiore denota esser due gli atomi del

radicale mct.illico; vero modo , incili, secondo ogni probabilità


siffatta combinazione si effettua , qualora ritengasi non esser l’a-
tomo suscettibile di divisione. Dal che proviene che il soprossido
n sesquiossido di piombo presenta nella terza colonna pag. !>9
un peso atomico n, doppio cioè di quello che presentar

- •
Digitized by Google
,

f)3
dovrebbe messo a confronto e in gradazione col monossido, che lo
|>recede , e col biossido die gli succede. Ma non per ciò inuiaio è
il rapporto fra due compouenti , poiché ridotto ad un solo atomo
i

il metallo, conforme lo è negli altri due ossidi (monossido c bios-

siilo} e dimidiaio il peso dell' ossigeno , o residuato a 5 il peso i ,

atomico vien ricondotto al sno vero valore, cioè a i44i449i


come si vede nella quinta colonna. Nel qual' aspetto noi ilohbia-
tno rappresentarcelo all' occasione di esaminarlo comp.irativa-
mente all’ uniossido e al biossido dello stesso metallo , essendo-
ché si tratta di metter fra loro in rapporto le diverse proporzioni
(l'ossigeno, che possono essere assume da una sempre istessa quan-
tità di piombo , nel triplice modo in cui la combinazione fra
r uno e r altro si effettua.

Di qui é che, come non dovettesi appellare col nome di deu-


tossido o biossido, conforme già dissi , il secondo grado di ossida-
zione del potassio, ma triossido(v. ptig. 91) per ciò che 3 at. di
ossigeno esso contiene su 1 at. di radicale, cosi neppure denomi-
nar dobbiamo col nome di biossido il secondo grado d’ossidazione
del piombo , ma con quello di sesquiossido o soprossido , perché
contenente una quantità d’ossigeno che media é fra quella, di cui
sono forniti il monossido e biossido di quello stesso metallo.
Ed in questo stesso divisamento d’indicare con appositi
nomi la costituzione quantitativa dei corpi , io mi valgo dello
stesso nome dì soprossido o sesquiossido per quel composti di un
metallo coll’ossigeno, quali sebbene non costituiscano un grado
i

intermedio d’ossidazione, pur tuttavia resultando dalla conibina-


zioiie di a at. dì radicale combinato con 3 ai. d’ ossigeno , ci pre-
sentano i loro componenti nel rapporto di 1 a 1 4 per modo che 1

soprossidl o sesquiossidi sono da dirsi gli ossidi del ferro , del ce-
rio , e del sodio costituiti da a al. di radicale c 3 al. d’ ossigeno
per quanto costituiscano gli ultimi e più elevati gradi d' ossida-
zione, cui metalli anzidetti possano pervenire; e ciò perclié
i

essi contengono non il doppio, ma soltanto la metà più dell’ossi-


grnn di che è fornito il monossido o uniossido de) respettivo nome.
Nella qual medesima categoria ho messo anche l’allumina e la
zirconìa ec. , chiamandole col nome di soprossido d’alluminio, di
soprnssido di zircxmio fsebbene iiiiici siano o tali da non esser
comparabili con altri a radicale identico), per ciò che resultando
entrambi dalla combinazione di z al. dei respettivo radicale con
3 at. d’ossigeno, sono essi pure dei composti tali , ove 1 ossigeno ’

sta a tjucllo di altri monossidi cerne 14 a 1 , ed a quello dei veri


biossidi come 1 f
a a.
Le formule delle ossi-busi sono quelle stesse dei corpi ele-
mentari, coir aggiunta nella pane superiore di t.anli punti qoanli
soiiu gli atomi deir ossigeno, clic col radicale trovatisi combinali :
Cosicclié puossi riconoscere a colpo d Uccliio quando è clic un tale
, è

o lai’ altro corpo è combinalo coll’ osiiigeno , in quaniiik tale Ja


loriuare un monossido o nniossido, e quando da formare un bios-
sido , un iriossido cc. Col semplice nome di ossido si cliiaraa il

composto resultante dell’ argento coll’ ossigeno in quanlochè


unico è il modo di combinarsi fra loro; si hanno all'opposto due

ossidi nello stagno (I' nniossido Sn e il biossido Sn) perchè su-


scettibile questo metallo di combinarsi coll’ossigeno nel rapporto
di I ^ I , e di 1 * a ; altrettanti pure se ne hanno nel potassio

(l’uniossido £
e il triossido K") per la proprietà sua di coinbinaisi
coll’ ossigeno nel rapporto di i * i e di i * 3.
Non poche altresì delle formule, oltre ad esser corredate di
uno o più punti ,
sono anche precedute da due numeri disposti
alla foggia di una frazione composta di denominatore e nuuiera-
lure : dei quali il superioie denota sempre il numero degli atomi

deir ossigeno, l’inferiore quello degli atomi del radicale. £ di


questo soccorso io munisco la formula, tuttavolta che la combina-
zione del radicale coll’ossigeno si effettua nel rapporto di % at.
del primo a 3 at. del secondo; combinazione, che per esser posta
in armonia e in correspetlivitk colle altre a radicale identico , ha
bisogno di esser dimidiata per parte si dell’ uno come dell’altro
componente. Il piombo per esempio, oltre a combinarsi coll’ ossi-
geno nel rapporto di i at. ai at. e di i al. a a al. (con che ci

somministra l’uniossido Pb e il biossido Pb v. pag. 5 q) è su-


scettibile di altra combiiiazioue diversa coll’ossigeno, qual'
quella di a al. a 3 al. con che formasi un ossido intermedio (il

sesquinssido o soprossido ^ Pb'). Ma poiché i solo atomo di radica-


le metallico era coiilenulo si iicU’ nniossido che nel biossido, cosi
se vuoisi che siane identica la quantità nell' ossido intermedio, rì-
rhiedesi di ridurre il piombo da a al. a al. e ridurne parimente
i

r ossigeno alla metà di 3 al. Nel qual caso si avrà un composto,


ove 1 nt. di piombo è combinato con i5 d’ossigeno, quantità
media fra io e ao per modo che ridotto il peso atomico di i.vl
:

ossido alla metà di quello, ond' è rappresentalo nella terza coloii-


ni, o qual esso è nella quinta, il nome che gli è ben appropriato
è quello di sesijuiossido o snprossido £ lo stesso ragionamento è
da farsi rispetto ai soprossidi d’oro, di bismuto, di cerio, di
manganese, d'osmio, d* anliinonìo , di sodio , di rodio , ed’u-
raiiio (v. pag. 58 , 5p , 6o).
Anche tre soprossidi allumina, gliicinia, c zirconla, fra loro
i

isomorfi , vengono rappresentali con peso atomico tale , che l’os-


sigeno vi figura per lu metà di 3 al. (•> i5,ooo ) ed il radicale

Digilized by Google
,

95
rrspetÙTo per i solo atomo , desunto però non da io,oo ma da
i5 d’ossìgeno, com’è rappresentato nella colonna 5 della Ta>
vola I (i).
I numeri riportati nella colonna 4 esprimono i atomo dop-
pio o a al. di radicale in combinazione con i solo at. d’ ossigeno;
e di qui è che ossidi bimetallici io ho denominalo le prime o piu
basse combinazioni dell’ oro , del mercurio , e del rame coll’ ossì-
geno , come quelle che resultano da i at. d’ ossigeno con a at. del

, I ffgy e
radicale respettìvo, J ossidi semplici gli altri
due composti congeneri , ove, restando ferma la qnantitìi dell’ os-
sìgeno (i at. n
io,ooo) è dìmidiata soltanto la quantità del ra-
dicale , ridotto cioè a i solo atomo : come lo sono i secondi e piu
elevati gradi d’ossidazione del rame e del mercurio, ì quali, con-
foimemente a ciò che ne bo detto , vengono rappresentati colle

formule Cu e £fg.
Finalmente nelle colonne 6 e 7 io ho riportato , ad imi-
tazione di ciò che ha fatto Berzelius , la composizione di ogni os-
si-base in parti centesimali , destinando la 6 di quelle colonne
per 1 ossigeno, e la 7 per il radicale ; lo che, oltre a rappresen-

tarci i componenti in rapporto con un numero tondo ((quantità


che come ogni altro decimale assai bene si presta ad ogni specie
di calcolo) ci risparmia eziandio il tedio di tlecomporre il numero
esprimente il peso atomico della 3 colonna , per risolverlo in
quello che respettivamente compete ai due componenti (radicale
e ossigeno).

TAVOLA 111.

ossid: e ossiacidi. Pog. 61.

In quel modo stesso che dal nome , con che ho appellato le


diverse ossi-basi , ben si rileva la respeltiva loro composizione
atomica, cosi ho voluto che altrettanto sì facesse per gli ossi-
acidi. Ma fedele alla mia promessa di non portar cambiamento

Ci) É <]a»ta imporUnte , poicbi le si de>ininr>iie


no' «TTertenza
l'atonia semplice dell' «IIuididìo
,
del glucinio
e dello /.irronio , da
,

10.000 d' onaigeoo . come lo quello preauato


della roloona 3 della
A
Tavola 1 ,
1 ’
atomo composto
allumina , quelli della gluciuia e della
dell'
xircoaia indicali nella colonna S della Tavola It, potrebbero forse
,

darci 1 ' idea di combioazìoni ove si contenessero altrettanti atomi di


,

radicale quanti se ue contengono d'ossigeno: Ma le cifre numeriche da

cui sono precedute le formule respeltive (i^l) (ìzr) ci rendono


avvertiti meglio di altro segno qualsiasi dal commettere un sidatto
errore.

Digitized by Google
<)6
veruno nelle inflessioni e desinenze di quei nomi, che, essendo da
molto tempo adottati e divenuti ovunque oramai lamiliari e co-
muni , lormaiio il linguaggio universale della Scienza sono stato ,

obbligalo ad usare mezzi e compensi alquanto diversi da quelli


cb' usai per le ossi-basi.
Tra i radicali semplici acidificabili dall’ ossigeno sono ben
pochi quelli , che, per assumere proprietà acide, si contentino di i

solo at. d’ossigeno; molti all’ opposto che a, 3 at. e più ancora
ne assumono, prima di saturarsene, o di pervenire al grado mas-
simo di acidità.
Bastarono due sole desinenze a stabilire le necessarie distin-
zioni lia gii acidi aventi lo stesso elemento elettro-positivo , fino
a tanto che si credette non esistessero che due soli modi o gradi

di acidificazione per ciascun radicale semplice. Non pero si crea-


rono dei nomi nuovi o di nuova desinenza per denominar quelli
che si scoprirono in appresso; e ben sappiamo oggi potere un ra-
dicale medesimo fornire 3 e perfino 5 acidi diversi. Cosi per es.
le denominazioni d’acido solforoso e d’acido solforico bastarono
per un tempo a distinguere i due ossiacidi dello zolfo , da gran-
dissimo tempo conosciuti ; ma scoperta in questo radicale la pos-
sibilità di formarne altri due e ben diversi, merce la suscetlibilitli
che esso ha ad unirsi coll’ ossigeno in proporzioni diifeienii
da quelle colle quali forma gli aridi poc’ anzi divisati , si tenne
dietro all’ordine in cui a questi succedono i due novelli, e
dettersi nomi di acido iposolforoso all’ uno , quello d' iposolfo-
i

rico all'altro , come sottostanti agli acidi antichi di questa stessa


desinenza. D'altronde però mentre questa preposizione ipo o
sotlo, innestata al nome dell’uno e dell’altro degli acidi gii co-
nosciuti , bastò i>er dar idea del grado d’ acidificazione relativa ,
non servi punto a indicarci il rapporto in cui 1’ ossigeno si trova
nei quattro acidi dello zolfo, per la ragione che, se circoscritta non
c la significaziniie quantitativa delle parole solforico e solforoso,
è ancor più indetet'minata e più v.iga quella della preposizione
ipo. E volendo pertanto , anche in riguardo agli ossiacidi (i), su-

fi) comporre i nomi di cor|ti hiaarj «renti proprirtik «eide ,


non dee esuere rbitrario il modo di collocare avaDti o dopo il nome
dri dne componenti , ma pnoMÌ atabìlire come regola generale e itiTa«
rialulr ebe il corpo elettro>negalieo aerva alla rormaniooc del nome
.

gt-uericO) ed il corpo elettro*poaitivo a tjaella del iinme apecifteo ;


ond’ ^ che ai dirà onsiactdo btcìtrbuufro y ussiaritto .tHicico % come
appunto ai pratica perle osai>bati , dicendo hnritici» o Hi
le , ossidi» potassico o di potassio , mcrcuriro o di mercnsio»
Talvolta prrò iovece delia parola oaaiai'ido ai u»a quella più breve
o più aempticc li'addo, oramai aancìta dall* u»o » colla quale nou av-
verrà mai di confondere ^i acidi dei corpi alogeni , tnttavoltacbè au-
« Ikc per il nome dì qiieati , come per quelli formati da corpi anitigeni,
vi pratichi di luare il nome del corpo rleitru'ncgalìvo a principio , e
qmllo del corpo clctlro-poiìitìvo in ultimo (Y. Tav* IV c V Soltidi c
elucidi).

Digitized by Google
,

97
bordinarnp il nume alla respeuiva loro composizione atomica , ho
teauto conto del rapporto eh’ esiste fra il radicale e 1 ’ ossigeno
sia doppia, triplice, o quadruplice l’acidificazione che questo
induce in quello.
Or siccome le quantilk proporzionali di ossigeno, da che una
sempre pgnal quanliih di zolfo può venir acióifiralo , stanno Ira
loro come i numeri i , a , a ) , 3 , cos'i senza indiir cambiaineiun
nelle desinenze dei nomi giò in uso, chiamo acido iinisolfnroso o
monusolJftroBo quello che costa di i al. di zollo con i at. d’ ossi-
geno ; Ac. bisoljiuoso quello, in coi lo stesso atomo di radicale è
acidificalo da a at. d’ ossigeno acido trisolforico 1 ultima ove
;

,

Talomo dello zolfo contenendo 3 at. d'ossigeno trovasi al maxi-


mum di sua acidificazione; e sub tri solforico la terza, per ciò
che l’ossigeno è rappresentato da un numero, che è medio fra i
numeri espriinenli l’ossigeno degli acidi trisolforico e bisolloroso,
per una sempre isiessa quantità di radicale. Alla qual deno-
minazione di acido sub-tri-solforico puossi anche surrogare la
voce siiiouima di acido quiii-bi-so)forieo , come quella die me-

glio si accoida colla formula ad esso lui assegnala (’ S) per ciò

che non volendone frazionare gli atomi componenti , lo si rappre-


senta con dop^iia quantità dei medesimi, che è quante dire come
se costituito fosse di S at. di ossigeno su a di zolfo (v. pag. 63}.
Premetto del pari 1' avverbio numerale al nome di quei com-
posti, come ossiacidi o ossidi indifferenti, che resultano dalla com-
binazione di varj radicali coll' ossigeno in proporzioni diverse ,
come per es. i conqiosti del carbonio , designando la prima e
pili bassa (Ielle coinbin.'izioni di esso col nomc_ semplice di ossido,
(perchè unica fra gli ossidi di quel radicale); con quello di acido
Ù-carbonico il composto acido che contiene a at. d ossigeno su i
di carbonio ; e come sinonimo d’ acido ossalico (voce che non ha
veruna significazione) impiego la parola acido sesquicarbonoso ,
la quale ce lo rappresenta qual acido intermedio fra l’acido bi-car-
boirico e l’ossido di carbonio, tale cioè che contenga una quantità
d’ossigeno media IVa quella dell’ uno e quella dell’ altro. Ma la
formula denota pur quivi una quantità doppia di componenti per
,

le ragioni die abbiamo di sopra addotto parlando dell’ acido


,
snl>-l ri -Solforico ; ond* è che aische all’ acido sesquicarbonoso
sominentovalo può egualmente convenire quello di acido tri-hi-
carbonoso, quando non si voglia ridurle il carbonio ad i at. sul»
o alio stesso |ieso per tutti tre composti.
i

Vi Iranno poi degli ossiacidi di lai natura , che non solo in


combinazioni intermedie , ma talvolta perfino dalla prima all' ul-
tima , costano di aat. di radicale acidificato non solo da a o 4 at.
d o.vsigei>o , ma anche da i , 3 , 5 , 7 di esso ; per mudo che iiou
Tadobi, Farmacolog. Fol. lì. la
3 , -

possono essere rapprescniati allo spirito nella vera loro composi-


zione quantitativa e qualitativa , se non facendo precedere loro i

nomi da doppio avverbio numerale, l’uno destinato ad enumerare


gli atomi dell’ ossigeno , l’altro quelli del radicale. Sono in que-
sta categoria le combinazioni ossiacide dell’azoto, del cloro, del-
r iodio , del fosforo, ec.
Esistendo or dunque combinazioni di a at. d’ azoto con i ,
3 , , 4 f ^ at. d’ ossigeno , o pur di 3 at. di rioro con 1,5,7
d'ossigeno, ed altre di 3 at. di fosforo o d'arsenico con 3 , 5 di
o.ssigcuo ,
io ho distinte le prime coi nomi di ossido uni bi-azotico

N) ossido uni bl-clorico Cl) bi-ossido bi-azoticu (7 N) acido

tri-bi-azoloso o tri-bi-nitroso (’ N) acido quin-bi-azotico o quin-

bi-nitrico (; N); acidi quin-bi-clorico , e setti -bi-clorico Cl

e I
Cl) e le altre del fosforo ec. , co' nomi di acido iri-bi-fosfo-

roso (-J Ph) quin-bi-fosforico (J Ph) e quin-bi-arsenicico (* As)


,

(v, anche la Tav. 11 ).


Per la medesima ragione io denomino l'acido del boro acido
se-bi-borico , come quello che costituito è di 3 at. di radicale
con 6 di principio acidiiìcatore , e l’ammoniaca col nome di bi-
azoto $e-idrico, in quanto che dessa è costituita di 3 at. d’azoto
con 6 d’ idrogeno.
Egli è vero che tanto di questi due composti, quanto di altri,
potriausi ridurre componenti respetlivi ad un’espressione più
i

semplice, dimidiando il numero che li rappresenta come per es. ,

ricucendo a 1 solo l’atomo del boro ed a 3 quelli dell’ossigeno


nell’ acido borico; a 1 at. parimente la quantità dell’azoto ed a 3
al. l’idrogeno nell’ammoniaca; deipari diesi potrebbe ridurre
il cloro, l’azoto, l’ iodio ec. da 3 at. a i solo e l' ossigeno loro ,

respettivo da 7 , da 5 o da 3 at. a 3 ^ 3 1 , j , e chiamarne , i

composti che ne esultano coi nomi di ac. sub-lri-iiiirico, e sub-


1

Iri-clorico , e sesquinitrosu ec.


Ma ciò non sarebbe senza un qualche imbarazzo nella pratica
applicazione dei precetti della dottrina atomistica ai singoli casi
d' .analisi e di sintesi
,
giacche in acidi costituiti di 1 solo atomo
d azoto odi cloro con 1 j o 3} d'ossigeno,
non si avrebbero più
dei numeri equivalenti degli acidi irisolforico bicarbonico , tri- ,

selenico ec. , che è quanto dire che una stessa quantiii di una
base qualunque, la qual venisse neutralizzata da at. di acido 1

tri-solforico ( 5 o, 1 16) o da 1 at. di acido bicarlronico f 37 643 ) °d


altri , non io potrebbe più essere da acidi a radicale azotico n
-77

clorirn, se noa quamlff questi fossero cosiilulli da 3 al. d' azoto


Con 5 , 3 0 d’ossigeuo, da a al. di cloro con 7, 5 o i d’ ossigeno,
1

come appunto lo sono quelli che abbiamo di sopra designati coi


nomi di acidi qiiin-bi-nitrico , tri-bi-nitroso , e d’ uni-ossido bi-
azotico; di ac. setti-bi-clorico, quin-bi-clorico e uni-ossido bi-

clorico ec. ed espressi colle formule (ì N) N) N) (t Cl)

a’ci)(4ci).
£ dall' inconveniente che abbiamo testò segnalalo altro quin-
di ne procederebbe , quello cioè del cambiamento di rapporto fra
r ossigeno dell’acido e quello della base nei composti salini,
avendo noi detto che come nei tri-solfati questo rapporto è di
3 ^ 1 , e nei bi-carbonati di 2 ; 1 , cosi nei se-bi-boraii deve es-
sere di 6 ' ; Inei quin-bi-nitrati , nei quin-bi-clorati di 5 * 1 ,
nei tri-bi-nilriti di 3 I 1 , nei composti degli uni-ossidi bi-azolico
e bi-cloricu di 1 I 1 , e cos'i di altri (1).

All’opposto io ho usato indistintamente le voci di acido qiiin-


bi fosforico, quin-bi arseiiicico e tri-bi-fosforoso come sinonimi di
sub-tri-fosforico ,
siib-tri-arscnicico , di sesquifosforoso ec. (v.
Tav. 11 ), per la ragione che i loro numeri atomici, ridotti all’espres-
sione più semplice, possono essere equivalenti degli acidi bi-carbo-
nico, trisolforico ec. ; e perchè il rapporto fra l’ossigeno dell’ acido
e quello della base nei composti salini, formati dagli acidi del fo-
sforo e dell’ arsenico , è di 3 4 i ' ** <^' * 4 i > > tanto nel caso in
cui vengano quegli acidi rappresentati con 3 at. di radicale e 5 o
3 d’ossigeno, quanto allorquando lo siano da 1at. di radicale
con 34 o I 4 d’ ossigeno : che è quanto dire poter i at. di una
base qualunque neutralizzare 19,614 di fosforo acidificato da
35,000 ossigeno, in pari modo che 3 at. delia medesima o di altra
base possono neutralizzare 39,338 di fosforo acidificato da 5 o,ooo
d’ ossigeno.
Le medesime avvertenze pertanto, che fatte abbiamo rispetto
alla Tavola li , sono da farsi qui pure : i.<* 1 numeri disposti alla
foggia di una frazione espressa da un numeratore ed un denomi-
natore indicano, il superiore, gli atomi dell’ossigeno o elemento
elettro-negativo, e l’ inferiore, gli atomi del radicale o dell’ elemento

(1) Kfsrndo però cottante il ninnerò degli atomi del radie.ile , e


aolo variando quello dell' omigeno nella aerie dei coropoati acidi ai dei
rioro che dell‘ar.olo, e del boro, io bo apeaao nel coreo dell' opera n.ato
le voci di ar. qiiin-nilriro , qnin-cloriro , e te bori co , tacendo il nu-
mera degli atomi del radicale, ed esprimendo aoitanto quello degli at.
deir oesigciio ; come quello rbe ioleresaa di aver preaente allo spirito
nell' orcasioiie aoprattiillo di formar dei aali , onde ai possa per tal
nier.ro stabilire a colpo d'occhio il rapporto fra l'elemento elettro.nv
galiso, cb’ è coinnne all'acido ed alla baae.

Digitized by Google
,

lOO
elettro-posiliv®
; a.® Le formule lecitali, olire il valore «loniico
loro assegnalo nella terza colonna , ne hanno altro nella quinta
minore della meth di quello, ozono tulle suscettibili di sempli-
cizzazioiie, riducibili cioè a i solo atomo di radicale combinato
con tanto ossigeno clic è precisamente la meth di 3 atomi (3o^
0 di 5 al. per conseguenza espresso o con i5,oo o con
(’ìo) e
7.5,00. Con che però
si rifletta che ridotti per tal modo a maggior

semplicità , non più tulli danno dei numeri equivalenti agli altri
acidi , avendo noi detto che i at. di una base qualunque può es-
ser neutralizzala da i al. di l'osloro (Tav. Ili) o di arsenico
(Tav. Il) acidiGcati da a5 d’ossigeno , come può esserlo da i at.
d'acido tri-solforico o bi-caibonico ma non però da i at. d’azo-
,

to o di cloro acidificati da i5 d’ossigeno. 3.® La quarta colonna


])oiie parimenti soli’ occhio quei composti ben rari , nei quali 2
iiloini di radicale possono esser combinati con i solo atomo di
ossigeno, egiialmeiile dir con 7: Rispetto a die militano gli tiessi
riflessi che fatti abbiamo per composti indicati nella 5 colonna
i
,
se vuoisi avere dei numeri equivalenti degli acidi tri-solforico ,

Jii-carbonico ec. e cosi jnaniener coslaote


, il rapporto fra l’ossi*
gcno degli acidi e quello delle ba&L.

TAVOLA IV.

SOLFICI E SOLFURI. Pag. 64-

Si ammette oggi poter lo zolfo formare dei composti , facienti


alcuni l’ufGcio d'acido, altri quello di base, conforme può fare
r ossigeno , secondo che si combina con elementi ora elettro-ne*
gaiivì ora elettro-positivi ; Se ne distinguono i primi col nome di
snlfidi i secondi con quello di solfuri ; e gli uni cogli altri oniti
lurmano i cosi detti solfo-tali (v. 'Tav. XII),
Saranno pertanto dei solfidi le combinazioni dello zolfo col
carbonio, col silicio, e con altri corpi elettro-negativi , come
1 antimonio l’arsenico, il tantalio, il tungsteno, e simili : e
,

solfuri d’ altronde si diranno composti resultanti dalla chimica


i

uuione dello zolfo con uno od altro elemento elettro-positivo


(v, pag. 64 a 68).
Se ne compongono le formule nel modo stesso clic quella
degli ossiacidi e delle ossibasi, soprapponendo cioè alle inizi,'ili
adopraie pe’ loro respettivi simboli altrettante virgole (invece di
jiuiiii) quanti suiio gli atomi dello zolfo , che col radicale entrano

IIIcombinazione.
1 mudi di combinazione dello zolfo seguono per ordinario

quelli dell’ossigeno, vale a dire che quanti sono gli ossidi o gli
ossiacidi ottenibili da un istesso radicale , altrettanti sono solGdi i

e i solfiii'i di esso ; se non si vogliono eccettuare alcuni corpi che

Digitized by Google
, ,

lOl
CombiiMiKÌ collo zolfo in molti più modi, o in più proporzioni ch«
coll’ossigeno, mentre all’opposto L>eii pochi altri pure ve ne
hanno, che per (juanto siano suscettibili di formare diversi gradi
(li ossidazione
,
pur tuttavia non presentano che un solo solfuro.
Abbiamo 1’ esempio dei primi nei solfuri di potassio o di sodio
ascendenti fìno a cinque , mentre gli ossidi non sono che due ,
come lo abbiamo dei secondi nei solfuri di manganese e di piom-
bo , nei quali non si conosce che un solo grado di solforazione ,
per (|uanlo ne siano varj gradi di ossidazione.
i

La quarta colonna indica il peso atomico di quei solfuri, che


essendo composti di at. di zolfo e di 3 at. di radicale , possono
i

per maggior semplicità esser rappresentati colla metà dei divisati


componenti , e cosi ridotti a dei sub-snij'uri come lo sono sol- i

furi bimetallici d' oro di rame , di mercurio


,
di ferro , quelli di ,

cloro e d'iodio (v. pag. (i/j e(>5)(i): E la quinta colonna ci pre-


senta dei solfuri , che resultando da 3 al. di zolfo con 3 di radicale
((risolfuri bi-radicali) possono ridursi a sesqiiisolfuri col dimi-
,

diare il peso dei loro atomi componenti , come per es. quelli
d’oro, di bismuto, di cerio, di cobalto, di cromo, di ferro,
d’antimonio, di rodio ed altri (v pag. G 4 65 e tì'j'): Senza però ,

lasciare di avvertire, che , ridotti a questa maggior semplicità ,


sia nella quarta o sia nella quinta colonna , non danno più dei
numeri equivalenti agli ossiacidi aventi la proprietà di neutraliz-
zare tali quantità di una o di altra base , uve si contenga 1 at. o
sia IO d’ossigeno.

TAVOLA V.

CLORUIII. Pag. 68.

Le formule dei cloruri, a differenza di quelle dei solfuri c


degli ossidi e ossiacidi, sono composte della riunione di due for-
mule semplici , vale a dire di quelle con che vengono rappresen-
tati i componenti elementari respeltivi.
Anche i cloruri sono disposti in ordine alfabetico della pro-
pria formula, e segnatamente della iniziale del corpo elettro-po-
sitivo , il quale fìgura sempre come primo nell’ esposizione dei
simboli , ed il cloro come secondo , essendo sempre posto alla
destra.
La cifra posta alla destra del secondo componente o sia del
corpo elettro -negativo , alla maniera di un esponente algebrico

(l) É nel caso medesimo il bi'éoltìdo bi-arsenioto f


rappresentato
» ì

frolla formula ? i esserlo eoa ,


ed essere appellato col no-
me ili solfido arscuioso. ^

Digilized by Coogle
ioa
«leiioia il numero degli atomi con che esso concorre alla forma-
zione del composto.
Le combinazioni del cloro col corpi elementari non sono in
minor numero di quelle dello zolfo Soltanto pochi esempj ne sono
riportati In questa tavola , ma tanti però che bastano per farci
conoscere che, mentre la clorurmiont dei corpi elementari proce-
de quasi sempre d’accordo colla solforazione e l’ossigenazione
li essi , occorrono d’ altronde i al. di cloro , laddove ne basta i
solo d'ossigeno o di zolfo, per neutralizzarne altro di un elemento
elettro-positivo qualsiasi.
Ond' è che se a costituire un numero equivalente di i at.
d’ossigeno o di zolfo richieggonsi 3 at. di cloro, bicloruri sono
sempre i composti resultanti dalle prime e piò basse combinazioni

di esso coi radicali metallici ; che è quanto dire dovere agli uni-
ossidi e unisolfuri corrispondere I bicloruri ,
e ai bisolfuri e bi-
ossidi i quadricloruri. Se ne ha l’esempio nel hiclomro di stagno
(•$/!CP') e nel quadricloruro dello stesso metallo (Sn Cl*^ com-
posti entrambi che presentano dei numeri equivalenti dell’ uni-
ossido e del biossido di stagno, non che deirunisoll'uro e bisolfuro
dello stesso metallo.
La qual corrispondenza o analogia si estende eziandio alle

altre combinazioni, avvengacliè sostituendo all’ossigeno e allo


zolfo un doppio numero di atomi di cloro , veggonsi i Iricloruri
far contrappeso ai sesquisolfuri e ai soprossidi , come per es. il
tricloruro d’ oro CI'") ,i (juincloruri monomelallici corrispon-
dere ai quinsolfuri bimetallici e ai subtriossidi , conforme si veri-
fica rispetto ai quinclornro d’antimonio (Si Cl'')\ ed i cloruri
semplici esser equivalenti degli ossidi e solfuri bimetallici ,
come
avviene per il cloruro di mercurio (Ug Cl).

TAVOLA VI.

lODCni , BaoxDRI , FLCORURI E CIAKORI. Pag. 69.

Gli stessi ragionamenti e retiessi , che abbiamo fatto rispetto


al cloruri , sono da farsi per gli Ioduri , bromuri ec. esigendo por

essi un atomo doppio del respeiiivo elemento elettro-negativo, per


tenersi in corrispondenza cogli ossidi e coi solfuri resultanti dalla
combinazione di 1 ai. di zolfo o d’ossigeno con altro at. di un
elemento elettro-positivo qualsiasi.
La disposizione dei simboli uella formazione delle formule è
quella stessa dei cloruri.

Digilized by Google
io3

TAVOLA VII.

IDRICI O COMBIMAZIOMI DELL’IDROGENO. Pag. 70.

Nel far USO del solito arliGzin, onde Indicare per qual numero
di atomi due, tre, o più corpi vengano a Ggurare nella composizio-
ne dei composti idrici io ho stimato di adottare anche per questi
,

le denominazioni di Bcrzelius; il quale volendo mettrie in armo-


nia le combinazioni dell' idrogeno con quelle dell' ossigeno ha ,

desunto s'i per le une che per le altre il nome generico dal corpo
elettro-negativo , ed il peculiare o specilìco dal corpo elettro-
positivo ; oiid' è che come dalle combinazioni dell’ ossigeno collo
zolfo, col selenio, col potassio, col piombo ec. iraggonsi i nomi
di acido tri-solforico o tri selenico e di ossido potassico o piom-
bico cos\ dalle cnuibinazioni del cloro dell' indio , del bromo ,
, ,

del fluoro ec. coll’ idrogeno (positivo questo e negativi quelli) ne


desume nomi di clorido-idrico , iodido-idrico , hromido-idrico ,
i

di cui la desinenza è quella stessa dei nomi acido selenico, acido


carbonico, ossido potassico, ossido plombico platinico ec. (1). ,

Ai quali nomi s'i generici colla desinenza in ido , che speci-


fici e terminati in reo, io ho fatto precedere 1 avverbio numerale ’

per denotare il numero degli atomi dei principj componenti re-


spettivi , ed ho taciuto al solito ogni indicazione numerica si per
il nome che per la formula, per quello dei corpi qualsiasi (o

elettro-positivo o elettro-negativo) che per una sola volta o per


un solo atomo concorre a far parte del composto. Serve di portar
l’ ispezione sulla prima e seconda colonna , e di esaminare a con-

fronto dei nomi le relative formule, per vedere escmpliflcati


1’ uno e r altro caso.
Quasi tutti composti aventi nel primo nome o nel nome
i

generico la desinenza in ido, e quella di ico nel secondo, potreb-


bero essere espressi senza alcun avverbio numerale in precedenza,
e con formule più semplici, attesncliè , essendone componenti i

nel rapporto di a a a , potriasi ridurli ad 1 atomo solo per cia-


scuno; e cosi sostituire nomi i di clorido , di bromido ,
di fluori-
do di cianido idrici a quelli
, ,
bi-hromido, e di
di bi-clorido ,
di
bi-cianido bi-idrici ; ma noti più allora il numero, con che viene
espresso l'atomo loro respettivo sarebbe un numero equivalente
di quei composti (ossiacidi e ossibasi) ove l’elemento elettro-po-
sitivo è combinato con io d’ ossigeno (a). Conclossiacbè non per

(|t Id corsivo (c dentro psreote&ì) nc ho indicato i nomi~‘finora in


*
uso e comuni.
(2) Ved. la legge di N. IV e la tavola dei cosi delti ctjuivahnti
chimici.

Digitized by Google
io 4
altro oggetto die per mantenere una cosiffatta equivalenza fra i

numeri atomici dei varj composti, duplicato è l’atomo drll' azoto


e del carbonio nel corpo comunemente conosciuto col nome di
cianogeno, duplicato l'atomo dclTarotu, e sestuplicato quello
dell' idrogeno nell' ammoniaca ;
composti entrambi che potrebbe-
ro essere egualmente rappresentati colle l'oriiiule , ed NC NH'
espressi coinomi di carburo-azotico e di azoturo tri-idrogenato o
tri-idrico (•2)
,
invece che cou quelli di bi-carburo bi-azolico e di
bi -azoturo ses-idrogenato.

TAVOLA Vili.

O6SUCIDI , E OSSIBASI TERNABIE E QCADERKAfilE ,

E CORPI INDIFFERENTI. Pag. ’] 2 .

Molte delle formule di questi corpi non differiscono fra loro


che per la quantità relativa dei componenti Cosicché mentre :

sono medesimi materiali componenti degli acidi s\ acetico che


i ì

tartrico, citrico, gallico, benzoico ec. e 11’ è pur simile la formula


,

di ciascuno rispetto alle iniziali indicatrici dell'ossigeno, del car-


bonio, dell’idrogeno ec. , n’è poi variante il numero relativo
degli atomi , venendo questi rappresentati da cifre differeuti , che
sono poste alla destra dell’ iniziale di ciascuno, alla maniera di un
c.sponente algebrico.
Talvolta però per brevità o per comodo si pratica di rappre-
sentare i corpi ternari (bensì i soli acidi) colla lettera iniziale del
nome loro spccifìco, superiormente marcata da una piccola linea

orizzontale, come per es. A per l’acetico, T per il tartarico, C


per il citrico , S per il succinico ec. : Ma cotali simboli non sono
di veruna utilità, per ciò clic, mancando di numeri atomici, man-
cano affatto di significazione , s'i per la natura o qualità d^ com-
ponenti , si per la quantità relativa dei medesimi; la qual’ ultima
condizione lorma l’oggetto più importante in latto di teoria ato-
mistica.
Le colonne 4 > ^ • 6 e 7 ripetono il numero degli atomi e-
spressi nella formula , moltiplicati per il proprio peso ,
per modo
che la somma di essi costituisce il numero atomico, eh’ è stato re-
spettivamente assegnato a ciascuno dei composti nella 3 colonna.
Cosi per es. la formola IP C* O* con che vien rappresentato Pa-

tii 11 peso atomico ne sarebbe io tal raso ridotto alla metA e reso
eifnivalente ai composti , ove il radicale o I' rlemeoto elettro-positivo
è la metA di quello che i snscettibile di combioarsi eoo i at. d' ossi-
grno = IO colonna quarta).

Digiti?-^ t'v Googk'


ckIo formico , può esser rieromposla in 3 at. <1* ossigeno 3 o , in
a at. (li cai bunio «o« i5,78^ , e in a al. d’ idrogeno •= 1,248 ; la
cui somma m
48,535 e^piime il valore atomico, od il peso die
dietro l'esperienza è stato assegnalo all'acido anzidetto.
Nel redigere queste formule debbesi , come in quelle dei
corpi binarj , mettere alla sinistra quello fra gli eirinenli ebe è
il più elettro positivo, ed alla destra quello eli’
è più elcltro-nc-
ga tivo.
Tanto gli ossiacidi quanto le ossibasi (non eccettuali molti
dei corpi indilTorenti) vengono supposti secchi o anidri , e come
tali sono stati calcolali per rispetto al loro valore atomico. La for-
mula di questi corpi non varia ma ne diviene più complicata,
ailorclié , essendo essi chimicamente combinali coll' acqua , assu-
mono forme cristalline o passano allo stato d' Idrati. È di qui è
che se la formula H* C* O’ ci rappresenta l’acido acetico anidro
(avente per tuo peso atomico 64,319) e qual' esister puoie nei

soli acetati secchi, l’altra foimula O' +H esprime Io

stesso acido contenente perù 1 atomo d’ acqua ; mercè di che esso


può non solo assumere forme cristalline , ma eziandio esistere da
per se solo , o indipendentemenie da qualsiasi combinazione colle

basi. Il suo peso atomico n'è allora 64,319 +1 al. d’acqua H


11,248 — 75,567 (]). Lo stesso quindi è da dirsi e da farsi ri-
spetto agli altri ossiacidi, non che alle ossi basi, che possono
assumere forma cristallina , o costituirsi in idrati.

(l)Parlando dei rompost! binar) , e srgnatamrntr dogli ossidi e


oaaiacidi abbiamo rappresentato I’ aCT|ua <]tial composto di
,
at. ele- 1

mentare d'oasigeno, e di a at. elementari d'idrogeno colla rormiila AH-


Ma •iccome il far precrHrre da tali cifrr la H ÌDÌziale del corpo elet*
tro po«itÌro adoprata per simbolo dell* acqua, ci shrebbe dì coofusioiic
e d’ irobaraiao Del caso, io cui essa venisse a far parte di corpi più o
meno composti così tanto uegli ossiacidi che oei sali cc. io rimpiasso
,

eoo H, volendo, col punto posto al di sopra, denotare esser i 1' a*

tomo dell'ossigeno o corpo elettro negativo dell* acqua, e colle due li*
oee oriszontali e parallele poste al di sotto esserne 9 gli at. dell' idra*
geoo.

Digilized by Coogic
,

io6

TAVOLA IX.

COMBINAZ10HI dell’ ACQUA Pag. 74 .

D.-IÌ pochi esempj che questa tavola ci presenta , è ben facile

di rilevare ,
che anche l'acqua nelle sue combinationi chimiche,
sia con corpi binar], sia con composti ternarj , obbedisce alla teo-
ria dei multipli ed alle medesime leggi atomiche degli altri corpi.
La calce e la potassa per es. , le quali , ancorché appareniememe
secche, ritengono in chimica combinazione dell’acqua , e per cui
si costituiscono in corpi idrati , non ne contengono nè più nè me-

no di I atomo , ma solo in quantith precisamente tale , che l’ os-


sigeno di essa sia allretiaiito di quello che è contenuto nell' ossido
di cui fa parte; cosicché puossi , mercè di tal rapporto , calcolare
a priori componenti di quegli idrati. Resultando l’ idrato di p-
i

tassa da 1 at. di uniossidu di potassio -f- 1 at. d’acqua, ed es-


sendone ses 7o,a3p il numero equivalente o il suo pero atomico
se si detrae da questo numero il peso atomico dell’ acqua 1 ,a48,
1

ne rimane *>8,991 P^'' 1 ’ aton>o dell’ uniossido di potassio; E del


pari sapendosi esser l’ossigeno di questo altrettanto che rjuello
facieute parte dell’ acqua , che è quanto dire 1 at. ob 10 , si avrii
58,991 — io>»4^>99* per potassio, radicale del primo, e
11,^48 — IO 1,^48 per l’idrogeno, radicale della seconda.
Qualora poi l’acqua, chimicamente combinata coi corpi, sia
in quantità di a, 3 , 4 u più atomi, anche l’ossigeno in quei corpi
contenuto è in tal caso , o nella qiiaiititk medesima , o sivvrro
multipla per un numero intiero dell’ossigeno dì essa, come si
verifica, quanto al primo caso, nel tri-idrato di sesquiossido o so-
irossido di ferro quadribasico , e negli acidi sei-bi-borico e ossa-
fico cristallizzati ; Si verifica poi 1 ’ altro enunciato nell’ acido os-
salico idrato, e nell’acido tri-solforico concentrato, ove l’ossigeno
è triplo di quello contenuto nell’acqua respettiva.
Acqua in chimica combinazione da costituire dei composti,
talora sotto forme cristalline regolari, talora idrati ma amorfi,
esiste anche nei sali ; Ma ne tratteremo all’ occasione di parlar di
essi (v. la Tav. che segue).

Digilized by Google
,,

107

TAVOLA X.

COMPOSTI SALINI. Petg.


I
.

T.e rorniulf de! «all amfidi (1) «ono composte di quelle degli
ossiacidi e delle ossibasi. E Tacile pertanto di rappresentarsi un
sale di tal natura , o di comporne la Tormula , bastando solo di
aver presenti i simboli necessarj ad esprimerne 1’ acido e la base.

Cui simboli riuniti A


C, esprimenti l’uno la potassa, od il com-
posto di I at. semplice di potassio e di 1 at. d’ossigeno, l’altro
I’acido bi-caibonico composto di 1 at. semplice di carbonio e di
1 at. d' ossigeno , componesi la Tormula rappresenlaute il bi-car>
lionalp di potassa.
E sempre neutro il sale cb’ è composto di 1 at. di ossibasc e

di I at. di ussiacido
,
purché però tanto tjueslo quanto (juclla re-
sultino da corpi elettro-positivi suscettibili di combinarsi coll' os-
sigeno nel rapporto il più semplice , in quello cioè di 1 a 1 , di
I a 3 , di I a a 6 ec. Cosi per es. souo neutri I sali
a 3 ,
di Iri- <<

solTato di (lotassa ,magnesia , bi-carboiialo di soda ,


iri-solTalo di
bi-carboiiato di Karite, sei-bi-borato di smia ec. » (ved. pag. ^5 e
76) perché resultanti da ossibasi , Il cui radicale o clenieiuu elet-
tro-positivo é combinalo coll’ossigeno nel rapporto di i at. ad 1
at. e da ossiacidi , il cui radicale é parimente combinato coll’os-
sigeno nel rapporto di 1 a 3 , di 1 a 3 , di 3 a 6 .
Non é più cos\ tutte le volte , o in tutti casi , per i sali re- I

sultanti da ossibasi e ossiacidi , il cui elemento elettro-positivo si


combina coll'ossigeno nel rapporto di 3 a 3 , di 3 a 5 ec. Souo
neutri il quin-bi-nilrato e il quin-bi-cloralo di potassa , il quin-
bi-clorato di soda e il quin-bi-nilrato d’ ossido d' argento (ved.
pag. 75 e 76) per quanto contengano 1 solo atomo di base , ma
non lo sono il quin-bi-TosTalo di soda , d’ uniossido di piombo

Cl) Dacché i Chimici , e Bcrzclin* infra gli altri ban rarvisnto la ,

più grande analogìa tra le combinazioni degli oaaiacidi colle eaaì-hasi


e quella di rarj altri corpi binar) fra loro , haniM animeaso più lami-
glie di aali , ciascuna delle quali é ricca di generi e di specie. Da
qneste famiglie riunite si é formata la classe dei sali amfidì : Kd af-
tìnebé si aressero per ciascuna famiglia dei nomi distintivi , sì dissero
osri-eali quelli resultanti da un ossìacido e un* ossi-base ; sulfo-iaU
quelli composti di un solfido e di un solfo base ; seleni^sali quelli che
< ostano di un selenido e dì una selcni-base ; finalmente telluri-tali
quelli costituiti di un tellnrido e dì nna telluri-base.
La Scìenxa é giù molto avaurata nella cognizione degli jtmfi'li ap-
partenenti alle prime diia famiglie , ma non ha fatto altrettanto per
quelli della tersa e della quarta, i quali tono conosciuti, ma non per
anche estesamente studiati.

