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ABSTRACT
An ingenious and amusing activity originally devised by Dirac illustrates a topological symmetry property
of the three-dimensional rotation of solids. Some mathematical aspects of this property and its relevance
to the quantum physics description of fermions are explained.
Figura 1.
Figura 2.
NOTE DI LABORATORIO
2 La Fisica nella Scuola, XLI, 4, 2008
Ora n deve provare a eliminare la torsione delle bande laterali senza ruotarle
e senza fare altre capriole. Passando le strisce attorno al corpo nel modo corretto
è possibile ricomporre la situazione iniziale. In caso di principio di soffocamento
proseguire con le istruzioni seguenti.
I
Figura 3.
Figura 4.
L’ancella D deve fare la stessa cosa dalla sua parte; ora n si trova avvolto dal-
le due strisce…
III
Figura 5.
NOTE DI LABORATORIO
La Fisica nella Scuola, XLI, 4, 2008 3
IV
Figura 6.
Figura 7.
NOTE DI LABORATORIO
4 La Fisica nella Scuola, XLI, 4, 2008
Figura 8.
Figura 9.
Figura 10.
NOTE DI LABORATORIO
La Fisica nella Scuola, XLI, 4, 2008 5
In classe si può fare pratica con le lunghe chiome di qualche benevola/o compa-
gna/o di anti-banco.
Quanto detto finora mostra che la geometria delle rotazioni di un corpo soli-
do deve tenere conto, oltre che della sua orientazione spaziale, anche di una qual-
che specie di relazione di entanglement dell’oggetto con l’ambiente circostante,
come se esso vi fosse connesso con degli elastici (una relazione indicata in [8] con
il termine version, dal latino versor, “girarsi”). L’oggetto matematico appropriato
per descrivere tutto ciò si chiama “spinore”. Lo stato di particelle quantistiche
con spin semi-intero (come per esempio neutroni ed elettroni) è descritto da uno
spinore, una funzione a più componenti che cambia di segno sotto una rotazio-
ne di 360°: la funzione d’onda viene sfasata di π, come espresso dalla relazione
–1 = eiπ (la quale, detto tra parentesi, è proprio una bella identità che mette in re-
lazione quattro personaggi importanti della matematica [9]).
Esperimenti di interferometria con i neutroni permettono di verificare questa
proprietà di cambiamento della fase sotto rotazioni di 360° [10]; dal punto di vi-
sta fisico, sono rilevabili delle differenze tra due configurazioni entangled non
equivalenti di un sistema, per esempio nel potenziale di contatto tra un oggetto
metallico e il suo ambiente circostante? [11]
Con il modello di figura 7 si possono anche ispezionare le proprietà fonda-
mentali del gruppo delle rotazioni spaziali e le relazioni dell’algebra dei quater-
nioni scolpite da Hamilton, in un momento di esaltazione mistica, sul ponte del
Royal Canal di Dublino nel 1843:
i² = j² = k² = ijk = –1
ij = –ji jk = –kj ki = –ik
a tal fine i, j e k devono essere interpretati come rotazioni destrorse di 180° attor-
no ai rispettivi assi cartesiani ortogonali; l’ordine è da intendersi nel senso ope-
ratoriale, leggendo da destra a sinistra: per esempio, ij significa una rotazione j
destrorsa di 180° attorno all’asse y seguita da una rotazione i destrorsa di 180° at-
torno all’asse x [12]. Un allestimento impromptu, per colleghe troppo indaffarate,
più adatto per esercitazioni in classe e di immediata realizzazione, è mostrato in
Appendice.
Un’altra dimostrazione del trucco di Dirac (quasi) sempre a portata di mano
per ogni evenienza si realizza con una cintura (va bene anche qualche collega di-
sponibile a farsi prendere per la cravatta: non è necessario sfilarla dal collo). Te-
nendo distesa la cintura per le estremità si fanno compiere alla fibbia due rotazio-
ni complete in modo da realizzare una doppia torsione lungo la cintura; come
prima, si può riportare il tutto nella configurazione iniziale mediante un movi-
mento che non comporta nessuna rotazione delle estremità su se stesse (cfr. fig.
