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Documento di diffusione interna BO4

INT009-NT010-9- GUIDA TAVOLE ARMATURE


IMPOSTAZIONE TAVOLE DI ARMATURA E
REGOLE DI CONTROLLO
Bologna – emissione del giovedì 26 agosto 2021 Redatto da : Cristiano ORCI
Questo è un documento di utilità a uso interno ENSER FRANCE per allineare il gruppo di lavoro su alcune procedure e consuetudini. Il suo obiettivo è quello di mettere sempre
a disposizione alcune informazioni necessarie per facilitare il lavoro quotidiano.

1. Introduzione ......................................................................................................................... 3
2. Impostazioni generali............................................................................................................. 3
2.1. Diametri disponibili, passi e differenza tra HA e ADX ........................................................... 3
2.2. Reti elettrosaldate .............................................................................................................. 5
2.3. Veri ingombri dei ferri ......................................................................................................... 6
2.4. Mandrini e Raggi di curvatura - criteri ................................................................................. 7
2.4.1. Differenza fra armature trasversali e longitudinali – Che mandrini scegliere?................ 10
2.5. Limiti dimensionali – alcune regole da seguire ................................................................... 12
3. Regole di rappresentazione.................................................................................................. 14
3.1. Gestione delle barre in attesa/ripresa tra tavole diverse ..................................................... 17
3.2. Da dove iniziano ancoraggi e sovrapposizioni? .................................................................. 17
3.3. Errori di rappresentazione da evitare ................................................................................ 18
3.3.1. Uso dei campi per le serie. Controindicazioni e conteggi ............................................ 18
3.3.2. Campi di barre in serie – QUOTA FRA I CAMPI.......................................................... 19
3.3.3. Quantitativi totali di armature in presenza di ostacoli .................................................. 19
3.4. Raffittimenti negli ostacoli ................................................................................................. 20
3.5. Cordolature nei bordi liberi e nelle aperture ....................................................................... 21
3.6. Selle ................................................................................................................................ 22
4. Strati di ferro a quote diverse ............................................................................................... 22
5. Inghisaggi .......................................................................................................................... 24
6. Manicotti ............................................................................................................................ 26
6.1. Errore comune grave con uso manicotti ............................................................................ 29
7. Rappresentazione di reti elettrosaldate ................................................................................. 31
8. Distanziatori ....................................................................................................................... 31
9. Getti di spessori elevati e armatura nei ricarichi non strutturali ................................................ 32
9.1. Spessori di getto elevati ................................................................................................... 32
9.2. Ricarichi .......................................................................................................................... 32

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10. Tabelle ferri ..................................................................................................................... 32
10.1. Tabelline aggiuntive ...................................................................................................... 35
10.2. Dettagli in tabella ferri ................................................................................................... 36
11. CONTROLLO MECCANICO DELLA TAVOLA .................................................................... 39

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1. INTRODUZIONE
Questa guida è il riferimento per i disegnatori e per gli ingegneri che devono affrontare la progettazione
di una tavola di armature per il cemento armato.

Deve essere sempre consultata quando si redige o controlla una tavola, assieme ai documenti seguenti
al loro ultimo indice di revisione:

1. INT009-NT200 - INPUT E IMPAGINAZIONE TAVOLE ARMATURE


2. INT009-NT161 - GUIDA SW - IMPOSTAZIONE E BASE AutoCA
3. INT009-CK010- CHECK LIST TAVOLA ARMATURA → che sarà da compilare al termine della
redazione della tavola, prima della consegna.
4. INT009-NT051 - DETTAGLI C.A. SCATOLARI (eventualmente)
5. INT009-NT030 - GUIDA INGHISAGGI (eventualmente)
6. INT009-CKTAV - CHECK LIST CONSEGNA TAV → che sarà da compilare al termine della redazione
della tavola, prima della consegna.

È consigliata anche la consultazione dei video sulla rappresentazione delle armature che si possono
trovare qui:

sharepoint → BO4 - ENSER FRANCE - Documenti\07 - MINUTES DE FERRAILLAGE

L’obiettivo è fare in modo che non ci siano errori nell’approvvigionamento dei ferri e nella loro posa, e
che ci sia assoluta corrispondenza tra le armature disegnate e i dati di input ottenuti dalla relazione di
calcolo.

2. IMPOSTAZIONI GENERALI
2.1. DIAMETRI DISPONIBILI, PASSI E DIFFERENZA TRA HA E ADX
I diametri disponibili sono questi, in casi eccezionali si possono usare barre di 6mm:
MASSE nombre et quantité d’acier totale
DIAMÈTRE SECTION
LINÉIQUE 1 2 2,5 3 3,33 4 5 6 6,67 7 8 9 10
@400mm @300mm @250mm @200mm @150mm @100mm
(mm) kg/m cm2 cm2 cm2 cm2 cm2 cm2 cm2 cm2 cm2 cm2 cm2 cm2 cm2 cm2
8 0,395 0,503 0,50 1,01 1,26 1,51 1,67 2,01 2,51 3,02 3,35 3,52 4,02 4,52 5,03
9 0,499 0,636 0,64 1,27 1,59 1,91 2,12 2,54 3,18 3,82 4,24 4,45 5,09 5,73 6,36
10 0,617 0,785 0,79 1,57 1,96 2,36 2,62 3,14 3,93 4,71 5,24 5,50 6,28 7,07 7,85
12 0,888 1,131 1,13 2,26 2,83 3,39 3,77 4,52 5,65 6,79 7,54 7,92 9,05 10,18 11,31
14 1,208 1,539 1,54 3,08 3,85 4,62 5,13 6,16 7,70 9,24 10,27 10,78 12,32 13,85 15,39
16 1,578 2,011 2,01 4,02 5,03 6,03 6,70 8,04 10,05 12,06 13,41 14,07 16,08 18,10 20,11
20 2,466 3,142 3,14 6,28 7,85 9,42 10,46 12,57 15,71 18,85 20,95 21,99 25,13 28,27 31,42
25 3,853 4,909 4,91 9,82 12,27 14,73 16,35 19,63 24,54 29,45 32,74 34,36 39,27 44,18 49,09
32 6,313 8,042 8,04 16,08 20,11 24,13 26,78 32,17 40,21 48,25 53,64 56,30 64,34 72,38 80,42
40 9,865 12,566 12,57 25,13 31,42 37,70 41,85 50,27 62,83 75,40 83,82 87,96 100,53 113,10 125,66

