Facoltà di Medicina
Scuola di Specializzazione in
SCIENZA DELL'ALIMENTAZIONE
Esorfine:
ruolo
fisio-patologico
nell’alimentazione
umana.
2
I recettori oppioidi
L’oppio è un estratto del Papaver
somniferum noto da circa 5.000 anni per i suoi
“stupefacenti” effetti nell’alleviare il dolore e nel
procurare piacere. All’inizio del diciannovesimo
secolo furono isolati i principi attivi dell’oppio, la
morfina e la codeina, largamente usati in numerosi
medicamenti. Nella borsa del medico l’oppio
giocava un ruolo chiave, una panacea per ogni
male: alleviava quasi ogni tipo di dolore, bloccava
le diaree e le conseguenti disidratazioni, calmava la
tosse e gli animi esagitati dando sollievo, quiete e
piacere.
Il diacetil derivato della morfina, l’eroina, è invece tristemente famoso per gli
effetti sul SNC nei giovani emarginati che ne fanno uso come “povero” succedaneo
dei piaceri della vita. La di-acetilazione degli ossidrili dell’eroina aumenta molto la
velocità di passaggio attraverso la barriera emato-encefalica e di rimando gli effetti
psicotropi; un po’ la differenza tra l’assunzione della cocaina attraverso il classico
“sniffo” o mediante “crak”. Una volta arrivata nel SNC l’eroina sembra agire sempre
come morfina, cioè previa de-acetilazione.
3
Con la scoperta dei recettori per la morfina risultò chiaro che dovevano
esistere dei ligandi endogeni per questo recettore, non potendo certo essersi
selezionati per permetterne l’uso voluttuario! Tra l’altro si tratta di recettori presenti
in tutti i vertebrati superiori.
4
Esistono almeno quattro tipi
di recettori oppioidi, detti µ, δ, ε e κ.
Ognuno presenta una diversa affinità
per ogni encefalina, per quanto tutti
presentino cross reattività. Il
meccanismo d’azione è mediato dal
sistema della proteina G.
Questa è un etero-trimero
inattivo. Il legame del recettore con
il legando provoca delle variazioni
conformazionali sulla proteina G, che
cede un GDP e lega un GTP. Questo
cambiamento provoca la
dissociazione della sub-unità α che può andare a legare un effettore che, così
stimolato, catalizza la conversione dell’ATP in cAMP, il secondo messaggero in grado
di mediare nel citoplasma le funzioni di risposta allo stimolo oppioide. Esistono
proteine G eccitatorie ed inibitorie a seconda che aumentino o diminuiscano la
produzione di cAMP sull’effettore. La stimolazione del recettore oppioide provoca una
diminuzione di cAMP. Esistono prove che le isoforme I e V dell’adenilato ciclasi sono
inibite da uno stimolazione acuta e superattivate da una esposizione cronica e
viceversa per il tipo II2.
Uno dei tipici effetti del sistema oppioide è la soppressione del dolore.
Esistono due sistemi distinti, sia anatomicamente che fisiologicamente del
dolore: il sistema del dolore rapido e il sistema del dolore lento.
Le fibre che costituiscono la via del dolore rapido sono relativamente piccole e
mielinizzate, in grado di condurre lo stimolo doloroso ad una velocità che va da 5 a
30 m/s. Sono distribuite a livello della cute e delle mucose e sembrano
filogeneticamente più recenti. Le fibre a conduzione rapida sono poco o nulla sensibili
all’azione oppioide.
Le fibre del dolore lento sono esilissimi fili amielinici detti di tipo C, e
conducono ad una velocità compresa tra 0,5 e 2 m/s, così che uno stimolo doloroso
che parta dai piedi può impiegare fino a 2 secondi prima di giungere alla coscienza.
Queste fibre sono distribuite in tutti i tessuti corporei ad eccezione di quello nervoso
che è insensibile al dolore, e la sua azione è mediata da una molecola detta sostanza
P. E’ il sistema filogeneticamente più antico, presente anche nei vertebrati più
primitivi e fortemente sensibile all’azione morfinica.
