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DI
FARMACOLOGIA
SULLE BASI DELLA CHIMICA
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ELEMENTI
DI
FARMACOLOGIA
siritiiLii ifiaibiLA smumiieA
DEL DOTTORE
GIOACCHINO TADDEI
Professore di Fannacolofta e Intendente di Farmacia nel-
V I. e R. Arcispedale di Santa Maria Nuova di Firenze ,
Membro onorario della Società di Fisica e Istoria Naturale
di Ginevra , ordmario dell' Economico-agraria fiorentina ,
corrispondente delta R, Accademia delle Scienze , e della
R. Società d’ Agricoltura di Torino , dell’ Accademia dei
Lincei di Roma , della Società di Scienze fisiche, chimi-
che ec. , della Filomatica , della Linneana , e di quella
dt Farmacia di Parigi, dell’Accademia di Scienze di Bo-
logna , di Lucca ec. ec.
EDIZIONE SECONDA
KIVltTA, COBKETTA, KO AMPLIATA UALI.’ Al TOKM
FIRENZE
eUCllSLMO PIATTI
1837.
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,
PARTE SECONDA
SEZIOIVE PRIMA
ARTICOLO PRIMO
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o ,
«
lana coml/mationr si eflÌMiua,' tc>non in proporzioni dejinitf dalle
iiiolecnie componenti respeltivé, sia pur qualunque la natura
del corpo, cui desse appartengono E di qui è die non numerose,
ma scarse , e solo eirelinanlfs? '/icC sattum ,
sono le mhibinazioni
possibili Ira lemolecole di un corpo e quelle di un altro, se pure
talvolta non è unico il loro nm<lo di unirsi
Dassi il nome <it moti cola ’ di n<omo all’ ultimo resultalo
della divisione operata sulla materia; con che vuoisi alluderà non
a quella divisibilità , di etri ^sa sarebbe suscettibile col pensiero,
r che può essere concepita lino all' infìnito , ma alla divisione
meccanica spinta lino all' ultimo grado , talché la molecola resul-
tante ne sia tangibile , o in altro modo sensibile.
Fu Dalinn quegli, che, l'acendo rivivere nei linguaggio della
Fisica c della Chimica la parola atomo si valse di tal voce per
denotare in un corpo composto la quantità lelaiiva delle parti-
cellecomponenti di esso. Cosi per es nel concetto di Dalton può
1 atomo del corpo A
combinarsi con i, a, 3 o più atomi del cor-
po B per l'ormare il composto C(‘i). - •'
procamente conibinar«i ^
ae non io modo che una certa aemplicìtà di
rapporto doretae maiiit'ettarai fra il peso dell’mio e quello dell altro;
che è tftiauto dire doversi le combiiiaaiooi etTettUare eoo poraiooe d' ua
corpo e I , a, 3 0 più porzioot ri'un altro, le qnali foriero egtàali io
peso. R di qui è che Uahoo non fece ebe dare «viluppo a queste idee
di Higgiosi. NesMino perù dei Cbimicì volle accomodarsi di buon animo
ai loro pensamenti, se non dopo che simili vedute teoriche vennero
convalidate dall* esperieuse di Tbomson rispetto a diversi sali , e con-
fermate poscia da quelle del dott. VV «llasion , il qnale dimostrò avere
gli alcali la suscettibìlitè di unirsi con quantith diverse di acido a-cat^
bollico, delle quali 1’ una era precisamente dupla di quella dell* altro;
e tale è il caso dei carbonati aemnlice e biacido di potassa, di soda ,
di ^alce ec. Dimosirù parimeoie lo stesse Wollasion ebe essendo tre,
colla potassa, per lormame tre os»aUti distinti , la quantità di detto acido
ora ^ dupla , ora è quadrupla di quella contenuta nell* ossalato neutro;
poiché mentre quest’ultimo resulta dalla combioasione di i at. dì po-
tassa con I at. di acido ossalico, nell* ossalato biacido l at. di baie è
saliHcata da a al. e nell* ossalato qnadriacìdo da 4 *t. del ridetto acido*
,
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i,
,
,
.*
''
~ ^
l«tig«8Ì «empre nello stesso nppprto con quello espsioienie U
quanliU poodersbtle dell’ altro ^ifooio coiqpoaenie ,i.>
Dicesi atomo elementare la molecola di ciascuna ^Uuiu ,
feldspato ec ;
il primo dei quali resulta dalla cliimica unione di
) atomo di 3-soliato di potassa con 3 atomi di 3-solfato di allumi-
no regolale nfpnchè ,
i composti che ne resultano siano in
proporzioni definite.
. Coo^lg
,
più volte , o per indicare il uomero delle proporsiooi , con thè dia nn
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IO
elettro'Degaiivo non lo è die oelle combinaxìoDi prime o più
basse.
È
raro rincontrare dei gradi d’ ossidazione , ove i atomo
di radicale o dell’elemento eleltro-posìdvo trovisi combinato eoa
più di 4 dell’elemento elettro-negativo: ma nei gradi di
solforazione sMneontra talvolta, che la combinazione del primo
'
col secondo si estende da i fino a 5. *,
acido b salificata una data baie. Coai per es. mentre , col nome di
bicarbonato, io eaprimo la prima e più bassa combinazione dell'acido
bicarbonieo con una base qualunque (1 at, di carbon. a at. d’ossì-
geno per parte dell'acido) col nome di bicarbonato biacido esprimo un
sale, ove la base contiene due volte la quantità dell’ acido bicarbouico
contenuta nel bicarbonato semplice anzidetto; iutaoso che però col-
l’avverbio numerale bis, innestato al nome dell'acido, a me rinonovo
o dò a chi mi ascolta la nozione della cbiroica composizione dell’ acido
,
j^Googlc
Il
oaKÌoiie fra Hne corpi fosse anicamente quello, io cui 1 at. Hell'uoo ai
combina con 9 , 3 , 4 * ^ Hcll* altro ; ma l'esperienza ci bs in ap«
presso Hiraostrato, che bene spesso la natura si vale Hi altro e ben di»
verso modo per effetlnare le combioazioni , e dì quelbi segnatamente
che abbiamo Hi sopra iodi'^sto.
(1) Se il dividere o diniidiare gli atomi non repugnasse ed ostasse
all’idea, che la parola ce ne dà , a quella cioè di rignanlarli come il
resultato dell* ultima divisione possibile della materia, potri«si per
maggiore semplicità stabilire, che il rapporto dell* ossigena al radicale
fosse quello di 9 p, 3 * a
1 e riguardare gli acidi 3>fosforoso e
1
,
i 3
l’acido bicarbonico cuotiene i volte la (juantiih deH'oNigeno, che
coatenuto c nell’ossido di carbonio , poiché se in questo è io,
in quello è m
ao per una medesima quanlilb del radicale carbo*
Ilio (7.65).
Lo stesso pure è da dirsi rispetto agli atomi composti del
irinio ordine , essendoché multiplo, e segnatamente doppio, del-
r acido* 3-solforico contenuto nel 3 -solfato neutro di potassa è
’
r acido del 3-solfato biacido della stessa base ; multiplo del pari
c segnatamente quadruplo dell’acido ossalico dell’ ossalato neu-
tro di potassa, é l’acido dell’ ossalato quadriacido della stessa base
(v. gli esempi di pag. io e 1 1).
£d in quella guisa che multiplo abbiamo veduto essere il
corpo elettro-negativo (o l’acido) negli atomi composti del 1° ordi-
ne , cosi multiplo può essere in essi il corpo basico o elettro-posi-
tivo, tultavolta che quest’ ultimo sia suscettibile di unirsi coll’al-
tro in più d' una proporzione. Abbiamo 1 ’ esempio di tai multipli
ne^li acetati tribasico e seibasico di piombo (v. pag. 11), il cui
ossido é in quantith o tripla o sestupla di quella contenuta nell’a-
cetato neutro, preso come termine di confronto.
Submultipla è quindi la quantità dell’ elemeuto elettro ne-
gativo nelle combinazioni , che resultano da 3 , 5 , 7 at. di esso
con a at. dell’ elemento elettro-positivo. Di che abbiamo l’esem-
pio nelle ossibasi , e negli ossiacidi che seguono, e in molti altri
a at. di terrò = 67 84
,
< -S- 3 at. d'oaaigeco == 3o,noo 97,841
soprossido di ferro)
9 iàt. di piombo =aS8>899 3 at. d' oisigeoo 3o,ooo (=^88,899
sesquiossìdo di piombo)
3 «i. di tolto = -h 5 at. d'oaaigeoo =
5o,ooo (= 90,332
acido sub-trisolforico)
protossido di ferro)
I al. di piombo =>29,449 "h 1 d‘o»tigcao =
10,000 (=i39,449
protossido di piombo)
I at. di zollo = 30,116 -4“ I d* ossigeno =
10,000 (= So, 116
oCa ussisolforoto)
piombo.
i5
resnitanti dalla combinazione della calce coll’ acido S-fosforico.
Potendosi questi due corpi reciprocamente unire in un numero di
proporzioni maggiore di quello, che per l’ ordinario si osserva
negli altri composti salini , si hanno oitce il 5*(osfalo neutro il
5-tosfato biacido ed il 5-fosfaio tesquibasico di calce, si hanno,
ripeto, altri due sali particolari (un sopra-fosfato ed un sotto*
fosfato) ove la base non è multipla nè tubmullipla di quella
conienilta nel sai neutro , del pari che non è multipla la base del
hiaeido)
__ Q /
ocidu/o).
•
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,
i6
Qualora poi per rimerà «erie di qaesii mIì si tenesse ferma,
la quanliU della mse , rappresentandola con loo , scorgerebbesi
or aumento or decremento dell’acido 5'fosforicar, in un rapporto
inverso; poiché come nel 5-foafato biacido, formalo con loo d’a-
cido , la base si mostra la inelé meno di quella del 5-foslato
neutro , cuti l’ acido , nello stesso S-fosfato biacido si mostra in
quanlili doppia di quella che n’è cuniemita nel sai neutro; non
altrimenti che sarebbe l'arido un terso meno che nel sai neutro,
laddove nel 5 fosfato sesquihasico si rappresentasse la base egual-
meute con loo , e coti degli altri.
1 «ta «lì 5-rosfato acuirò fi al. ac. 5-foarorìro con al. calce)
-i* a «I- 5'loilato acat|uiLaaico (9 al* ac. S^romforice ceu 6 al. calce)
E
parimente é probabile , che da un mesruglio di S-fosfato
biacido e di S-fosfato neutro , nel rapporto di a ’ i, sia costituito
ilS-fosfalo acidulo ; il quale conterrebbe
(i) Retulta pertaolo da qaralo caame, chela Laae del /affo ^‘fosfato
dtììc ossa •arcLlie a Quella ael ^fosfato acidulo ori rapporto di u a t ,
roiue lo h fjuclla del o-fosjato neutro al ^•Josfatu hiacidut quindi bro
chiaro aocbe apparitee che , adottaodo lo aieaao numerw di atomi (3)
per 1' acido S-fosTorteo di lutti ì auddetti S*ro«iati ^ la baae reapeuira
ne aarebbe come aegoe.
S«F«arato neutro (3 at. acido S-foaforìeo e 6 aC. calce)
5-Foafalo aeaquibaaico f3 at. detto . • • at. delta)
.
g
5>Foafato biacido (3 at. detto • • • • O al. detta)
Rotto S-foafato delle oaaa (3 at. drtto • • • • 8 at. detta)
5'Foafato acidulo (3 at detto . . . . 4 delta).
(u) Fu ^Vcaael ) Cbìmico tedeacO) qacgli che lece queata bella cd
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Abbia»! dfl 5 -nilr*to nentro di br.fite sciolio nrll'acqua, c sii
questa soluzione si versi del 3 -soH'ai» |iarìnirntc neutro di soda i ;
due sali si scomporranno per modo , che altri due adatto diversi
ne resulteranno. Ora essendo il 5 nitrato di barile formato da
69,703 di acido 5 -nìtrico con qS,688 di base, o il 3 -solfuto di
soda composto da 5 o.i i6 d'acido S-solforicn con Hq.ob’q di base,
si avranno per la mutua loro scomposizione due nuovi sali , cioè
del 3 -snllalo di barite iiKolubiIr, e del f>-nitr!iio di soda rimasto
in soluzione ; nel primo dei quali la barite sarà come nel sale
precedente =y!i,6dd , e l’acido 3 solforico b= 5 o. t itì , mentre
nel secondo la soda sarà parimente »39,oBy, e l'acido 5 nitrico
-= 67,703.
Egli .ora è evidente, che, tanto y 5 , 688 di barile, quanto
3 p,o 8q di soda , valgono a neutralizzare in pari modo 5 o, 1 16 di
acido 3 -sulforico, non altrimenti ebe 67,703 d'acido 5 -nitrico
servono a neutralizzare p6,688 di barite come 3 q,o 8 p di soda.
Dal die si rileva, che conosciuta la quantità di base neces-
saria a neutralizzare un peso dato di acido, c viceversa, si potran-
no facilmente rinvenire e fissare pesi equivalenti , che lutti gli
i
acidi ,
e tutte le basi debbono presentare per formare dei sali
neutri. Ed invero se si sottoponessero ad esame le specie diverse
di uno stesso genere di sali come per es. quelle resullanli da una
,
di 5 o,i 16 : 67,703
all’ acido 5 -bi nitrico nel rapporto
:
a-7 643 -,
.
cosicene _ 5.5,6 5o,ii6
_ ,3,5
50,1,6 ^
acido a-carboniro
Da ciò pertanto resulta , che una quantità di
= !>,5i6, c altra di acido 5-bi-nitrico =
iS.Soq , hanno la sies.sa
quantità di acido 3 -sol-
capacità di saturazione per le basi, che una
Inrico t=. 10,000. , , . .
le f ':ingle
«9
Ac. 3-ctH>ODÌco PoUtia ac. i-carlionico Pctaaaa
5,5 i6 : 11,778 ;; 10,000 ; x; donde x = ai,35 >.
la
la
la
potaaaa da
soda da
barile da
7,799
19,0^
....
....
a 1.|,|38
a 54 6 3 . . . i
....a
11,778 aacenderti a ai, 35 o e diacanderìk a
a
8,718,
5,775
i 4 ,i 33
la strooziana da I3,9 i 5.... a 3^,4l3 . . .a 9,560
la calce da 7, io 3.... a 10,877 • • • a 5,358
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30
Egli è ora evidente , dir , se vuoisi alla potassa ^lo.ono)
sostituire un egual peso di soda . quindi altro eguale di barite,
di sti'oiiziaiia ec. , doviaunb le quaiiuiìi degli acidi suiinoniiuati
, ina frattanto mantenersi sem(ji%'nrl
ora aumentare or decrescere
rapporto medesimo in cui essi sono , allorché iro'vaiisl M'TificaU
da 10,000 di potassa, come nel quadro testé esposto.
Di qui è che
(i) Non ogni metnllo, che ronfronto di quello rarirnic parte del
al
•ale , gode di proprietà clcttro-positire , pnó riuscir idonro a produr
quest' eltVtlo,
(a) Questo fatto era stato traveduto da Kirvan , ma non fissò L'at-
teiìzioiir dei Chimici , se iiuu dopo che venne confermato e sviluppalo
da Itichler.
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,
i Drulralizzam ,
per assumere in «uà vece rlrll' ossido di zinco, e
rosi formare un nuovo sale: Ma siccome la nuova base (ossido
di z.iuco^ si forma a spese dell’ ossigeno abbandonalo dal protos-
sido ,di piombo , mano in di mano che questo
si ripristina , cos^
'.» 9-449 .
10,000
Donde consegue che il 5 -iiilrato, avente per base prima della sua
decomposizione un ossido composto da 100 di piombo metallico
-1-7,735 d’osrigcno, avrà per base dopo essere stalo decompo-
,
sto col mezzo dello zinco, un ossido formato da 3 i,i 4 <^ del
ridetto metallo -f- 7,735 d’ossigeno; che è quanto dire poterlo
stesso peso d’ acido 5 -nilricu essere in pari modo neutralizzato $1
da 107,735 di protossido di piombo che da d’ossido di
,
11
Bipporto
fra I* OMÌ^CDO
dell' arido e (|i)cUo
drlla l)a»e
aU ocftigeoo
Cairtr
|
L Al. caIcc (
(
1
I at calcio
3 -Solfftto ^1
'
' Al. ac. S'Aolforico
( 3 at. oaaigeoo “^
di ( 3 :o
PoCUZA i at. otaigeoo == IO }1
1 At. pOtAAlA • •
1 Ì I at. potatalo
( 9 at. azoto
5 ‘bi-NÌtrato
^
f
1-
At. AC. !*niirico
(
5 at. oaaigeno = So
di <
5:0
Barite
\
|1 ( t at. bario
( 9 at. cloro
7>bi Clorato 1
1
1
’ At. AC. 4 ‘clorico { 7 at. oaaigcDO = 70 v
di (7:0
POUMA
^
'
1
1 At. pOtAAAA •
( I at. oaiigeno = 10 5
)
^ ( 1 at. potatoio
Oiuiiiz., i by C;.;ìOgk
a3
Nei die tono in uno italo di transizione, come quelli ove
tali
la base è congiunta ad un acido iiicoiiiplelo , o culla desinenza in
oso, varia il rapporto Tra l’ ossigeno di questo e l’ ossigeno di
quella, ogni qual volta l’acido respettivo assorbendo l'ossigeno
dall' aimoslera , completa con esso la propria aciditìcazione , e si
converte in acido colla desinenza in ico. A malgrado però, die per
questa addizione dell’ elemento eletti o- negativo si muti il rap-
porto Ira l’ossigeno dell’ acido e quello della base , pur tuttavia
uiantieiisi nel maggior numero dei casi la ntutralilh del sale.
Cosi per esemp. neutro è il a-solGio disoda, ove il rapporto
fra 1’ ossigeno dell’ acido a quello della base è di a ^ i.
''
W* C 1 zollo
I at. «c. 9'HOUoroco / . .
(
I ftt. o&«igcoo
( . ^ « ir • f I »t. zolfo
at. ac. a-aolionco
(3»
e ir • l I 5 . _
S •Solfato \ at# uantgeoo
di /
Soda i a j f 1 ats o««ìgeoo
1 at. ftOQto
^ (
i-.Solf.to
\
“• « tu'-b-olforic.'
5 ^
.
1 At. zolfo
3‘SoIfato
i At. ac. S-Aoliorico (
(
3 Al. ossigeno = 3o
<ii protossido (3;i)
di éerro . . ^ ( ft Al. oisigeuo
I At. protoss. di forro
^ terrò
dell’ acido di 3 I l , ma di 3 I i j
non è più Cessa (in d’ allora
la neiilrnlità del sale (a) , nè più si ristabilisce se non si aumenta
la quantitli dell’acido 3-snlfurico, per modo che l’ossigeno di
esso ritorni ad essere nel rapporto che prima con quello della
base , ascesa giù allo stato di soprossido.
**'
^ s ir
3-.Soir»io C
s
* 5-»olforÌ€o ì «t.
f 3
(
OKdgeuo = _
oo
.
ì
di toproiisido^ (S;iJ)
di t'erro f .
* ,
•*'
j' r ( • • • ouinno = l5 \
^
^
( ( I .t. ferrS
(i) Vuoisi qui , nel parlar di neutralità , alludere non all* indi6Te-
renxa delle carte colorate reattive (gÌAccbè il cambiamento di colore nou
è criterio sempre sicuro per far revocare la neutralità di un sale) , ma
alla combinazione resultante da a atomi composti del I* ordine 1* uno .
