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LETTERATURA ITALIANA 08/03/2018

(attenta riflessione sulla scrittura, sulla poetica e sulla produzione letteraria di Pirandello)

Pirandello è uno degli autori più significativi della letteratura italiana del 900 e che per la sua complessità
(di contenuti e di temi) richiede un’attenzione ed un approfondimento particolare. Partiremo da una
panoramica sui generi trattati da Pirandello il quale è un autore polimorfo, non è un autore che si esprime
soltanto in un genere letterario come, invece, capita per altri autori che, ad esempio, individuano nel solo
romanzo la propria espressione culturale e letteraria. Invece, per Pirandello, si ha una complessità di generi
adottati per la sua espressione a 360° intellettuale prima che letteraria in senso stretto perché,
probabilmente, quando affrontiamo la figura di Pirandello si parla di un grande intellettuale, di una figura
che non arriva all’espressione letteraria come unica finalità della sua attività intellettuale e quindi letteraria
ma individua nell’espressione letteraria quella che è la forma più plausibile per esplicitare quella che è la
sua volontà intellettuale e culturale che, tra l’altro, è di profonda matrice filosofica per cui ci troviamo di
fronte ad un personaggio complesso, un personaggio che è un grande curioso dell’esperienza umana e che
sperimenta, percorre, varie ipotesi e possibilità sia culturali che artistiche che letterarie e, volta per volta,
individua quella che gli sembra più consona al suo momento intellettuale e quindi scrive una novella
oppure compone uno dei suoi drammi o delle sue commedie oppure scrive dei romanzi. Pirandello è un
grande spirito curioso (aspetto fondamentale per cominciare a comprendere quella che è un’identità
emblematica, complessa, una personalità di grande autenticità e che, con grande coraggio, percorre ma
anche sconquassando le forme tradizionali dell’arte e della letteratura) che si trova a cavallo tra due secoli
1877-1937, dunque la sua collocazione temporale è tra la fine dell’800 e l’inizio del 900. Il primo Pirandello
è, dal punto di vista letterario, un autore vicino a quella che era la corrente più vicina a lui sia da un punto
di vista storico sia dal punto di vista territoriale perché il primo Pirandello è un Pirandello verista. Nacque a
Girgenti, oggi Agrigento, vivendo la sua prima formazione in Sicilia e la Sicilia di quegli anni è una Sicilia
importante dal punto di vista culturale, intellettuale e quindi letterario perché è la Sicilia di Verga e
Capuana due autori che fanno da padrone nel panorama letterario. Capuana oltre ad essere uno scrittore,
un grande intellettuale, colui che scriveva saggi scientifici di matrice culturale e letteraria oltre che opere
letterarie divenendo una figura di riferimento per Pirandello provocando un sodalizio, un’amicizia tra i due.
Ma figura predominante è anche quella di Verga, Federico De Roberto e grandi romanzi veristi di quegli
anni, ultima costola del romanticismo ottocentesco che proprio in Sicilia, o grazie a scrittori intellettuali
napoletani e siciliani, assume il carattere tipico del verismo italiano, di quel naturalismo francese che parte
da Zola e in Italia meridionale in modo particolare assume le sembianze dei romanzi veristi. La base di
partenza di Pirandello è il romanticismo ma nella sua declinazione verista. Infatti il primo Pirandello assorbe
quelli che sono gli esiti culturali in senso lato del verismo e nella sua prima produzione ritroviamo gli assunti