5
Nel SNC i recettori oppiacei sono distribuiti nella sostanza gelatinosa del
midollo spinale, nella formazione reticolare, nella sostanza grigia periacqueduttale,
nell’ipotalamo,
nell’amigdala, nei
nuclei talamici
intralaminari e in
diverse regioni del
sistema libico. In
pratica, in tutti i
distretti associati al
sistema del dolore
lento che sono a loro
volta in stretta
connessione con il
sistema del piacere.
Nel midollo
spinale sembra che le
encefaline si trovino a
livello degli
interneuroni, le cui secrezioni sarebbero in grado di stabilizzare, iperpolarizzandola la
membrana plasmatica delle fibre di tipo C. Il minor rilascio di acido glutammico e
sostanza P nelle sinapsi affievolirebbe il segnale doloroso.
Nell’immagine a lato
sono segnate in rosso le
aree ad alta concentrazione
di recettori oppiati, in giallo
quelle a bassa
concentrazione e in celeste-
viola quelle in cui sono
assenti.
6
Le esorfine
Nel 1979 Zioudrou et al3. descrissero un gruppo di peptidi originati da
un’incompleta digestione del latte e del frumento in grado di prolungare il transito
intestinale e in generale di avere uno spettro d’azione simil-narcotico e antagonizzati
dal naloxone ai quali, per analogia al termine endorfine dato alle encefaline, diedero
il nome di esorfine.
7
Le prove di efficacia dei peptidi si muovono su diversi fronti: somministrazione
a vari tipi di animali degli alimenti interi e rimozione del chimo per verificare la
presenza dei peptidi bioattivi4, somministrazioni degli idrolisati in ceppi di topi
geneticamente modificati per valutare l’effetto sulla patologia in questione (topi
geneticamente ipertesi per la valutazione dell’attività antiipertensiva per esempio),
somministrazione endovenosa ed intraventricolare di peptidi modificati per la
valutazione degli effetti centrali, in particolar modo sulla attenuazione del dolore e
sull’aumento della memoria, e sulla diversa concentrazione necessaria per ottenere
gli effetti, in modo da stabilire il grado di passaggio attraverso la barriera
ematoencefalica, ed infine sulla modificazione chimica della struttura dei peptidi
isolati e caratterizzati allo scopo di migliorarne le caratteristiche intrinseche.
8
Esorfine dal latte
Le esorfine furono isolate per la prima volta da idrolisati pepsinici dell’alfa
caseina del latte ma, praticamente, tutte le proteine del latte, alfa, beta e kappa
caseina, alfa lattoalbumina e beta lattoglobulina sono in grado di generare peptidi ad
attività oppioide, anche se solo di una minoranza è stata chiaramente dimostrata lo
loro azione in vivo9. Inoltre, ovviamente, l’attività intrinseca varia di molto a seconda
del peptide liberato.
I frammenti bioattivi ad
attività oppioide che derivano
dalla beta-caseina sono detti beta-
casomorfine, quelli che derivano
dalla alfa-caseina alfa-casomorfine
e casoxine quelli che derivano
dalla kappa-caseina. Questi ultimi,
con in derivati della alfa-
lattoalbumina e beta-
lattoblobulina hanno la
caratteristica di produrre polipeptidi ad azione inibitoria10.
Da notare la presenza
costante di Tyr in N-terminale e la
quantità di residui di prolina
Peptidi del latte attivi sulla pressione sanguigna
10
Peptidi dal latte attivi sul dolore
11
Esorfine dal grano
Dalla digestione del glutine del grano usando l’azione dell’elastasi pancreatica
sono state ottenute quattro esorfine, A4 e A5 e B4 e B5.18
Una esorfina un po’ insolita è stata ottenuta dalla digestione del glutine con
pepsina-tripsina-chimotripsina, Tyr-Pro-Ile-Ser-Leu, dove l’unico amminoacido
aromatico è la tiroxina N-terminale20.