Le barre HA sono ad ADERENZA MIGLIORATA B500B e vanno usate sempre.

Le barre DX sono rond lisse (barre lisce in acier doux, acciaio dolce) e vanno usate SOLO per i ganci di
sollevamento. Sono in Fe235.

La scelta dei passi (distanza fra asse delle barre) deve essere discussa con RdC. Infatti non tutte le
barre possono essere messe a passi fitti, per problemi di ingombro. Come regola generale è bene
assicurare sempre un interferro netto, incluse quindi le sovrapposizioni non inferiore a 4cm. Una regola
invece “di cantiere” è che possa passare una mano all’interno della maglia creata dai ferri.

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Un riferimento, NON VINCOLANTE, potrebbe essere questo:

• Ø ≤ 16mm → passi consigliati 100mm, 150mm, 200mm (attenzione diventano abbastanza rade
a 200mm)
• 16mm < Ø ≤ 20mm → 150mm, 200mm (100mm quando le sollecitazioni sono elevate,
sconsigliato, chiedere prima di farlo all’impresa). Ø20/200 è un passo standard che va
considerato per le armature di base.
• 20mm < Ø ≤ 32mm → 200mm di preferenza (150mm se molto sollecitati)
• Ø40 → 200mm

NOTA : quando si realizza una maglia 200mm x 200mm potrebbe essere consigliato mettere, sullo strato
superiore, una retina elettrosaldata passo 100mm x 100mm (si può mettere una ST40C), in modo che
si possa camminare. Chiedete comunque all’impresa.

Usare passi troppo fitti per barre di grosso diametro può pregiudicare la corretta posa e il passaggio del
calcestruzzo tra le barre:

In ogni caso, la normativa richiede che sia assicurato sempre un netto pari a: max (ø ;Dmax+5mm
;20mm) che si traduce, considerando un diametro dell’aggregato di 20mm a questa tabella:

ø [mm] dmin [mm]


6 25
8 25
10 25
12 25
14 25
16 25
20 25
25 25
32 32
40 40

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I passi delle staffe sono sempre, di preferenza 100mm – 150mm – 200mm. Ma per le staffe si possono
usare anche passi più fitti, come il 75mm. Bisogna sempre fare attenzione però al passaggio del
calcestruzzo.

2.2. RETI ELETTROSALDATE


A differenza delle barre ad aderenza migliorate standard, che sono in acciaio B500B, le reti
elettrosaldate vengono in genere prodotte in acciaio B500A.

Le reti elettrosaldate possono essere di questa tipologia:

La differenza tra B500B e B500A sta nel valore di K ovvero ne valore caratteristico della deformazione
relativa sotto carico massimo εuk.

Questa informazione deve essere presa correttamente in conto nelle verifiche con VCAslu, occorre
infatti modificare il valore di εsu :

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2.3. VERI INGOMBRI DEI FERRI


Le barre ad aderenza migliorata ingombrano più del loro diametro per effetto delle nervature. Questo
significa che non bisogna mai disegnare le barre senza margine di posa, bisogna sempre tenere conto
negli incastri di circa il 20-30% in più di ingombro per evitare problemi.

Un caso particolare è l’ingombro delle staffe. Bisogna tenere conto che le staffe hanno un ingombro di
2ø!

Occorre tenere conto di questo aspetto nella distribuzione del passo delle staffe perché bisogna sempre
evitare di creare sbarramenti. In casi specifici si può prescrivere di alternare la posizione dei ganci (basta
alternare la posa delle staffe):

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2.4. MANDRINI E RAGGI DI CURVATURA - CRITERI


Le barre di armatura vengono piegate in un banco attorno a dei mandrini.

Nella maggior parte dei casi è possibile usare, per una barra, 1 SOLO DIAMETRO di mandrino per la
sua realizzazione. Non si devono quindi disegnare barre o staffe con diametri di curvatura diversi.

Bisogna tenere presente anche che il tratto dritto, tra un diametro di curvatura e l’altro, deve avere una
dimensione minima che dipende dal macchinario a disposizione del costruttore. Come regola generale
si possono considerare 10ø.

I raggi di curvatura minimi dati dall’Eurocodice 2 per evitare che la piega del ferro rovini la barra sono i
seguenti:
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Tradotto nell’immagine che segue:

Attenzione, si tratta di raggi minimi per evitare danni alle barre di armatura, ma non assicurano la verifica
del calcestruzzo all’interno della piega.