Digitized by Google
loR
nè tampoco quin-bi-arsenlati delle ridette basi ed altre (i))a
i

meno che non ne contengano il doppio di quella che se necnn-


tiene nei quin-bi-nitra(i , quin-bi-cìoi ali ec. (v. pag. 75 c 76 );
coiiciossiacliè gli acidi che di que’sali fanno respettivainenle pane,
hanno ciascuno la proprielè di neutralizzare a at. di una base
qualunque. Laonde se nei quin-bi liilraii e quin-hi-clorati il rap-

porto dell' ossigeno dell'acido è a quello della base ^ * 5 * 1 e ,

nei quiii-bi-fosi'ali e nei qnin bi-arscniati lo è I ' 5 I a ; questo


rapporto si inanterrli in questi ultimi due tuttavia lo stesso, quando
invece di 5 a a sia di a j a 1 (a); Cosicché neutri del pari saranno
i sali costituiti da acido sub-tri- fosforicn
,
contenente cioè la metà
del fosforo e dell’ossigeno contenuti nell'acido quiii-bi-fosforico,
che è quanto dire 1 at. di fosforo acidificato da a5,ooo d’ ossi;;rno
e I at. di base. Eccone a maggior chiarezza 1’ esempio mercè la ,

comparazione del qiiin-bi-foslato col siib-tri fosfato della stessa


base, quali rappresentano ed esprimono lo stesso sale.
i

Quin-bi-Jotjato di Soda bi-hatico Suh'tri^fosfato dì Soda

"* I at. ac. anl>>


*
V' * fosforo Sg,aa86 (at. I 19.6143
foisforo
h..|o.tor.co trì-roarorico
5„.ige„.^,oooo ( 4- oaaigfii. 23,0000
*

fato 1 aodio • 68,1794 (at. I aodio • 39,0897


9 at. aoda $ at. aoda .
(«U a oéaigfii» vOsOooo (at. f oaaigeu. io. 0000
* 67,4080 63,7040

Puossi quindi concludere, che come per la neutralità di un


quin-bi-niirato o di un quin-bi-cloratn richiedesi che l’ ossigeno
dell’ acido sia a quello della base come 5 a i , cos'i richiedesi che
questo sia come 5 a 3 per la neuiralith dei quin-bi-fosfati e quin-
bi-arsetiiati ; i quali potranno anche esser appellati sub-tri- fosfati
o sub-tri-arseiiiati , quando il rapporto fra 1' ossigeno dell’acido e
quello della base , essendone lo stesso, vien ridotto di a j a i.
L' esposizione di questi fatti^servirà a giustificare la doppia
denominazione che io ho dato ai sumraentovati sali , appellandoli
indistintamente ora quin-bi-fosfati e quin-hi-arseniaii bi -basici
(benché neutri siano) ora sub-tri-fosfat! e sub-tri-arseniati sempli-
cemente : Le quali voci benché pingibili con formule diverse , iu
quanto che appellano ad un numero complessivo diverso di ato-
mi , pur tuttavia esprimono dei rapporti identici; Imperocché
com’è neutro il sale che contiene per suo acido 3 al. di arsenico
combinato con 5 at. d’ossigeno wm^o,ooo, su a at. di

(1) Sono nel co


stesso i tri-bi'fosfiii e tri-bi-arseniti ee. (r. T.r, It
c III , e le dilnciri.zioni di qneste alle pag. 98 e 99 ec.},
(a} (V. le pag. 98 e 99 auzidette, e la legge di R. VI , pag. »i}.

Digitizee ;>y Google


109
baie, COSI lo è del pari avendo per suo acido i at. di arsenico
*=47*0130 con 30,000 d’ossigeno su i at. di base (i).
Rispetto alle denominazioni e alle formule dei salì neutri,
tono ancor da avvertirsi altre anomalie. Taluni dei radicali che
per formar degli acidi sì uniscono coir ossigeno nel rapporto dì
1 a ] , di 1 a 3 , a 3 ec. , vi si uniscono talvolta in quello anche

di la I { e 3 } o sia di 3 a 3 , a 5 ; nel qual ultimo caso la neu-


tralizzazione del sale non piu si cffellua, se oltre a variare il
rapporto fra Telemento elettro-negativo comune all’acido e alla
base, non varia pur quello ch’esiste fra l’elemeiilo elettro posi-
tivo di entrambi , come resulta dal quadro che segue.

(I at. zolfo . . 30,1 165^


1 at. ac. bbaoiroroao comp. di
(3 at. oasigeno 30 , 0000 99,1080
^ Hi-solhto
(t at. potassio 4 ^. 99 ‘ 5 . neutro
-4-1 at. di potassa corop. di • •
(1 at. ossigeno *0,0000'^ di potassa
9y,i(i«o>
'

(1 at. zolfo • • 30,1 iG5


I at. ac. trì-solforico comp. di
ossigeno So,ooou 109,1080
Tri-solfato
(t at. potassio 4^.9915 neutro
H-i at. di potassa comp. di • .
(I at ossigeno ii».oooo\ di potassa
lon inHn ì

(l) Nod paossi però far altrettanto per i qnin>bi>DÌtrati , qnin-bi-


rlorati , tri*bi-DÌtrìti ec. , i quali uon sono neutri se non c|UJudo con*
teuaoDO lai quantità di base, che l'ossigeno di essa sìa all* nssigpnn
dell* acido nel rapporto di i a 5 . o di i a 5 Se , per volenie sempli-
.

cizzare le Torinnle , e ì nomi appellatiri , si dimidissse il numero degli


atomi ehe compongono gli acidi loro rcapettiri , e per conseguenza si vo*
lessero chiamare coi nomi di sub>tri>DÌtrati , sub'trì>elorsli , sesqni-ni*
triti ec. qnesti sali non sarebbero più nentri , a meno tbe non si
Himidiasse anche la qoantith della base, affinché il rapporto dell’ os-
sigeno di essa cou quello dell’acido potesse mantenersi di i a 5 . Con
che io voglio dire, che come l'ossiscido costìtiiìtn da 3 at. di aroto
= I
7 , 7 o 36 eoo 5 at. d’ossigeno =; 5 o,ooo. neutralista 68,9^16 dì potai*
sa , cosi 1 * acido che costituito fosse da 8 8 r»i 8 -4- ? 5,oon d’ ossigeno ,
.

non potrebbe neiTtralizrare più della meth della potassa testé indirata,
ale a dire una quantità = 39 >q 958 .
Ne verrebbe quindi eziandio rhe gli acidi sub-tri-nitrico, sub-trì-
clorico, tri-borico ec., non fornirebbero più dei numeri eqiiìralmtt
degli acidi tri^olforìco. trt-seirnico , bi-csfbonìco ec. ; nè tampoco
cqnÌTalcDtì dei nuÉieri dei tri*solfati , tri*«eleniati , e bi-rarbonati aa*
rebbero qnelli dei snb tri-nitrati • snb-tri-elorati e tri-borati , per la
ngicoe eoe. questi conterrebbero la metà sola della base , che si con*
tiene io quelli.

Digilìzed by Coogle
I IO

at. «c. quìn-bì-tolforlco (a al. lolfo . 4®»*^


.
compotto di . • •
(5 àU Miig^oo 5 o,ooo
^Quin^bi-aolfA*
At. polAAai0 48-99*' lo Dentro
>1 al. di poUMA comp. ai*
aU MAÌgeoo |0,0O\H) di pOlAAiA

izia,ja46^

La quantità della base è sempre la medesima in ciascuno de*

tre sali ma non potrebbe questa rimaner tu utralizzata


,
nel
dell’ acido che gli
terso, se, oltre a variar di rapporto l’ossigeno
appartiene , non ne venisse anche al tempo stesso aumentata
del

doppio la quantità del radicale solfo.


pertanto da questi esempj che at. di solfo, il qua-
Emerge i

d’ossigeno , possedè la
le sia acidificato s^ da a che da 3 au
proprietà di neulralissare i at. di base qualunque essa sia;
do-

veccliè se quell’atomo di solfo, che acidiGcato da io


o da ao di
ossigeno possedeva tal proprietà , è acidificato da
a5 di questo
principio, non più è atto a neotral issare la stessa quantità di bsK,
ma soltanto la metà. Non può dunque l’ acido quin-bi-solforìco
satura-
(iposolfbrico') possedere o spiegare la stessa capacità di
oltre a conte-
sione dell’acido tri-solforico o del bi-solforoso , se
ner l’ossigeno in una proporzione ben diversa da questi,
nou
contiene anche il doppio di solfo, che e quanto dire a at.
acido
Vedrassi quindi accader lo stesso negli ossi-sali , il cui
ha per radicale il carbonio.

I al. ac. Li-carbonico comp. di oiaigeoo ao,ooool 63,2468


(Bi-CArboDAlA
(l At. caIcìoo a i5 , 6o 3 / nentro
H-t At. di caIca comp. di
(1 At. OAtigeo o 10,000 I di caIca
63.30^/

I Al. AC. tri«bi>CArboaoto (l)


Al. carbouìo 15,0876 *

o oaaaHco coonpoctb dì. /Tri-bi-cArbo*


(5 Al. OAfeigeno 3o,ooo
\ Dito ucuiro
(I Ata, o 5 6o 3
caIcìa. . o OAubto
^1 At. di calce comp. di!* •
(l At. OAiigeoo 10.000 \
,

neatro
8i calce
'
90,8;^./

(i) È d' due .Taerbj numerali , ond'*i


uopo rammentarsi che dei
precedoto il nome il primo serre
specifico di a denotare il
un acido ,

numero degli atomi dell' ossigeno e il secondo quello degli atomi del
,

radicale o corpo elcttro-positiro ! Che laddove poi i nno solo 1 avverbio '

numerale che precede il nome dell’ acido , esso ha rapporto uoira-


,

inenle agli atomi dell' ossigeno (red. pag. 91). Della qual conveosione
di liuguaggio , adoltaU per la nomenclalnra atomica degli ossiacidi ,
t

d’ uopo di ben tener conto nel voler denominare o rappresentare per


qnantitii atomiche i diversi aali , che se ne possono formare.

Dic 'izr by GoogK


,

Sappiamo poter le basi assumere una ^uantitii di acido al dì


là di quella che loro abbisogna per costituirsi in sale ncu/ro ,
e
che pure altrettanto possono fare gli acidi rispetto alle base Per :

il che avviene che sali resuhauti siano con eccesso d’acido nel
ì

primo caso, e con eccesso di base nel secondo. Ma sappiamo d'al*


fronde che sia l’acido o sia la base il corpo predominante , esso
è sempre in rapporto il più semplice colla quantità che di quello
0 di questa è strettamente necessaria a costituire il sale in stato di
neutralità. E siccome questo rappoito è di i, 3, 4 i
i

1 ,
per parte dell’acido alla base, e viceversa, cosi ogni
sale che si discosta dalla neutralità per eccesso del proprio
,

acido , sarà ordinariamente un sale sesquiacido, biacido quadri- ,

acido cc; del pari che ogni altro che dalla neutralità si discosta
per predominio di base , sarà un sale sesquibasico , biliasico , tri-
basico, seihasico (1) ec.
Di qui è che a decifrare con opportuni nomi quantitativi
adattati una tal sorta di sali , in ne ripeto l’acido o la base tante
volte quante si questa che quello si cnnteugono nel sai neutro, il
quale io prendo sempre per tipo. Cosi per es. prendendo le mosse
dal tri-solfato neutro di potassa, chiamo tri solfato biacido di
potassa il sale che contiene 1 volte l'acido di quello; del pari che
dico bi-carbonato biacido e bi-carboiiato setquiacido di soda i
due sali , che contengono 1 ’ uno 3 volle , l’ altro 1 volta e mezza
l’acido bi carbonico del bi-carbnnato neutro di soda.
Cosi pure coi nomi di ossalalo biacido e di oss.alato quadria-
cido di potassa in denomino due ossalati, che sulla stessa quan-
i

tità della ridetta base contengono 1 ’ uno 3 volte, e 1 altro 4 volte


'

l’acitin ossalico dell’ ossalato neutro di potassa del pari che ace-
:

tato d’ossido di piombo (3) tribasico acetato d’ ossido di piom-

(1) Podiissimc eccezioni si contano a >|nesto riguardo Nc aldiianio


citale alcune riapetto alle combinazioni della calce i oli' acido qoiii-bi-
tbatorico o aitb-tri-fbaforico ^v. pag. 6\ |

Nè a quota coataote aemplicitti di rapporto che si ravvisa fra t


compt.iiriiti dei salì (o acidi o basici] e quelli dei aali neutri di
natura identica , si potrebbe obiettare che lorman.vì ilei triaollati , bi-
carbonati . quand'anche in contatto di basi della più grand’ .vniiiiit!i per
gli acidi , come sono gli alcali Basi , si abbruci e ti ocidilicbi del car-
bonio o dello zolfo in qnantìth inferiore a quella che ai richiederebbe
per aalilirare e neutralizzare quelle ateaae basi. .Se sì eaamiuaiio i reai-
diii di quelle conibiialìonì . manifesto redrasai che la salificazione o
neutralizzazione operala dagli acidi tri-solforico o bi carliouico ebbe
luogo non sulla totalith della base, ma su dì una quantith prepor/io-
naie a quella dell' acido formatosi dallo zollo o dal carbonio, che turo-
no impiegati.
(a) l'iioatì omettere di far precedere dall’ avrerbìo numerale uni
l'ossido di piombo, giacche fra i tre ossidi di questo metallo non vi
ha che I’ nntossido, o ijiu-llo che rosta di 1 at. dì metallo e di at. di 1

ossigeno , che possa esser salilìcato dagli acidi : Lo che i parimente io


,

I 13
bo sei basico lo dilanio due sali
I
, die sulla medesima quanllih
d’ acido acellco conlengono l’uno il triplo, e l’altro il sestuplo
della base che conliensi nell’acetato natlro.
Nei da acidi , ove due al. dell' elemento elet-
sali resultanti
tro-positivo sono aciJiBcali da 5 o da 3 al. d’ossigeno, come
avviene rispetto al fosforo e all’ arsenico f ) , io riepilo"o nel i

nome dei sali quello degli acidi , e


cbiamoli , come già dissi più
sopra ,
quin-bi-ldsfati ,
quin-bi-arseniaii , Iri-hi-losfili re. distin-
guendo pur questi col nome
, di bi acidi
seconilo tri basici ec.
che si discostann dallo stato di neutralità per parie della ha-c n
dell’acido. Cos'i a modo d'esempio io chiamo qiiin-bi-foslàlo e
quin-bi-arseniato d’ uniossido di piombo tribasici, I sali che siilhi
stessa quantità di acido qiiiii-bl-fosfnrico n quiii-bi-arsenicico con-
tengono i volta e merza altrettanta base che quella contennia nei
sali neutri (o bibasici} dello stesso nome; Seppure non li deno-
mino sub-tri fosfato e sub-trì-arseniato di uniossido di piombo
sestptibatici C>) ,
nomi che esprimono s\ questi come quelli gli
stessi rapporti (v. pag. io8}.
Se i sali si discostann dal punto di neutralità , se essi sono
costituitida ossiacidi e nssibasi composti da più d’ un atomo del-
releniento elettro-negativo , se finalmente contengono dell’acqua
in chimica combinazione , che gli costituisca in corpi idrati o che '

li renda suscettibili di assumere forme cristalline regolari , è '

<r uopo anche di accompagnarne le formule con segni , che , oltre *

ad esprimerne le ossibasi e gli ossiacidi respellivi servano a liei> ,

farli distinguere , non che a rappresentarne la quantità e qualità


dei singoli prinripj componenti. . <

Presa ad esempio la formula del trisolfalo di potassa R S , e <

dell’acetato piombico Pb A neutri (pag. ^5 e •j'j') è facile di coo*

acronto con quanto fu stsbilito iillorrIir> , parlando drifr oasi-basi fu ,

detto, rhe la prima o più bassa conibina/.iune di no nrclallo roti' ossì-


geno , può essere distìnta eoi nome senipìice di ossido, senza preee- I

densa di avverino numerate. I

(l) >'on aono nel esso stesso i qnin-bì-nitrati , ì tri-bi.nitriti , c


^
ì qnìn-bi.clorati , in quanto ctic gli acidi loro non sono aosceitibili di
coinliiiiaraì in più d' una proporzione eolie basi se non in alcuni b-u ,

nn e limitali asi pei quali potranno adottarsi le stesse deuoroiiia-


i
:
'

ziuni rhe sopra.


(ì) Dìniidiato il numero degli atomi componenti l’arido, 1’ oasi- i

gelio esao è ridotto alla metà di 6 at., c il radicale alla metà di ’Z ;


ili
'
per lo elle, in ordine ai principi stabiliti , esprimo sol.iiiiente il numero
degli atomi dell’ossigeno, c taccio (peri Iià unico) l'atomo del radicale ’

tùsloro , traslormando il nome di qnin-bi-l'oalorico in quello di sub- i

Iri-foslorico : K dimidialo del pari il onmrro degli atomi romponeiitl I

la base , tanto il piombo che 1’ ossigeno vengono ridotti riascniio alla


metà di 3 at. , onde Iraslormo il nome adicttivo da tri-basico iis
scsf/iti-basico>

-J bv Googk
Dii i'

^
,

ii3
vertire enlrambe e in acetato trlbo-
in quelle dt trìsolfato biaciilo
«ICO, facendo nel l’ iniziale ^primcnle l'acido
primo precedere
irisolforico e secondo qoella rappresentante I’ uninssido dt
nel
piombo da una cifra che denota il nuinent delle volle che vengo-
no ripetuti tanto l’ uno quanto l’ altro. Cosi per es. colla stessa

formula R. aS , ove il simbolo dell’ ossiacitlo è preceduta dalla

cifra a vien' espresso il trisolfalo biacido di potassa, sale che ri-


pete a volte l’acido uisolfurico contenuto nel trisnUaio neutro ds

detta base; del pari che colla formula 3Pb A , ove il simbolo del-
r ossibaso i preceduta dalla cifra 3 , vien’ espresso l’ acetato tri-
basico d’ uniussido di piombo , sale che ripete 3 volle la base
dell’ acetato neutro dello stesso nome. In una parola come il nu-
mero posto alla destra di un corpo, o dell’initiale che lo rappre-
senta , ed alla maniera di un eapoiieiite algebrico, serve a ripetere
o moltiplicare 'il corpo stesso cui succede (v. Tav. Ili) cosi il
numero posto alla sinistra serve a ripetere o moltiplicare il corpo
cb’ esso precede.
Nei sali, di cni l’ ossiacido contiene 3 al. dall’ eleaaento elet-
tro-positivo con 3, o con 5, o cou 6 di ossigena , io richiamo nella
ibriBula questa stessa compnsiiinne dell' acido, ileuomimindoli
quin-bi- nitrati ,
quin-bi-clorati , se-bi-borati ec. Ma poiché il far
precedete le ioisisii csprimeoii questi sali da cifra unroertclie
come ho fatto all’ occasione di rappresentarne isolali e soli gir
Tav. Ili) avrebbe complicato di troppo le
ossiacidi rcspeltivi (v.
formule , io mi sono servito di due lineette oriszoniali e para-

, le quali poste al di sotto dell’ iniziale medesioM servono a


Irlle
denoure, die II radicale o corpo elettro-positivo, egresso con esso,

è raddoppiato o doppio. Cosi per es. Na B, Ba N, e K. CI rappre-

sentano dei sali , il cni acido i costituito da a at di radicale boro,


o azoto, o cloro, acidificati nel primo da 6at e negli akri due
da 5 at. di ossigeno. Tali sono il se-bi-borato di soda , H qnin-bi-
nitraio di barile , il qoin-bi-clorato di potassa.
Sono parimenti sul medesimo tenore le formule dei quin-
bt-foafaii , e quin-lii-arscniaii, dei Iri-bi-fosfiti , e tri-biarseni-
ti ec. per ciascuno dei quali però è doppio l’atomo della base,

affinché t sali che ne resuilauo siano neutri, li in cotal modo


essendo, poirassi anche rappresentare i suddivisati sali con doppia
formula, in quella stessa guisa che ai potè denominarli eoa doppio
nome (v< pa^. so8) : Per modo che sari indifferente di r.'ippreseii-
lare la combinazione salina fra l’uniossido di piombo e il più ele-
vato grado di acidificazione del fosforo, coll’ima o coll’altra
TuMVfFeumacolog. V. /i. i3
I ì/jf . . •• i»
delie formule aPb Pii (quin-bi-fosfaio) e Pb Ph (i) (»ab-iri-fo*

sfato} ;
delle quali la prima deuola che a at. di uniossido di piom-
bo sono salifìcati da a al. di fosforo reso acido da .*> at. d'ossige-
no, la seconda che i uniossido di piombo lo è da i at. di
at. d’
Insforu acidificalo dalla medi
di 5 at. d’ossigeno.
Ai simboli rappresentanti l’ossibate e 1’ ossiacido del com-
posto , faccio succedere I’ acqua (a) preceduta dalla cifra indica-
ti ice del numero degli atomi , con che essa concorre a rendere il

sale o cristallizzato o idrato.

TAVOLA XI.

SALI DOPPJ IR COMBIHAZIORE COU.’ ACQUA. Pag. 78.

Ad onta che l’acido, onde vengono salificate le


sia identico
due basi di questi sali , non per questo debbono essi esser conside-
rati come aventi uu solo acido ed una doppia base , ma bens'i co-
me dei composti resnllanli dalla combinazione chimica di due sali
diversi; uno dei quali fa ufficio di corpo elettro-positivo , 1’ altro
di corpo elettro-negativo. Fa parte bene spesso di tali composti
anche l’acqua, la quale non fa che favorire od accrescere le
proprietà del corpo elettro-negativo.
Dal modo col quale sono dis|>osti nella formula i due sali
componenti, si rileva qual è il corpo elettro positivo; essendo
che questo, come in tutti gli altri composti salini s'i neutri che ,

acidi o basici , è posto sempre alla sinistra o alla testa della for-
mula medesima.
Le linee orizzontali e paralelle servono ad indicare, esser dop-
pio l’atomo del corpo elementare, al quale sottostanno. Cos\ per es.

Al ,
Fe, St indicano a at. d’alluminio , di ferro , e d’antimonio

combinati ciascuno con 3 at. d’ ossigeno, per modo che costituen-


dosi in sesqiiiossidi o soprossidi rappresentano a at d’ ajlumina ,
di suprossido di ferro , e di soprossido d’ antimonio. £ pur lo

stesso dell’ acqua rappresentata con H , da dove rilevasi che nel

composto Goutengonsi a aL d* idrogeno e 1 solo at. d’ ossigeno.

(1) In qnrtte dne formule le basi suono frs loro come a'. 1 , il
fosforo radicale dell'acido come a;i, e l'ossigeno ood' esso h aridifi-
cato come J.
(a) A fine di render le formule meno complicate, e di evitare la
confusione che ne potrebbe provenire, rappresento 1* acqua nel modo
stesso che nella Tav. IX , anziché fame precedere 1 iniziale da cifre. ’

Digiti; C^ogk
1,

">
1

Le cifre peste alla sinistra delle inir.iali esprimenti uno od


altro corpo, servono a ripeterlo o moli>plirarlo (v. pag. 1 13 ), e la
moltiplicazione da esso operata si estende anche ai corpi successi-
vi (ino al segno -f-, quando pure siano rinchiusi dentro parentisi

come nella formula 3(Mg C-f-3U^*f-Mg H.

Essendo soventi volte ineguale il numero degli atomi con ,

che due sali concorrono alla formazione del sai doppio , vedcsi
i

quello elettro-negativo figurare per un numero d’atomi non mai


minore di quello, per il quale figura il corpo elettro-positivo, e
spesso altresì per un numero d’ atomi maggiore. Abbiamo esempj
di quest’ iiliimu caso nel trisolfato tri-acido bi-alliiminico con tri-

solfato di poussaec. KS-+-AJ 3S-4-'»4H ed io altri molti (i).

1 nomi dei quali vengono insigniti questi sali non possono


a meno di esser complicati, quando per essi si voglia dar idea
della loro composizione quantitativa Cosi per dare idea del nu-
mero degli elementi che concorrono alla formazione del feldspato,
io ho denominato questo sai doppio « trisilicato tri-acido bi-allu-
minico con trisilicato di potassa » che è quanto dire sale costituito
di 3 at. d’acido tri-silicico con i at. d’allumina o soprossido di
alluminio -f- i at. d’ acido tri-silicico con i at. di potassa ; E per
rappresentate la composizione dell’ allume cristallizzato, io l’ho
chiamato « tri-solfato tri-acido bi-alluminico con tri-solfato di po •

tassa e ^4 d’acqua» sale cioè che è composto di 3 al. di acido


tri-solforico con 3 at. di soprossido d’ alluminio -f- i at. di acido
tri-solforico con i at. di potassa -f- 34 at. d’acqua. Quindi per
la ragione medesima , e per far comprendere che nella magnesia
alba bi-carbonato di magnesia vi è contenuto o ripetuto tre vol-
il

te , l’ho chiamato bi-carbonato di m.'ignesia triplicato ec.


io
1 numeri dentro parentesi , e interposti fra il nome di un sale
componente e quello dell’altro, indicano il rapporto che passa
ira l’ossigeno dell’acido e l’ossigeno della base, che loro re-

fi) Sembra far eccezione a questa regola la magnesia alba ,


3(STg C)

-+-3H-t-MgH, in quanto che il sale elettro-positiro 6gora per 3 at.

r elettro-negativo per i solo atomo; ma deresi qui riflettere ,


che a bi-

laneiare le proprietii del primo 3


(
ifg C )
concorrono insieme 1’ acqua

3 H ,
e quindi 1' idrato di magnesia Ug H ,
nel qual' ultìnto. l’ acqua tiene

1 poato di acido.

Digitized by Google
, ,

ii6
spcttivameiite appartengono ; il qual’ oiaigeno è
p nell’ acido tri-
solforico e 3 nell’allumina del primo sale , perchè ii’è l’acido
ripetuto ire volte , e la base che è un soprossido ripetuto due
volte; dovecchè nel secondo sale, essendo unico l’atomo dell’aci-
do, ed unico eziandio quello della base potassa, l’ ossigeno del-
1’ uno è all’ ossigeno dell’ altra come 3 a i (i).

TAVOLA Xll.

COMBINAZIOHl ML1HE PARTICOLÀBI. Pag. ”p.

1 di queste combinazioni hanno a comune o lo


componenti
zolfo, o il il cloro ec. , come gli ossi-sali hanno a comu-
fluoro, o
ne ossigeno nel loro acido e nella loro base.
1’

Per distinguere fra due componenti salini, entrambi conte-


nenti o zolfo, o fluoro, o cloro, quale sia che fa ufficio di acido o
di corpo elettro negativo , e quale stia in luogo di base o di corpo
elettro-positivo, adotto le denominazioni di Berzelius, il quale
chiama i primi con nomi generici terminati in ido , come solndo,
fluorido e cloridn , i secondi con nomi terminati in uro , come
solfuro, fluoruro e cloruro. Di qui è , che la chimica combina-
zione di un solfìdo con un solfuro forma dei composti salini , che
dallo stesso Berzelius si denominano so^-su/t (a), onde distin-
guerli dagli ossi-sali , n da quelli che formati sono da un ossi-
acido e un’ ossi-base.
Sono fra solfo-sali le combinazioni dell’acido solfo-bi-idrico
i

coll’ unisolfuro di potassio , onde si hanno i solfa-idrati quelle


del quin-solfido bi-arsenicico, del tri-solfldo bi-arsenioso , e del
bi-solfido bi-arsenioso coll’ uni-solfuro di potassio, o con altra
solfo-hase in uno o più atomi, cosicché ne resultano combinazioni
ora ueutre or basiche , o sia con base duplicata (3). Queste ultime

(l) Dovrndo a rigore di dcaomioazioDC far ligiirarr come primo il


sale elcItro.Degativo , farebbe di nieatieri invertire i nomi componenti
dell* ìnaieme o del vale compleaao: Cosicché tanto nel tbe nel 5 e 6
.;|

composto (colon, i) dorrebbe il nome del secondo sale Bgnrare per il


primo.
(a)Godono della stessa ntoprìetit dello zolfo anche altri corpi ele-
mentari, come il selenio, ed il tellurio, i quali , combinati con taluni
corpi formano dei seleiiidi , oppur dei seleniuri con altri , ed en-
trambi insieme i cosi detti selenu-sali ; nella stessa guisa che il tel-
lurio formando or dei telluridi or dei tellurori , dh luogo, colla reci-
proca combinazione di essi , ai telluro-suii ; composti si questi che
quelli , che sappiamo poter* esistere, ma che non sono stati anche esa-
minati come lo sono stati i solfo-suli.
rol-
(3) Egli è qni da osservarsi che le combinazioni dello zolfo
1*arsenico, per lormare il componente elettro-negativo, segnono lo stesso
rapporto dell* ossigeno di 5 a a o di 5 a z. Una poi n* esiste, che non
ha analogìii colle conibtuazionì dell' ozii^eno , e tale ai è quella che
edettuaudusi nel rapporto di a a a, forma il bi solfido bl-arteuioso. .tllra

Digitized by Google
”7
possono chiamarsi quin loljb-bi-arsenùiti , lrì-$oir(/-bi-arteniU
d’ unisoljìiro di potassio ec.
Aliri composti particolari , e che pur si considerano come
sali, sono {quelli resultanti dalla combinazione dei fluoridi dei ,

clorirli e dei cianidi coi fluoiuri, cinturi e cianuri. Cosi per es.
dal l)i-fluoridn idriru , dal sc-fluoi ido borico , dal tri-fluurido si-
licido lesta siiliiìcato ilflunruru di potassio, con che furniansi dei
bi-fluoro-hi-idraii , dei se-fluo-boiati , e iri-Iluo-silicati , come
dal quadri-clorido platiuico fuimansi quadro clnro-plntinali ec.,
i

e dal bi-cianiilu potassico e se-cìanidu hi-iériicn coi cianuri di po-


tassio o di ferro si foiraanu ! bi ciann-potassati e se-ciaiio-bi-l'er-
rati Ili bi-cianuro di potassio o di ferro.
Le formule sono concepite come quelle degli altri sali, es-
sendone il conipuiieiite elettro-positivo posto alla testa u alla
sinistia. e si questo che l’ elettro-negativo mnltiplitati dal numeio
che gli precede, del pari che sono ripetuti od enumeiati gli atomi
componenti dai numero posto alla destra a guisa di un espoiieiite
tigelirico (v. pag. ii3). Cosi per es. la formula K F*+BF
rappresenta un composto ove figura come corpo elettro positivo
la cunihinaiione di at. di potassio con i al. di fluoro
i e come ,

corpo elettro-negativo la cotuhioazione di i at. di boro con 6 al.


di Uuorn ; la formula 3K Cy*-t-Fe^ Cy‘ rappresenta altro compo-
sto, ove figura come cor|>o elc.iro-posilivo la romhinaziniie «li i
at. di potassio con a al. di cianogeno, entrambi ripetuti u molli'
plicati per 3 , e come corpo eleitio-negativu la combiiiazioiie di
a at. di ferro con 6 at. di cianogeno.

BDalogia fra i (|aÌD-t.siro-ki'artcniati e tri-aoiro-bi-arsrnìti «la un lato,


e ii|iiiii Li-arkeiiiati c tri-bi-arseniti dall'altro, si scorgi' in ciò,
che tanto gli acidi formali dallo zolfo, quanto quelli formali dall' os-
sigeno coll' srsenien baono la stessa capai itti di saltirasione per le
,

respeitive basi; poiché , come i at. di questi ossiacidi tieulralizza 'a at.
di os.ibase o d'ossido, cosi I st, di qnei snitidi nciitrali/./a a at. di solfo*
base o di solforo. In ogni caso sarà facile di distinguere dal semplice
nome la composizione qiiaiitiiatiea degli ossi-sali , da lineila dei solfo-
aali , telluri-sali e seleui-ssli , non die dell'acido loro respcitìvo,
j
qualora si osservi che nei primi l'ossigeno è sempre sottiiiie.o, men-
tre nei secondi lo zolfo , il selenio ec. è espresso : per n.odo che come
nei solfo-sali , seleni-sali ec. 1' avecri'io numerale vale a deuniare il iin-
roero degli atomi dello inllb , del selenio ec , così negli ossi-sati 1' av
verbio oumcrale vale a denotare 1' ossigeno per quanto esso nel nome
del sale non venga espresso.
Omesso é poi r avverbio numerale per gli atomi dello z-olld , del
aeleoìo ec. contenuti nelle solfo-basi , e seleni-basi , giact-bc s' iiilende
esser sempre mono-solfuri , e muoo-seleninri ec. e che unico ifebba esser
l'atomo dello 'zollo, o del selenio componenti, qtiaudo non c prcce-
dnco ds vemn numero ; in quella stessa guisa che s' ìniende ess' r niiìco
l'atomo dell'ossìgeno nelle ossi-basi , quando vengono denominate coi
semplici nomi di ossidi.

Digitized by Google
TAVOLA XIII.

OSSIDO n' AMMONIO, E SALI AMMOHia. Pag. 8l.

L' amalgama ottenuta da Davy e da Berzelius col sottoporit


r ammoniaca alla corrente voltaica , facendone terminare il polo
negativo col mercurio , fece all’ ultimo dei sullodati Chimici con-
cepire l’idea, che, mutandosi il rapporto fra i componenti del-
l’ ammoniaca , potesse resultarne altro composto , cui egli dette il

nome d’ammonio: 11 quale essendo composto dei medesimi ele-


menti dell’alcali ammoniaca , solo ne differirebbe per contenere
sulla stessa quantitli d’azoto una maggior proporzione d’idrogeno.
E l’ammoniaca composta di a at. d’azoto -^6 at. d’idrogeno
N* FI* (v. Tav. VII , pag. ^o) , e 1’ ammonio lo sarebbe di a at,
d’ azoto -f- 8 at. d’idrogeno, N* H.* (v, Tav. XIII).
Non può l’ammonio esistere nei sali , o non possono questi
ritenerlo fra loro componenti , se non havvi coesistenza d’acqoi
i

o d’ altro composto contenente idrogeno. Ora decomponendo i

particella o i at. di quest’acqua, gli elementi in cui si risolve


sono a at, d' idrogeno e i at. di ossigeno ; Qualora poi , invece
,

dell'acqua, il corpo concoroitante sia l’acido solfo-bi -idrico o ,

bi-cloro-bi-idrico ec. sono sempre a at. d’ idrogeno che vengooo


messi in libertà. Se all’ ammoniaca , costituita da a at. di azoto e
6 at. d’ idrogeno, si aggiungono a at. d’idrogeno dell’acqua o di
i

al t.o corpo idrico decomposto quell’alcali si costituisce in am-


,

monio ; cui se poscia aggiungasi 1’ ossigeno dell’ acqua decompo*


sta , si ha r ossido d’ ammonio. La formula dell’ ossido d’ ammo-

nio è per conseguenza N* H* ; e quest’ ossido d’ ammonio può

essere risoluto inammoniaca N^ H' , e acqua IP O


o sivvero |H.
Conosciuta la chimica composizione dell’ossido d’ ammonio,
è facile di prevedere eh’ esso può far ufficio di ossi-base e formar
dei sali amndi unito che sia cogli ossiacidi , e dar luogo pure adei
composti o sali aloidi, allorché, spogliato d’acqua o sia di i at.
d’ ossigeno e di 3 at. d’ idrogeno, si unisce con qualche corpo alo-
geno. Cos'i essendo , puossi ravvisare il solfuro ammonico e il
bi-clomro ammonico sotto un doppio aspetto, vale a dire ora
come dei composti, ove 1’ ammonio è combinalo collo zolfo, ocol
»

cloro, N^H*, e N* H'-f-CP, ora cume costituiti da ammoniaca


e acido solfo-idrico o bi-cloro-idrico. E di fatti, se si spoglia l’am-
inonio di 3 at. d’ idrogeno , per portarli sullo zolfo , o sul cloro,
questi si trasformano negli acidi idrici suddivisati , e quello in
ammoniaca.

Digitized by Google
,

Lo stesso ragionamento è da farsi rispetto ai sali arofìJi o a


base d' ossido d’ ammuiiio. Il tri-solfato d’ossido d'ammonio, che
figura qual composto dell’ ossido di questo nome e d’ acido tri-
solforico, contiene in se tutti gli elementi per formare un compo-
sto dello stesso acido tri solforico, d’ ammoniaca, e d’ acqua ; la
qual’ ultima emerge da a at. d’ idrogeno e da i at. d' ossigeno ,
staccati dall’ ossido d’ ammonio : donde viene che per siffatta sot-
trazione quest’ ultimo si trasforma in ammoniaca. Lo stesso è
del hi -carbonato, quin-bi-nitrato, ed altri ossi-sali d’ossido d’am-
moiiiu.
Per dipingere alla mente la composizione atomica di questi
sali conforme vengono rappresentati dalle respcttive formule
,

denomino l’ossido d’ammonio, avente un radicale doppio, os-


sido bi-azotico Otto-idrico, in quanto che costituito è dì i at.
d’ ossigeno -I- a at. d’ azoto -f- 8 at. d’idrogeno.
aao
DF.LLA.

CAPACITÀ DI SATURAZIONE
DEI CORPI

Nel por fine a queste diluridacinni sulle formule dei compo-


sti chimici ,
e sulla noineuclatui'a qiianiiialiva e sistematica dei
medesimi non ho voluto niiieitere di dare un cenno sulla capa-
,

cilli di saturazione che corpi spiegano gli uni per gli altri , limi-
i

tandone però gli esempj a quella che gli acidi hanno per le hasi.
Sotto il nome di capacità di saturazione di un acido non altro ,

iiitendesi che la misura della quantità di base che esso può neu-
tralizzare (i), o viceversa, all'occasione in cui s^ questo che
quella si combinano re< iprocamentc |>er salificarsi. E la misura
esatta della qiMiitilà della base u del rapporto in cui debba que-
sta uniisi con uno od altro acido , ci è tornita da quelle stesse
leggi che regolano la composizione atomica dei varj corpi.
Siamo fatti avvertiti dalla legge di N. Ili (pag. la) che, seb-
bene variabile o in proporzioni diverse esser possa la quantità di
una base con che si combina un peso dato di un acido qualun-
que, II' è {lerò determinata e tale che se modi di combinazioni
, i

sono?, 3, opiù, la proporzione del secondo, del terzo, del quarto


esimili, è sempre in un rapporto il più semplice colla proporzione
del primo, essendone sempie un multiplo od un submultiplo.
Cosi a modo d'esempio, è variabile, ma però sempre detei’ininata,
la quantità di potassa che si unisce ad un istcsso peso di acido
ossalico o Iri-bi carbonoso ; poiché costa dall’ esperienza che loo
parti di quest’acido, astrazione fatta dalla sua acqua di cristalliz-
zazione possono salificare i3o,a5 parti di pot.vssa , come possono
,

salificarne i6u,5i ed anche 5a>,oa; ove dal confrontosi scorge, che


in quest’ ultima combinazione la base è 4 volte, e nella seconda a
volte altrettanta che nella prima , o che i numeri esprimenti la
quantità della ridetta base sono fra loro come 41^1 **
Ma avendo stabilito che non debbansi riguardar come neutri
se non quei sali , in cui i atomo di acido trovasi combinato con i
at. di base, qualunque essa sia, la quantità dell’ ossigeno con-
tenuto in quest’ ultima non solo sarà determinata ma auche
costante, per un medesimo acido, atteso che se varia il peso
atomico di ogni radicale basico , non varia però quello dell' os-

(i) È d’nopo rsmmcDtsrsì che fa coisvcnnto di dare il nome di


sai neutre ad ogni combinaiione aalìaa resultante da t at. di base com-
bioata eoo I at. d'acido, uiun conto facendo delle ltro|irieth o alcali-
ne o aride che può il sale tuttavia riteocre.

t.

Digilized by Coogle
tigeno, dì cui abbisogna p<>r costituirsi in monossido o uninssìdo.
m
Ci è poi noto per la legge di N. VI , pag. ai , che trattandosi di
ossi sali, composti cioè di due corpi, cui l’elemento elettro-negativo
è comune , l’ ossigeno del loro ossiacido deve esser sempre un
multiplo per un numero intiero dell’ ossigeno della base respetti*
va. Posto ciò , e^lì è ben evidente che la quantitò di base, che in
un sale neutro si conlieoe , saià ognor subordinata a quella del*
1’ ossigeno coiilenulo nell’acido, in pari mudo che quella dell'a-

cido lo sarò all' ossigeno della base. Ld infatti, se ino pani di


acido tri-solforico vengono iicuiralizaate dalla potassa, altre loo
dell’ acido predetto lo sono dalla suda , ed un altro egual peso lo
è pure dalla calce, si avranno tre tri-solfati distinti , e ciascuno in
peso dìITeiente , sebben contengano la stessa proporzione d’ acido,
per la ragione che di ciascuna base bisognò un peso diverso per
ottenere la neutralizzazione: Tali pesi furono iio.^od per la po-
tassa, 77,997 per la soda, e 71,041 per la calce. Ma poiché l'ossi-
geno che ciascuna delle surriferite basì contiene (ad onta che di
esse sia diverso il peso) è nella quantilò medesima per tutte , cos\
in ciascuno dei sali che ne resultano , il rapporto fra 1’ ossigeno
dell’acido e quello della base è custaiitemenie di 3 a 1 ; Per la
qual medesima ragione tanto è l’ ossigeno che si contiene ia
75,95 di trì-snifatu di magnesia anidro, quanto è quello con-
tenuto ÌD 189,5(1 di tri solfalo dì uiiiossitlo di piomlwi , i quali
sebbene per un egual peso d'acido tri-solforico ( 5 o, 1 ih) conten-
gono il primo a 5,83 , il secondo 39,45 dì base, pur tuttavia
ritengono nella respettiva loro base un peso di ossigeno, eh’ è per
aoiendue lo stesso , e segnalanienle h io.
Ora per esprimere in un modo generale la diversa forza neu-
tralizzante degli acidi verso le basi , ti suol dai Cliimicì prender
per misura la quantitii dell’ ossigeno , che nell’ una o nell’ altra
dì queste comiensi , e metterla in nipporto coll' ossigeno coiue-
Duto in loo p d’acido supposto anidro o si-cco. Cos'i e che dicesi
esser 19,953 la capacità di saturazione dell'acido tri solforico,
perchè qualunque sia la base, con che prendesi a neutralizzare
luo parti di quell’acido , il peso che di essa ti richiede è tale da
contenere non più nè meno di 19,953 d’ossigeno, che è quanto
dire un terzo di quello contenuto nell’acido anzidetto, il quale co-
ctiluito è dì 59,80 d’ ossigeno su 4 <>, i 4 'b tnlfo. Lo che è confor-
me a quanto già crasi stabilito, quando fu detto che nel tri-solfati
il rapporto fra l'ossigeno dell’acido e quello delle respeitive basi

era di 3 a 1.
Se ricercasi qual sia la capacità di saturazione dell’acido bi-
carboiiicn, ti potrà rinvenirla facendo egualmente ricorso ai teore-
mi enunciati nella legge di N. VI (p. 16 ) ove abbiamo detto che
nei bi carlxmati neutri 1’ ossigeno dell’acido è a quello della Kise
nel rapporto di a a 1. Sostituendo pertanto a 100 {«irti d’acido

Digitized by Google
i

(ri-solforico aniJro un egiial peso d’acido bi-carbonico , la quan*


tii& della base che si richiede a neutralizzarlo, dovrh esser (anta
da contenere precisamente la mei& dell’ ossigeno di esso. Or sic-
come l’acidn bi-caibonico contiene ^3,35o d'ossigeno per loo ,
cos'i la capaciti sua di saturazione sari 36, i^5; che è quanto dire

aver desso bisogno, per esser convertito in sai neutro, di una quan-
titi di base la qunl contenga 36,175 d’ossigeno
,
( 1 ) (v. la Tav.
che segue, pag.
Gli esenipj, che abbiamo Gn qui addotti rispetto alla capaciti
di saturazione degli acidi per le basi sono tutti riferibili a dei
,

composti, il cui radicale i combinato coll’ ossigeno nel rapporto


di I a 3 o di I a 3 Avvene altri che non sono di minore interesse,
.

ed il radicale de’quali si trova unito coll’ossigeno nel rapporto di

3 a 5 osia di 1 a 3 ec. Tali sono per es. gli acidi quin-bi -nitrico,
j
quin-bi-clorico ,
quin-bi iodico , e quin-bi-solforico , la cui capa-
cità di saturazione è uguale a un quinto dell’ ossigeno che respet-
tivamenie contengono. Di modo che, se, con una base qualunque
imprendesi a neutralizzare 100 parti d’ acido quiii-bi-nitrico sup-
posto anidro , la quantità della prima , che per tal’ eSetlo richie-
desi , deve sempre esser tale che
contenga 14,77 d’ossigeno, ossia
la quinta parte di quello che condensi nell’acido quin-bi-nitrico;
il quale è appunto costituito di 73,85 d’ ossigeno -f- 36, 5 d’a-

zoto. E per la medesima ragione I’ acido quin-bi clorico, che eoa •


tiene 53 ,o 45 d’ossigeno per joo; il quin-bi-iodico che ne contiene
34,04 ; il quin-bì-broniico 33,833 ; e il quin bi-solforico 55 , 4 i ;
avranno una capacità di saturazione «10,609 il primo; «4>^o^
il secondo; «6,764 il terzo; e «1
1,08 l’ ultimo ; che è quanto
dire una capacita eguale ad un quinto dell’ossigeno che respettiva-
mento contengono. Quindi parimente siccome nei (ri-bi-nitriti, e
nei tri-bi'Carboniti, rapporto fra l’ossigeno della base a quello
il

del loro acido è nel rapporto di 3 a 1 , cos^ l’ acido tri-bi-nitroso ,

e tri bicarbonoso o ossalico aventi il radicale combinato coll’os-

sigeno nel rapporto di 3 a 3 , e che contengono, il primo 63,88


d’ossigeno, il secondo 66,34 per 100, hanno una capacità di
saturazione di 30,96 1’ uno , di 33,08 1’ altro , eguale cioè ad un
terzo dell’ossigeno che respettivamente contengono.
In altri sali però, benché formati siano da acidi, ove 3 at. di
radicale sono acidiGcati da 5 o da 3 at. d’ ossigeno , il rapporto
che passa fra l’elemento elettro-negativo, comune all'acido e alla
base , non è di 5 nè di 3 a 1 , ma diajodi ija i. Per lo che
la capacità di saturazione degli acidi quin-bi-fosforico e tri-bi-fo-

(1) Nel Toler ora detrrmiosre la capacità di satnrauone dei diecrei


osiiacidi ,
potrìi cìascmio etaere in gratto di appreziare i vantaggi rbe
resultano dall’ aver adottato una nomenclatnra aistematica e quantita-
tiva ,
quale sorcorra la mente col rammentare, nc'la pluralità dei
la
rìneìpj componenti , quale ne sia il numero degli atomi.