14 e 15 in Appendice).
Se invece, partendo dalla posizione iniziale, senza ruotarle su se stesse, si
scambiano di mano le estremità della cintura, si osserva che nella cintura si pro-
duce una torsione completa; lo stesso risultato si ottiene ruotando soltanto la fib-
bia di 360°. Quindi l’operazione di permutazione di due oggetti è equivalente alla
rotazione di uno dei due rispetto all’altro di un angolo di 360°. In base a questa
equivalenza R. Feynman, the Great Explainer, ha proposto un argomento elemen-
tare che spiega per quale motivo “particelle con spin semi-intero sono fermioni
le cui ampiezze si sommano con il segno meno”, ovvero che spiega la proprietà
di antisimmetria della funzione d’onda del sistema composto da due particelle di
spin semi-intero e il legame spin-statistica per i fermioni, una spiegazione che al-
trimenti richiederebbe, come dimostrato da W. Pauli, “complicati ragionamenti
di teoria quantistica dei campi e relatività”[13].
NOTE DI LABORATORIO
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Se, per esempio, A(1)B(2) descrive “il neutrone 1 nello stato A e il neutrone 2
nello stato B“ allora lo stato con le due particelle scambiate sarà –A(2)B(1) e la
loro sovrapposizione lo stato antisimmetrico
A(1)B(2) – A(2)B(1) .
Un sistema composto da particelle identiche deve risultare fisicamente indi-
stinguibile dallo stesso sistema con le particelle scambiate tra di loro: questo si
traduce matematicamente nel fatto che lo stato del sistema – la funzione d’on-
da – deve rimanere invariato (essere simmetrico) o cambiare di segno (essere an-
tisimmetrico). Per questo motivo, partendo da due stati di particella singola come
A e B si possono fabbricare solo due tipi di stati con due particelle identiche:
A(1)B(2) ± A(2)B(1) .
Le proprietà delle particelle a spin semi-intero rispetto alle rotazioni spaziali
mostrano allora che in questo caso la funzione deve essere antisimmetrica rispet-
to allo scambio delle particelle.
Lo stato A(1)B(2) – A(2)B(1) essendo antisimmetrico risulta identicamente
nullo quando gli stati A e B sono uguali, ossia uno stesso stato non può essere oc-
cupato da più di un fermione come prescritto dal Principio di esclusione di Pau-
li. Ciò significa che, per esempio, due atomi di idrogeno debbono starsene distan-
ti uno dall’altro, dato che i loro elettroni non possono trovarsi nello stesso posto
e nello stesso stato di spin: da ciò discende il carattere di stabilità su larga scala
della materia [14].
Perciò la solida consistenza del nostro vacuo mondo materiale, di noi stessi, è
intimamente legata alle strane proprietà topologiche dello spazio tridimensiona-
le rispetto alle rotazioni!
Per gli amanti del ballo infine la costruzione di Dirac si può riconoscere an-
che in una danza (“danza del vino”) praticata dalla popolazione filippina Bina-
suan [10].
11 12
Figura 11. Versori degli assi di rotazione: i, indice (asse x), j, medio (asse y), k, pollice (asse z). Il ver-
so positivo di rotazione è quello destrorso usuale.
Figura 12. Effetto della trasformazione i², rotazione di +360° attorno all’asse i: equivale a un cambia-
mento di segno dello spinore. Lo stesso risultato si ottiene applicando ijk (prima k, poi j, poi i), cioè:
ijk = i² = –1.
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13 14 15
Figura 13. (i²)² = i4 : due rotazioni di +360°. Si ottiene una configurazione equivalente a quella iniziale
di fig. 11, alla quale si può tornare, senza rotazioni, con la manipolazione mostrata nelle figure 14 e 15.
16 17
Figura 16. Trasformazione ij (prima j, poi i)
Figura 17. Trasformazione ji. Applicando un’ulteriore rotazione di +360° attorno all’asse i (o, in al-
ternativa, attorno a j oppure k) si ottiene la configurazione di fig. 16. Ruotando invece in verso op-
posto, eseguendo (-i)², si ottiene una configurazione equivalente alla 16, ma con una torsione nella
cintura, eliminabile con la solita procedura. Quindi ij = i²ji = -ji.
