Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
accordi chiari
Sintesi
Nei rapporti di partnership in cui due o più imprese decidono di lanciare un progetto comune,
ripartendo investimenti ed attività è estremamente importante definire i reciproci obblighi in
un documento contrattuale chiaro e preciso. Molto spesso questo aspetto tende ad essere
sacrificato per esigenze di speditezza e snellezza. Ciò però comporta un incremento non
solo del rischio di contenzioso, ma anche della prevedibilità dell'esito.
Nel caso deciso dal Tribunale di Vicenza, infatti, il Giudice ammette espressamente di aver
avuto difficoltà a ricostruire l'oggetto del contratto e la volontà delle parti e ciò ha,
inevitabilmente, inciso sull'esito del giudizio. A ciò si è poi aggiunta una gestione non
adeguata delle fasi di avanzamento del progetto.
Il consiglio che ci sentiamo di dare agli imprenditori, quando intendono avviare delle
partnership è esattamente quello di determinare con esattezza:
• l'ambito oggettivo delle attività affidate a ciascuna parte, possibilmente con l'ausilio di
esempi;
• ove possibile, obiettivi misurabili alla luce dei quali valutare l'operato delle parti;
• modalità e tempistiche per l'esecuzione dei singoli task oggetto della collaborazione;
• finestre temporali in cui eventualmente effettuare contestazioni sull'operato altrui.
Il caso
Due imprese (che chiameremo Alfa e Beta), desiderose di lanciare sul mercato un software
per il tracciamento degli spostamenti di dipendenti ed agenti commerciali, avevano deciso
di cooperare, sottoscrivendo un contratto di collaborazione per la ripartizione delle attività
da svolgere.
Nella prassi commerciale, infatti, non è infrequente che due soggetti decidano di
lanciare nuovi progetti di impresa, ripartendo i necessari investimenti o i task da
svolgere (es. uno si occuperà degli aspetti IT, l'altro degli aspetti commerciali ecc.).
Spesso vengono utilizzate forme contrattuali specifiche come accordi di joint-
1
http://www.kbl-law.com
2
http://www.kbl-law.com
intrinseca genericità del testo contrattuale (in quanto non si riusciva a comprendere
immediatamente le attività affidate a ciascuna parte).
In secondo luogo, non era neppure stato possibile effettuare una CTU tecnica sul software
all'epoca realizzato da Alfa perché non disponibile e, quindi, il Giudice si è trovato a dover
decidere la controversia utilizzando i (pochi) elementi probatori a disposizione.
Un elemento che è stato tenuto in grande considerazione dal Giudice è stata l'assenza di
precedenti contestazioni di Beta sull'operato di Alfa.
Nelle relazioni commerciali, infatti, vige il principio di comportarsi secondo
correttezza e buona fede, per cui ove sia necessario effettuare contestazioni sulle
prestazioni eseguite dalla controparte è necessario che ciò avvenga
tempestivamente e non a distanza di tempo (nella prassi, infatti, le contestazioni
vengono effettuate solo all'atto della richiesta di pagamento, anche quando le
prestazioni siano già state integralmente eseguite)
Il Giudice, infatti, rileva che il "contegno, di remunerare gli “stati di avanzamento” del
software, e non formulare, mai, in tempi “non sospetti”, alcuna contestazione scritta di vizi o
problemi, è il tipico contegno di chi sta apprezzando il lavoro fatto dal proprio partner
d’impresa"
Nella redazione di questa tipologia di accordi, infatti, sarebbe opportuno specificare
una serie di obiettivi ("Milestone") e disciplinarne le modalità di verifica, valutando
il ricorso, ove opportuno, ad un esperto che effettui una perizia tecnica in merito al
raggiungimento di un obiettivo. Ciò risulta necessario onde evitare che si verifichino
situazioni come quelle oggetto della controversia di cui stiamo parlando.
Inoltre, la circostanza (non contestata da Beta) circa il fatto che alcune copie del software
fossero state comunque vendute a clienti soddisfatti da Alfa ha indotto il Giudice ad
affermare l'inesistenza di un inadempimento addebitabile ad Alfa ed ha, quindi, rigettato la
domanda di condanna al risarcimento dei danni nei confronti di quest'ultima.
Il Tribunale, tuttavia, anche rigettato la domanda proposta da Alfa nei confronti di Beta in
quanto non raggiunta la prova del danno subito dalla prima, pur avendo, comunque,
riconosciuto che Beta non avesse adempiuto ai propri obblighi (non avendo dimostrato né
di aver cooperato allo sviluppo del software, né di aver effettuato attività promozionali nei
mercati di lingua tedesca).
3
http://www.kbl-law.com
Nei contratti, spesso, può avere senso predeterminare l'importo del risarcimento
dovuto in caso di inadempimento alle obbligazioni, utilizzando delle clausole
penali.
In questa sentenza, pertanto, abbiamo potuto osservare come errori a cascata nella
impostazione del contratto di collaborazione si siano riflessi negativamente nelle stesse
relazioni commerciali delle parti ed abbiano reso il contenzioso che ne è scaturito meno
prevedibile e più rischioso.
4
http://www.kbl-law.com