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Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta tra religione e politica culturale

Author(s): Valerio Salvatore Severino


Source: Studi Storici , Apr. - Jun., 2003, Anno 44, No. 2 (Apr. - Jun., 2003), pp. 527-553
Published by: Fondazione Istituto Gramsci

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/20567205

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ERNESTO DE MARTINO NEL PCI DEGLI ANNI
CINQUANTA TRA RELIGIONE E POLITICA CULTURALE*

Valerio Salvatore Severino

E consuetudine rimarcare la diffidenza suscitata dalla prima pubblicazione


proposta a <<Societa>> da Ernesto de Martino'; i dubbi destati all'interno di
questa rivista che l'accoglieva ma, al contempo, ne prendeva le distanze. Li
avvertivano, alla fine degli anni Sessanta, Giuseppe Galasso, poco dopo Ma
rio Gandini e, soprattutto nella seconda meta del decennio successivo, Ma
ria Luisa Meoni, Pietro Angelini, Carla Pasquinelli; nel 1980 Placido Cher
chi, Cesare Bermani nel 1996 e altri ancora. Tutti citano ed evidenziano quel
breve, ma tagliente trafiletto nel quale la redazione dichiarava di non poter
far proprie <<alcune delle tesi e interpretazioni [...] presentate>>2. AII'opposto
troviamo l'autore di quella nota redazionale, Cesare Luporini, che a piu di

* Rivolgo un ringraziamento a Chiara Daniele della Fondazione Istituto Gramsci e, in par


ticolare, ad Albertina Vittoria che mi ha seguito e orientato nel lavoro sull'archivio dell'I
stituto Gramsci e a cui questo saggio molto deve nei punti dove ne vado ricostruendo la
storia. Ringrazio quindi il personale e la direzione della Fondazione per aver agevolato le
mie ricerche; e Clara Gallini per la sua disponibilit? e i suoi consigli.
1 E. de Martino, Intorno a una storia del mondo popolare subalterno, in ?Societ??, V, 1949,
n. 3, pp. 411-435.
2 G. Galasso, Croce, Gramsci e altri storici, Milano, 1969, p. 334, nota 193 in relazione a
p. 318: ?anche presso quella parte politica a cui egli era pi? legato [...] non era mai venu
ta meno, nei riguardi di De Martino, una tal quale diffidenza?; M. Gandini, Ernesto De
Martino. Nota bio-bibliografica, in ?Uomo e cultura?, V, 1972, n. 10, p. 250; M.L. Meoni,
Sul ?Mondo popolare subalterno?, in P. Clemente, M.L. Meoni, M. Squillacciotti, Il dibat
tito sul folklore in Italia, Milano, 1976, p. 39 (ma gi? precedentemente stampato, a cura
degli stessi autori, nella dispensa di Storia delle tradizioni popolari della Facolt? di lettere
e filosof?a dell'Universit? degli studi di Siena, nell'a. a. 1974-75: Aspetti del dibattito sul folk
lore in Italia nel primo decennio del secondo dopoguerra: materiali e prime valutazioni, nel
capitolo Intorno alla storia del mondo popolare subalterno, ILA. -le 2); P. Angelini, Nota
introduttiva al Dibattito sulla cultura delle classi subalterne (1949-50), Roma, 1977, p. 37
(l'introduzione ? datata ottobre 1976); C. Pasquinelli, Antropolog?a cult?rale e questione
m?ridionale. Ernesto De Martino e il dibattito sul mondo popolare subalterno negli anni
1948-1955, Firenze, 1977, p. 1 nota 1; P. Cherchi, La ?riscoperta? di Ernesto De Martino
corne ?terra del rimorso? dell 'ideolog?a, in ?Studi bresciani?, 1980, n. 3, p. 58; C. Berma
ni, Le date di una vita, in ?Il de Martino?, 1996, n. 5-6, pp. 17-18.

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quarant'anni di distanza circa il suo commento contestava la diffusa tenden


za a metterne ?in rilievo esclusivamente la parte critica>> che tuttavia - egli
ammise - ?certamente ne era il motore>>3.
Che de Martino si sentisse giudicato <<superficialmente>>, in una pagina di quel
primo articolo egli stesso lo dice in merito ad alcuni pareri sfavorevoli alla ei
naudiana <<Collezione di studi religiosi, etnologici e psicologici>> diretta as
sieme a Cesare Pavese4. Fu quella l'occasione per giustificare e difendere al
cune scelte editoriali risultate poco gradite persino all'?ambasciata di Rume
nia>>5. Sappiamo che, dietro segnalazione dei ?compagni rumeni>>, era
intervenuto Ambrogio Donini quando, nel luglio del 1949, protesto contro
la prevista pubblicazione di ?due libri dello scrittore controrivoluzionario
Mircea Eliade>>6. Di lui, Donini e Carlo Muscetta si sarebbero poi ?scatena
ti [...] a inventare il collaborazionismo>>: cosi, a ottobre, scriveva Pavese a de
Martino7 il quale, con disagio, a sua volta discuteva le ?critiche degli "orto
dossi" alla collana viola, che nel loro petulante giudizio sarebbe addirittura
da chiamare "collana nera", cioe nazifascista>>8. Della propria tessera del Pnf,
invece, nessuno sembrava sapere nulla e neanche delle meno remote esita
zioni politiche avute durante la militanza liberalsocialista9. Anzi, anni dopo,
nell'Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza diretta da Pietro Secchia
e in riferimento alla collana Einaudi, de Martino verra commemorato per le