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,
a5
Cosi per la stessa ragione non più dalla medesima quaiitiik
di acido 5 bi-iiiiricopuò rimanete neiUralizznto Tossido di palla-
dio, qtiaudo questo passa dallo stato di protossido a quello di deu-
tossido o di biossido'', nel qual caso il rapporto Ira l’ elemento
elettro negatiso dell’ aciilo e quello della base, non è più di
5 * I come prima , ma di 5 I % ( i).
Nè d altronde può quel sale riassumere la sua neutralità, se
non per mezzo dell’ aggiunta di altra quantilh d’ acido S-nìtrico
uguale a quella che già riteneva , quando era Dittato di protos-
sido, avvengacltè non puossi altrimeitti ottenere che l’ossigeno
dell'acido torni ad essere nitililplo per'un numero semplice di
quello della base, che è qttatito dire nel rapporto io ^ 3 o di
5 à 1 , come per lo avanti lo era ttel nitrato di protossido.
Eccone a maggior chiarezza gli esempi.
( 9 al. azoto
5'bì-Nitriito
1 at. aCa £'bi-nitrÌco .
( 5 at. Ob&tg. = 5o )
d' uDÌo»«ido < (5;-)
di pAlUdio
I at. aaìoM. di palladio. (
1 at. oasig. = IO )
ì ( I at. palladio
3 at. azoto
5 bi-Nitrato
baaico
I at. ac* 5-bi*DÌtrÌco (
( 5 at. o»sig. = 5o ì
(5;«)
di bioaatdo
di palladio 1 at. bioaaido di palladio ( 3 at. Oiiiìg. = 30 i
I af. palladio
(
C 4 azoto
3 at. ac. 54)i>DÌtnco •
5'bi-Nitrato (io at. oaaig. ~IOO
di biosaido
di palladio
1 at. bioaaido di palladio (
3 at. onaig. = 30
( I at. palladio
„
at. ac.
ice
«•fosforoao ( 3 at. foiforO
Tri-bi-Fo* * (
,
3 at. oa»igtuo 3o
[(3 13, osala
ifito dì
Soda ( 3 ) ( 3 o.ssigcoo
at. 90 'i-')
I at. soda
(
3 at. aodìo
(l) Cambiato per tal modo il rapporto tra 1' elemento elettro-nega*
tivù dei due cumponcnti il sale ,
esso traarorroasi io sale basico orsetto-
sale.
3 Par la signi6casiooe di
( )
tali oomi composti r. le Formule atomi-
, ,
96
( 9 at. Toaforo
rv t• e \ * V I at. «C. ?*tOhForKO
Qoiu-bt>ro« {
' 5 at. o»sigeoo"= 5oVc.«
® f(5;Q)Oaaia
«tato di <
Sod.
(») _ . .
( a at OMIgcUO = ao^
^ C 9 at.‘ ftodiu
•oprotaido è
4
^
at* aoproaf. di terrò ( 6 at. ossigcDo = 6o( ’ -O
di Ferro V I 4 at. ferro
sciamo ) ed è il seguente.
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,
’7
che la quantitii dell’acido che compete all' una di quelle basi
,
'
3 at. zolfo
\ 3 at. ac. 3-aoU*orico !
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afì
vili. In alcune (ma ben poche) combinaaionl dì aioroi
composti del ordine , aventi 1* elemento «lettro'positivo a co*
raune , come sono quelle di due sali a base identica , il aumero
degli aiotuì dcir ossigeno contenuto nella quantitli dì base di uno
(lei salì, è un multiplo per un numero intiero delT ossigeno
contenuto nella quaniità della base clic appartiene alT altro ; o
sivvcio r ossigeno dell* acido, congiunto a quello della base re-
speuivamciite salificala di uno di quei sali , è un multiplo del-
V ossigeno parimenti conieuuiu uelT acido e nella base deÌK altro.
Ne abbiamo T esempio nella magnesia alba così detta, o^e la
base magnesia trovasi scompartita fra T acido a-carbonico e 1* ac-
(lua; la quaT ultima meulre in parte pone il ^-carbonato in ìstato
(l'idrato, per T altra parte, unendosi all* eccesso di base, fa
uiBcio di acido.
3. _L o at carbonio
S at. a-rarbo*
at. ac. 3-carbooico
{
;
(
o ^
at.
•
oaaigeoo = c
no
Dato
di inagueaia 5 at. magnesio
S al. magnesia. (
( 3 at. OKiigeuo = 3o
Macnksu / ( 3 at. idrogeno
I at. d' idrato
I at. acqua •
( I at. ossigeno = io
di
magoeaia 1 at. magucsio
I at. magnesia.
'
(
G at idrogeno
•4* 3 at. d* acqua (
^ 3 al. ossigeno = 3o
Lo stesso quindi èda dirsi dell’Aztiirro montano , il qnale è
costituito di 3-carbonatu di deutossido di rame, e d’ idrato della
stessa base ; lo stesso della Datolite , minerale o tal doppio, eh' è
composto di 6-bi-borato e di 3-silicato di calce.
quidi ,
regolano e governano in pari modo le combinazioni rh«
liaiino luogo fra corpi gasosi tanto elenieuiari che composti ;
i
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an
onH'è die i volume dato di un pai «ì riemenlare die composto
combinasi con i , oppure cou i J , con a , cou 3 , con [\ eguali
volumi di altro gas (i^.
Questa maniera di rappresentarsi le combinazioni chimiche
dei corpi gasosi in volumi determinali e multipli , vieti detta
,
1
j a 3 o più misure eguali ili altro gas, per modo die il corpo
, ,
totale deir uno addivenga multiplo del volume totale dell' altro.
Ma una difficoltli si eleva a tal riguardo, e questa si è che
non sappiamo ancora se un dato volume «li un tale o tal’ altro gas
equivalga all'atomo di esso, o pur ne formi semplicemente una
frazione. Tanto Luna quanto l’ altra delle due supposizioni pos-
sono essere adottate, giacché non dovendo esse servire ad altro
che a rappresentarci il volume o la misura di due o più corpi ga-
sosi , quali stanno per combinarsi , possono entrambe essere ac«
i
fi) Fiuo «Ul i8o6 Gay-I.us«jc e HniiiIioMt, nelle loro ricerche «li en-
«liometrla ,si accorsero che, nrlla lormazicne dell* ac<;ti.s nier«-6 la
.
di a rol.
•S- 1 Tol.
(=
(=
a atom.) di gas idrogroo 6,a3g
I atomó di gas ossigeno • -
X =r= a
.
l,a .^78
10,0000
Arcjua = ii,a<i78
una frazione del volume totale dei gas compoiiciiti. Bensì la con-
liazioiir clic ha luogo Ira le iiiolerolc di uno di essi, o pur fra
quelle d' entrambi é sommamente variabile, ma lale peraltro
,
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t 1
3i
respcllìvo radicale, e
da i voi. d'idrogeno, «enza elio il compo-
»lo, che ne proviene, subisca coudciisazione o coulraziunc veruna
nelle sue molecole componcnli.
gas componenti.
Somma 0 vola )
^^pore acqueo
/condensati o ri-
a Tol. (a at.) di gas aroto 8,85i X® =
=*7»7^*
10.000
dotti a a di \fol.
H- 1 voi. (1 at.) di gas ossìgeno. . .
gas protossido
f omma 3 v^. =^7.70^ d’ a xoto
^condensati 0 ri-
vola (1 aU) dì Tiporc di solfo. . =ao,ii6 dotti a a voi. di
-+.
I
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3i
in volume
nlunie è tale , da esser ridotti a della somma di quello dei
j
gas componenti.
'condensati o rj.
I voi. (1 »l.) di rapore di carlionio . =7,643 /rfotti in 1 vnl. Hi
^ (> “‘O di gaa Idrogeno =i,On8 g„, carluro hi-
J,
Somala 3. voi. peto =8,^91 ydrico 'gas ale*
) /•co)
icondensati o ri*
a voi. (a al.) di ;a» cloro a», i3d5x* =^1
dotò in 3 vul. di
-4- 3 voi. (3 at.) di. gaa oaaig. I 0,000X3 =3o 000 ,
acido \-cioroso
Somma t> voi. pcao = 7 ^,atii l(rrJoaa. biclorico)
gas coinponetiii.
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,
33
bonico, al l«mpo stesso che subisce (al coiurazimie fra le sue inu-
letole , (la ridursi a soli i volumi o sia a y della somma totale.
H- I
Soni. 3 voi.
>ol. di gas ossigeno ....
tosa, d azoto (1 voi. di gas ossigeno . =in,oooi ridotti a .|
=in.ooo| voi, di
Totale del peso 37,700
dci/lox.iido
d*azoto (1)
Non
essendoci fin qui dato di ottenere salto forma di fluido
aeriforme che quattro sole delle sostanze elementari ( l' ossigeno,
l'idrogeno, l’azoto, ed il cloro) non possiamo delle altre misu-
rare e determinare il volume, se non clic per via di melodi indi-
retti;
induceiidulo cioè da (|uello che esse ci presentano, allorché
vengano poste in combinazione chimica con qualche altra sostan-
za , la quale giù sia in istalo gasoso ,
sia che per l’ ìnierposizione
isaoCo voi* dì gas ossigeno (v. pag. 3 iaj o sìiv-ru da \ voi. di gas
^
protossido d' aaoto -l- di voi. dì gas ossigeno.
y
Taddei, Funnacolog. Voi. //. 3
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,, , ,,
34
delle molecole dell’ una fra quelle dell’altra , il volume dell’ in-
gieme vada «oggetto ad aumento o dilatazione , «ia che' il volunae
dei gas componenti mantengasi lo stesso tanto prima che dopo la
reciproca loro combinazione.
Cosi per es. si calcola per induzione il volume del carbonio,
allorché con questo elemento viensi a combinare un volume dato
di gas ossigeno, per formarne quel composto binario, che distin*
gitesi col nome di gas ossido di carbonio. E in tal modo pure si
determina il volume dello zolfo quando tal corpo venga unito
cliimicamente a i volume dato dei gas ossigeno o idrogeno , per
ottenerne i composti che distiiiguonsi coi nomi di acido bi-scyo-
roso l’uno, e d'acido bi-idro solforico odi solfo-bi- idrico ì'aìlro.
Si osserva nel primo caso , che , combinando con volume
i
(l) Kgl! i rero che nna (al conclusione potrebbe essere non sempre
lci;ittima , giscchè, sebbene il composto sbbia assunto tin Totiimc dop-
pio di qncllo che presentava ossifeno sdoprsto , non per questo re-
sterebbe csclnsa la possibilità ebe la metà, nn terzo, no quarto, od
olirà porzione del carbonio entrato a far parte del compoato , ai fosse
coudensata per modo, che l’ aumento di rotarne fosse da attribuirai,
non alla totalità del carbonio , ma a nna frazione di esso. Vero è al-
altresl,
che il grado di densità acquistata dal composto, il modo suo
di combinarsi con altra porzione di gat ossigeno, per divenire acirto
z.carbvnico , la capacità di saturazione che qneat* attimo ha per le
diverse basi , il peso atomico dei sali reanltanti ec. ec. ci daranno lonze
in iiniile rirrria.
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S-ì
peto deir ossigeno impiegato, e quello del gas .irido 3-soH'uroso
ottenuto , esprime la quaiititii o il peso del vapore di zolfo com-
binato. Un volume dato di ossigeno avente un peso >is;ao,ooo
ne' acquista uno 4 o,ii 6, convcrtito die sia in gas acido 3-
solforoso. Se ora suppongasi , die col numero degli atomi coin-
cida quello dei volumi , si a\rh il gas arido a-solfoioso composto
di a volumi di gas ossigeno e di i volume di vapore di zollo,
per la ragione che pesi relativi dei due componenti, espressi
i
'
X. Isomorfismo e isomerìsmo. Ogni qual volta atomi ele-
mentari , che siano in egual numero , e che abbiano la stessa
grandezza , si trovano collocati nel medesimo modo , ì composti
solidi che ne derivano , debbono presentare configurazione ideu-
tica , affettare cioè la medesima forma cristallina. La possibilità
di questi resultamenti venne presentita non ha guari da un Chi-
mico prussiano (1) , di cui le vedute teoretiche soiiosi poi trovate
in perfetto accordo coi falli , avendole 1’ esperienza confermale
in un gran numero di casi. Per il che viene oggi stabilito come
legge generale , che uno stesso numero d’ atomi , conmnque. di^
versa siane la natura , collocali ed uniti che siano in uno stesso
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36
modo , producono identità di forme, nella figura cristallina del
compoao resultante. £ da qiie$ta perfrlia iomiglianxa di forme ,
con che al annuiizlanu le combinaxiopi di diterae anaUnae , ai è
preao motivo di deaignarne i composti col nome di corpi isomorfi
(da isos eguale , morfot forma).
Coerentemente a siffatta legge , possono varj corpi sostituirai
a vicenda , senza punto cambiare la forma dei composti , di cui
fanno parte. Prendendo ad esempio l’allume, sale doppio, costi-
tuito di 3-aolfato d’ allumina e di 3-aolfato di potassa conacqua
di cristallizzazione, poirassi alla base del primo (l'allumina)
sostituire soprussido di ferro, quello di manganese o di cromo;
il
annunziarsi.
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3?
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,
.•;8
(i) Per forms identics o simile debbesi intendere cinella che sp.
partieiie ad uno steaao aiatema di criatalli , aeuza far conto delle mi-
nime dilferenee di un qtialrhe grado, che poaaaoo |iasaare fra gli angoli
di un criaullo e quelli di un altro.
Kraltanto però non poaaìamo diapeusarci da dire che due grandi
oatacoli reatano ancora da aiiperarai , per mettere la teoria di Mitarhcr-
lich pienamente in accordo coi fatti. L' uoo couaiate in ciò , che tor-
me primitive dìverae , e fra loro incompatibili , possono essere assunte
da ano stesso corpo, come pilotai verificare rispetto allo solfo, il quale
sì presenta or sotto forma di prismi esaedri a baac romboidale , e<l or
sotto quella di ottaedri a base parimente rondioidale (V. Elemenli dì
Farmacologìa Edia. II, voi. I, pag. ti3y L'altro ai è ebe alcuni corpi
sono itomorfi tanto cogli ossidi ore il radic.ile è iiiiiio all ossìgeno
nel rapporto di lil, quanto con quelli ove ì < onipnneiiti sono fra loro
nel rapporto di lil Per trionfare di tali oatacoli la Scieuaa ha d'uo-
po di far ancor* altre cunqniate.
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, ,
39
(Iri composti cliimici per natura somiiiainente diverse , e che di
loraie diverse vcslonsi qualclie fiata i corpi aventi la oiedesiina
natura , come abbiamo veduto vcriGcarsi rispetto allo solfo (veil.
più sopra pag. 38).
Resulta pertanto da ciò che abbiamo fin qui detto sull' isn-
morjiimo, che la forma cristallina dei corpi è allatto indipcndrnie
dalla natura chimica degli atomi componeiiti (siano dessi elemrii-
lari o composti ) , e che , qualunque sia questa forma , determi-
nata è sempre dal numero degli stessi atomi , non die dalla posi-
zione loro relativa.
Doude emerge come conseguenza inversa , che atomi sferici
di una stessa grandezza, e nell’istcsso numero, debbano dar
luogo a dei solidi aventi figure diverse o forme cristalline dilTe-
renti, tuttavolta che siano collocati c disposti in modo diverso.
Nè sembra fin'qni che a cosilTattn teorema resultamenti dell’e- i
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..
4° . .
nenti sia lo stesso nell' una come nell’ altra combinazione. £ di-
lani , se da I atomo di carbonio combinato con 2 atomi d’idroge-
no ottieiisi il gas carburo bi idrico, da 3 atomi di carbonio com-
binato con 4 atomi d' idrogeno puossi ricavare altro ben diverso
composto , e dico diverso , perché , oltre la differenza che fra
entrambi si scorge sotto il rapporto dei caratteri chimici, ben
differente eziandio n’ è la gravità speciBca.
Rame . . « •
0,0949 . 39,57
Djaiiwtìjiaii. k iQgIc
a ,
4 -
0,0393 X
<39.45 3 . 7938 S 5
Parimente si troverli , operando nel ridetto modo , che il ca-
lorico specifico dell’atomo dello stagno sarà presso che eguale a
quello dell’ atomo dello zinco , del ferro ec.
0.0949
^
39,83 at. del rame
3,7^9443
Calor. spec. dello zolfo 3o,io3 al. dello zolfo.
0,1880
1
( )
Queste dilTereuze fra i nimieri esprimenti il calorica rpecijico
dell'atomo di var) corpi radono su 'Ielle l'razioo» , e sono così pìccole
che noo c* impediscono di riguardar come coolantc il prodotto del ra-
lorico speci/icij mo!tiplic4to per il peso dell* itoiuoe
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, ,
4»
I quozienti ottenuti ci «oniministrano il pezo dell’ atomo cer-
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~ I
,
43
detlr>iina;^.i()KE
11,09:88,91 :: 1 :x
Dividendo l’ossigeno —> 88,91 per l’ idrogeno >= 11,09, *'
ha per quoziente 8,0171; *1 9»*^ rappresenta l’ossigeno di x
messo in rapporto coll’ idrogeno espresso coll’ unitii. Ma siccome
a sono volumi
i o gli atomi dell’ idrogeno che si combinano con
I voi. o at. d’ ossigeno , all’ occasione della formazione dell’ ac*
che se I ~
è valutato l’atomo dell’Idrogeno, ne viene qualche
cosa più che 8, o sia =
8,0171 quello dell’ossigeno. Quindi più
forti ancora sono le frazioni, con che si mostrano gli atomi di
varj altri corpi elementari , qualora vengano calcolati su quello
dell’idrogeno preso come unith , oqual termine di comparazione;
nnd’è che a rigore non più multipli del numero di questo possono
considerarsi i numeri di quelli.
D' altronde però non è da maravigliarsi se l’ipotesi vagheg-
giala da D.vlion assunse un carattere di verità , ponendo in noo
cale le frazioni che incontransi , e che il Doti. Pruut non ebbe
alcun riguardo di trascurare, nella snpposizione che derivar potes-
sero da qualche errore d’osservazione o d’esperienza. Ma niuni
ragione vi lia , perchè i numeri del peso atomico dei varj corpi
elementari debbano essere multipli del numero , con che viene
espresso l’atomo dell’idrogeno, nè tampoco alcun legame si per-
cepisce fra questo e quelli ; e d’ uopo è che si avverta poter questo
fatto esser benissimo un’ illusione , conciossiachè un numero si
piccolo, qual' è quello dell’atomo dell’idrogeno, deve necessa-
riamente capire per molte volte nel numero ond’è rappresentato
l’ atomo di corpi , che souo in confronto d’ assai più pesanti. E
in una parola può ciascun numero esser multiplo dell’ unith , per-
chè appunto di tante unith esso è costituito , quante sono quelle
in cui può esser risoluto.
Avuto quindi riguardo all'estrema leggerezza dell’ (tfrogr/ia,
causa fiequeutc c non lieve di molti errori , c alle poche volte
die qocf IO stesso principio fa parte dei prodotti inori^anìci , Wol-
.45
lastoii e Berzelius ,
per determinare il peso relativo degli atomi ,
lianno accordato la preferenza all’ ossigeno , come quello che .
entrando nel più gran numero dei compusli chimici è a giusta ,
donde x =
7,64.