Digitized by Google
ia3
sforoso, Msendo ugnale
a due traìnti o a due leni del respeltivo
aa,4i6 nel primo, e di 38,8^6 nel secondo,
loro ossigeno, sarli di
in quanto che essi contengano l'uno 56 ,o 4 d’ossigeno per 100,
l’altro 43,33 (v. la Tav. che segue).
È quindi da osservarsi, che alcuni acidi, nel combinarsi
coir acqua per prendere lo stato di liquido, e di massima concen
traziniif , seguono talvolta la medesima legge che per le basi;
vale a dire si uniscono con quel liquido in una quantith detcrmi*
nata , e che in peso è tanta da coniencre la stessa proporzione di
ossigeno, qual si contiene nella base, da cui possono essere neutra-
lizzati. Cosi per es. l'acido tri solforico, il quale ha una capacith
di saturazione =iq,g(i 3 (v. pae. ai) si unisce con tal proporzione
1

d’acqua (1) che contiene i9,p53 d'ossigeno, al pari di un monos-


sido qualunque , n di una base che atta sia a neutralizzarlo.
La tavola seguente ci dimostra la capaciti) di saturazione di
varj ossiacidi , nel formare si dei sali neutri , che dei sali acidi o
basici.

(1) Tale ì sempre il peso dell' acqua che trovasi unito a 100 parti
d' acido trì^solforico , allorcbò esso segua |,85 , grado massimo di con-
centrazione ebe può assumere. E ebe quest’ acqua stia coll'acido tri-
solforico, DOD in semplice miscela, ma in combinaiione, reiulta da'ciò,
ebe esposto si calore 1' acido non se ne spoglia , ma diatilia come acido
liquido ; doreeebò , ae 1' acqua oltrepassa la snmmeutorata proporzioue,
ne clistilla sola , e l'acido ti mostra fisso lino a ebe la quaulilb del-
l’ anzidetto liquido non siasi ridotta a sole p. >9,96 so loo d’ acido.

Digitìzed by Google
Bftpporto AComico
fra il raaic«le c 1’ o««igeno
NOME

Acido acetico
'
Idem .

—— quÌD*bi*antÌmooico
" qoiD*bi*aDtimooioto

— qoin^bi'orienicico •


tri4)ÌHirseQÌoao

>
brnioico • ::ia-i-i5:5 * 0 7*
,

ac4iid>orico •

qain-bi-bromico

bi'CarboDÌco •

Idem •

tri'bi-carboaofo o oaaaljco

Idem • • • •

Idem • . 66.04

ciamco*
Idem •

citrico • •
qaii»4>i*clorìco

tn-cromico

Digitized by Google
laS
"
o
CAPACITA’ DI SATURAZIONE %
«
Ji
^00 0
2
"^
0 « 5^ 2
DELLE BASI - 5 8 =
^ *
-
’ r® I
c
0 2 0
fl c •

& tl V ** «•

Rei mIì oentrì Nei tali acidi Nei aali baaici


& o*
è •£ S* 0
OS

i 5 ,5 i 9 negli areuti 1 terso


• « • • • • 46,536 oecli acetati
tribaaici • eg*quanta
• • • • • • 03 a07 a negli acetati
aei-batici. quantità
i.ìSi nei qnin-bi* dopn (1]
antimooiati • • • • -* t quinto

4,07 nei quadrt'en*


tin> 0 DÌtie •
>
* * * • • 1 quarto
tS,888 nei qain-bi-
araeuiati. • • • • • • 0 quìoti
• • • 6,o44 quifM>i-
artenìali biae. • • 1 qninlo
16,1) nei tri-bi*ar*
•eniti * • • • • a teni
6^74 nei benxoati • • • • • t terzo
11,4^ nei ae 4>i 4>o-
rati • . . • • • • • iieato(a} ::l0:l 3)
(
6,764 nei qiiÌDebì*
bromati . e • • • t quinto
S6,it5 nei bi-eaii>o-
osti • * « • • • 1 metk
• • • i4>ii 6 nei bi-eailio-
nati aeaqnìaCe 1 terzo
*•
• • • lS»087 nei bi carbo-
nati bi««vidi • • t quarto
tt,o8 nei trì*bi>c«r>
beniti, 0 osaalati • • • • • t terxo
• • • 11,04 nei tri-bicar*
booiti 0 oéaala*

ti biacidi • * • 1 acato ::a:»(4)
• • • 5 , 5 o nei tri-bi-car-
booiti 0 oaaala-
ti quadri-acidi . • • 1 dodice
\tfij nei cianati . • • a • • • I metà
• • • 9,411 nei cianati bi-
acidi . . • • 1 quarto
>3 ,j 6 nei cianiti . • • • e • • CK^uant.
*3 685 nei citrati • • • • • • •
1 quarto

10,609 ***' quin-bi*


clorati . . • • • • • • 1 quinto
i 5 ,S4 nei tri>cro>
nati . • . • • • • * t tento

Digitized by Google
. .

ia6

Rappoito «toiDico b
«
fra ilradicale e 1* oa»igeoo
B oh
negli negli negli
is;
DEGLI oaaiacidi oaaiacidi oaaiacidi
a a a :»|
OSSIACIDl radicale radicale
metalloi- metalli-
radicale
com po-
c*
5
de co eto 6
(.

Acido tri'Cromico • • • . • « ::i;3 • . 46,o5

- Idem . . . idem • • • o6,oi

—— Idem . . . idem • • • 46,o5

• - formico
——
'
• . . . , * • •
64h7
^nin>bi'fo«rorico . • , , 56,C4

— Idem idem . . . 56, <M

Idem idem • • • 56,0,

— tri-bi-rotrorMo .... ::a:3 . . . . . . 4S,55

anid>i*rotforo*o .... • • . . . . 10 , 5i

gaUico 3:,69
-- <]uÌD'bi-iodico « • • . »4,<h

trUmoUbdico *3


• . • , . . ir • ^ . . . 53, il

Idem . . idem - . . 33,59

- mucico. • • > • . ::io-i-6:8 60 ,


56

— qutu*bi«oitrìco 0 quio'bi axotico . ::»;5 > • • 73,Sj

— trì-bi-nitroto o tribbi «axoioto ::»;5 • • • . . . 6»,3y

Oiaido o ac4 bi4>i>oitroao o bi«bi<4xoto«o • • • • • • 53, o5

36,1

Arido tri-ieleaica . . . • . :;i;3 • • • 37,76

—— bt'ielenioso • • . • • • . . 18,79
—— Idem • idem • • • »s,:9

Idem idem • • • • • • 18.79

Digilized by Google
.

'»7
0
s
CAPACITA’ DI SATURAZIONE « jo U it
« _ .iP S 5
DELLE BASI ^
. a *n
fr-Z
2^0^
^ e .u S «=:
-0 S"® «
^ ° ® ii=o
a
S
S
0 0 —• 2 M ~
iO *5 A. =
Nel sali Dentri Nei sali acidi Nei sali basici a.
1 «,

ee

• • • nei
7,67 tri-ero-
mali biacidi • a • 1 sesto
• • • • • • 33,01 nei tri-croma-
ti scsquibvsici I metk
• • • • • • So, 68 nei iri-croma*
,
ti bi-basici 2 terzi
^ 1)49 formisti • • • 1 terzo
ll) 3 o 8 oei quÌD'bi*
Iblfali . . • • • * •
1 quinto
• • • 16,913 nei (jnin-bi-ro-
s/'ati srsnuibasici 3 decimi
• • • • • • aa,4il>neiqiiin-bi-ro-
siati bi-basici (6j 2 quinti
>8,88G ori tri-liì.fo.

IO, Si
• • • a terzi
negli nui-bi-
foslili • • •
l^, 5()3
eg.quant.
oei gallati .
t terzo
4)8o8 Ori qiiia>lii*
iodati. . .
iijiS Ori tri-molib-
• * • r qninto
dati , . ,
1 terzo
• • • 5,565 nei tri-molib-
dati biacidi . . 1 sesto
7 i 57 nei morati. .
l
• • • 1 ottavo
4»77 **<i quin-bi-ni-
Irati, 0 quio*
bi>axotati .
t«i96 nei Cri bi-ni-
• • •
1 quinto
triti, otri 4ii>

• • • terzo
*0 5 a nei bi-bi>nitri- 1
,

li, o bi'bi-azotiti

negli aoì-bi-DÌ-
* • • • • • 1 meU
triti, o UDÌ-bi*
erotìti • • ,
13,586 oei tri-aele-
• • eg.qnant.

Diati . • .
• 1 terzo
4»398 nei bi-aeleoiti •

• •
1 metà
• • 7 )> 9^ nei bi'seleoi-
ti biacadi. • • • 1 quarto
* • • 3,598 Dei seleniti
quadriacidij • • • 1 ottavo

Digitized byjGoogle
t
Baimorto ato miro
fra iln dicale e 1 osaigeoo &
HOME 0 0/
© 0*0

DECLI
negli negli
Ossiartdi ossiacidi
negli
Ossìacidi
tu
OSSI ACIDI
a
radicale
a
radicale
a
radicale
hi ••
metalloi* metalli' compo> e
de co sto e
(d

Acido tri->iIìcico ::i;5 5i,</>

—— ......
tri'Soltorico
Idem
:;«;3
idem
...

... 5<);s6


• • . . . 5i>.86

bi'solforoso • • r • « :tf,3 . 4<»,«56


' idem • • r r • idem . . .

' ' ' quin.bì-soirorico 55,41


• . • •

ttoiwioiroroso • • ::«:i 53,10


— soccinico • ^
• • • • • • . .

f.4^4'.3
.

47,56


. •

—^ tartriro. • * • r •

Idem ...... • ^ • « * •


.


> «
• •
.

• idem
60,19
60.19

- tri'tnngsCico • « • • * • • ::«:5 • • • 10 , i3

— Idem •••••• idenr « * • 10, i3

(i) La base che in questi sali ai contiene è 6 eolte quella rfegli


acetati Dentri* Ne abbiamo 1' esempio nell* acetato sei'basico di piooilo>
il quale fonpa eccesione alla regola , poirbè iri 1 * oasigeoo della batc è
on mnltiplo di qnello dell'acido , aosichè esserne iioa parte aliqnoU»
capacità di sataraiioae di qoest* acido è bene spesso ng'*alt
alla metà, a no terzo, a un quarto, a un sesto, a on dodicesimo del-
l' ossigeno dell* acido.

(3) Nel se4>i-borato di soda, o borace cristalliarato alla maniera o^


dinaria ; É poi y,5\t nel se4)i.borato di soda ottae^rico.
(4) Nell* ossalato bìacido dì potassa Sai d* acetosella*
alcali
(5) Sono le combioaxioat ordinarie dell'acido fosforico cogli
c diconsi talora impropriamente fosfati atutri per la facilità con ebe
9 at. di base renano salificati da i at. d'acido qnio4>i'fosrorico (cotn
posto di 39,938 losforo -+• 5o d'ossigeno}. All'opposto dìcousi acidi e

Digitized by Google
}

CAPAaXA' DI SATURAZIONE base

DELLE TASI - »:h S ^ e


-2 3 della

3 2 t5t3

285® O
• ss
z 0 = quello

i5 -=
5 ei sali neotri Nei sali acidi Nei sali basici

17 , H nei tri'silicAti I ten.( 6)


I 9j9S3 nei tri«sofrsti I terzo noti (7:
9.976 nei lri*«oirati
biacicli • I sesto
nei ki-Mlfìli. i metà
11,4^4 bi'solfiti
bìaciiii • I <|narfo
lt,o8 nei «fnin-kì-eoU
feti . . .
I quinto
i> 6 6o negli uni-«olGti
.

I metà
|i>,U3 nei succiasti I terzo
jUrOSS nei tactrati • i quinto
6,019 t^rtrati
biacidi • I decimo
'

6,743 nei tri»tnog«


stati • • , I terzo
3,57 nei tci-triog>
stali biacidi • sesto

«eidoli i fos/àti che sulla sopraddetta quantità di acido qnin-bi-fosforico

(sotengono t at. di una 0 di altra base alcalina e per rerità casi spie*
;
g«DO maoifestamente proprietà acide, ogni qual eolia roasigeno
dell'ala
tali è s quinto di quello dell*
acido»
(6; La capacità di sttnrazione di quest'acido à anche di un sesto,
^1 00 quarto . o la metà di
quella deir ossigeno dell* acido ^ e talrolla
600 uguale.
(7) Nel tri*soirato di soda^ Sai di Glauber ; nel tri^olfato di
ugneaia , Sai d'Eptoa !.6!t nel trì*soiralo di ossido di terrò, vf
tritio verde ^ c nel tri*solfaio d’ossido di lineo, vetriolo bianco;.
r.S:t nel tri-solfato d'ossido di rame, vetriolo turchino
; e nel
Irisolfato di calce
,
Getto,
(dj Nel tartrato biacido di potassa , Cremar di tartaro^

Taddei , Farmacologi Voi, li. •4

Digitized by Coogle
Dalla diversa capaciti di «aiurazione, che gli acidi hanno
per le Lati , è facile di arguire la composizione dei cali , richie-
dendosi solo di conoscere il rapporto che passa fra il radicale e
r ossigeno delle lespeitive basi. Cosi dalla capaciti di saturazione
dell’acido tri -solforico =19,953 perviensi a conoscere la compo-
sizione di lutti quanti tri-solfati, o del genere che lotti gli am-
i

plette , tutlavolla che abbiasi la nozione della romposizione ato-


mica delle basi , con che I’ acido anzidello verri saiiBcato. Essen-
doci nolo, non poter l'acido tri -solforico rimaner neutralizzato
dalle basi , se queste non sono in quantiti tale da contenere il
terzo dell’ ossigeno che si contiene in quello , servici di moltipli-
care per 3 il numero rsprimente la capaciti di saturazione del-
l’acido anzidetto (19,953) perchè il prodotto ci denoti l'ossigeno
che di quello stesso acido fa parte: Per modo che 19,953 (ossi-
geno della base) X
3 =59,87 ti rappresenta l’ossigeno contenuto
in 100 parli d’ acido tri-solforico. Se ora da 100 d’ acido si detrae
il peso dell’ossigeno che gli appartiene, la differenza esprimeri
quello del radicale zolfo; £ di fatti 100 5 g ,86 ossigeno — =
40, 4 zolfo.
1

Ci rimane da conoscere la quanliiè dell’ elemento elettro-


positivo, che fa parte delie basi e potremo desumerla dal rapporto
:

die passa fra il peso aioniico del lespellivo Imo radicale, e I’ ossi-
geno. Cos'i per es. , supposto che a neutralizzare l’acido tri-sol-
forico venga impiegala la potassa , la composizione atomica di
questa base (potassio 4^t99i -t- ossigeno 10,000 =*58,991) ci
somministreilt il mezzo di rinvenite il radicale potassio, eh' è su-
con 19,953 d’ossigeno, e di uiieneie per (al via
scettibile di unirsi
la qtiatitilè della ^lutassa
,
che si richiede , per soddisfare alla ca-
pacità di saturazione di joo p. d’acido tri -solforico.
10,00 (ossigeno) ; 4^i99 (potassio) ; ; ig.gS (ossigeno espri-
mente la capacità di saturazione dell’ acido tri-solforico) ; x po-
tassio ; donde X = 97,73 (1).
=
Sarà dunque 97,73 -f- 1 17,68 la potassa ricercata;
c il tri-solfato di potassa resultame sarà composto

( ) Col medefirao calcolo dì proporzione ai potrebbe dal peto ato-


1

mico deir acido tri-tollorico (coinpoato di at. zollo (ao,ii6 -4* S at.
i

d’oaaigen') f3o) =
5o,lt6, r. Tar. Ili , pag. 63) ai potrcbi>e Hcsnmere
la compoaiziooe di una (jnamìtà >|ualaiaiii drl ridetto acido , romc «i è
lutto per rinvenire la compoaizione delle bavi. Ma comnnoue aia, il
caoone euiinriato nella lef;ge di VI (. pag- che negli oaai-aali
I oaaigruo dell'acido debba eaaere in una quantità multipla dell'oaaì-
grno contenuto nell' o»ai-baae « ci ofirc tempre la miaara della capacità
di »atura/ione che hanno i divcraì acidi . c coai ci pone in grado, non
aolo di agevolare le operazioni di anatiai e di ainteai , ma anche di
retlificaruc , per mezzo del calcolo, i reanltamenti ottenuti.

Google
i 3i

( solfo • .
Acido tri'CoUorìco == 100,00
(
(MsigcDO 69,^

=: 117,70 ( OMiKcno 19,95


lousca. • • •
(
pota»io 97,75
ai 7 70
i 317,70

Polrassi , operanJo nello stesso modo, rinvenire la quantità


che di o^ni altra base si richiede per neutralizzare 'oo d'acido
tri-solforico, o sia per surrogare la potassa (ii^,6H) con altra
base qualunque , purché contenga il terzo ilell' ossigeno dell’aci-
do. Per il che essendo già cogniti i pesi d’ cniranihi corupoiienti i

dell’acido tri-solforico, non che quello dell' ossigeno apparle-


neiile alla base , basterà di prender nota del peso atomico del
radicale di quest’ ultima ed equivalente a io d'ossigeno , per rin-
venirne col calcio la quantità equivalente a 19.95 d’ossigeno,
da cui è rappresentata la capacità di saturazione dell’acido tri-
solforico.
L* atomo del piombo , o il peso che di questo metallo può
combinarsi con 10.00 d* ossigeno, per formarne la base conosciuta
col nome di uriiossido di piombo è 119,44'^ > ond’è che
10,000 (ossigeno^ ; 109,449 (piombo) ;; iq.gS (ossigeno
esprìmente la capacità di saturazione dell’acido tri -solforico) * x
piombo ; donde x i 5H,o 5 o.
Sarà dunque o 58 ,o 5 o -I- 19,95 =
o^R,ooo la quantità del-
l’uniossido di piombo ricercata, e il tri -sol fa lo di tal base sarà
composto

Ac. tri-solforico . . 100,000


j

Vniostido di piombo 078,000


| "“'«troSsi^So
378,000 878,000

E pure il medesimo il metodo, sia per far analisi dei bi-car-


bonali , quio-bi-fosfati . quin-bi-nitraii , se-bi-borati ec. sia per
riunirne i conipoueuti e riprodurne per mezzo di sintesi i divisati
sali , tutlavoltachè presa notizia della capacità di saturazione dei
respettivi loro acidi , si stabilisca su questa la proporzione della
base : Ed una volta che formata sia la serie completa di un genere
di sali (dei tri-solfati per es.) polrassi formar quella dei bi-carbo-
nati , dei quin-bi-nitrati ec. , mettendo in rapporto colla respetli-
va loro capacità di saturazione le basi tutte , che hanno servito
alla formazione dei tri-solfati.
Or dunque, se, per neutralizzare 100 p. d’acido tri-solforico
fece di bisogno di 1 17,68 di potassa, o di 378,100 d’ uuiossido di

Digitized by Google
i3'J
di piombo, faramio corrcipcllivameiitc
leqiiaiullii clic di (ali basi
di bisogno per ueuiralizzare loo d’acido bi-carbouiro ,
o d’acido
qiiin-bi-nltricosaranno a quelle dell’acido tri-solforico come le
,

correlative loro capacità di saturazione. Ond’è che, come a


19,953 (capacità di saturazione dell’acido tri -solforico) stanno t
numeri 36,175 e > 4>77 (esprimenti il primo la capacità di satu-
razione dell’ acido bi-carbonico, ed il secondo quella dell'acido
quin-bi- nitrico) cosi stanno alla potassa ed all’uiiiossido di piom-
bo, neutralizzanti l’acido tri-solforico , le quantità che di queste
stesse basi si richieggono, per neutralizzare gli acidi bi-carbooico
e quin-bi-nilrico (1).
Con che s’intende che debbasi procedere nel morlo stesso,
anche allorquando, nel formar dei sali non più neutri, ma aciduli
o basici , la capacità di saturazione degli acidi venga a cambiarsi;
nel qual caso crescerà o scemerà la quantità delle basi necessaria
alla formazione dei sali nella proporzione istessa , in cui cresce o
scema componenti. Cosà a
la capacità di saturazione degli acidi
modo d’esempio essendo capacità dell’acido tri-solforico 9,975,
la
estuale cioè ad un sesto del proprio ossigeno nei tri-solfati basici,
e quella dell’acido hi-carbonicn 18,087, ° sia eguale al quartrs
del proprio ossigeno nei bi-carbonali biacidi , le quantità della
base potassa sono

;; 106,699 bi-ciiboailo biieido 58,84 nel tri-solfato biaeido

"ai3,399 nel bi-csrbooslo acuito ; 117,68 nel tri-solfato ocutro

vale a dire nel rapporto medesimo , in cui la capacità di sainra-


zione

lieti' arido bì-raibonico i a i]aella dell'acido tri-solforicco


18,1.87 9.?7»
nei hi-carbonati biocidi nei tri-aoltati biacipi

e dell' acido bi-carbooico i a quella dell’ acido tri-solforioo


36 164
, 19,95
nei bi.rarbonati neutri nei tri-ftoUiiti ncHtrio

Ed in simil nodo si procederà, per dedurre dalla capacità di


saturazione di varj ossi-acidi la composizione dei sali basici.

(1) Ds queste discussioni sulla aapacitk di saturazione relativa ai


vari ossiaciui, siamo coudolli a riepilogare ciò che forma la base fouda-
nii'ulale della Dottrina atoniistì.'S , conforme fu detto nella legge di
IV (v. pag. 16,.

Digilized by Google
i33

PROSPETTO o TAVOLA
DBGLI

EQUIVALENTI CHIAllCI
E VARIE AEPLICAZIOKI

UTILI CHE SE ME POSSONO FARE

II Dot. Wollaiion ha imoiaginato una acnla logaritmica, mc-


dianie la quale si possono, colla sola ispezione e sull’ istante,
risolvere molti problemi sulla composizione quantitativa di varj
ossidi , acidi , sali , ed altri composti ec. Questa scala chiamasi
anche Tavola degli et/uivalniU chimici, EÌssa è di grand’ utilitk
nelle mani del Chimico s\ teorico che pratico , per molli comuni
esperimenti, e per le operazioni s\ d’analisi, che disintesi; Ai
quali cospicui vantaggi puossi anche aggiungere, che ne sono ì
resiillamenli di una sufhciente e,attczza, semprechè adoprisi molta
cura nelle misurazioni, e nell’ esecuzione di queste facciasi ricorso
ai ripieghi che sono per suggerire.
La Tavola degli equivalenti è in una parola tale stromento,
che , saputo aJoprare , ci poue in grado di rilevare a colpo d’oc-
chio le proporzioni dei componenti di qualsivoglia corpo, siane
pur qualunque la quantità o il peso, non che il rapporto in cui
debbono trovarsi due o più elementi fra loro, all’occasione di do-
verli reciprocamente combinare per formarne un composto qual-
siasi ; oper.vzioni tutte che non potrebbero essere eseguite altri-
menti , senza far ricorso a lunghe e tediose operazioni di calcolo.
A conferma e dilucidazione di ciò che dico , iu citerò un esempio.
Sappiamo per mezzo delle tavole dei pesi atomici, che in lod
parti in peso di acido bi-carbonico , I' ossigeno figura come 73,35
il carbonio come 37,65. Possiamo, è vero , con questa semplice

nozione di rapporto, rinvenir la quantità relativa di entrambi i


suindicati componenti in un peso i{ualsivoglia di acido bi-carboni-
co , ina non peiA senza far ricorso ad una regola di proporzione
od altra operazione di calcolo.
La tavola degli equivalenti ce ne dispensa affatto. Serve di
muovere e condurre al debito punto il cursore , se esso è mo-
bile , o se la tavola è montata ; e in caso diverso d’ istituir la
misurazione , perchè n’ emerga da per se stessa la notizia che si
ricci ca.

Digitized by Google
i34
Portaodo l’ispezione sulla tavola anzideiu, si osserva nella
sua parte inedia longitudinale una serie di numeri , che incomin-
ciando da IO (i) procedono d' uiiìtìi in unità fino a ao , di due in
due da ao fino a 40 , di cinque in cinque da 4o a 100, e di dieci
in dicci da looa aoo. Lo s|)azio compreso fra un numero e Tallro
è diviso da linee marginali su di ambi ì lati, che indicano ora
delle frazioni d’ unità , come nei primi ranghi , ora delle intiere
unità interposte fra i numeri ; le quali cifre , uiiiiamenie alle loro
respettive divisioni e suddivisioni , essendo collocate e disposte a
distanze misurate, e proporzionali ai loro logaritmi , fanno si che
le diverse parti, in cui la scala tutta è divisa , addiventino esse
medesime i logaiitroi esprimenti proporzioni o pesi , in cui i corpi
sono suscettibili di coinbioarsi l’uno coll’ altro.
Al diquà e al di là dei margini della banda media longitu-
dinale ,
portante la serie dei numeri e loro divisioni , sono notati
inomi dei corpi si semplici che composti ciascuno dei quali è ,

munito di una lancia o indice, clic mediante la sua coincidenza


con un numero della scala o intiero o fratto , ne determina cou
precisione il respettivo valore atomico.
£ qualora i corpi siano di tal fatta da potersi con altri com-
binare, non in 1 proporzione soltanto , ma
in 2 , 3 , o più propor-
zioni ,
come l’ossigeno, lo zolfo, ilcloro, l’acqua, gli acidi
bicarbonico e trisolforico, essi tornano a figurar più volte nell’e-
lenco dei nomi iscritti sul lato sinistro della tavola , preceduti
bensì da numeri esprimenti la quantità degli atomi da cui sono
rappresentali.
La banda media longitudinale vieti detta anche cursore , per
ciù che quando tutto l’insieme che costituisce la tavola logarit-
,

mica , sia montalo in lecito , in metallo ec. si può far sì che la


ridetta banda media scorra in su e in k>ù in una scanalatura pra-
ticala nella densità del piano di metallo o di legno , fra due lati i

(t) Ore aoo inromodaiise la tovcr.bia lunghena di qiirata tavola,


ai potrebbe iocomìnriare la serie dei numeri da o meglio anebe da
i

o da altra frazione dell'unita, piuttosto che dal peso dell' atomo


,

dell' nssigeiiu valutalo io =


nel ^ual caso ai potrebbero verure stilla
:

tavola i pesi atomici di qnci corpi , che avendo un valore al di sotto


di IO , si calcolano per addizione o per sottrazione , indurendone la
quantità dalla dilferenza die passa fra il composto ed uno dei rompo-
ueoti ; e ciò lassi per l' idrogeno di cui I' atomo è
,
=
o,6a3q7 , il car-
bonio , il litio e I* azoto avniii per atomo , e nell' ordine medeaìmo , i
aegiieoti numeri 7,6q3il 8,o375 ; SiSliS.
;

Dietro ciò che abbiamo esposto relativamente alle leggi della


Dottrina atoi listica , deveai nel linguaggio di esaa far diatinziune fra
atomo o numero atomico , e ciò che chiamasi numero equivalente po- ,

tendone la aignifìcazìoiie esser ben diversa; dovecebè si poasouo indi-


atiDIamente accettare , e come aventi una sola e medesima significa-
aione , le espressioni di numero proporzionale e numero equivalente ,
Dell' istesso modo che nel linguaggio atomico suonano lo aleaso le voci
particella o molecola determinata , quantità definita, e atomo.

Digitized by Google
,

I
j")

su cui registrati sono i nomi dei corpi accompagnati dalle respei-


tive lance indicatrici.
Nell’ attitudine o situazione naturale del ctirsore il primo
dei numeri rappresenta l’ossigeno nella quantità di i atomo casto:
Col quale sono in un rapporto determinato pesi atomici degli
i

altri corpi e che espressi sono con numeri fratti o intieri, e mercè
,

del calcolo desunti dall’ atomo dello stesso ossigeno, già valutalo
<= IO. Dal che procede che nella stazione naturale del cursore ,
quale si è quella della tavola qui annessa o sempliceniente ver-
,

gata sulla carta, possono considerarsi come tefuivalenti dcH’o.ssigeno


i numeri tutti , onde sono rappresentati i corpi elementari ; per
mudo che equi\>alenli sono il io, 16 per lo zolfo; il 4 <>, 3 ia per
1

lo zinco ; 48,9916 per il potassio; U 5 , 6p 3 per il bario; 17.9,4^9


per il piombo; i 35 ,i 6 o per l'argento ec. ec. Equivalcnli del
pari .cono fra loro i numeri rappresentanti l’atomo degli ossiacidi
e delle ossibasi ; per lo c\ie equwalenli dell’acido trisolforico rap-
presentato da 5 o,i 16 sono numeri 58,9916 esprimente 1 ossido
i
'

di potassio o potassa , il 39,089 , il 35 , 6 o 3 , il 139,449 <^ 1 “^

vengono espressi gli ossidi di sodio o soda , di calcio o calce , e il


protossido di piombo ; nel modo stesso che di una o altra di tali
ossibasi sono equivalenti numeri 67,^03, 77,6441 79 > 4 ^^
i

per gli acidi 5 nitrico, 7 -carbonico , e 3 -selenico.


Sotto il qual punto di vista, considerando noi la tavola degli
equivalenti chimici , ella apparisce non esser nulla più di quello
che sono le tavole dei pesi atomici: mentre all’opposto ben lungi
dall’ esser cos'i , essa è perle operazioni del Chimico uno stru-
mento altrettanto comodo che utile.
Fino da quando in presi a redigere , sono ora circa 3 lu
slri(i), la summeniovata Tavola su quella già pubblicata poco
prima da Wollastoii, io la corredai di diversi altri nomi e simboli,
non meno che delle istruzioni necessarie per farne uso , le quali
intitolai c( Chiave per la facile intelligenza degli equivalenti chimici
nelle operazioni analitiche e sintetiche u e che t^ui ripeterò, onde
ne riesca agevole l’ impiego. Se non che debbo iar avvertire , che
la Tavola degli eqiiivaleuti cliimici qui riprodotta, essendo quella
atessa che era quando per la prima volta io la pubblicai , non può
esser a meno che alcune differenze s’incontrino nelle cifre nume-
riche assegnate agli equivalenti chimici , a cagione delle corre-
zioni, che d’aliora in poi si sono fatte al numeri esprimenti l’ato-
mo di varj corpi (a). Ma facile è d’ altronde di rettificare quei
fi) (Ved. Sistema di Stechiometria chimica del Doti. Gioarcbino
Teddei, Firenze |>er torchi di Pagsoi l 8 a 4 b
i

(a) Coli « modo d* esempio diverso ds quello indicato nella Tavola


h il peso atomico assegnato all'allumina, alla silice o acido silicico,
all’ acido idroHuorico , al bismntu e ai suoi composti ; e doppj sona
indicati gli atomi ai del mercurio cbc del rame ec.
,

Digitiz^ by Google
i36
piccoli errori ec. e di ricondurre ciascun atomo al tuo f^iusie va*
, valendosi del messo
loie delle tavole dei pesi atomici , che inse*
ritesono nel presente volume. £ per la medesima ragione si tro-
verh esiandio che nomi , coi quali vengono chiamate le diverse
i

sostanse si elementari che composte , sono quelli antiquati, e per


conseguensa più o meno diversi da quelli che adottati si sono nel
corso dell’ opera.
Comunque però sia , il modo di servirsi della Tavola degli
equivalenti, come strumento d’ analisi e di sintesi, unii varia ; esso
è il medesimo, siano corretti o nò i numeri che non sono esatta-
mente veridici per il valore dell’atomo di alcuni corpi, e iic siano
i nomi o antiquati o moderni. Passo dunque all’ esposizione del

modo di farne uso.

ANAUSI
cursore della Tavola (ino a che il numero
Si fa scorrere il

esprimente la quantità del composto, che s’imprende ad analizza*


re, non coincide perfettamente colla lancia , che a quell’ istesso
composto serve d’indice. In questa situazione del cursore, si
cerca su lati della Tavola i nomi dei componenti quel tal corpo;
i

e dai numeri , cui i^uei steui corrispondono, si rileva la qoantitli


relativa dei princip] che lo compongono.
Esempio « Sia V ossido di zinco il corpo da analizzarti; e
la quantità ne sia di 84 grani o Si tira in alto il cursore 6 no a
che la linea , rappresentante il numero 84 , non coincide colla
lancia assegnata all’ ossido di zinco (Vedi alla destra della Ta-
vola , presso a poco laddove il cursore nella sua stazione naturale
ti presenta il n.° 5 o). Essendoci noto essere l’ossigeno e lo zinco

metallico i componenti l’ossirfo suddivisat», si osserverà che,


ferma stante la disposizione data al cursore già spinto in alto iiel
modo suindicato , l’ ossigeno inscritto sulla sommità sinistra della
^ I
Tavola è 16 -r , e lo zinco metallico inscritto alla destra è 67 r-
^ • I •

Il resultato adunque di questa analisi ò gr.


67 -e di zinco -f- gr.
^
i • • a
16 - d’ossigeno, i quali numeri sommati ci danno 84 gr. ossido

di zinco; qual’ appunto erane la quantità che s’imprese ad aoa*


lizzare. 1

L’operazione i la medesima , allorcbè vuoisi determinare la


quantità relativa dei componenti un ncù/o, un sn/eee. Ai qual'og-
getto rendasi necessario di conoscere il valore o la signiiicazione
accordata a diversi segni osimboli, che nella tavolasi trovano(i).

(1) I* 1 jmnti , che drotro parenleal ti trovano onueMÌ ai nomi degii


otaitit y
e osstacidi y or tu mesxo ed ora iu iiue , indicanogli numero de*

Digilized by Google
, ,

Siann grani ^3 di carbonato dì calce clic ai vogliono analia -

xare Sappiamo che i coni^ioneini ne sono l'acitio carbonico e la


base calce. Si lira lo basso il cursore, per modo che la linea spel-
lante al n.° alleali alla lancia, che ser^e d'indice al carbonato
eli calce: Scorrendo quindi l’occhio sui lato sioisiro, si trova
esserne l' ac. carbonico nel peso di gr. io, e la calce in quello
di gr. i3. Ma sitcoute lanlo V acido carbonico quanto la calce
sono colpi composti entrambi, cosi pollassi spingere ancor più
olire l’analisi , determinare cioù i componenli respettivi dei due
suindicati fattori. £ ferma stame l’ allilud.uc gih data al cursore
vedrassi che di gr. 7 di ouigeno (>) +
gr. 3 di carbonio è

costituito l’acido carbonico (io); e di gr. 3, — d’ ossigeno

atoiBi o delW proporzioat à* utsigtno in cmi re»pettÌvacneote coiiir*


nulo e dì <]OÌ c eoe nell aoiàliki per e«. del deutossido di piumhoy bi-
:
,

•ogua mtleoer«i wWossigeno preceduto dal «egiio « jét, t • pen bè cono


i pQOti , di cui VodMÌdo anzidetto è corredato, teoza la«ciaraì ìmpor*
re dal nome , il quale potrebbe iarri credere , che i intieri at. d' oasi-
geoo qncll'oaeido coutenga (?• au ciò EUm, di Farmacologia Voi. I,
Sdìt. Il , Sex. II , Art. IV;: Itelpari che nella ainicki dell* nitrico
bixoguerà aenrirai dell* preceduto dal «cgiio * 5* perche 5
xooo punti auneaai al nonne di quest* ac/do; aervirai dell*
i

precedoto da at. 9 per l*acfdo carbòaieoy t dell’ ossigeno at. 3 per 1* aci*
do solforico ; coti terrirni dell’acido carbonico (at. f) per i carbonati
•empiici dell'acido niedeaimo (at. per i bicarbonati {carbonati bi*
acidi) del cloro (at.l) per i dcutocloruri. Uao qui • acanto di conrii*
,

• >oue tanto nelle note che nel tcalo le alette denominazioni della
,

Tavola logaritmica, che tono le antiquate, e non lineile nell'opera


•dottate per una ooroenclattira quantitativa e aìatcìnatica , conforme ti
« detto nella pagina precedente*
I punti d.viti da una linea orizzontale etprimouo la melh d’ nua
proporaiooe d* ossigeno , o aia o5.
5^ Le citre intente fra i nomi dei tali od aggiunte ani fine aereo*
, ,

no , le prime, ad indicare il numero delle pnq>orziooi d* ossigeno conte-


noto neU* ac/do e le tecoodr , il numero di quelle contenute nella base*
,

4* Le cifre tutteguìle dalla lettera ^ denotano il numero delie pro-


porzioni d* acqua neoetaaria a cottituire il compotto in iatato di liquido
il pià concentrato pottibile te è un acido ; o di criatallo regolare te è
,

on tale,
5* U ossigeno
,
il cloro y \* acido carbonico , e I* acqua touo alati ,
come è detto più topra , più rolte ripetuti aulla Tavola all'og-
ai
getto di facilitare l'operazione dell'aoaliai o della tinteti , ogni qual
volta le enunciate aoatanze entrano per più di una proporzione ne* corpo
preao io esame : e le cifre da coi i nomi di quette medesime totcauze
•uno precedute , intieme colla parola aiocopata at. tervono ad indicare
il numero di quelle proporzioni o degli atomi loro. {Per la tpiegazioue
delle abbreviazioni e delle parole aiucopate , ved. la tommìth della p;.rte
deatra della Tavola),
(i) É d'uopo rammentarti ea.-.er = 2 zt. I* ottigeno dell'acido car-
IksOÌco,

Digitized by Google
, ,

i38

-h gr. 9— di calcio, la ba«e calce ( i3); coaicchè il reaul*

tato di tal’ analisi è

Oxigrno ode. 7,00)


per parte dell' <c. carbooico onc. 10,00
Corijoaio . > 3 , 00)

0»»igeiio .
pefte dell'osa, di calcio a 3,00
Calcio . . 0*^1
Somma odc.. i 3 ,uo (1) Ode. a3 ,oo

SINTESI

Si procede per la sintesi in un modo inverso a quello gik


indicalo per 1’ analisi ccdi voler convertire 30 once di
Suppongasi
mercurio ineiallico in precipitalo rosso deutossido di mercurio) »
Qual qnanlilk d’ ossigeno si richiede ? Oppure quante once di
deutossido ne resulteranno ?.. Si perviene alla soluzione del que-
sito , tirando in basso il cursore lino a che il numero ao coincida
colla lancia del mercurio metallico. Il numero , che in questa
situazione del cursore corrisponde alla linea del deutossido di
mercurio ,
ci somministra la quantilk che di tal composto puossi
ottenere (eguale a poco più di ai once e mezza); donde rilevasi,
che 1’ ossigeno necessario a convertire in deutossido once ao di
mercurio, è poco più di 1 oncia e mezza.
Altro Esempio » Si tratta di sapere quanto ossigeno e quan-
t' acifua riehiedonsi, per convertire
3g parti di zoljb in acido sol-
Jbrico concentralo, del peso specifico di i,85 » Si tira io allo il
cursore (ino a lare attestare la lancia dello zoljb colla linea cor-
rispondente ai n.® 3q , e lutto è fatto ; poiché i numeri equiva-
lenti si dell’ ossigeno , che dell’ acqnn, preceduti il primo dal
segno (al. 3), il secondo da (al. 1), riuniti a quello dello zo//ò

ci danno la quantilii relativa dei componenti 1’ acido solforico


della densitk anzidetia ; al tempo stesso che si ha da altro lato la
riprova della rettitudine dell'operazione, trovandosi V acido sol-
3
Jorico liquido marcato sul cursore col n." 1 (quanlili che
18,^
coincide perfettamente colla somma dei prefati tre componenti);
i quali sono
39 per il numero dato del peso dello zolfo , -4- 58
per l’ ossigeno necessario ad acidificarlo ,
ai.j per l’acqua

che si richiede, onde costituirlo in acido solforico concentralo, e


della gravità specifica i,85.

(1) Per snalizure i componenti del tale (ac. caitionico e calce) bi-
aognerh aggiungere nna cil'ra alla destra del peso dato (aS) ed agire
come se esso tosse a 3o , conforme a ciò ebe abbiamoj^avrertito alla
pag. 141 nota.

Digitized by Googlc
7 ,

i3^

ANALISI B SINTESI

NELLA DECOMPOSIZIONE RRECIPROCA DI DDE SALI.

Eccone l’esempio. « Abbiansi loo libb. à\ tolfato di magne-


$ia cristallizzalo da convertirsi in carbonato di ma^m sia , mercè
del semplice carbonato di soda secco » Si domanda qual peso ai
richiede di questo ? E quanto poi ue otterremo di quello ? Per ri-
solvere il problema non si dee far altro , che condurre il cursore
ili modo, che la lancia, la quale serve d’indice al solfalo di ma-

gnesia cristallizzato (Solfai. ( 3 ) di magnes. (i) c (7 A) corrispon-


da al n.* 100. Se ora , mantenuto immobile il cursore , si va in cerca
dei carbonato (f) di soda (^i') necessario alla decomposizione, e
quindi del precipitato di carbonato (a) di magnesia (1) che ne

resulterà, si trova lib. 43 per il primo, e lib. per il se-

condo. Lasciando fermo il cursore nella stazione medesima in cui


è rimasto, si può anche attingere una terza quella cioè
notizia ,

della quantità di solfato di soda prodottosi, e che puussi otte-


nere mediante l’evaporazione del liquido: Vedrassi pertanto che

questo sale è lib. 57-= qualora esso sia spoglio affatto d’acqua di

cristallizzazione, e lib. i3r)| se è cristallizzato ,


per la ragione
che tali sononumeri del cursore che sul margine destro corri-
i

spondono 1 uno al solfato ( 3 ) di soda (1) secco l’altro al sol-


fato ( 3 ) di soda (i) cristallittato (7 A).


È facile d’ accorgersi che nel caso , in cui il cursore non
avesse numeri sufficienti a rappresentare il peso del corpo da
porsi in esame, sia pel suo eccesso , sia per il difetto, il ripiego
da prendersi si è quello di duplicarne e triplicarne la quantità ,
se è minore di 10 , e dividerla all’opposto per metà per 3 , per
,

4 ec. se è maggiore di 34 o ; o sivvero d' aggiungervi uno zero nel


primo caso , ed uno resecarne nel secondo per poi far lo stesso
,

nei numeri resultanti dall’operazione, onde ricondurli al loro


vero valore (v. pag. noi.
In cosiffatta disposizione della Tavola egli è evidente , che
infinite possono essere le attitudini , di cui il cursore è suscetti-
bile , secondo che viene tiralo in alto o in basso , o secondo che
il corpo da prendersi in esame ha un peso maggiore o minore di

quello indicalo dal numero, che lo rappresenta sulla scala nella


sua naturale stazione.

Digitized by Google
, è,

i4o

Modo di sbkviksi della Tavola deoli BQtnvALtiiTi CHimci


QVADDO n’È IMMOBILE IL CORSOBB.

Ettcudo qui mio iiiiendimento di additare eziandio il mo-


do di far oso della Tavola degli equivalenti chimici nella
tua iialural |>ofieione , o lenza aubir cambiamento di aorta in
alcuna delle aue parti , e qual’ easa è quando è veriiata aeniplice-
mente anlla carta , poaerò diverae queatloni da potersi tutte risol-
vere nel modo ateaso, che se la acaia fosse manita di canore mo-
bile.
È fraitanto da osservarsi , che siccome lo *olfo , l’azoto ec.
abbisognano , 1' uno di 3 proporzioni . l'altro di 5 proporzioni o
atomi di nuigeno per giungere al maximum di loro acidiGca-
,

zione, COSI gli aridi 3-tolJorico e ’i-nitrico sono indicati sulla


scila r uno da 5o,iZ 1 altro da 67.73 ; in quanto sono composti
'

come si è detto, il primo di zo.ia di zo^o -f- 3 at. d’ oastge-


ito = 3o , ed il secondo di 17,73 d’azoto (atom. doppio) -4- 5
at. d'ossigeno = So E cos^ pure da 37,53 è rappresentato l’aci-
;

do 3-carbonico , d.i 4o, i3 l’ acido 3-solforoso ec. , essendo que-


sti acidi costituiti il primo da 7,53 di carbonio, il secondo da

30,13 zolfo 3 at. d' ossigeno a


30 si 1’ uno che l’ altro.
Ora per far si che la Tavola degli equivalenti chimici ser-
va a quei tanti e medesimi usi , cui mirabilmente si presta allor-
ché, provvista di cursore mobile, è suscettibile d’inBnite e ngnor
diverse attitudini altru non si richiede che una misura lineare
,

qualunque, divisa e suddivisa nelle sue più minute frazioni ( 1 )


all’ oggetto di misurare sulla scala lo spazio o la distanza, eh’
compresa fra il numero rappresentante il corpo da prendersi in
esame, ed il numero col quale ci pruponghiamo di rappresentarne
una quaiitith qualunque. Per lo che io chiamo vero il primo di
questi numeri , ideate o arbitrario il secondo. Anche un piccolo
compasso può essere a questo stesso oggetto impiegato , e con re-
sultato forse più esatto di quello che potrebbesi ottenere con una
misura lineare.
Ecco come eseguir si deve l’ operazione.

