L’AUTODIREZIONALITÀ
NEL DSM-5® E NELLA
LOGOTERAPIA
Aureliano Pacciolla Sommario
(Psicologo e psicoterapeuta, Roma)
Questo articolo persegue l’obiettivo di notificare un
Giuseppe Crea aggiornamento e di fare una proposta ai logotera-
(Università Salesiana, Roma) peuti e ad altri psicoterapeuti con una formazione
umanistico-esistenziale. La notifica aggiornata
è quella sull’apertura del DSM-5® alle tematiche
esistenziali in vari punti ma, in particolare, in
riferimento alla scala dell’autodirezionalità, nella
quale tutti i criteri rimandano ai temi frankliani, con
esplicito riferimento al senso della vita. La proposta
è quella di invitare clinici e ricercatori a collaborare
a una ricerca per verificare un’ipotetica correlazione
fra la scala dell’autodirezionalità e i principali test
finora usati nelle ricerche sulla Logoterapia. Un’e-
ventuale correlazione fra questi strumenti — anche
con uno studio pilota — avrebbe delle ripercussioni
su scala mondiale perché tutti i Paesi che usano il
DSM-5® potrebbero fare altrettanto. Inoltre, si tratta
di cogliere un’opportunità storica in cui il DSM-5®
validerebbe il costrutto di base della Logoterapia
e quest’ultima validerebbe il DSM-5® con tutte le
ricerche già svolte in precedenza.
Parole chiave
Temi esistenziali, autodirezionalità, DSM-5®, Lo-
goterapia, senso della vita.
Edizioni Erickson – Trento RICERCA DI SENSO Vol. 14, n. 2, giugno 2016 (pp. 119-136) 119
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RICERCA DI SENSO Vol. 14, n. 2, giugno 2016
a 1. Premessa
L’autodirezionalità prevede che la persona abbia la com-
petenza innata di dare o trovare una direzione specifica alla
propria vita, in termini di organizzazione del proprio tempo e
delle proprie energie, non solo a breve e medio temine (a livello
quotidiano, settimanale e mensile), ma anche a lungo termine,
per dare (o trovare) il proprio orientamento esistenziale allo
scopo di dare un senso all’esistenza.
Il costrutto dell’autodirezionalità — fin dagli anni Trenta
— è sempre stato l’elemento centrale della Logoterapia di
Frankl, che considera l’uomo come naturalmente orientato
verso un compito che dia un senso alla propria vita. Dopo
molti anni di studi, ricerche e pubblicazioni sul senso della
vita, inteso come orientamento esistenziale, finalmente anche
il DSM-5® (APA, 2013) ha riproposto l’autodirezionalità —
insieme all’identità, all’empatia e all’intimità — come una
delle quattro dimensioni per la valutazione del funzionamento
generale della personalità.
Mai prima d’ora il DSM o l’ICD o altri sistemi diagnostici
avevano riconosciuto l’autodirezionalità verso uno scopo che
dia senso alla vita come un elemento portante della persona-
lità. Tutti i clinici hanno sempre constatato che, soprattutto
nelle sindromi gravi (depressione, suicidi, dipendenze), l’au-
todirezionalità risulta fortemente compromessa. Anche nelle
psicoterapie efficaci in genere — e non solo quelle condotte
da logoterapeuti o da altri terapeuti di formazione umanistico-
esistenziale — si è constatata l’importanza di incrementare la
resilienza attraverso l’autodirezionalità.
Ovviamente l’autodirezionalità, da sola, non è sufficiente
a prevenire la psicopatologia, a incrementare la resilienza o a
rendere efficace la psicoterapia. È importante specificare che
l’autodirezionalità come oggetto relazionale rimanda a uno
scopo prosociale che dia un senso alla vita. Infatti, se l’autodire-
zionalità non fosse funzionale alla percezione di un senso della
vita, potrebbe risultare anche inefficace o addirittura dannosa.
Per questo bisogna parlare di autodirezionalità esistenziale, ossia
orientata verso uno scopo che fa percepire la vita connotata
da un senso.