I diametri minimi di mandrino assicurano la non rottura del calcestruzzo, quando l’ancoraggio necessario
dritto dopo la piega non supera i 5ø. Va applicata quindi una formula in casi particolari (chiedere a
RdC)In teoria andrebbe applicata la formula seguente per calcolare il diametro del mandrino necessario
per assicurare la non rottura del cls (varia tra 7 e 12 ø). Ovviamente prima di disegnare questa nuova
piega è bene chiedere all’impresa che diametri di mandrino hanno disponibili.

Grazie all’introduzione della norma NF A 35-027 è possibile adottare dei diametri di mandrino forfettari
che permettono di eludere a questa verifica (e verificarla automaticamente). I diametri si distinguono per
barre longitudinali (quelle che lavorano a flessione) e barre trasversali (a taglio). Vedremo che questa
distinzione non è netta e la decisione sul diametro dipende da quanto lavora la barra in questione.

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Come si vede da questa tabella di confronto, i mandrini per barre trasversali sono poco superiori ai
mandrini minimi per evitare la rottura delle barre. Invece, per le barre longitudinali, la differenza è più
marcata:
minimal Øm,min [mm] selon NF EN

par coude, crochet ou boucle [mm]


Diamètre nominal de l’acier [mm]

recommandés pour cadres, étriers,


1992-1-1 et son Annexe Nationale

recommandés ancrage des barres


Diamètres intérieurs de cintrage

Diamètres intérieurs de cintrage


Diamètre intérieur de cintrage

épingles [mm]

ø [mm] n°ø [mm] n°ø [mm] n°ø


5 20 4 20 4,0 50 10,0
6 24 4 25 4,2 70 11,7
7 28 4 30 4,3 70 10,0
8 32 4 32 4,0 70 8,8
9 36 4 40 4,4 100 11,1
10 40 4 40 4,0 100 10,0
12 48 4 50 4,2 100 8,3
14 56 4 70 5,0 150 10,7
16 64 4 70 4,4 150 9,4
20 140 7 150 7,5 200 10,0
25 175 7 200 8,0 250 10,0
32 224 7 / 300 9,4
40 280 7 / 400 10,0

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2.4.1. Differenza fra armature trasversali e longitudinali – Che mandrini scegliere?
Le armature trasversali sono tipicamente le staffe, che in realtà possono essere:

In questi casi non ci sono dubbi, si usano SEMPRE i mandrini Cadres type 2

Per le barre longitudinali in teoria si deve sempre usare il type 1, ovvero il diametro per le crosses:

Tuttavia, non è sempre possibile usare i diametri del mandrino più grandi per le barre longitudinali,
soprattutto quando gli spessori sono piccoli. Una regola generale per decidere se far girare comunque
le barre longitudinali con i diametri type 1 ovvero i diametri delle armature trasversali è chiedersi a quanto
lavorano le barre. Se le barre non sono molto tese, perché per esempio sono chiuse in zona compressa,
o in bordi liberi, allora la tensione è piccola e la regola citata precedentemente verrebbe soddisfatta
anche con diametri piccoli, quasi i minimi per le barre.

Qui di seguito faccio un esempio di diametri di curvatura per uno scatolare:

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Le barre ad L che coprono


il nodo, sono tese proprio
dove c’è la curva. Per
questa barra, è obbligatorio
usare i diametri grandi.

È consigliato usare i diametri grandi anche per


le barre longitudinali agli appoggi. Tuttavia, in
teoria si potrebbe calcolare l’effettivo diametro
richiesto e se lo spessore è troppo piccolo,
passare al diametro piccolo type 2 cadres

Per le armature di ripartizione o per forcelle in bordi liberi, possiamo usare i diametri type 2 cadres:

Tutte le barre a ginocchio


trasmettono il carico
massimo, quindi per loro è Se non c’è posto per far girare il ferro usare
obbligatorio usare i diametro piccolo type 2 cadres
diametri type 1 crosses,
quelli gradi

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2.5. LIMITI DIMENSIONALI – ALCUNE REGOLE DA SEGUIRE


Qui di seguito si riportano alcune considerazioni NON VINCOLANTI, da seguire. È sempre bene
chiedere all’impresa prima di iniziare le tavole se si possono non seguire alcune di queste regole. In ogni
caso, sottoponendo la minuta di ferro all’impresa prima di consegnare le tavole si dovrebbe riuscire a
capire se sono in grado o meno di realizzare i ferri.

1. I ferri dovrebbero avere al massimo 3 pieghe. Se si vogliono fare ferri con più di 3
pieghe (esclusi i ganci di chiusura), occorre chiedere conferma all’impresa.
2. Si devono evitare le côtes bloquées (quote bloccate). Un esempio di quota bloccata è
il seguente:

Attenzione! Questo vale solo per le strutture interrate, se siamo fuori terra il problema
non si pose perché ci sono margini di manovra.
3. Le pieghe (tratto dritto) dei ganci (staffe, uncini) devono rispettare le indicazioni qui di
seguito.

< 150° (90°)

< 150 (135°)

≥ 150° (150°)

≥ 150° (180°)

4. Le pieghe (tratto dritto) delle barre a flessione è consigliato che non siano inferiori a 10ø.
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In generale è consigliato sottoporre la minuta di ferro all’impresa durante la stesura della relazione di
calcolo, in modo da avere un loro parere sui ricoprimenti e sulla maglia.