3 C. Luporini, Da ?Societ?? alla pol?mica sullo storicismo, in ?Critica marxista?, 1993, n. 6,


p. 21.
4 E. de Martino, Intorno a una storia del mondo popolare subalterno, cit., p. 423 nota 1.
5 Da una lettera di de Martino a Pavese (non datata, ma che risponde a due precedenti
missive di quest'ultimo dell'ottobre 1949) pubblicata in La collana viola. Lettere 1945-1950,
a cura di P. Angelini, Torino, 1991, p. 152.
6 Donini scrisse a Giolitti il 18 luglio 1949, il quale trasmise la lettera a Pavese (cfr. L. Man
goni, Pensare i libri. La casa ?ditrice Einaudi dagli anni trenta agli anni sessanta, Torino,
1999, p. 533). Sulla vicenda (ricostruita da P. Angelini, L'uomo sul tetto. Mircea Eliade e la
?storia delle religioni?, Torino, 2001, pp. 56-57) e sulla posizione critica rispetto aile accu
se antifasciste cfr. G. Sasso, Ernesto De Martino fra religione e filosof?a, Napoli, 2001, p. 188
nota 3; ed Eliade stesso, per l'accenno aile denunce arrivate alla Einaudi dalla ?Legazione
ramena? (Le messi del solstizio. Memorie 2, a cura di R. Scagno, Milano, 1995, p. 108).
7 P. Angelini, a cura di, La collana viola, cit., p. 149.
8 Ivi, p. 152. Citiamo dalla lettera prima indicata (supra, nota 5). De Martino non fa espli
citamente i nomi di Donini e Muscetta; ma a loro si riferisce quando parla dell'?atteggia
mento caporalesco degli ortodossi? (ivi, p. 153): un riferimento velato, ma intuibile l? dove
nella lettera di Pavese - alla quale risponde - i due venivano a tal riguardo indicati (ivi, p.
149); inoltre, si riferisce aile proteste dell'ambasciata rumena che, come sappiamo, furono
trasmesse da Donini.
9 Per una ricostruzione di questo controverso periodo rinvio al mio Ernesto de Martino nel
ctrcolo crociano di Villa Laterza: 1937-1942. Contributo a una contestualizzazione politica de
II mondo m?gico, in ?La Cultura?, XL, 2002, n. 1, p. 91 nota 8 a proposito dell'iscrizione
alPnf.

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<<impegnate prese di posizione critiche, specie contro il dilagante irrazionali


smo antistorico e sostanzialmente reazionario>>10. D'altro canto, tornera in
mente il suo coinvolgimento nelle discussioni scaturite dalla pubblicazione
dei Quaderni di Antonio Gramsci.
Svolti al Teatro delle Arti di Roma tra il 30 maggio e il 4 giugno 1951 i Tre
dibattiti su <<Letteratura e vita nazionale>> hanno richiamato un'insistente at
tenzione e cio nonostante che, in una nota biografica apparsa piu di vent'an
ni dopo e riveduta da Gandini nel 1985, ancora si auspicasse il ritrovamen
to di <<appunti>> o ?registrazioni>> inerenti1l. <<Dei lavori>>, come osserva an
che Alberto Mario Cirese nel 1976, ?non vennero pubblicati gli atti>>12; e,
all'infuori del biglietto d'invito individuato da Albertina Vittoria durante le
ricerche archivistiche per il volume del 199213, nulla vi e rimasto tra le car
te depositate presso la Fondazione Gramsci che quei dibattiti aveva orga
nizzato. Al resoconto di uno dei partecipanti (Paolo Toschi)14 doveva ricor
rere nel '93 Patrizia Ferretti per documentare l'?ampia e organica relazio
ne>> di de Martino1"; e altresi Fabrizio Franceschini nel 198916; e, nel '91,
Pietro Angelini, ma questa volta con l'ausilio di quattro ?inediti>> dove ?si
trovano mescolati o parzialmente montati brani che potrebbero essere parti
della "relazione smarrita >> 17. Sara integralmente pubblicata parte di questa
documentazione dell'<<archivio de Martino>> nel 1992 a cura di Stefania Can

10 V[ittoria] D[e] P[alma], De Martino, Ernesto, in Enciclopedia dell'antifascismo e della Re


sistenza, vol. II, Milano, 1971.
11 M. Gandini, Nota bibliogr?fica degli scritti di Ernesto De Martino, in ?Studi e materiali
di storia delle religioni?, n.s., IX, vol. 51, 1985, fase. 2, pp. 320-321; Id., Ernesto De Mar
tino. Nota bio-bibliografica, cit., p. 245.
12 A.M. Cirese, Intellettuali, folklore, istinto di classe. Note su Verga, Deledda, Scotellaro,
Gramsci, Torino, 1976, p. 142.
13 A. Vittoria, Togliatti e gli intellettuali. Storia dell'Istituto Gramsci negli anni Cinquanta e
Sessanta, prefazione di F. Barbaglio, Roma, 1992, p. 23 e nota 1; Fondazione Istituto Gram
sci, Archivi, Archivio Istituto Gramsci (d'ora in poi IG), Se. 32/A, Attivit? Istituto Gram
sci. Programmi corsi seminan convegni 1950-1985.
14 P. T.[oschi], Dibattito su Gramsci e il Folklore, in ?Lares?, XVII, 1951, fase. I-IV, pp.
153-154.
15 P. Ferretti, Nota biobibliografica, in E. de Martino, Scritti minori su religione marxismo
e psicoanalisi, a cura di R. Altamura-P. Ferretti, Roma, 1993, p. 160, dove Fautrice cita in
modo non esplicito ma riconoscibile il passo di Toschi sull'?ampia ed org?nica relazione?
(cfr. nota precedente, p. 153).
16 F. Franceschini, Cultura popolare e intellettuali. Appunti su Carducci, Gramsci, De Mar
tino, Pisa, 1989, pp. 195-196. Si tratta del capitolo Ricerca folclorica e meridionalismo nel
la ?traduzione dei linguaggi? demartiniana, ristampato in La contraddizione felice? Ernesto
de Martino e gli altri, a cura di R. Di Donato, Pisa, 1990 (il passo in questione ? a p. 164).
17 P. Angelini, Gramsci, de Martino e la crisi della scienza del folklore, in G. Baratta-A. Ca
tone, Antonio Gramsci e il ?progresso intellettuale di massa?, Milano, 1995, p. 67. Il sag
gio porta la data estate 1991.

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530 Valerio Salvatore Severino

narsa18; nonche, nel '96, una dimenticata versione di quella comunicazione


sul folklore scovata da Bermani su <<Mondo operaio>>19. Negli anni Cinquanta
e in varie vesti, lo stesso tema proposto in particolare a <<Il Calendario del
popolo>>20 e - sebbene solo per l'edizione romana21 - a <<l'Unita>>22 riscuote
va successo; e <<Rinascita>> menzionava de Martino fra i <<piu grossi nomi del
le lettere e delle arti italiane contemporanee>> che al convegno romano ave
23
vano preso parte
Ai Tre dibattiti e ai suoi echi nella stampa del partito seguira il progetto di
un nuovo convegno di studi gramsciani predisposto dalla stessa Fondazione.
De Martino aderisce proponendo una comunicazione su Lo storicismo italia
no e il pensiero di Antonio Gramsci che - a suo avviso - ?rientrerebbe assai
bene in uno dei temi fondamentali [...] indicati, "Gramsci e il pensiero mo
derno in Italia"'24. Lo comunica il 5 settembre 1951 rispondendo alla lette