L’ operazione addivenia anche più breve ,
se s’ istituisce il
geno gasoso è =
0,0688, si può dire die o,o68K ^ 3,4 mio *
*
1
( )
Doppia però i la qiianiitk del cloro eguale cioè a nell'a-
cido idroclorico, perchè doppio è 1' atomo dell' idrogeno ; che è quanto
dire esser proprietà di quest' ultimo di combinarsi nel numero di a
atomi al coll' ossigeno che con altri corpi (Vcd. a questo proposito le
formule delle comD’naaioui dell'idrogeno o corpi idrici Ta>. Vlt>.
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— ,
48
«lotti diversi , ben riconoscibili per varie caratteristicbe s^ fisiche
che cbiiniclie; cosicché messi che siano in attitudine tale da
costituirsi in ossidi , in cloruri , solfuri ec non si arrestano al .
( )
1 esegaire questa coitiliiifitìone ^ nece^marìo tener conto det
rarltonio, ehe in piccola qnantittt ai ronlieoc «empre nel ferro mrtaU
tiro; ftcnza di ebe il rcauOato del ralrulo ci fornirebbe, per 1* atomo
cercato , numero alcun poco al di aotto del vero, (.a qaantitli drl
carbonio eaistente nel ferro può eaaer ìndottA dall* acido bì’iarbuuico ,
mercè la conversione di es«o in bi-c-arbonalo di calce.
fo) S' intende già. che , prr ei'ilare ogni nort.i d'i-rnire, ricbicdrai
dì spogliarlo adatto di nmidità per mezzo del ralor rovrote , prima di
operarne U
decompoaixione coll’ idrogvuo-
^3} ''osaiamo esaer l>en conienti allorché ripetendo per 0 , 3. /f o piu
volte una »te»»a esperienza (e sopraCtntto ripetendola con pesi diversi
di materie) se ne ottengono dei resultati , di cui le quantità onmeriche
fono ad ogni volta pretto ebe i medesimi , tali cioè che diversifichino
sediamo nella quarta o quinta cifra , eaaendoae allora la dillereosa di
o <1* ioltanlo.
Digi'i.- by Coogic
49
+ 1 al. di cloro a 3 ,i 3 x 55 44 Xa =
eiiiramlie queste nozìoui potremo ora giovarci pei islaliilìre I' ato-
mo dell’ olluminio,
100 parti di tri-solfato anidro bé-allominico spogliandosi, inc-
diatiie una calcinaxinne furie e sostenuta , di initu l' acido iri-$>d-
forico, r.i danno 39,c)33 di allumina residua , la quale essendo
isomorfa al soprnssido dì ferro, ci preseiiterii la medesima com-
posizione atomica di esso.
Trattasi ora di conoscere per qual nnmero Gguri l’alluminio,
e |>er quale l'oss'geno nella suindicata alluiniua residua <Ma 3 ^,p 33 .
E. a tenore delle premesse già stabilite noi dobbiamo rinvenirne le
respeilive quantità, dcducendole dall' acido, di cui il Iri-sollato
l>i-allumiuiio rimase spogliato per mezzo del fuoco.
Detratta l’alliimiua 39,933 da 100 di 3 -soiralo bi-alluniiiiHo
iiiiiiio, si Ila uii.v differenza di 70,067, ch'espi ime l’acido iri-sol-
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,
Digitizectby Googie
,
( 1 ) Nel
fere U ralatstioDe di che si traiti h d'nepo che la ma-
,
Digilized by Google
I 1
che ne resulta è i 46 ,
44 - ^
ripetendo l’esperienza della disso-
luzione di loo p. di piombo nell’acido 5 -bi-nitrico si pesa la base
ottenuta dal 5 -bi-nilrato decomposto, si trova che su loo di piom-
bo si contile soltanto 7 , 7^5 d’ossigeno.
Detrattoil peso della base 107,735 da quello del tri-sollato
anzidetto (1 4 ^, 44 ) *' P*’*'
residuo 38,7 15 , il quale rappresenta
il peso dell’ acido tri-solforico.
7,735 X 3 = 33,175
Detratta or dunque questa quantità d’ ossigeno (33,175) dal
peso dell’ acido (38,7 5 ) , il residuo o la differenza esprimerà con
i 5 , 54 o lo zolfo
7,735 ; i 5 54 o 1 1 10,000
, ; xy donde x 30, 1
16 per il peso
dell’atomo deUo zolfo.
La
compo.sizione dei 5 -bi fosfati neutri è tale, che per nea-
tralizzarne l’acido si richiede il doppio della base, che sarebbe
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1 ,
53
^ 5 , 5 o d'otsigeno I ao.oo di fosforo 1 5 atom. d’oisigeoo io,ooX 5
in cloruri.
Fusa una data quantità di bl-bromiiro d’ argento in una cor-
rente di gas cloro, finrhè lutto l'argento siasi convertito in bì-clo-
ruro , si prende cognizione del peso di questo secondo composto ,
come la si è presa del primo: L’esperienza ci dà 7,710 di bl-clo*
ruro d’argento per 10 di bi-bromuro dello stesso metallo.
La composizione del bi-cloruro d’ argento ci è nota : esso
costa di 1 at. d’ argento 135,1607 1 at. doppio di cloro
44 t 365 i 179,4258. Con tal nozione potrassi rinvenire l’ argento
metallico, che contenuto è in quella porzione di bi-cloruro, io cui
vennero trasformate le anzidette 10 p. di bi-bromuro d’argento;
poiché
i 79 4 a 58
, I 135,1607 : ! 7,700 I x= 5 , 8 oo 4 .
Digitized by Coogle
i
54
cloruro, è quella ate«M che ai cootcncva nelle io parli di bi-bro*
muro areeniico aotlopoato all’ eaperienza. Ser\’irà di detrarre il
peao dell’argento 5,8oo4 dal bi-brouiuro io, perchè la differenu
4.1996 ne rappresenti il bromo altro componente.
(1) Col peoo del* atomo dell* iodio per tal lAodo ottennio, si sctor^
dono (tranne piccolissima differensa^ i reanltsroenti di Domas ; il qnale
lo desnnse dallo stesso iodio messo in istato vaporoso , paragoosodooc la
dcnsilii =
8^7160 con quella del gas ossiceno =
1,1036 , e stabileode
r altro termine della proporzione col peso dell* atomo dell* ossigeno,
a,ioa6; 8,7160;; 10,0000 x ; donde x =
79,0486 aia eex^lice deWiodh.
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TAVOLE
SINOTTICHE
]sm. mQn
DE’ CORPI si SEMPLICI CHE COMK)Sri
ELEMENTARI.
CORPI
DEI
ATOMICI
PESI
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>33,3499 >43,3499
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COMPOSTI.
CORPI
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ATOMICI
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85
SPIEGAZIONE B ILLUSTRAZIONE
DELLE TAVOLE
RAPPHESKNTAKTI I PESI ATOMICI DEI CORPI
TAVOLA I.
(1) Nel far addizione della seconda Lettera alla prima, si procura
di acrgtierla tale che non aia comune ad alenilo dei nomi, coi i comune
l'iniziale. Ma neaauna addizione di lettere d'altronde rien l'atta a qiirlla
presa per formula dei metalloidi , quando pur casa aia la medesima clic
per ale noi dei corpi metallici , tmnoe per il bromo , il cloro > ed il ri-
/trio {Jfromium y Chlorum y Silicium) y i quali «i rappreaentaoo con
Cly Br. Si y onde vengano dialinti da altri roclalloidt aventi le mede«i>
me iniziali , come il carbonio y \\ boro y lo zolfo ^Cnrboniutny Borumy
Sulfihur) « che ai eaprimnoo aeniplicemeote cou C, By S»
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nidi »iml)uli o geroglifici , si lia il vantaggio di ricliiamarscli più
racilinenie alla memoria (i).
La disposlrione dei corpi e delle correlative formule nella
seconda colonna è ,
che tanto queste che quelli procedono dal
tale
minimum al maximum
del loro rcspeilivo peso atomico Di qui è
che primo è l’idrogeno II come quello che ha un peso atomico
iiileriore o.fiaSg; ed ultimo è 1 * uranio
all’ iinilli , W cui peso V
atomico è alcun poco superiore a unità, desunti si I’ uno che
r altro dall’ ossigeno lo.oo. =
La terza colonna rappresenta il peso atomico di ciascun cor-
|>>>; la quarta un atomo doppio per tutti quei corpi, i quali, nella
( 1
)
Beneliiii ha rimproveralo ad alcuni Chimici rraiircsi di etsrrsi
lasciaci sedurre dall' amor nazionale per molare le iniziali dei nomi la-
tini ,
con che Tengono decifrate le formule atomiche in qiii Ile dei nomi
della propria lingua , come per es. la formula o il simbolo desnuto K
da Katium {putassìu") in ijiiello di Pv , di iVa Natrium , io quello di
A’o , per eitprimere il sotiìv. Ed è ben vero che se un tal’ esempio ve*
nisse imitato dai Chimìri italiani , tedeschi , inglesi ec. , ne verrebbe
che quelle f'ormule sì renderebbero variabilissime per molti corpi ; che
à quanto dire che ogni nazione avrebbe le sue formule proprie , e
d inerenti da quelle di altra : perlocht'- venendo a mancare lo scopo per
il quale furono immaginate perderebbero il primo loro pregio quello
, ,
cioè tirll' nniversalìtà , essendosi anzi voluto che ai dotti dì ogni paese
esse addivenissero comuni e familiari in quella guisa appunto die .
DigilizaeWjy’-Gcf^lt
^7
n»rsì culla ineili di 3 o di 5 at. d’ ossigeno , seguono anche la
legge uiù semplice, vale a dire si combinano coll' ossigeno ezian-
dio nel rapporto di i a i , di i a a, di i a 3 at. come per esemp.
il ferro, l’oro, il piombo, il manganese ec. , i quali ci somraini*
Digitized by Google
88
Ed aflìncliè più facilmente ci venga fatto , col fisiar l' idea
sulla localilh assegnata ai acmi dei corpi, di rammentarsi del peso
atomico onde sono respeitivamente accompagnati , io gli ho di-
sposti |>er ordine alfabetico (i) , distinguendo eoo un asterisco
quelli, di cui le combinaaioni per ordinario, o nel maggior numero
dei casi , si eil’ettuano con i atomi o con i atomo doppio.
Il segno *f- indica che il peso atomico è superiore di una
piccolissima quantità a quello assegnatoj mentre l’altro segno —
denota che ti’ è di pochissimo inferiore; eccesso e difetto che non
sono esprimibili, le non usando di Iraaioni centesimali ec.
latino , hanno rlaaciino per iiiisìale una lettera dilfereiita da quella rba
hanno nrll' llaliauo.
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20
Alluminio Al '7 ìo+- Idrogeno
Antimonio n Iodio I 79 -;-(*)
Siiblo St «oj-O ^ Iridio Ir ia33 -f-
S Arsenico A$ 4? +
Azoto o nitro
lllrio Y 40 Ì-+.
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1 Litio L 84-
Argento •35«-
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Magnesio Ma i5g-
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Carbonio C 7y^
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Cloro a Palladio
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Ilio Th 747-
Tiiiigsieiio o
Wolframio —j
4!)
TAVOLA 11.
Digitized by Google
9 '
per «lirlo in altro ntoilo, molli corpi vi hanno che snscrttililli sono
di combinarsi coll' ossijjrno nel rapporto talora di i a i
,
di i a a,
di I a 3 a(. ec. , talora in quello di 3 a 3 , a 5 ec. , c |ier(ìii'>
nell’uno e nell’altro modo insieme. Le voci di protossido, doii-
Inssido , trilossidn, e teirossido usale per denotare i diversi gradi
di ossigenazione, furono da molti abusivamente adoperate iìn qui ;
c falsa è l’idea che ci somministrano sulla composizione quanti-
tativa (U lino n di altro ossido a radicale identico, lo mi valsi
delle predette voci ad altro uso diverso , conciossiarbè met-
tendole d’accordo colle vere quantitli atomiche dell’ ossigeno , le
destinai a significare dei numeri intieri , facendo quindi ricorso ad
altre espressioni e ad altri mezzi per denotare numeri fratti o
i
dicale , ad onta che per ordine numerico o nella scala delle com-
binazioni di quel metallo coll’ ossigeno , costituiscano il primo e
secondo grado d’ossidazione. Dal che procede che dall’ uniossido
})’ .
ossido ,
ma biossido 1’ altro Pb (benché in ordine numerico ven-
ga terzo) per ciò che contiene a al. d’ossigeno su i at. di radicale.
La formula Pb
che abbiamo assegnato al sesquiossido o se-
’
- •
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,
f)3
dovrebbe messo a confronto e in gradazione col monossido, che lo
|>recede , e col biossido die gli succede. Ma non per ciò inuiaio è
il rapporto fra due compouenti , poiché ridotto ad un solo atomo
i
soprossidl o sesquiossidi sono da dirsi gli ossidi del ferro , del ce-
rio , e del sodio costituiti da a al. di radicale c 3 al. d’ ossigeno
per quanto costituiscano gli ultimi e più elevati gradi d' ossida-
zione, cui metalli anzidetti possano pervenire; e ciò perclié
i
(l’uniossido £
e il triossido K") per la proprietà sua di coinbinaisi
coll’ ossigeno nel rapporto di i * i e di i * 3.
Non poche altresì delle formule, oltre ad esser corredate di
uno o più punti ,
sono anche precedute da due numeri disposti
alla foggia di una frazione composta di denominatore e nuuiera-
lure : dei quali il superioie denota sempre il numero degli atomi
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,
95
rrspetÙTo per i solo atomo , desunto però non da io,oo ma da
i5 d’ossìgeno, com’è rappresentato nella colonna 5 della Ta>
vola I (i).
I numeri riportati nella colonna 4 esprimono i atomo dop-
pio o a al. di radicale in combinazione con i solo at. d’ ossigeno;
e di qui è che ossidi bimetallici io ho denominalo le prime o piu
basse combinazioni dell’ oro , del mercurio , e del rame coll’ ossì-
geno , come quelle che resultano da i at. d’ ossigeno con a at. del
, I ffgy e
radicale respettìvo, J ossidi semplici gli altri
due composti congeneri , ove, restando ferma la qnantitìi dell’ os-
sìgeno (i at. n
io,ooo) è dìmidiata soltanto la quantità del ra-
dicale , ridotto cioè a i solo atomo : come lo sono i secondi e piu
elevati gradi d’ossidazione del rame e del mercurio, ì quali, con-
foimemente a ciò che ne bo detto , vengono rappresentati colle
formule Cu e £fg.
Finalmente nelle colonne 6 e 7 io ho riportato , ad imi-
tazione di ciò che ha fatto Berzelius , la composizione di ogni os-
si-base in parti centesimali , destinando la 6 di quelle colonne
per 1 ossigeno, e la 7 per il radicale ; lo che, oltre a rappresen-
’
TAVOLA 111.
Digitized by Google
<)6
veruno nelle inflessioni e desinenze di quei nomi, che, essendo da
molto tempo adottati e divenuti ovunque oramai lamiliari e co-
muni , lormaiio il linguaggio universale della Scienza sono stato ,
solo at. d’ossigeno; molti all’ opposto che a, 3 at. e più ancora
ne assumono, prima di saturarsene, o di pervenire al grado mas-
simo di acidità.
Bastarono due sole desinenze a stabilire le necessarie distin-
zioni lia gii acidi aventi lo stesso elemento elettro-positivo , fino
a tanto che si credette non esistessero che due soli modi o gradi
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,
97
bordinarnp il nume alla respeuiva loro composizione atomica , ho
teauto conto del rapporto eh’ esiste fra il radicale e 1 ’ ossigeno
sia doppia, triplice, o quadruplice l’acidificazione che questo
induce in quello.
Or siccome le quantilk proporzionali di ossigeno, da che una
sempre pgnal quanliih di zolfo può venir acióifiralo , stanno Ira
loro come i numeri i , a , a ) , 3 , cos'i senza indiir cambiaineiun
nelle desinenze dei nomi giò in uso, chiamo acido iinisolfnroso o
monusolJftroBo quello che costa di i al. di zollo con i at. d’ ossi-
geno ; Ac. bisoljiuoso quello, in coi lo stesso atomo di radicale è
acidificalo da a at. d’ ossigeno acido trisolforico 1 ultima ove
;
’
,
e I
Cl) e le altre del fosforo ec. , co' nomi di acido iri-bi-fosfo-
selenico ec. , che è quanto dire che una stessa quantiii di una
base qualunque, la qual venisse neutralizzata da at. di acido 1
a’ci)(4ci).
£ dall' inconveniente che abbiamo testò segnalalo altro quin-
di ne procederebbe , quello cioè del cambiamento di rapporto fra
r ossigeno dell’acido e quello della base nei composti salini,
avendo noi detto che come nei tri-solfati questo rapporto è di
3 ^ 1 , e nei bi-carbonati di 2 ; 1 , cosi nei se-bi-boraii deve es-
sere di 6 ' ; Inei quin-bi-nitrati , nei quin-bi-clorati di 5 * 1 ,
nei tri-bi-nilriti di 3 I 1 , nei composti degli uni-ossidi bi-azolico
e bi-cloricu di 1 I 1 , e cos'i di altri (1).
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,
lOO
elettro-posiliv®
; a.® Le formule lecitali, olire il valore «loniico
loro assegnalo nella terza colonna , ne hanno altro nella quinta
minore della meth di quello, ozono tulle suscettibili di sempli-
cizzazioiie, riducibili cioè a i solo atomo di radicale combinato
con tanto ossigeno clic è precisamente la meth di 3 atomi (3o^
0 di 5 al. per conseguenza espresso o con i5,oo o con
(’ìo) e
7.5,00. Con che però
si rifletta che ridotti per tal modo a maggior
semplicità , non più tulli danno dei numeri equivalenti agli altri
acidi , avendo noi detto che i at. di una base qualunque può es-
ser neutralizzala da i al. di l'osloro (Tav. Ili) o di arsenico
(Tav. Il) acidiGcati da a5 d’ossigeno , come può esserlo da i at.
d'acido tri-solforico o bi-caibonico ma non però da i at. d’azo-
,
TAVOLA IV.
IIIcombinazione.
1 mudi di combinazione dello zolfo seguono per ordinario
quelli dell’ossigeno, vale a dire che quanti sono gli ossidi o gli
ossiacidi ottenibili da un istesso radicale , altrettanti sono solGdi i
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, ,
lOl
CombiiMiKÌ collo zolfo in molti più modi, o in più proporzioni ch«
coll’ossigeno, mentre all’opposto L>eii pochi altri pure ve ne
hanno, che per (juanto siano suscettibili di formare diversi gradi
(li ossidazione
,
pur tuttavia non presentano che un solo solfuro.
Abbiamo 1’ esempio dei primi nei solfuri di potassio o di sodio
ascendenti fìno a cinque , mentre gli ossidi non sono che due ,
come lo abbiamo dei secondi nei solfuri di manganese e di piom-
bo , nei quali non si conosce che un solo grado di solforazione ,
per (|uanlo ne siano varj gradi di ossidazione.
i
diare il peso dei loro atomi componenti , come per es. quelli
d’oro, di bismuto, di cerio, di cobalto, di cromo, di ferro,
d’antimonio, di rodio ed altri (v pag. G 4 65 e tì'j'): Senza però ,
TAVOLA V.