La reLa regola è chiarita sempre dalla norma NF A 35-027:

I 10ø vanno garantiti solo per le chiusure delle barre a 90°, si consiglia quando non c’è spazio di usare i
crochet (angolo 135°) e le boucle, per le quali si può fare 5 ø. È molto importante rispettare questa
indicazione. Per quanto riguarda le chiusure delle staffe si possono usare tutte queste opzioni:

Restano valide le indicazioni sulle lunghezze dei tratti dritti, di 10ø o 5ø se il tratto è a 90° o 135°
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3. REGOLE DI RAPPRESENTAZIONE
Le regole di rappresentazione sono riassunte in questo elenco puntato. Il riferimento all’impaginazione
delle tavole è dato dal documento INT009-NT200-1 - INPUT E IMPAGINAZIONE TAVOLE ARMATURE.

La pianta chiave della tavola di armatura (pianta fuori scala con l’indicazione di tutte le sezioni) deve
essere messa in alto a destra sopra alle tabelle dei materiali.

1. I ferri in pianta vanno disegnati con i CAMPI, ma il primo e l’ultimo ferro vanno comunque disegnati
in spessore. La scala può essere 1:50, 1:25 o 1:20. Le zone di raffittimento vanno tutte disegnate
chiamando i singoli ferri (no campi per i raffittimenti).
2. I ferri in sezione vanno sempre disegnati in spessore. Quando necessario (armature dense, zone
delicate) i ferri possono essere disegnati colorati e potrebbe essere necessario rappresentare anche
le sovrapposizioni.
3. Ciascuna barra deve avere almeno 2 richiami:
• uno in corrispondenza della vista esplosa, in cui si danno i dettagli del ferro (marca,
diametro, passo, totale barre);
• uno in corrispondenza di una vista in pianta per far capire la distribuzione. Il controllo
dei 2 richiami va fatto sempre prima di fare il pdf della tavola. Si veda paragrafo
dedicato per questo tipo di controllo.
4. Dividere sempre le tavole o almeno le tabelle ferri (quindi anche il progressivo dei richiami delle
marche) per elementi gettati. Per esempio, in uno scatolare:

Marche da 200 a 299 (esempio) e


tabella ferri riferita a COUVERTURE

Marche da 100 a 199 (esempio) e


tabella ferri riferita a
VOILES/PIEDROITS

Marche da 0 a 99 (esempio) e tabella


ferri riferita a RADIER

5. Ferri uguali (stessa forma, lunghezza e diametro) che appartengono allo stesso elemento
strutturale DEVONO avere la stessa marca, anche se in posizioni diverse. Questo comporta
una grande attenzione da parte dell’utilizzatore di AutoCA, che deve associare una marca a
più serie. Per questo motivo ci sono dei limiti a questo uso. Infatti si devono usare marche
diverse anche per barre uguali:
a. Se le barre in questione sono molto lontane tra loro
b. Se le barre, pur uguali, vengono orientate diversamente (quindi non allo stesso modo
né specchiate come in una sezione simmetrica)
c. In casi specifici di sezioni tipiche (scatolari) che si estendono in lineare, per le quali si
vuole avere la certezza del conteggio.

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5. È fortemente consigliato ridurre il numero di marche in una tavola, cercare il più possibile di fare le
stesse forme e di sfruttare le simmetrie.
6. I ferri di cordolo devono essere il più possibile uguali e il numero di marca lo stesso (a meno che
non siano cordoli di elementi diversi).
7. Per quanto riguarda i ferri di ripartizione, longitudinali, è necessario usare il più possibile barre da
6m e adattare le sovrapposizioni per disporre sempre barre della stessa lunghezza nello sviluppo.
In questo caso le barre da 6m avranno tutte la stessa marca.
8. La freccia usata per il richiamo non deve incrociare le altre barre presenti in pianta. In questo
modo è univocamente definita la posizione delle barre, esterne/interne o sopra/sotto.
9. Nel caso di barre in serie si indica la marca, il diametro e il passo. Inserire anche la lunghezza del
campo per poter conteggiare/controllare il numero di barre;

Va comunque disegnato il primo e l’ultimo ferro per far capire la lunghezza del campo.

a. Nel caso di barre cordolo viene indicata la marca con un richiamo a grappolo.
4.10. Nel caso di travi le barre longitudinali/tondini vengono indicate/i con richiamo a lisca. I tondini in
spessore/altezza vengono richiamati a grappolo, indicandone la distanza dal vertice per il corretto
posizionamento.

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5.11. Le viste in pianta delle solette devono sempre essere divise in 2, una vista dei ferri inferiori
(nappe inférieure) e una vista dei ferri superiori (nappe superieure).
6.12. In tutte le viste e in tutte le sezioni occorre indicare le quote delle casserature ovvero:
a. Dimensioni interne e spessori pareti (PIANTE)
b. Larghezze, spessori pareti, e quote altimetriche di tutte le linee orizzontali (SEZIONI)
7.13. Le sezioni (in scala 1:25 o 1:20) devono sempre avere indicate le riprese di getto R.B. con un
tratto rosso, con l’indicazione delle tallonette (TALONNETTE), il loro spessore e tutte le quote
altimetriche.
8.14. Quotare ogni sovrapposizione delle barre di armatura. È assolutamente vietato forzare le quote
o le sovrapposizioni per esigenze di spazio della tavola. Il rischio di errore è troppo elevato. La
tavola se necessario si allunga.
9.15. Quotare la lunghezza di tutte le barre che vengono messe in attesa (quotare il tratto in attesa e
mettere la quota altimetrica alla fine. Quotare tutte le lunghezze di ancoraggio dei ferri.
10.16. Se la parte di struttura gettata (e che quindi si sta rappresentando, l’oggetto della tavola) non è
già disegnata nelle casserature (tipo le longrine dei pozzi, o massicci provvisori) occorre
georeferenziare la tavola all’interno del modello, almeno la sua casseratura (e quindi questa parte
segue le regole delle casserature, disegnate in metri, con unità di misura in metri, e
georeferenziate). Se la tavola rappresenta una parte di casserature già georeferenziata, non ci
sono particolari indicazioni da rispettare in termini di coordinate.
11.17. Inserire nelle sezioni trasversali e quando si ritiene necessario dare un’indicazione sulle
proporzioni delle opere, la figura di un omino di cantiere, in colore grigio leggero, 253-254 affinché
non appesantisca il disegno:

L’altezza dell’omino deve essere convenzionale di 1,75m, non deve essere quotata, serve solo
per “tarare” le dimensioni dell’opera.
12.18. Le sezioni devono essere le stesse delle casserature (stesso nome). Le sezioni aggiuntive
avranno un nuovo nome. Tra diverse tavole di armatura di uno stesso lavoro il nome delle sezioni
deve restare coerente, in modo da facilitare la composizione attese-riprese.

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Gli ancoraggi devono essere minimo 40ø, mentre le sovrapposizioni 60ø.

13.19. QUOTARE SEMPRE IL COPRIFERRO IN OGNI ELEMENTO

14.20. Controllare sempre sia all’inizio del disegno che alla fine che le armature rappresentate siano
coerenti con le casserature. Sopra al cartiglio c’è sempre un’indicazione in cui occorre inserire il
titolo della casseratura. Se si hanno dubbi su quale sia l’ultima versione delle casserature,
chiedere a RdC.

3.1. GESTIONE DELLE BARRE IN ATTESA/RIPRESA TRA TAVOLE DIVERSE


È molto importante, quando si inizia una tavola, partire dalle attese della tavola precedente. Se nella
tavola precedente le attese sono state disegnate correttamente e quotate, la tavola successiva dovrà
copiarle, controllare le lunghezze e ripartire andando a verificare le sovrapposizioni.

La cosa più semplice da fare è disegnare la nuova tavola a partire dalla precedente, nello stesso modello.

Le barre in attesa devono essere comunque indicate anche nella nuova tavola, affinché chi controlla
possa avere chiaro il diametro e il passo del ferro (ma anche la marca della precedente tavola).

3.2. DA DOVE INIZIANO ANCORAGGI E SOVRAPPOSIZIONI?


In generale si considerano 40ø per l’ancoraggio di una singola barra e 60ø per la sovrapposizione di sue
barre aventi lo stesso diametro. Qualcosa si sovrappongano barre di diverso diametro si può usare la
seguente regola:

lsovrapposizione = max(60ø ; 40Ø) dove:


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INT009-NT010-9- GUIDA TAVOLE ARMATURE
ø → diametro barra piccola

Ø → diametro barra grande

In ogni caso la regola generale di calcolo impone che, non appena inizia la barra di diametro piccolo, la
sezione deve essere verificata con i diametri della barra più piccola.

Sovrapposizioni e ancoraggi si devono valutare secondo questo criterio:

3.3. ERRORI DI RAPPRESENTAZIONE DA EVITARE


3.3.1. Uso dei campi per le serie. Controindicazioni e conteggi
I campi vanno usato SOLO per i ferri in serie di elementi come solette e muri. I raffittimenti vanno tutti
chiamati con le chiamate singole.

Tutte le strutture di geometria definita e contenuta (travi, scale prefabbricate, predalles) vanno invece
sempre disegnate con le chiamate singole dei ferri.

L’errore comune nell’uso dei campi è nel conteggio dei ferri. Spesso si riceve l’input di disegnare
ø/200mm, ma questo input sottintende che i ferri siano disposti passo 200 per tutta l’estensione della
casseratura e non del campo! Questo errore viene risolto seguendo le impostazioni consigliate di
AutoCA (si veda il documento INT009-NT161-0 - GUIDA SW - IMPOSTAZIONE E BASE AutoCA).

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Nell’esempio la larghezza della soletta è di 2,9m, se le barre fossero ø20/200 si dovrebbero mettere
2,9m/0,2m +1 (regola generale) = 15 barre. Invece facendo il campo con AutoCA più stretto (AutoCA
non permette di fare i campi larghi come le casserature) si otterrebbero 14 barre. Per questo motivo,
impostando AutoCA come indicato nella guida, il numero delle barre diventerebbe quello corretto (forza
il primo e l’ultimo passo automaticamente e risolve il problema).

Si ricorda che la prima e l’ultima barra di una serie, che vanno disegnate, devono essere messe a 5cm
dal bordo del paramento.

3.3.2. Campi di barre in serie – QUOTA FRA I CAMPI


Quando si hanno campi di barre vicini, spesso di fa l’errore di quotare il campo A e il campo B senza
dare la distanza fra i campi. Questo general errori pericolosi, perché può portare a disporre meno
armatura del previsto. In più è impossibile da controllare.

La regola generale è che fra due campi consecutivi deve SEMPRE essere data la quota, e questa deve
essere inferiore al più piccolo passo fra i due campi.

3.3.3. Quantitativi totali di armature in presenza di ostacoli


Spesso l’INPUT che si riceve dal progettista è del tipo “marca A passo 200”. Questo ovviamente va
tradotto nel disegno, e spetta al disegnatore controllare che nell’altezza o nella lunghezza della zona da
armare ci siano effettivamente il numero delle barre seguenti:

L/passo + 1

Se per esempio abbiamo in 2,4m un’armatura di ø20/200, dovrò aver messo un totale di 13barre.