18 E. de Martino, Due inediti su Gramsci ?Postille a Gramsci? e ?Gramsci e il Folklore?, a


cura di S. Cannarsa, in ?La Ricerca folkl?rica?, 1992, n. 25. Viene pubblicato un blocco
di fogli consistente, secondo la studiosa, ?nella relazione definitiva per il Convegno? (ivi,
p. 73). Si tratterebbe ?di una relazione dattiloscritta di dieci pagine, dal titolo Gramsci e
il folklore, presentata al convegno su Gramsci che si svolse a Roma nel maggio del 1951
in occasione della pubblicazione di Letteratura e vita nazionale (Genesi del concetto di folk
lore progressivo. Ernesto De Martino e l'etnograf?a sovi?tica, ivi, pp. 84-85). Qualche dub
bio a riguardo ? dato dal fatto che, in questi fogli, de Martino parla dei dibattiti promos
si dalla Fondazione Gramsci corne di un fatto passato, o meglio: ?recentemente? awenu
to (ivi, p. 75). Secondo Angelini, l'inedito ?? esplicitamente scritto all'indomani del
dibattito svoltosi al Teatro delle Arti? (Gramsci, de Martino e la crisi della scienza del folk
lore, cit., p. 69).
19 Ristampata con una breve introduzione del curatore ne ?Il de Martino?, 1996, n. 5-6,
pp. 87-90. L'articolo Gramsci e il folklore nella cultura italiana era stato a suo tempo pub
blicato affianco a una foto che ritrae il ?compagno De Martino mentre svolge la relazio
ne: "Gramsci e il folklore" al dibattito svoltosi al teatro delle Arti il Io giugno?, come si
legge nella didascalia (in ?Mondo operaio?, III, n. 133, 16 giugno 1951, p. 12).
20 E. de Martino, Gramsci e il folklore, in ?Il Calendario del pop?lo?, VIII, 1952, n. 8, e
precedentemente II folklore, ivi, VII, 1951, n. 7.
21 Bruno Pischedda avanza la tesi secondo la quale la direzione del giornale, presieduta da
Davide Lajolo, sarebbe rimasta ?ad ogni buon conto sostanzialmente estranea? a quelle
proposte culturali (Due modernit?. Le pagine culturali dell'?Unit??: 1945-1956, Milano,
1995, p. 132).
22 E. de Martino, Note lucane. Il folklore progressivo, in ?l'Unit??, 26 giugno 1951, p. 3.
23 Non firmara, Dibattiti su Gramsci, in ?Rinascita?, VIII, 1951, n. 5, p. 248. Ricorderemo,
in pi?, un vago accenno all'intervento di de Martino ?sui recenti indirizzi della etnograf?a
sovi?tica? in occasione di un convegno a Firenze (VII, 1950, n. 11-12, p. 549); quand'an
che di lui, la rivista di Togliatti non si era mai decisa a recensire una delle opere maggio
ri, II Mondo m?gico, che pur comparve nella rubrica dei ?Libri ricevuti? (V, 1948, n. 9-10,
p. 360).
24 IG, b. 38, Archivio Istituto 1948-1955, fase. ?1951?, lettera dattiloscritta indirizzata alia
Fondazione Gramsci.

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531 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

ra d'invito di cui e conservata una copia quanto meno molto simile e, come
quella che lui scrive di aver ricevuto, datata 30 agosto; firmata da Donini,
non porta il nome del destinatario e dice: <<Caro compagno [...] Pur non di
sponendo ancora del piano definitivo del Convegno, abbiamo creduto op
portuno informartene gia fin d'ora, sia perche saremo lieti di conoscere la tua
opinione in proposito, sia perche facciamo conto sul tuo contributo per lo
svolgimento degli argomenti che verranno proposti>>; e termina con la spe
ranza <<di poter riunire in ottobre [...] tutti i compagni impegnati>>25. A que
sta <<riunione preliminare>> si riferisce pure de Martino, nella sua missiva. Sa
pendo di ?non potervi partecipare>> per via di alcuni impegni di lavoro e con
suo ?vivo disappunto>>, egli chieder'a di rinviarla <<ai primi di novembre>>26.
Tuttavia, il 30 ottobre, nel corso di una riunione dell'ufficio culturale, Do
nini prospetta le modalita del convegno; e muove alcune critiche a una pre
cedente conferenza dove si discusse ?sull'ultimo libro della letteratura e vita
nazionale, sul folklore>>. Egli constata: ?che in assenza di una impostazione
giusta da parte nostra, la discussione piu che orientare, disorientava il pub
blico>>. L'?esperienza delle tre giornate al Teatro delle Arti>> avrebbe ?rive
lato la impreparazione della maggior parte di quelli che partecipavano>>. Le
accuse senz'altro pesavano su quei ?rappresentanti della cultura borghese
vicini a noi>> che Donini stesso in questi termini addito tra gli invitati27 ed e
difficile capire in che misura possano ritenersi indirizzate anche a de Marti
no sebbene, in quella occasione, esplicitamente opposto a Gramsci, a dife
sa di una nozione ?progressiva>> del folklore28. I1 4 dicembre, comunque, nel
la lista delle <<Comunicazioni e interventi>> previsti per la terza discussione
su Letteratura e vita nazionale del progettato convegno, di lui risulta una re
lazione dal titolo Il folklore, in riferimento a quella di Muscetta e Carlo Sa
linari inerente a L'organizzazione della cultura e il problema di una riforma
culturale in Italia29; curiosamente, pero, non compare in un altro schema del
programma molto simile30 che, tra l'altro, sara poi del tutto abbandonato

25 Ivi, b. 63, Convegno studi gramsciani 1952, lettera dattiloscritta intestata ?Fondazione
Gramsci Roma?.
26 Ivi, b. 38, cit., fase. ?1951?.
27 Ivi, b. 63, cit., A. Donini, Impostazione del convegno degli studi gramsciani, cc. 4 e 5. Dat
tiloscritto con segnato a matita sulla prima pagina: ?Informazione alla riunione nazionale
dell'Ufficio cult?rale 30-X-1951?.
28 A quel modo di intendere il folklore come ?servit? ideol?gica, disgregazione cult?rale?,
egli si era opposto individuando elementi ?che nascono come protesta del pop?lo contro
la sua propria condizione subalterna, o che commentano, esprimono culturalmente, le lot
te per emanciparsene?. Citiamo dalla versione pubblicata su ?Mondo operaio? (E. de Mar
tino, Gramsci e il folklore nella cultura italiana, cit., p. 12).
29 IG, b. 38, cit., fase. ?1951?, dattiloscritto dal titolo Convegno di studi gramsciani 15, 16
e 17 aprile 1952.
30 Ivi, b. 63, cit., documento intitolato Convegno di studi gramsciani porta Faggiunta ma