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ioa
«leiioia il numero degli atomi con che esso concorre alla forma-
zione del composto.
Le combinazioni del cloro col corpi elementari non sono in
minor numero di quelle dello zolfo Soltanto pochi esempj ne sono
riportati In questa tavola , ma tanti però che bastano per farci
conoscere che, mentre la clorurmiont dei corpi elementari proce-
de quasi sempre d’accordo colla solforazione e l’ossigenazione
li essi , occorrono d’ altronde i al. di cloro , laddove ne basta i
solo d'ossigeno o di zolfo, per neutralizzarne altro di un elemento
elettro-positivo qualsiasi.
Ond' è che se a costituire un numero equivalente di i at.
d’ossigeno o di zolfo richieggonsi 3 at. di cloro, bicloruri sono
sempre i composti resultanti dalle prime e piò basse combinazioni
di esso coi radicali metallici ; che è quanto dire dovere agli uni-
ossidi e unisolfuri corrispondere I bicloruri ,
e ai bisolfuri e bi-
ossidi i quadricloruri. Se ne ha l’esempio nel hiclomro di stagno
(•$/!CP') e nel quadricloruro dello stesso metallo (Sn Cl*^ com-
posti entrambi che presentano dei numeri equivalenti dell’ uni-
ossido e del biossido di stagno, non che deirunisoll'uro e bisolfuro
dello stesso metallo.
La qual corrispondenza o analogia si estende eziandio alle
TAVOLA VI.
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io3
TAVOLA VII.
Nel far USO del solito arliGzin, onde Indicare per qual numero
di atomi due, tre, o più corpi vengano a Ggurare nella composizio-
ne dei composti idrici io ho stimato di adottare anche per questi
,
desunto s'i per le une che per le altre il nome generico dal corpo
elettro-negativo , ed il peculiare o specilìco dal corpo elettro-
positivo ; oiid' è che come dalle combinazioni dell’ ossigeno collo
zolfo, col selenio, col potassio, col piombo ec. iraggonsi i nomi
di acido tri-solforico o tri selenico e di ossido potassico o piom-
bico cos\ dalle cnuibinazioni del cloro dell' indio , del bromo ,
, ,
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io 4
altro oggetto die per mantenere una cosiffatta equivalenza fra i
TAVOLA Vili.
tii 11 peso atomico ne sarebbe io tal raso ridotto alla metA e reso
eifnivalente ai composti , ove il radicale o I' rlemeoto elettro-positivo
è la metA di quello che i snscettibile di combioarsi eoo i at. d' ossi-
grno = IO colonna quarta).
tomo dell'ossigeno o corpo elettro negativo dell* acqua, e colle due li*
oee oriszontali e parallele poste al di sotto esserne 9 gli at. dell' idra*
geoo.
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,
io6
TAVOLA IX.
di rilevare ,
che anche l'acqua nelle sue combinationi chimiche,
sia con corpi binar], sia con composti ternarj , obbedisce alla teo-
ria dei multipli ed alle medesime leggi atomiche degli altri corpi.
La calce e la potassa per es. , le quali , ancorché appareniememe
secche, ritengono in chimica combinazione dell’acqua , e per cui
si costituiscono in corpi idrati , non ne contengono nè più nè me-
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,,
107
TAVOLA X.
T.e rorniulf de! «all amfidi (1) «ono composte di quelle degli
ossiacidi e delle ossibasi. E Tacile pertanto di rappresentarsi un
sale di tal natura , o di comporne la Tormula , bastando solo di
aver presenti i simboli necessarj ad esprimerne 1’ acido e la base.
di I at. di ussiacido
,
purché però tanto tjueslo quanto (juclla re-
sultino da corpi elettro-positivi suscettibili di combinarsi coll' os-
sigeno nel rapporto il più semplice , in quello cioè di 1 a 1 , di
I a 3 , di I a a 6 ec. Cosi per es. souo neutri I sali
a 3 ,
di Iri- <<
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loR
nè tampoco quin-bi-arsenlati delle ridette basi ed altre (i))a
i
non potrebbe neiTtralizrare più della meth della potassa testé indirata,
ale a dire una quantità = 39 >q 958 .
Ne verrebbe quindi eziandio rhe gli acidi sub-tri-nitrico, sub-trì-
clorico, tri-borico ec., non fornirebbero più dei numeri eqiiìralmtt
degli acidi tri^olforìco. trt-seirnico , bi-csfbonìco ec. ; nè tampoco
cqnÌTalcDtì dei nuÉieri dei tri*solfati , tri*«eleniati , e bi-rarbonati aa*
rebbero qnelli dei snb tri-nitrati • snb-tri-elorati e tri-borati , per la
ngicoe eoe. questi conterrebbero la metà sola della base , che si con*
tiene io quelli.
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I IO
izia,ja46^
d’ossigeno , possedè la
le sia acidificato s^ da a che da 3 au
proprietà di neulralissare i at. di base qualunque essa sia;
do-
neatro
8i calce
'
90,8;^./
numero degli atomi dell' ossigeno e il secondo quello degli atomi del
,
radicale o corpo elcttro-positiro ! Che laddove poi i nno solo 1 avverbio '
inenle agli atomi dell' ossigeno (red. pag. 91). Della qual conveosione
di liuguaggio , adoltaU per la nomenclalnra atomica degli ossiacidi ,
t
il che avviene che sali resuhauti siano con eccesso d’acido nel
ì
1 ,
per parte dell’acido alla base, e viceversa, cosi ogni
sale che si discosta dalla neutralità per eccesso del proprio
,
acido cc; del pari che ogni altro che dalla neutralità si discosta
per predominio di base , sarà un sale sesquibasico , biliasico , tri-
basico, seihasico (1) ec.
Di qui è che a decifrare con opportuni nomi quantitativi
adattati una tal sorta di sali , in ne ripeto l’acido o la base tante
volte quante si questa che quello si cnnteugono nel sai neutro, il
quale io prendo sempre per tipo. Cosi per es. prendendo le mosse
dal tri-solfato neutro di potassa, chiamo tri solfato biacido di
potassa il sale che contiene 1 volte l'acido di quello; del pari che
dico bi-carbonato biacido e bi-carboiiato setquiacido di soda i
due sali , che contengono 1 ’ uno 3 volle , l’ altro 1 volta e mezza
l’acido bi carbonico del bi-carbnnato neutro di soda.
Cosi pure coi nomi di ossalalo biacido e di oss.alato quadria-
cido di potassa in denomino due ossalati, che sulla stessa quan-
i
l’acitin ossalico dell’ ossalato neutro di potassa del pari che ace-
:
I 13
bo sei basico lo dilanio due sali
I
, die sulla medesima quanllih
d’ acido acellco conlengono l’uno il triplo, e l’altro il sestuplo
della base che conliensi nell’acetato natlro.
Nei da acidi , ove due al. dell' elemento elet-
sali resultanti
tro-positivo sono aciJiBcali da 5 o da 3 al. d’ossigeno, come
avviene rispetto al fosforo e all’ arsenico f ) , io riepilo"o nel i
-J bv Googk
Dii i'
^
,
ii3
vertire enlrambe e in acetato trlbo-
in quelle dt trìsolfato biaciilo
«ICO, facendo nel l’ iniziale ^primcnle l'acido
primo precedere
irisolforico e secondo qoella rappresentante I’ uninssido dt
nel
piombo da una cifra che denota il nuinent delle volle che vengo-
no ripetuti tanto l’ uno quanto l’ altro. Cosi per es. colla stessa
detta base; del pari che colla formula 3Pb A , ove il simbolo del-
r ossibaso i preceduta dalla cifra 3 , vien’ espresso l’ acetato tri-
basico d’ uniussido di piombo , sale che ripete 3 volle la base
dell’ acetato neutro dello stesso nome. In una parola come il nu-
mero posto alla destra di un corpo, o dell’initiale che lo rappre-
senta , ed alla maniera di un eapoiieiite algebrico, serve a ripetere
o moltiplicare 'il corpo stesso cui succede (v. Tav. Ili) cosi il
numero posto alla sinistra serve a ripetere o moltiplicare il corpo
cb’ esso precede.
Nei sali, di cni l’ ossiacido contiene 3 al. dall’ eleaaento elet-
tro-positivo con 3, o con 5, o cou 6 di ossigena , io richiamo nella
ibriBula questa stessa compnsiiinne dell' acido, ileuomimindoli
quin-bi- nitrati ,
quin-bi-clorati , se-bi-borati ec. Ma poiché il far
precedete le ioisisii csprimeoii questi sali da cifra unroertclie
come ho fatto all’ occasione di rappresentarne isolali e soli gir
Tav. Ili) avrebbe complicato di troppo le
ossiacidi rcspeltivi (v.
formule , io mi sono servito di due lineette oriszoniali e para-
sfato} ;
delle quali la prima deuola che a at. di uniossido di piom-
bo sono salifìcati da a al. di fosforo reso acido da .*> at. d'ossige-
no, la seconda che i uniossido di piombo lo è da i at. di
at. d’
Insforu acidificalo dalla medi
di 5 at. d’ossigeno.
Ai simboli rappresentanti l’ossibate e 1’ ossiacido del com-
posto , faccio succedere I’ acqua (a) preceduta dalla cifra indica-
ti ice del numero degli atomi , con che essa concorre a rendere il
TAVOLA XI.
acidi o basici , è posto sempre alla sinistra o alla testa della for-
mula medesima.
Le linee orizzontali e paralelle servono ad indicare, esser dop-
pio l’atomo del corpo elementare, al quale sottostanno. Cos\ per es.
Al ,
Fe, St indicano a at. d’alluminio , di ferro , e d’antimonio
(1) In qnrtte dne formule le basi suono frs loro come a'. 1 , il
fosforo radicale dell'acido come a;i, e l'ossigeno ood' esso h aridifi-
cato come J.
(a) A fine di render le formule meno complicate, e di evitare la
confusione che ne potrebbe provenire, rappresento 1* acqua nel modo
stesso che nella Tav. IX , anziché fame precedere 1 iniziale da cifre. ’
Digiti; C^ogk
1,
">
1
che due sali concorrono alla formazione del sai doppio , vedcsi
i
3 H ,
e quindi 1' idrato di magnesia Ug H ,
nel qual' ultìnto. l’ acqua tiene
1 poato di acido.
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, ,
ii6
spcttivameiite appartengono ; il qual’ oiaigeno è
p nell’ acido tri-
solforico e 3 nell’allumina del primo sale , perchè ii’è l’acido
ripetuto ire volte , e la base che è un soprossido ripetuto due
volte; dovecchè nel secondo sale, essendo unico l’atomo dell’aci-
do, ed unico eziandio quello della base potassa, l’ ossigeno del-
1’ uno è all’ ossigeno dell’ altra come 3 a i (i).
TAVOLA Xll.
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”7
possono chiamarsi quin loljb-bi-arsenùiti , lrì-$oir(/-bi-arteniU
d’ unisoljìiro di potassio ec.
Aliri composti particolari , e che pur si considerano come
sali, sono {quelli resultanti dalla combinazione dei fluoridi dei ,
clorirli e dei cianidi coi fluoiuri, cinturi e cianuri. Cosi per es.
dal l)i-fluoridn idriru , dal sc-fluoi ido borico , dal tri-fluurido si-
licido lesta siiliiìcato ilflunruru di potassio, con che furniansi dei
bi-fluoro-hi-idraii , dei se-fluo-boiati , e iri-Iluo-silicati , come
dal quadri-clorido platiuico fuimansi quadro clnro-plntinali ec.,
i
respeitive basi; poiché , come i at. di questi ossiacidi tieulralizza 'a at.
di os.ibase o d'ossido, cosi I st, di qnei snitidi nciitrali/./a a at. di solfo*
base o di solforo. In ogni caso sarà facile di distinguere dal semplice
nome la composizione qiiaiitiiatiea degli ossi-sali , da lineila dei solfo-
aali , telluri-sali e seleui-ssli , non die dell'acido loro respcitìvo,
j
qualora si osservi che nei primi l'ossigeno è sempre sottiiiie.o, men-
tre nei secondi lo zolfo , il selenio ec. è espresso : per n.odo che come
nei solfo-sali , seleni-sali ec. 1' avecri'io numerale vale a deuniare il iin-
roero degli atomi dello inllb , del selenio ec , così negli ossi-sati 1' av
verbio oumcrale vale a denotare 1' ossigeno per quanto esso nel nome
del sale non venga espresso.
Omesso é poi r avverbio numerale per gli atomi dello z-olld , del
aeleoìo ec. contenuti nelle solfo-basi , e seleni-basi , giact-bc s' iiilende
esser sempre mono-solfuri , e muoo-seleninri ec. e che unico ifebba esser
l'atomo dello 'zollo, o del selenio componenti, qtiaudo non c prcce-
dnco ds vemn numero ; in quella stessa guisa che s' ìniende ess' r niiìco
l'atomo dell'ossìgeno nelle ossi-basi , quando vengono denominate coi
semplici nomi di ossidi.
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TAVOLA XIII.
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,
CAPACITÀ DI SATURAZIONE
DEI CORPI
cilli di saturazione che corpi spiegano gli uni per gli altri , limi-
i
tandone però gli esempj a quella che gli acidi hanno per le hasi.
Sotto il nome di capacità di saturazione di un acido non altro ,
iiitendesi che la misura della quantità di base che esso può neu-
tralizzare (i), o viceversa, all'occasione in cui s^ questo che
quella si combinano re< iprocamentc |>er salificarsi. E la misura
esatta della qiMiitilà della base u del rapporto in cui debba que-
sta uniisi con uno od altro acido , ci è tornita da quelle stesse
leggi che regolano la composizione atomica dei varj corpi.
Siamo fatti avvertiti dalla legge di N. Ili (pag. la) che, seb-
bene variabile o in proporzioni diverse esser possa la quantità di
una base con che si combina un peso dato di un acido qualun-
que, II' è {lerò determinata e tale che se modi di combinazioni
, i
t.
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tigeno, dì cui abbisogna p<>r costituirsi in monossido o uninssìdo.
m
Ci è poi noto per la legge di N. VI , pag. ai , che trattandosi di
ossi sali, composti cioè di due corpi, cui l’elemento elettro-negativo
è comune , l’ ossigeno del loro ossiacido deve esser sempre un
multiplo per un numero intiero dell’ ossigeno della base respetti*
va. Posto ciò , e^lì è ben evidente che la quantitò di base, che in
un sale neutro si conlieoe , saià ognor subordinata a quella del*
1’ ossigeno coiilenulo nell’acido, in pari mudo che quella dell'a-
era di 3 a 1.
Se ricercasi qual sia la capacità di saturazione dell’acido bi-
carboiiicn, ti potrà rinvenirla facendo egualmente ricorso ai teore-
mi enunciati nella legge di N. VI (p. 16 ) ove abbiamo detto che
nei bi carlxmati neutri 1’ ossigeno dell’acido è a quello della Kise
nel rapporto di a a 1. Sostituendo pertanto a 100 {«irti d’acido
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i
aver desso bisogno, per esser convertito in sai neutro, di una quan-
titi di base la qunl contenga 36,175 d’ossigeno
,
( 1 ) (v. la Tav.
che segue, pag.
Gli esenipj, che abbiamo Gn qui addotti rispetto alla capaciti
di saturazione degli acidi per le basi sono tutti riferibili a dei
,
3 a 5 osia di 1 a 3 ec. Tali sono per es. gli acidi quin-bi -nitrico,
j
quin-bi-clorico ,
quin-bi iodico , e quin-bi-solforico , la cui capa-
cità di saturazione è uguale a un quinto dell’ ossigeno che respet-
tivamenie contengono. Di modo che, se, con una base qualunque
imprendesi a neutralizzare 100 parti d’ acido quiii-bi-nitrico sup-
posto anidro , la quantità della prima , che per tal’ eSetlo richie-
desi , deve sempre esser tale che
contenga 14,77 d’ossigeno, ossia
la quinta parte di quello che condensi nell’acido quin-bi-nitrico;
il quale è appunto costituito di 73,85 d’ ossigeno -f- 36, 5 d’a-
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ia3
sforoso, Msendo ugnale
a due traìnti o a due leni del respeltivo
aa,4i6 nel primo, e di 38,8^6 nel secondo,
loro ossigeno, sarli di
in quanto che essi contengano l'uno 56 ,o 4 d’ossigeno per 100,
l’altro 43,33 (v. la Tav. che segue).
È quindi da osservarsi, che alcuni acidi, nel combinarsi
coir acqua per prendere lo stato di liquido, e di massima concen
traziniif , seguono talvolta la medesima legge che per le basi;
vale a dire si uniscono con quel liquido in una quantith detcrmi*
nata , e che in peso è tanta da coniencre la stessa proporzione di
ossigeno, qual si contiene nella base, da cui possono essere neutra-
lizzati. Cosi per es. l'acido tri solforico, il quale ha una capacith
di saturazione =iq,g(i 3 (v. pae. ai) si unisce con tal proporzione
1
(1) Tale ì sempre il peso dell' acqua che trovasi unito a 100 parti
d' acido trì^solforico , allorcbò esso segua |,85 , grado massimo di con-
centrazione ebe può assumere. E ebe quest’ acqua stia coll'acido tri-
solforico, DOD in semplice miscela, ma in combinaiione, reiulta da'ciò,
ebe esposto si calore 1' acido non se ne spoglia , ma diatilia come acido
liquido ; doreeebò , ae 1' acqua oltrepassa la snmmeutorata proporzioue,
ne clistilla sola , e l'acido ti mostra fisso lino a ebe la quaulilb del-
l’ anzidetto liquido non siasi ridotta a sole p. >9,96 so loo d’ acido.
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Bftpporto AComico
fra il raaic«le c 1’ o««igeno
NOME
Acido acetico
'
Idem .
—— quÌD*bi*antÌmooico
" qoiD*bi*aDtimooioto
— qoin^bi'orienicico •
•
tri4)ÌHirseQÌoao
>
brnioico • ::ia-i-i5:5 * 0 7*
,
ac4iid>orico •
qain-bi-bromico
bi'CarboDÌco •
Idem •
tri'bi-carboaofo o oaaaljco
Idem • • • •
Idem • . 66.04
ciamco*
Idem •
citrico • •
qaii»4>i*clorìco
tn-cromico
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mali biacidi • a • 1 sesto
• • • • • • 33,01 nei tri-croma-
ti scsquibvsici I metk
• • • • • • So, 68 nei iri-croma*
,
ti bi-basici 2 terzi
^ 1)49 formisti • • • 1 terzo
ll) 3 o 8 oei quÌD'bi*
Iblfali . . • • • * •
1 quinto
• • • 16,913 nei (jnin-bi-ro-
s/'ati srsnuibasici 3 decimi
• • • • • • aa,4il>neiqiiin-bi-ro-
siati bi-basici (6j 2 quinti
>8,88G ori tri-liì.fo.
IO, Si
• • • a terzi
negli nui-bi-
foslili • • •
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eg.quant.
oei gallati .
t terzo
4)8o8 Ori qiiia>lii*
iodati. . .
iijiS Ori tri-molib-
• * • r qninto
dati , . ,
1 terzo
• • • 5,565 nei tri-molib-
dati biacidi . . 1 sesto
7 i 57 nei morati. .
l
• • • 1 ottavo
4»77 **<i quin-bi-ni-
Irati, 0 quio*
bi>axotati .
t«i96 nei Cri bi-ni-
• • •
1 quinto
triti, otri 4ii>
• • • terzo
*0 5 a nei bi-bi>nitri- 1
,
li, o bi'bi-azotiti
negli aoì-bi-DÌ-
* • • • • • 1 meU
triti, o UDÌ-bi*
erotìti • • ,
13,586 oei tri-aele-
• • eg.qnant.