Tutto ciò è stato evidenziato da una vastissima lettera-
tura sulla Logoterapia di V. Frankl, che ha avuto un’ampia
divulgazione in tutto il mondo, a partire dal dopoguerra a
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TABELLA 1
Livelli di compromissione alla luce del DSM-5®
e del Questionario sull’autodirezionalità
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1
In questo gruppo di item abbiamo sostituito il termine «standards» con «norme»;
infatti, nella versione spagnola e portoghese del DSM-5® è questo il termine usato
per rendere più comprensibile alla popolazione generale quanto si richiede. Se
avessimo usato il termine «standards», probabilmente non sarebbe stato altrettanto
comprensibile. Inoltre, in questo gruppo di item è stato inserito il n. 1 per dare
uno specifico riferimento alla quotidianità e al breve tempo. Anche l’item n. 3 è
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TABELLA 2
QUESTIONARIO SULL’AUTODIREZIONALITÀ DSM-5® (PZ)
(per autosomministrazione a soggetti adulti)
Considerando gli ultimi 6 mesi, indica con un numero quanto sono vere
o false per te le seguenti affermazioni sulla capacità di percepire degli
obiettivi e cercare di realizzarli: 0 indica «per nulla vero»; 4 indica «com-
pletamente vero»; 1, 2 e 3 indicano delle gradazioni intermedie fra «per
nulla vero» e «completamente vero».
Sento che… 0 1 2 3 4
1. Sono capace di pianificare (settimana per
settimana e mese per mese) obiettivi ragio-
nevoli.
2. Sono capace di perseguire obiettivi basati su
una valutazione realistica delle mie capacità.
3. Sono capace di utilizzare norme comporta-
mentali adeguate per realizzarmi in diversi
ambiti (dando un senso soddisfacente al
mio tempo e alle mie attività).
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TABELLA 3
SCALA DI AUTODIREZIONALITÀ (BF)
Considerando gli ultimi 6 mesi, indica con un numero quanto sono vere o
false le seguenti affermazioni sul tuo partner/genitore/amico/a.
Lui/Lei... 0 1 2 3 4
1. È capace di pianificare (giorno per giorno e
settimana per settimana) obiettivi ragionevoli.
2. È capace di perseguire obiettivi basati su una
realistica valutazione delle sue capacità.
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Conclusione
Com’è stato evidenziato, lo scopo di questo articolo è
semplicemente quello di far conoscere la storica vicinanza del
DSM-5® ai temi esistenziali e, in particolare, al senso della
vita, che è il costrutto centrale della Logoterapia di Frankl,
e di incentivare la collaborazione fra clinici e ricercatori di
formazione umanistico-esistenziale.3
La collaborazione potrebbe consistere — oltre che nel far
pervenire suggerimenti, commenti e pareri — anche nella
disponibilità a somministrare il questionario riportato nella
3
Per ogni proposta di collaborazione, commento o suggerimento (sui contenuti,
sulla metodologia oppure sulla formattazione grafica dei questionari) si può
contattare aureliano.pacciolla@gmail.com oppure creagiuse@gmail.com.
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a APPENDICE
Ipotesi di rappresentazione grafica da restituire al paziente
Soggetto: Autovalutazione
Osservatore 1: Osservatore 1
4,5 4
4
3,5 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3
3
2,5 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
2
1,5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1
0,5 0 0 0
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 171819 20 21 22 23 24 25 26 27 28
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Abstract
This article aims to provide an update and to make a proposal
to logotherapists and to other psychotherapists with humanis-
tic-existential training.
The updated information is about the openness of the DSM-5™ to
certain existential themes, but in particular to the self-directedness
scale, in which all the criteria have a direct reference to Franklian
themes, with an explicit reference to the meaning of life.
The proposal is to appeal to clinicians and to researchers to
collaborate in verifying a hypothetical correlation between the
self-directedness scale and the principal tests used so far in
research on logotherapy.
A future correlation between these research tools, even with an
initial pilot study, would have global consequences, because all
those countries which use DSM-5™ could carry out similar studies.
This would seize a historic opportunity in which the DSM-5™ would
validate the basic premise of Logotherapy and the latter would
justify the DSM-5™ with all of the preceding research.
Keywords
Existential themes, self-directedness, DSM-5™, Logotherapy,
meaning of life.
CORRISPONDENZA
Giuseppe Crea
Università Salesiana
Piazza Ateneo Salesiano, 1
Roma 00139
E-mail: creagiuse@gmail.com
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