del verismo nelle novelle e nelle prime commedie di Pirandello. E’ uno spirito curioso, intellettuale a tutto
tondo e la sua produzione è perspicua assumendo aspetti che non sono soltanto letterari ma anche pretta
mete scientifici. Diversi sono i saggi che egli scrive, numerosi gli articoli che vengono pubblicati nella riviste
scientifiche, culturali e letterarie, quindi è un intellettuale che da un grande contributo alla riflessione
scientifica oltre che un grande contributo al mondo artistico e letterario. Scientifica nel senso di produzione
accademica. I suoi saggi hanno specifica impostazione e matrice scientifica, è uno studioso prima che essere
uno scrittore di opere letterarie. Studia i generi letterari e culturali ma è un curioso arrivando ad
appassionarsi di esoterismo, di spiritismo, scriverà dei saggi in tal senso. Sarà profondamente colpito ed
affascinato dagli esiti della psicologia, infatti analizzando le sue opere si può proporre una lettura
psicoanalitica di alcuni suoi personaggi ma lo fa con un approccio scientifico (è il come lo fa l’aspetto
fondamentale di Pirandello che sa trasferire nel contesto artistico-letterario quello che è un assunto
prettamente scientifico). C’è un momento fondamentale nella vita di Pirandello ovvero quello in cui, da
studente universitario, si trasferisce da Agrigento a Roma ma entra in contrasto col professore che lo stava
seguendo per la tesi e quindi decide di andarsene a Bonn in Germania. La Bonn di quegli anni, la Germania
di fine 800 inizio 900 è il baluardo filosofico-intellettuale-culturale a livello internazionale. La grande cultura
mitteleuropea che aveva interessato tutto l’800 (già dal 700 i grandi intellettuali e filosofi tedeschi avevano
cominciato a tracciare le traiettorie di una nuova riflessione intellettuale-culturale-filosofica che poi diventa
letteraria-artistica in genere come ad esempio l’espressionismo tedesco che è un’espressione tipicamente e
strettamente artistica nel senso vero della parola e che è figlia degli esiti filosofici e culturali di quegli
intellettuali che si ritrovavano nelle aule delle accademie tedesche che trovano un momento massimo in
quello che si definì il cenacolo di Gottinga dove si riunivano i più grandi filosofi di quel tempo (fine 800)
della taratura di Husserl, Lipps, Brentano, quelli che poi definiranno gli assiomi della fenomenologia che
partiva dalle riflessioni di Hegel e che poi troveremo in un momento di riflessione più ampia
nell’esistenzialismo soprattutto tedesco oltre che francese. Questo asse intellettuale mitteleuropeo,
Germania e Francia, che detterà la prospettiva intellettuale di matrice accademica anzitutto filosofica e che
parte proprio dalla Germania. Pirandello si ritrova proprio in questo mondo, viene proprio catapultato in
questa dimensione andando a studiare a Bonn. Egli segue le lezioni di Lipps il quale era stato uno degli
assistenti di Brentano. Quella che poi conosceremo come fenomenologia proposta e sostenuta da
intellettuali come Brentano e Lipps, o ancora dopo Husserl, Pirandello la conoscerà nel suo momento
primigenio quando una certa critica ci propone un Pirandello freudiano, colui che dopo gli assunti di Freud
sull’interpretazione dei sogni che diventa un riferimento assoluto e cambierà il destino di un certo mondo
intellettuale. Quindi il 1900 (anno in cui viene pubblicata l’interpretazione dei sogni di Freud scritta nel
1899) è certamente uno spartiacque.