Questa cosa è molto importante quando si incontrano ostacoli per la stesura dei campi. Potrebbero
essere per esempio dei puntelli, che “interrompono” la stesura delle barre. È evidente che se il puntello
è largo 30cm e non si fa il controllo sulla lunghezza generale si dispongono meno barre, cosa pericolosa
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e da evitare. In quel caso si devono quindi raffittire le barre (o semplicemente fare una serie unica in
AutoCA senza pensare all’ostacolo, così il numero totale dei ferri è corretto, poi nella rappresentazione
si spostano a mano).

3.4. RAFFITTIMENTI NEGLI OSTACOLI


Come regola generale, in corrispondenza degli ostacoli (nicchie, aperture, fori, puntelli) spetta al
disegnatore fare i raffittimenti necessari nella rappresentazione. Successivamente deve essere
sottoposto al progettista e a RdC per validazione. I raffittimenti devono essere disegnati con questo
criterio. Se nella parete o nella soletta abbiamo un’armatura di ø20/200 (esempio) e poi abbiamo per
esempio una nicchia, un foro, o un puntello, le barre che non si riescono a disporre devono essere poste
PRIMA e DOPO l’ostacolo, in modo che il quantitativo sia sempre lo stesso:

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Questo discorso vale ovviamente anche per la rete elettrosaldata. Ogni volta che la rete elettrosaldata
trova un ostacolo viene tagliata e bisogna prevedere SEMPRE l’armatura palliativa con questa regola:

1 barra tagliata della rete → 2 HA12 lunghi minimo 2m (1 sopra e 1 sotto al puntello).

3.5. CORDOLATURE NEI BORDI LIBERI E NELLE APERTURE


In corrispondenza dei bordi liberi (pianerottoli) o delle aperture, vanno sempre messi dei cordoli staffati,
con armatura doppia rispetto a quella corrente (se corrente ho ø16, allora faccio cordolo con ø20).
Occorre mettere anche le staffe, ø12, passo 200mm e 100mm in corrispondenza degli appoggi (dividete
sempre la luce in 3, la parte centrale ha passo 200 e le altre 100).

In più vanno aggiunte barre inclinate.

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3.6. SELLE
Tutte le selle devono avere cordoli e SPILLE, anche se non si ricevono INPUT a riguardo.

4. STRATI DI FERRO A QUOTE DIVERSE


Quando la geometria della struttura è articolata, e i diametri dei ferri importanti, potrebbe essere difficile
disporre le armature in modo razionale, facendo in modo che le barre non interferiscano fra di loro e che
siano su livelli diversi.

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Per questo motivo è consigliato associare dei colori alle barre su diversi strati. Bisogna però distinguere
il caso di più strati strutturali, ovvero quando per grandi spessori si usano più strati di armatura distanziati
da 10cm.

Ogni strato strutturale è quindi costituito da diversi livelli, dovuti alla posa. Per ogni strato si deve fare
una pianta, in cui si rappresentano le armature. Gli strati possono essere:

• Inferiori e intermedi inferiori


• Superiori e intermedi superiori

I colori da usare sono :

1. Verde colore 84
2. Blu colore 160
3. Arancione colore 30
4. Magenta colore 230

L’ordine di disposizione di questi ferri è sempre lo stesso, Quindi a prescindere dallo strato, il verde sarà
sempre il livello più basso e il magenta quello più alto. Questo permette operativamente di dare la stessa
regola ai colori (si isola il colore e si mette sopra un altro), ma comporta due diverse legende, che
dovranno essere disegnate vicino alla pianta nel disegno:

NAPPE SUPERIEURE n°1 (mettere 2 se poi è la seconda nappe superiore)

Nappe_SUP1_1
Nappe_SUP1_2
Nappe_SUP1_3
Nappe_SUP1_4

NAPPE INFERIEURE n°1 (mettere 2 se poi è la seconda nappe inferiore)

Nappe_INF1_4
Nappe_INF1_3
Nappe_INF1_2
Nappe_INF1_1

Le due legende possono essere ridotte a 2-3 strati senza dover rinominare nulla. Il numero più alto
significa più distante dal bordo (la nappe 1 è quella più vicina al copriferro).

La rete elettrosaldata occupa uno strato e va fatta con il colore di competenza.


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Ecco la resa per una soletta

NAPPE SUPERIEURE n°1

NAPPE INFERIEURE n°1

In questo contesto, spille e staffe vanno disegnate in rosso e saranno le sezioni a mostrare la loro
posizione.

5. INGHISAGGI
Spesso le strutture che dobbiamo progettare sono a ridosso o a contatto con delle strutture esistenti. È
molto importante darne una corretta rappresentazione e interpretazione anche nelle tavole di armatura,
in particolare occorre indicare:

A. Se si tratta di strutture esistenti in cemento armato (caso A)


B. Se si tratta di strutture esistenti in calcestruzzo non armato (caso B)
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C. Se si tratta di strutture esistenti in pietra, come la meulière (caso C).

La lunghezza dell’inghisaggio deve essere definita dal RdC, ma in linea di massima:

A. Nel caso A le barre inghisate devono semplicemente andare a cercare le armature esistenti
B. Nel caso B si tratta di un semplice ancoraggio
C. Nel caso C la lunghezza delle barre inghisate è maggiore perché occorre cucire i diversi
blocchi di pietra.