^1) Tale sarebbe il piede diviso in pollici e in linee , o il decimriro


sparuto in efotimetri ; e qualora non ai esigesse una troppo rigorosa
esattezza, anche una striscia di cartone o di carta può servire allo tutto
oggetto tultavoltachì colla sua luoghezza serva a mìturare con precisio-
,

ne lo spazio fra un ouincro e l'altro della scala. Non t'seendo conto delle
fraziooi , io ho potuto , con steli di paglia o con sottili stecchi di legno
ben diritti c tagliati a misura , determinare in varj composti il peto dei
eompoiieiiti respettivi , misurando con tali semplici mezzi , sulla Ta-
vola , la ilistauza che passa fra il numero vero , e l' arbitrario.

Di--" by Coogle
*
4 '

Anidiii.

Date 98 pnrti d’ OMÌdo di sinco (Borì di ciuco) ti doman-


1.
da quanto in quett’ ossido è il metallo cinco , quanto l’ OMÌgeno 7
Si poggia unc punta delcorapauo sulla lancia corrispondente

al n.** 5 o (che sulla scala è l'equivalente dell’ ossido t/t zinco)


^
e si fa cadere punta su 98 . numero arbitrariamente dato
l’ altra
per esprimere , che del prefatu composto ci
la quantità piace di
analizzare. Ora, misurato esattamente lo spazio esistente Ira i due

numeri 5 o-^ 0 98, si cercano sulla Tavola i componenti il corpo

preso in esame , che sono lo %inco metallico e l ’ ossigeno ; e pog-


giata una punta del compasso sul numero equivalente dello zinco

= 4 o'T> rìvolge l’altra punta verso il fondo della Tavola (1).

Vedrassi allora cadere quest’ ultima su 78 —, numero esprimente

la quantità del metallo zinco contenuto in98 parti d’ossido: Si


porta quindi una punta del compasso sull' ossigeno (atom. 1)
espresso con io, si volge l’altra verso il fondo come si fece
3
poc’anzi ;
la quale cadendo su 9^> c’ indicherà con tal numero
la quantità dell’ <»sigeno appartenente al suddivisato peso del
metallo zinco , o che cotiteiiulo è nelle g8 parli d ’ ossido di
zinco preso in esame (z).

fi) Biftogna aTTertirc, eaegocnilo coaiffatte opera/.toai , di tempre


rivolgere la aeronda puuta del compaaao nella direrioue aìedraima della
prima miauraaiune t cioè , o tempre vcr«o il fondo, o tempre verte la
aommitè della Tavola , aerondo cue fu tatto all’orcatione di prender no-
tizia dello spazio compreso fra il nomerò vero e quello ideale.
(n) 5 i potrebbe ginncere al medesimo resultato anche col misurare
Jo spazio compreso fra il corpo composto e uno dei suoi componenti ,
prendendo poscia per cno dei limiti di questo Stesso spazio il numero
arbitrario* ('osi per et. se, misnrato l'intervallo esistente fra V utsido
di *ineo (
espresso con 5 o y )
c il suo radicale siaco '
rappresentato da
/|0 V )
una punta del compasso sul nomerò dsto 98 , 1* altra
si poggia
rivolta verso la sommità della Tavola , cadrà intanto so 78 ^ ; col qaal
numero avrà la nozione della quantità dello sfnro ebe vi si contiene*
si
Ciò fitto, si potrà conoscere la quantità dell* orar geno ; indurendolo
dalla dill'erenta che passa fra il peso già cognito del componente s/nco,
e quello del composto ossido di zinco, Fer lo che detratto 78*1 da 98,
il rcliqiialo di 191 è V ossigeno cercato, e che aggiunto a 78 f costi-
tiiisre il peso totale étW ossido di zinco sottoposto all* analisi.
^el caso io rui il numero dato fosse minore di quello notato solla
arala , gli a* aggiunge una cifra , che poi si reseca dal numero ottenuto
dopo 1 operazione. Sia , per ea. di soli 3 grani il peso del carbonato di
'

calce secco da analizzarsi* Vi si aggiunge uno zero, e ai opera su 3 c»{


donde col solito metodo di misurazione si ottengono circa gr. 17 per la
calce , e poro meo che |5 gr. per V acido carbonico. Dai qnali numeri

Digitized by Google
II. Quanto di carbonio e quanto d’ ossigeno ti contiene in
grani di gas acido bi-carbonico ?
Si misura col compasso lo spazio circoscritto fra l’equiva-
lente del gas acido carbonico j , e il numero arbitrario aa:
e portato quindi lo strumento con una punta sull’ ossigeno
(al. a (i)) rappresentato da ao , si vedrk l’altra punta che ri-

volta verso la sommitli, coincide con i5,— . Il qual numero ci de-

notail peso o la quantilk dei grani d’ossigeno contenuto in aagr.

d’acido carbonico. Ora, detratto dal totale il peso dell’ ossi-

geno
°
— 1 5,—
IO
carbonio restante è 6,-^.
, il
IO
III. Quale i peto della base (calce) quale quello dell' aci-
il
do (solforico) contenuti in 4p grani di solfato (3) calcareo , pri-
vato della sua acqua di cristallizzazione per mezzo del fuoco f
Misuralo col compasso o altrimenti lo spazio compreso fra
l’equivalente del solfato (3) di calce secco =85 e il numero ar-
bitrario o dato 4 q> si porta lo strumento con una punta sull’equi-
valente della ca/ce =
35 J , e si prende nota del numero eh' esso
segna coll’altra punta rivolta verso la sommilh della tavola Si :

fa quindi la stessa misurazione, partendosi dall' equivalente deU

Y acido ^-solforico secco = ^ resultalo di queste opera-

zioni dark ao gr. e per la calce e a8 gr. e per l’ acido 3-sof-


^ ^
forico anidro , in 49 di solfato (3) di calce (i) secco.
IV. Trattasi di conoscere non solo la qiuintilà o la propor-
zione dell’ acido e della base , ma quella eziandio dell’ acqua di
cristallizzazione in a4o parli di zollato (3) di magnesia cristal-
lizzato ?
Presa cognizione , o col compasso o con altro mezzo , dello
spazio compreso fra requivalenie del solfato (3) di magnesia (i)

cristalli^, (7À) e >1 uumero arbiuario a4<> t >> fanno tre

rendesti noB cifra a destra , si arH i e 7 decimi per la base , e l gr.


c 5 decimi per l'acido , sa 3 di carbonato di calce secco. Al cootrario
se il Dumero dato h maggiore dell'ultimo di quelli, che notati sono solla
scala , se oc sopprimono allora due o tre cifre a destra, e si rim|na£xano
eoa altrettanti zeri , per poi operare ai sul numero nmssto ebe sulle die*
ciue e QOilb , che furooo tolte, nel modo stesso cb’ abbiamo indicalo
poc’anzi: O sievrro anche , se faccia più comodo, si opera sulla metà, o
SII lina terza, 4*1 ^ parte del numero dato; ripiego, cb*^ d ogni
altro il migliore, nell' impossibiliti di dar ponto a molte cifre in un
quadro assai ristretto, com'e la Tavola degli equivalenti chimici.
(1) (Bisogna non perder mai di vista V enumeratione degli atomi
atta sinistra della Tavola),
(a; il seguo (7 A} , dì etti sulla Tavola h corredato il solfato di ma*

Digitized by Google
,

i43
laUurazioa! lucceMive, partendoti collo stnuneDto prima dall’equi-

valente della magnesia » aS quindi da quello dell’ acido sol-

forieo anidro «a 5o^ ; e per ultimo da quello dell’ an^ua

(atom. 7) (1) >aa Notando in ciascuna di queste operazioni


78 j.

il su cui cade l’altra punta del compasso rivolta sempre ver-


silo,
so fondo della Tavola , si acquisierh la nozione delle quantilk ,
il

in cui ciascuno dei divisati componenti concorre alla formazione


di 24'’ peni di solfato (3) di magnesia cristallizzato ; ed resul- i

tamenlì o i numeri ottenuti sono per la magnesia , 78


per r acido solforico anidro , e 122 per 7 al. d acqua eli cristal- ’

lizzazione.

Sintesi.

I. Cercasi di conoscere quanto sia V ossigeno necessario a


convertire !io parti di piombo in protossido ; ed in altre espres-
sioni qual aumento di peso In quantità del già divisato metallo
concepirà , mediante la calcinazione e sua conversione in protos-
sido ?
Misurato lo spazio compreso fra il numero equivalente del
piombo metallico <=> 129 | e quello del protossido iSq j , si
porta lina punta del compasso sul numero dato 5 o , rivolgendo
l’altra verso il fondo della Tavola e in lai disposizione si os-
:

serverà che la secouda punta cade su 53 La dilìérenza pertanto


che passa fra 53 J e 5 o ci dà la iiuzioiie dell' ossigeno assorbito
dal piombo o sia dell’ aumento dì peso che mercè l’ ussidazioue
quel metallo ha subito.
II. Quanto bicarbonato di potassa patrassi ottenere sopras-
saturanilo coll’ acido carbonico la base contenuta in 4o parti di
nitrato di potassa , o nitro ?
Poggiata una punta del compasso sulla linea indicatrice del ni-
3
nitrato ( 5 ) di potassa (1) rappresentato da t ne volgerà ^
l’altra punta verso 1' alto ,
divaricandola in
che cada sulla modo
linea indicatrice della potassa 59. ,
Se ora
portando una delle
punte del compasso sul 4 o numero arbitrario, se ne volge 1 altra ’

3
in alto, essa segnerà appunto si è il peso della po-

gnetia ,
serre per denotare rhe 7 sono le proporzioni dell’ acnna conte-
nuta nel predetto sale cristallizzato : che e quanto dire esser 1' ossigeno
dell' acqua aettuplo di quello contentilo nclln base.
(i) (V. 1' «nnnscrassoise degli atomi alla eiaietra delia Tavola).

Digilized by GocJgle
, ,

lusfit ilir ci |)uò n«cr somiiiiiiìfirata «la 4o di nitrato d! tal base


(> nitro. L’ altra misurazione, che ci rim >iie da eseguirsi ,
procede
in modo
inverso, cioè dall’ alto al basso. Portando una punta del
compasso sul ‘tg , numero rappresentante la potassa , cadcrk l’al-
tro su tu'), numero oiid’ è rappresentato \\ bicarbonato drl ri-
detto alcali cristalliz. Se quindi si misura la stessa
3
distanza partendosi da iB^, numero esprimente la potassa out-

nota nella precedente operazione , si ha 3g j per il peso di bicar-


bonato cristallizzato di potassa ottenibile da 4o di nitrato di po-
tassa deflagrato o per altro modo decomposto.
III. Quanto acido solforico liquido del peso specifico bb
1,85 si richiederà per tnlijìcare e neutralizzare 40 grani di
barite?
*X 1
Misurato lo spazio circoscritto fra i numeri g5 e 61 — , espri-
j
menti I’ uno la barite 1’ altro 1’ acido 3-solJorico liquido ( 1 }
ma concentrato e del peso specifico i,85 , si prende lo stesso spa-
zio , partendosi dal numero dato 4» • * procedendo verso 1’ alto ,
3
onde trovare il quarto termine; il quale cadendo su z5^ ci denota

esser altrettanti i grani à' acido 3-solforico liquido, del peso spe-
cìfico 1,85, necessario a salificare e neutralizzare 4o gr. di barite.

Analisi e Sintesi

Si domanda per decomporre 70 parti tf acetato di piombo


cristallizzalo qual proporzione richiedasi di bicarbonato pari-
mente cristallizzato di potassa ; e quanto poi di carbonato di
piombo , quanto anche di acetato di potassa se ne otterrà ?
Presa notizia dello spazio esistente fra l’acetato di piombo
3
cristallizzato ( 3 A *
) a4o bicarbonato di potassa cristal-
^
liz. (1 A **) = 135 ^ si parte colla stessa misura dal numero dato

^o, donde , volgendosi verso la sommità della Tavola , si ottiene


per resultato 36 , che è la quantità del bicarboneUo di potassa
cristalliz. che si ricerca.
Per soddisfare in appresso agli altri due punti del quesito
ci riiDuiie da cercare la proporzione si del carbonaio di piombo
che dell’ acetato di potassa resultanti dalla decomposizione reci-

^1) QnptU fermoU indica i atamo o proponi ooe d'acqua (V.la Tar*
difU equivalenti ekimiei ^ e in està i vnrj corpi che éi tal te^no
no «orrcdntie

Digitizod by Googl
i4^
proca dei due (ali mesai in azione. Per conoscere la quantità del
primo, si eseguisce la misurazione dello spazio fra V acetato di
3
piombo 9 ^ 0 ,-^, e il carbonato della stessa base »=> 167 -, per poi

fare altrettanto, partendosi colla stessa misura dal numero dato 70,

e procedendo in alto : Con die si otterrà carbonato di

piombo, per 70 parti di acetato di questo stesso metallo. Si con-


seguisce finalmente l’intiera soluzione del problema, se, fatta al
3
solito la misurazione dello spazio fra l’acetato di piombo na4<’>^

e l'acetato di potas$a secco • lafij, la si ripete pigliandole

mosse da 70 , numero dato : E cosi operando si avrà per ultimo


resultato 87 , il quale ci presenterà la quantità dell’ acetato di
potassa , ottenuto mercè la decomposizione reciproca delle 70 già
divisate parti di acetato di pionwo (1) col bicarbonato di po-
tassa.

(1)
Il peso slomico ossegnoto nollo Tavolo degli eqnivaletiti cbi-
mici all* aeido acetico, e agli acetati, i alquanto più elevato di quello
eh' esser dovrebbe. Ma i facile di esitar gli errori , che da ciò potriano
provenire si nelle mitnraxioni che nel calcola, qualora si assegnino (con-
formo fn avvertito a pag. |35 e |36) all’acido snddivissto, e ai com-
posti che ne derivano, 1 pesi atomici indicati nelle Tavole sinottiche j
a tenor dei quali dovrannosi esegoire le necsssarìe misnrazioni.

Tàddei , Farmaoolog. Fot. Jl. i5

Digilized by Google
i46
ARTICOLO II.

CENNI
SULLA TEORIA ELETTRO-CHIMICA
E SULLA COMBDSTIOnE

TKORU ELKTTflO-CHlMICA

I. La proprietà che i corpi hanno di svolger l’eletlnco per il


semplice mutuo contano , in Italia rinvenuta sul fine del passalo
secolo , fu nella stessa Italia si bene indagala e studiata dal cele-
bre Volta all’ incominciare del secolo presente, che non solo
porse alla sagacia di lui un nuovo e potente meato di esplorar la
natura, ma estese tant’ oltre l’influenaa sua, che raffiniti di
composiaioiie , per cui le combinaaioni chimiche si effettuano , è
oggi dalla maggior parte dei dotti reputata esser fenomeno aU
r elellriciih subordinato , e da essa dipendente.
Questa congettura è appoggiata su due grandi fondamenti.
i-*'Su ciò che ogni composto, il quale sia sottomesso alia cor-
rente di elettricità opposte, vien risoluto nei componenti suoi,
tullavollachè siffatto mezzo decomponente si trovi nelle condizio-
ni opportune per ispiegarc tutta la forza che si richiede, onde
superar quella, per cui la combinazione chimica si effettuò Su
CIÒ che nessun fenomeno chimico sì manifesta senza simultaneo
svolgimento d’elettricità. Dobbiamo a Davj Berzelius, e Becque-
rel molte accurate esperienze, e sottili investigazioni su questo im-
nrtante ramo di dottrina; della quale Ampere ha voluto agevolar
f intelligenza , dandone una spiegazione , che per quanto desunta
da teoretiche speculazioni , è pur trltavia assai ingegnosa.
O elementari o binar] ec. che siano materiali componenti di un
i

corpo , certo è che sono sempre di elettricità forniti , e di elettri-


cità tale che se positiva è negli uni ,
essa è negativa negli altri.
Essendo proprietà dei corpi di attirarsi l’un l’altro, quando sono
investiti da elettricità opposta , e rispingersi d’altronde quando
sono provvisli^di elettricità similare o identica , è da presumersi
con molta ragionevolezza, che l’affinità chimica o di composizione
sia fenomeno nei corpi occasionato dall’ essere eglino o trovarsi
nella prima delle sovraesposie condizioni (i). La qual opinione

(i) In questa meitesima ipotesi io ragionai dell'affinità chimica


nel Voi. I di Partnacologia edizione a (pag. 3o3) ; ove però mi occupai
più che altro di esporre i fatti per qiielfi ehe sono, aenxa indicarne
le cagioni.

Digiti.! ed bv Cooglc
,

è convalidata dal vedere, che, per quanto poderosa sia raffiniifa,


per la quale due corpi elementari si mantengono reciprocamente
uniti , pur non ostante essa vieue superala e distrutta, allorché il
composto trovasi esposto all' azione della corrente voltaica. Noi
ne abbiamo un luminoso esempio nella decompusiziune dell' ac-
qua , degli alcali , e di altri corpi operata col mezzo della pila ;
nel qual caso vedasi spinto al polo negativo dello strumento
l’idrogeno, che fa parte dell’acqua, o il metallo degli alcali
decomposti ec. per ciò che di eleitricitò positiva sono dotali $1
1’ una che l’altro, e cacciato d’ altronde al polo positivo vedia-
mo esserne l’ossigeno, altro elemento comune all' acqua come
agli alcali
,
per ciò che desso è fumilo di elettricità negativa.
Per comprendere come avvenga , che in forza dell' eleitricith
le molecole componenti dei corpi si mantengono fra loro unite
Ampere ammette che esse trovinsi in uno stato d’ elettricità per-
manente; stato eh’ è negativo per le une positivo per le altre :
,

Suppone quindi lo stesso autore che l’ elettricità , che alle respei-


live particelle compete , decomponendo l’ elettrico naturale o il

fluido neutro, da cui è occupato e ripieno lo spazio circostante ,

rispinga r elettrico dello stesso nome


per attrarre quello di na-
,

tura opposta , e cosi formisi , mercè di quest’ ultimo , una piccola


atmosfera elettrica intorno alle medesime. Nel qual modo essen-
do , anche Fazione a distanza essendo di pari forza ed opposta a
quella eh’ è propria delle particelle del corpo , ogni ulteriore de-
composizione del fluido neutro circostante vien impedita , ed ogni
particella dei Corpi è nel caso di una bottiglia di Leida. Cosi a
modo d’esempio si considerano come latenti le due elettricità
<

dell’ idrogeno e dell' ossigeno , fino a tanto che per l’accensione ,


0 per l'inalzamenlo di temperatura, l’atmosfera positiva che invi-
luppa le particelle dell’ossigeno , e quella negativa che inviluppa
l’ idrogeno vengono a riunirsi per dar luogo alla formazione del

fluido neutro , intanto che per la riunione simultanea delle mole-


cole dei due già divisali corpi viene a formarsi quel composto, che
dicesi acqua. Egli è ora evidente che se quell’ossigeno e quel-
r idrogeno sono nella quantità conveniente alla mutua loro com-
binazione, o nel rapporto che si richiede perchè possano elidersi
completamente, l’acqua od il composto resultante m>n spiegherà
veruna tendenza , per decomporre il fluido neutro circostante.
In questo modo dì rappresentarsi la formazione dei corpi
composti, sotto r influenza di opposte elettricità , si comprende
come le molecole componenti possano mantenersi in uno stalo di
unione o di combinazione permanente. £ con ciò del pari s’inten-
de come il composto debba esser elettro-negativo , quando fra
molecole componenti siavi eccesso di molecole elettro-negative ,
esser d’aliroaoe elettro-positivo, quando siavi eccesso di molecole
»

Digitized by Google
,

i4K
iiivesfite di eleltricilk di(al sona. A^partrngnno alla prima aerìe
i corpi acidi, l’ossigeno, ed ahri fra gli elrnieiiiari
;
alla seconda
gli alcali idrogeno ec. Domi’ avviene , die da un’atmosfera di
, l’

fluido positivo dovranno, a tenore dell’ ammessa teorica, essere


inviluppati gli acidi e 1’ ossigeno, e da un’atmosfera dì fluido
negativo gli alcali, le altre basi, e l' idrogeno.
Ammessa tal’ ipotesi, esamineremo dòcile sia per avvenire
di due corpi investili da eleiiricilh opposte , ina non snscetliliili
di cuinliinazionc reciproca, e di altri che, dotali pariiiienli di cnn-
(laria elcttricilìi
,
possano chimicamente combinarsi fra loro, loco-
luinccremo dall’ esaminarne i primi. Abhiansi due lamine metalli-
die di rame 1’ una , di zinco 1’ altra. Un’ atmosfera di fluido po-
,

sitivo ìnviliipperfi la prima, poiché essendo di rame, essa gode di


cictlricità negativa; ed un' atmosfera negativa attornierli la seconda
zinco comequella che possedè eletlricitù positiva, £ facile ora di
prevedere ciò che accader dovrò , se per mezzo di un filo metal-
.

lico, si runa che l’altra quelle lamine vciigauo messe in contatto


con un liquido. Porzione dell’atmosfera negativa, ond’c invilup-
palo lo zinco , combiiierassi con porzione dell’ atmosfera positiva
che inviluppa il rame ; allora parte del fluido neutro di' è pro- .

prio del liquido, sarò decomposto per modo, die il suo fluido nega-
tivo verrò attratto dallo zinco per il filo metallico corrispondente,
al tempo stesso che ne verrò rispìiito il fluido positivo per l’altro
filo verso il metallo corrispondente. Avverrò precisamente il con-

trario per parte ddla lamina di rame ; e r.os'i essendo, la corrente


dd fluido prositivo procederò dallo zinco per il Dio di congiun-
zione , attraverso 1’ acqua , per quindi rimontare per l’altro Dio
fino al rame.
Avviene lo stesso nel caso di corpi suscettibili di combiua-
zione chimica, come sono un acido e una base: ma se, avuto
riguardo alla poca coiidiicihilitò che questi corpi hanno per l’ elet-
ti ico , si stabilisce fra essi la comunicazione per mezzo di un ilio
metallico, la corrente si elTettuerò in modo inverso a quello pre-
cedente , vale a dire essa procederò dal corpo negativo al corpo
positivo.
I, ..Questa spiegazione teoretica servirebbe anche Gno a un certo
punto a render ragione della diflìcoltò , che s’ incontra nel voler
iiiiire corpi dotati di elcttrecilò siiiiiiare , come ì negativi con ne-
gativi ,
i positivi coD positivi (i), non meno che della decoinpo-

(i) t^nanHo avrieur che perrenir si pows ad niiirc baai con basi ,
al idi con scidi re. 1* imo di tali corpi ^ sempre o più elettro-negativo o
pili elrttro-posiiìvo di i|iiello che sia l'altro: e cosi essendo, il meii
negativo la nliìcio di corpo elettro-positivo , come il men positivo la
iit'iicio di corpo elcttro-nrg.stìvn. Comunque però sia , ò srinpre debole
l'at'linità per cui stanno tra loro uniti i rorpi , ebe troppo poco dista-
ilo tira loro per rajiporto alla iiainra del respettivo elettrico.

Digiti zcf: 1'


, Googlt
.......
sizione e ricomposiiionpcliiiniche, indotte »i dall' azione reciproca
•'{f»

di varj corpi, che dallo corroiiii voltaiche ec.


Se non che, nell’ ipotesi d’Ampere, resta diffìcile a compren-
dersi come ogni e singolo atomo di un corpo possa restar attor-
niato (la lina peruliarc atinoslera elettrica sua propria , e questa
rinnuovarsi ad ogni istante durante la combinazione successiva
,

degli atomi di un corpo con quelli di un altro.

11. Non
v'ha dubbio potersi raflìnitii considerare quale sforzo
della natura verso lo stato dì quiete , dopo un travaglio più o
meno prolungato Ma non è men vero che nella moliiplicitù de’
prodotti , pei quali la natura la sì bella e sì vaga comparsa di se ,
quella quiete non può a meno di esser passeggierà o precaria ;
conciossiachè vengono incessantemente a turbarla i comuni agenti
luce , calorico ed altri, ma soprattutto 1’ elettrico , come quello
che determina e regola l’allìnitii chimica.
Spiega l’elettricitb la sua influenza od il suo potere sulle
combinazioni chimiche , non solo quando essa sia in continua cor-
reute , come lo è quella che nttiensi pel mutuo contatto di due
metalli eterogenei , ma quando anche svolta sia per mezzo della
confricazione Sotto l’ influenza di una serie di scintille elettriche
vednnsi entrare in combinazione chimica , e formar acido nitroso,
l’ossigeno e 1’ azoto dell' atmosfera , ove questi gas sono in islaio
di semplice miscuglio ; e dalla stessa elellricilli lanciata in scin*
lille o a scosse venir decomposti molli corpi , cui principi coni-
i

ponenti eransì appunto associati e congiunti in virtù della mede-


sima cagione.
Aiiinieilendosi generalmente, che questi risultamenli di scom-
posizione c ricomposizione non possano avvenire , se non in forza
delle leggi ordinai ic , sappiamo esser l’elettrico obhediente ,
cui
si rigii.irdano come da elellricilii opposte i corpi che
investili ,

presciii.oiio attitudine a combinarsi reciprocamente ; eleliricilh ,


che, sebbene rimangano sopite o neutralizzate nei composto resul-
tante, possono essere risvegliale e attivate da altre forze pari-
mente elettriche, ma più poderose, in virtù sempre della ten-
denza che esse hanno a rispingersi, se sono similari, o della stessa
natura e di attirarsi se sono opposte (v. pag. 1 ^ 6 ),
,

In questo concetto, fu divisato di disporre e classificare i cor-


pi in ordine alla loro elellricilii relativa, e così formarne un
sistema elettro-chimico, conforme fu fallo da Berzelius e da altri,
per le sostanze elementari; colla distribuzione delle quali non sem-
pre però vanno d' .vecordo i correlativi ossidi e ossìacidi : Dal che
venne che alcuni supponessero, poter la serie elettro-chimica dei
corpi combusti presentarsi con una disposizione diversa da quella
dei semplici e combustibili. Ne senio però 1' ecceaiooi così poche ,

Digitized by Google
,

i5o
c i gradi di difTerenea co$\ piccnll , che , rispetto a quei corpi
ossidati ,
i quali sono dolali della più forte aflìnitii puossi in ge*
,

erale ammettere , stare gli uni ngli altri nel rapporto mede»-

tno ,
in cui stanno Jra loro i rndiedi respettivi.
Gode l’ossigeno di proprietà elcLtro negali\'e in grado si
eminente, che negativo è sempre al confronto di lutti gli altri ;
e non esseiidovene alcuno che dir si possa altrettanto positivo
quanto quello è negativo, puossi stabilire esser desso il corpo
negativo per eccellenza , ed anche di una negati^Uà assoluta, per
ciò che con qualunqu' altro entri in combinazione , mantiensi
sempre nel suo rango di corpo elettro-negativo. Non è punto cosi
per gli altri corpi lutti , putendone ad ogni momento esser varia-
bili rapporti elettrici , che è quanto dire aver dessi attitudine a
i

, talora quello di corpi


far talora 1’ ufficio di corpi elettro negativi

elettro-positivi. Positivi, relativamente all’ ossìgeno, sono sem-


pre lo zolfo, il cloro, l’ iodio , l’ arsenico , e negativi all’ oppo-
sto rimpetto al ferro, allo stagno, al nichelio, al piombo , al
rame ec. Potrebbesi quindi ammettere , ma però con qualche ri-
serva, che, ad eccezione dell’ ossìgeno, ogni altro di essi sia posi-
tivo rispetto a quelli che nella serie eletirn-chìraìca lo precedono,
e negativo rispetto a quelli che gli succedono (i): Dico con qual-
che riserva, per la ragione che, non essendo ancora deGnitivamente
stabilito l’ordine relativo di essi , vi ha tutta la presunzione che
questo possa andar soggetto a dei cambiamenti.
Nella serie elettro-chimica si distinguono fra i più positivi i
metalli radicali delle terre, e degli alcali ; ed il potassio fra questi
è reputato tale, da non poter fare altro ufficio che quello di corpo
positivo Ma quand’ anche sia veramente cosi , ben poco per sif-
:

fatta proprietà esso si discosta dagli altri , che lo precedono (lì).

Un’altra ipotesi venne da Berzelius adottala per anno-


III.
dare fenomeni dell’affinità alla Teoria elettro-chimica. Egli
i

muove dal riflesso che un corpo qualsiasi non può divenir elet-
trico senza che le due opposte elettricità si manifestino si nelle
diverse parli di questo stesso corpo, si nella sfera sua di attività :

E passando quindi a considerare , che se le due opposte eleitricilà


si scorgono iu uno stesso corpo, ed in cui vi abbia continuità di

parti , esse compariscuiio concentrate in due puuti o siti opposti


di quel corpo , il dotto Chimico Svedese trovasi condotto ad am-
mettere, che debba ivi risedere la stessa polarità che in un corpo
magnetico.
Evidente è c]|uindi che debbano questa istcssa polarità posse-
dere tutte le minime parti di un corpo , giacche uoo conccpireb-

(i) V. Elementi di Farmacologia ,


edi*. II ,
Tot. I
,
psg. *74.
(a) V. Op. cil. Voi. I ,
psg. 375.

Digitizedb Google
t*)!
)>esi come , o come
potesse essere altrimenti una porzione n pni '

ticella ciualunque di un corpo dovesse non possedere le proprieili


istesse del corpo intiero , o di una riunione di varie parti di esso.
Ammessa questa dottrina corpuscolare , possiamo ben farci
idea della polarità elettrica nei corpi , in quella medesima guisa
che nel concetto, che corpi ressultino dalla riunione di atomi,
i

possiamo ben rappresentarci allo spirito esser ciascun atomo in-


vestito da una od altra polarità elettrica, mercédi cui hanno luo-
go i fenomeni qjgttro-cbimici, in che rafljuilb consiste. £ se invero
e così , l’ ineguale intensità di polarità , che gli aloini dei diversi
corpi posseggono, sembra esser la causa della forza or più or
meno grande, con cui la loro affinità si esercita, o dei gradi diire-
remi di forza con che ella si mostra nei diversi corpi E se la ;

polarità elettrica, onde molti di essi sono forniti , ce li fa raffi


gurare, come se fossero investiti di un'elettricità unica e specifica,
o tali insomma da es.serc o solamente elettro- posi ti vi , o solamen-
te negativi , ciò deriva dall' essere predominante l'elettricità di
uno dei poli , o sivvero dall' essere in un dato punto d’uno di essi
molto più concentrata di quello sia in un punto qu.alunque del-
1’ altro, ed opposto; in quello stesso modo che vediamo i poli

della calamita goder runo di multa forza, ed esser l’altro ed op-


posto assai debole.
£d in questo modo di ragionare le minime parti di ogni
corpo dovrebbero godere di una vnipolarità specifica , nella quale
risederebbe la cagione, per cui l’ un corpo è elettro-negativo , ed
altro mostrasi elettro positivo: A seconda del qual principio sa
reromo condotti ad ammettere, che i corpi sono elettro-positivi o^l
elettro -negativi , secondo che in essi V uno o l’ altro poto predo
mina.
Egli è vero però, che il ricondurre sotto il dominio dcH’f/ni-
polarità elettrica specifica 1’ affinità chimica non basta a darci
una soddisfacente spiegazione di molti fenomeni, che alla stc.ssa
affinità appartengono: e di tal natura sono appunto le combina-
zioni che hanno luogo fra l’ossigeno e lo zolfo, l’ossigeno ed
il boro ec. , le quali sono di gran lunga più energiche di quelle

che hanno luogo fra l’os'igcnn c il rame, l' ossigeno e lo stagno cc.:
nieutie a tenore della distribuzione elettrica dovrebbe accadere
tutto il contrario per la ragione che sono il rame e lo stagno
,

assai più positivi di quello siano metalloidi zolfo e boro. Ond* è


i

che mal ci apporremmo, se si considerasse Vunipolarità speci fica


dei cprpi come l’unica causa che determina e regola l'affinità
chimica. E forza dunque di ammettere nei corpi che presentano
siffatte anomalìe il concorso di altre cause , e segnatamente che
taluni fii^ una polarizzazione più intensa
essi siano suscettivi di
che altri ;
donde viene che debbano primi spiegare un’ affinitk
i

Digitized by Google
i5s
prevalerne , o sia ana maggior tendenza a neatralizzare l’ elettri*
citi che loro i propria con quella altrui ed opposta.
Ammesso pertanto che nell’ intensiti diversa di po/ortsza*
ZMNie consista T aflìnith chimica , non più sorprende come per
l’ ossigeno spieghi lo zolfo maggior affinità che il rame , a malgra-

do che, essendo questo assai più positivo di quello, dovesse in


ordine ai principi generali della Teoria elettro-chimica accadere
in modo inverso. Cosi a modo d’ esempio , benché la polnrilà
dello zolfo sembri dover neutralizzare minor quantità di elettricità
negativa di quella che dovrebbe neutralizzare illrame, pur non
ostante quello superando questo in intensità di polarizzauone ,
1’ clettricttà negativa dell’ ossigeno è in maggior quantità neutra-

lizzata dallo zolfo che dal rame.


Reso pertanto evidente, non esser proprietà esclusiva dell’os-
sigeno quella di formar acidi , o per meglio dire corpi elettro-ne-
gativi, noi dobbiamo, nell’affinità chimica, prender solo in consi-
derazione la proprietà elettrica , di cui sono investiti i componenti
respettivi , senza occuparsi della loro natura qualunque pur siiu
Nel qual modo di vedere , un corpo fornito ni proprietà elettro-
positive , il quale trovasi unito con altro dotato di proprietà
negative , non potrà esserne disimpegnalo da altro corpo elettro-
positivo , se questo non gode di cosilTatta proprietà ad un grado
più elevato dell’altro , o sivvero non abbia uir intensità-di pota-
rissatione elettro-positiva alquanto maggiore. Del pari che nna
potrà da un composto essere svincolato il corpo elettro-negativo ,
se non da altro che su quello si distingua per simil proprietà , o
che goda di polarità negativa ad un grado più eminente. Con
uesia teorica noi veggiamo esser concordi i fatti. Tanto nell'aci-
3 o tri-solforico, quanto nel solfuro di piombo contiensi dello zol-
fo ; con questa diflerenza però die esso fa ufficio dì corpo eletlro-
posiiivo nel primo , di elettro-negativo nel secondo : per lo che
egli è evidente , dietro ciò che abbiamo premesso , non potersi
disimpegnare lo zolfo dall’ ossigeno con cui nell' acido tri -solforico
trovasi combinato, se non presentandogli un corpo, che sia verso
1’ ossigeno più elettro-positivo di quello lo è lo zolfo stesso : in

quella guisa che non pntrassì pervenire a separare lo zolfo dal


piombo , con cui trovasi unito nel solfuro di questo metallo , se
non per mezzo di un corpo che sia , rispetto al piombo , più elet-
tro-negativo di qnello che é lo zolfo.
Resulta da ciò avere il piombo affinità assai energica per
1’ ossigeno, averne pure altri metalli
,
ma non pari bensì a quella,
'che per lo stesso ossigeno spiega lo zolfo. Lo che è in aperta op-
posizione con ciò che abbiamo stabilito nella distribuzione elettro-
chimica dei corpi , ove abbiamo assegnato allo zolfo un posto fra
le sostanze elettro-negative , altro al piombo fra quelle cletiro-

Digitized by Coogle
,

i53
positive. E come render ragione di questa manifesta anomaha ,
se non con ammettere che diversi gradi dell’ afiìnith dipendono
i

da diversa intensità di polnritznzione eìeilùcaì Lo che essendo ,


convieo* animeitere che, sebbene rispetto all’ossigeno il piombo
,

sia di gran lunga più positivo che lo zolfo, pur lullavia V inOn
lUà di polarizzazione di quest’ ultimo è maggiore di quella del
piombo, e tale per conseguenza da neutralizzare una maggior
quanliiii di elellricilh negativa dell' ossigeno , di quello che ne
possa neutralizzare il divisato metallo , comunque disliulu sia il

rango, che esso occupa fra i corpi elettro-negativi.


in virtù di leazioni elettriche assai complicate, che si susci*
tano fra le materie con che si ottengono l’ oro , e I’ argento ful-
uiiiiaiili, entrambi tengono fra loro uniti i rcspeiiivi priiicipj com*

ponenti con s^ debole polarità elettrica, che basta la compressione


o r inalzamento di pochi gradi di temperatura, perchè soggiacciano
ad una subita decomposizione.
Per ben comprendere come ciò avvenga , noi dobbiamo
rappresentarci gli elementi dell'argento fulminante, o di altro
analogo composto , come se fossero in uno stato forzato, e sem-
pre pronti a svincolarsi da questa loro combinazione alla prima
favorevole occasione. Frattanto egli è pur d'uopo di avverti-
re, che due fra quegli elementi componenti vengono sollecitati
ad abbandonare il primiero stato di combinazione da una gran-
dissima capacith di polarità, che hanno l’uno per l’altro; tali
sono l'ossigeno e l’idrogeno aventi la più gran tendenza ad una
più perfetta neutralizzazione, o sia ad uiiirsi recipiocamenie per
formar dell’acqua. E questa ^ranA’ intemilà di polarizzazione
elettrica, di cui godono entrambi giè divisati elementi , con-
i

giunta a quella debolissima, per cui stavano uniti nella combina-


zione primitiva , è ciò che determina la scomposizione sotto l'a-
zione di s\ lievi cause , come la compressione , la percossa , il
riscaldamento ec.
Nel modo col quale abbiamo ravvisato 1’ elettricità distri-
buita nei diversi corpi , deve ogni atomo di essi goder di una o
di altra polarità elettrica e presentare per conseguenza una
sfera d’ attiviti proporzionata all' intensità della sua polarizza'
zione al di fuori della quale non può esservi combinazione di
;
sorta ,
perchè delle molecole o degli atomi polarizzali scema
l’effetto reciproco in proporzione delie distanze ,
per quindi an-
nullarsi o distruggersi, quando queste siano divenute tali da por-
tarli fuori della sfera di reciproca attiviti. Dal che procede che
uanto agevolmente la combinazione si effettua fra corpi in stato
G i liquido (i) a quasi tutte le temperature, con altrettanta diffi-

(s) È beo facile a comprendrni tlorer lo stato li<)uido dei corpi


essere il più opportuue alla vUiniira loro cowbiuasiouc , uoo perciò

Di- i;, Google


‘54
colli SI compie fra quelli gasosi , richiedendosi bene spesso l’ in-

tervenlo del calorico ; in prova dì che si possono citare molli dei


resiiliat!che l’esperienza ci offre , avvengachè cresce la dìificolù
nell’ eifettuare la combinazione recìproca di due gas , in propor-
zione che le particelle loro sono per la rarefazione porlate ad una
maggior distanza. Coù per es. fa d’uopo di uua temperatura
altissima per iiiGamniare e far detuouare con miscuglio fatto con
3 volumi di gas idrogeno e i volume di gas ossigeno , quando il
miscuglio di essi trovisi in uno stato di gran rarefazione , dovec-
chè la detonazione e la chimica loro combinazione avviene ad
una temperatura assai più bassa, tultavolta che siano posti sotto
l’ ordinaria pressione atmosferica, o meglio anche se da un peso

o da forza maggiore vengano premuti.


Nel subordinare, com’abbiamo fatto, l’ affiniti chimica al
potere di forze elettriche fra loro opposte » di contraria natura ,
non dobbiamo preterire rinlluenza che in ciò esercita un altro
poderoso agente (il calorico) costando dall’osservazione, poter la
Icmperalura non sidn contrariarla , ma anche impedirla fra corpi
decisamente affini , e più di sovente ancora favorirla e agevolarla.
11 mercurio, che ad una temperatura di 3ao a 35o gradi si combina
coli’ osigeno, lo sfugge d’altronde ad una temperatura più eleva-
la , od è per esso indifferente , del pari che lo è alla temperatura
ordinaria dell’ ambiente. Vedesì il gas ossido di carbonio esser
decomposto dal potassio ad un certo tal grado di calore , ed a tal
altro esser quel metallo scevrato di ossigeno, ripristinato cioè
dalla potassa per mezzo del carbonio. Nè questa è la sola prova
che r ossigeno, ad onta della sua supremazia su tulli gli altri
corpi elettro-negativi , viene espulso da altri che lo sono molto
meno , u che rispetto a esso figurano come positivi. Cus'i vediamo
1’ ossìgeno della magnesia , della zirconia , e dell’ ittria cedere il

suo posto al cloro , e quelle terre trasformarsi in cloruri , come


vediamo la potassa cedere il suo ossigeno al ferro, per quanto
questo sia molto men positivo del potassio. Nel qual caso poirk

solamente che in tale stato essi presentano nna più estesa snper6cie ,
ma soprattutto perchè, in virtù della roottnua roobilìth flì cui godono,
le particelle dei lìquidi possono con assai facilìtk rivolgere le noe
verso le altre i resprttivi poli opposti. In grazia di questa stessa mo-
LilitS la combinazione si elTettua agevolmente anche Tra nn lìquido e
un solido, hi che la circostanza della mobilità abbia sulle combinazioni
chimiche intliienza maggiore che l'estensione o l' snmento di superi?-
eie chiaro resulta dal vedere , che , sebbene la superficie dei corpi so-
lidi venga incomparabilmente anmenuta, mercè della polverizzazione,
e conacgneniemeute ì punti di reciproco contatto siano per tal mezzo
oltremodo accresciuti , pur non ostante ben poche sono ed assai langui-
de , le combinazioni che si elTettuano fra due solidi ridotti in fina
polvere, £ ciò perchè manca in quel caso la necessaria mobilità fra le
molecole, onde i poli positivi delle noe possano opportunamente voltarsi
verso i polì negativi delle altre.

Dìgitized by Google
,

i55
dirti che cambia V intentità o il grado di polnrizzationr , che i
corpi potteggODO alla temperatura oidinaria, in quanto che cre-
tce o scema quell’ iniensilii per opra del calorico.

IV. Una rapida occhiala noi gettammo fin qui sulle rea7.ioni
elettriche ,
riguardandole come capaci di provocare talora le com-
binazioni chimiche, talora le decomposizioni. Ci è d’uopo di esa-
minare nei resultamenti ottenuti da questa doppia azione, In appa-
renza paradossale. L’azione elettrica è decomponente allorché o
tutti od in parte gli elementi di un composto, in virtù della ten-

denza loro ad una più perfetta neutralizzazione , esercitano rea-


zioni specifiche, e tentano di combinarsi in altri modi, o In rapporti
diversi. Sono in questo caso lo zolfo , il cloro ec. che abbandona -

DO l’idrogeno , con cui erano preventivamente combinati , per re-


carsi sul piombo, sul mercurio ec., passando da uno ad altro stato
di combinazione, da quello cioè d’acido sol fu-bi -Idrico, di hi-cloro
bi-idrico allo stato di solfuro di piombo, e di bi-cloruro di mercu-
rio: passaggi che ancor più facilmente si effettuano, se altre forze
coadiuvatrici e cospiranti vi concorrono, mosse ancor queste dalla
irresistibile tendenza, che i corpi hanno ad una neutralizzazione
più perfetta. Lo che avviene allorclic gli acidi anzidetti solfo bi-
idrlco , e bi cloro bi-idrico vengono messi In circostanze tali , da
far valere in un colia reazione dell’elemento loro elettro-negativo
(cloro o zolfo) quella eziandio del loro elemento positivo (l’ idro-
geno). E
tale appunto è il caso, in cui quegli acidi vengono messi
in contatto non coi soli metalli (piombo o mercurio) ma cogli ossidi
o sali loro; conciossiachè in un colla reazione elettro-negativa
dello zolfo o del cloro verso la positiva del mercurio e del piombo,
si accorda 1’ altra del pari negativa e simultanea dell’ ossigeno

staccatosi dai due ossidi verso la positiva dell' idrogeno dei due
idracidi : per modo die nel passaggio , che I due composti fanno
a nuovo modo di esistere , all’ occasione di formare un solfuro od
un cloruro da un lato, ed acqua dall’altro, si soccorrono recipro-
camente , e si coadiuvano mercè le respettive reazioni
elettriche ;
le quali comecché abbiano tutt’ altra direzione , e diano resulla-
menii diversi, tuttavia cospirano all’effetio istesso, vale a dire
ad una più perfetta neutralizzazione reciproca.
Vien poi detta combinante la reazione elettrica che si eser-
cita fra due sali , allorché , facendo 1’ uno di essi ufficio di corpo
elettro-negativo, e l’altro quello di corpo elettro-positivo, si
uniscono chimicamente per dar luogo ad un sai doppio, composto
cioè di due sali diversi. Ed è quivi da osservarsi , clic nessuno de-
gli atomi componenti s'i dell' uno che dell’ altro sale agisce con
forza propria, ma che lutti insieme gli atomi donde risulta l'uno,
reagiscono sugli atomi tutti di cui resalta 1’ altro ; che è quanto
dire die l’atomo composto del sale negativo spiega la sua reazio-

Dìgitized by Google
i56
ne elettricae<l oppnita a quella, ond’è fornito l'atomo composto

del sole positivo; per il che, mentre conservano entrambi la re-


spettiva composizione , tendono ad una più perfetta neutralizza-
zione , e cosi formano un sol tutto , il quale resta indifferente
per o^ni altra combinazione, perchè oramai divenuto incapace di
suscitare ulteriori reazioni elettriche (i). In questo modo di ra-
gionare noi verremmo ad ammettere , che o deboli od energiche
che siano le reazioni elettriche , che corpi spiegano I’ uno verso
i

1’ altro al momento di combinarsi, queste non vengano giammai

ad elidersi completamente ; ma che una porzione o d' una u d’ al-


tra elettricità rimane ancor libera o non neutralizzata per modo :

che composti resultanti dalle diverse combinazioni non restereb-


i

bero giammai sprovvisti di elettricità o negativa o positiva , se-


condo che in uno od in altro dei componenti l’ una delle due era
in quantità eccedente per neutralizzare quella dell’ altro e di na-
tura opposta.
Col qual modo di opinare ben si accordano i fatti , concios-
siachè i corpi che sembrano essere indifferenti (diversi sali per
esempio) conservano e spiegano tuttavia assai tendenza ad una
più perfetta neutralizzazione; resultamenlo, cui non possono per-
venire senza contrarre nuove affinità , ed entrare in nuove combi-
nazioni. Cosi vediamo il tri-solfato neutro di potassa far ufficio
di corpo elettro-positivo, ed entrare in combinazione col tri-solfato
tri-acido bi-alluminico ,
l’ossido di mercurio far altrettanto per
unirsi col cloruro mercurico ,
il tri-silicato di potassa col tri-sili-
cato tri-acido bi-alluminico (come nel feldspato) ec. (a); dal che
è facile dedurre , che tanto il tri-solfato bi-alluminico, quanto il
cloruro di mercurio ec., ove le elettricità dei respetiivi componenti
sembrano essere sopite e sazie per modo , da far credere che i
composti resultanti trovinsi in uno stato à' indifferenza , non più
lo sono quando siano messi in contatto coi ridetti corpi o con
altri.
L’ elettricità parimenti , che pareva sopita fra i due com-
ponenti di un sale semplice , solo lo è in apparenza , attesoché

(a) (^ne%X' indijferentiimo dei corpi compoati, penreauti al più


allo grado di neutralìzaazìone e di qtiiearenza , dere essere inteao dod
io acato rigoroao ed aaaointo , ma relativo ; coiicioatìachè aebbeue tali
corpi non pcaaano conaegoire ulteriori gradi di combinar.ioDe , pur
balla meno coaaervaoo tattavit nei loro componenti reapettivi le ren*
aiooi elettriche, che aono loro individnalt o •pcciHcbe, verao tutti quegli
agenti che poteaaero eai^ere atti a decomporli. Di qui è, che dalla po>
taaaa , dalla calce, dall' ammooi^ica ec. sono facilmente decompoati i
•ali doppj , come l'allume costituito da tri-solfato trUacido bi>allnmi-
Dico, con trì-tolfato di potassa, il tri-solfato tri-acido di aoprossido di
ferro bi-basico, con tri-solfato di potassa ec.
(’i) V. le formule storoiebe di tali composti alla Tar. XI, pag. 78,
e le iliastrasìoai di questa medesima Tavola pag.