Digressione su Svevo che è coevo di Pirandello e che cambia completamente la sua scrittura dopo aver
conosciuto Freud e quindi l’interpretazione dei sogni. E’ una differenza profondissima tra i primi due
romanzi di Svevo e l’ultimo che è la “Coscienza di Zeno” che arriva, appunto, dopo aver conosciuto in
maniera diretta non Freud ma la sua psicoanalisi che era stata applicata sul cognato di Svevo da un
medico. Quindi Svevo, come tantissimi altri intellettuali di quel periodo, ha una rivelazione perché il
grande merito di Freud è quello di essersi addentrato nei meandri della psiche umana restituendo assunti
di carattere scientifico, quindi un grande materiale che esercita una profonda suggestione
sull’intellettuale, sugli scrittori, sui filosofi di quel periodo.

Ma la critica che si è occupata di Pirandello soprattutto fino a qualche tempo fa, ha riconosciuto in
Pirandello un approccio freudiano e sovente troviamo Pirandello abbinato a quella che è la soluzione della
psicanalisi applicata su alcuni dei suoi personaggi. In realtà proprio questo tipo di approfondimento su
quello che è stato il rapporto tra Pirandello e Bonn è il mondo che era Bonn in quel periodo ci permette di
precisare la questione che non è di poco conto perché Pirandello vive vicino a quel mondo intellettuale,
conosce gli esiti della psicanalisi di Pinè più che di Freud. Pinè ci parlava dell’alterazione della personalità e
della frammentazione della personalità. Pirandello conosce, più che altro, i grandi risultati degli studi di
Bergson sulla memoria (“materia e memoria” è uno dei saggi più importanti di Bergson che veicolava in
quegli anni nelle aule accademiche). Una delle grandezze di Pirandello è quella di aver avuto un approccio
di carattere scientifico come uno studioso ma di non aver istituito soltanto il saggio scientifico ma anche
quello di aver trasferito la sua riflessione prettamente filosofica-scientifica-intellettuale in forma d’arte, in
forma letteraria. Dunque la sua riflessione non diventava saggio scientifico come l’interpretazione dei sogni
di Freud ma diventava “Sei personaggi in cerca d’autore”, diventava “Prima si gira” e poi “Serafino Gubbio”,
diventava “Il gigante della montagna”, diventava la favola del figlio cambiato o diventava l’ultima novella
“Una giornata” oppure “E due” apicale novella, diventava il saggio dell’umorismo del 1908 fondamentale
per comprendere un genere che si abbina, ormai, a Pirandello. La parola “umorismo” non l’ha coniata lui
ma ha coniato ed ha restituito agli intellettuali, al mondo dell’arte, a coloro che studiano la letteratura
anche dal punto di vista scientifico, ha istituito un saggio dove spiegava cos’è l’umorismo sottoforma di
saggio che è un contributo scientifico per dire che tutta questa sua grande curiosità che non lo lasciava mai
distratto o indifferente ai comportamenti, atteggiamenti o pensieri dell’uomo, lui si addentrava. Pirandello
viene descritto con un’espressione pensata da un suo coevo conterraneo, grande autore anche lui, Rosso di
San Secondo(che restò in ombra perche c’era Pirandello che ingombrava infatti nel 1934 avrà il
riconoscimento del premio Nobel) scrivendo un monologo straordinario “Inaugurazione”, immaginando che
dopo la morte di un grande poeta c’è l’inaugurazione di una grande statua del grande poeta. Mentre tutta
la gente accorsa col sindaco e le autorità accorsa per fare la grande cerimonia se ne vanno, immagina che
arrivi la moglie del poeta, Antonietta Portulano, che arrivata davanti la statua del marito morto ma lì
celebrato vomita tutto quello che non ha detto mai al marito in vita e adesso lo dice alla statua. Dunque fa
dire alla moglie che Pirandello era un “palombaro dell’esistenza”. E’ una delle espressioni più plausibili e
valide per definire Pirandello perché il palombaro è un cercatore di tesori che ha la particolarità di cercare i
tesori sugli abissi marini di notte perché usa la lampada che ha sulla fronte riuscendo a focalizzare
perfettamente ed attentamente i fondali. Pirandello fa la stessa cosa. Ci sono due livelli: il giorno e la notte,
il doppio della giornata. Doppio indica l’assioma coniato da Tilgher, grande critico letterario del 900, che tra
i primi studia Pirandello insieme con Croce ed altri importanti critici e studiosi del poeta, e definisce un
assioma del conflitto(dissidio) tra vita e forma. La forma ciò che appare, ciò che si deve vedere, ciò che gli
altri devono conoscere, la vita ciò ciò che è, ciò che collochiamo nelle oscurità della notte. La forma
appartiene al giorno, alla luce, al razionale mentre la vita nel panorama prospettato da Pirandello è la notte,
l’inconscio, l’irrazionale, ciò che è. Queste due componenti dell’essere umano, la parte razionale e conscia e
quella irrazionale e inconscia sono la base di tutte o quasi tutte le riflessioni di Pirandello che rintracciamo,
in maniera più o meno evidente, all’interno delle sue opere. Ecco perché Rosso di San Secondo lo definisce
come un palombaro dell’esistenza in quanto è colui che partendo dal mondo razionale, quindi dalla terra,
dalla luce del giorno, attende l’oscurità per tuffarsi e accende un lume. Vedremo quanto il lume è uno degli
elementi ricorrenti all’interno delle sue opere perché si accende un lume di notte per far luce, per
illuminare un ambiente o per illuminare un particolare e Pirandello fa questo: nell’oscurità accende un lume
su un elemento, un ambiente, su un particolare che sono sempre elementi dell’anima dei suoi personaggi.

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