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MEMBRANE BIOLOGICHE
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Le membrane biologiche sono strutture complesse che delimitano la cellula (membrana


cellulare, plasmatica o plasmalemma) e i suoi componenti interni, come il nucleo
(membrana nucleare ), i mitocondri (membrana mitocondriale); formano inoltre strutture
cellulari interne quali il reticolo endoplasmatico, l’apparato del Golgi, i vacuoli, i lisosomi e
i tilacoidi.
La membrana plasmatica riveste tutte le cellule, ne definisce l’entità ed è responsabile del
mantenimento delle differenze essenziali fra il suo contenuto e quello dell’ambiente
esterno.
Non si tratta di un rivestimento passivo, ma di un filtro altamente selettivo che:
• regola il flusso delle molecole tra l’interno e l’esterno della cellula e viceversa;
• mantiene le concentrazioni ioniche necessarie per lo svolgimento di molte funzioni
cellulari;
• provvede al riconoscimento e alla comunicazione fra le cellule tramite molecole
localizzate sulla sua superficie esterna.
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In genere la struttura delle membrane biologiche è formata da un doppio strato di lipidi e


da proteine ad esso associate.

I lipidi che concorrono alla formazione del doppio strato lipidico sono:
• fosfolipidi;
• steroli;
• glicerofosfolipidi;
• sfingolipidi.

Le proteine possono essere:


• proteine integrali: sono immerse nella struttura lipidica e la attraversano da parte a
parte;
• proteine periferiche: sono legate alla superficie, interna o esterna, della membrana
associate ai lipidi o ad altre proteine.
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FOSFOLIPIDI
I componenti più abbondanti delle membrane biologiche sono i fosfolipidi delle molecole
anfipatiche, costituite da:
• una coda carboniosa (apolare o idrofobica): rappresentata dai due residui di acidi
grassi legati al glicerolo;
• una testa polare (idrofila): è rappresentata dal residuo di acido fosforico esterificato al
gruppo alcolico primario del glicerolo e legato a sostanze idrofile come
l’etanolammina, la colina o l’inositolo. I fosfolipidi, che contengono al posto della
glicerina la sfingosina, sono classificati come sfingolipidi.

Data la loro particolare struttura, quando dispersi in acqua, si aggregano


spontaneamente in modo da costituire membrane formate da un doppio strato
fosfolipidico, secondo uno schema coda-coda, minimizzando il contatto con le
molecole polari. Le teste polari (che possono formare un legame idrogeno) sono rivolte
verso l’ambiente acquoso extracellulare ed intracellulare.
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MODELLO DEL BILAYER


I lipidi sono organizzati secondo una configurazione detta a mosaico fluido, proposto
da S.J. Singer e G.L. Nicolson nel 1972 che permette il movimento delle molecole
proteiche. Molecole di colesterolo, intercalate tra quelle dei fosfolipidi, concorrono a
stabilizzare la membrana.
I due strati della membrana sono asimmetrici, presentano cioè differenze nella
composizione in relazione alle diverse funzioni svolte dai due lati, extra e intracellulare.
Secondo tale modello, le membrane biologiche sono definite come soluzioni
bidimensionali di lipidi, che formano un doppio strato lipidico al quale sono associate
numerose molecole proteiche. Alcune di queste molecole, completamente incluse nel
doppio strato lipidico, stabiliscono interazioni con la porzione idrofobica della membrana,
altre sono associate alla superficie interna o esterna del doppio strato lipidico, per mezzo
di interazioni ioniche o legami idrogeno tra le teste polari dei lipidi e le proteine stesse.

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