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Foto di Smaku
La ricerca di nuovi sapori e di accostamenti particolari è sempre più sofisticata e gli
amanti della gastronomia cercano di dare risposte adeguate a questa tendenza,
rielaborando ricette tradizionali e realizzando nuove e prelibate pietanze.
La birra come ingrediente segreto rientra in questa nuova e diffusa tendenza
anche perché, grazie alla molteplicità delle tipologie, alle sue caratteristiche
principali e agli ingredienti con cui è prodotta si sposa assai bene con il cibo. Chi
ama la cucina e chi desidera stupire i commensali con la scoperta di un ingrediente
segreto può cimentarsi nella preparazione di ricette con la birra, anche le più
tradizionali. Individuare il giusto equilibrio tra la quantità di birra e il cibo, decidere
quando va usata una chiara o una scura, una forte o una leggera fa parte di un’arte
che si basa sulla sensibilità, sull’esperienza, ma anche sul gusto di chi cucina.
Per la scelta della tipologia di birra da utilizzare in cucina è fondamentale
valutarne la complessità aromatica e la regola vuole che durante il pasto venga
servita la stessa birra con cui si è cucinato per esaltare gli aromi in bocca. Le
ricette sono il risultato di tecnica e creatività.
Per questo indichiamo, lasciando libera la fantasia del cuoco, tre momenti
fondamentali (non necessariamente previsti insieme) della cucina alla birra:
Ma che cosa assume il mio corpo quando degusto una birra? Vi proponiamo una
ricognizione degli aspetti nutrizionali più importanti legati al consumo della nostra
bevanda preferita.
La birra è parte integrante delle tradizioni culturali e sociali di gran parte delle
società del mondo. Fresca edissetante, la birra ha un ridotto contenuto di alcol (le
Lager e le Pils più consumate al mondo hanno unagradazione dal 4% al 5%) e per
gli ingredienti e i nutrienti che la caratterizzano può essere considerata unalimento.
Prodotta con una miscela di acqua e malto d’orzo – talvolta in quota minore
frumento, riso e granoturco – a cui vengono aggiunti il lievito per la fermentazione e
il luppolo come amaricante, è una bevanda naturale che non contiene né additivi né
conservanti. I componenti della birra sono sempre e solo quelli derivati dalla
lavorazione dei cereali e dell’acqua, come stabilito dalle numerose normative atte a
tutelare il prodotto. Ma le combinazioni degli ingredienti e le ricette delle birre sono
praticamente infinite e ognuna ha delle caratteristiche e una propria composizione
peculiare, un po’ come succede per le acque minerali o per i vini. Noi ci riferiamo
per semplicità al prodotto più consumato: una Lager/Pilsen con un’alcolicità media
del 4,5 % in volume.
Acqua: 93,5 %
Alcol: 2,8 g
Glucidi: 3,5 g
Proteine: circa 0,2 g
Potassio: 35 mg
Fosforo: 28 mg
Magnesio: 50 mg
Sodio: 10 mg
Calcio: 1 mg
Vit B1: tracce
Vit B2: 30 mcg
Vit B6: 10 mcg
Vit C: 1 mg
Niacina: 900 mcg
Folati: 4 mcg
Grassi: assenti
•
Non ha nemmeno compiuto trent’anni ed è il sommelier più in gamba del pianeta.
Ma Luca Gardini, allo stesso tempo, è un veterano del suo mestiere. Ha respirato
l’aria già in casa, ha mosso i primi passi tra le bottiglie prima ancora di prendere la
patente, è diventato campione italiano a ventitrè anni, ha lavorato alla “corte del
vino” dell’Enoteca Pinchiorri e poi si è stabilito nel salotto dell’haute cuisine di Carlo
Cracco a Milano.
Quando, infine, nel 2009 ha vinto il campionato europeo per poi trionfare in quello
mondiale appena qualche mese fa, gli esperti non si sono stupiti più di tanto.
Gardini è infatti da tempo considerato un fuoriclasse, un talento naturale con una
capacità di studio e di assaggio mostruosa.
Lo incontriamo in un momento di relativa calma proprio da Cracco. Sappiamo infatti
che oltre al vino, Gardini ama pure la birra…
Luca, sul vino sei un fenomeno ma è vero che ti sei anche appassionato alla
birra?
«È verissimo, ma non da oggi o da ieri. Qui da Cracco sono anni che proponiamo
abbinamenti con la birra. La mia formazione, ovviamente, è fondamentalmente
concentrata sul vino. Ma sono sempre stato convinto che un bravo sommelier deve
conoscere il mondo del beverage nel suo complesso».
A seconda del tipo di malto e del grado di tostatura dello stesso avremo
tre tipologie di birra:
•
1) prima le birre poco amare, le leggere di corpo e con intensità olfattiva tenue, poi
le birre di corpo consistente, maggior ricchezza e persistenza retrolfattiva