Diati . • .
• 1 terzo
4»398 nei bi-aeleoiti •
•
• •
1 metà
• • 7 )> 9^ nei bi'seleoi-
ti biacadi. • • • 1 quarto
* • • 3,598 Dei seleniti
quadriacidij • • • 1 ottavo
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t
Baimorto ato miro
fra iln dicale e 1 osaigeoo &
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DECLI
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Ossiartdi ossiacidi
negli
Ossìacidi
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OSSI ACIDI
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radicale
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radicale
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radicale
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tri'Soltorico
Idem
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idem
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—
• • . . . 5i>.86
f.4^4'.3
.
47,56
—
. •
—^ tartriro. • * • r •
Idem ...... • ^ • « * •
•
.
•
•
> «
• •
.
•
• idem
60,19
60.19
- tri'tnngsCico • « • • * • • ::«:5 • • • 10 , i3
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}
3 2 t5t3
—
285® O
• ss
z 0 = quello
i5 -=
5 ei sali neotri Nei sali acidi Nei sali basici
I metà
|i>,U3 nei succiasti I terzo
jUrOSS nei tactrati • i quinto
6,019 t^rtrati
biacidi • I decimo
'
(sotengono t at. di una 0 di altra base alcalina e per rerità casi spie*
;
g«DO maoifestamente proprietà acide, ogni qual eolia roasigeno
dell'ala
tali è s quinto di quello dell*
acido»
(6; La capacità di sttnrazione di quest'acido à anche di un sesto,
^1 00 quarto . o la metà di
quella deir ossigeno dell* acido ^ e talrolla
600 uguale.
(7) Nel tri*soirato di soda^ Sai di Glauber ; nel tri^olfato di
ugneaia , Sai d'Eptoa !.6!t nel trì*soiralo di ossido di terrò, vf
tritio verde ^ c nel tri*solfaio d’ossido di lineo, vetriolo bianco;.
r.S:t nel tri-solfato d'ossido di rame, vetriolo turchino
; e nel
Irisolfato di calce
,
Getto,
(dj Nel tartrato biacido di potassa , Cremar di tartaro^
Digitized by Coogle
Dalla diversa capaciti di «aiurazione, che gli acidi hanno
per le Lati , è facile di arguire la composizione dei cali , richie-
dendosi solo di conoscere il rapporto che passa fra il radicale e
r ossigeno delle lespeitive basi. Cosi dalla capaciti di saturazione
dell’acido tri -solforico =19,953 perviensi a conoscere la compo-
sizione di lutti quanti tri-solfati, o del genere che lotti gli am-
i
die passa fra il peso aioniico del lespellivo Imo radicale, e I’ ossi-
geno. Cos'i per es. , supposto che a neutralizzare l’acido tri-sol-
forico venga impiegala la potassa , la composizione atomica di
questa base (potassio 4^t99i -t- ossigeno 10,000 =*58,991) ci
somministreilt il mezzo di rinvenite il radicale potassio, eh' è su-
con 19,953 d’ossigeno, e di uiieneie per (al via
scettibile di unirsi
la qtiatitilè della ^lutassa
,
che si richiede , per soddisfare alla ca-
pacità di saturazione di joo p. d’acido tri -solforico.
10,00 (ossigeno) ; 4^i99 (potassio) ; ; ig.gS (ossigeno espri-
mente la capacità di saturazione dell’ acido tri-solforico) ; x po-
tassio ; donde X = 97,73 (1).
=
Sarà dunque 97,73 -f- 1 17,68 la potassa ricercata;
c il tri-solfato di potassa resultame sarà composto
mico deir acido tri-tollorico (coinpoato di at. zollo (ao,ii6 -4* S at.
i
d’oaaigen') f3o) =
5o,lt6, r. Tar. Ili , pag. 63) ai potrcbi>e Hcsnmere
la compoaiziooe di una (jnamìtà >|ualaiaiii drl ridetto acido , romc «i è
lutto per rinvenire la compoaizione delle bavi. Ma comnnoue aia, il
caoone euiinriato nella lef;ge di VI (. pag- che negli oaai-aali
I oaaigruo dell'acido debba eaaere in una quantità multipla dell'oaaì-
grno contenuto nell' o»ai-baae « ci ofirc tempre la miaara della capacità
di »atura/ione che hanno i divcraì acidi . c coai ci pone in grado, non
aolo di agevolare le operazioni di anatiai e di ainteai , ma anche di
retlificaruc , per mezzo del calcolo, i reanltamenti ottenuti.
Google
i 3i
( solfo • .
Acido tri'CoUorìco == 100,00
(
(MsigcDO 69,^
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i3'J
di piombo, faramio corrcipcllivameiitc
leqiiaiullii clic di (ali basi
di bisogno per ueuiralizzare loo d’acido bi-carbouiro ,
o d’acido
qiiin-bi-nltricosaranno a quelle dell’acido tri-solforico come le
,
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i33
PROSPETTO o TAVOLA
DBGLI
EQUIVALENTI CHIAllCI
E VARIE AEPLICAZIOKI
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i34
Portaodo l’ispezione sulla tavola anzideiu, si osserva nella
sua parte inedia longitudinale una serie di numeri , che incomin-
ciando da IO (i) procedono d' uiiìtìi in unità fino a ao , di due in
due da ao fino a 40 , di cinque in cinque da 4o a 100, e di dieci
in dicci da looa aoo. Lo s|)azio compreso fra un numero e Tallro
è diviso da linee marginali su di ambi ì lati, che indicano ora
delle frazioni d’ unità , come nei primi ranghi , ora delle intiere
unità interposte fra i numeri ; le quali cifre , uiiiiamenie alle loro
respettive divisioni e suddivisioni , essendo collocate e disposte a
distanze misurate, e proporzionali ai loro logaritmi , fanno si che
le diverse parti, in cui la scala tutta è divisa , addiventino esse
medesime i logaiitroi esprimenti proporzioni o pesi , in cui i corpi
sono suscettibili di coinbioarsi l’uno coll’ altro.
Al diquà e al di là dei margini della banda media longitu-
dinale ,
portante la serie dei numeri e loro divisioni , sono notati
inomi dei corpi si semplici che composti ciascuno dei quali è ,
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,
I
j")
altri corpi e che espressi sono con numeri fratti o intieri, e mercè
,
del calcolo desunti dall’ atomo dello stesso ossigeno, già valutalo
<= IO. Dal che procede che nella stazione naturale del cursore ,
quale si è quella della tavola qui annessa o sempliceniente ver-
,
Digitiz^ by Google
i36
piccoli errori ec. e di ricondurre ciascun atomo al tuo f^iusie va*
, valendosi del messo
loie delle tavole dei pesi atomici , che inse*
ritesono nel presente volume. £ per la medesima ragione si tro-
verh esiandio che nomi , coi quali vengono chiamate le diverse
i
ANAUSI
cursore della Tavola (ino a che il numero
Si fa scorrere il
Digilized by Google
, ,
precedoto da at. 9 per l*acfdo carbòaieoy t dell’ ossigeno at. 3 per 1* aci*
do solforico ; coti terrirni dell’acido carbonico (at. f) per i carbonati
•empiici dell'acido niedeaimo (at. per i bicarbonati {carbonati bi*
acidi) del cloro (at.l) per i dcutocloruri. Uao qui • acanto di conrii*
,
• >oue tanto nelle note che nel tcalo le alette denominazioni della
,
on tale,
5* U ossigeno
,
il cloro y \* acido carbonico , e I* acqua touo alati ,
come è detto più topra , più rolte ripetuti aulla Tavola all'og-
ai
getto di facilitare l'operazione dell'aoaliai o della tinteti , ogni qual
volta le enunciate aoatanze entrano per più di una proporzione ne* corpo
preao io esame : e le cifre da coi i nomi di quette medesime totcauze
•uno precedute , intieme colla parola aiocopata at. tervono ad indicare
il numero di quelle proporzioni o degli atomi loro. {Per la tpiegazioue
delle abbreviazioni e delle parole aiucopate , ved. la tommìth della p;.rte
deatra della Tavola),
(i) É d'uopo rammentarti ea.-.er = 2 zt. I* ottigeno dell'acido car-
IksOÌco,
Digitized by Google
, ,
i38
0»»igeiio .
pefte dell'osa, di calcio a 3,00
Calcio . . 0*^1
Somma odc.. i 3 ,uo (1) Ode. a3 ,oo
SINTESI
(1) Per snalizure i componenti del tale (ac. caitionico e calce) bi-
aognerh aggiungere nna cil'ra alla destra del peso dato (aS) ed agire
come se esso tosse a 3o , conforme a ciò ebe abbiamoj^avrertito alla
pag. 141 nota.
Digitized by Googlc
7 ,
i3^
ANALISI B SINTESI
questo sale è lib. 57-= qualora esso sia spoglio affatto d’acqua di
Digitized by Google
, è,
i4o
ne lo spazio fra un ouincro e l'altro della scala. Non t'seendo conto delle
fraziooi , io ho potuto , con steli di paglia o con sottili stecchi di legno
ben diritti c tagliati a misura , determinare in varj composti il peto dei
eompoiieiiti respettivi , misurando con tali semplici mezzi , sulla Ta-
vola , la ilistauza che passa fra il numero vero , e l' arbitrario.
Di--" by Coogle
*
4 '
Anidiii.
Digitized by Google
II. Quanto di carbonio e quanto d’ ossigeno ti contiene in
grani di gas acido bi-carbonico ?
Si misura col compasso lo spazio circoscritto fra l’equiva-
lente del gas acido carbonico j , e il numero arbitrario aa:
e portato quindi lo strumento con una punta sull’ ossigeno
(al. a (i)) rappresentato da ao , si vedrk l’altra punta che ri-
geno
°
— 1 5,—
IO
carbonio restante è 6,-^.
, il
IO
III. Quale i peto della base (calce) quale quello dell' aci-
il
do (solforico) contenuti in 4p grani di solfato (3) calcareo , pri-
vato della sua acqua di cristallizzazione per mezzo del fuoco f
Misuralo col compasso o altrimenti lo spazio compreso fra
l’equivalente del solfato (3) di calce secco =85 e il numero ar-
bitrario o dato 4 q> si porta lo strumento con una punta sull’equi-
valente della ca/ce =
35 J , e si prende nota del numero eh' esso
segna coll’altra punta rivolta verso la sommilh della tavola Si :
Digitized by Google
,
i43
laUurazioa! lucceMive, partendoti collo stnuneDto prima dall’equi-
lizzazione.
Sintesi.
3
in alto, essa segnerà appunto si è il peso della po-
gnetia ,
serre per denotare rhe 7 sono le proporzioni dell’ acnna conte-
nuta nel predetto sale cristallizzato : che e quanto dire esser 1' ossigeno
dell' acqua aettuplo di quello contentilo nclln base.
(i) (V. 1' «nnnscrassoise degli atomi alla eiaietra delia Tavola).
Digilized by GocJgle
, ,
esser altrettanti i grani à' acido 3-solforico liquido, del peso spe-
cìfico 1,85, necessario a salificare e neutralizzare 4o gr. di barite.
Analisi e Sintesi
^1) QnptU fermoU indica i atamo o proponi ooe d'acqua (V.la Tar*
difU equivalenti ekimiei ^ e in està i vnrj corpi che éi tal te^no
no «orrcdntie
Digitizod by Googl
i4^
proca dei due (ali mesai in azione. Per conoscere la quantità del
primo, si eseguisce la misurazione dello spazio fra V acetato di
3
piombo 9 ^ 0 ,-^, e il carbonato della stessa base »=> 167 -, per poi
fare altrettanto, partendosi colla stessa misura dal numero dato 70,
(1)
Il peso slomico ossegnoto nollo Tavolo degli eqnivaletiti cbi-
mici all* aeido acetico, e agli acetati, i alquanto più elevato di quello
eh' esser dovrebbe. Ma i facile di esitar gli errori , che da ciò potriano
provenire si nelle mitnraxioni che nel calcola, qualora si assegnino (con-
formo fn avvertito a pag. |35 e |36) all’acido snddivissto, e ai com-
posti che ne derivano, 1 pesi atomici indicati nelle Tavole sinottiche j
a tenor dei quali dovrannosi esegoire le necsssarìe misnrazioni.
Digilized by Google
i46
ARTICOLO II.
CENNI
SULLA TEORIA ELETTRO-CHIMICA
E SULLA COMBDSTIOnE
TKORU ELKTTflO-CHlMICA
Digiti.! ed bv Cooglc
,
Digitized by Google
,
i4K
iiivesfite di eleltricilk di(al sona. A^partrngnno alla prima aerìe
i corpi acidi, l’ossigeno, ed ahri fra gli elrnieiiiari
;
alla seconda
gli alcali idrogeno ec. Domi’ avviene , die da un’atmosfera di
, l’
prio del liquido, sarò decomposto per modo, die il suo fluido nega-
tivo verrò attratto dallo zinco per il filo metallico corrispondente,
al tempo stesso che ne verrò rispìiito il fluido positivo per l’altro
filo verso il metallo corrispondente. Avverrò precisamente il con-
(i) t^nanHo avrieur che perrenir si pows ad niiirc baai con basi ,
al idi con scidi re. 1* imo di tali corpi ^ sempre o più elettro-negativo o
pili elrttro-posiiìvo di i|iiello che sia l'altro: e cosi essendo, il meii
negativo la nliìcio di corpo elettro-positivo , come il men positivo la
iit'iicio di corpo elcttro-nrg.stìvn. Comunque però sia , ò srinpre debole
l'at'linità per cui stanno tra loro uniti i rorpi , ebe troppo poco dista-
ilo tira loro per rajiporto alla iiainra del respettivo elettrico.
11. Non
v'ha dubbio potersi raflìnitii considerare quale sforzo
della natura verso lo stato dì quiete , dopo un travaglio più o
meno prolungato Ma non è men vero che nella moliiplicitù de’
prodotti , pei quali la natura la sì bella e sì vaga comparsa di se ,
quella quiete non può a meno di esser passeggierà o precaria ;
conciossiachè vengono incessantemente a turbarla i comuni agenti
luce , calorico ed altri, ma soprattutto 1’ elettrico , come quello
che determina e regola l’allìnitii chimica.
Spiega l’elettricitb la sua influenza od il suo potere sulle
combinazioni chimiche , non solo quando essa sia in continua cor-
reute , come lo è quella che nttiensi pel mutuo contatto di due
metalli eterogenei , ma quando anche svolta sia per mezzo della
confricazione Sotto l’ influenza di una serie di scintille elettriche
vednnsi entrare in combinazione chimica , e formar acido nitroso,
l’ossigeno e 1’ azoto dell' atmosfera , ove questi gas sono in islaio
di semplice miscuglio ; e dalla stessa elellricilli lanciata in scin*
lille o a scosse venir decomposti molli corpi , cui principi coni-
i
Digitized by Google
,
i5o
c i gradi di difTerenea co$\ piccnll , che , rispetto a quei corpi
ossidati ,
i quali sono dolali della più forte aflìnitii puossi in ge*
,
erale ammettere , stare gli uni ngli altri nel rapporto mede»-
tno ,
in cui stanno Jra loro i rndiedi respettivi.
Gode l’ossigeno di proprietà elcLtro negali\'e in grado si
eminente, che negativo è sempre al confronto di lutti gli altri ;
e non esseiidovene alcuno che dir si possa altrettanto positivo
quanto quello è negativo, puossi stabilire esser desso il corpo
negativo per eccellenza , ed anche di una negati^Uà assoluta, per
ciò che con qualunqu' altro entri in combinazione , mantiensi
sempre nel suo rango di corpo elettro-negativo. Non è punto cosi
per gli altri corpi lutti , putendone ad ogni momento esser varia-
bili rapporti elettrici , che è quanto dire aver dessi attitudine a
i
muove dal riflesso che un corpo qualsiasi non può divenir elet-
trico senza che le due opposte elettricità si manifestino si nelle
diverse parli di questo stesso corpo, si nella sfera sua di attività :
Digitizedb Google
t*)!
)>esi come , o come
potesse essere altrimenti una porzione n pni '
che hanno luogo fra l’os'igcnn c il rame, l' ossigeno e lo stagno cc.:
nieutie a tenore della distribuzione elettrica dovrebbe accadere
tutto il contrario per la ragione che sono il rame e lo stagno
,
Digitized by Google
i5s
prevalerne , o sia ana maggior tendenza a neatralizzare l’ elettri*
citi che loro i propria con quella altrui ed opposta.
Ammesso pertanto che nell’ intensiti diversa di po/ortsza*
ZMNie consista T aflìnith chimica , non più sorprende come per
l’ ossigeno spieghi lo zolfo maggior affinità che il rame , a malgra-
Digitized by Coogle
,
i53
positive. E come render ragione di questa manifesta anomaha ,
se non con ammettere che diversi gradi dell’ afiìnith dipendono
i
sia di gran lunga più positivo che lo zolfo, pur lullavia V inOn
lUà di polarizzazione di quest’ ultimo è maggiore di quella del
piombo, e tale per conseguenza da neutralizzare una maggior
quanliiii di elellricilh negativa dell' ossigeno , di quello che ne
possa neutralizzare il divisato metallo , comunque disliulu sia il
solamente che in tale stato essi presentano nna più estesa snper6cie ,
ma soprattutto perchè, in virtù della roottnua roobilìth flì cui godono,
le particelle dei lìquidi possono con assai facilìtk rivolgere le noe
verso le altre i resprttivi poli opposti. In grazia di questa stessa mo-
LilitS la combinazione si elTettua agevolmente anche Tra nn lìquido e
un solido, hi che la circostanza della mobilità abbia sulle combinazioni
chimiche intliienza maggiore che l'estensione o l' snmento di superi?-
eie chiaro resulta dal vedere , che , sebbene la superficie dei corpi so-
lidi venga incomparabilmente anmenuta, mercè della polverizzazione,
e conacgneniemeute ì punti di reciproco contatto siano per tal mezzo
oltremodo accresciuti , pur non ostante ben poche sono ed assai langui-
de , le combinazioni che si elTettuano fra due solidi ridotti in fina
polvere, £ ciò perchè manca in quel caso la necessaria mobilità fra le
molecole, onde i poli positivi delle noe possano opportunamente voltarsi
verso i polì negativi delle altre.
Dìgitized by Google
,
i55
dirti che cambia V intentità o il grado di polnrizzationr , che i
corpi potteggODO alla temperatura oidinaria, in quanto che cre-
tce o scema quell’ iniensilii per opra del calorico.
IV. Una rapida occhiala noi gettammo fin qui sulle rea7.ioni
elettriche ,
riguardandole come capaci di provocare talora le com-
binazioni chimiche, talora le decomposizioni. Ci è d’uopo di esa-
minare nei resultamenti ottenuti da questa doppia azione, In appa-
renza paradossale. L’azione elettrica è decomponente allorché o
tutti od in parte gli elementi di un composto, in virtù della ten-
staccatosi dai due ossidi verso la positiva dell' idrogeno dei due
idracidi : per modo die nel passaggio , che I due composti fanno
a nuovo modo di esistere , all’ occasione di formare un solfuro od
un cloruro da un lato, ed acqua dall’altro, si soccorrono recipro-
camente , e si coadiuvano mercè le respettive reazioni
elettriche ;
le quali comecché abbiano tutt’ altra direzione , e diano resulla-
menii diversi, tuttavia cospirano all’effetio istesso, vale a dire
ad una più perfetta neutralizzazione reciproca.