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perche <<obiettivo>> all'epoca ritenuto <<troppo ambizioso>> per la Fondazio


ne e il partito31.
II fallimento e attenuato dalla riuscita di una manifestazione analoga, tenuta
si a Napoli tra il 16 e il 17 febbraio 1952, di cui il fondo archivistico della
commissione culturale del Pci custodisce una documentazione assai puntua
le relativa all'elaborazione di un Appello degli intellettuali del Mezzogiorno e
delle Isole sui temi della rinascita e per una comune linea di azione da con
cordarsi. Troviamo una lettera di Emilio Lussu del 29 dicembre 1951 rivol
ta a Muscetta, ma nella quale si estendono i saluti <<anche a De Martino e
[Giuseppe] Petronio>>32. In un'altra sine-nomine e in diverse copie sottoscrit
te da questi ultimi e Muscetta si invita ad aderire, dicendo di aver <<redatto
il testo dell'appello>> che sarebbe stato allegato e sottoposto all'attenzione del
destinatario33. In una minuta, i tre precisano di averlo redatto in seguito ad
una ?riunione del 13 scorso [cancellato: <<agosto>>]>> (quindi 1951), ?tenendo
conto delle osservazioni che furono fatte da tutti gli intervenuti>>34.
Durante la fase organizzativa, la sezione culturale entrava in contatto con
Massimo Caprara, presso la Federazione del Pci di Napoli dove, il 15 gen
naio 1952, Salinari gli scrisse in merito al convegno: ?pensiamo di incari
care Ernesto De Martino, che potrebbe preparare un discorso che possa in
assenza di [Luigi] Russo, servire anche di apertura>>35. Ma a pronunciare
quel ?discorso d'apertura>> sara De Martino Francesco, nonche Natalino Sa
pegno, cosi come si legge nell'Elenco degli interventi36 e nei relativi atti uf

noscritta ?1952? ed ? integralmente pubblicato da A. Vittoria, Togliatti e gli intellettuali,


cit., pp. 267-270.
31 Sul rinvio del convegno e il suo abbandono rinvio alia documentazione raccolta da A.
Vittoria, Togliatti e gli intellettuali, cit., p. 25.
32 Fondazione Istituto Gramsci, Archivi, Commissione cult?rale, 1952, fase. ?Convegno cul
tura e Mezzogiorno Napoli 16-17 febbraio 1952?, sottofasc. ?Convegno cultura e Mezzo
giorno Napoli 16-17 febbraio 1952 - Adesioni?, lettera dattiloscritta intestata ?Senato del
la Repubblica?.
33 Ivi, lettera circolare dattiloscritta datata 9 gennaio 1952. Vi ? un'analoga minuta senza
data indirizzata a ?Egregio amico?; e un'altra ancora a ?Egregio professore? del 17 gen
naio 1952, con un testo sostanzialmente simile.
34 Ivi, lettera dattiloscritta indirizzata a ?Egregio amico?, allegata ad una lettera di Muscetta
del 20 dicembre 1951 indirizzata a Del Guercio.
35 Ivi, lettera datata 15 gennaio 1951; ma scritta nel 1952. L'errore ? stato corretto facen
do riferimento non solo alia data del convegno in prossimit? del quale venne spedita, ma
soprattutto alle successive e inerenti tre lettere spedite da Salinari a Caprara per informarlo
delle nuove adesioni, tutte cons?rvate nello stesso sottofascicolo dell'archivio della com
missione cult?rale e d?tate gennaio 1952, cos? come ? datata 9 gennaio 1952 la lettera di
Russo a cui fa esplieito riferimento Salinari nella sopra citata missiva a Caprara.
36 Ivi, sottofasc. ?Convegno cultura e Mezzogiorno 16-17 febbraio 1952?, dattiloscritto
Elenco degli interventi al Convegno ?Gli intellettuali e il Mezzogiorno?.

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533 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

ficiali37; e Giuseppe Petronio, con una <<relazione introduttiva>38, Ernesto


comunque compare tra i <<numerosifuomini di cultura>> eletti per acclama
zione alla presidenza39; e, secondo il relativo verbale, avrebbe addirittura
presieduto la seduta pomeridiana del 16 febbraio"0. La notizia non e pero
confermata ne dagli atti", ne dalla stampa"2 che, invece, indicano Giulio Pa
lermo.
Comunque sia, de Martino ricever'a ?dal Comitato promotore e dalla presi
denza la preghiera di trarre le conclusioni>>; e, cosi come al dibattito romano
svoltosi al Teatro delle Arti egli aveva proposto <la costituzione di un centro
folkloristico nazionale>>43, in questa occasione e nuovamente auspichera la na
scita di un <<Centro per la difesa e lo sviluppo della cultura nel Mezzogior
no>>?. Nella minuta del testo presentato leggiamo di questo <<organismo per
manente>> che riprendendo <<la tradizione delle grandi inchieste meridionali
[...] dovrebbe provvedere allo studio delle comunit'a meridionali e insulari
del Mezzogiorno in tutti gli aspetti della loro vita>>5, intesa dal punto di vi