NOTE DI LABORATORIO
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Ringraziamenti Ringrazio per la collaborazione gli allievi della classe 4HS, Mario Mollo (nella
parte del neutrone), Stefano Barbaro (ancella destra), Stefano Greco (ancella sini-
stra), Davide Calandra (assistente alla regia e riprese con videofonino) e l’assisten-
te di laboratorio Nicola Calamita, che mi ha dato una mano per realizzare la foto
di fig. 11.
Note e [1] Il più antico riferimento bibliografico sull’argomento sembra essere: M.H.A. NEWMAN, “On a
bibliografia string problem of Dirac”, J. London Math. Soc., 17, 173-177 (1942).
[2] M. GARDNER, Enigmi e giochi matematici, Sansoni, 1969, vol. 6, Cap. 2 (Teoria dei gruppi e trecce).
[3] LUCIO FONTANA, Concetto spaziale - Attese, idropittura su tela di
colore giallo, cm 55×46 (1967); il titolo sembrerebbe appro-
priato anche per una variazione sul tema “spazialista” di Fon-
tana, consistente nell’intreccio dei tre lembi della tela, come
nella striscia di gomma.
[4] M. GARDNER, Enigmi e giochi matematici, Sansoni, 1975, vol. 4,
Cap. 6 (La chiesa della quarta dimensione).
[5] R. RUCKER, La quarta dimensione, Adelphi (1994), Cap. 5 (Fanta-
smi dall’iperspazio?).
[6] Scienza & paranormale, Anno VI, n. 18, (marzo/aprile 1998).
Numero speciale della rivista ufficiale del Comitato Italiano
per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale (CICAP)
dedicato ai “Segreti di Uri Geller”.
[7] GIUSEPPE FIORONI, comunicazione personale (2006).
[8] C.W. MISNER, K.S. THORNE, J.A. WHEELER, Gravitation, W. H. Free- Fontana di Dirac (foglio da di-
man and Company, San Francisco (1973), ch. 41. segno liscio 24x30 cm2, sfon-
do nero).
[9] Nel 1998 la relazione di Euler vinse un concorso di bellezza in-
detto dalla redazione della rivista Mathematical Intelligencer per
la più bella equazione della matematica, scelta tra altre 24 concorrenti; un bellissimo articolo
sull’argomento è quello di Bruno de Finetti ,“Tre personaggi della matematica”, Le Scienze, n. 39
(1971), p. 99.
[10] H.J. BERNSTEIN, A.V. PHILLIPS, “Spazi di fibre e teoria dei quanti”, Le Scienze, 157, 82-101 (settem-
bre 1981).
[11] Y. AHARONOV, L. SUSSKIND, “Observability of the sign change of spinor under 2π rotations”, Phys.
Rev., 158, 1237-1238 (1967).
[12] R. PENROSE, La strada che porta alla realtà, Rizzoli (2005), cap. 11 (Numeri ipercomplessi).
[13] R.P. FEYNMAN, La Fisica di Feynman, Addison-Wesley, Reading, MA, (1963), Vol. 3, Cap. 4-1; R.P.
FEYNMAN, “The Reason for Antiparticles,” in Elementary Particles and the Laws of Physics. The 1986
Dirac Memorial Lectures, edited by R.P. Feynman and S. Weinberg (Cambridge University Press,
New York, 1987), pp. 56-59; http://www.nonlocal.com/hbar/spinstats.html; ROY R. GOULD, Am.
J. Phys., 63, n. 2 (Febb. 1995).
[14] R.P. FEYNMAN, La Fisica di Feynman, Addison-Wesley, Reading, MA, (1963), Vol. 3, Cap. 4-7.
[15] E. SPAGNOL, Cucina Istantanea. Per donne che hanno altro da fare, Longanesi & C. (1993). Le di-
mensioni del libro sono 10×15×3 cm³.
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