Vien poi detta combinante la reazione elettrica che si eser-
cita fra due sali , allorché , facendo 1’ uno di essi ufficio di corpo
elettro-negativo, e l’altro quello di corpo elettro-positivo, si
uniscono chimicamente per dar luogo ad un sai doppio, composto
cioè di due sali diversi. Ed è quivi da osservarsi , clic nessuno de-
gli atomi componenti s'i dell' uno che dell’ altro sale agisce con
forza propria, ma che lutti insieme gli atomi donde risulta l'uno,
reagiscono sugli atomi tutti di cui resalta 1’ altro ; che è quanto
dire die l’atomo composto del sale negativo spiega la sua reazio-
Dìgitized by Google
i56
ne elettricae<l oppnita a quella, ond’è fornito l'atomo composto
Digitized by Googic
>57
noti pochi sono i composti salini , il cui acido o corpo elellro-ne-
Digitized by Googlc
l '>8
Digitized by Google
,
«5g
be se non in ciò, che, ta'perata in un composto la fona di coesione,
seoaa indurre cambiamento di sorta nè Jiminuzione nelle proprie-
tà elettro-chimiche dei componenti , le molecole integranti di
questo stesso composto si disgiungono, intantochè s’ interpongono
Ira quelle del liquido , per modo tale che ciascuna molecola del
corpo disciolto vien circondata da un numero eguale di loolecole
del liquido dissolvente. Ne avviene quindi, che se molteplici son<^
e per natura diverse, le sostanze disclolte da un medesimo liqui-
do, dovranno quelle dividersi fra loro gli spai) u gl" intervalli
esistenti fra le molecole del dissolvente, e disporsi le une rispetto
alle altre colla stessa simmetria. Dal che potrassi arguire che
come la combinazione o composizione chimica vien caratterizzata
da proporzioni invariabili degli atomi componenti , così la solu-
zione del solidi nei liquidi lo è da una simmetrica disposizione
delle molecole integratiti di quegli stessi corpi.
Digitized by Google
,,,
l6n
Avviene qui dunque die i due icidi , godendo entrambi di pro>
prielk clcuro-negalive , «i cnulraaleranno l' oisido di rame , c cmi
Digilized by Google
,
i6i
larivttnione elettrica dell’ arido reto libero) rtercllata da nn gran
numero delle tue molecole interposte nella niasta , è bilanciata
dairaffinith più forte (o dalla maggior intensità di /wlarittazione")
esercitala da un più piccol iiuroero di molecole dell’ acido decom-
ponente ; Ma non è più cot^ nella tromposizione operala su sali o
corpi , ove 1’ uno dei componenti reso libero sia iiisolnbile : con-
ciossiachr in tal caso le molecole di esso, non pulendo per la pro-
pria loro natura restar discioite nel liuuidu , neppur potranno
porsi attorno alla porzione residua di sale, cite rintana iiidecom-
posto; ma iie saranno allontanate venendo precipitate, o par ne
saranno lugaie sotto forma di gas dall' acido decomponente, tutta-
voltacliè le molecole di esso , postesi attorno al nuovo composto
saranno in nomerò sufficiente. Nel qual caso è facile a concepirsi
come da nn acido più debole possa esserne srarxiato altro più
forte , sempiechè trovisi il primo in quantitù sufficiente , c non
possa il secondo mantenersi per alcun modo in soluzione.
Avviene presso a poco lo stesso nel caso in cui la scomposi-
zione sìa operala per modo, clic il novello sale resoltanle , per la
proprietà di essere insolubile venga precipitato. Se in una solu-
,
Digitized by Google
«petto al modo, con che la decomposizione «i effettua lotto l’ in-
fluenza delle reazioni eleltro-chiiiiiclie Imperocché le da acidi
più o meno deboli vedesi scacciare un acido più forte , ciò è do-
vuto ad altra forza che entra simullaneamenie in j^iuoco (la forza
di coesione); la cui azione, nelle dissoluzioni soprattutto, nun è
solamente meccanica , ma chimica al tempo stesso , e tale sempre
da contrabbilanciare o modificare in maniera sensibile l’ affinità
cliimica.
Ed invero , se , astrazione fatta dall’ insolubilità del tarirato
di piombo ,
del tartrato bi-acido di potassa , e del fluoruro-sili-
cico di potassio, si suppone per un momento che questi sali siano
Digitized by Google
,
i63
dalla forza di coesiooe venendo le molecole dei corpi sollecitate
ad assumere lo stato di solido, questa loro tendenza, messa a con-
trasto coll’ affinità chimica , sposo la vince e la supera.
Se dalla forma regolare dei corpi noi siamo con multa ra-
gione indotti a supporre, nelle loro molecole, una tendenza a met-
tersi in contatto per certi dati punti, piuttosto che per certi altri
quest’ effetto è probabilmente dovuto alla polarità elettrica di
quelle stesse molecole. Ed ammesso che ciascuna di esse conservi
un certo tal qual grado di questa sua polarità, egli è evidente
dover esse di continuo tendere a congiungersi mutuamente pei
loro poli opposti (i). La qual polarità benché idciiiica a quella
donde procede l’affinità chimica , n’è per altro differente rispet-
to agli effetti; in quanto che se, a rappresentarci Luna come
l’altra, prendesi ad esempio il modo d’ azione dell’ elettricità co-
rnane , puossi , nella coesione , assomigliarla a ciò che avviene
nel piatto dell’ elettroforo, allorché essendo elettrizzato positiva-
mente vien ritenuto dall’elettricità negativa della resina, senza
che avvenga scarica di sorta , nè mutua penetrazione Dovecchè :
esercitano gli imi sugli altri , non che ai grado differente à' inten-
sità di polarizzazione t\\e essi posseduno, .'illurcliè sono investiti
da elettricità della stessa natura , vengono rimosse le illusioni , e
si dissipano le tante anomalie, con che i multiformi fenomeni del-
l’ affinità si sono presentati , fino a tanto che si prese ad interpre-
tarli colla mente preoccupata dall’ idea che nei corpi esistessero
appetiti diversi , simpatie , e predilezioni.
VII. Avendo noi detto piu sopra, doversi nei sai! amfidi consi-
derar le forze elettriche, non rispetto ai singoli elementi che fanno
parte dell’ ossiacido e deH'ossibase , ma relettro-posiiiva di questa
e l’ elettro-negativa dì quello, e che altrettanto pure far si dovesse
Digitized by Google
i64
per i mH doppi o composi! di due sali , vietisi con ciò a stabilire
una massima , che , generalizzala a
varj composti , apre T adito a
diverse speculazioni leoieticlie collrgaiiu intieramente,
, le quali si
Digilìzed by Google
, ,
i65
I al. aolfo — 10,116
*4- a al. d' otsigcno — = 10,000
vieti aggiunto . . . . 1 al. d’ ossigeno — 10,000
si avrii 1' acido tri solforico rappresentalo da 5 o, 1 16.
Se a
sitniliiieiiie ai. coinposio del ridetto acido bisoljbroso,
1
aollo 10,116
vale a dire '
' + ossigeno 10,000
.
SI
. ,
aggiunge altro .
al. composto . j.
di ac.
. ir
tnsoljonc.
f aolfo 10,116
^
3o.o„q
si avr& l’arido quin-bi-solfnrico 90,i3i,
o sia l’acido suh-tri-soljorico dimidiaiidu la (|uaiitith dei se^,
«lue componenti, lo zollo n’c ridotto a 1 solo atomo . 10,1 16,
e r ossigeno alla meli di 5 ai i5.ooo
Acido sub-tri-solforico «=
Che
acido bi-solforoso sia il tipo, cui rìferire gli altri com-
I’
Digitized by Google
,
i66
solforoso collo solfo l’ uno , e dallo stesso acido bi-solforoso col
tri-solforico 1’ altro (i).
La qual’ ipotesi sulla coniposisione e derivazione loro non
solo siaccorda colle vedute teoriche, ma viene anche appo^lgiata
dai fatti, conciossiachè essendo enlraiiibi quegli acidi suscettibili
di decomporsi si per l' influenza dei comuni attenti , si per razio-
ne di lievi cause , entrambi si risolvono immantinente nei corpi
stessi con che vennero formali. Kè io azzardo rosa del tutto nuo-
va , giacché in questa stessa mia opinione , almeno per rispetto
all’acido uni-solforoso (ipusolfuroso} , alcuni Chimici erano giii
discesi , dopo le molte esperienze , che furono da Herschel isti-
tuite sull’ acido anzidetto e sugli uni-solfiti.
Se poi si esaminano i quattro composti acidi dello zolfo
sotto il rapporto della relativa loro capaciti di saturazione per le
basi, si osserva che questa pure cresce odiminnisce, ma non nella
stessa proporzione in cui aumenta o scema T ossigeno : E di falli
l’acido quiu-bi-soll'orico , il quale, relativamente all’ ossigeno, si
discosta in meno dall’ acido tri-solforico, quanto si discosta in più
dall’acido bi-solforoso, gode di una capaciti di saturazione
d’assai inferiore a quella dell’uno e dell’altro; imperocché
mentre l’acido bi-solforoso neutralizza tal quaniité di una base
qualunque, la qual contenga la metà del suo ossigeno, e l’acido
tri-solforico altra quantità che ne contenga il terzo, 1’ acido quin-
bi-solforico ne neutralizza solamente tanta che appena contiene
il quinto del proprio ossigeno (v. sulla capacità di saturazione
degli acidi pag. ino , e la tavola che segue png. iu4)-
Ora sar< bbe beo difficile di render plausibii ragione di queste
anomalie nella capacità di saturazione di acidi a radicale identico,
qualora ti volesse ammettere che gli acidi uni-solforoso e quin-
bi-solforiro siano indipendenti da altro acido , o che abbiano un
loro parlicolar modo di esistere: mentre d’ altronde se si fanno
entrambi derivare dall’acido bi-solforoso, e si riguardano come
formati da quest’ acido , talora unito allo zolfo , talora all’ acido
tri-solforico , spariscono le anomalie, e ne rientrano prodotti i
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,
e sol-
ò pure, non poter l'acido tini-aolforoao eaiatere aolo o lao^alo .
* = 76 3 ac. bi-
) I al.
I at. OMÌdo di carbonio ?
l at. = 10,000
otaigeoo
, .i
rarboniro
>
I
(
at. dì OMÌgroo= 10,000 = 37,643
]
f
Digi’I.. d by Google
,
169
Sat.ac.qiiìn-bUroafonc. (
6 at. foaforo=i9,6i4X
17,68/4^5 6=1 at. ac. tri-
(iSat. oavig. s=iOyOOoX>5=:i5o,ooo/bi*to«roroao
3 at. roa^oro . 3= 58,S4i}=3^6,5i6^i)
Ì
a) In aìmìl modo è d. concepir.i 1 . forni. zione dell' acido tri-bi-.r-
(enio.o.
(3j lo slrs .0 è dell'ioduro mrrciiriro , derivante dall, eombinjziona
del bi-ioduro mercurico con l at. dello stesso metallo.
DìqJiìzc- by Cooglf
, ,
170
DELLA COMBUSTIONE.
I. La parula combustione ha presso il Chimico significazione
Aria atmosferica.
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Affinchè possiamo farci idea ben chiara del come l ’ aria io*
viluppi , fino ad una determinala altezza , l’ intiera superficie del
globo, dobbiamo riguardare V aria come un ammasso di materie
gasose, che, mentre non sono sprovviste di forza di coesione , pur
nullameno non ne posseggono abbastanza per assumere la forma
di corpo solido o liquido. Dominate perb dal calorico quelle ma'
terie gasose resistono all’ azione delle comuni forze meccaniche,
che tenderebbero a dar loro maggior consistenza , e più che mai
resistono alla forza di gravili, per cui dovrebbero recarsi più o me-
no sollecitamente al basso nei punti più depressi del globo, e sulla
superficie di esso depositarsi. Ma essendo ciò ben lungi dall’ acca-
dere , potrò dirsi, che, mentre le molecole dell’ orto sono ani-
male o sollecitale da due forze opposte (la gravili, ed il calorico)
il potere di quest’ultimo prevale su quello della prima
,
per ciò
che mantenendo le molecole anzidelte in uno stalo di divarica-
mento , e di continua mobiliti, trattiene e contraria gii elfciti
della graviti fino a tal punto , che impedisce loro di affollarsi
verso il centro comune per ivi depositarsi , come far suole ogni
altro grave , che gii trovisi in staio di solido o di liquido ( i).
D' altra parte però U forza di gravitazione , benché superata
e vinta dal calorico, non cessa di esercitare l' influenza sua ( ed
influenza veramente portentosa e mirabile) sull' inviluppo aerifor-
me del nostro globo ; imperocché , se alla forza calorifica non si
opponesse quella che la gravili dispiega , sariansi le molecole
deìV aria nlmo^erica cotanto in alto slanciale, che avriano do-
vuto rimaner disperse indefinitamente nello spazio. Di qui è che ,
come il globo lerraqueo, mercé la forza attrattiva che spiega
colla sua massa verso lutti i corpi, incatenandoli a se, o<l ob-
bligandoli a restiluirvisi , qualora per qualche causa polente se
ne siano allontanati , cosi trattiene attorno alla propria superficie
le molecole del fluido atmosferico, non perniellendo ad esse di
allontanarsi che fino ad un dato punto, e solo di diffondersi enlro
certi deiermiuati limiti. Dal che pure procede , che siano altret-
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,
«
7»
tanto pii\ densi
. .
di
dell’aria, quanto più vicini essi sono
strati
....
alla superficie della terra atlesocliù ivi la fona sua di attrazione
,
altri argomenti. Per dimostrare die non piiù esser altrimenti , noi
niioveremo dall'ipotesi contraria; supponendo cioè che lo spazio
intiero o I' universo sia ripieno di aria atmosferica in uno stato
di rarefazione più o meno grande. Egli è evidente in tal raso, che
lutti i pianeti coi jespettivi loro satelliti dovrebbero condrotaie
attorno di se una qiianiiili di quell’ aria proporzionalmente alla
propria massa o alla respeti iva loro forza (l'attrazione; per modo
che Saturno e Giove , incomparabilmente più grandi del pianeta
da noi abitalo, dovrebbero essere inviluppati da masse d’aria
molto più considerabili, e di una molto maggior densitk di quello
10 c r atmosfera di questa nostra terra. Ma se così fosse , la luce
che dall’astro solare s’irradia verso uno od altro pianeta (sia
questo più grande o più piccolo del nostro) dovrebbe provare una
refraziune proporzionale alla densitk dell’aria, da cui quel pia-
neta stesso fosse inviluppato. Sia per confermare questo fatto,
sia per infirmarlo, non si richiedeva che d’osservare al lentamen-
te il passaggio di qualche pianeta di contro al sole. Wollasion,
11 quale osservò a quest’ unico oggetto il passaggio di Venere
davanti al disco solare, non potè scoprire refraziune di sorta;
doveccliè se il pianeta anzidetto fosse stato accerchiato da un
fluido aeriforme qualiimjue, e tale da aumentare di mano in mano
di densità quanto più si avvicina al corpo inviluppalo , i raggi
luminosi emanati dal Sole non avrebbero potuto non provare una
qualche sorta di refrazione nell' attraversare la massa di quel
fluido. E resullamenli consimili , comprovanti cioè la mancanza
assoluta di qualsiasi fluido gasoso attorno a Giove , d sono stati
somministrati anche dall’ osservazione dell'ecclissi dei satelliti
di lui.
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, ,
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»:4
« erleata però che la temperatura dei due gas sia eguale , al mo-
mento di operarne la miscela.
Ovunnuc 1 aria venga raccolta , in terra o
’
sul mare , nelle
valli u sulle più alte moutagne del globo, nelle regioni polari o
sotto r equatore , ed a qualunque siasi grado di latitudine , tro-
vasi eh’ essa contiene l’ azoto e 1’ ossigeno sempre nel medesimo
rapporto , in quello cioè di 79 a ai (1). E questa costanza nelle
proporzioui di entrambi fe’ supporre a non pochi , che l ’ aria
fosse una combinazione chimica (un ossido d’ azoto) piuttosto che
un mescuglio dei due divisati gas.
Alla prima di tali opinioni dava gran peso la circostanza di
vedere , che sono sempre le medesime le proporzioni fra l’azoto e
l’ossigeno, fosse Varia raccolta in prossimitò della superBcie
terrestre , o pur lo fosse ad un’altezza di più migliaja ai tese,
anche sopra dell’istesso perimetro n del medesimo silo; men-
tre che se in isialo di semplice miscuglio queir azoto e quell' os-
sigeno si fossero, gli strali inferiori dell’aria avrebbero dovuto,
in ordine alle leggi di Statica , esser più carichi dell’ ultimo dei
divisali gas, ed all’opposto gli strati più elevati più ricchi del
primo , per la ragione che , in tempo di calma , obbedendo cia-
scuno di (|uei gas al proprio peso , avrebbe dovuto I’ ossigeno ,
come specificamente più grave, precipitarsi a basso, e l’azoto,
come più leggiero ,
starsene in alto.
Maquesto ragionamento è illusorio, coiiciossiachè per quan-
ta differenza passi nel peso specifico di due , tre o più gas , lu
stalo di espansione in cui sono mantenuti dal calorico , e la mobi-
lili delle loro molecole fan s\ che essi si mescolino uniformemente
a tulle le altezze , qualunque siano le proporzioni in cui si tro-
vano. Ond’ è che , come il peso relativo di ciascuno di tjuei gas
non vale ad impedire la tendenza che hanno a mescolarsi esatta-
mente fra loro , cos^ è insufficiente a distruggerne o cambiarne il
mescuglio, una volta che siasi formato (3).
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Un esempio meglio atto a convincerci della tendenza , che i
gas hanno a mescolarsi l’uno coll’altro, ci può esser fornito da
«quelli che , rispetto al proprio peso , si trovano posti agli estremi
limiti della scala. Se nell’orlo, rinchiusa in un determinato spazio,
si versa una certa quantitk di gas acido bi-carbonico ( il quale
derà ad occuparne gli strati più bassi , ma coi riposo non tarderà
ad insinuarsi e distribuirsi uniformemente fra le molecole di tutta
quanta la massa dell’ aria.
Avviene l’ opposto quando in un determinato spazio ripieno
di aria si versa del gas idrogeno ; il quale obbedendo nei primi
,
istanti alla propria gravità specifìca, si reca colla forza sua ascen*
sìooale ad occupare gli strati più elevati ; da dove poi sloggiando
si mesce aiich’ esso a poco a poco colle molecole degli strati sotto-
posti , 6 no a che siasi distribuito unifornieniente nell’ intera massa,
nel medesimo modo che far sogliono tutti gli altri gas.