37 Centra per la difesa e lo sviluppo della cultura nel Mezzogiorno, a cura di, Gli intellet
tuali e il Mezzogiorno. Atti del Convegno di Napoli 16-17 febbraio 1952, s.l., s.d., p. 9.
38 Ibidem.
39 Articolo non firmato, Per il riscatto del Mezzogiorno riuniti gli intellettuali a convegno, in
?Il Paese?, 17 febbraio 1952, p. 6.
40 Commissione cult?rale, 1952, fase, cit., sottofasc. ?Convegno cultura e Mezzogiorno 16
17 febbraio 1952?, dattiloscritto di 13 ce. numerate, Convegno intellettuali del Mezzogior
no. Seduta pomeridiana del 16 febbraio 1952, c. 1
41 Centro per la difesa e lo sviluppo della cultura nel Mezzogiorno, a cura di, Gli intellet
tuali e il Mezzogiorno, cit., p. 9.
42 Numero dedicato al convegno Gli intellettuali e il Mezzogiorno de ?La Voce del Mez
zogiorno? di Napoli, V, 1952, n. 3-4, p. 4.
43 La notizia si ricava dal resoconto dell'?Unit?? del 2 giugno 1951, p. 3, dal titolo ?Gram
sci e il folklore? al Teatro delle Arti di grande interesse in particolare per la ?relazione d'a
pertura? di de Martino.
44 Commissione cult?rale, 1952, fase, cit., sottofasc. ?Convegno cultura e Mezzogiorno 16
17 febbraio 1952?, Convegno degli intellettuali del Mezzogiorno. Seduta del 17 febbraio
1952, c. 5. Vi sono notizie discordanti e imprecise. Nel par?grafo I lavori del Convegno
pubblicato negli atti ufficiaH, leggiamo che aveva ?chiuso il Convegno FOn. Prof. France
sco De Martino, proponendo la costituzione del "Centra" [...]? (cit., p. 10). Secondo ?La
Voce del Mezzogiorno?, assumendo la presidenza della seduta congressuale, egli avrebbe
sottoposto quella proposta ?all'approvazione degli intervenuti? (cit., p. 5). Nei verbali so
pra indicati viene invece chiarito come ?in relazione alia proposta conclusiva di Ernesto?
- e in nome del comitato promotore e della presidenza - Francesco De Martino disse ?di
nominare un Comitato organizzatore per il "Centra"? (cit., c. 6).
45 Commissione cult?rale, 1952, fase, cit., sottofasc. ?Convegno cultura e Mezzogiorno 16
17 febbraio 1952?, minuta dattiloscritta con aggiunte e correzioni a mano, recante Finte
stazione ?Ministero della Educazione Nazionale. Giunta centrale per gli studi storici?, se
conda pagina. In testa al primo foglio, si legge: ?Permettetemi, cari amici, che io apra il
mio intervento con un ricordo personale?.

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534 Valerio Salvatore Severino

sta economico-sociale, igienico-sanitario, ambientale e urbanistico, culturale,


politico e sindacale, oltre che psicologico e in riferimento alla ?letteratura po
polare>> e alle <<costumanze tradizionali (folklore), dall'etica alla vita religiosa
popolare>>46. La proposta riceve <<approvazioni unanimi>> dal pubblico47 e non
solo. Caprara, in alcune Note datate 22 febbraio, segnala la ?chiusura del
compagno Ernesto De Martino>> tra gli interventi che ebbero <<un tono e un
contenuto di grande interesse e importanza>>48. Notata anche nella prima pa
gina dell'<<Unita>>, Nino Sansone annuncia che quei <<centri per la difesa del
la cultura sorgeranno nelle citta del Mezzogiorno>>49. Singolarmente non l'or
gano del Pci, ma l'<<Avanti!>> pubblica la relazione demartiniana il giorno stes
so in cui era stata pronunciata, con il titolo Non ci abbandonare! L'esortazione
di un vecchio contadino di Altamura50, in una versione quasi identica alla sud
detta minuta, salvo lievi e saltuarie modifiche formali.
Nell'ambito delle iniziative coordinate dalla commissione culturale de Mar
tino occupa autorevolmente un posto al convegno napoletano; appena un
mese e mezzo dopo, tuttavia, subisce <<un attacco solo allusivo ma pesante>>
durante una riunione nazionale. Velatamente, di lui, nella seduta del 3 apri

46 Ivi. Questa seconda parte di citazione ? tratta dall'unico foglio scritto in senso orizzonta
le su una meta di foglio A4 ed ? stata da noi ricollegata al precedente pezzo del discorso
citato dalla seconda pagina (scritto sempre su una meta di foglio A4, ma verticalmente) ba
sandoci sulla versione edita quasi id?ntica, salvo piccole modifiche (cfr. infra, nota 50).
47 Ivi, Convegno degli intellettuali del Mezzogiorno. Seduta del 17 febbraio 1952, c. 5, gi? ci
tato nella nota 44.
48 Ivi, sottofasc. ?Adesioni?, dattiloscritto di 7 cartelle numerate, dal titolo Note sul con
vegno ?Gli intellettuali e il Mezzogiorno? (Napoli 16-17 febbraio 1952), c. 1.
49 Sansone parla della ?proposta formulata dal prof. Ernesto De Martino, di dare vita ad
un centro permanente per la difesa e lo sviluppo della cultura nel Mezzogiorno? (?FU
nit??, 19 febbraio 1952, p. 1).
50 Ho ritrovato il ritaglio dell'articolo - pubblicato in terza pagina dell'?Avanti!? il 17 feb
braio 1952 - nella suddetta busta del fondo Commissione cult?rale, sottofasc. ?Convegno
cultura e Mezzogiorno 16-17 febbraio 1952?. Nella Nota bibliogr?fica degli scritti di Erne
sto De Martino del 1985 (cit., p. 320), tra gli articoli indicad da Vittoria De Palma, ma che
non gli era ?stato possibile reperire?, Mario Gandini lo segnalava indicandone il titolo Non
ci abbandonare e la data ?febbraio 1952 (?)?. Nel tempo, se ne perse notizia a tal punto da
non compadre neanche nella Bibliograf?a dell'opera di Ernesto de Martino curata anni dopo
da Riccardo Di Donato (in I Greci selvaggi. Antropolog?a storica di Ernesto de Martino,
Roma, 1999). In essa l'autore aveva riorganizzato e aggiornato un precedente e importante
lavoro di Gandini (pubblicato nell'opera a cura di M. Magnante, Ernesto de Martino. La
crisi della presenza tra psicopatologia ed antropolog?a, Santarcangelo di Romagna, 1995) gi?
revisionato ad opera di Silvio Previtera nell'?mbito dell'Associazione internazionale Erne
sto de Martino. Per altri dettagli sulla storia delle bibliografie demartiniane rinvio all'accu
rata nota di Gandini in Raffaele Pettazzoni nelle spire del fascismo (1931-1933). Materiali per
una biograf?a, in ?Strada maestra?, n. 50, Io sem. 2001, pp. 180-183. In questa occasione
egli rivede alcuni punti della sua ultima bibliograf?a, sulla base di quella di Di Donato.