Altre origini
Altri tipi di esorfine sono state isolate dal sangue (emorfine), la cui struttura è
stata ritrovata nel sangue, nel liquido cerebrospinale e nel cervello23, nelle uova e
negli spinaci, uno dei pochi esempi di esorfine di origine vegetale (papavero escluso,
ovviamente…)
Ruolo fisiologico degli oppioidi endogeni nel
comportamento alimentare
Le endorfine derivanti dalla pro-opiomelanocortina sembrano giocare un ruolo
importante nel comportamento alimentare, soprattutto per quel che riguarda il
meccanismo di appetizione del cibo. Stranamente, però, topi mutanti, privi della
beta-endorfina, diventano obesi. Gli autori di questa ricerca propongono un
meccanismo in due fasi, dove all’inizio l’effetto endorfinico incentiva la ricerca del
cibo e, successivamente ne inibisce il consumo. La prima fase sarebbe supportata da
altri peptidi oppioidi24.
Il riscontro di esorfine nelle urine nei pazienti autistici è alla base del modello
esorfinico dell’autismo e diete a base di enzimi digestivi migliorano molto la
sintomatologia specifica32.
Miglioramenti sono stati ottenuti anche con diete di esclusione di tutti gli
alimenti che potessero dare origine alle esorfine33.
…e sulla schizofrenia
non ci sono dubbi che le encefaline esercitino sui recettori mu del nucleus
accumbens una forte attività di appetizione per cibi altamente energetici, che
evochino sensazioni piacevoli: dolci, grassi e salati;
tutti gli studi sono stati condotti su cavie, e per quanto i roditori siano la
categoria di esseri viventi filogeneticamente più vicina ai primati, sempre di topi si
tratta, cioè la trasferibilità dei dati è probabile ma non certa. Possono, quindi,
essere presenti variazioni – se non nell’impianto generale – quantomeno in diversi
specifici punti;
Il cibo target è spesso assunto anche in forme diverse, così chi ama il latte,
“macchia” il caffè, ordina le brioches con la crema, preferisce il prosciutto cotto al
crudo per le proteine del latte usate come addensanti, si trova a suo agio con i
formaggi freschi tipo mozzarella che con quelli stagionati tipo grana. Sembra,
cioè, che tenti di riprodurre gli effetti esorfinici a lui grati in modo empirico, ma
con una precisione scientifica, guidato da un “biochimico” interno;
16
vera (Freud, forse, la chiamerebbe “onnipotenza del pensiero” e, in verità, ne
siamo un po’ tutti schiavi, ognuno a modo suo). La stessa colite potrebbe,
d’altronde, aumentare il passaggio intraluminale dei peptidi neoformati in un non
impossibile circolo vizioso.
17
Conclusioni
La regolazione dell’assunzione del cibo è un aspetto della vita troppo
importante perché la natura lo abbia affidato ad un solo meccanismo. Solo per
restare nel campo delle “droghe” basta pensare agli effetti indotti dalla cocaina e dai
cannabinoidi, sostanze estranee all’organismo ma che, al pari degli oppioidi esogeni,
presumono la presenza di ligandi naturali con cui quelli esogeni interferiscono. O per
fare un salto in campo psicologico, basti pensare al vertiginoso aumento di consumo
di un cibo offerto a metà del suo valore di mercato, esempio insolito nel mare delle
motivazioni psicologiche, ma qui citato proprio per la sua stranezza accanto alla sua
forza36.
In una terzina di Nostradamus si prevede una non facile battaglia per arginare
l’epidemia di obesità che sta dilagando in questo mondo.
Sommario
INTRODUZIONE .........................................................................................................1
I RECETTORI OPPIOIDI.............................................................................................3
LE ESORFINE ............................................................................................................7
…e sulla schizofrenia..............................................................................................................14
CONCLUSIONI .........................................................................................................18
SOMMARIO ..............................................................................................................19
BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................20
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