Siamo pertanto dai resullameiiti dell’ esperienza obbligati
di renunziare all’idea , che Varia sia una particolar chimica com-
binazione di azoto coll’ ossigeno (uu ossido d’ azoto) , e forza è di
riguardarla come un semplice miscuglio. Ci conferma poi iti que-
stacredenza il vedere, che, mescendo insieme parti in volume
di gas azoto con ai di gas ossigeno, si ha un Iluido gasuso, il
quale , mentre non differisce dall’ atmosferico o comune in ognu-
na delle sue proprietà (v. pag. 173), non presenta nella somma
verun cambiamento di volume , nè tampoco è accompagnato da
svolgimento di calore; dal qual’ ultimo fenomeno nessuna combi-
nazione chimica va mai disgiunta.
puro un tal 0 tal' altro gas, di cui renne ripiena, se non per un certo
spazio di tempo. Se ai laaciano decorrere trenta o più ore, porziouc di
quel fluido oe scappa , ed in tua rece altrettanta aria atmosferica vi
penetra. 1 rasi porosi , come storte, e tubi di gres, e aiinilì , sono oel
medesimo casot E ciò fu spesso la causa, per coi io molti sperirocuti
di Chimica pneomatica .eone fatto di commettere ioeaattezze ed errori.
(l) Attribuire all' inopia del gas ossigeno le tante alterazioni , che
Varia induce nell’economia aoimale , direooe l'idea vagheggiata dei
Medici , come quella che , preudeudo di mira il principio vitale o il
solo fra i compooeuti attiri dell’uria , pareva meglio di ogni altra ac-
comodarti a tutte le spiegazioni ; senza però accorgerai che siffatta idea
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, ,
•:6
. . . ,
uer delerminare la natura e qaanlilk delle materie eilranee, onde
l’arra è viziata , non che la deficienza del f;as ossigeno nell’ aria
attinta da diversi siti; dal che è nata V Eudiometria • Ma per
quanto non siansi dai Fisici trascurali alcuni dei mezzi , che più
atti erano a far conseguire la desiderata esattezza nei nesullanienti
dell’ esperienza , pur nullameno si fu ben lungi, come si è lulta-
via , dall’ ottenere il (ine per il quale V Eudiomvtro venne imnia*
ginato ; cosirchè non ci e stato ancor possibile di conoscere gli
enti per cui rendesi 1’ aria inquinata e malsana , come porterebbe
a credeilo il signifìcato stesso della parola Eudiometro che equi-
vale a ttrumenlo misuratore della purità del fluido che si respira.
£ innegabile che, dipendenieinenle dall’ azione di cause mol-
teplici e diverse , può 1’ «rrìa viziarsi , divenir malsana e portare
nel corpo dell’ nomo e dei bruti il germe di gravi malattie , non
che farsi mefitica a seguo da cagionare eziandio subitanea morte.
Non per questo però è cambialo sensibilmente il rapporto fra
1’ ossigeno e l’azoto per eccessiva consumazione del primo
, e di
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,
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1^8
osiigeno vien fallo , è continuo e copioso. Ma a fi-onlo di lutto
questo, la proporzione fra l’ouigeno e 1' asolo mauiiensi cosiaii-
Icmmie la sies>a : Nè abbiamo d’altronde verun argomenlo per
supporre, die nei secoli indietro si contenesse nell' uria maggior
quaiililè d’ o.-.sigeno <li quello die ora ve ii’ esiste; come non sem-
bra clic quesia sia andai» e vada gradnianiente scemando, per la
r.-igione che , l'allo il coiiironto fra i resultali delle più recenti ana-
lisi sul fluido atmosji rico e quelli di altre isliluiie sul medesimo,
al principio del secolo atiuale (epoca in cui 1'
esaliezsa dei mezzi
analilici era per questo lato egualmenie conosciuta die oggi) non
si scorge differenza veruna , che dir si possa sensibile.
Non vi ha dubbio che al solo ossigeno deve il fluido atmo-
ijerio l’azione sua benefica nelle operarioni tutte , che per esso si
compiono nella natura ; e che la presenza dell' azoto o l’ interpo-
sizione delle molecole di questo fluido fra quelle del primo, non
fa che moderarne l'azione troppo energica (i). Dall'esperienza
siamo oggi funi ceni che non solo van peggiorando le condi-
,
servir all’ uopo con parieffetto. E tale per veritk sarebbe l’ idroge-
no ,
il quale
, sebbene irrespirabile come 1 azoto, e per se solo
inetto a vivificare il sangue, è d’ altronde innocuo o non deleterio
per se stesso. £ facile a chicchessia di avvertire , che, mentre per
corte condizioni fìsiche , e segnatamente per la gravità specifica ,
r azoto si discosta ben poco dall'ossigeno, l'idrogeno se ne al-
lontana assaissimo ; circostanza che non è di piccolo momento ,
perchè ne resulti omogeneo il miscuglio (3). Oltre di ciò ben si
accorgerà ciascuno, che, se all' azoto dell’ atmosfera venisse sosti-
tuito l’idrogeno, non più fuoco, e specialmente fuoco con fiamma,
potriasi produrre o recar nell’ aria , senza dar luogo ad una con-
flagrazione universale.
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,
179
E innegabile il fallo che d’ossigeno fanno perennemente con*
snmo non solo gli animali colla loro respirazione, ma anche le
semenze nella germinazione, e che non piccolo nè infrequente n’è
pure il consumo per parte delle combustioni , delle fermentazioni,
delle ossidazioni di varj corpi, non che di altri naturali processi.
Pur nondimeno, se si ha riguardo all’ enorme massa di fluido
aereo ,
onde il globo nostro è inviluppalo , il consumo fallo in
ossigeno per le cause tutte soprindicale non oltrepassando, nel
7100
del peso di quello
*
che nell’arsa
dei raggi solari , e negli organi loro decomposto per mudo che il
carbonio ne rimane riieiuilo c assimilalo alla propria sostanza, c
1’ ossigeno rigettato. Dovrassi pelò credere che questo processo di
ft) Cos) resulta dai calcoli istituiti da Prcvost , calcoli però, nei
quali per varie cagioni è ben dìrticile dì conseguir P esattezza.
Qncst' ipoleai eondurreblie ad ammettere potersi la nitrìfìcazione
eflfettnare, non per opra aolamente dell* azoto erdiilo dalle materie orga-
iiicbe in pulrel'azionc , ma di quello eziandio dell' atmosfera. Sn tal
snbietto sono ancor divise le opinioni dei Cbimici.
r3) Oltre al baratto operatoti fra gli animali e le piante , dando
qaelli a queste del gas acido bi-carbonicu per rìcereme in cambio del
gaa osaigeno, egli è pnr da tggiuogersi , ebe , in tempo di tenebre, i
vegetabili non aolo ai astengono dall' operare la decompoaizione del gas
arido anaidetto , ma cttlauo torbe piò o meno di quello elaborato o
formato nei proprj organi.
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,
iSo
aatorbiu o 1’ acqua propria di vegetazione ,
per ritenerne l’ idro-
geno e versarne nell' aiiiioàleia l’ ossigeno. QuesiMpoiesi è dimo-
strata falsa e couvien dire che le risorse dalla Natura impiega-
,
o che nei globi acreostalici si sono inalzati alcnne miglia sul livello
coinuue, altro non sono che l'effetto della diroinnita pressione: tutti
teuommi d'altronde che ci ricordano l'infinita sapienza del Creatore,
il quale
,
per niauteuere alla natura il carattere della semplicità , volle
che lo stesso fluido che agli auiiuali serve di pascolo nella respirasiune,
servisse anche col proprio peso a regolare il corso dei loro umori , c a
mille altri iroportauii ulTicj.
Digilized by Google
,
-,
iWi
p«r gli sladj del Chimico, e meritano di essere attentamente stu-
diale.
h’ aria che mostrasi del tutto incolore , fintantoché i in una
quantith limitala , si presenta ben diversamente quando è in una
gran massa , essendo che per essa Io spazio che comunemente
chiamasi cielo ci comparisce tinto leggermente in azzurro. Ond’è
che a tutto ricore non puossi riguardar Varia qual mezzo as
snlulamente trasparente; poiché se cosi fosse il nostro sguardo,
attraversando l'inviluppo atmosf* rico , anderebbe a perdersi nel-
r oscuriti); mentre all' opposto godendo Varia fino a un certo
punto della proprielli di refrangere raggi luminosi , ond'c per-
i
cossa e penetrata , la luce dell' astro diurno non solo diviene piìi
sensibile, ma si E dietro
spande anche con maggior uniformili).
ciò ben si comprende perchè
azzurrognola liell' atmosfera
la tinta
rendasi tanto più manifesta o sensibile , quinto meno di vapori
acquei essa ritiene , e penda invece al biancastro , qualora trovisi
in condizioni opposte.
Merita poi di esser attentamente esaminato il modo, col quale
1’ aria atmosferica vien riscaldata dai raggi solari. Questo fluido
per più volte di seguito , in ogni sito che dal Sole è percosso (a).
Tale è il provvedimento savissimo che la natura ha preso per
Digitize . Google
rinfrescarl’ ambiente aereo , muovendone e rinnuovandone conti*
calcolata, pel motivo che r lini dilVicile evitare le circoatanee tulle, che
in coaidalte valutazioni possono esser causa di sbaglio. Egli ^ vero che
Delle stanze ove soggiornano le persone o si trovano riuniti dei bestia-
,
lo stesso .àaussurre ha verificato; sempre inteso per altro che ciò av-
venga per pochi momenti , avendo noi detto esser proprieth costante di
tatti ì gas di mescersi esattamente fra loro, per quanto grande sia la
diflerenza nel respettivo loro peso specifico (v. pag. lyt).
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irti
Irtipugnare che di (enuistìmi (]iiaiilit 2 di gas acido bi-carbonico b
i
inibrattau l’/irto ,
clic forma gli serali più elevati ed ultimi del*
ratmosfera (i) come n'è imbrattata quella che costituisce primi oi
più bassi. Non è perù probabile che lo stesso avvenga per il vapore
acqueo, sebbene aneli' esso in quantilù or maggiore or minore
trovisi interposto Ira le molecole dell’ nriti (a). Sappiamo per ac-
curatissime esperienze istituite da varj Fisici moderni, che vapori i
( 1)
I viaggi falli in globi aereostatiri da var) Fisici ci hatiuo di
ciò assicurato («. a questo riguardo anche la nota di pag. »74)-
(a) Certo ^ però che « «ìa il vapor acqueo, aia il gas acido bi'car*
booiro, eaai debbono al pari dei veri ed ea-tenziali componenti deU’arr/i
C'iaatgt no c azoto) «lebbono, diro, avere tal denaith. la quale sia in ra«
gione inversa della distanza loro dalla snpertìcie della terra , dalla cui
forza d* attrazione non possono non essere ioflneosati del pari che
sono tutti gli altri corpi.
Digitized by Google
|84
Suscettibile com'è di rarefarsi (ino alt* infinito , l’orta gode
di ona forza d’espansione soromamente diversa. E se tiensi dietro
al modo con che l’elasiicitb deirarta diminuisce o si accresce,
si osserva che siffatta facoltb è sempre in ragione inversa del vo-
lume che essa assume d’ onde segue per necessaria conseguenza ,
:
tare stato.
Anche nel dilatarsi per effetto del calorico, l’aria segue un
andamento regolare; si dilata cioè in modo da mantenersi in un
rapporto semplice col volume suo primitivo. Cosi per es. un vo-
lume d’ aria , che alla temperatura di zero occupa lo spazio di
loo pollici cubici, ne occupa uno Hi 187 pollici e mezzo, qua-
lora venga riscaldata fino al calore dell arqua bollente; che è
quanto dire, che per ugni grado del Ternionieiro centigrado l'aria
si dilata di 0,00875 del suo primitivo volume , o di quello che
presentava quando trovavasi alla temperatura di zero. Ond'è che,
ier rappresentarsi in un modo più semplice la dilatazione che
f'aria subisce in forza del calorico, poirii dirsi, che, per ogni
100 gr. di questo, aumenta di poco più di un terzo il volume di
quella. Ma do che ancor più interessa si è, che la dilatazione
provata dall’aria , sotto razione del calorico , mantiensi costan-
temente la medesima, progredisce cioè colla stessa proporzione a
tutte le temperature , comunque rarefatta essa sia , o pur venga
da qualunque forza compressa.
Costando Tarla , non di solo azoto e d’ossigeno , ma in un
con questi anche di più o meno gas 'acido bi-carbonico e di va-
por acqueo , come testé dicemmo, la pressione che T atmosfera
esercita sulla superfìcie del globo , resulta dalla somma dei pesi
parziali delle sostanze anzidette , per ciascuna delle quali è ine-
guale. Ammesso pertanto che il rapporto in peso fra i componenti
delTarta sia quello stesso, che la inedia di varie analisi ci som-
ministra , e segnatamente
Digitizeùby Cuogle
iRS
di 75,55 gai aiolo
a a3,3i gas ossigeno
-I- i,o3 vapore acqueo ( 1 )
-f* 0,10 gas acido bi-carbonico
•«» 100,00;
e che la pressione esercitata dalla massa di essa sia equivalente
sioni parziali per ciascuno dei surriferiti corpi sono come appresso.
piedi e Intendesi per altro di parlare dei ponti più bassi della
j (3).
faccia terrestre , o che sono a livello delle ac(|iie del mare, giac-
cliè la graviiù o la forza premente del fluido atmosferico decresce
in ragione dell’altezza, cui i corpi si trovano. Donde avviene
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è dì circa ^ 9^5 libbre e mezza, per ogni piede quadrato di super*
fide, come di sopra abbiamo detto, diminuirà dì io5 libbre,
recandosi a tal’ altezza, sopra il livrllodel mare, ove il barome-
tro segni pollici; che è quanto dire dovere il pesodeirortA
andar diniiiiuendo di libbre 8 e once 9 per ogni linea , die il
mercurio sì abbassa entro il barometro (i)»
In questi fatti , che ognun conosce , stli riposta la causa |>er
cui capovoltando con destrezza , In una lazza di mercurio , un ci-
lindro ripieno di questo stesso liquido, lo si vede abbassarsi sola-
mente fino al punto da restarveiie ancora per l' altezza di circa
28 pollici (^), partendosi dal livello che segna la superficie di
quello coiitenuin nella tazza; cd ivi del pari sì scorge perchè ese-
guendo la medesima esperienza coll' acqua , questo liquido non si
abbassi neppiirdi una linea, per quanto il cilindro o lo strumento,
in cui contieiisi , abbia una lunghezza dì 3o , 4^ ^ più pollici;
Colla spiegazione dei quali feuomeni si riattacca quella delle
cause, per le quali nelle trombe aspiranti non sì può far ascender
l’acqua al dì sopra dì 3i piedi (3j, del perchè pure l'acqua od
Dk-.:*' iibyCiMiglc
ìH"]
un gas , che nella massa di es^a appena figura per una millesima
parte (v pag. iKa nnt ). Bisogna quindi mettersi in guardia da
una circoslaii'a , che può esser causa di forte errore , nel quale è
facile che l’operatore incappi, se non è abbastanza esperto ; e
questo si è , che , qualora la soluzione o acqua di calce sia prepa-
l' Inquisizione avea dovuto altra volta solfrire solo per aver detto delle
scritti.
(l) Ilmercurio stesso, a fronte del sno gran peso, non esce dai
tubi di un angustissimo calibro . come sono tubi termometrici
i se ,
non ^ dilatato e rarefatto per mez.o del calorico. Rispetto a che egli
è pur da osservarsi , che all* usi'ita dei lìquidi da esili tulli fanno
ostacolo non solamente aria atmosferica col sno peso, ma aiiebe la
forza di capillarità, o aia 1' attrazione , che le interne pareli di quei
coutiueuti esercitano aii colouue di liquido aventi un picculissiiuo dia-
metro.
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,
iR8
rata con acqua previamente bollita , come far fi tnole all’ oggetto
Digilizcd by Googlt
, ,
189
DEL nioco.
I. La prodaxione
del fuoco è fenumeno lale , che non può a
meno anche nel ianciullo,
di risvegliare la più grand’animiiazione
che per prima velia lo rimira
la nè cesserebbe di esser uno
:
Digitized by Google
,
lf)o
iiupronia di verità , da sedurre lo spirito dei Cbiniici , por nulla*
meno da non pochi, che già militato avevano sotto vessilli di
i
tempo, che prima o poi rende giustizia al vero , fece si che la dot*
trina .mtinogistica ottenesse un pieno trionfo. Non più d’ allora in
poi la conilnisiibililh dei corpi venne qualificata come sostanza
e la parola flogisto fn bandita dal vocabolario della Chimica ,
come lo fu da ipiello della Medicina e della Fisiologia, nel lin-
guaggio delle quali erasi pure introdotta.
Digitized by Google
.' 9'
psssa dallo alalo di solido a quello di fluido aeriforme , o di gas
acido bi-cai bollico, cosi , es^PD(loIle il passaggio aflallo inverso a
quello che si ridilede per lo sviluppo del calorico , dovrebbe esr
servi disparizione di esso, che è qiiaiuo dire pioduzione di lieildo.
Si oppose allnia a questo ragionanieiUo, ma però senza l'ap*
poggio dcir esperienza esser possibile che il gas acido bi-carbn*
,
nico che ne resulta è appena t,'z 583 donde segue che abbia
:
iqa
secondo ; Or la somma di entrambi — 5^,S4 esprimerebbe il ca-
lorico speciBco appartenente al loro insieme Nel quale , tosto
:
Digiti- by f
93
Stodisodo attentamente i fenomeni chimici , e i molli nuovi
composti , di cui la Scienza si è in poco tempo arricchita , non
potevano i cultori di essa non accorgersi che fuoco producasi an-
che laddove non è presenza d’ossigeno, oche in molte delle
combinazioni , nelle quali 1’ ossigeno non interviene , la combus-
tione può in pari modo aver luogo quando ne siano favorevoli le
circostanze. La produzione del fuoco all’ occasione di combinar
metalli col cloro e collo zolfo s\ liquido che vaporoso , e fuoco
simile a quello che producasi nelle combinazioni dell’ ossigeno ,
conta oggi troppi testimoni fra i Chimici sperimentatori , perchè
nessuno ardisca di elevar dubbj su ciò. L’ esperienza ci ha inol-
tre appreso , che perfino nella combinazione degli acidi colle basi
svolgesi calore in copia tale e tanta, da inalzare il corpo resultante
fino al grado dell’ arroventameuto. Abbiamo di ciò l’esempio
nella magnesia calcinata ,
nell' atto in cui essa vieti salifica-
la dall’ acido tri-solforico concentrato , come altri ne abbiamo
in varie combinazioni dominate da fortissima affiuith; di modo
tale che puossi stabilire, che l' evoluzione di più o meno di calori-
co è fenomeno che accompagna qualunque siasi combinazione chi-
mica. Sappiamo inoltre potersi in alami corpi il fenomeno dcl-
l’ ignizione con facilità produrre , senza che abbiavi addizione nè
. III. Nessuno
dei Chimici pensò di parificare il fuoco resulianic
dalla combustione a quello cbe , essendo prodotto dalle scariche
elettriche, comparisce sotto la forma la più pura Nessuno , ripe- :
to ,
pensiero alla rassomiglianza eh’ esiste fra il fuoco
rivolse il
1’ affinili
«gai ipectc , • die come per la icroperalura fi accreice
dei corpi che sono in roniuo coiilalto, cosi »i accre«ce ia essi l’ io-
tciisilk dello sialo elettrico.