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535 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

le 1952, Palmiro Togliatti avrebbe sospettato ?un approccio alla storia infet
to di "irrazionalismo">>, denunciando le <<serenissime indagini sulla validita
conoscitiva della stregoneria>> e la responsabilita assunta tra <<le piui varie cor
renti di rinascita spiritualistica e nazionalistica>>. La notizia cosi riportata e
commentata nel 1996 nella cronologia biografica a cura di Bermani5' non e
nuova e conferma un accenno fatto gia nel '93 da Riccardo Di Donato52, non
che le indicazioni di Placido Cherchi53 e Luigi Lombardi Satriani5 (rispetti
vamente del 1984 e 1980) a proposito dell'<isolamento>> e delle ?incom
prensioni>> contro le quali de Martino ripetutamente urtava. Ma gia nell'In
troduzione all'opera postuma La Fine del mondo, collocando l'episodio in un
paragrafo sul tema del ?distacco dal partito; marxismo e religione>>, la cura
trice rilevava l'<incisiva e autorevole stigmatizzazione di Togliatti>> e un
?fraintendimento delle intenzioni demartiniane [...] palese e liquidatorio>>55.
A queste considerazioni e opportuno risalire.
IE lavoro della Gallini appena menzionato presenta alcune sviste nel punto dove
cita Togliatti dal discorso edito nel 1974 a cura di Luciano Gruppi56. Lievi e
che nulla tolgono alla qualit'a di questa ricerca, anzi esse svelano l'importanza
attribuita a una sua pagina dai vari studiosi che, dopo la prima edizione degli
?ultimi appunti>>, ribadirono le accuse contro de Martino pronunciate alla
commissione culturale. Scopriamo, cosi, come tutti (tra gli autori nominati,
tranne Di Donato)57 riportino incautamente gli stessi errori di trascrizione; e,

51 C. Bermani, Le date di una vita, cit., p. 21.


52 R. Di Donato, Un contributo su de Martino politico, in Compagni e amici. Lettere di Er
nesto de Martino e Pietro Secchia, Firenze, 1993, p. XXIII, dove parla della ?mal?vola cri
tica? togliattiana; ripubblicato nel '99 in Id., I Greci selvaggi, cit., p. 165.
53 P. Cherchi, Il m?todo e la ?metis?: il crocianesimo di Ernesto De Martino, in ?Prospetti
ve settanta?, 1984, n. 2-3, pp. 308-309; e poi in Ernesto De Martino. Dalla crisi della pre
senza alla comunit? umana, Napoli, 1987, pp. 152-153.
54 L.M. Lombardi Satriani, Introduzione a E. de Martino, Furore S?mbolo Valore, Milano,
1980, p. 61.
55 C Gallini, Introduzione a E. de Martino, La fine del mondo. Contributo all'anallsi delle
apocalissi culturali, Torino, 1977, p. LXXIII. Ristampata nel 2002 sempre dalla Einaudi e
a cura dell'autrice in collaborazione con Marcello Massenzio, l'op?ra presenta ora un'in
troduzione interamente nuova e scritta a quattro mani.
56 Si met?a a confronto Ylntroduzlone a La fine del mondo, cit., p. LXXIII, e P. Togliatti,
Intervento alla commissione cult?rale nazionale, in La politica cult?rale, a cura di L. Grup
pi, Roma, 1974.
57 Di Donato ? Fu?ico a non citare per esteso il discorso di Togliatti e nemmeno Ylntro
duzlone a La fine del mondo a cui, in nota, Lombardi Satriani e, di riflesso, Cherchi inve
ce ed esplicitamente rimandano. Tuttavia, ? molto probabile che anche lu? abbia preso
spunto dalla Gallini o dai suoi derivati; non a caso fa riferimento alia stessa edizione del
discorso da loro adoperata e non, ad esempio, a quella pi? recente del 1984 nel volume V
delle Opere di Togliatti (malgrado Ferrare di datazione: 1954 e non 1952) e n? alla sua pri
ma stampa Per una cultura libera moderna nazionale, Roma, s.d., della serie ?Orientamen

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536 Valerlo Salvatore Severino

quindi, non nella pubblicazione integrale del discorso, ma nel contesto di quel
la Introduzione preferiscano leggere il passo lungamente citato. Quasi l'inter
pretazione del documento togliattiano avesse 1i raggiunto un'esposizione defi
nita 5, nel tempo subira un processo di aggiustamento e rafforzamento attra
verso una reciproca conferma delle rispettive enunciazioni, circa il <<chiaro>>
discorso del segretario del Pci e la sua ?trasparente>>59 e <<pesante>>' allusione
a de Martino. Nel punto piu estremo di questa rielaborazione storiografica e
in un capitolo sulla Solitudine e inattualitd di Ernesto De Martino, si giungera
a parlare di ?una imbarazzante gaffe di Togliatti nei suoi confronti>> a cui die
de origine il suo ?indugiare su quel crinale pericoloso tra pratiche magiche,
vissuto psicopatologico e percezioni extrasensoriali>>61; una gaffe cosi ovvia e
famosa da non richiedere piu nessuna indicazione storica e bibliografica.
Ma piu che di filologia, dovremmo allora parlare di ideologia, se la Gallini
interpreto la relazione presentata da Togliatti in un'epoca nella quale - cosi
mi disse alzando il pugno, come per fare il saluto comunista - ?noi ci senti
vamo piu a sinistra del Pci>>62. A conferma delle passioni politiche suscitate