Digitized by Googic
>57
noti pochi sono i composti salini , il cui acido o corpo elellro-ne-

guiivo benché neutralizzato da una od altra base , è tuttavia su*


,

scettibile di unirsi con ulterior porzione dello stesso corpo elettro-


positivo, conforme si osserva nei sali che di neutri rendoiisi
scsquibasici e bibasici cc. non altrimenti che ve^gonsene altri
comportarsi in modo inverso, caricarsi cioè di ulterior quantità
di acido , per addiventar sali scsquiacidi biocidi ec.
,

E nello stesso modo pertanto , che nei composti resultanti


dalla combinazione di due sali diversi, si ravvisano delle reazioni
elettriche, le quali non sono quelle specifiche degli elementi o
dell’uno o dell’altro, ma la negativa e la positiva soltanto che
aidue diffeienti sali competono, cos'i nei sali semplici ravvisar si
debbono le reazioni elettriche e fra loro opposte dell' arido e della
base, e nelle basi, negli acidi binar), nei cloruri, solfuri ec.
quelle dei respettvi clementi componenti.
Questo fatto serve a rettificare le idee, che si erano concepite
sull’ acidificazione ,
allorché dai Chimici venne abbracciata la
teoria aiitefligistica ; ove ammettevasi, che il principio dell’ acidi-
ficazioue risedesse o consistesse nel solo ossigeno: Mentre all’op-
ostu n’ è r azione sua cosi indifferente , che nulla più. Concorre
f ossigeno a far parte degli acidi come degli ossidi o delle basi ,
che é quanto dire , poter esso formar dei corpi aventi proprietà
diametralmente opposte. Al che è pur da aggiungersi che, anche
,

senza intervento alcuno di ossigeno, possono aversi dei composti


atti a surrogare gli acidi , ed a spiegare com’essi proprietà elet-
tro negative (i); non altrimenti che senza ossigeno possono
aversi dei composti dotati di proprietà elettro-positive , e facienti
ufficio di basi al pari degli ossidi (a). Né merita minor considera-
zione il fatto, che, mentre alcuni degli ossidi, per una sopraddizio -

ne d’ ossigeno, si ravvicinauo alla natura degli acidi (3) (lo che


equivale a deporre le proprietà elettro-positive per assumerne
delle opposte o negative) altri invece cessano di far- ufficio di
corpi positivi, ma non per questo si piegano alia condizione op-
posta (4).

V. L’azione elettrica non è forse senza influenza nella soluzione


operata dall’ acqua, e da altri liquidi sulle sostanze solide, benché
la mutua loro reazione elettro-chimica si aumenti, piuttosto che
menomarsi o svanire ; e ciò in grazia della mobilità , in cui son

fi) I solfidì , ì telenidi . i doridi e simili,


ta] Le lolfo-bsti , seleni-basi ec.
(3) Tali tono gli ossidi del manganese , dello stagno , dell' anti-
monio ec.
(4) Sono in qnetto caso le basi le piò torti , e eminentemente do-
tate di proprietk elettro-positive , come la potassa , la soda , la calce ,
la barite ec.

Digitized by Googlc
l '>8

)>o5ie le particelle del corpo soluto. Colai’ influenca è resa mani*


lesta da ciò , il corpo disciolto ed il solvente esiste una
che fra
specie di alfiniiò dalla quale dipende la solubilità dell’ uno nel-
,

r altro Si osserva di falli i.** che i corpi sono inegualmente, o


con un’infinità di gradazioni , solubili nei liquidi, a.” Che la forza
di coesione , per cui sono tenute reciprocamente unite le parti-
celle integranti di qualsiasi corpo , forma sempre un ostacolo più
o meno grande, qual’ è d’uopo di vincere affinchè la soluzione
si operi.
Non ci è dato , neppure col soccorso di squisitissimo micro-
scopio , di scorgere le molecole di un corpo allorché siane stala
operata la soluzione in un liquido; come non ci è dato di scorgere
o distinguere le une dalle altre quelle che compongono que-
st’ultimo. Pur non ostante non poirassì impugnare resistenza
d’ interstizi o di pori entro ì liquidi; interstizi che vengono , se
non esattamente ripieni , almen di certo occupali dalle molecole
del corpo disciolto. Abbiamo di ciò la prova nella uniformith con
che vengono repartile e distribuite le molecole del quin-bi-niirato
d’ argento entro l’ acqua , potendosi con appositi reagenti rinve-
nire delle millesime parti di questo sale in ogni punto di una gran
massa del ridetto liquido di soluzione; non allrimenli che siamo
falli ceni, che gl' interstizi esistenti entro i liquidi acquistano di-
mensioni maggiori dal vedere , che il volume ne cresce si per
r azione del calare, come per quella delle molecole dei corpi che
vi sono stali disciolti.
Fenomeni consimili hanno pur luogo rispetto ai corpi solidi,
che sono per loro natura porosi , o che vengono resi tali mercè la
attenuazione o la polverizzazione; polendo s\ questi che quelli
condensare dentro propri pori diversi fluidi gasosi , e talora iu
i

qiiaiilità si prodigiosa da superale di molle volle il volume del


corpo stesso che li condensa. Nel qual caso si osserva svolgersi
calorico , quasi che spremuto ne sia in virtù della condens.-izio-
Ite subita dai gas , del pari che si nota non esser determinata
nè cosiaiile la quantità del gas condensato, ma esserne anzi
variabilissima, come n’è variabile quella, che viene sciolta e con-
densala dall’acqua o da altri liquidi. Il qual modo di comportarsi
dei fluidi aeriformi , si rispetto ai solidi porosi che ai corpi liquidi,
iiianliensi analogo anche in ciò, che, come dai pori di un solido
viene scacciato un gas per mezzo di altro gas , cosi esso lo è dagli
spazi vacui o dagli iulerstizj esistenti fra le molecole di un liquido.
Dal che pare si possa inferire, che tanto la condensazione di fluidi
aeriformi nei pori di corpi solidi, o negli interstizi esistenti fra le
molecole dei liquidi quanto la soluzione di varie materie solide
,
in quest’ ultimi, sono fenomeni della stessa specie.
In colai modo di vedere, che è il più conforme ai prìncipi
della dottrina corpuscolare , la soluzione non in altro consistereb-

Digitized by Google
,

«5g
be se non in ciò, che, ta'perata in un composto la fona di coesione,
seoaa indurre cambiamento di sorta nè Jiminuzione nelle proprie-
tà elettro-chimiche dei componenti , le molecole integranti di
questo stesso composto si disgiungono, intantochè s’ interpongono
Ira quelle del liquido , per modo tale che ciascuna molecola del
corpo disciolto vien circondata da un numero eguale di loolecole
del liquido dissolvente. Ne avviene quindi, che se molteplici son<^
e per natura diverse, le sostanze disclolte da un medesimo liqui-
do, dovranno quelle dividersi fra loro gli spai) u gl" intervalli
esistenti fra le molecole del dissolvente, e disporsi le une rispetto
alle altre colla stessa simmetria. Dal che potrassi arguire che
come la combinazione o composizione chimica vien caratterizzata
da proporzioni invariabili degli atomi componenti , così la solu-
zione del solidi nei liquidi lo è da una simmetrica disposizione
delle molecole integratiti di quegli stessi corpi.

VI. L’esame di questi fatti relativi alla soluzione delle materie


solide in varj liquidi, ci apre la strada ad un’altra ricerca sul-
l'affinitàchimica , strada che ci conduce assai addentro di essa, e
fino alpunto di penetrare ì segreti del suo procedimento. Parlan-
done esempio sotto gli occhi ci sarà più facile di seguirne 11
coll’
filo eoliamente. Suppongasi che venga disclolta nell’acqua tal
quantità di quin -bi-nitrato di rame, che in se contenga loogr.
dì acido quin-bi-nìtrìco anidro. La quantità d’ acido tri-solforico
anidro e puro, che potrebbe rimpiazzare i loo gr. dì acido quin-
bi-nitrico contenuto nel suddivisato sale , o sia I’ equivalente di
esso in acido tri-solforico è grani. Se or nella soluzione del sale
anzidetto si versi tal quantità d’acido tri-solforico concentrato,
che ne contenga ^4 grani d’ anidro . e si rimescano esattamente i
due liquidi , si domanda se la decomposizione del sale di rame
sarà completa , come a prima giunta sembrerebbe eh’ esser lo do-
vesse ?
Non vi ha dubbio che l’acido tri-solforico spiegherà per
l’ossido di rame (base del quin-bi-nitrato) una reazione elettro-
negativa maggiore di quella che per esso spiega l’ acido quin-bi-
nilrico. Dal che avviene che questo cederà il suo posto a quello
ma non senza però opporgli del contrasto ; giacché le porzioni
d’acido quìn-bì nitrico, che dì mano in mano vengono messe in
libertà, attorniando le molecole d’ossido di rame, impediranno
fino a un certo punto all’acido tri-solforico (a seconda cioè della
proporzione che ne verrà impiegata) impediranno, ripeto, a que-
st’acido di unirvisi in totalità. Verrà finalmente un punto, in cui
esaurita l’ intiera quantità d’acido tri-solforico, una gran porzione
di esso sarà entrata in combinazione, ma non però la totalità (e
neppure vi si combinerà in seguito), a cagione della gran unantità
d’acido quin-bi-iiitrico rimasto liberò, che ne bilancia l’azione.

Digitized by Google
,,,

l6n
Avviene qui dunque die i due icidi , godendo entrambi di pro>
prielk clcuro-negalive , «i cnulraaleranno l' oisido di rame , c cmi

rendernnnosi rivali fra loro.


Ma siccome però la pnlarith elettro-chimica è maggiore oel-
r acido tri-solforico che nel quin-bi-nitrico, cosi richicderassi una
mollo maggior quantità di quest’ ultimo , per rlspingere colia sua
polarità elettro-negativa una minor porzione del primo, che è del
pari elettro-negativo. Per tal modo pertanto le torse degli acidi
rivali si elideranno, n si bilanceranno fino a che si stabilisca fra
loro l’equilibrio. Donde procede, che trovasi nel liquido di solu-
zione; 1 * del tri-solfato d’ossido di rame recentemente formatosi,
a” porzione di quin-bi-nilrato di rame non decomposto , e o* por-
zione dei due acidi tri-solforico e quin-bi-nitrico, senza combina-
zione di sorta, ma rivaleggianti fra loro : E se vorrassi che anche
la porzione residua di quin-bi-nitraio di rame venga decomposta
dall’ acido tri-solforico , sarà d’ uopo di versarne ancor tanto
qiianln appunto se ne richiederà, non per iscacciar solamente il
resto dell' acido t^uin-bi-nitrico dalla sua combinazione , ma ao-
clie (ler tener in treno l’acido rivale divenuto libero, e faciente
ostacidn colla sua reazione. Provato è dunque non potersi ottene-
re la completa scomposizione di un sale in soluzione , coll’ impie-
gar tanto d’ acido più potente o più forte, quanto u’è streitamen-
te necessario per surrogare quello combinato : ma una quantità
mollo maggiore ne farà d’ uopo , per ciò che , mentre una porzio-
ne di essovien erogata per la formazione del nuovo sale , l’ altra
ha per oggetto di far fronte alla reazione parimente elettro-nega-
tiva dell’ acido rivale messo in libertà.
Ed evidente egli è pure , che , se nella decomposizione del
sopracitalo sale (quin-bi-uitrato di rame) si versa l’acido tri-
solforico a dosi refratte , misurate , e sempre eguali , non per
questo le porzioni del sale decomposto saranno uguali , ma di
mano in mano decrescenti ; giacché , aumentandosi ad ogni volta
la quantità dell’ acido quin-bi-nitrico rivale messo «n libertà
è d’ uopo ancora che cresca in proporzione l’ acido tri-solforico
neces.«ario a rintuzzarne le proprietà elettro-negative, a la furia
con che fa ostacolo alla scomposizione delle ulteriori porzioni del
sale. Per lo che potrassi stabilire , che nel caso surriferito la de-
composizione operata dall’ acido tri solforico è in ragion composta
della dilfcrenza , che passa fra le aflinltà respettive ai due acidi
rivali (vale a dire della individuale loro inlrntuà di polariwa-
zinne elettro-chimica') e del numero delle molecole di entrambi
che si trovano iu presenza le une delle altre.
Nei raginnameiili fin qui tenuti rispetto alla scomposizione
di un sale solubile , e ridotto in altro egualmente solubile , ab-
biamo potuto convincerci , che , stabilito che sia l’equilibrio fra i

due acidi rivali, l’alBuità più debole (o la minor intensità di po~

Digilized by Google
,

i6i
larivttnione elettrica dell’ arido reto libero) rtercllata da nn gran
numero delle tue molecole interposte nella niasta , è bilanciata
dairaffinith più forte (o dalla maggior intensità di /wlarittazione")
esercitala da un più piccol iiuroero di molecole dell’ acido decom-
ponente ; Ma non è più cot^ nella tromposizione operala su sali o
corpi , ove 1’ uno dei componenti reso libero sia iiisolnbile : con-
ciossiachr in tal caso le molecole di esso, non pulendo per la pro-
pria loro natura restar discioite nel liuuidu , neppur potranno
porsi attorno alla porzione residua di sale, cite rintana iiidecom-
posto; ma iie saranno allontanate venendo precipitate, o par ne
saranno lugaie sotto forma di gas dall' acido decomponente, tutta-
voltacliè le molecole di esso , postesi attorno al nuovo composto
saranno in nomerò sufficiente. Nel qual caso è facile a concepirsi
come da nn acido più debole possa esserne srarxiato altro più
forte , sempiechè trovisi il primo in quantitù sufficiente , c non
possa il secondo mantenersi per alcun modo in soluzione.
Avviene presso a poco lo stesso nel caso in cui la scomposi-
zione sìa operala per modo, clic il novello sale resoltanle , per la
proprietà di essere insolubile venga precipitato. Se in una solu-
,

aìone di quin bi-nitrato di piombo si versa dell’acido tartrìco , vi


sì produce tosto intorbidamento e precipitalo ; e ciò perchè il
novello acido, passando, mercè l’ affinità contralta coll’ossido di
piombo, allo stalo di corpo solido , si separa dal lìquido a misura
che si forma. Frattanto però rimane in libertà dell'acido quin»
bi-nilrico , le cui molecole si pongono alterno a quelle del quin-
bi-nilrato di piombo rimasto indecomposto ; dal che provieneche,
per far fronte alla intensità di polarizzazione eh ttriea , con che
le molecole dell’ acido quin-bi-nitrico contrabbilanciano 1’ effetto
dell’ acido tartrico aggiunto , e si oppongono all’ ulteriore scom-
posizione del sale residuo (v. pag. loo), bisogna renderne ognor
crescente la proporzione , se vuoisi oiieneme la stessa quantità di
precipitato (tarirato d’ossido di piombo).
Abbiamo in questo fatto, rom’ in altri molti , la conferma, che
da un acido debole può esserne scacciato altro, che abbia affinità
più forti. Ma non sarelibe però legittima la conseguenza , che se
ne volesse tirare, ammettendo che l’ affinità dell’acido tartrico
per le basi sia maggiore che quella dell’acido quin bi-nilrico :
Nello stesso modo che non si avrebbe ragione di arguire , che la
potassa abbia per gli acidi tri-solforico e quin bi-nitrìco affinità
minore che per l’acido o larirìco o idro fluo-silicìco, dal vedere che
SI l’uno come l’aliru di tali acidi inducono intorbidamento e pre-
cipitato nelle soluzioni saline, aventi per base l’alcali anzidetto,
sia con dar luogo a del fluoruro silicico-poiassico , sia con produr
del tartrato bì acido di potassa.
Egli è d’ uopo, nelle affinità dì questo genere, di tener conto
delle circostanze accessorie, e di quanto abbiamo già detto rs-
Taduei , Farmacolog. Voi. li. i6

Digitized by Google
«petto al modo, con che la decomposizione «i effettua lotto l’ in-
fluenza delle reazioni eleltro-chiiiiiclie Imperocché le da acidi
più o meno deboli vedesi scacciare un acido più forte , ciò è do-
vuto ad altra forza che entra simullaneamenie in j^iuoco (la forza
di coesione); la cui azione, nelle dissoluzioni soprattutto, nun è
solamente meccanica , ma chimica al tempo stesso , e tale sempre
da contrabbilanciare o modificare in maniera sensibile l’ affinità
cliimica.
Ed invero , se , astrazione fatta dall’ insolubilità del tarirato
di piombo ,
del tartrato bi-acido di potassa , e del fluoruro-sili-
cico di potassio, si suppone per un momento che questi sali siano

solubili , egli è certo che nessuno di essi si formerebbe nei casi


sopracitati ; lo clic
equivale a dire , che la decomposizione del
quin-bi-nitrato di piombo non p<iirla essere operata dall’acido
tartrico, del pari che non sariauo nè da quest’acido, nè dall’ idro
fi uo silicico decomposti i sali potassici.
Lo smesso quindi è da dirsi (se non che la decomposizione si
opera in inverso) rispetto al precipitato indotto daU’a^ua
modo
di calce nei bi carbonati di potassa e di soda , i quali si spogliano
dell’ acido bi-carbonico , non perchè 1’ affinità di quest’ acido sia
maggiore per la calce che per la potassa o per la soda , ma in
forza della coesione o del passaggio che il nuovo composto (bi-
carbonato di calce) fa allo stalo di solido. E che l’ affinità sia
invece maggiore per due prime delle summentovate basi che
le
ierla calce, chiaro resulta da ciò, che non puossi neppur al ca-
for rosso scacciar l’acido bi-carbonico dalla sua combinazione
colla potassa o colla soda, doverchè a s\ forte temperatura può
quest’acido esser fugalo tutto quanto dalla combinazione già con-
tralta colla calce.
Egli è forza dunque di convenire, conformemente alle dot-
trine già da lunga pezza stabilite da Berthollet (i), che la coe-
sione modificando l’ affinità soventi volte la favorisce , e rendela

energica e polente da debole che era ; od in altre espressioni , che

(l) Questo sbile Scienziato ba con indicibii sagacilS approfondato


questo ponto di dottrina ; e noi gli dobbiamo aapcr buon grado per le
ntili verità cbe ci ba rivelato , dimostrandoci come dallo forza di coe-
aione aia resa possibile , entro crrti dati limiti , lo ronibinazioue di
arj corpi in una scala cstesiaiima di proporzioni. Il qnal fatto, anzi
che essere in collisione colla dottrina atoroislica , come parve un tempo
a coloro che ne gettarono le fondamenta , altro non à che un corollario
emanante della Teorìa eleitro-ebiniica o corpuscolare, E se alcun rim-
provero è da farsi al anmmentorato dotto investigatore, aolo è quello
di aver egli voluto estendere I' applicazione di ancate ane vedute teori-
che ai corpi solidi e privi d* acqua , supponendo parimenti in questi
la possibilità dì nnirsi in una serie indcGnita di proporzioni fra gli
estremi limiti del minimum e del maximum i possibilità , che lu poi
dall’esperienza istezza per ogni modo contradetta e vittorioaameote
anentìta.

Digitized by Google
,

i63
dalla forza di coesiooe venendo le molecole dei corpi sollecitate
ad assumere lo stato di solido, questa loro tendenza, messa a con-
trasto coll’ affinità chimica , sposo la vince e la supera.
Se dalla forma regolare dei corpi noi siamo con multa ra-
gione indotti a supporre, nelle loro molecole, una tendenza a met-
tersi in contatto per certi dati punti, piuttosto che per certi altri
quest’ effetto è probabilmente dovuto alla polarità elettrica di
quelle stesse molecole. Ed ammesso che ciascuna di esse conservi
un certo tal qual grado di questa sua polarità, egli è evidente
dover esse di continuo tendere a congiungersi mutuamente pei
loro poli opposti (i). La qual polarità benché idciiiica a quella
donde procede l’affinità chimica , n’è per altro differente rispet-
to agli effetti; in quanto che se, a rappresentarci Luna come
l’altra, prendesi ad esempio il modo d’ azione dell’ elettricità co-
rnane , puossi , nella coesione , assomigliarla a ciò che avviene
nel piatto dell’ elettroforo, allorché essendo elettrizzato positiva-
mente vien ritenuto dall’elettricità negativa della resina, senza
che avvenga scarica di sorta , nè mutua penetrazione Dovecchè :

all’ opposto per differenziarne I’ affinità chimica potrassi ritenere


che , come già fu detto , le due opposte elettricità si neutralizzino
nel modo stesso che quando, per questa loro reciproca penetra-
zione, producono la scarica.
Nel m>Mlo col quale oggi si ravvisa l’affinità chimica , attri-
bnendola al giuoco di opposte reazioni elettriche , che corpi
i

esercitano gli imi sugli altri , non che ai grado differente à' inten-
sità di polarizzazione t\\e essi posseduno, .'illurcliè sono investiti
da elettricità della stessa natura , vengono rimosse le illusioni , e
si dissipano le tante anomalie, con che i multiformi fenomeni del-
l’ affinità si sono presentati , fino a tanto che si prese ad interpre-
tarli colla mente preoccupata dall’ idea che nei corpi esistessero
appetiti diversi , simpatie , e predilezioni.

VII. Avendo noi detto piu sopra, doversi nei sai! amfidi consi-
derar le forze elettriche, non rispetto ai singoli elementi che fanno
parte dell’ ossiacido e deH'ossibase , ma relettro-posiiiva di questa
e l’ elettro-negativa dì quello, e che altrettanto pure far si dovesse

(l) Non è però da tacerai che, conerpUa in qneht' aapetto la eoe*


alone , la apiegazione che può darcene non rende ngioiie di
qnelle tante inoditìcazioni , con che ea^a ni presenta nei corpi y tome la
durezza di alcuni, la (Vagilitl^ di altri , la teiiacith , la duttiìith ec. Si
appaghi per ora il nostro spirito coll' ammettere, che anche la coesione
riconosce per sua causa prima ed universale i'eiettririth. Più proKmdr
atndj su questa bella parte di filosofìa chimica ci cotidurramio , almen
CI giova sperarlo, ad* nlteriori avanzamenti , e tali fur»e da potere rin-
venire altre cause agenti io coocono , che oun ci Tu dato di rinvenire
(in qui.

Digitized by Google
i64
per i mH doppi o composi! di due sali , vietisi con ciò a stabilire
una massima , che , generalizzala a
varj composti , apre T adito a
diverse speculazioni leoieticlie collrgaiiu intieramente,
, le quali si

rolla dourina elellro-chimica. La


che due corpi ossi-
pussibilili
dali (o uniscano fra loro alla
positivi o nrgaiivi eniranibi ) si

maniera un fallo oggi ben compro-


di un acido e di una base , è
vato dall’ osservazione. Serve per effettuare la combìuazione di
due ossidi, che Tuno di essi goda di proprietà elettro-positive
più energiche dell* altro , come serve nel caso di due acidi , che
essi non siano eleltro-nrgalivi allo stesso grado perchè la loro
,

combinazione abbia luogo , u perchè il meno negativo fra essi si


costituisca in corpo elellro-posilii o rispetto all' altro.
Partendosi da quest’ osservazione , o dal principio generale
che le combinazioni chimiche possano effettuarsi non solo fra
acidi e basi , ma fra ossidi con ossidi , acidi con acidi , ed altri
composti fra loro , aventi a comune o I’ ossigeno, o lo zolfo, o il
cloro ec. , parvemi esser più consentaneo alla natura il riferire ad
un tipo comune diversi gradi di ossigenazione, di solforazio-
i

ne, clorurazione ec. di uno stesso radicale, anziché formarne tante


combinazioni staccale Luna dall' altra e primigenie, quanti sono
gli stessi gradi d' ossigenazione o di solforazione ec.
Cos'i , a modo d’esempio , essendo in numero di 4 gradi di
ossigenazione o di acidi lìcazione operali dall’ ossigeno sullo zolfo,
e tali che per una stessa quantità di questo radicale I’ ossigeno
acidilìcanle è nel rapporto del numeri i , a , ^ 'rovo
che osti alle vedute teoretiche il riguardarne i composti, o gli iicidi
che ne provengono, come formati di acido bi solforoso in chimica
combinazione , or collo zolfo , or coll’ ossigeno , ed or collo stesso
acido tri-solforico, ultimo e più elevalo grado d’ossigenazione die
per lo zolfo si conosca.
E di fatti se all’acido bitolforoto, preso come tipo, e com-
posto di I at. di zolfo »» io, 1 16
-f- a al. d’ ossigeno -=3 ao,ooo
4**>'*^«
si aggiunge altrettanto zolfo, quanto n’è quello che vi si con-
tiene , si avrà 1

acido uni-solforoso composto di
a at. di zolfo »
4oi>3a
-+- a al. d’ ossigeno ao,ooo
< =
tìo,a3a i

del quale venendo dimidialo lo zolfo, affinchè siane la quantità

), la proporzione dell’ossigeno ne sarà


ridotta a 1 at. solo(ao, 1 16
allora 10 , e l’acido unisolforoso rappresentato con 3o,i 16 .

Pariinenii, se all’acido bi-solforoso, composto come sopra di

Digilìzed by Google
, ,

i65
I al. aolfo — 10,116
*4- a al. d' otsigcno — = 10,000
vieti aggiunto . . . . 1 al. d’ ossigeno — 10,000
si avrii 1' acido tri solforico rappresentalo da 5 o, 1 16.
Se a
sitniliiieiiie ai. coinposio del ridetto acido bisoljbroso,
1

aollo 10,116
vale a dire '
' + ossigeno 10,000
.
SI
. ,
aggiunge altro .
al. composto . j.
di ac.
. ir
tnsoljonc.
f aolfo 10,116
^
3o.o„q
si avr& l’arido quin-bi-solfnrico 90,i3i,
o sia l’acido suh-tri-soljorico dimidiaiidu la (|uaiitith dei se^,
«lue componenti, lo zollo n’c ridotto a 1 solo atomo . 10,1 16,
e r ossigeno alla meli di 5 ai i5.ooo
Acido sub-tri-solforico «=
Che
acido bi-solforoso sia il tipo, cui rìferire gli altri com-
I’

posti d’ossigeno e di zolfo, o quello da cui dehbansi derivare


gli acidi uni-solforoso, quiri-bi-solforico , e iri-solfotico mi sem- ,

bra resultare da ciò , che l’acido bi-solforoso è la combinazione


dello zolfo coir ossigeno la più facile e comune, o quella che la
natura predilige ; che è quanto dire poter lo zolfo spiegare la più
grande intensità di polurizzmione elettro-positiva verso l’ossige-
no ,
alluracliè la combinazione si elfeltua nel rapporto di 1 atomo
del primo , e 1 atomi del secondo.
È debole Y intensità di pol u itzaiione ,
o la fncolth elettro-
positiva dello zolfo rispetto all'ossigeno, quando la combinazione
si effettua nel rapporto di 1 a 1 come nell’acido uni-solforoso;

forte all’ opposto o poderosa quando il ridetto radicale è unito


all'ossigeno nel rapporto di 1 a a come nell’acido bi-solforoso;
ma frattanto non cresce di pari passo la facoltà rlrltro-pnsiliva
dello stesso zolfo verso l'ossigeno , allorché la combinazione fra
essi si effettua nel rapporto di a a j , come nell’ acido quin-bi- 1

solforico o sub-lri-sollorico. Rinvigorisce quindi per parte dello


zolfo la facoltù elettro-positiva verso l'ossigeno, o I' elettro ne-
gativa di (|uestn per quello, allorché la combinazione si fa nel
rapporto di 1 a 3 Nel qual moilo di procedere delle reazioni
.

elettro-chimiche fra due componenti giù indicati gradi d'acidifi-


i i

cazione dello zolfo, ben si ravvisa esser l'acido bi-solforoso, da noi


considerato come tipo , un composto genuino e primigenio, e da
esso non differire l’acido tri-solforico, se non per una superaddi-
zione di ossigeno. Ma nou più però é cns'i per gii altri due acidi
il qiiin-bi-sulfrrrìco e l’iini-solforoso ; rispetto ai quali si trova
come più debole reazione elettro positiva
rendersi conto della
loro ,riguardano come composti non esistenti da per se , ma
se si

bensì come resultanti dalla chimica combinazione dell' acido bi*

Digitized by Google
,

i66
solforoso collo solfo l’ uno , e dallo stesso acido bi-solforoso col
tri-solforico 1’ altro (i).
La qual’ ipotesi sulla coniposisione e derivazione loro non
solo siaccorda colle vedute teoriche, ma viene anche appo^lgiata
dai fatti, conciossiachè essendo enlraiiibi quegli acidi suscettibili
di decomporsi si per l' influenza dei comuni attenti , si per razio-
ne di lievi cause , entrambi si risolvono immantinente nei corpi
stessi con che vennero formali. Kè io azzardo rosa del tutto nuo-
va , giacché in questa stessa mia opinione , almeno per rispetto
all’acido uni-solforoso (ipusolfuroso} , alcuni Chimici erano giii
discesi , dopo le molte esperienze , che furono da Herschel isti-
tuite sull’ acido anzidetto e sugli uni-solfiti.
Se poi si esaminano i quattro composti acidi dello zolfo
sotto il rapporto della relativa loro capaciti di saturazione per le
basi, si osserva che questa pure cresce odiminnisce, ma non nella
stessa proporzione in cui aumenta o scema T ossigeno : E di falli
l’acido quiu-bi-soll'orico , il quale, relativamente all’ ossigeno, si
discosta in meno dall’ acido tri-solforico, quanto si discosta in più
dall’acido bi-solforoso, gode di una capaciti di saturazione
d’assai inferiore a quella dell’uno e dell’altro; imperocché
mentre l’acido bi-solforoso neutralizza tal quaniité di una base
qualunque, la qual contenga la metà del suo ossigeno, e l’acido
tri-solforico altra quantità che ne contenga il terzo, 1’ acido quin-
bi-solforico ne neutralizza solamente tanta che appena contiene
il quinto del proprio ossigeno (v. sulla capacità di saturazione
degli acidi pag. ino , e la tavola che segue png. iu4)-
Ora sar< bbe beo difficile di render plausibii ragione di queste
anomalie nella capacità di saturazione di acidi a radicale identico,
qualora ti volesse ammettere che gli acidi uni-solforoso e quin-
bi-solforiro siano indipendenti da altro acido , o che abbiano un
loro parlicolar modo di esistere: mentre d’ altronde se si fanno
entrambi derivare dall’acido bi-solforoso, e si riguardano come
formati da quest’ acido , talora unito allo zolfo , talora all’ acido
tri-solforico , spariscono le anomalie, e ne rientrano prodotti i

nel dominio delle leggi generali. Ed invero egli é ben’ evidente,


dover la capacità dell’ acido bi-solforoso per le basi notabilmente
diminuire, dipendentemente dall’ aggiunta di altra porzione di
zolfo, come quello che ne infievolisce le proprietà acide, facendolo
passare allo stato di acido uni-solforoso ; o in altro modo d’espri-
mersi, dover l'alfinilà del ridetto acido farsi minore di tanto quan-
to essa é indebolita o diminuita da altra affinità, che quell’ istesso

(i) (Vedi su queste mie speculaMoni teeretiche il ragquaglio inse-


rito nel faseicolo 3 ^ degli Arehivj delle Seieu/e medico-risìche toscane,
Agosto 1837, dal compilatore del Giornale dello ateaao nome).

Digitized by Google
,

acido contrae con un corpo elettro-positivo , qnal’ appunto lo


zolfo si è non solo rispetto all’ ossigeno, quant’ anche rispetto allo
stesso acido bi-solforoso. E che l’affinità dell’acido hi solforoso ri-
manga indebolita dalla sopraddizione di zolfo , del pari che resta
iudebolita quella dell’acido tri-solforico dalla combinazione sua
coll’acido bi-solforoso, chiaro emerge anche dal respettivo metodo
di preparazione , sapendosi non potersi formare acido uni-solfo-
roso, se non per il concorso o per 1’ azione simultanea di basi
aventi una poderosa e decisa facnltli elettro-positiva ; come non
si forma acido quin-bi solforico se non per l'influenza di tali ossi-

di , che somministrando ossigeno a porzione dell’ acido bi-solloro-


so , ne convertano una parte in tri-sol foi ico, e ne rilascino l'altra
qual’ era , per modo che dalla reciproca combinazione loro ne re-
sulti o si formi l’acido soprannominato (i).

L' ipotesi da me ammessa , che dall’acido bi-solforoso unito


ad 1 atomo di zolfo resulti l’acido uni-solforoso, e dall’acido
anzidetto unito col tri-solforico resulti l’altro conosciuto col no-
me di quin-bi-solforico , è in perfetto accordo colla Dottrina elcl^
Iro-cliimica , qualora si consideri che lo zolfo facendo ufficio di
corpo elettro-positivo, rimpctto all’acido bi-solforoso, fa s^ che
uest‘ ultimo si ravvicini olla natura di corpo neutro , o pur per-
3a assai della sua facoltii elettro-negativa ; nel modo stesso che
1’ acino bi-solforoso facendo ufficio di corpo elettro-positivo , ri-

spetto all’acido tri-solforico , fa s'i che ancor questo adilivenga


meno elettro negativo che quando era unico o solo. Nel qual
modo essendo, ben si comprende perchè l’ acido uni-solforoso
^il qu.-ile è composto di i atomo d’acido bi-solforoso -4- i atomo
di zolfo) non conservi la capaciti di saturazione che gli compete-
rebbe, e che possedeva prima di associarsi ad una nuova quaiililk
di zolfo, o perchè neutralizzi e sì appropri la mciii sola della
base che neutralizzava come acido bi-solforoso , c del p.orì anche
perchè neppur l’acido quin-bi-solforico (resultante dall’ unione
di I atomo d'acido bi-soll'oroso e di i atomo d’acido tri-solfori-
co) non conservi la capacìth di saturazione che possedeva finché ,

mantennesi acido tri-solforico , ma neutralizzi e si appropri una


raelii sola della base, che prima ili questa sua combinazione, o
come solo acido tri-solforico, era suscettibile di neutralizzare.
Egli è quindi probabile ,
che come si compoi tano i composti

(l) V. il proccMO, dai Cfainiici ai fa ritorao per ottenere i due


mi
acidi iiui-aolforoao e qiiin-bi-aolforico ; neaaon dei oliali può eaaer pre-
paralo per via direna , o aia eoi eombioar lo zolfo eoli oaai(;eno net
rapporto di lai, eome richirderelibcaì per il primo, o io quello di
I a 3 j , o di a u 5 eome farebbe d'uopo per il arcoiido. E noto e^Ii
,

e sol-
ò pure, non poter l'acido tini-aolforoao eaiatere aolo o lao^alo .

tanto formarti , aotio l' inlliienia delle beai , mercò la eombioazioue


dello zolfo coll' acido bì-aolforoao'
,

otsiacidi lidio solfo cosi si comportano anche altri , di cui l’ele-

mento elettro-positivo si combina coll’ ossinno nel rapporto di i


ai, diiaa,ediaa3, come quelli del carbonio , o di i a a
a a 3 come quelli del selenio ec. Cus\ per es. dalla conibiiiasione
deir ossido di carbonio con altrettanto ossigeno, quanto è quella
che in esso si contiene , resulterebbe 1’ acido bì carbonico , nella
stessa guisa che dalla combinazione di questo con un peso ili car-
bonio eguale al proprio, resulterebbe V oMÌdo di carbonio. Ed
ammessa Gnalmente come possibile la chimica combinazione fra
i divisali due composti di carbonio (ossido di carbonio e acide bi-

carbonico) l’ acido tri-bi-carbonoso o ossalico potrà considerarsi


come resultante da essi.

* = 76 3 ac. bi-
) I al.
I at. OMÌdo di carbonio ?
l at. = 10,000
otaigeoo
, .i
rarboniro
>

I
(
at. dì OMÌgroo= 10,000 = 37,643
]
f

* **' = 30,000 3 oaaid. di


1 at.
carbonio = 7,643
t at. acido bi-carbonico S
(
I at. caiboaio
>
-+• I at. di carbooìo = 7,643 — 35,386
J

. -J f l al.carbonio = 7,643 acido


1 at.
oattigeno = ao,ooo
_1
I at. acido bi*can>oniro ; ^ at. ^
(
a 4 trì >i>carl>«aoao
o
. a a* _i . ( I at. oaaigeno = lo.ooo oaaalìco
H I at. oMido di carboni.
^ ^ = 45,a85 (i)

composti a radicale identico , che non possono essere ripor-


1
tati ad un tipo unico e comune , sono quelli il cui elemento elet-
tro-positivo si combina coll’ ossigeno nel rapporto di a a 3, o di
a a 5 come due ossiacidi del fosforo, dell’arsenico ec ; a meno
,
i

che non si volesse far derivare gli acidi quin-bi-arseiiicico, e


combinazione degli acidi trì-bi arsenioso,
quiii -bi-fosforico della

e tri-bi-fosforoso, con tanto ossigeno che equivalga ai di quello


^
che ciascuno di essi contiene; e quindi gli acidi tri-bi -arsenioso,
e tri-bi-fosforoso dalla combinazione di 3 at. di acido quin-bi-fo-
tforico o quin-bi-arsenico colla metà del peso del radicale, che
è in essi respetlivameiite contenuto : Cosi per es.

(1) che r «rido tri-bi-c«rboDO«o o otulico ritrng. le bali eoo melts


iiù teoaritS dell’ arido bi-carbooiro. non farebbe oatarolo all’ aniinia»bi-
rità di qnaoto abbiamo detto «nlla derivaainiie e lormaiiooe dell’ acido
• iiddiviaato, «roto rignardo alla differenia che pasaa nelle proprielt re*
latire fra l’arido bì.eaiboiiico e 1* oaaaliro , eaaeodo goeat’ oltimo non
volatile , ma decomponìbile dal calore , l’ altro facìliaaimamente gaaib-
cabite.

Digi’I.. d by Google
,

169

I ftt. ^c. tri4) <4r«eoio«o


ri al. an«*oico=^^7, 041 1
r3 at. 0'4*i|5rno=rio,0<>OX3
X ;
at. ar.^uìn*
So,000> bì-arsrnicìro
}
-
1 at. oiaigeno io,oooX^< io>ooo>=l4 b^4(0

Sat.ac.qiiìn-bUroafonc. (
6 at. foaforo=i9,6i4X
17,68/4^5 6=1 at. ac. tri-
(iSat. oavig. s=iOyOOoX>5=:i5o,ooo/bi*to«roroao
3 at. roa^oro . 3= 58,S4i}=3^6,5i6^i)

Quanlo poi a riguardare varj ossidi , solfuri e cloruri , come


derivami da aliri composti dello stesso nome, pare die ciò si
possa amroeuere senza verun contrasto, conciossiacliè è in potere
del Cliiniico di comporli a piacinienlo. Cns\ per es. prr l’addi-
zione e miscela del mercoriu metallico all’ossido, al solfuro, e al
bi-cloruro mercurici , ottengonsi dei composti dello stesso nom.>,
contenenti il doppio di metallo che prima; ond' è che puossi ri-
guardare il bi-cloruro di mercurio come resultante dalla conibi-
Dazione del cloruro mercurico con altrettanto di metallo, quanto
è quello che in esso si contiene.

I at. di l>i-cl«mro mercorico


**' •
;
• = cloruro
(l at. mercurio =iitì,5B4> mercurico
-^1 at. mercurio metallico • . .=:ti6t53a\ =i()7,5(>8 (3) ;

e il solfuro bi-mercurico come proveniente dalla combinazione di

r I at zolfo . . r= ao,i 6 ) I at. di solfuro


1 .t. di salfuro mercorico bi-mercnrico
(1 at. mercurio =ia6,58'z>
.4-1 .t. mercurio . . =ia6,.'i8zj r=a73,abo

Cosi parimenti combinando con i at d' ossido mercurico o


rameico altrettanto di mercurio o di rame, quanto n’è in essi
respettivaraeiiie contenuto si formano gli ossidi bi-nielallici di
,

mercurio e di rame (bi uiercurico e bi-ranieico)


Sono nel caso stesso composti dell’idrogeno col carbonio,
i

in quanto che il gas carburo quadri-idrico combinato con carbo-


nio in pari peso a quello che contiene , forma il gas carburo bi-
idrico (o gas oleofacieuie) e questo combinato parimente con un
peso di carbonio eguale al proprio , forma il carburo uni-idrico.
Di ebe abbiamo esrmpj ancor più luminosi e frequenti nei sali
che di neutri addiventano basici o acidi , mercè l’ addizione di
quantità d’ acido o di base o doppia , o tripla , o sestupla ec. di
,

quella che essi contengono nello stato di neutralità.

l) stesso i da dirsi prr l'acido qiiin-hi-fosforiro.


1.0

Ì
a) In aìmìl modo è d. concepir.i 1 . forni. zione dell' acido tri-bi-.r-
(enio.o.
(3j lo slrs .0 è dell'ioduro mrrciiriro , derivante dall, eombinjziona
del bi-ioduro mercurico con l at. dello stesso metallo.

DìqJiìzc- by Cooglf
, ,

170

DELLA COMBUSTIONE.
I. La parula combustione ha presso il Chimico significazione

ben diversa da quella, che le viene accordata nel linguaggio usua-


le: imperocché, se nell’ accettazione comune della parola, si con-
cepisce la combustione qual fenomeno accompagnato sempre da
sensibile o visibile produzione di fuoco, i Chimici all’opposto
ravvisarono la combustione anche laddove non evvi evoluzione di
calorico e di luce, semprechè sul corpo combustibile abbia avuto
luogo la fissazione dell’ ossigeno o corpo comburente , e per re-
sultato della combinazione chimica dell’uno coll’altro siasi pro-
dotto un corpo combusto. Tale è invero la combustione propria-
mente detta , e quale venne da Lavoisier , e dai seguaci suoi
considerata ; ma la significazione oggi data a colai voce è ancor
d’assai più lata, poiché come prodotti od effetti di altrettante
combusiioni si qualificano tutte quante le combinazioni chimiche
occasionate dalla neutralizzazione di opposte eletiricité.
Or siccome in simil concetto neppur la combustione propria-
mente detta, o quella che si opera in contatto dell’ossigeno atmo-
sferico, può sottrarsi all’ influsso dell’elettrico, cosi ci é d’uopo
di far precedere all’istoria di essa l’esame delle singole proprietà
dell’aria atmosferica o comune.

Aria atmosferica.