Per avvicinare grado a grado il fuoco svolto nella conibu-
siionc a quello prodotto dalle scariche elettriche, e quindi per
iiiiiiiedesiiuare e confondere l’uno nell' altro, come or lenliaiiio
scintilla
di fare, dobbiamo non dimenticare essere proprieli della
elettrica non solo di accendere l’etere sollorico , il gas idrogeno,
r argento fulminante , e molli altri corpi , ma di riscaldare e fon-
dere e per6no volatilizzare i metalli; poterti del pari colla cor-
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ig5
forza a misura elicla temperatura s’avvicina al punto in cui la
combinazione è per eiTcìtuarsi. Giunto il momento ilella reciproca
neutralizzazione loro, entrambe le elettricità dispajono, che è
uaiito dire sparisce nei corpi ogni tensione elettrica nell’ atto
3 ella combinazione di due o più corpi; intanto che però danuo
luogo ad un iiialzameiiln di temperatura, eh’ è talora si grande
da produrre il fuoco , o da far si che il fenomeno dell’ ignizione
ai manifesti nello stesso modo che nella scarica elettrica.
Tali spiegazioni premesse , possiamo dunque rappresentarci
la combustione (e l’ignizione che ne dipende) come fenomeno do>
vuto ad una od altra combinazione chimica, ed accompagnata
sempre da neutralizzazione di opposte elettricità mercè di che ;
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I ()6
r»sendo (avci'pvnli le circostanze, svoltesi calore fino all’ aero*
venlamenlo. Tale appunto è il caso della magnesia caustica sali-
ficata dall’acido tri-soirorico concentrato ; ove per altro l’ inalza-
nieiilo di temperatura è più o meno moderalo, quando l’acido
Middivisato sia più o meno diluio. La ragione n’è chiara,
qualora riflettasi che il calorico, a roano a mano che svolgesi , vien
disiribuito fra le molecole dell’acqua stata già mescolata coll’a-
rido. Ma frattanto se un corpo particolare o pur materia diversa
dal calorico fosse la luce , dovrebbe questa , anche a basse tempe-
Iaiure manifestarsi , nello stesso mollo che si manifesta o si fa
sentir quello, nel caso pure che modica ne sia la quantità. Ve-
drassi anche nel portare, come faremo, il nostro esame sulla
fiamma, esservi delle circostanze, le quali rendono assai probabile
la conghietlura, che possa il calorico trasformarsi in luce o pren-
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cidifìcazione ; Le quali ,
secondo che si cfletluano con rapidiiii o
con leuiezza , sono o non sono accompagnale da svolgimento di
calorico e di luce (i).
Fra i corpi aventi grand’ affinili per l’ossigeno , il carbonio
ai distingue su gli altri. Noi volgiamo a proBito questa impor-
tante proprieii , facendo generalmente ricorso alle materie carbo-
nose, par procurarci il funco; la riguardo di ciò, la combustione
del carbone c’interessa più che quella di altri corpi , e le parti-
colarità ond’ è accompagnata ne piglieremo ora in esame. Affin-
chè il carbone spieghi la sua potente affinità per l’ ossigeno , là
d’uopo di una temperatura superiore d’assai a quella ordinaria ,
ma variabile per altro a tenore della maggiore o minor purità del
carbone medesimo , e del modo col quale esso venne ottenuto n
preparalo (a). Trattandosi di carbone di legno, più che fu debole
il calore adoprato nell’ operarne la carbonizzazione, tanto piu
facilmente anch’ esso si accende e s’ infiamma. Cosi per cs. se
preparalo con legni poco consistenti e di poca età , e per mezzo
di un lento calore , non solo è suscettibile di accendersi bassa .'i
nò di impiegar quelli che ardono con liamina per il che è li' uopo ,
;
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198
Cos^ pare riesce molto più agevole la combustione del car*
bone, allorché fra le molecole di esso si trovano interposte di-
verse materie estranee. Woeler, che si è occupato di questo genere
di ricerche, ha osservato che , carbonizzando della raspatura di
sovero ben mescolata con verde-rame polverizzato , o con cloruro
ammonico-platinico , ottiensi una polvere carbonnsa , che riscal-
data per un poco in vaso aperto su di una l.impada a spirito di
vino, ben tosto si accende , e prosiegue tuttavia ad ardere da per
se , ancorché rimosso affatto il calore : £ nel modo istesso si com-
porta il carbone ottenuto dalla calcinazione del tartrato d’ossido
d’antimonio e d’ammoniaca in vasi chiusi.
Il calorico che si svolge dal carbone, allorché l’ossigeno si
sopra di esso per operarne la combustione è tanto e‘ tale da
fìssa ,
- - Digiti^ed by Cìooglc
,
•99
del soddello vapore fossero ripieni (i). Ma non è per questo che
nei ponti di contatto col predetto filo metallico la combustione del
vapore etereo non si effettui : che anzi si opera o prosiegue fino
al totale esaurimento di esso , ma sempre lentamente e senza
svolgimento di luce ; e la cagione n’è manifesta. 11 calorico che
emana nel caso esposto , è appena bastante per mantenere in igni-
zione il filo di platino, o sia per sostenere la già stabilita combu-
stione; mentre per produrre racceusionc dell’etere, o la combu-
stione luminosa e con fiamma del vapore di esso , farebbe di bi-
Digitiied by Google
, , , a,,
aoo
sogno d'uiia temperatura molto più elevata , e precisamente di quel
grado di calore che si richiede per infuocare a biancheasa il ridetto
ilio di platino (i). In prova dell’influenza che la temperatura
esercita sulla fiamma sia per suscitarla , sia per mantenerla , è
da citarsi il fatto, che un sottil filo metallico vedesi nell’ oscurìià
rimanere infuocato, posto che sia non ad immediato contatto colla
Jiamma ma semplicemente in contiguità , e separatone soltaato
per la interposizione d’ un corpo opaco.
Dalle indagini fatte sulla natura della fiamma sulle ctuse
atte a produrla , fu Davy condotto a stabilire come assiana
che qualunque gas o mescuglio aeriforme infiammabile ha biso-
gno, sia per detuonare, sia per infiammarsi semplicemente , di un
determinato grado di calore , al di sotto del quale l’ effetto deve
necessariamente mancare. In uua parola , perchè i corpi provino
la combustione luminosa , o che abbrucino con fiamma si richie-
de che siano investiti da una tem[>eratura iniziale , la quale è di-
versa per ciascuno. Cosi quando nei forni e nei cammini si osser-
vano le faslella, o i pezzi delle legna, levar la Jiamma ad un tratto,
quei combustibili hanno concepuio già la temperatura iniziale che
loro abbisognava , perchè la propria elettricità potesse combi-
narsi con quella opposta dell’ossigeno die su di essi ai fissi.
Tostochè la combustione cuti fiamma si è dichiarata , lo sviluppo
di calorico, causato dalla neutralizzazione delie due opposte eltt-
Iricità , basta per se stesso a far persistere il feoumeno dell’ acc«n-
sioue fino all’esaurimento della materia infiammabile, a condiiio-
ne però che la temperatura non ne venga per alcun modo abbassila.
Ed invero, se, sull’apice della Jiamma d’una candela o di un
lume a spirito di vino, si colloca orizzontalmente una rete di filo
metallico a maglie assai fitte, e quindi a poco a poco la si abbassa
si vede questa stessa fiamma prendere la figura d’ un cono iron-
calo; e guardata dall’ allo in basso comparire oscura nel suo asse
longitudinale , e luminosa solamente nella circonferenza.
Se d’ altronde si sostiene sulla fiamma una rete o tela me-
stingue col soflio la Jiafnma , appena ebe la spirale del 61o dì platino à
infuocata. Lo spirito di vino , ebe intanto continua ad evaporarsi , prova
uua lenta e continuata comlmstione in contatto del 6lo metallico, il
qnale , essendo rimasto infuocato al momeuto dell* estinzione delU
Jiamma , prosiegue tuttavia a manteucrai in <|uello stato, mercà il ca-
lorico ebe incestantemente gli viene somministrato dalla successi.
combustione del vapore alcoolico. Se ne forma cosi una lampada prr
gli usi della notte
,
la quale per altro iucomoda per le piccanti sue css-
lazioiii.
, ,
aoi
fallica , del diametro di circa un pollice e mezzo quadrato , fino
a che ne rimaoga infuocata a bianchezza , o por ae falla prece-
dentemente iiicandeaceuie quella rete vien collocata sulla jitun-
ma vedremo che questa , invece di esserne troncata come iicl-
r esperimento precedente, ne sarà nell’istante traversata, per
ciò solo che nessuna sottrazione di calorico ha avuto luogo in
questo caso. £ per un effetto dovuto alla stessa causa , dopo aver
troncato , col solito mezzo della tela metallica , la fiamma dello
zolfo , vedesi riaccendersene il vapore , tostochè , avvenuto il ri-
scaldamento della tela , cessa la sottrazione del calorico.
Lo stesso fenomeno dell’ illanguidimento, o della totale estin-
zione della jiamma , può essere anche in altre guise riprodotto
aia con immergervi o con avvicinare ad essa dei globetti o botloui
metallici , sia con cingerla per mezzo di anelli o cilindri della
stessa materia; dei quali l’ effetto è sempre proporzionale alla
facoltii conduttrice, non meno che alla massa che essi presentano,
e soprattutto alla temperatura iniziale, di cui ciascuna materia
gasosa ha bisogno per infiammarsi (i). All’opposto se un vetro,
od altre sostanze non conduttrici, vengano immerse nellafiamma
di un lume a spirito di vino , a olio ec. , questa non solo non si
smorza , ma talvolta neppure s’ illanguidisce , per la ragione che
ben poca o nessuna è la sottrazione fatta in calorico.
bisogno , per accendersi con fiamma , di un certo tal qnal grado di ca-
lore , che è per ciascuna diverso* Uu filo di ferro del diametro di
di pollice, per quanto sia semplicemente infuocato a rosso, infiamnsa
il gas idrogeno protofosforato ; ma non accende ii gai idrogeno poro,
ae non allora che è infuocato fino a bianco, Aumentando la quantità del
calorico capace d’irradiarsi dal filo di ferro infuocato a rosso, con
anmentame solo il diametro fino a di pollice si giunge ad accen-
,
^igitiz^ by Google
,
001
ana luce assai più viva ,
allorché tu essa s’immerge una laminrtta
di platino , d’ oro , o pur dell’ amianto
, o d’ argento dell' ossido ,
Digitizf by Goo^Ic
, , ,
9o3
s’ estinf^ue se non quando , in virtù della rarefazione dell’ aria
atmosferica in cui arde , è divenuta talmente languida da essere
inetta a mantenere in una visibile ignizione un sollil Rio metal*
lico : A produrre il qual effetto richiedesi che la rarefazione sia
spinta tant’ oltre , che il volume dell’ aria residua addiventi circa
dieci volte più leggiero di quello esso era sotto l’ ordinaria pres-
sione.
VII. Qnando
è unico e semplice il fluido gasoso , onde la
Jìamma è prodotta , la luce di essa è omogenea , e di egual forza
e splendore in ogni punto: Tal’ è per es. la Jìamma del gas idro-
geno. Ma se sono diversi gas che la producono, n'è vario lo splen-
i
ao4
cono , s’ infuoca a roUo. Questa differenta nel poter ca-
appena
lorifico spiegatada materie combustibili , che sono identiche , è-
dovuta a ciò che nello strato più esterno o nel contorno della
,
£
poi r opposto nel cono interno , ove le materie combusti-
bili
,
non polendo esser dominate dall’ossigeno atmosferico, pel
motivo che l’ aria esterna uon vi giunge se non assai riscaldata e
rarefatta , neppur possono giammai provare una completa com-
busi ione , nè per conseguenza spiegare tutta la loro forza calo-
rifica.
Finalmente il calore azzurrognolo (i) che si nota alla base
della fiamma, è dovuto piu che altro al gas ossido di carbonio, e
a più o meno di gas carburo letraidrico, nei quali l’olio, la cera,
od ogni qual volta la decom-
altra materia grassa convertonsi,
posizione ne venga o|jerata a deboi calore , come appunto succede
alla base del cono luminoso , o lii donde infiamma si stacca.
Procedono però diversamente le cose , allorché sulla fiamma
vien diretto un getto d’aria o d’ossigeno più o meno forzato,
come suol farsi culla cannella da saldatori presso i giojellieri , o
colla lucerna da smaltatori presso i fabbricatori di areometri e
termometri ec. La fiamma, che in simili casi è percossa dal soffio,
devia dalla direzione verticale per inclinarsi più o meno all’oriz-
zonte , e dominata coro’ è dall’ aria anche nella sua parte interna
e centrale , spiega Ivi più che altrove il suo poter calorifico. Cam-
bia dunque la situazione relativa delle diverse zone , eh’ abbiamo
poc’ anzi ravvisato in una fiaccola , secondo che questa arde ia
aria tranquilla o nò. La porzione turchiniccia, che nel primo caso
formava la base della fiamma ne forma la porzione interna ,
allorché essa venga percossa da un getto d’aria più o meno forza-
to, come quello del tubo ferruminatojo, e simili. Questa porzione
iuierna della fiamma presenta la figura di un sottil cilindro , nel
cui apice leggermente acuminato risiede il maximum della forza
calorifica , conforme si osserva anche nella fiamma verticale e
tranquilla; colla differenza però che mentre in questa il maggior
poter calorifico risiede , come dicemmo , in una zona circolare ,
nellafiamma alimentata dal soffio del tuboferruminatojoec. è tutto
(i) Non i ,
ma anche diverse materie solide,
soli gas combufitibili
che bruciandosi vo^atiltaxano
si comnaicano alla fiamma una tìnta
,
diversa. Quantoprimi ne abbiamo l'esempio non nel solo gas ossi (io
ai
di carbonio, ma anche
net varj ga» resuitanti dalla combinaxione di
uno o d'altro corpo combiutibile coll' idrogeno; e rispetto ai aecoodi
ne vediamo bianca la fiamma del ioaforo , violetta quella dello zollo ,
DlgitizQ£l by ^ .n <wlc‘
,
ao5
ricoocentralo in un tol punto: dal cbe proviene che il calorico di
tal fiamma giunge a tale da fondere e volatilizaarc diverse sostan-
ze che sariano non solo refrattarie ma anche insensibili o inalte-
rabili alla fiamma tranouilla.
Questo enorme sviluppo di calorico è dovuto a quella massa
d’aria condensala , che dal tubo ferruminatojo si versa con im-
peto in un piccolo spazio situalo nel mezzo della fiamma ; dovec-
chè una fiaccola , che arde tranquillamente nell’ atmosfera
in ,
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,
3o6
<:arbono«8 è la più opportuna. Quindi richiedeti che la fiamma
da cui è percosso il corpo da disossidarsi , sia alquanto più lumi-
uosa e brillante (i) , giacché in tal caso resultando essa da una
combustione iniperfetla , ritiene tuttavia delle materie combusti-
bili beo atte ad appropriarsi l’ ossigeno del corpo da ridursi.
L’ ossidaxione all’opposto vieti’ operata ponendo i corpi al-
restreiiiiili della punta della fiamma ,
concinssiacliè ivi più che
altrove la combustione essendo completa , le particelle carbonose
trascinale dal getto dell’aria, hanno già avuto luogo di consu-
marsi : iniaiito corpo esposto al dardo della fiamma essen-
che il
che ciascuno dei Fisici fu d’avviso, che alla temperatura già pos-
seduta dal metallo fosse quell’effetto uuicaniente dovuto. Fu
forza però di opinare differentemente , olloichè Herman vide po-
tersi il divisato miscuglio gasoso accendere, coll’ immergervi un
filo di pla'.iiio scaldato a soli So gradi , purché vi fosse fatto
soggiornare per qualche istante E si è poi finito col ricusare alla
:
^3^ (.(usati tre metalli ti raaaomigliaao fra loro anche per ciò che ,
Difiiti.’oc by C'iOOgle
Affinchè però il platino «pieghi emineutemcnle «iffalta pro-
Digilized by Coogle
3o8
ceatigr. ne determina d’ altronde la combinazione coll’ ossigeno
atmosferico quando venga riscaldato fino a 60 gradi circa , pur-
,
ché precedentemente arroventare e alternativamente raf-
sia fatto
freddare per molte volte di seguito : Guadagna quindi ancor di
più rispetto a siffatta proprietk il ridetto filo di platino , se , dopo
aver servito all’esperienza, viene immerso nell’acido quin-bi-ni-
trico (1) , lavato poscia con acqua , ed asciugato ad una tempera-
ratura di 300 gradi , essendoché cimentato allora di bel nuovo
all’esperienza si riscalda fortemente nel gsts idrogeno alla tempe-
ratura ordinaria , e si arrossa perfino se la corrente di questo gas
é spinta su di esso con molta forza. All’opposto perde quel filo
la sua efficacia , quando sia tenuto all’ aria libera per poche ore ,
e più che mai presto la perde , se , montato su un manico di cera
lacca , venga immerso nel mercurio tenuto isolato ; la conserva
d’altronde anche per o4 ore, se sia custodito in boccia chiusa :
Ne rimane del pari distrutta la facoltà piropojetica , qualora espo-
sto sia ad una violenta corrente d’aria atmosferica (sia questa
umida o secca ) di gas acido carbonico , di gas ossigeno , o di
iiiro idrogeno. Non la distruggono però gli alcali caustici , come
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,
,
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Digitized by G oogle
I
SII
liensì dalla drconipositione drit' acqua operata per mezzo del
potassio, e il t>as losluro tri-idrico , del pari che s’ iiifìaramaiio
varj metalli , iieil' atto di combinarsi col cloro o collo zolfo. Ma
vi hanno però altri combustibili , e varj essi sono , iquali , seb*
bene non molto facili o disposti ad ardere, pur non ostante ad-
divengono spontaneamente infiammabili, inseguito di occulte e
sorde decomposizioni , cui in certe date circostanze so^^giacciono.
Non vi ha alcuno che ignori svilupparsi abbonilaiite calote
dalle sostanze organiche , che lurono ammucchiale prima di esser
ben secche. Avviene ciò bene spesso nei semi e fruiti, nelle fo-
glie o nelle intiere piante eriiacee , come fieni paglie ec , ogni
,
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u. • /
INDICE
DELLE MATERIE
SEZIONE PRIMA.
Legge V 20
Legge VI 21
Legge VII 2Ò
Legge Vili oB
Legge IX. Teorìa dei volumi iVt
1 . Composti gasosi , i quali , senza subire condensa-
zione , mantengono il voltane della somma dei gas
loro componenti 3o
a. Composti gasosi , i quali , per la condensazione
che provano , presentano un voltane minore di quel-
lo dei gas componenti respettivi uniti insieme . . . di
Legge X. isomorfismo e Isomerìa
,
dello zirconio , . . , s , , , . lo
1^.
del magnesio
dello tnlfo ....... . . .
p
—— del fosforo
deU’ arsenico
del bromo e dell' iodio
Tavole sinottiche de’ pesi atomici dei corpi elemen-
tari CHE COMPOSTI t-n sjx
(-n
Tavola I. Corpi elementari
Qcvj
Ànolisi , : ! : ; : : : ; ; ; : : :
•
Sintesi . , , , , , , ! ! ! ! ! 5 ! ? •
ROOol^M
ÀnalUi e sintesi .
; :
• • »
•
,
•
•
/ ;
•
Dell'Aria almorferica
''ile
,
ERRORI CORREZIOM
a
(L '.J
59 9 colon. 3 Ma Mg
& 17 (colon. I, e 3) Acido tetti-
Acido setti-bi-maoganico 7 Mo
manganico Mo
f>9 18 (colon. 3) M Br* Mg rr»
76 18 (roloo. 7) 3 i,7i 3 i, 8 i
83 II (col. i) QinD'bi-rotfato am* Qain-bi- fosfato ammonito o d*ot«|.-
monico od ottid. d’ammo- do d' ammonio 3 j e di magne*
^
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