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Scrive Dei delitti e delle pene (1764) per dimostrare come torture e pena di morte siano inutili e
controproducenti. Infatti:
- La tortura porta a confessare con più probabilità il debole innocente che il criminale incallito;
- La pena di morte è assurda perché fa macchiare lo Stato di un reato che vuole punire.
Bisognerebbe dunque puntare sulla certezza della pena, piuttosto che sulla crudeltà: molto va investito
sulla prevenzione dei reati, assicurando così la felicità comune.