Questo fluido aeriforme, per Io più conosciuto col nome di


II.
aria comune circonda ovunque il globo terraqueo sulla su-
,

perficie del quale s’ inalza fino a 35 in 4 o miglia italiane , o sia


da 939} leghe geografiche E poiché sferoidale é la figura di
:

esso , COSI r iuviluppo suo aeriforme presenta presso a poco la


stessa forma ; se non che il diametro della massa atmosferica, che
passa per l’ equatore , é d’ assai più grande del proprio asse e ia ,

una proporzione anche molto maggiore di quella , con che il dia-


metro equatoriale terrestre supera in lunghezza l’asse del globo, o
il diametro che passa da un polo all’ altro. Ciò é dovuto alla cir-

costanza che le regioni equatoriali venendo riscaldate dal sole


,

più di quello lo siano le altre regioni poste al di là dei tropici


V aria superlnconibente n’ é rarefatta e distesa in senso verticale,
per modo che forma ivi un gran cerchio d’ aria più elevato che
altrove (1).

(i)Per qnesta stese* rsgione, e consegnentemente elle leggi di


SUtics ,
debbono sotto I* rascia zodiacale , o fra iin tropico e l'altro ,
determinarsi delle correnti d' aria ascendente , iri accorsa dalle parti
men riscaldate , e sospinta da altre correnti , che, partendosi dalle re-
gioni polari, ristabiliscano l'equilibrio: Fenomeno però, cbe, oltre ad

Digitized by Google
Affinchè possiamo farci idea ben chiara del come l ’ aria io*
viluppi , fino ad una determinala altezza , l’ intiera superficie del
globo, dobbiamo riguardare V aria come un ammasso di materie
gasose, che, mentre non sono sprovviste di forza di coesione , pur
nullameno non ne posseggono abbastanza per assumere la forma
di corpo solido o liquido. Dominate perb dal calorico quelle ma'
terie gasose resistono all’ azione delle comuni forze meccaniche,
che tenderebbero a dar loro maggior consistenza , e più che mai
resistono alla forza di gravili, per cui dovrebbero recarsi più o me-
no sollecitamente al basso nei punti più depressi del globo, e sulla
superficie di esso depositarsi. Ma essendo ciò ben lungi dall’ acca-
dere , potrò dirsi, che, mentre le molecole dell’ orto sono ani-
male o sollecitale da due forze opposte (la gravili, ed il calorico)
il potere di quest’ultimo prevale su quello della prima
,
per ciò
che mantenendo le molecole anzidelte in uno stalo di divarica-
mento , e di continua mobiliti, trattiene e contraria gii elfciti
della graviti fino a tal punto , che impedisce loro di affollarsi
verso il centro comune per ivi depositarsi , come far suole ogni
altro grave , che gii trovisi in staio di solido o di liquido ( i).
D' altra parte però U forza di gravitazione , benché superata
e vinta dal calorico, non cessa di esercitare l' influenza sua ( ed
influenza veramente portentosa e mirabile) sull' inviluppo aerifor-
me del nostro globo ; imperocché , se alla forza calorifica non si
opponesse quella che la gravili dispiega , sariansi le molecole
deìV aria nlmo^erica cotanto in alto slanciale, che avriano do-
vuto rimaner disperse indefinitamente nello spazio. Di qui è che ,
come il globo lerraqueo, mercé la forza attrattiva che spiega
colla sua massa verso lutti i corpi, incatenandoli a se, o<l ob-
bligandoli a restiluirvisi , qualora per qualche causa polente se
ne siano allontanati , cosi trattiene attorno alla propria superficie
le molecole del fluido atmosferico, non perniellendo ad esse di
allontanarsi che fino ad un dato punto, e solo di diffondersi enlro
certi deiermiuati limiti. Dal che pure procede , che siano altret-

•vere nn certo lìmite , dere «ncbe operarti talora io modo inrerco, a


motÌTO ai dell* ineguale ritcaldamenlo del globo , nelle diverte ore del
perìodo diamo, ti del Hatao e rìHoiito che, a tomiglìaoza dell'acqua
dei mari anche l'aria tobitce, tolto l'ìnHneoza della Lana»
Che quetio tatellite della Terra «pieghi ttilla colonna atmotrerica
ooa forza attrattiva, reinlta anche da ciò, che nelle regioni iutertropi-
cali il barometro icteato mottraai ben temibile ad una «pecie di Aiuto
e riAutao giornaliero. Di ratti «i ot«rnra che dalle* della mattina fino
a mezzodì 1 aria diviene di mano in mano più grave, per quindi farai
dì piti io più leggiera fino alle quattro pomeridiane, per quiudi ripeter
1‘aluroativa «teata fra la aera e la notte, in modo però meno tcnaibile
che nel ciorno.
(l) £ qnctta nna proprietà non etclutiva dèli* aria atmosferica^ ma
appartcoente anche agli «Uri Auidi gatoti tl templici che compoaii.

Digitized by Google
,

«

tanto pii\ densi
. .
di
dell’aria, quanto più vicini essi sono
strati
....
alla superficie della terra atlesocliù ivi la fona sua di attrazione
,

agisce con energia maggiore ; e viceversa che ne aumenti la leg-


gerezza in ragione clic essi sono più elevali o più distanti dalla
superficie terrestre. Deve per conseguenza esservi un punto , in
CUI la densiiii dell'aria essendo divenuta minima , non più por-
zione alcuna potranne esistere al di Ik; ed ecco il limite fra l’iu-
viluppo atmosferico e quello spazio interminabile, che alla nostra
mente non è dato di concepire.
Che nou possa l'aria atmo^rica indefinilaniente estendersi,
o che debba per essa esistere necessariamente un limite, viene com-
provato non solo dalle leggi della gravitazione ma anche da ,

altri argomenti. Per dimostrare die non piiù esser altrimenti , noi
niioveremo dall'ipotesi contraria; supponendo cioè che lo spazio
intiero o I' universo sia ripieno di aria atmosferica in uno stato
di rarefazione più o meno grande. Egli è evidente in tal raso, che
lutti i pianeti coi jespettivi loro satelliti dovrebbero condrotaie
attorno di se una qiianiiili di quell’ aria proporzionalmente alla
propria massa o alla respeti iva loro forza (l'attrazione; per modo
che Saturno e Giove , incomparabilmente più grandi del pianeta
da noi abitalo, dovrebbero essere inviluppati da masse d’aria
molto più considerabili, e di una molto maggior densitk di quello
10 c r atmosfera di questa nostra terra. Ma se così fosse , la luce
che dall’astro solare s’irradia verso uno od altro pianeta (sia
questo più grande o più piccolo del nostro) dovrebbe provare una
refraziune proporzionale alla densitk dell’aria, da cui quel pia-
neta stesso fosse inviluppato. Sia per confermare questo fatto,
sia per infirmarlo, non si richiedeva che d’osservare al lentamen-
te il passaggio di qualche pianeta di contro al sole. Wollasion,
11 quale osservò a quest’ unico oggetto il passaggio di Venere
davanti al disco solare, non potè scoprire refraziune di sorta;
doveccliè se il pianeta anzidetto fosse stato accerchiato da un
fluido aeriforme qualiimjue, e tale da aumentare di mano in mano
di densità quanto più si avvicina al corpo inviluppalo , i raggi
luminosi emanati dal Sole non avrebbero potuto non provare una
qualche sorta di refrazione nell' attraversare la massa di quel
fluido. E resullamenli consimili , comprovanti cioè la mancanza
assoluta di qualsiasi fluido gasoso attorno a Giove , d sono stati
somministrati anche dall’ osservazione dell'ecclissi dei satelliti
di lui.

III. Analisi, e sintesi dell’aria atmosferica. Ad onta che co-


stasse, per gli esperimenti di Rej e di Bajeii, che a II’ assorbì mento
d’ una porzione d’ aria era unicamente dovuto 1’ aumento di peso
che i metalli subiscono , durante la loro ossidazione in tal fluido,
pur tuttavia nessuno si dette la pena di ricercare , se la porzione

Digitized by Google
, ,

d* aria dai metalli assorbita era la cosa stessa di quella residua


nò tampoco di assicurarsi per altra via , se l’ aria almosjerica
fosse costituita di una sola, o di più materie gasose. Si rimase per-
tanto nella credeiita che 1’ aria fosse un corpo elementare , quale
gli antichi FilnsoG aveanla proclamata, e non si conobbe T erro-
neità di quest' opinione , se nou all' epoca in cui Lavoisier in
Francia , e Sdieele in Svezia , rivelarono al mondo intiero che
nell’ aria si conieuevano due materie diverse, per allora chiamale
mojrta atmosferica l’una, e aria dejìogisticala l’altra ; nomi che
indi a poco vennero trasformati in quelli di gas azoto, e di gas
ossigeno.
Per convincersi che 1' aria atmosferica contiene due fluidi
essenzialmente diversi , non si dee fare che bruciare in una misura
data d’aria (per es. in io poi. cubie.) un poco di fosforo , prima
rapidamente e con Gamma , e poi alira porzione lentamente : 11
fluido gasoso residuo a questa ripetuta combustione non è che
azoto; il cui volume essendo » poi. ^,q ri avvisa che il volume
dell’altro gas componente dal fosforo assorbito (l’ossigeno} è
poi. 3, 1 Per eseguir questa esperienza si fa uso di un provino
.

ricurvo ripieno di mercurio, e capovoltato su un bagno dello


stesso metallo , entro il quale s’ introduce un pezzetto di fosforo,
e quindi la porzione d’aria da analizzarsi (i), giù puriGcala dal-
l’acido bi-carboiiico per mezzo del latte di calce: Si applica poscia
il calore con un carbone ardente sotto la parte ricurva del provino,

e in vicinanza del fosforo, Gno a che pel calore comunicato esso


si accenda spontaneamente. Cessata la combustione rapida, s’in-

troduce di sotto al mercurio nel provino nuova qiianiiiò di fosforo


per esservi abbruciato all’ordinaria temperatura e nello spazio di
molte ore, e vi si fa poscia penetrare dell’acqua per assorbirne
gli acidi fomatisi dal fosfuin Quindi, sullo stesso bagno, si passa il
gas azoto residuo rial provino ricurvo in un tubogradiiato e dritto,
ove, presa nota dello spazio che occupa , se ue deduce 1' ossigeno
dalla differenza che passa fra il volume occupato dall’artn prima
dell’ esperienza , e quello che
occupa in appresso.
Si ricompone l’arsa atmosferica (e tale che pe’suoi caratteri
si Gsiciche chimici riesca somigliantissima alla comune) si ricom-
pone , dico , mescolando insieme i due suddivisali gas azoto e
ossigeno nelle proporzioni stesse , io cui ci sono stati sommiui-
sopra); oppure introducendo sotto una
strati dall’analisi (v. più
campana ripiena d’acqua , preventivamente bollita , o meglio ri-
piena di mercurio
,
poco meno che 4 eguali misure o volumi di
puro gas azoto, e poco più di i volume di gas ossigeno , coll’ av

(l) É neccMirio che il fatforo via in eccesso, sflRncbì , col pro-


trarre la combostione di esso , non rimaagaoo che delle leggiere tracce
d' ossigeno.

Digitized by Google
»:4
« erleata però che la temperatura dei due gas sia eguale , al mo-
mento di operarne la miscela.
Ovunnuc 1 aria venga raccolta , in terra o

sul mare , nelle
valli u sulle più alte moutagne del globo, nelle regioni polari o
sotto r equatore , ed a qualunque siasi grado di latitudine , tro-
vasi eh’ essa contiene l’ azoto e 1’ ossigeno sempre nel medesimo
rapporto , in quello cioè di 79 a ai (1). E questa costanza nelle
proporzioui di entrambi fe’ supporre a non pochi , che l ’ aria
fosse una combinazione chimica (un ossido d’ azoto) piuttosto che
un mescuglio dei due divisati gas.
Alla prima di tali opinioni dava gran peso la circostanza di
vedere , che sono sempre le medesime le proporzioni fra l’azoto e
l’ossigeno, fosse Varia raccolta in prossimitò della superBcie
terrestre , o pur lo fosse ad un’altezza di più migliaja ai tese,
anche sopra dell’istesso perimetro n del medesimo silo; men-
tre che se in isialo di semplice miscuglio queir azoto e quell' os-
sigeno si fossero, gli strali inferiori dell’aria avrebbero dovuto,
in ordine alle leggi di Statica , esser più carichi dell’ ultimo dei
divisali gas, ed all’opposto gli strati più elevati più ricchi del
primo , per la ragione che , in tempo di calma , obbedendo cia-
scuno di (|uei gas al proprio peso , avrebbe dovuto I’ ossigeno ,
come specificamente più grave, precipitarsi a basso, e l’azoto,
come più leggiero ,
starsene in alto.
Maquesto ragionamento è illusorio, coiiciossiachè per quan-
ta differenza passi nel peso specifico di due , tre o più gas , lu
stalo di espansione in cui sono mantenuti dal calorico , e la mobi-
lili delle loro molecole fan s\ che essi si mescolino uniformemente
a tulle le altezze , qualunque siano le proporzioni in cui si tro-
vano. Ond’ è che , come il peso relativo di ciascuno di tjuei gas
non vale ad impedire la tendenza che hanno a mescolarsi esatta-
mente fra loro , cos^ è insufficiente a distruggerne o cambiarne il
mescuglio, una volta che siasi formato (3).

(1) Gay-Lnisic ha dato l’nltima conrcrmi a questa reritS, mediante


1 analisi

istituita ta\\‘ aria , che egli sttsso nell'ultimo suo viaggio
arrrostatico avta raccolto all'altezza di 11,370 braccia tozeaue, aopra il
livello del mare.
(t) Se vero fotae che le molecole gaaoae obbediazrro alla aola forza
del reapettivo peso , ou boccale od un cilindro, che ripieno di gas os-
aigeoo foste colloc.vto , colla bocca rivolta io alto cd aperta , sul psvi-
nieulo di una stanza, dovrebbe rezlarne per zempre ripieno, per Iz
ragione che quel gzz è più pesante dell’ aria superincnmbente. Ed
altro cilindro, che, ripieno di gas azoto, fosse collocalo colla bocca ri-
volta in basso cella parte più elevata di quella ataiizu , dovrebbe del
pari restarne pieno, per ciò che n'è Varia sottostante alquanto più
grave. Ma sì l'uno che l'altro ai vuotano del gas reapettivo, e ti rìcm-
pioiio in sua vece di aria atmosferica. La tendenza che i gaz hznno
a barattar gli uni cogli altri il posto , per mescolarti eaattaraenle , si
estende lino a tal punto , che neppure in una veaaica può conscrvarai

Digitized by Coogle
Un esempio meglio atto a convincerci della tendenza , che i
gas hanno a mescolarsi l’uno coll’altro, ci può esser fornito da
«quelli che , rispetto al proprio peso , si trovano posti agli estremi
limiti della scala. Se nell’orlo, rinchiusa in un determinato spazio,
si versa una certa quantitk di gas acido bi-carbonico ( il quale

pesa circa una volta e mezzo altrettanto che V aria atmosferica')


questo gas obbedirà nei primi istanti alla propria gravità e scen- ,

derà ad occuparne gli strati più bassi , ma coi riposo non tarderà
ad insinuarsi e distribuirsi uniformemente fra le molecole di tutta
quanta la massa dell’ aria.
Avviene l’ opposto quando in un determinato spazio ripieno
di aria si versa del gas idrogeno ; il quale obbedendo nei primi
,

istanti alla propria gravità specifìca, si reca colla forza sua ascen*
sìooale ad occupare gli strati più elevati ; da dove poi sloggiando
si mesce aiich’ esso a poco a poco colle molecole degli strati sotto-
posti , 6 no a che siasi distribuito unifornieniente nell’ intera massa,
nel medesimo modo che far sogliono tutti gli altri gas.
Siamo pertanto dai resullameiiti dell’ esperienza obbligati
di renunziare all’idea , che Varia sia una particolar chimica com-
binazione di azoto coll’ ossigeno (uu ossido d’ azoto) , e forza è di
riguardarla come un semplice miscuglio. Ci conferma poi iti que-
stacredenza il vedere, che, mescendo insieme parti in volume
di gas azoto con ai di gas ossigeno, si ha un Iluido gasuso, il
quale , mentre non differisce dall’ atmosferico o comune in ognu-
na delle sue proprietà (v. pag. 173), non presenta nella somma
verun cambiamento di volume , nè tampoco è accompagnato da
svolgimento di calore; dal qual’ ultimo fenomeno nessuna combi-
nazione chimica va mai disgiunta.

In opposizione poi all’idea, che Varia fosse una combinazione


chimica , si è da altri creduto che il rapporto fra l’ossigeno e l’ a-
zoto potesse cambiare in modo assai sensibile, per la soltraziniie
che del primo di tali gas vien fatta dipendentemente dalla respira-
zione degli animali, dalle combustioni, fermentazioni ec.; dond’è
venuto che si dica, esser una tal’ aria o meno o più ossigenata di
altra (1). In questa credenza si sono immaginati diversi artifizj

puro un tal 0 tal' altro gas, di cui renne ripiena, se non per un certo
spazio di tempo. Se ai laaciano decorrere trenta o più ore, porziouc di
quel fluido oe scappa , ed in tua rece altrettanta aria atmosferica vi
penetra. 1 rasi porosi , come storte, e tubi di gres, e aiinilì , sono oel
medesimo casot E ciò fu spesso la causa, per coi io molti sperirocuti
di Chimica pneomatica .eone fatto di commettere ioeaattezze ed errori.
(l) Attribuire all' inopia del gas ossigeno le tante alterazioni , che
Varia induce nell’economia aoimale , direooe l'idea vagheggiata dei
Medici , come quella che , preudeudo di mira il principio vitale o il
solo fra i compooeuti attiri dell’uria , pareva meglio di ogni altra ac-
comodarti a tutte le spiegazioni ; senza però accorgerai che siffatta idea

Digitized by Google
, ,

•:6
. . . ,
uer delerminare la natura e qaanlilk delle materie eilranee, onde
l’arra è viziata , non che la deficienza del f;as ossigeno nell’ aria
attinta da diversi siti; dal che è nata V Eudiometria • Ma per
quanto non siansi dai Fisici trascurali alcuni dei mezzi , che più
atti erano a far conseguire la desiderata esattezza nei nesullanienti
dell’ esperienza , pur nullameno si fu ben lungi, come si è lulta-
via , dall’ ottenere il (ine per il quale V Eudiomvtro venne imnia*
ginato ; cosirchè non ci e stato ancor possibile di conoscere gli
enti per cui rendesi 1’ aria inquinata e malsana , come porterebbe
a credeilo il signifìcato stesso della parola Eudiometro che equi-
vale a ttrumenlo misuratore della purità del fluido che si respira.
£ innegabile che, dipendenieinenle dall’ azione di cause mol-
teplici e diverse , può 1’ «rrìa viziarsi , divenir malsana e portare
nel corpo dell’ nomo e dei bruti il germe di gravi malattie , non
che farsi mefitica a seguo da cagionare eziandio subitanea morte.
Non per questo però è cambialo sensibilmente il rapporto fra
1’ ossigeno e l’azoto per eccessiva consumazione del primo
, e di

maniera che siane , rispetto al secondo , rimasta difettosa la pro-


porzione Anche in aria la cui malvagiili sia ben comprovata
da mille fatti e dall'esperienza giornaliera, si trova che il rap-
porto fra due componenti sostatiziali (ossigeno e azoto) è quello
i

stessO'che si ravvisa nell’aria la più pura e salubre. Per lo che è


forza di convenire, che non nella mutata proporzione di essi,
non nella poverlò o scarsezza del primo o del gas vitale, ma bensì
in altre condizioni (e d’assai numerose per nostra mala sorte)
stanno riposte le cagioni che cutanio infestano , e disturbano la
umana salute.
L’ aria atmosferico , serbatnjo amplissimo di tutto ciò che
emana dalla superficie del globo e dagl’ innumerevoli esseri che
la ricuoprono,tutti nel suo seno ne riceve e ne accoglie gli eiTlu-
vj di ogni specie, innocui gli uni pestiferi gli altri , e le ree qua-
,

liiò ne assume, quand’abbia favorevole il concorso di varie cause


fisiche. Picco gli enti da accagionarsi per le tante malattie , che
svolgonsi in arie di qualsiasi maniera intjuinate ecco i fomiti
,

i semiiiii d’ innumerevoli malattie. E


ben pochi aliti o vapori
bastano ad infestare Varia, ad appestarla, e renderla una senlioa
di miasmi pericolosissimi (i); del pari che bastano ben pochi

irnplicaira io nn* aperta contradìtione , qnal ai è qnelìa che Varia dei


Irmghi elevati o moniuoai avrebbe dovuto esser men carica d* oasìgeuo
dì i|tiella dei luoghi bassi o delle valli , nell'ipotesi io allora ricevuta
ed ammessa , ebe i fluidi componenti 1' atmosfera dovessero obbedire
al respetttvo loro peso specifico. Ne avveoue quindi , che a purgare il
linguaggio della mediciua dalle parole d'or/a or meno osti^enata or
piti ossigenata uoo ai potesse pervenire, lìuo a tanto ebe ai ragicoa-
menti e alle indoaiooi non ai fece valevol contrappeso coi fatti, o coi
resnltameuti dell* eaperieaxa.
(i) È a tutti Boto quanto addivenga roaJaana l'aria dei fondi e

Digitized by Google
,

gts di deleleria indole , per contaminarla e renderla mefitica a


«egno da cagionare asfissia , o divenir micidiale nell’ istante.
Basteranno queste poche parole sulla vera cagione della mal~
vagitk dell’ aria per vedere quanto e qual conto far si possa
delle ricenalie eudiunietriclie , e per assicurarci al tempo stesso
che , sotto il rapporto dell' eudiometria l'arto inquinata e resa
malsana da cifluvj , non differisce dalla buona o salubre Laonde
se impossibil’è di determinare, mercè deli'£'f«f(rme/ni, la natura
o l’indole dei princip) onde l’aria fu resa contaminata e guasta,
non che di metterne in chiaro l’ esistenza , solamente il Fisico ed
il Chimico potranno di quello strumento giovarsi, per riconoscere

la proporzione che d’ossigeno si contiene in un volume dato di


una o d’altra aria qualunque (i). Alle quali cose se ancor si ag>
giunge, che il rapporto fra l’azoto e rossigeiio mantiensi presso a
poco lo stesso, nel caso pure che l’aria sia proiniscuata con gas
estranei , tanto più dovremo rimaner convinti della fulilitii del-
r Eiuiiomrtrìa nel vero senso di questa parola , o sia per voler
riconoscere le cause, per le quali l’aria rendesi malsana.

V. Ognun che conosca la natura dei fluidi gasosi, di cui l'at*


mnsfera è formata, e gli usi importanti di essa, non può a meno di
fare i seguenti Dei due gas (ossigeno e azoto) onde
riflessi. i.°
l’aria è costituita, uno solo è impiegato nelle inoltrnlici opera-
zioni naturali ; e tale si è l’ossigeno, quello cioè che figura per il
meno nell’insieme o miscuglio de’ due. i.° 11 consumo, che di

piani palodoftì, allorché, riconcentrate per il calore r^liTO, e fatte acame


le acque degli atagut ^ trovanai col& raccolte, e riunite in poco liquido,
le apoglie o gli avanzi di moltia$Ìmi eascri auiroali e vegetabili in pre-
da alla putrefazione. Le ateaae emanazioni tclluricbe potiaono, «otto certe
date condizioni <'aenza che nappiamo bene determinare in che conaistano,
e quale «lane la natura o 1' indole) poaaoiio , ripeto , da per «e aole in-
leatur V aria j o pur coutriLuìre poleulemcnle a renderne le qualitJt
malefiche.
Sono a cia«rcoo beo note le alterazioni di «ainte, di coi fasti caiua
l'aria delle maremme toacane , ft segnatamente dell' Agro Grosnetano)
io coloro che vi soggiornano negli ultimi mesi eativi e nei primi au-
tunnali ; e nenanuo dei Medici ignora i profondi guaiti che si »u»citauo
nei visceri addoinitiaii di quei maremmani , allora ioprattiitto che mal
ventiti, e mal paivciuti, ai espongono in tntte le ore del giorno iodistiu.
tameiite all* aria libera. Ve minore poi è il male , se , sotto il malefico
influsso di quell' ar/a. si lasciano, anche per poche ore, aorprenderc
dal sonno. Subdole febbri inlermiltenti di perfida indole , o peroit'ioae
come aogliono dirsi , sono le conseguenze tristi d’ imprudenza cositlatta.
non tanto nelle maremme noktre quanto nelle campagne di Roma (Ved.
Taddci Jiepartorio dei Veleni Voi. Il, nag. aSSaa^i),
(l) Tali essendo gli oflSrj AtW Eudiometro y si é creduto bene di
cambiare la parola Eudiometria in quella di Ossirnetrìa , come più
adattata a darci idea delle operazioni che con quello «trumento si ese-
guiscono , c a indicarci i veri osi di esso.
Taddzi , farmacolog. Foi. II.

Digilized by Google
1^8
osiigeno vien fallo , è continuo e copioso. Ma a fi-onlo di lutto
questo, la proporzione fra l’ouigeno e 1' asolo mauiiensi cosiaii-
Icmmie la sies>a : Nè abbiamo d’altronde verun argomenlo per
supporre, die nei secoli indietro si contenesse nell' uria maggior
quaiililè d’ o.-.sigeno <li quello die ora ve ii’ esiste; come non sem-
bra clic quesia sia andai» e vada gradnianiente scemando, per la
r.-igione che , l'allo il coiiironto fra i resultali delle più recenti ana-
lisi sul fluido atmosji rico e quelli di altre isliluiie sul medesimo,
al principio del secolo atiuale (epoca in cui 1'
esaliezsa dei mezzi
analilici era per questo lato egualmenie conosciuta die oggi) non
si scorge differenza veruna , che dir si possa sensibile.
Non vi ha dubbio che al solo ossigeno deve il fluido atmo-
ijerio l’azione sua benefica nelle operarioni tutte , che per esso si
compiono nella natura ; e che la presenza dell' azoto o l’ interpo-
sizione delle molecole di questo fluido fra quelle del primo, non
fa che moderarne l'azione troppo energica (i). Dall'esperienza
siamo oggi funi ceni che non solo van peggiorando le condi-
,

zioni morbose degli individui affetti da malattie polmonari, ma


che favorite sono eziandio le disposizioni ed aumentala la su- ,

scettibiliik a contrarre le malattie infiammatorie nelle persone


che godono di una perfetta salute, qualora si queste che quelli
vengano obbligati a respirare del puro gas ossigeno (a). Inutile è
poi di ricercare le cagioni , per cui a moderare la troppo energica
azione del gas ossigeno , la natura siasi valsa del gas azoto a pre-
ferenza di altri che essendo egualmente inerti avrebbero potuto
,

servir all’ uopo con parieffetto. E tale per veritk sarebbe l’ idroge-
no ,
il quale
, sebbene irrespirabile come 1 azoto, e per se solo
inetto a vivificare il sangue, è d’ altronde innocuo o non deleterio
per se stesso. £ facile a chicchessia di avvertire , che, mentre per
corte condizioni fìsiche , e segnatamente per la gravità specifica ,
r azoto si discosta ben poco dall'ossigeno, l'idrogeno se ne al-
lontana assaissimo ; circostanza che non è di piccolo momento ,
perchè ne resulti omogeneo il miscuglio (3). Oltre di ciò ben si
accorgerà ciascuno, che, se all' azoto dell’ atmosfera venisse sosti-
tuito l’idrogeno, non più fuoco, e specialmente fuoco con fiamma,
potriasi produrre o recar nell’ aria , senza dar luogo ad una con-
flagrazione universale.

(i) V. Klem. di Farmacologia Voi. I, edit. 3 , Gas iato pag. 3a.


(3) Oltre a che molte delle malattie, onde l'uomo è afSiito, sareb-
bero più ditìirilrocnte domabili , se di solo gas ossigeno l'oste caatituito
il fluido atmoaf'erico , la più piccola iroprndeota (mi valgo delle espres-
sioni di Berzelìus) che in tal caso ai t'osae commessa, nell* nao del l'uoco,
avrebbe incendiato gran parte della superfìcie del globo.
(3) (Per gli eliciti che il gas idrogeno ìudnce sugli organi della lo-
ouela , quando venga ìuspirat*. insiem col gas ossigeno , vcd. Elem, di
rarmacotogia Voi. 1 , ediz. a , Gas idrogeno pag. a3 oot.

Digilized by Coogle
,

179
E innegabile il fallo che d’ossigeno fanno perennemente con*
snmo non solo gli animali colla loro respirazione, ma anche le
semenze nella germinazione, e che non piccolo nè infrequente n’è
pure il consumo per parte delle combustioni , delle fermentazioni,
delle ossidazioni di varj corpi, non che di altri naturali processi.
Pur nondimeno, se si ha riguardo all’ enorme massa di fluido
aereo ,
onde il globo nostro è inviluppalo , il consumo fallo in
ossigeno per le cause tutte soprindicale non oltrepassando, nel

corso di un’intero secolo, — —


?

7100
del peso di quello
*
che nell’arsa

contiensi, non è per cosi dire apprezzabile ( 1 ). Comunque piccolo


d’altronde il consumo ne sia , certo è che nel volgere dei secoli
dovrebbe questo rendersi sensibile ; e che se ciò non avviene
forza è che in qualche modo la natura non solo ripari alle perdile
in ossigeno sofferte , ma che faccia anche sparir l'azoto eccedente,
trovandone in qualche modo l’ impiego.
Rispetto a quest’ ultimo opinano alcuni , che, per mantener
l’equilibrio nell’atmosfera, la natura si serva del processo di ni-
trifìcazione ( 3 ). Quanto poi a reintegrare l’ ossigeno consumalo ,
è probabile che la natura si valga del seguente provvedimento: li
gas acido bi-cai bollico prodotto dalla respirazione degli animali ,
dalla combustione , dalle fermeiilazinni ec. versato in seno del-
l’ atmosfera , è dalle foglie delle piante inalato sotto l’ influenza

dei raggi solari , e negli organi loro decomposto per mudo che il
carbonio ne rimane riieiuilo c assimilalo alla propria sostanza, c
1’ ossigeno rigettato. Dovrassi pelò credere che questo processo di

decomposizione basti a ruiiipensare tutte le perdile, che d’ ossigeno


si fanno ad ogni istante (3)?.... Egli è certo che dovrebbe in in-

verno esservi deCcienza , s'i perchè 1’ azione dei raggi solari è di


assai corta durala, s\ perchè languida o nessuna è la vegetazione,
e scarsi gli alberi che rimangono rivestiti di fronde. Pur tuttavia
non si vede che il rapporto dell’ ossigeno all’ azoto uel fluido at-
mosferico sia , durante l’ inverno, minore che nell’ estate. Non è
ioi da credersi , conforme da alcuni si credette , aver vegetabili
i

fa lacoliè di decomporre , col favore dei raggi solari , l’ acqua

ft) Cos) resulta dai calcoli istituiti da Prcvost , calcoli però, nei
quali per varie cagioni è ben dìrticile dì conseguir P esattezza.
Qncst' ipoleai eondurreblie ad ammettere potersi la nitrìfìcazione
eflfettnare, non per opra aolamente dell* azoto erdiilo dalle materie orga-
iiicbe in pulrel'azionc , ma di quello eziandio dell' atmosfera. Sn tal
snbietto sono ancor divise le opinioni dei Cbimici.
r3) Oltre al baratto operatoti fra gli animali e le piante , dando
qaelli a queste del gas acido bi-carbonicu per rìcereme in cambio del
gaa osaigeno, egli è pnr da tggiuogersi , ebe , in tempo di tenebre, i
vegetabili non aolo ai astengono dall' operare la decompoaizione del gas
arido anaidetto , ma cttlauo torbe piò o meno di quello elaborato o
formato nei proprj organi.

Digilized by Google
,

iSo
aatorbiu o 1’ acqua propria di vegetazione ,
per ritenerne l’ idro-
geno e versarne nell' aiiiioàleia l’ ossigeno. QuesiMpoiesi è dimo-
strata falsa e couvien dire che le risorse dalla Natura impiega-
,

te , per riparare alle perdite dell’ ossigeno , sono un punto di


dullrina , su cui regna tuttora moltissima oscurili.

VI. Proprietà fìsiche. Che il fluido aeriforme di cui si tratta


sia traspareute, invisibile, inodoro, e insipido , è cosa che tutti
sanno, e che lutti di cade sotto nostri scusi. Questo stesso fluido
i i

è anche compressibile in grazia della sua grand'elasticità; pro-


prietà che lo rende pur suscettibile di rarelazione per mezzo del
calore ; ed è pesante a segno , che con la sua pressione può bi-
lanciare una colonna di mercurio dell’altezza di centimetri o

siano a8 pollici e — di linea (t), ed allorché è secco è un disa-

datto Conduttore del fluido elettrico.


Queste proprietà aria sono della più alta importanza

() Su ijiiest* praprìetS dell' arra i appunto i'oudata la teorìa del


Tarometro (V. Stnitncnto di tfuesto nume)*
Se ofA ftì riilcUe che il »
rbe una colooaa d aria atmotTencA
esercita 6(i d* mia data •npcrlìcie , è eguale al peso che su di que-
lla eserciterebbe uut colutina d'acqua alla circa trciitadoc piedi , ed
t4|iiivalcnte ad altra di merrurio dell' aiterza di pollici, ^ l'acìle ,
jiresa coguiziooe della catesa supeiiicie che il corpo limano presenta
(riuuita quella del suo allibito oli* altra delle cellule esisteuti nell* or-
(

gano polmonare) è tacile dico, di assicurarsi per la via del calcolo,


,

che su d' un uomo di media staturt , gravita un peso di circa ^7000


libbre toscane d'aria atmosferica. Pare dunque im|>oasibi)e , che « con
ai enorme peso addosso, gli antichi Ulosoii ardissero di sostenere sol
serio y che l'aria non era pe^siite ... Se noi iiun ci sccorgiamo di
!

c<.sere oppressi da sì gran peso, ciò è perchè ne siamo in o^nì parie


del nostro corpo iiinrornieiiicnte aggravati e perchè
, 6iiidt elastici
i

rinchiusi in alcune delie cavità luleme del nostro corpo, in qualche


modo bilanciaoo colla loro reazione il peso dell* aria esterna. 5el qual
modo d* esprimermi , io voglio alludere al fluido atmoslcriro (e aopral-
tutto all* a/oto. di cui gli orgaui respiratori non residuo mai vuoti per
*
1 adatto , non che ai gas che in parte negl' iiitcslini spontaneamente si
svolgono, e iti parte vi s' introducono, giacché nella cavità sì della pleura
ci e del peritoneo niuiia porzione di gas si couticue. be così dt Ite ventose
o coppette applicate sulla pelle et dimostrano 'benché non adatto vuote
d'aria) a quali guastr funesti l'organismo sarebbe io preda, se per un
solo momento niaucasse la pressione atmosl'erica. il respiro aoeloso
l’adjmio, e qualche volta aurhe lo sputo fanguigno, cui sono andati
iiicuuiro coloro che si sono recati sulla sommità di altissimi monti ,
,

o che nei globi acreostalici si sono inalzati alcnne miglia sul livello
coinuue, altro non sono che l'effetto della diroinnita pressione: tutti
teuommi d'altronde che ci ricordano l'infinita sapienza del Creatore,
il quale
,
per niauteuere alla natura il carattere della semplicità , volle
che lo stesso fluido che agli auiiuali serve di pascolo nella respirasiune,
servisse anche col proprio peso a regolare il corso dei loro umori , c a
mille altri iroportauii ulTicj.

Digilized by Google
,
-,

iWi
p«r gli sladj del Chimico, e meritano di essere attentamente stu-
diale.
h’ aria che mostrasi del tutto incolore , fintantoché i in una
quantith limitala , si presenta ben diversamente quando è in una
gran massa , essendo che per essa Io spazio che comunemente
chiamasi cielo ci comparisce tinto leggermente in azzurro. Ond’è
che a tutto ricore non puossi riguardar Varia qual mezzo as
snlulamente trasparente; poiché se cosi fosse il nostro sguardo,
attraversando l'inviluppo atmosf* rico , anderebbe a perdersi nel-
r oscuriti); mentre all' opposto godendo Varia fino a un certo
punto della proprielli di refrangere raggi luminosi , ond'c per-
i

cossa e penetrata , la luce dell' astro diurno non solo diviene piìi
sensibile, ma si E dietro
spande anche con maggior uniformili).
ciò ben si comprende perchè
azzurrognola liell' atmosfera
la tinta
rendasi tanto più manifesta o sensibile , quinto meno di vapori
acquei essa ritiene , e penda invece al biancastro , qualora trovisi
in condizioni opposte.
Merita poi di esser attentamente esaminato il modo, col quale
1’ aria atmosferica vien riscaldata dai raggi solari. Questo fluido

godendo di nna gran diafaneilb , non decompone raggi luminosi i

dell’ astro diurno , e per conseguenza non ne rimane riscaldato.


Ma appena giunti quei raggi su di una superficie opaca quale ,

appunto si è la crosta della terra , vengono ivi tosto decomposti


per mudo, che il calore n'è in gran parte assorbito, e la luce
reflessa con angolo eguale a quello di sua incidenza (0. Quindi,
riscaldala che sia la superficie lerraqiiea, porzione anche del ca-
lorico vien rimandala e rispinia verso l'atmosfera. £ dipendente-
mente da ciò non solo l'aria che poggia immedialamenie sulla
terra , ma
quella eziandio degli strali successivi o più vicini , ri-
sente azione del calorico riverberatole della superficie terrestre;
1’

mercè che quell’ aria venendo rarefatta acquista una graviiK


di
specifica minore di quella, onde sono formali gli strati sovrapposti
a traverso i quali si apre , In grazia della propria leggerezza , una
strada , e si solleva più o meno in allo ; ma ben presto compar-
tendo a quella che e più fredda il calorico gili acquisito , finisce
col raffreddarsi aiich’ essa , e coll’ eguagliarne II peso. Frattanto
però nel posto dell’ aria , che rarefatta si sollevo, ne subentra
altra più omeno fredda, la quale subendo la sorte istessa della pri-
ma fa si che per mezzo di tali alternative il fenomeno si riminovi
,

per più volte di seguito , in ogni sito che dal Sole è percosso (a).
Tale è il provvedimento savissimo che la natura ha preso per

(i) Ted. Elem, di Farmacologia 'Voi. I ,


ediz. a ,
Sei. I ,
Art. IV,
p«g. »og «c.
fa) 5on però il feaomeno si ripete rolli stesse forze pel motivo
che 1* obliqnilk dei reggi sobri . tallo stesso punto del globo , ersses •
srema ad ogni istante del perioda diurno.

Digitize . Google
rinfrescarl’ ambiente aereo , muovendone e rinnuovandone conti*

nuamente gli strali più bassi , indipendenieinenie dall* altro cam*


biamento ancor più considerabile, che viene in essi suscitato da
quella mirabile alternativa, con che su di ogni punto del globo ai
giorni si succedono le ..otti.
Or non potendo, come di sopra si è detto, esser Varia ri-
scaldata dai raggi solari , che a traverso di essa penetrano , in
quanto che alta non è a decomporli per appropriarsene il calorico,
evidente egli è che tanto più intenso deve estere il freddo, quanto
maggiore è la distanza cui c’inalziamo dalla superfìcie della ter*
ra; come
quella sola che dolala estendo di assoluta opacità , tutto
quanto fluido luminoso ne respinge , e il calorico ne assorbe.
il E
tale pertanto si è il motivo, per cui nelle regioni più fredde del-
l’atmosfera la temperatura fassi per ruoino intolleraliilc , essendo
d’assai al di sotto di quella del gelo; tale pure il motivo per cui
regnano perpetue le nevi nelle montagne più elevate non eccet- ,

tuate quelle che situale sono sotto la linea equatoriale ().

NeH'artacomune trova sempre una tenuissima quantità di


si

gas acido bi-carbonico (a) e di vapore acqueo, dai quali , comec-


ché estranei aflaito alla costituzione àeW aria cUmotfcrìcn ^ non
va esente nemmeno l’aria raccolta sulla superfìcie dell’Oceano
odi altri mari, laghi, tìumiec. , nè quella tampoco delle più
alte montagne o delle elevate regioni dell’atmosfera, conforme
l’esperienza ha dimostralo per ripetute analisi fattene Inforza
delle Cognizioni, che oggi possediamo su fluidi aeriformi, ma so-
i

prattutto in forza dei resultali ottenuti daU’esperienza, non puossi

i) V, Eleni, di Formacolof. e<ti«. a, Voi. I, Sei. I, Art. IV Caloriro.


f9) Si i per mollo tempo cretliilo , che il gas «rido bi-c«rlionico
frAmmiito «i cumponeoti deU' aria nipprcseatAAie circo ima ceatraiina
parte del volume di raaa ma qiteaia quantìtS n* è troppo alta, e mal
;

calcolata, pel motivo che r lini dilVicile evitare le circoatanee tulle, che
in coaidalte valutazioni possono esser causa di sbaglio. Egli ^ vero che
Delle stanze ove soggiornano le persone o si trovano riuniti dei bestia-
,

mi , ove ardono molte fiaccole , o ai brucia carbone ec. puù trovarsi


1* acido bi-rarboniro nella proporzione anzidetta, e anche di molto
mag-
giore :ni.v nell’ aria comune, che è libera, il predetto gas non oltrepassa

per l' ordinario la millesima parte del volume di es-a , se pure la


qnantitti non ne A anche al di sotto, conforme venne dimostrato da
Ualton. stato ijuindi recentemente osservato da Sausaiirre, esser l’acido
bi -carbonico io una proporzione sensibitmeiite maggiore nella notte che
nel giorno; la qual ditferenza ^ indubitatamente dointa olla decompo-
sizione del ridetto gas in gran pane operata dai «egeiabili, sotto 1' in-
flusso delia luce solare. Per il che non è da sorprendersi se. !' aria
trovasi condita da più acido bl-carbonico in alto che in basso come.

lo stesso .àaussurre ha verificato; sempre inteso per altro che ciò av-
venga per pochi momenti , avendo noi detto esser proprieth costante di
tatti ì gas di mescersi esattamente fra loro, per quanto grande sia la
diflerenza nel respettivo loro peso specifico (v. pag. lyt).

Digitized by Google
irti
Irtipugnare che di (enuistìmi (]iiaiilit 2 di gas acido bi-carbonico b
i

inibrattau l’/irto ,
clic forma gli serali più elevati ed ultimi del*
ratmosfera (i) come n'è imbrattata quella che costituisce primi oi

più bassi. Non è perù probabile che lo stesso avvenga per il vapore
acqueo, sebbene aneli' esso in quantilù or maggiore or minore
trovisi interposto Ira le molecole dell’ nriti (a). Sappiamo per ac-
curatissime esperienze istituite da varj Fisici moderni, che vapori i

sollevatisi da varj liquidi, i quali sono per loro natura pochissimo


volatili alla temperatura ordinaria, hanno un limile , e che que-
sto limite varia |ier ciascun corpo a diverse Irroperatiire. E oggi
nolo che all’ rirdinaria temperatura si volatilizzano non tanto il
mercurio quanto l'acido tri-solforico ec., c che il respetlivo sapore
essi lanciano s'i nell’atmosfera com’ in altro gas, d.i coi vengono
premuti. E Faraday, il quale ha bene studiato questo fenomeno,
ha osservalo, che ameiidue i sopra divisati liquidi, rinchiusi iti uno
spazio chiuso , come per es. in un cilindro ripieno d’aria, tra-
mandano dei vapori , i quali però non si sollevano che fino ad
una determinata altezza. Lo sperimentatore anzidetto ha veduto
che delle foglie d'oro, sospese all’altezza di io pollici dalla su-
perfìcie del mercurio, restano dai vapori di questo am.algamate
ad una temperatura di 30 gradi del Term. ccntigr. , mentre ad
una temperatura di soli 10 gradi non vengono incontrate o per-
cosse dai vapori mercuriali , se la distanza n' è maggiore di 2 pol-
lici ; E se poi la temperatura è abbassala 6 no a zero, Tamaiga-

roazione non ha luogo che in vicinanza della superficie del


mercurio totiopnstn.
Deve ora , secondo ogni probabililii , accader lo stesso ri-
spetto ai vapori acquei, che s’tnsiiiuano e si spandono nel fluido
atmosferico; nel qual modo essendo, la superficie loro orizzontale,
o lo strato di confine deve essere più o meno al di sotto dell’ ul-
timo strato d’ aria.

11 calorico specifico dell’aria è 0,266^, paragonato a quello


dell’acqua consideralo na 1,0000, con che s’intende che ne deb-
ba essere eguale il peso per entrambe. Cresce per altro il calorico
Specifico nell’ nria rarefatta , ma in una maniera non per anche
conoscinia , e non proporzionata , per quanto pare, alla rarefa-
zione solTerta.

( 1)
I viaggi falli in globi aereostatiri da var) Fisici ci hatiuo di
ciò assicurato («. a questo riguardo anche la nota di pag. »74)-
(a) Certo ^ però che « «ìa il vapor acqueo, aia il gas acido bi'car*
booiro, eaai debbono al pari dei veri ed ea-tenziali componenti deU’arr/i
C'iaatgt no c azoto) «lebbono, diro, avere tal denaith. la quale sia in ra«
gione inversa della distanza loro dalla snpertìcie della terra , dalla cui
forza d* attrazione non possono non essere ioflneosati del pari che
sono tutti gli altri corpi.