ti di lavoro e di lotta?. Bermani, dal canto suo, non indica nessuna fonte, ma trascrive il
passo togliattiano con le stesse sviste della citazione di cui si sopra.
58 Tra i nuovi documenti a cui una specifica indagine potrebbe ricorrere vi son? le bozze
dattiloscritte del discorso dalle quali vennero ricavate le prime ?5000 copie? (cos? come si
legge sulla prima pagina, in alto). I fogli presentano varie e puntuali modifiche come, ad
esempio, l'aggiunta manoscritta: ?e irrazionalistiche? inserita nel passo in questione, nello
spazio dell'interlinea sopra ?rinascita spiritualistica?. La calligrafia e il modo di disporre
nel testo questa e le simili correzioni lasciano pensare alia mano di Togliatti l? dove, tra
Faltro, la natura del documento di per s? escluderebbe un intervento correttivo esterno.
Pi? complesso ? il punto di interrogazione di diverso inchiostro (pi? spesso e scuro) che,
a quell'altezza, troviamo collocato sul margine della pagina: un segno per evidenziare qual
cosa risultata poco chiara nel testo e che, probabilmente e in questo modo, si voleva far
rimarcare a chi aveva battuto a macchina il discorso o a chi lo stava rivedendo. Certo non
risolve - anzi: aggrava - l'enigmaticit? del tanto discusso intervento {Commissione cult?
rale, 1952, dattiloscritto di 15 cartelle, c. 6, Intervento di T. alia riunione della commiss.
cult?rale del PCI del 3 aprile 1952).
59 P. Cherchi, II m?todo e la ?metis?, cit., pp. 308-309.
60 C. Bermani, Le date di una vita, cit., p. 21
61 C. Pasquinelli, Solitudine e inattualit? di Ernesto De Martino, in C. Gallini, M. Massen -
zio, a cura di, Ernesto De Martino nella cultura europea, Napoli, 1997, p. 283.
62 La Gallini aggiunse che oggi non sosterrebbe pi? la dr?stica interpretazione del '77 alla
luce dei nuovi elementi emersi dalla ricerca d'archivio, da cui risulta che una parte dei fi
nanziamenti della ?spedizione lucana? provenne proprio dal Pci. In effetti, quando tomer?
a parlare della ?pubblica ramanzina? fatta da Togliatti nel suo ?famigerato intervento? {La
ricerca, la scrittura, in E. de Martino, Note di campo. Spedizione in Lucania, 30 sett.-31 ott.
1952, Lecce, 1995, p. 49), ella non la presentera pi? come indirizzata specificatamente con
tro de Martino. Ne emerge un quadro politico-culturale pi? complesso dove l'ideologia do
veva prevalere nei discorsi ufficiali, ma il partito poteva av?re pi? anime.

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537 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

in quel periodo, si puo ulteriormente riflettere su quanto scrisse Nello Ajel


lo nel '79, allorche collocava la figura di de Martino tra gli <<scomunicati>> del
suo Intellettuali e Pci3.
La fine del mondo aveva risvegliato gli animi. Vittorio Saltini contesto alla Gal
lini di aver voluto dare <<lezioni al defunto>> autore <<perche non fu (benche di
sinistra) ne marxista ne storicista ortodosso>>; quando invece mai avrebbe pra
ticato i <<principi piu elementari del materialismo dialettico>>, lasciandone <<la
<brutalita>> ai ?prefatori postumi>>?. Si giocava, in questo modo, con le paro
le usate nella domanda posta ?brutalmente>> nell'Introduzione circa il grado di
adesione di de Martino a quel materialismo, in considerazione delle ?direzio
ni a dir poco cosi stravaganti>> verso le quali in quel contesto si sarebbe mos
so65; una domanda che non manco di provocare la reazione di Carlo Ginzburg
nel corso di una tavola rotonda'. Di questo ancora si discute a distanza di
quindici anni, in occasione dell'uscita dell'epistolario con Pietro Secchia. Le
vecchie domande riaffiorano su AiI manifesto>>, per mano di Cristiano Grot
tanelli: <<In che senso fu marxista? Come milito nel Pci? [...] Come ricollega
re le sue letture filosofiche, etnologiche, storico-religiose, la sua problematica
del magismo, le sue indagini fra i contadini lucani, con le sue scelte politi
che?>>67.
Storiografia, quindi; ma anche storia: la vicenda del documento di Togliatti
va altrettanto utilmente inserita in questa indagine, nel punto dove ne ave
vamo interrotto la cronologia, dopo il 3 aprile 1952. In seguito, de Martino
ammette di avvertire alcuni dei o<limiti piu gravi della politica culturale del

63 N. Ajello, Intellettuali e PI 1944-1958, Roma-Bari, 1979, p. 333.


64 V. Saltini, A tu per tu con il Mito, in ?L'Espresso?, 2 aprile 1978, p. 76. ? una critica
acre quella di Saltin? e dai toni accesi, dove si def?niscono dei ?deliri apocalittici? le ?cor
rette analisi di classe? che a su? awiso la Gallini e Vittorio Lanternari si sarebbero ram
maricati di non trovare nell'ultima opera di de Martino (ivi, p. 81). Sempre in riferimento
al ?"tartufismo" di certa politica editoriale?, ma in modo pi? argomentato, ?ntervenne En
rico Montanari con Tarantismo e ?cultura egemone?, da lui ripubblicato in Identit? cult?
rale e conflitti religiosi nella Roma repubblicana, Roma, 1988, e precedentemente appars?
nel fascicolo monogr?fico di ?Studi e materiali di storia delle religioni? in omaggio a de
Martino (n.s., IX, vol. 51, 1985, fase. 2, p. 195). Di particolare interesse ? la nota 19 scrit
ta in m?rito alle ?indieazioni metodologiche? f omite, nel 1970, dal volume della Gallini
Protesta e integrazione nella Roma antica. Montanari rileva una tendenza a trasferire acri
ticamente lo schema ?egemonia-subalternit?? nel campo romano (ivi, p. 192) e prosegue
specificandone il meccanismo. Caratterizzato nei termini romani patronus-cliens, a suo giu
dizio, ?taie rapporto appare totalizzante, onnipervadente, vero filo rosso (o "?ero"?) che
raccorda i principali istituti della compagine romana? (ivi, p. 193).
65 C. Gallini, Introduzione a La fine del mondo, cit., p. LXXVII.
66 In ?La fine del mondo? di Ernesto De Martino, in ?Quaderni storici?, XIV, 1979, fase.
1, pp. 239-240.
67 C GrottaneHi, Comunista nel mondo m?gico, in ?il manifest??, 16 febbraio 1994, p. 13.

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538 Valerlo Salvatore Severino

P.C.>>. Rispondendo a una lettera di Vittore Fiore scritta in agosto, egli con
testa che <<l'alleanza gramsciana operai del Nord-contadini meridionali>> sia
<<vista su un piano strettamente "politico">>, senza che <<la vita culturale del
mondo contadino>> formi <<problema>>68. Con il partito, tuttavia e in quel mo
mento, intercorrevano numerosi rapporti di carattere economico i quali,
come si apprende dalla Gallini, svelano i <<percorsi reali entro cui si tradus
se quel legame tra partito e intellettuali>>69.
Dalle carte relative alle ricerche svolte in Lucania tra il 30 settembre e il 31
ottobre 1952 risulta un finanziamento del Pci, ovvero della commissione cul
turale (di 50.000 lire o, secondo un altro documento, di 65.000 lire), nonche
della commissione stampa e propaganda (di 50.000 lire)70. Sono indicazioni
preziose di cui non si trova traccia nella relazione pubblicata su <<Societa>>7
e poi riprodotta da Paolo Toschi nella rivista <<Lares>>. Quanto meno esplici
tamente, il Pci non e compreso tra gli ?enti e associazioni>> che avevano ap
poggiato l'iniziativa72, stando alle informazioni fornite ancora da de Martino
negli articoli apparsi su <<Nuovi argomenti>>, <<Radiocorriere>> e nuovamente
su <<Societa>>73. Colpiscono alcuni suoi appunti riguardanti la necessita di spie
gare ?in via riservatissima ai comp. com. che la spedizione per la sua proba