OGNI LINEA DI INGHISAGGIO È UNA SERIE

Le barre inghisate vanno sfilate in questo modo:

L’etichetta da mettere nelle barre inghisate in francese è quindi:

1øX/YYYmm (Ntot = ZZZ)


Ltot = CCCmm | Lscellée = TTTmm
Forage ø = yy mm | Emploi de résine HILTI FFF ou équivalent

LES REPERES 1 ET 2 SONT A


SCELLER EN QUINCONCE
ENTRE EUX

Con questa rappresentazione si risolve il problema della disposizione in quinconce. Questa disposizione,
scelta da RdC è utile quando l’inghisaggio deve trasmettere sforzi di taglio, perché permette di avvicinare
le barre. Nel caso della disposizione in quinconce, si fa questa precisazione:

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Una delle due barre deve essere tratteggiata per far capire che la disposizione è asimmetrica.
Può essere opportuno integrare nella tavola delle indicazioni in merito alla modalità di
realizzazione del foro, come ad esempio quella qui di seguito, soprattutto per barre che lavorano
in trazione. Infatti può capitare che con certe resine l’aderenza venga compromessa qualora il
foro non venga opportunamente pulito.

6. MANICOTTI
I manicotti sono dispositivi meccanici in grado di collegare due barre avvitandole. Esistono diverse
marche di manicotti che sono però sostanzialmente di due tipi:

Standard SIMPLE EFFET POSITION DOUBLE EFFET

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La differenza tra la posa standard e quella position è descritta bene dalla scheda HERRISON:

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In AutoCA è stato introdotta la possibilità di usare i manicotti. DI default vegnono caricate le indicazioni
dei manicotti FORTEC.

Le regole che si riportano nella tavola sono queste:


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Per la singola barra:

1. scegliere l’estremità in cui inserire il manicotto


2. se è una barra di prima fase (1) o di seconda fase (2)?
3. È un manicotto : “standard simple effet” oppure “position double effet”? Possono essere
semplificate con CS e CP
4. in base alla selezione dell’operatore: se
a. CS1 →viene messo un filetto e un manicotto, inglobato nel getto di prima fase
b. CS2 → viene messo solo un filetto per la seconda fase
c. CP1 → viene messo un contro dado + filetto nel getto di prima fase
d. CP2 → viene messo il manicotto + il contro dado per il getto di seconda fase

Per quanto riguarda lo sfilaggio della barra nel disegno:

• oltre al numero di marca abbiamo bisogno che ci sia scritto CS1, CP2 eccetera, in base alla
selezione fatta.
Per quanto riguarda la tabella riepilogativa dei ferri, le marche oggetto di manicotto (quindi in base ai
criteri che ho scritto anche le marche con solo filetto) devono andare in una tabella riepilogativa a parte
chiamata : RÉCAPITULATIF DES BARRES FILETÉES AVEC COUPLEURS.

LEGENDE nomenclature coupleurs :

CS1 → coupleur « standard » simple effet (ou mono-simple) de première phase

CS2 → filetage de deuxième phase pour coupleur standard

CP1 → coupleur « position » double effet de première phase

CP2 → coupleur « position » double effet de deuxième phase

6.1. ERRORE COMUNE GRAVE CON USO MANICOTTI


Un errore ricorrente nelle tavole che hanno i manicotti è la non corrispondenza fra manicotti in attesa e
barre eventualmente manicottate di ripresa.

Può capitare infatti che i manicotti colleghino due barre che fanno parte di due tavole diverse.

L’errore che può succedere è quindi riportare erroneamente il diametro e il tipo di manicotto in attesa
nella nuova tavola. Questo comporta che il nuovo ferro filettato avrà dimensioni diverse e sarà quindi
inutilizzabile.

Tutti i manicotti in attesa vanno ricontrollati aprendo la tavola originaria.

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È fondamentale copiare nelle sezioni della nuova tavola le vecchie sezioni precedenti, in modo da
controllare meccanicamente la coerenza.

L’esempio precedente mostra come può avvenire l’errore, che nasce sempre da una concatenazione di
procedure non seguite.

• Le sezioni hanno nome diverso, mentre dovrebbero chiamarsi allo stesso modo. Questo
faciliterebbe la corrispondenza
• IL fatto che le sezioni abbiano nome diverso ha portato a non accorgersi del fatto che l’armatura
di attesa cambiava da una zona all’altra
• I ferri in attesa sono stati copiati senza controllare il loro effettivo andamento in pianta:

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• Le marche sono state richiamate con il simbolo / rendendo molto difficile il controllo della
corrispondenza.

7. RAPPRESENTAZIONE DI RETI ELETTROSALDATE


Le reti elettrosaldate vanno disegnate come le barre semplici, ma occorre aggiungere anche lo studio
dei pannelli (disposizione e ricoprimenti):

8. DISTANZIATORI
I distanziatori sono barre che vanno numerate come barre strutturali e che vanno sempre disposti in
questo modo:

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• Pareti → almeno 5 spille al metro quadro, del diametro delle spille strutturali. Se non ci sono
spille strutturali, mettere spille del ø10 (mètre carré de surface).
• Platee e solette → mettere 3 sedie (cavallotti) al metro quadro (mètre carré de surface).

Spille e sedie possono NON essere disegnate ma indicate in uno schema a parte. Attenzione, il numero
totale va ottenuto facendo Sup parete x 5

Le spille strutturali vanno sempre disegnate (ø10-ø12-ø14 in generale), va fatto un dettaglio per vedere
che ferri prendono e vanno indicate in rosso, precisando la larghezza della zona in cui vengono disposte.