Digitized by Google
|84
Suscettibile com'è di rarefarsi (ino alt* infinito , l’orta gode
di ona forza d’espansione soromamente diversa. E se tiensi dietro
al modo con che l’elasiicitb deirarta diminuisce o si accresce,
si osserva che siffatta facoltb è sempre in ragione inversa del vo-
lume che essa assume d’ onde segue per necessaria conseguenza ,
:

che se la forza d’espansione dell’arra o la sua facnhli di dilatarsi


diminuisce nella stessa proporzione che ne aunienla il volume,
cosi anche ne dovrb l'elasticitb aumentare a misura che il volume
ne diminuisce (i). Quindi nel modo stesso che può roria essere
estremamente rarefatta , cosi può essere fortissimamente compres-
sa , e fino a tal punto da non esserci recipiente o strumento , per
quanto resistenti abbia le pareli, che possa ritenerla senza correre
il rischio di fracassarsi : À fronte di ciò essa non perde la sua for-

ma gasosB , non conoscendosi ancora nè la pressione nè il grado


di freddo che si richieggono, perchè l aria atmosferica possa mu-
'

tare stato.
Anche nel dilatarsi per effetto del calorico, l’aria segue un
andamento regolare; si dilata cioè in modo da mantenersi in un
rapporto semplice col volume suo primitivo. Cosi per es. un vo-
lume d’ aria , che alla temperatura di zero occupa lo spazio di
loo pollici cubici, ne occupa uno Hi 187 pollici e mezzo, qua-
lora venga riscaldata fino al calore dell arqua bollente; che è
quanto dire, che per ugni grado del Ternionieiro centigrado l'aria
si dilata di 0,00875 del suo primitivo volume , o di quello che
presentava quando trovavasi alla temperatura di zero. Ond'è che,
ier rappresentarsi in un modo più semplice la dilatazione che

f'aria subisce in forza del calorico, poirii dirsi, che, per ogni
100 gr. di questo, aumenta di poco più di un terzo il volume di
quella. Ma do che ancor più interessa si è, che la dilatazione
provata dall’aria , sotto razione del calorico , mantiensi costan-
temente la medesima, progredisce cioè colla stessa proporzione a
tutte le temperature , comunque rarefatta essa sia , o pur venga
da qualunque forza compressa.
Costando Tarla , non di solo azoto e d’ossigeno , ma in un
con questi anche di più o meno gas 'acido bi-carbonico e di va-
por acqueo , come testé dicemmo, la pressione che T atmosfera
esercita sulla superfìcie del globo , resulta dalla somma dei pesi
parziali delle sostanze anzidette , per ciascuna delle quali è ine-
guale. Ammesso pertanto che il rapporto in peso fra i componenti
delTarta sia quello stesso, che la inedia di varie analisi ci som-
ministra , e segnatamente

(l) A questo modo di comportarsi dell’ aria si dA in Fifira il no-


me di Leg^e di Mariutte ,
per esaer questi stato il primo a prendere
in esame aimil proprietà.

Digitizeùby Cuogle
iRS
di 75,55 gai aiolo
a a3,3i gas ossigeno
-I- i,o3 vapore acqueo ( 1 )
-f* 0,10 gas acido bi-carbonico
•«» 100,00;
e che la pressione esercitata dalla massa di essa sia equivalente

ad una colonna di mercurio di a8 pollici e di linea ,


le pres-

sioni parziali per ciascuno dei surriferiti corpi sono come appresso.

poi. lÌD. rrotet* di Un. centimrtn


per il gas azoto , . . ai, , 53 57,4 180
per il gas ossigeno . . 6, , 56 i7.:a3a
per il gas acqueo . . o, 3 , 4? o,7Ka8
per il gas ac. bi-carbonicn o, o, 34 0,0760
Poli, ab, o, 90 Centim. 76,0000

Tal’ essendo l’allezza, cui il mercurio è dall’atmosfera soste-


nuto entro tubi barometrici ogni piede quadrato della superficie
i
,

terrestre resta gravalo di un peso di libb. toscane a955, e mezza,


e in quello stesso modo che ne resterebbe quel perimetro ag-
gravalo, se vi poggiasse sopra una colonna di mercurio alla a8

poli, e di linea, 0 pur altra di acqua dell’ altezza di circa 3i

piedi e Intendesi per altro di parlare dei ponti più bassi della
j (3).
faccia terrestre , o che sono a livello delle ac(|iie del mare, giac-
cliè la graviiù o la forza premente del fluido atmosferico decresce
in ragione dell’altezza, cui i corpi si trovano. Donde avviene

che se, il barometro segnando 76 centimetri (poli. 38,0,^) la

pressione atmosferica sulla superficie del mare o a livello di essa.

O) T.l' i II qninlitii dell’acqua Taporoaa calcolata sulla capacità,


che 1* aria ha per il vapore acqueo ad una temperatura di io gr. sopra
aero del Termometro ceutìgrado.
Cou questo dato i tacile di calcolare il pese, che per parte del-
1' aria il globo terraqueo sostiene su tutto il suo ambito.

Stando la gravità specihea del mercurio a quella dell’ acqua nel


rapporto di i 3 5 M> a 1,000 (alla temperatura di 17 Tcrm. centigr.) serve
,

di moltiplicare la colonna barometrica del mercurio per | 3,556 , e di-


viderne il prodotto per |3 , ond’ avere 1’ altexaa di nna colonna d’acqua
di egual peso, dato che eguale pure siane il diametro. Questa sarebbe di

poli. a8,o,.^ di lin.


' '
X i3,S56
irz 3l piedi , 8 pollici , 8 linee (o siano

braccia toscane l6 • } circa).

Digitized by Google
è dì circa ^ 9^5 libbre e mezza, per ogni piede quadrato di super*
fide, come di sopra abbiamo detto, diminuirà dì io5 libbre,
recandosi a tal’ altezza, sopra il livrllodel mare, ove il barome-
tro segni pollici; che è quanto dire dovere il pesodeirortA
andar diniiiiuendo di libbre 8 e once 9 per ogni linea , die il
mercurio sì abbassa entro il barometro (i)»
In questi fatti , che ognun conosce , stli riposta la causa |>er
cui capovoltando con destrezza , In una lazza di mercurio , un ci-
lindro ripieno di questo stesso liquido, lo si vede abbassarsi sola-
mente fino al punto da restarveiie ancora per l' altezza di circa
28 pollici (^), partendosi dal livello che segna la superficie di
quello coiitenuin nella tazza; cd ivi del pari sì scorge perchè ese-
guendo la medesima esperienza coll' acqua , questo liquido non si
abbassi neppiirdi una linea, per quanto il cilindro o lo strumento,
in cui contieiisi , abbia una lunghezza dì 3o , 4^ ^ più pollici;
Colla spiegazione dei quali feuomeni si riattacca quella delle
cause, per le quali nelle trombe aspiranti non sì può far ascender
l’acqua al dì sopra dì 3i piedi (3j, del perchè pure l'acqua od

(1) Essendo di circs 9 migli* geogrs6cbe il faegio, cui 1 iovìlnpoo


*

aereo ai estende o a* inalza, aiilla superfìcie del globo, aerrìrebbe di ai»


ridere quest’altezza per il nomerò delle linee della colonna barometrica
del mer'tirio, perché dal quoziente venisse espressa 1* elevazione , cui
r osservatore si trova sopra il livello del mare, per ogni linea che il
mercurio abbassa nella canoa barometrica. Ma i resultameoti del calcolo
non ne sarebbero esatti , per la ragione che diminuisce di strato io
strato la drnsith dell'ar/A, in ragione dell'altezza o distanza dalla sa-
perfìcie della terra. All’ oggetto adunque di otteoere la desiderata esat-
tezza in tal sorta di calcoli . o di aeierminare le diverse altezze per
mezzo del Barometro, reiidesi necessario di fare varie rrltilicazioni di-
pendcDtemenle dalle cagioni di sopra rtiuociate (v. i Tratt. tii Fisiea)m
(1; La porzione superiore del tubo o ciliudro, che per tal modo è
rimasta vecua , è conosciuta col nome di vuoto Torricciìiano da Tor-
ricelli , che, tentando il primo rotai' esperienza , inventò il Barometro,
( 3 ; La ditfermza, con che per questa parte si comportano i due lì-
quidi , dipende da ciò, che una colonna d'acqua dell'altezza dì circa
3 piedi * pesa egualmente che altra di mercurio avente lo stesso dia-
i

metro, ed alta soli a8 pollici , conforme si disse alia pag. preced.


1/ impossibtiilh di far ascender l'acqua a maggior altezza di S%
piedi, col mezzo di un' unica tromÌ>a aspirante (fenomeno, di cui ai renda
cosi ben ragione dopo la scoperta del Barometro) era prima di lai' epoca
snicgdls coll' ammettere ,
che al di là di no certo punto (vale a dire
oltre i Si piedi per l'acqua, e pollici pel mercurio; la natura avease
antipatia od orrore per il vuoto. E si vuole che a simil rifugio facesse
ricorso Galileo, allorché da alcuui lontauieri di Roboli venne richie-
sto ili dare apiegazione del come 1 acqua asceudesse nelle trombe, fino
a Sa piedi , c non al di là. Non c però rerisimile che Galileo a* inda-
cease a proferir cosa, di cui uou potea egli mede^^ìmo esser convinto,
giacché, per quaiitn non fosse stato ancora inventato ì) Barometro, nè
posta in evideuza la pressione che l’azza atmotferica esercita su i
corpi ,
com' in appresso lo fu da nuo dei più dotti snoi discepoli {Evan-
gelista Torricelli; pur tuttavia non ignorava lo stesso Galileo caser rart'a
,

Dk-.:*' iibyCiMiglc
ìH"]

•Uri liquidi non escano, se non a stento o pef messo di scosse, da


tubi aventi un anfjusto diametro , ad onta che veogano rovesciati
colla bocca in basso (i).

VII. Proprietà chimiche. L’ ano non subisce alterazione di


sorta, sia che venga esposta ad un calore il più violento, sia che ne
venga bruscaùtcnte abbassata la temperatura molti gradi soito lo
cero. Moltissimi sono corpi , su quali non solamente a caldo ,
i i

ma anche a freddo, esercita la sua azione ; e fissando sopra alcuni


di essi , o in totalità o in parte, il proprio ossigeno, li converte in
corpi comhiuli: Sul qual argomento ritorneremo in breve, e tutte
le particolarità ne preuderemo in esame.
Purificazione. L’ aria otmosfrrica può esser purificata dal
gas acido carbonico per mezzo delle lozioni nel latte di calce,
o nell'acqua alcalizzata da un poco di potassa o di soda; c d.al*
1’ umidità o dal vapore acquoso, con farla attraversare per un ci-

lindro coiiicnente dei fraininenti di cloruro di calcio ben secco.


Con tali mezzi purificata , vien dai Fisici e Chimici presa come
tipo, o come termine di comparazione , all’ occasione di voler dev
terminare il peso specifico dei varj fluidi aeriformi.
Richiedesi per altro molta attenzione ed esattezza per deter-
minare , nel caso di una rigorosa analisi, la quantità del vapore
acqueo, e del gas acido hi carbonico che sono contenuti nell'artd.
Si suole per l’acido bi-carbonico far uso di acqua di calce, la
quale s’intorbida per il bi-carbonato calcareo, che formandosi si
recipita : per il che fa d'uopo, che molta sia od in grau volume
r aria sottoposta ad esame onde poter apprezzare la quantità di
,

un gas , che nella massa di es^a appena figura per una millesima
parte (v pag. iKa nnt ). Bisogna quindi mettersi in guardia da
una circoslaii'a , che può esser causa di forte errore , nel quale è
facile che l’operatore incappi, se non è abbastanza esperto ; e
questo si è , che , qualora la soluzione o acqua di calce sia prepa-

un corpo pesante; E che fosse così ben lo dimostrano le importanti


esperieure da esso istituite sulla raduta dei grasi , mentre era studente
in Pisa , e i tanti corollarj che a prò della Srien/.a e delle arti poi se ne
trassero E se pure h vero, che la eiiriosi'li dei postulanti abbia il tìalileo
appagato colla trivola risposta dell orrore avuto o sentito dalla natura
per il vuoto assai probabii* h che niiel g'and' nomo abbia così risposto,
memore delle amarezze e delle nmilia/ioni che presso il Tribunale del.
.

l' Inquisizione avea dovuto altra volta solfrire solo per aver detto delle
scritti.
(l) Ilmercurio stesso, a fronte del sno gran peso, non esce dai
tubi di un angustissimo calibro . come sono tubi termometrici
i se ,

non ^ dilatato e rarefatto per mez.o del calorico. Rispetto a che egli
è pur da osservarsi , che all* usi'ita dei lìquidi da esili tulli fanno
ostacolo non solamente aria atmosferica col sno peso, ma aiiebe la
forza di capillarità, o aia 1' attrazione , che le interne pareli di quei
coutiueuti esercitano aii colouue di liquido aventi un picculissiiuo dia-
metro.

Digitized by Google
,

iR8
rata con acqua previamente bollita , come far fi tnole all’ oggetto

di fpogliarla dei gas che ritiene condensati ,


avviene che questo
liquido assorba alcun poco d’ ossigeno e d’azoto dell’arsn stessa
messa io esame; la cui disparizlone ha fatto si , che se ne valuti
l’acido bi-carbonico per più di quello che in realtù vi si trova.
Quanto poi a determinare la qiiaiitiili del vapor acqueo, il miglior
espediente si è quello di pesare , prima e dopo dell' esperienza ,
il tubo o apparecchio contenente 11 cloruro di calcio
,
per il quale
si è fatta 1' arin attraversare ; colla cautela , in ambidue i casi , di
otturarne sollecitamente gli estremi. La differenza in più ci drno-
ter& il vapore acquoso, che in un dato volume A' nrin atmosferica
si contiene , calcolando che ogni pollice cubico di essa pesa , ter*

mine medio, grani 0,4681 , che è quanto dire poco nieno di


mesto gratto (1^.

Vili. Usi. L’ aria atmosferica è 1 ’ anima di tutti gli esseri


organiszati. In mancanza di essa la vita degli animali non potrebbe
esistere un sol momento , e la vegetazione presto divenuta lan-
guida , perirebbe : Nè si avrebbe tampoco , senza la presenza del-
r aria veruna idea della combustione propriamente detta o
comune.
Si fa uso dell’aria come un mezzo di essiccazione nelle
grandi evapoiazioni , e s’impiega anche come forza motrice per
varj bisogni delle arti e del commercio.
L’ ossidazione dei metalli , l’ acidificazione dello zolfo , del
fosforo ec. altro non sono, il più delle volte, che il resultato
dell’ azione che l’ aria atmosferica esercita sopra di essi.

(1) Tal’eurndo il peso dell' aria ,


poi dirsi che, a paritk di vo-
larne ,
essa pesa 770 volte meno dell' acqoa.

Digilizcd by Googlt
, ,

189

DEL nioco.

I. La prodaxione
del fuoco è fenumeno lale , che non può a
meno anche nel ianciullo,
di risvegliare la più grand’animiiazione
che per prima velia lo rimira
la nè cesserebbe di esser uno
:

spellacelo sempre imponente anche all' uomo giò fallo adulio, se


gli occhi di lui non vi si fossero abituali , e se la facilitò e la fre-
quenza, con cui il fuoco si riproduce, non avessero cessalo d’ im-
pressionarne lo spirito. Non è quindi da marav igliarsi , se presso
alcune nazioni venne il fuoco riguardato come una emanazione
celeste , e venerato qual nume.
Ma fenomeno ancor più sorprendente il fuoco addivenla agli
occhi del filosofo, il quale, prendendo ad indagare coni' esso si
produca e si mantenga , ivi 1 immagine ravvisa dei prodigj più
belli deiralTiniiò.
Per ispiegare il fenomeno della conibusiione , Slabi creò un
ente senza che ve ne fosse bisogno Egli immaginò (he il fuoco
:

consistesse nello svolgimento della conibuslibililò , o nel distacco


di essa dai corpi ; e facendo di questa proprietà una sostanza , la
denominò flegiUo : del quale si valse con tanta scaltrezza , che le
idee di lui vennero dai Chimici universalmente accettate ed am-
messe senza controversia, per circa un mezzo secolo. Fu Rayen il
primo a non mostrarsi pago del flogisto, per la spiecazione sopral-
lutto dei fenomeni che risguardano la ripristinazione del mercurio
o di altri metalli , col semplice mezzo del calorico. £ Lavoisier,
che nelle idee di Bayen trovò tutta la ragionevolezza meditando ,

su i fenomeni da esso lui osseivati, giunse col suo genio e col-


r appoggio d' ingegnose esperienze a stabilire , potersi nei corpi
la combustibilitb distruggete con ammettere , non la perdita di
sostanza imponderabile , qual era il Jlogisto ma l’aggiunta piut-
tosto di una materia particolare ponderabile; con questo poi di
iiù , che ideale o non dimostrabile era la perdita supposta o vo-
fuia dagli Stahiliani , mentre all' opposto l’addizione di materia
da Lavoisier ammessa era reale. Per lo che stanco questo valen-
tissimo Chimico d’invocare \\ flogisto a far parte dei fenomeni
chimici , atterrò il tempio eh’ a sifi'alto ente immaginario era stato
da Stalli edificalo; e fatto forte dalle proprie osservazioni, si

rivolse a novello, ma non più mistico corpo, per ispiegare bei i

fenomeni della combustione. Tale si fu V ossigeno mercè cui


vennero maravigliosamente rischiarate le tenebre, onde fin’ allora
i fenomeni dell’ ossidazione e dell’ acidiScazione erano stali in-
volti:
A malgrado però che la rivelazione di questo mistero , ed il

dogma stabilito dal riformatore francese ti preteniatscro con tale

Digitized by Google
,

lf)o
iiupronia di verità , da sedurre lo spirito dei Cbiniici , por nulla*
meno da non pochi, che già militato avevano sotto vessilli di
i

Stalli , venne combattuto l’ ossigeno e sostenuto W flogiito. Ma il

tempo, che prima o poi rende giustizia al vero , fece si che la dot*
trina .mtinogistica ottenesse un pieno trionfo. Non più d’ allora in
poi la conilnisiibililh dei corpi venne qualificata come sostanza
e la parola flogisto fn bandita dal vocabolario della Chimica ,
come lo fu da ipiello della Medicina e della Fisiologia, nel lin-
guaggio delle quali erasi pure introdotta.

Il Nella fissazione dell’ossigeno su d’uno o d’altro corpo


combustibile consiste pertanto la combustione, nel modo di vedere
di Lavoisier. E che per silfatta specie di combinazione chimica, o
che per la perfetta saturazione d’ossigeno nei corpi avvenuta,
questi facciano passa,-gio dallo stato di combustibili a quello di
combusti , è cosa che non puossi per alcun modo revocate in dub-
bio. Ma ilopo siffatta dimostrazione rimaneva ancor ria spiegarsi,
donde e come nelle combustioni si svolgeste luce, e ti producesse
calorico.
Lo stesso Lavoisier, che con molti ingegnosi tentativi prese
ad indagare le cause di questo doppio fenomeno , ammise che il
calorico esistesse combinato all’ ossigeno , e che di mano in mano
che questo si fissa sol combustibile, rimanga quello sprigionato, e
cos^ di latente, che quel calorico ria, si facesse libero e sensibile.
La (|nale spiegazione, per quanto posta esser persuadente per
tutti quei rasi nei quali, l’ossigeno, combinandosi col combustibile,
ivi si solidifica e passa ad uno stato assai più denso (come appunto
sarebbe nella calcinazione o ossidazione dei metalli) ci lascia
tuttavia nella medesima oscurità che prima, per tutti quei casi, nei
quali r ossigeno gasuso ,
fissandoti sul combustibile senza subire
verun cambiamento di stato, dà luogo a dei prodotti che sono
egualmente gasosi
£ d’ uopo che , per maggior chiarezza noi qui scendiamo a
,

degli esempj. Abbruciando un pezzo di carbone nel gas ossigeno,


non sedasi che quest’ultimo passi ad altro stato diverso ; masi
osserva invece, che, per la fissazione tua sul carbonio, generasi
tanto gas acido bi carbonico quanto era precisamente in volume il
gas ossigeno, che in tal combustione venne erogato ; Se proprio è
dunque di tulli corpi indistimamente di svolgere, o di rendere
i

sensibile quel calorico che ritenevano in se latente ogni qual ,

volta fanno passaggio da uno stato più o meno raro , ad altro di


maggiore o minor densità, nessuna evoluzione di calorico dovreb-
be aversi nel caso sovraccennato. Ma a questa teorica si oppone
il fatto, poiché, come ognun sa, è sempre in gran copia il calorico

che d;ii carboni infuocati ti svolge. A rinforzo di questo ragiona-


iiiciiio , io aggiungerò che , siccome nella combustione il carbonio

Digitized by Google
.' 9'
psssa dallo alalo di solido a quello di fluido aeriforme , o di gas
acido bi-cai bollico, cosi , es^PD(loIle il passaggio aflallo inverso a
quello che si ridilede per lo sviluppo del calorico , dovrebbe esr
servi disparizione di esso, che è qiiaiuo dire pioduzione di lieildo.
Si oppose allnia a questo ragionanieiUo, ma però senza l'ap*
poggio dcir esperienza esser possibile che il gas acido bi-carbn*
,

uico nella conihustionr prodoUnsi , possedesse (al calorico spee.l-


heo , il quale lusso mollo al di sotto di quello posseduto dall' os-
sigeno e dal cailionio presi insieme, prima della combinazione
loro reciproca ; e che da questa iliifereiiza nel calorico specifico
rcspeilivaiiienie posseduto, derivasse l’ iualzaiiienlo grande di
Irnipcralura (i). Tal congettura però venne del tutto snieniita dai
mezzi esalti, chea’ di nostri s’impiegano per determinare il calorico

specilìco dei corpi; essendo oggi diinnslralo , che se il calorico


speciiicn del gas ossigeno è = o,C )"(>5 ( preso quello ileU' aria
comune per o come 1,0000} quello del gas acido bi-carbo-
uiiit.’i,

nico che ne resulta è appena t,'z 583 donde segue che abbia
:

quest’ ultimo dovuto assurbire del calorico, per mantenersi alla


temperatura che gli è propria. .Se d’altronde, considerali i corpi
nel loro stalo di solido, prendesi per unità il calorico specifico
dell’ acqua, si ha per quello di un eguni peso di carbonio o,afì ,
e per il gas acido bi-carboiiico resullanie dal carbonio coli' ossi-
geno (ove la coiiibinaaione si effettua nel rapporto di a 78)
il calorico specifico è e» o,s 3 Dal che resulta , che neppur la
differenza che passa in calorico speciffeo fra i corpi coinpoiieiiti
ed il argomento sufficiente per illuiiiiiiarci
composto resultante, è
sulle vere cagioni, per le quali la combustione del carbone viene
accompagnala da tal inalzamenio di temperatura da produrre
rignizioiie.
A vie più convincerci, che nè dal passaggio che corpi fanno i

da uno stato ad uii altro, nè dal calorico loro specifico, possiamo


esser condotti a concepire come il fuoco producasi e donde pro- ,

venga l’enorme quantità di calorico, che nella combustione si


svolge, abbiamo da specchiarci in altro fallo, e segnaiamenlc
Della combustione occasionata in un miscuglio di a volumi di gas
idrogeno, e 1 volume di gas ossigeno. Preso al solito per unità
(_iooo) il calorico specifico di 1 parte d'acqua , e moltiplicala
la quantità di questo liquido per 100 , il calorico specifico del
pari ne sarà icoo X
>00 >=i 100,000. A formare 100 parli d’a-
cqua fi richiedono 11,1 parli d' idrogeno e 88,9 d’ ossigeno ove ,

il calorico specifico sarebbe 36,55 per il primo , e 20,99 per il

(1) Opioarasi e argomcnlaTaai nel nodo ateaso aocbe per il rarboDo


l'alto abbrticiarc Dell'aria, beuebè (|ui«i Don tutto il carbonio ai com-
bini a aacictli coll' oaaigeiin , ed il prodotto ne aia un' juaieme dì gaa
acido bi-caibooico e di gaa oasido di carbonio, con eroluzìooe alquanto
niioore di calare.
,

iqa
secondo ; Or la somma di entrambi — 5^,S4 esprimerebbe il ca-
lorico speciBco appartenente al loro insieme Nel quale , tosto
:

che venga suscitata la combustione, se ne hanno per prodotto


loo parli di acqua vaporosa, e gasificata da si enorme quantiih
di calorico, che il volume ne viene sommamenie dilatato, e reso
di gran lunga maggiore di quello occupato dai due gas compo-
nenti , prima della reciproca loro combiuazione chimica. Allorché
l’acqua, per tal combustione prodotta, abbia ripreso la tempera-
tura dell' ambiente , ha un calorico specifico »= 100,000 , come
di sopra dicemmo ; dal quale detratto quello dei due componenti
idrogeno e ossigeno ascendente a 5^,54, si ha una differenza in
meno di 43>4^' Dovrebbesi or dunque per questa parte ave.- pro-
duzione di freddo, anzi che svolgimento di calorico. Vorrassi forse
attribuirne l’effetto al passaggio, che il miscuglio fa dallo stato
gasoso a quello di liquiao? Ma di tale spiegazione neppure possia-
mo restar paghi , giacché la condensazione dell'acqua vaporosa
in acqua liquida (i) essendo preceduta da una dilatazione od
espansione , che supera d’ assai il volume dei gas componenti
noi avremmo in ciò pure altra causa di freddo più o meno intenso
da aggiungersi a quello prodotto dalla prima, e poc'anzi indicala:
£ in sua vece ne abbiamo sviluppo di potentissimo calore. Egli é
d’ uopo periamo di ricorrere ad altra teorica , per rendersi plau-
sibilmente conto della produzione del fuoco, o dell’ emanazione
di calorico e di luce, onde la combustione é spesso accompagnata.
E rivolgendo la mente alla ricerca di altre cause, noi dob-
biamo prima di tutto cambiar modo di opinare rispetto alla com-
bustione, e renunziar all’ idea , che dessa sia fenomeno esclusiva-
mente devoluto alla Bssazione dell’ essigenu su di nno o di altro
corpo. Abbandonare una teoria , che è per se stessa insufficiente a
dare spiegazione di un fenomeno, per adottarne altra che meglio
ci soddisfa (per quanto forse neppur’ essa possa esser la vera) non
é istabilité ni spirito , né vaghezza di nuove dottrine , ma neces-
sitò indispensabile , qualora riflettasi che le teoriche altro non
,

sono per la Scienza die il mezzo di rappresentarsi nel miglior


modo uno od altro fenomeno. Incatenar lo spirito ad un solo con-
cetto, e sposarsi d'una opinione per deferenza e rispetto al nume
di dii ne fu l’autore , furono ostacolo non rare volte al progresso
dei lumi : E se dai limiti , che alla combustione furono da Lavoi-
sier assegnati ,
Chimici del secolo presente hanno sconfinato, non
i

per questo é menomato il merito di quel grand'uomo, essendoché


nessuno a lui può carpir la gloria di essere stato il primo a squar-
ciare il velo , ood' il mistero della combustione era adombrato.

(l) Questo pstssggio ò dovalo sii* lottrssione di cslorico , ebe sul


vapore ac<|noso e <gaasi isuntaoeameate operata dall’ aria , e dagli altri
eorpi circoslanli , i quali in cool'roDto si trovano a temperatnni boaais-
siiiia.

Digiti- by f
93
Stodisodo attentamente i fenomeni chimici , e i molli nuovi
composti , di cui la Scienza si è in poco tempo arricchita , non
potevano i cultori di essa non accorgersi che fuoco producasi an-
che laddove non è presenza d’ossigeno, oche in molte delle
combinazioni , nelle quali 1’ ossigeno non interviene , la combus-
tione può in pari modo aver luogo quando ne siano favorevoli le
circostanze. La produzione del fuoco all’ occasione di combinar
metalli col cloro e collo zolfo s\ liquido che vaporoso , e fuoco
simile a quello che producasi nelle combinazioni dell’ ossigeno ,
conta oggi troppi testimoni fra i Chimici sperimentatori , perchè
nessuno ardisca di elevar dubbj su ciò. L’ esperienza ci ha inol-
tre appreso , che perfino nella combinazione degli acidi colle basi
svolgesi calore in copia tale e tanta, da inalzare il corpo resultante
fino al grado dell’ arroventameuto. Abbiamo di ciò l’esempio
nella magnesia calcinata ,
nell' atto in cui essa vieti salifica-
la dall’ acido tri-solforico concentrato , come altri ne abbiamo
in varie combinazioni dominate da fortissima affiuith; di modo
tale che puossi stabilire, che l' evoluzione di più o meno di calori-
co è fenomeno che accompagna qualunque siasi combinazione chi-
mica. Sappiamo inoltre potersi in alami corpi il fenomeno dcl-
l’ ignizione con facilità produrre , senza che abbiavi addizione nè

perdita veruna di sostanza, come si osserva nella zirconia , nel-


1’ossido cromico in taluni degli antimoniati metallici ed altri , i
quali d’ allora in poi ,
o stentano a disciorsi , o presentano gran
repiignanza a lasciarsi decomporre, non che ad entrare in nuove
comhiuazioni (i).

. III. Nessuno
dei Chimici pensò di parificare il fuoco resulianic
dalla combustione a quello cbe , essendo prodotto dalle scariche
elettriche, comparisce sotto la forma la più pura Nessuno , ripe- :

to ,
pensiero alla rassomiglianza eh’ esiste fra il fuoco
rivolse il

|)rndoito nell’uno e nell’altro modo, se non dopo che si vide


esaurita ogni risorsa , cbe per ispiegar il fenomeno ci potesse esser
somministrata dalla Fisica , e quando avendo i Fisici acquistato
sul fuoco nuove idee, mercè lo studio profondo fatto sull’elettri-
co svolto dalla pila voltaica, dettero un’ altra direzione alle loro
indagini.
Difatti l’ esame istituito da Volta su varj dei resultali otte-
nibili dagli elettro-motori da esso lui immaginali, e l’osservazione
fatta poscia da Davy ,
che aumenta nei corpi l’elettrico coll’ au- ,

mentare in forza le reciproche loro affinità , fruttarono alla


Scien-
za la interessante scoperta che « all’evoluzione di più o menu
d’eletlriciili vanno sempre congiunte le combinazioni chimiche di

(t) Si comportano in AÌmil modo l’aUvmiaa, l’acido titantao er,,


dopo che hanno la calcinazione,

Taduei , Farmacolog. ot. II, V iH


,

1’ affinili
«gai ipectc , • die come per la icroperalura fi accreice
dei corpi che sono in roniuo coiilalto, cosi »i accre«ce ia essi l’ io-
tciisilk dello sialo elettrico.
Per avvicinare grado a grado il fuoco svolto nella conibu-
siionc a quello prodotto dalle scariche elettriche, e quindi per
iiiiiiiedesiiuare e confondere l’uno nell' altro, come or lenliaiiio
scintilla
di fare, dobbiamo non dimenticare essere proprieli della
elettrica non solo di accendere l’etere sollorico , il gas idrogeno,
r argento fulminante , e molli altri corpi , ma di riscaldare e fon-
dere e per6no volatilizzare i metalli; poterti del pari colla cor-

rente di una batterla voltaica inalzar la temperatura dell’ acqua


fino al bollore portar l’ infuocamento in varj corpi ; e nel vuoto
,

anche produr l'ignizione del carbone, non altrimenti che la si


opera fissando sudi esso l’ ossigeno. Ma se da cause simili dobbia-
mo aspettarci di ottenere parimente effetti consimili , e se al fuoco,
elle per la combustione ordinaria ti suscita, è da rassomigliarsi
quello che producesi per la neutralizzazione di opposte elellriciU,
si laddove non è presenza d’
ossigeno , si nel vuoto , non repu-
gna alla ragione di ripone nella scarica dell’elettrico la causa
dt-ir ignizione, nello stesso modo che nell’ eleltricilh fasti oggi
consistere l’ affinili chimica.
In cosiffatto modo di vedere , tanto la combinazione chimica
che la produzione del fuoco sono fenomeni tiniullaiiei , ed eu-
tiambi dalla medesima causa prodotti, dir voglio da contrarie
cleitricilà , poste in allo di neutralizzarsi reciprocamente (i). Noi
scorgiamo dunque, in due corpi messi nell' altitudine la più fa-
vorevole per combinarsi , una certa quantità di elettrico , il quale
nell’ altro ; e che aumentano di
è positivo nell’ uno , negativo

(i) L' inflocozA dell' ftiioDe elettrìcA nelle chimiche combioaiioni


viro iiuleuticaU dal corredo di molte recenti eiiperienze ; fra le quali
meritano di raaer citate » per le loro particolarità, le aegnriiti dovute
a fìecqiiereU All oggetto di provare che baata la piu leggiera aaiooe
chimica, per produrre aulì ago calamitato gli eirrtti di uua acarica elet-
trica « il ridetto Fiaico munì 1* eatremo di uno dei tili del moltiplicatore
elettrico di un pezaelto di platino, e terminò l'altro con un piccolo
{.-iicchiajo d'oro iiivulto nella carta. Fatti immergere ambidue queati
ratremi in un piccolo bicchiere d’acido uuiii'hì-uitrico puro, neaauna
deviazione ebbe luogo nell'ago del moltiplicatore, e 1* immobilità per-
iella, in cui qncato mantenneai , dimoatrò oou eaaerat auacitata Temoa
reazione elettrica tra i diviaati due metalli e il liquor acido. Appena
però egli ebbe vcraato nua aola goccia d’ acido idroclurìco aa»ai diiuto
ueil’ acido nitrico , tiivvi mauiteata deviazione dell'ago; per il che
divenne paleae la reazione elettrica , del pari che tu reaa evideute la
eombioazione chimica , o aia ia t’ormazione del cloruro aurico , per
luezao del color g di cui rìmaae lioio il liquido acido del bicchiere,
.^oalituendo all’oro l'argento, od il rame, e gnameiulo io pari modo
coll uuo o coll’altro di eaai 1’ eatreroo del moltiplicatore, tanto la de-
viazione. dell'ago, che la combinazione chimica rendou«i aenaibiliaù-
mc } uel caao pure del aolu acido (}uin*l>i-uitrico.

Digitized by Coogle
ig5
forza a misura elicla temperatura s’avvicina al punto in cui la
combinazione è per eiTcìtuarsi. Giunto il momento ilella reciproca
neutralizzazione loro, entrambe le elettricità dispajono, che è
uaiito dire sparisce nei corpi ogni tensione elettrica nell’ atto
3 ella combinazione di due o più corpi; intanto che però danuo
luogo ad un iiialzameiiln di temperatura, eh’ è talora si grande
da produrre il fuoco , o da far si che il fenomeno dell’ ignizione
ai manifesti nello stesso modo che nella scarica elettrica.
Tali spiegazioni premesse , possiamo dunque rappresentarci
la combustione (e l’ignizione che ne dipende) come fenomeno do>
vuto ad una od altra combinazione chimica, ed accompagnata
sempre da neutralizzazione di opposte elettricità mercè di che ;

prorlucesi inalzameuto di temperatura , e calor tale talvolta da


tnanil'estar il fuoco, in quella medesima guisa che fuoco si pro-
duce nel trai' la scintilla (i) da un conduttore elettrico, dalla
scarica della bottiglia di.Leida, della pila voltaica, o da quella
di nubi temporalesche , nell’ atto in cui scocca il fiiliiiiue , senza
che però iu tali occasioni la neutralizzazione delle due oppo-
ste elettricità sia accompagnata da combinazione chimica di sorta.
Il fenomeno
dell’ ignizione prodotto per le cause che abbia-
mo di sopra indicato, e nel quale scorgiamo 1’ emanazione simul-
tanea di calorico e di luce , ci obbliga a riguardar questi due
imponderabili come se fossero la cosa stessa, mentre che all’oc-
casione di esaminarne le singole proprietà , li riguardammo come
distinti l’uno dall'altro (a). Noi non possiamo dire quale delle due
opinioni sia la vera ; e (Qualora nessuna d’ entrambe lo sia , non
sappiamo qual’ altra menti di essere adottata nello stato attuale
della Scienza. Osservando, rispetto alla combustione, che la luce
accompagna per l’ordinario un grado più o meno elevato di calore,
potrà dirsi cc che l’ ignizione è la stessa temperatura elevata fino a
tal punto che supera quello , in cui il calorico svolto nou è ac-
compagnato da luce. »
Impegnandosi quindi in esperienze relative o quest’argo-
mento, ci è forza di confondere in un col calorico la luce. Po-
tranno servir d’ esempio quelle combinazioni di una base con un
acido, in cui per la neutralizzazione delle opposte loro elettricità,

(l) L* ipoteii che ni la aciotilla elettrica , come tute* altra produzio*


DC di fuoco elettrico, dipeudaoo da iataiitauco e aoverebio rìsialdameuto
Utfll’ aria auacitato dalla comprctstione ,
iu occasione del paaaaggio rapì*
disatmu che fa per e»iia il Huido elettrico, è un’idea oggi aLLaudouata
|»t*rcbè deatituta dì ogni buon fondamento. Nella qttal’ ipotesi non ai
eofnpreude invero qual* eascr po»aa il corpo che comprime l’acqua,
allorcbè , facendo per queato liquido acaricar la pila , ae ne inalza la
temperatura 6uo all* cbolliziune , come fu per la prima volta oaaervatu
da Davv.
(a; Vs Elementi di Earmaeulog, Voi, 1 , ediz. i , 5ez. I , Art. IV
Ltrce.

Digitized by Google
I ()6
r»sendo (avci'pvnli le circostanze, svoltesi calore fino all’ aero*
venlamenlo. Tale appunto è il caso della magnesia caustica sali-
ficata dall’acido tri-soirorico concentrato ; ove per altro l’ inalza-
nieiilo di temperatura è più o meno moderalo, quando l’acido
Middivisato sia più o meno diluio. La ragione n’è chiara,
qualora riflettasi che il calorico, a roano a mano che svolgesi , vien
disiribuito fra le molecole dell’acqua stata già mescolata coll’a-
rido. Ma frattanto se un corpo particolare o pur materia diversa
dal calorico fosse la luce , dovrebbe questa , anche a basse tempe-
Iaiure manifestarsi , nello stesso mollo che si manifesta o si fa
sentir quello, nel caso pure che modica ne sia la quantità. Ve-
drassi anche nel portare, come faremo, il nostro esame sulla
fiamma, esservi delle circostanze, le quali rendono assai probabile
la conghietlura, che possa il calorico trasformarsi in luce o pren-

derne le sembianze. Come ciù avvenga non lo sappiamo ancora.


Attribuita la combustione alla neutralizzazione di opposte
elettricità , e la produzione della luce ad un elevalo grado di
calore, o ad una modificazione che questo subisce , restano tulla-
snlia dei grandi vuoti da riempirsi, lùl invero non ci è possibile
coir enunciala teoria di spiegare come avvenga , che alcuni corpi
l'ompariscnnn luminosi, non solo senza emanazione di calorico ade-
qualo a quello che per la produzione della luce si richiederebbe ,
ma eziandio senza cambiamento sensibile di temperatura , confor-
me si osserva nelle materie fosforescenti. Nè meglio si comprende
il fenomeno della luce, che si svolge, allorché il cloruro e l’iodu-

ro d'azoto vengono decomposti con esplosione ; nè 1’ abbondante


calorico che si manifesta , allorché si decompone il deulossìdo
d’idrogeno con aggiungervi semplicemente dell' ossido d’ argento;
^
ove non scorgendosi altro avvenimento chimico che l’evoluzione
di metà dell’ ossigeno contenuto nel primo, e lutto quello ap-
p.artcnentc al secondo, dovrebbero aversi resultamemi opposti
a quelli della combinazione chimica , e si ha invece ancor quivi
svolgimento copioso di calore.

IV. Ciò che abbiamo qui detto ha rapporto alla coml>u-


fin
slione in genere ,
fenomeno intimamente legato
considerala qual
coirelettricità e da essa dipendente. £ non più veruna disliiizione
è da farsi fra combustione e combinazione chimica, se si ammette
poter la prima eficttuarsi fra corpi non atti a somministrar ossidi

od ossiactdi , e dover la seconda esser accompagnata da evoluzio-


ne più o meno manifesta e sensibile di calorico.
Ristretta però la signlGcazione della voce combustione , e
facendone uso solamente , come finora si è fatto , per esprimere
le combinazioni di nn corpo combustibile qualunque coll’ ossige-
no, si hanno delle comhinazìoiii u delle coiiibusiioni propriamente
dette (v, pag, iqo) o pur dislmtc col nomi d’ nssidazic;'.' e ossia-

Digitized by Google
cidifìcazione ; Le quali ,
secondo che si cfletluano con rapidiiii o
con leuiezza , sono o non sono accompagnale da svolgimento di
calorico e di luce (i).
Fra i corpi aventi grand’ affinili per l’ossigeno , il carbonio
ai distingue su gli altri. Noi volgiamo a proBito questa impor-
tante proprieii , facendo generalmente ricorso alle materie carbo-
nose, par procurarci il funco; la riguardo di ciò, la combustione
del carbone c’interessa più che quella di altri corpi , e le parti-
colarità ond’ è accompagnata ne piglieremo ora in esame. Affin-
chè il carbone spieghi la sua potente affinità per l’ ossigeno , là
d’uopo di una temperatura superiore d’assai a quella ordinaria ,
ma variabile per altro a tenore della maggiore o minor purità del
carbone medesimo , e del modo col quale esso venne ottenuto n
preparalo (a). Trattandosi di carbone di legno, più che fu debole
il calore adoprato nell’ operarne la carbonizzazione, tanto piu
facilmente anch’ esso si accende e s’ infiamma. Cosi per cs. se
preparalo con legni poco consistenti e di poca età , e per mezzo
di un lento calore , non solo è suscettibile di accendersi bassa .'i

temperatura, prima cioè del calor rovente , ma con egual lacilìlà


eziandio continua ad ardere ancorché sia in pezzi isolati (3^ ; do-
vecchè il carbone ottenuto dal tronco di alberi ass.ai duri ,
pesan-
ti , ed annosi
,
quello anche preparato con sostanze animali, il
coak, od altro insomma, che, avendo provato un fortissimo ca-
lore, sia divenuto brillante in grazia della fusione subita dalle
materie donde provenne, non è meno difficile ad accendersi che
pronto ad estinguersi ; a meno che non sia fatto ardere in massa ,
essendo che in tal caso i diversi pezzi si comunicano reciproca-
mente il calore di cui abbisognano , perchè la combustione possa
in essi mantenersi (4).

(l^ Quando la fjsaazionc dell'ossigcoo ani corpo conibtisliltilc ai


opera in lungo tratto di tempo , la comliostione non solo non è ucconi-
pagnata da luce , ma nemmeno fatai aeutìbile il calorico Si trovano
in i|iieato caso alctiuì nictalli ed altri corpi , allorché eapoati per qual-
,

che tempo all' oaaìgeuo atmoafarico , o all' alternativa degli eaterui


agenti , ai oaaidano più o meno.
(z) Ci vaigtiìafuo ntilincute delle materie carbouoac per aottrar
l'otaigcno ai metalli , o per ripriatìuarli dai loro oa&idi , non per ciò
aolaracute ebe grandiaaima, come ai è dello, i I’ aniiiitli del carbonio
per l'oaaigeoo, ma anche perché ne rraultaoo dei compoati facili ad
eaaere eliminati e fugati aotto forma gaaocw quali aouo i gaa oaaido di
carbouìo e acido bì-carbouico.
(3) Abbiamo l'eteinpio di quella dilferenu di combuatibilità , pa-
ragonando il mollo di ardere del carbone delle legna mimile conoaciu- ,

to comunemente col nome di brada con quello del rartiooc propria-


,

mente detto , e proveniente da groaai peazi di tronco di quercia , di


leccio o di altro legno duro.
,

(4) Nella avella dei combuttibili , all' occaaioue di


prucacciani il
calore per gli nai tecnologici richiedeti di conoscere ove convenga o
,

nò di impiegar quelli che ardono con liamina per il che è li' uopo ,
;

Digitized by Google
198
Cos^ pare riesce molto più agevole la combustione del car*
bone, allorché fra le molecole di esso si trovano interposte di-
verse materie estranee. Woeler, che si è occupato di questo genere
di ricerche, ha osservato che , carbonizzando della raspatura di
sovero ben mescolata con verde-rame polverizzato , o con cloruro
ammonico-platinico , ottiensi una polvere carbonnsa , che riscal-
data per un poco in vaso aperto su di una l.impada a spirito di
vino, ben tosto si accende , e prosiegue tuttavia ad ardere da per
se , ancorché rimosso affatto il calore : £ nel modo istesso si com-
porta il carbone ottenuto dalla calcinazione del tartrato d’ossido
d’antimonio e d’ammoniaca in vasi chiusi.
Il calorico che si svolge dal carbone, allorché l’ossigeno si
sopra di esso per operarne la combustione è tanto e‘ tale da
fìssa ,

fondere, alla temperatura di zero, una quantità di ghiaccio, la

quale equivale a io5 volte e il peso del carbone medesimo


che nell’esperienza venne impiegato. N’è bensì differente il re-
sultato, secondo le diverse qualità di carbone, per ciò che va-
riando a tenore di queste la rapidità della combustione e l’esten-
sione dello spazio, nel quale il calorico si diffonde, varia anche
per conseguenza la quantità che di esso si svolge sopra ciascun
punto in un tempo dato. Dal che proviene che quanto più com-
patti sono icarboni, tanto più è il calorico prodotto; ma
come in ragione della compattezza ne aumenta il calore , così
ne cresce al tempo medesimo la diflìcoltà per accendersi. Dietro
ciò si comprende bene perchè residui carbonosi, che si ottengono
i

crivellando la cenere , divenuti per la combustione assai più com-


patti , si riaccendono con molta più difficoltà che prima. L’aria
che si spinge su carboni col solHn o per mezzo di macchine ne
i

accelera la combustione, e con essa lo svolgimento del calorico ,


per la ragione che maggiore in tal caso, che sotto l’ordinaria pres-
sione dell’atmosfera, è la quantità di materia carbonosa che dal-
1’ ossigeno riman combusta in nn tempo dato.

nei combustibili di prorcnienzii regeubile , di far ben' ettenziane elio


stato d’ aggregazione delle molecole coatitoenti la materia legnosa,
macché ani grado del calore prodotto influisce assai lo spazio occupato
dal combustibile ,
come sul calare da applicarsi o portarli a distanza ,
inflniscc moltissimo la maggiore o minore evoinzione di gas atti a pro-
durre la fiamma. Cosi per ea. I' eaperienza ci mostra passar gran dit-
ferenza fra la quantità del calorico ottenuto da un peao dato di una
ateisa esaenza legnosa , o di noa strafa qualità di legno, aerondo che esso
é stato garantito o nò dalla diuturna azione delle piagge e del sole ,
trasportato a grandi distarne mediante le rorrenie dei fiumi o pur al-
trimenti , e grande ripeto é la dittrrenza nel calorico reipettìrameote
prodotte , ad onta che il modo di procurarne la combnatieoe aia lo atcaao
per l’ona come per l'altra qualità.