9. GETTI DI SPESSORI ELEVATI E ARMATURA NEI RICARICHI NON


STRUTTURALI
In questo paragrafo vengono trattati i casi particolari di getti di spessore non convenzionale (spessori
superiori a 60-80cm) e dei getti di calcestruzzo di ricarico.

9.1. SPESSORI DI GETTO ELEVATI


Si consiglia:

• Di mettere l’armatura su più strati per poter avere maglie di 150 x 150mm (come maglia più
stretta) o ancora meglio 200x200mm. Gli strati devono essere distanziati circa di 10cm, ma
anche meno (rispettando sempre le regole di distanza minima fra le barre)
• Di mettere uno strato di armatura intermedio, a metà altezza con i cavallotti che sono di due tipi
(non funziona con la rete)

9.2. RICARICHI
All'interno delle strutture, generalmente sopra le platee, possono esserci ricarichi di cls non strutturale.
Una regola generale è che se lo spessore di un ricarico supera i 5cm, allora va sempre armato con una
rete anti fessura (basterebbe una ST40C). Andate però in proporzione, se viene fatto un grosso ricarico
da 20-30cm, un minimo di armatura andrebbe comunque messo.

10. TABELLE FERRI


Le tabelle ferri possono essere prodotte con:

• AutoCA

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• REVIT
• TEKLA

Solo in casi particolari, e dopo approvazione dell’RdC, le tabelle possono essere fatte con Excel, ma va
evitato. Le nuove tabelle AutoCA sono state preparate per risolvere una serie di problemi che nascevano
dall’uso di manicotti e filetti.

Considerazione generale: la tabella ferri deve essere sempre dissociata dalla tavola. In produzione va
solo la tabella ferri, quindi deve essere autonoma e completamente comprensibile per una produzione
dei ferri chiara e univoca.

La prima pagina, dopo il cartiglio, della tabella ferri, deve avere il recap per poter produrre i ferri:

Occorre sempre specificare nella tabella ferri:


1. ferri piegati, da spiegare in cantiere (poi nella tavola si mette l’indicazione “à deplier”, ma
devono arrivare sempre piegati (altrimenti nemmeno si montano, siamo in quote bloccate, c’è
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la terra davanti) – indicazione nel riquadro della marca in TAB_FERRI → A DEPLIER SUR
CHANTIER
2. posizione filetti nelle barre filettate e indicazione FILETAGE
3. tipo di manicotti e posizione filetti nelle barre filettate e indicazione FILETAGE + COUPLEURS
TYPE “” [indicare il tipo di manicotto]
4. gli stabox non devono essere disegnati con barre equivalenti con AutoCA, ma vanno inseriti in
una tabella a parte. Chiedere sempre all’impresa come vogliono la rappresentazione degli
stabox.

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10.1. TABELLINE AGGIUNTIVE


Oltre alla tabella ferri di AutoCA vanno aggiunte:

1. l’eventuale TABELLA FERRI DELLE RETI – RICONTROLLARE BENE CHE IL FOGLIO EXCEL
FACCIA LA SOMMA GIUSTA.
Ad oggi questa tabella è prodotta sia da AutoCA ma anche in Excel

Tabella prodotta in Excel Tabella prodotta da AutoCA

Le tabelle con AutoCA per le reti calcolano i


pannelli e non gli specifici metri quadri.
È consigliato usare questa tabella (perché
l’approvvigionamento di fa comunque tramite
pannelli e non a metri quadri precisi).

2. l’eventuale TABELLA DEI MANICOTTI CON INDICAZIONE (IMMAGINE) DEL TIPO


Questa tabella viene attualmente prodotta da AutoCA.

3. l’eventuale LISTA DEGLI STABOX (con immagini e marca)


Questa tabella non è prodotta da AutoCA ma si deve redigere in funzione della scheda tecnica
scelta.

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10.2. DETTAGLI IN TABELLA FERRI


A volte in tabella ferri occorre specificare delle forme strane, si può aggiungere un simbolo in rosso della
forma particolare:

A volte invece occorre disegnare dei ferri piegati, da spiegare in cantiere. Vanno sempre disegnati in
questo modo, sia nella tavola, che in tabella ferri dove va riportato un dettaglio,

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11. CONTROLLO MECCANICO DELLA TAVOLA


Prima di poter considerare completa una tavola, è indispensabile fare questi controlli.

1. Che tutti i punti della pagina 1 siano presi in conto


2. Che le tabelle ferri rispondano ai criteri della pagina 2 e 3
3. CONTROLLO COERENZA E ERRORI CONTEGGI

Questo controllo deve essere svolto direttamente su pdf della tavola, usando lo strumento cerca
trova. La procedura è la seguente:

1. Stampare la tabella ferri


2. Aprire in pdf la tavola
3. Per ogni marca scritta in tabella ferri, interrogare il pdf con il comando TROVA, dal menu a
tendina MODIFICA

4. Scrivere il numero di marca e indicare “solo parole intere”

5. Verificare che TUTTE le marche compaiano in almeno 2 viste:

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a. UNA VISTA IN SEZIONE, in cui la marca è sfilata a lato → questo permette di fare il
controllo anche della correttezza di tutti i numeri indicati nella tabella ferri CHE
VANNO SEMPRE RICONTROLLATI (diametro, passo, A;B;C,D eccetera)
b. Una vista in pianta che permette di capire la distribuzione della marca in oggetto. Il
campo chiamato deve essere sempre quotato, in modo che in fase di controllo
potete riverificare la quantità totale di barre di una marca (lunghezza campo/ passo
+ 1 = numero barre)

6. Non associare mai una stessa barra a due campi.

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