- - Digiti^ed by Cìooglc
,

•99

Della fiamma che accompagna la eombuUione.

V. Affinchè la combustione delle sostanze s^ semplici , che


composte si efTetiui , rcndesi necessario (noi lo abbiamo già detto)
ch’esse siano messe nell' opportunilè ; vale a dire che relettricitii
respettive e contrarie, di cui sono fomite, hanno bisogno di essere
in qualche modo sollecitate e attivate perchè la neutralizzazione
,

lorc si effettui , e la combinazione reciproca ne resulti. La com-


bustione allora, una volta suscitata, si continua senza che siavi
bisogno dell’ intervento di verun’ altro agente. Non è però cos\
della combustione luminosa o accompagnata con fiamma , la
quale, conforme resulta dalle ingegnose ricerche di S. H. Davy
non può sussistere senza il concorso di diverse circostanze-
Seguendo le orme segnate da Davy, incominceremo dal-
1’ esaminare in che la
fiamma veramente consista , per quindi
devenire allo studio delle condizioni necessarie non meno a pro-
muoverla che a mantenerla , e delle cause atte a modificarla o ad
estingnerla.
Dal ridetto Chimicosi considera fiamma qual massa di ma-
teria aeriforme infiammabile, o esplosiva , scaldata fino al punto
di divenir luminosa : £ qualunque sia il combustibile d’onde la
fiamma si svolge, essa dotata è sempre di temperatura s\ elevata,
che oltrepassa quella dei corpi solidi infuocati a bianchezza. Si
verrà fra poco che questa definizione altro non è che un corolla-
rio dei fatti osservati dallo stesso Davy ; del quale io citerò alcu-
ne esperienze a maggiore schiarimento. A malgrado della somma
infitmmabililà dell’etere solforico, il sullodato Chimico non
riuscì ad infiammarne il vapore, con immergere un filo di platino

del diametro di circa di pollice infuocato a rosso, in vasi che


^ ,

del soddello vapore fossero ripieni (i). Ma non è per questo che
nei ponti di contatto col predetto filo metallico la combustione del
vapore etereo non si effettui : che anzi si opera o prosiegue fino
al totale esaurimento di esso , ma sempre lentamente e senza
svolgimento di luce ; e la cagione n’è manifesta. 11 calorico che
emana nel caso esposto , è appena bastante per mantenere in igni-
zione il filo di platino, o sia per sostenere la già stabilita combu-
stione; mentre per produrre racceusionc dell’etere, o la combu-
stione luminosa e con fiamma del vapore di esso , farebbe di bi-

^l) Operando ‘m cilindn di criAtalIo , che « per la poca o neatnna


condaribiìitk loro, sono i più idonei per qiif^sto genere d*etper1cn/e,
ai dee afridare 1* estrcmitlb del filo metilliro infuocato ad nn diitro di
cartone o di retro; giacché iispiesandn altra materia si potrebbe dar
luogo ad una ooUrasionc tale di calorico da far ceaiare l’ igniaione oet
filo aoaidetto*

Digitiied by Google
, , , a,,

aoo
sogno d'uiia temperatura molto più elevata , e precisamente di quel
grado di calore che si richiede per infuocare a biancheasa il ridetto
ilio di platino (i). In prova dell’influenza che la temperatura
esercita sulla fiamma sia per suscitarla , sia per mantenerla , è
da citarsi il fatto, che un sottil filo metallico vedesi nell’ oscurìià
rimanere infuocato, posto che sia non ad immediato contatto colla
Jiamma ma semplicemente in contiguità , e separatone soltaato
per la interposizione d’ un corpo opaco.
Dalle indagini fatte sulla natura della fiamma sulle ctuse
atte a produrla , fu Davy condotto a stabilire come assiana
che qualunque gas o mescuglio aeriforme infiammabile ha biso-
gno, sia per detuonare, sia per infiammarsi semplicemente , di un
determinato grado di calore , al di sotto del quale l’ effetto deve
necessariamente mancare. In uua parola , perchè i corpi provino
la combustione luminosa , o che abbrucino con fiamma si richie-
de che siano investiti da una tem[>eratura iniziale , la quale è di-
versa per ciascuno. Cosi quando nei forni e nei cammini si osser-
vano le faslella, o i pezzi delle legna, levar la Jiamma ad un tratto,
quei combustibili hanno concepuio già la temperatura iniziale che
loro abbisognava , perchè la propria elettricità potesse combi-
narsi con quella opposta dell’ossigeno die su di essi ai fissi.
Tostochè la combustione cuti fiamma si è dichiarata , lo sviluppo
di calorico, causato dalla neutralizzazione delie due opposte eltt-
Iricità , basta per se stesso a far persistere il feoumeno dell’ acc«n-
sioue fino all’esaurimento della materia infiammabile, a condiiio-
ne però che la temperatura non ne venga per alcun modo abbassila.
Ed invero, se, sull’apice della Jiamma d’una candela o di un
lume a spirito di vino, si colloca orizzontalmente una rete di filo
metallico a maglie assai fitte, e quindi a poco a poco la si abbassa
si vede questa stessa fiamma prendere la figura d’ un cono iron-

calo; e guardata dall’ allo in basso comparire oscura nel suo asse
longitudinale , e luminosa solamente nella circonferenza.
Se d’ altronde si sostiene sulla fiamma una rete o tela me-

ri) Lo stesso Usvj ,


per rivolgere s qnsltbe militll onesto fenomo-
uo ,
bs cinto un sottil Incignolo d' nu Ionie s spirito ai vino eoo no
Ilio di platino del diametro di circa -js dì pollice , avvolto a spirale,
e disposto in modo ebe , dopo aver contornato il lucignolo fino dalla
base delìaL^amma colla metà delle spire, lo sopravanzi coll' altra metà.
Si appressa al lucìgnolo una fiaccola per accenderlo e quindi se n* e-
,

stingue col soflio la Jiafnma , appena ebe la spirale del 61o dì platino à
infuocata. Lo spirito di vino , ebe intanto continua ad evaporarsi , prova
uua lenta e continuata comlmstione in contatto del 6lo metallico, il
qnale , essendo rimasto infuocato al momeuto dell* estinzione delU
Jiamma , prosiegue tuttavia a manteucrai in <|uello stato, mercà il ca-
lorico ebe incestantemente gli viene somministrato dalla successi.
combustione del vapore alcoolico. Se ne forma cosi una lampada prr
gli usi della notte
,
la quale per altro iucomoda per le piccanti sue css-
lazioiii.
, ,

aoi
fallica , del diametro di circa un pollice e mezzo quadrato , fino
a che ne rimaoga infuocata a bianchezza , o por ae falla prece-
dentemente iiicandeaceuie quella rete vien collocata sulla jitun-
ma vedremo che questa , invece di esserne troncata come iicl-
r esperimento precedente, ne sarà nell’istante traversata, per
ciò solo che nessuna sottrazione di calorico ha avuto luogo in
questo caso. £ per un effetto dovuto alla stessa causa , dopo aver
troncato , col solito mezzo della tela metallica , la fiamma dello
zolfo , vedesi riaccendersene il vapore , tostochè , avvenuto il ri-
scaldamento della tela , cessa la sottrazione del calorico.
Lo stesso fenomeno dell’ illanguidimento, o della totale estin-
zione della jiamma , può essere anche in altre guise riprodotto
aia con immergervi o con avvicinare ad essa dei globetti o botloui
metallici , sia con cingerla per mezzo di anelli o cilindri della
stessa materia; dei quali l’ effetto è sempre proporzionale alla
facoltii conduttrice, non meno che alla massa che essi presentano,
e soprattutto alla temperatura iniziale, di cui ciascuna materia
gasosa ha bisogno per infiammarsi (i). All’opposto se un vetro,
od altre sostanze non conduttrici, vengano immerse nellafiamma
di un lume a spirito di vino , a olio ec. , questa non solo non si
smorza , ma talvolta neppure s’ illanguidisce , per la ragione che
ben poca o nessuna è la sottrazione fatta in calorico.

VI. Due cose sono da osservarsi rispetto alla fiamma; il suo


potere luminoso, e il potere caloriBco. Essa intanto non è luminosa
e brillante , se non in quanto che contiene più o meno di sostan-
za solida fra lo particelle di materia gasosa ond’ è costituita. La
fiamma dell’ alcool
,
per se stessa pochissimo luminosa ,
spande

(l) Anche a fomiglianza delle solide, hanno


le iostaote aeriformi ,

bisogno , per accendersi con fiamma , di un certo tal qnal grado di ca-
lore , che è per ciascuna diverso* Uu filo di ferro del diametro di
di pollice, per quanto sia semplicemente infuocato a rosso, infiamnsa
il gas idrogeno protofosforato ; ma non accende ii gai idrogeno poro,
ae non allora che è infuocato fino a bianco, Aumentando la quantità del
calorico capace d’irradiarsi dal filo di ferro infuocato a rosso, con
anmentame solo il diametro fino a di pollice si giunge ad accen-
,

dere il gaa idrogeno puro ma non il gas carburo bi-idrogeuato ; mentre


,

però questo fluido è suscettibile di essere infiammato dal medesimo


filo di ferro, qualora infuocato sia a bianchezza. >*el quale stato d’io-
caodesceuza quel filo metallico non è atto ad infiammare il gas carburo
qnadri-idrico , a meuo che non se ne renda d* assai maggiore il dia-
metro.
Meditando tu questi fatti il celebre Davr ne trasse utilissimo par-
tito, per intercettare ogni conionicazione fra la fiamma ed un mescn-
glio gasoso iufiammahile (come lu h il gas carburo quadri idrogenato,
che, svoltosi dalle miniere di carbone fossile, si mesce coll'aria co-
rnane). Così egli immaginò di servirsi di tela di filo metallico per
costruire la sua hatit^raa di afcureasd.

^igitiz^ by Google
,

001
ana luce assai più viva ,
allorché tu essa s’immerge una laminrtta
di platino , d’ oro , o pur dell’ amianto
, o d’ argento dell' ossido ,

di zinco, e tutt’altra materia solida; La quale infuocandosi rende


la fiamma , e segnatamente noi punti di contatto di' ha con essa
molto più luminosa e brillante. £ dalla mancanza di solida mate-
ria deriva appunto, che il mcscuglio di l voi. di gas idrogeno con
I voi. di gas ossigeno somministra una fiamma, la quale, sebbene
dotata sia d' intensissimo calore , pur nondimeno non isparge che
debolissima luce, o non Tassi ben lumiiiosa e brillante, die quan-
do percuote o cinge qualche corpo solido reso già incandescente.
E se la fiamma tanto del gas carburo bi-idrirn che destinasi
per l’illuminazione, quanto di quello che si svolge dai lumi a
olio , a cera ec. , comparisce assai luminosa , cié è perchè nel
seno di essa si contiene una materia carbonosa , la quale emana
in fuliggine o in denso fumo. Di fatti la fiamma dei suddetti com-
bustibili cessa tosto di essere splendente allorché, dirigendovi
sopra un getto di aria atmosferica o di gas ossigeno , si fa si che
ne rimanga abbruciata tutta quanta la materia solida carbonosa
o fuliggine (i) Alla cui presenza è del pari dovuto lo splendo-
;

re , per cui la fiamma dell’ etere '.olfnrico cotanto si distingue


su quella ond’è accompagnata la combustione dell’alcool (i). E
da questi fatti ben chiaro emerge , che col poter luminoso della
fiamma non procede di pari passo il poter calorifico, ma che dal-
l’uno è affatto indipendente l’altro.
Altra cagione della diminuzione della /7ammo , o della sua
estinzione, risiede nella rarefazione dell’aria, iu cui arde il corpo
infiammabile, h» fiamma d’un getto di gas idrogeno s’ingrandi-
sce sulle prime sotto una pressione alcun poro minore dell’ ordi-
naria , ma ripreso il suo primitivo volume, ben presto s’impicco-
lisce a misura che la rarefazione si avanza, e finisce coll’ estin-
guersi , allorachè l’ aria venga rarefatta a segno, che conservando

il primitivo suo volume, trovisi ridotta a o a — del suo peso.


^
Se ora esamina reffelloche un’atmos^ra estremamente
si

rarefatta produce sulla /fomma, sarà facile di persuadersi che


tanto la diminuzione, quanto l’estinzione di essa, sono fenomeni
dovuti alla temperatura. Infatti la Jìamma del gas idrogeno non

Ct) La poaaibìlìtk di far ardere eoo fiamma il foaforo ed altri


combaitibili nel centro aempre oicnro di noa gran fiaccola a spirito
»
di Tino , dimostra eridentero«^nte che aocbe nell' interno
a olio ecs
,

fiamma eaiate dell'ossigeno, o che per U


dentro eaiandio traversa
nna portiooe di <|aeir aria y che trovandosi io contatto colla fiamma è
obbligata di lanciarsi in alto, in forza della rarefazione ch'ha di gih
acquistato.
(a) Ad noa fiaccola alimentata da questo liquido non h possibile dì
leggere, rocolrr a quella dell'etere ai leggono anche minuti caratteri.

Digitizf by Goo^Ic
, , ,

9o3
s’ estinf^ue se non quando , in virtù della rarefazione dell’ aria
atmosferica in cui arde , è divenuta talmente languida da essere
inetta a mantenere in una visibile ignizione un sollil Rio metal*
lico : A produrre il qual effetto richiedesi che la rarefazione sia
spinta tant’ oltre , che il volume dell’ aria residua addiventi circa
dieci volte più leggiero di quello esso era sotto l’ ordinaria pres-
sione.

VII. Qnando
è unico e semplice il fluido gasoso , onde la
Jìamma è prodotta , la luce di essa è omogenea , e di egual forza
e splendore in ogni punto: Tal’ è per es. la Jìamma del gas idro-
geno. Ma se sono diversi gas che la producono, n'è vario lo splen-
i

dore, vario il grado di combustihilitk relativa, vario il calore che


da essi emana. Possiamo di ciò assicurarci , rimirando la (ìarcola
di una candela di cera o di sevo. Fusa dal calore la materia com-
bu-tibile, essa ascende fra piccoli interstizi esistenti fra un Rio
i

e l’altro del lucignolo, essendoché questi agiscono alla maniera


di altrettanti tubi capillari. La ridetta materia , che costa di carbo*
uio, idrogeno, e ossigeno, appena giunta alla base ùfWa fiamma
vien decomposta dal calore e trasìorroaia parte in olio empireu-
matico, e parte in un insieme di fluidi gasosi , che sono il carburo
bi-iili-ico , e il gas ossido di carbonio; composti tutti, quali, i

avendo la proprietìi d’inRammarsi in contatto dell'aria, una volta


accesi, continuano col proprio calore ad operar la decomposizione
del sevo o della cera , e cosi ne sostentano e ne mantengono la
fiamma.
Siccome poi anche di uno stesso gasnon è identico il modo
di ardere, a seconda del contatto maggiore o minore che ha col-
r ossigeno atmosferico , cosi per siffatta causa eziandio
diversiRca
ilpotere luminoso nei diversi punti della fiamma del pari che
ne diversiRca il poter caloriRco dalla base all’apice, e dalle parti
centrali alle periferiche. Ed infatti se da vicino si rimira il cono
luminoso, che presentato ci è dalla fiamma di una candela , o di
una lampada a olio , si osserva che laddove essa dal lucignolo si
stacca , formando base del cono in cui si foggia possedè un bei
,
colore azzurro , che si estende appena di una linea in altezza , e
meno in larghezza: Si osserva del pari che entro il cono, da
cui \* fiamma h figurata, si contiene altro più piccolo cono che
sovrasta al lucignolo , ma bensì men luminoso della rimanente
porzione ond’ è inviluppato: Quindi altro strato sottilissimo poco
splendente, e più che altro visibile nell’apice, fascia e riveste
lafiamma tutta ; il qual’ ultimo inviluppo è investito da maggior
calore di tutte le altre parti. Un sottil filo di ferro, che si tenga
immerso per pochi istanti in questo più esterno strato della /fom-
ma o presso suoi orli , tosto si arroventa a bianchezza e ri-
i

, mentre nella porzione centrale ed oscura , o sia nel


gonfia piccolo
,

ao4
cono , s’ infuoca a roUo. Questa differenta nel poter ca-
appena
lorifico spiegatada materie combustibili , che sono identiche , è-
dovuta a ciò che nello strato più esterno o nel contorno della
,

fiamma la materia gasnsa, trovandosi in pieno contatto con Tana


eh’ è provvista di tutto il suo ossigeno , brucia con tutta la possi-
energia e presteata.
hil

£
poi r opposto nel cono interno , ove le materie combusti-
bili
,
non polendo esser dominate dall’ossigeno atmosferico, pel
motivo che l’ aria esterna uon vi giunge se non assai riscaldata e
rarefatta , neppur possono giammai provare una completa com-
busi ione , nè per conseguenza spiegare tutta la loro forza calo-
rifica.
Finalmente il calore azzurrognolo (i) che si nota alla base
della fiamma, è dovuto piu che altro al gas ossido di carbonio, e
a più o meno di gas carburo letraidrico, nei quali l’olio, la cera,
od ogni qual volta la decom-
altra materia grassa convertonsi,
posizione ne venga o|jerata a deboi calore , come appunto succede
alla base del cono luminoso , o lii donde infiamma si stacca.
Procedono però diversamente le cose , allorché sulla fiamma
vien diretto un getto d’aria o d’ossigeno più o meno forzato,
come suol farsi culla cannella da saldatori presso i giojellieri , o
colla lucerna da smaltatori presso i fabbricatori di areometri e
termometri ec. La fiamma, che in simili casi è percossa dal soffio,
devia dalla direzione verticale per inclinarsi più o meno all’oriz-
zonte , e dominata coro’ è dall’ aria anche nella sua parte interna
e centrale , spiega Ivi più che altrove il suo poter calorifico. Cam-
bia dunque la situazione relativa delle diverse zone , eh’ abbiamo
poc’ anzi ravvisato in una fiaccola , secondo che questa arde ia
aria tranquilla o nò. La porzione turchiniccia, che nel primo caso
formava la base della fiamma ne forma la porzione interna ,
allorché essa venga percossa da un getto d’aria più o meno forza-
to, come quello del tubo ferruminatojo, e simili. Questa porzione
iuierna della fiamma presenta la figura di un sottil cilindro , nel
cui apice leggermente acuminato risiede il maximum della forza
calorifica , conforme si osserva anche nella fiamma verticale e
tranquilla; colla differenza però che mentre in questa il maggior
poter calorifico risiede , come dicemmo , in una zona circolare ,
nellafiamma alimentata dal soffio del tuboferruminatojoec. è tutto

(i) Non i ,
ma anche diverse materie solide,
soli gas combufitibili
che bruciandosi vo^atiltaxano
si comnaicano alla fiamma una tìnta
,

diversa. Quantoprimi ne abbiamo l'esempio non nel solo gas ossi (io
ai
di carbonio, ma anche
net varj ga» resuitanti dalla combinaxione di
uno o d'altro corpo combiutibile coll' idrogeno; e rispetto ai aecoodi
ne vediamo bianca la fiamma del ioaforo , violetta quella dello zollo ,

verde qneìla per la quale traversa, ed accende una qualche combiuir/.io>


ne di rame ec»

DlgitizQ£l by ^ .n <wlc‘
,

ao5
ricoocentralo in un tol punto: dal cbe proviene che il calorico di
tal fiamma giunge a tale da fondere e volatilizaarc diverse sostan-
ze che sariano non solo refrattarie ma anche insensibili o inalte-
rabili alla fiamma tranouilla.
Questo enorme sviluppo di calorico è dovuto a quella massa
d’aria condensala , che dal tubo ferruminatojo si versa con im-
peto in un piccolo spazio situalo nel mezzo della fiamma ; dovec-
chè una fiaccola , che arde tranquillamente nell’ atmosfera
in ,

l’aria vi giunge grandemente rarefatta per il calore che ne sente,


c leggiero per conseguenza è il contatto che ha l’ossigeno colle
parli si periferiche che centrali di essa. Finalmente coadiuva non
poco l’effetto calorifico della fiamma, percossa da un sottil getto
d’ aria la favorevole circostanza , che le diverse parti ond’ essa è
, ,

costituita , sono quivi disposte in modo affatto inverso da quelle


in cui erano nella fiamma tranquilla ; conciossiachè nel primo
caso la porzione assai luminosa e brillante che rimane al di fuori
inviluppando e cìngendo l’altra porzione interna percossa dal
getto d’aria, ne impedisce o pur ne ritarda e diifaculla la di-
spersione del calorico emanante dal centro ; dispersione eh’ è si
facile ad avvenire nella fiamma tranquilla , ove il calore emana
fiali’ esterno.
Sono COSI diversi i gradì del calorico ottenibile dalla^omma
alimentata dal soffio del tubo ferruminatojo , secondo i varj punti
fli essa , che puossì colla stessa fiamma operar la ossidazione c

la discssidazione o riduzione di diversi corpi , per quanto siano


operazioni fra loro diametralmente opposte. Per il che sono da
osservarsi varj precetti (i). Cosi per es. laddove, per operare la
volatilizzazione dì un qualche corpo si richiegga un intensissimo
calore, non potrassi questo ottenere se il getto dell’aria insufflata
è troppo impetuoso; attesoché non solo verrli per esso sottratta
una gran quantità di calorico (potendosi col soffio perfino estin-
guere) ma gran porzione anche dell’ossigeno di quell’aria sarà
spinto via , senza poter esser impiegato. £ per cagioni opposte
l’effetto mancherb del pari , nel caso cioè che il soffio sia troppo
languido e stentato.
La disossidazione o riduzione è fra le operazioni pirognosti-
che quella , che richiede maggior destrezza e maggiori avverten-
ze , ricetto alle cjoaliili che dee posseder la fiamma alimentata
diil soffio, onde sia adattata all’uopo. Non basta qui il calore
intenso ; e falso è che alla porzione interna o cilindrica , come
quella in cui risiede il maggior poter calorifico sia dovuta la ri-
duzione. Egli è facile a comprendersi , che per operar questa
richiedesi uu corpo avido d’ ossigeno al qual’ uopo la materia
:

(i) V. fUrteliu* De Vemploi ftu chalumeau dans ics analjfies cki»


miffuee tradiiit dn Svédoit par F« Freaocl , ^ Faria iSai.

Digitized by Google
,

3o6
<:arbono«8 è la più opportuna. Quindi richiedeti che la fiamma
da cui è percosso il corpo da disossidarsi , sia alquanto più lumi-
uosa e brillante (i) , giacché in tal caso resultando essa da una
combustione iniperfetla , ritiene tuttavia delle materie combusti-
bili beo atte ad appropriarsi l’ ossigeno del corpo da ridursi.
L’ ossidaxione all’opposto vieti’ operata ponendo i corpi al-
restreiiiiili della punta della fiamma ,
concinssiacliè ivi più che
altrove la combustione essendo completa , le particelle carbonose
trascinale dal getto dell’aria, hanno già avuto luogo di consu-
marsi : iniaiito corpo esposto al dardo della fiamma essen-
che il

do investito da lotte calore , ed influeiixato liberamente dall’ os-


sigeno atmosferico , non tarda ad ossidarsi.

Dei corpi piropojetici.

Nel variare della combustione non dobbiamo passar sotto


siirnxio altro mezzo di procurarsi iaoco, e' fiamma , in un modo
affatto particolare , e mercè di alcuni corpi che , dotati essendo
di siffatta proprietà , io chiamo piropojetici.
Era l^n noto potersi la combinazione dell’idrogeno coll’os-
sigeno effettuare o la combustione del primo mercè 1’ azione del
,

secondo eseguire, esponendo il miscuglio di entrambi questi fluidi


ad una temperatura alcun poco ai di sotto di quella che si richie-
de per la combustione luminosa o per far arder corpi con isvi-
, i

luppo di luce. Cos'i sappiamo accendersi e detuonare il miscuglio


deir idrogeno coll’ossigeno al solo immergervi un filo di platino,
il quale sia ben riscaldato ma non però fino a rosso Rispetto a :

che ciascuno dei Fisici fu d’avviso, che alla temperatura già pos-
seduta dal metallo fosse quell’effetto uuicaniente dovuto. Fu
forza però di opinare differentemente , olloichè Herman vide po-
tersi il divisato miscuglio gasoso accendere, coll’ immergervi un
filo di pla'.iiio scaldato a soli So gradi , purché vi fosse fatto
soggiornare per qualche istante E si è poi finito col ricusare alla
:

temperatura l’ azione , che erale stata accordata fin’ allora nella


produzione del fenomeno , dopo che Doberreiner ebbe scoperto
nel iHzS ,
poter il platino (purché ridotto fosse sotto certe date
forme) determinare da per se solo Taccensione dell’idrogeno, o
la corobiiiazioiiechimica di esso coll’ossigeno. La qual proprietà,
altrettanto itnportante quanto comparve imprevista e inaspettata,
non è esclusiva del platino, ma appartenente eziandio (non però
allo Stesso grado) all’osmio, all’iridio, ed al rodio (a), non che
al palladio , conforme fu poi ritrovato da Dulong e Thenard.

(l) si richiede a tal aggetto che U


punti dello itmineiili) , donde
• citnrisce il getto dell'aria, aia tenuta alquanto diacoata dalla fiamma
da insut'tiarsi.

^3^ (.(usati tre metalli ti raaaomigliaao fra loro anche per ciò che ,

Difiiti.’oc by C'iOOgle
Affinchè però il platino «pieghi emineutemcnle «iffalta pro-

prietà , fa d' uopo


eh' e«so pretemi gran «uperfìcie ; e per adem-
pire a condizione , meglio ti è che il divisato metallo
siffatta
aia ridotto , mercè la calcinazione , in una massa porosa foggiata
a modo di spugna (i). Serve di mettere io presenza ad un getto
di gas idrogeno il platino ridotto in spugna peichè , mediante
,

l’ossigeno aelTaria, la combustione dell'idrogeno ti effettui, o


peichè s’ ioGammi ; il qual fenomeno preceduto è sempre dall' in-
i'uocamento a rosso del metallo (a). Nessun' accensione beiis'i ha
luogo , se nel puro gas idrogeno s’ immerge la spugna del suddi-
vitato metallo, nè tampoco si eleva di alcun grado la temperatura
di esso; dovecchè all’opposto havvi riscaldlmeuto più o meno
sensibile con simultanea produzione d’acqua , allorché siavi pre-
senza di alcun poco di ossigeno , sebbene questo non sia in quan-
tità sufGcienie da dar luogo all'accensione.
Non dobbiamo però figurarci che l’ effetto sia unicamente do-
vuto alla divisione massima del metallo, o all’aumento notabile
di superficie , che dipendentemente da ciò è stato in esso in-
dotto (3). Sembra altres'i (he non poco v’ influisca lo stato parti-
colare , in cui trovasi la superficie del platino ridotto in foggia
di spugna , giacché si osserva che a poco a poco ne svanisce I’ e-
nunciata proprietà , se custodito non è in vasi ermeticameute
chiusi (4).
La differenza con che il platino spugnoso ti comporta nelle
surriferite circostanze
, impegnarono Dulung e Tbenard a fare
delle ricerche intorno a questo soggetto, donde alla Scienza è
venuto il guadagno di altri fatti di molto interesse ,
di cui i prin-
cipali io qui riferirò. Un filo sottilissimo di platino (avente cioè

un diametro quale ritorto in una


di
^ di millimetro) il spirale di

loo circumvoluzioni, non esercita azione di sorta su una corrente


di gas idrogeno, se prima non è riscaldato fino a 3oo gr. Tcrm.

prrseoundo le (tesse forine crìslsIliDe per gli stessi modi e gradi di


combioazioDc che <000 loro comuai , readoozì uomorK.
(1) OttieaMÌ sotto tal forma, decompoocDdo colla calcìoaziooc il
cloniro ammonico plalinicos
(2) Afiiorhè (1 reznltato dell* ezpericoza «la immancabìlev richiedrsi
che la roa»«a spunjioaa in cui il «al ammoniro-platÌDÌco h ridotto, non
•ia «tato cimentato ad un calor bianco inten»ic«imo » poiché in tal C4«o
rc*uUandone meno porosa la ma««a , Iriiia ne avviene la combinazione
dell'idrogeno coll* o*«igeiio , e l’ed’rtto «i limita alla produzione del*
r acqua , aenza inalzameuto manife«to di temperatura.
( 5 ) É per altro vero che ai nel platino come nel rodio, nell* iri*
dìo ec. tanto più spicca la facoltà piropoietica , quanto n* è maggioro
lo stato di divisione.
^i) Il vapore acquoso, Taria umida, la presenza dell'acqna in istato
di liquido, indeboliscono la già indicata proprietà del platino spugnoso,
ma non più di quello che faccia l* insufdaziooe od ima correate a' aria
secca.

Digilized by Coogle
3o8
ceatigr. ne determina d’ altronde la combinazione coll’ ossigeno
atmosferico quando venga riscaldato fino a 60 gradi circa , pur-
,
ché precedentemente arroventare e alternativamente raf-
sia fatto
freddare per molte volte di seguito : Guadagna quindi ancor di
più rispetto a siffatta proprietk il ridetto filo di platino , se , dopo
aver servito all’esperienza, viene immerso nell’acido quin-bi-ni-
trico (1) , lavato poscia con acqua , ed asciugato ad una tempera-
ratura di 300 gradi , essendoché cimentato allora di bel nuovo
all’esperienza si riscalda fortemente nel gsts idrogeno alla tempe-
ratura ordinaria , e si arrossa perfino se la corrente di questo gas
é spinta su di esso con molta forza. All’opposto perde quel filo
la sua efficacia , quando sia tenuto all’ aria libera per poche ore ,
e più che mai presto la perde , se , montato su un manico di cera
lacca , venga immerso nel mercurio tenuto isolato ; la conserva
d’altronde anche per o4 ore, se sia custodito in boccia chiusa :
Ne rimane del pari distrutta la facoltà piropojetica , qualora espo-
sto sia ad una violenta corrente d’aria atmosferica (sia questa
umida o secca ) di gas acido carbonico , di gas ossigeno , o di
iiiro idrogeno. Non la distruggono però gli alcali caustici , come

fa potassa, la soda, e l’ammoniaca, che anzi la rinvigoriscono


specialmente se perdutale per più volte l’ abbia quindi riacqui-
stata , mercé di essere stato cimentato alla prova del fuoco.
La limatura di platino, che preparata sia con lima mediocre-
mente fina , possedè le proprietà istesse del filo , ma ad un grado
ancor più eminente ; poiché anche alla temperatura ordinaria de-
termina l’accensione del gas idrogeno in contatto coll’ossigeno,
qualora venga adoprata subito dopo di essere stata ottenuta. S’ il-
languidisce poi e cessa del tutto in capo a poche ore questa fa-
coltà nella limatura di platino, non senza però che la si possa
rianimare e ripristinare per mezzo dell’arroveutaraento o dell’aci-
do quin-bi-nitrìco , come abbiamo detto più sopra per il filo
di platino. Ma è d’ altronde quella stessa limatura senza azione
veruna fino da principio, qualora venga staccata dal metallo sotto
l’acqua.
Presso a poco in simil mollo si comporta pure il platino ri-
dotto in foglie esilissime , e tali da rassomigliare quelle dell’ oro
battuto, quando che siano fabbricate del momento; e quanto
facilmente conservano la loro facoltà piropojetica in vasi chiù
si, con altrettanta facilità la perdono stando esposte all’aria,
recupeiandola bensì ad un grado assai eminente, mercè l’arroven-
ta mento.
Ma il ridurre il platino in foggia di spugna è la forma più
opportuna, perchè esso conservi a lungo la proprietà di accendere

(1) Paossi • questo sostituire I' soiJo tri-soirorico ,


a pur 1' idro-
clorico ,
non però con pari successo.

Digitized by Google
,
,

r idrogeno in contatto dell* otsigeno atmosferico (i), la qual la-


collà una volta abolita può facilmente esser rìprìsiinata $\ mercè
dì una incipiente e leggiera incandescenza» $\ col mezzo dell'aci-
do quin-bl*nitrico. E per rendernela più durevole vico consigliato
di aggiungere del cloruro di sodio al cloruro ammonico-plaiinico
donde per la calcinazione si ricava il platino spugnoso (7).
Se nel platino ridotto in foglia o in fili non avessimo ravvi-
sato lo stesso modo d’ agire o di comportarsi che quando esso è
»

sotto forma dì spugna , sanasi creduto che la facoltà di provocare


l’accensione del gas idrogeno fosse da attribuirsi alla forza» con
che nei pori o interstizi della spugna medesima si opera la con-
densazione dei gas; nella qnaT opinione saremmo anche corro-
borati dair esperienze di Liebìg » se ì fatti poc' anzi citali non ce
ne distogliessero.
Precipitato il platino dal suo cloruro per mezzo dello zinco
sìha una polvere che condensa potentemeuie gas fra i suoi poii ;
i

la qual proprietà spicca ancor più emiiieniemcnle nella polvere


nera del rid. metallo ottenuta alla maniera di Lìebig, la quale»
sebbene altro non sia che puro platino, presenta T aspetto , la
finezza, e Ì 1 colore del nero fumo , e coni' esso macchia le ma*
ni 3 ). Questa polvere assorbe » e condensa i gas , come fa il car-
(

(1) Dall« aanriferita proprietà del pUtioo spognoso si è rolnto tr»r


partito ,
terveodoarue per la coatrii/ione di acetudi'lumi da aoatiluiri^i
alle lampade eleitriche: ma il progressivo illaugoidimeulo e c]itÌDdi la
totale aboUxioae della facoUà per t«i la apugna di platino coai ben ai
.

distingue, è tale ÌDconveniente o inibara/.;.o che fa avanire i pregj e


antaggi tutti , che i ridetti atrumcnti a prima vista ci promettono.
(7) Lo ateaao Doberretner
rinvenne simili propriclà ( beoai ad un
grado aaaai più debole} nel nìcbelio riprìalinaio , rolla cak-ìnafione
dell* r»aaalato di esao , in una atorla: e si à acoperto io arguito esser
molte le soataoze, che ad una temperatura più o meno elevata posaeg-
gono , a aomighanza del nichelio la facoltà di determìoara la combi-
,

nazione dell* idrogeno coll'ossigeno; ma neasttaa però fin qni ae ue


rinvenne » che poaaedeaae ruta! facoltà ad un grado si emineute
quanto il platino* o ebe la opicgaaae com' esao alla temperatura ordi-
naria dell* atmosfera* L* oro per ea. cimentato allo stesso genere di
eaperiense da Dnlong cThenord, non determina combnatiooo di sorta,
se non è prima riscaldato fino a circa aSo gradi , quando aia sotto for-
ma di foglia: Basta però un riacaldamento di 120 gr. qnand' esso sia in
istato di massima divisione , come ai è qnallo iireripitato dalie sne
diasoinzioni per mezzo dello zinco, e diaseecato all* aria aperta: Svani-
sce quindi a poco a poco, sotto l'azione del fluido atmosferico, la pro-
prietà che abbiamo in quell'oro testé segnalato., non altrimenti che ab-
biamo detto avvenire nel platino; al quale il precipitato d'oro si mostra
grandemente analogo anche per altro lato , baat.indo solo che abbia
subito 1 ' arroventamento dì recente , perché, riscaldato a soli 55 gr. ,
dia luogo alia produzione dei fenomeno.
(1) Si discioglie a caldo il biclomro di platino (elornro platinoao
di Berteliua) in una lisaivia ben concentrata di potassa cauatira c ,

prima che il lìquido ai raflfreddi vi ai versa a riprese dell* alcool. finf>


» che dora l’ellerveacenza dovuta al gas acido bi-carbooico che ai formn
TAnDEi ,
Farmacotog. T ol. II. 19

Digitized by Google
Digitized by G oogle
I
SII
liensì dalla drconipositione drit' acqua operata per mezzo del
potassio, e il t>as losluro tri-idrico , del pari che s’ iiifìaramaiio
varj metalli , iieil' atto di combinarsi col cloro o collo zolfo. Ma
vi hanno però altri combustibili , e varj essi sono , iquali , seb*
bene non molto facili o disposti ad ardere, pur non ostante ad-
divengono spontaneamente infiammabili, inseguito di occulte e
sorde decomposizioni , cui in certe date circostanze so^^giacciono.
Non vi ha alcuno che ignori svilupparsi abbonilaiite calote
dalle sostanze organiche , che lurono ammucchiale prima di esser
ben secche. Avviene ciò bene spesso nei semi e fruiti, nelle fo-
glie o nelle intiere piante eriiacee , come fieni paglie ec , ogni
,

qualvolta s\ queste che quelli vengano riunite in grandi masse ,


prima di essere ben ispogliaie dell' umidilli che loro è connaturale
e propria, o pur di quella acquisita per leggiere piogge ec £ an-
cor più di frequente s’ incontra il caso, di che ora si tratta, nei
letami , che costituiti sono di paglie c di altri frantumi vegetabili
inzuppati dagli escreilicnli si liquidi che solidi degli animali ;
conciossiachè nell' interno della massa di quei lelaini si svolge
calure tale , che oltrepassa talvolta i 5o gradi. La temperatura,
cu! ascendono le materie organiche, quando a cagione dell' umi-
diti, o per r interposizione dell'acqua, subiscono delle niodiGca-
zioni più o meno profonde nella loro intima natura e rcspcitiva
composizione cliimica , è altrettanto più elevata quanto maggiore
e più sollecita è l’alterazione che hanno provalo: E non di rado
avvenne che masse di lìmo, le quali iruvavansi in sifTalle condi-
zioni ,
dopo avere svolto notabil qnanlitli di calorico, obhiami
Gnito coir accendersi spontaneamcnie , e col cagionar gravi lii-
saslri. Ma ancor più facilmente piroforiche o più soggette al peri-
colo d'inGammarsi sponlaiicainentc , sono le tele di Tino, canape,
o cotone , le Già , le stoppe, ammassale le une sulle altre , dopo
che furono imbevute d'olio di lino od’ altro olio siccativo; nel
qual caso la materia oleosa , di cui le tele sono impregnate, subisce,
al inomeiilo di essiccarsi , dei notabili cambiamenti cbiiiiici , in
forza dell’ossigeno che rapidamente assorbe dall’atmosfera per
convertirlo in acido hi -carbonico , e promuove in esse tale svilup-
po di calorico , a meno che non siano isolale , che la massa tic
rimane talvolta incendiala.

Fine del Volume Secondo.

Digilized by Google
u. • /

INDICE
DELLE MATERIE

CONTENUTE NELLA SECONDA PARTE

SEZIONE PRIMA.

ARTICOLO 1. DoTTtUHA ATOMISTICA, O TEORIA DELLE

PROPORZIONI DEEIHITE p*g. 5


Esposizione delle leggi, da cui le combinazioni chimiche
vengono regolate, affinché i composti che ne resul-
tano siano in proporzioni definite 8
Legge 1. ivi
t^gg^TT li
Legge 111 12
Legge IV iti

Legge V 20
Legge VI 21
Legge VII 2Ò
Legge Vili oB
Legge IX. Teorìa dei volumi iVt
1 . Composti gasosi , i quali , senza subire condensa-
zione , mantengono il voltane della somma dei gas
loro componenti 3o
a. Composti gasosi , i quali , per la condensazione
che provano , presentano un voltane minore di quel-
lo dei gas componenti respettivi uniti insieme . . . di
Legge X. isomorfismo e Isomerìa
,

Legge XI. Rapporto fra il peso atomico dei corpi e


la capacità loro per il calorico 4»
Determinazione del peso atomico dei corpi elementari qi
Peso atomico dell’ idrogeno 45
dell' azoto
del carbonio iyi
del cloro 4?
dello zinco
del ferro iVt
del rame 48
dello slagno. . ! ] ] i ] I i T 49
ai4
Peso atomico dell’ alluminio , , , , . .
pag. 4<)

dello zirconio , . . , s , , , . lo
1^.
del magnesio
dello tnlfo ....... . . .
p
—— del fosforo
deU’ arsenico
del bromo e dell' iodio
Tavole sinottiche de’ pesi atomici dei corpi elemen-
tari CHE COMPOSTI t-n sjx

(-n
Tavola I. Corpi elementari
Qcvj

Tav. II. Ossihasi e ouiacidi metallici u»

Tav. ih. Ossidi e ossiacidi a: w


4»%
Tat IV. Solfuri C)

Tav V. Cloruri a>


?•
Tav. vi. Ioduri , bromuri , aruturi , fluoruri , e carburi •
Tav. vii. Idrici, o combinazioni dell’ idrogeno oo
Tat. Vili. Combinazioni ternarie e quaderoarie (ossia-
cidi e ossibasi ec.) . . u
Tav. IX. Combinazioni deH’ acqua .

Tav. X. Combinazioni saline


Tav. XI. Sali doppj in combinazione chimica coll’ acqua
Tav. XIC Combinazioni saline particolari .....
Tav XIII. Ossido d' ammonio, e sali ammonir.i . . .

Spiegazione e illustrazione delle Tavole rappre-


ce fan
sentanti I PESI atomici dei corpi
Dr.i.i.A capacita’ di saturazione di diversi corpi. . . S9
Pa(»PETTO o Tavola degli equivalenti chimici e ,

VARIE applicazioni utili che se ne possono fare. .

Ànolisi , : ! : ; : : : ; ; ; : : :

Sintesi . , , , , , , ! ! ! ! ! 5 ! ? •
ROOol^M

ÀnalUi e sintesi .
; :
• • »

,


/ ;

Modo di servirsi della Tavola degli eejuivalestli chi-


mici , quando ne sia immobile il cursore . . . . i4<>

Esposizione degli equivalenti chimici disposti sulla


Tavola
Analisi i4i
Sintesi '4^
Analisi e Sintesi '44
ARTICOLO 11. Cenni sulla teoria elettro-chimica b
SULLA COMBUSTIONE . . . . i46
Teoria plettro -CHIMICA

Dell'Aria almorferica

Dei corpi piropejetici

''ile
,

ERRORI CORREZIOM
a
(L '.J

'*5 11 rapporto di io*ti o dì 5 *i rapporto di 10 ^ 30 , 0 di 5 n


39 I ttomroameDto diverte tommamente diverti
ivi 4 t dal biclon»ro atagnico dal qiiadrì-rloniro stagnìco
4Q 8 '^ nota dal bicloruro ìk nota del bicloruro
So 11 dell allumioa —
39,933 S eir allumina (39,933)

59 9 colon. 3 Ma Mg
& 17 (colon. I, e 3) Acido tetti-
Acido setti-bi-maoganico 7 Mo
manganico Mo
f>9 18 (colon. 3) M Br* Mg rr»
76 18 (roloo. 7) 3 i,7i 3 i, 8 i
83 II (col. i) QinD'bi-rotfato am* Qain-bi- fosfato ammonito o d*ot«|.-
monico od ottid. d’ammo- do d' ammonio 3 j e di magne*
^

nio doppio e di magoeaia aia (3) qnadribatìco, ott'acqueo*


doppio ott' acqueo
85 39 St Sr
86 31 ) nella quinta colonna nella quarta colonna
89 à (colon. 1) St Sb
e 6. 7, i.| col. 3 Ma Ma P àfg Mn Pd
100 1 dopo la parola elettro potili- )
nel qual cato rendeti inntìle di
vo aggiungati far uso dei ponti sovrapposti aU
l'iniziale della formula.
lOq 8 (3)
106 i 5 il «no pero atomico ^ il tuo peto atomico
113 i 5 o moltiplicare il corpo ttetto o moltiplicare l'atomo elementare
ivi 16 il corpo eh* etto precede l’atomo composto ch'etto precede,
130 58 d* ottigeiio tu 4 ^>i 4 di aolTo d* ossigeno 4^>i4 solfo
133 3 che etti contengano che etti contengono
135 , 137, e 130 lin. 3 DELLE BASI DEGLI ACIDI
i33 19 tri-solfati basici tri-tolfati bi-acidi
140 30 da 30,13 solfo 3 at. d*ottig. da 30,13 zolfo -4- 3 at. d'ottig.
i 55 7 etaminare nei esaminarle nei
170 penult. un gran cerchio d*aria un cerchio più grande e più ele-
più elevato vato
171 IO not, pomeridiane, per quin- pomeridiane e ripeter
di ripeter
183 i 3 regioni più fredde regioni più alte
186 14 noi, rimatta vecna rimasta vacoa

Digitized by Google
0

Digitìzed by Google

Potrebbero piacerti anche