68 P. Angelini, a cura di, Dali'epistolario di Ernesto De Martino, in ?Quaderni. Istituto uni


versitario orientale. Dipartimento di scienze sociali?, n.s., III, 1989, n. 3/4, p. 197.
69 C Gallini, La ricerca, la scrittura, cit., p. 49.
70 Ivi, p. 48. Nello stesso volume si vedano direttamente i taccuini di de Martino a p. 128.
Cfr. anche la Relazione sulla spedizione folkloristica in Lucania, 30 sett.-31 ott. 1952 pub
blicata in E. de Martino, L'opera a cui lavoro. Apparato critico e documentario alia ?Spedi
zione etnol?gica? in Lucania, a cura di C. Gallini, Lecce, 1996, p. 86. In una recente tesi
di laurea e sulla base di una documentazione in?dita tratta dall'Archivio de Martino, An
namaria Fantauzzi ha ulteriormente documentato Faspetto finanziario del rapporto intrat
tenuto con la sezione cult?rale. In vista delle spese di viaggio e di soggiorno in Lucania,
owero per la spedizione del giugno 1952, emerge in modo preciso il ruolo assunto da Sa
linari (A. Fantauzzi, Ernesto de Martino: dal campo al libro. Genesi e storia dell'opera an
tropol?gica relativa alia Magia Lucana, Universit? di Pisa, Facolt? di lettere e filosof?a, a.a.
2002-2003, p. 58).
71 E. de Martino, Una spedizione etnol?gica in Lucania (30 settembre-31 ottobre 1952), in
?Societ??, VIII, 1952, n. 4.
72 P. T.[oschi], Spedizione Etnol?gica in Lucania, in ?Lares?, XIX, 1953, gennaio-dicem
bre. A p. 97 de Martino parla, invece, della Casa ?ditrice Einaudi, del Centro del teatro e
dello spettacolo popolare, dell'Universale econ?mica, della Societ? di etnograf?a italiana e
del Centro nazionale studi di m?sica popolare.
73 E. de Martino, Note di viaggio, in ?Nuovi argomenti?, I, 1953, fase. 2, p. 47. L'?inizia
tiva? viene attribuita al Centro etnol?gico italiano, tenendo presente ?Fappoggio? del Cen
tro nazionale di studi di m?sica popolare presso FAccademia di Santa Cecilia. Gli stessi
enti vengono segnalati in Spedizione in Lucania, in ?Radiocorriere?, XXX, 1953, n. 32, p.
17; in Etnolog?a e cultura nazionale negli ultimi died anni (?Societ??, IX, 1953, n. 3, p.
320) risulta condotta ?a iniziativa del Centro Etnol?gico Italiano?.

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539 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

bile struttura (partecipazione dell'Accademia di S. Cecilia, della Rai etc.) non


puo politicamente compromettersi, e dovra lavorare in tutti gli ambienti, an
che quelli avversari>>74. Di quelle sovvenzioni non ne e al corrente o non ne
serba memoria Diego Carpitella, come disse in una sua testimonianza:
[...] per quello che riguardava la sinistra politica e culturale in Italia, che concreta
mente poi era la politica della Commissione culturale del PCI, si aveva un certo scet
ticismo verso il folklore e il folklorismo [...] Quando partimmo nel settembre 1952
per la Lucania, io per la prima volta e de Martino che c'era gia stato tre volte, mi ri
cordo che chiedemmo anche degli aiuti, delle sovvenzioni per questo nostro tentati
vo. E sinceramente da quegli organismi che noi avremmo pensato che avrebbero po
tuto dare degli aiuti culturali e politici non ne avemmo, proprio per una sordita a que
sti problemi, per la presunzione che si trattava di ordinamenti ormai superati75.

De Martino proponeva di appoggiarsi in vari modi alle strutture del partito,


indicando l'utilita delle <<sezioni comuniste, con i loro dirigenti>>, nonche del
la <<Federazione provinciale del P.C.I.>> in quanto ?fonte di informazione da
tenersi sempre ben presente>>76. Vittoria De Palma che prese parte ai vari viag
gi, ricorda il ruolo dei <<compagni>> i quali ?ci aiutavano [...] a penetrare>> il
<<mondo popolare>>; e <la gente>> da loro convogliata ?nelle varie sezioni di
partito>> e come in esse si svolgesse <<l'incontro>>77. Secondo un altro collabo
ratore, Giovannino Brandolini, le ricerche in Romagna vennero in parte fi
nanziate dalla <<Federazione del Partito comunista di Ravenna>>78.
Ma al di la della questione economica e amministrativa certamente essenzia
le all'inizio del viaggio etnologico, non meno rilevante fu il problema del ri
torno. In una lettera aperta spedita a <<La fiaccola>> de Martino scriveva in
questo senso: <JI materiale raccolto dalla spedizione sara oggetto di una se
rie di conferenze che saranno tenute a Roma, Milano etc.>>79. Noi esaminere

74 Id., L'op?ra a cui lavoro, cit., p. 80, punto C.


75 Registrazione della conversazione del 3 dicembre 1973 pubblicata e curata da C. Ber
mani, Il mio Sud ?il Sud cult?rale, in ?Il de Martino?, 1996, n. 5-6, p. 168.
76 C. Gallini, a cura di, Ernesto de Martino: scritti inediti sulla ricerca in Lucania, in ?La Ri
cerca folkl?rica?, 1986, n. 13, p. 116; da lei ripubblicato in E. de Martino, L'op?ra a cui
lavoro, cit., p. 71.
77 La testimonianza di V. De Palma si trova in Profondo Sud. Viaggio nei luoghi di Ernesto
De Martino a vent'anni da ?Sud e magia?, a cura di C. Barbati, G. Mingozzi e A. Rossi,
Milano, 1978, p. 29. Tratto da un'inchiesta televisiva prodotta dalla Rete Due della Rai.
78 Registrazione della conversazione avuta il 9 marzo 1996 pubblicata e curata da Bermani
e Franco Coggiola, in ?Il de Martino?, 1996, n. 5-6, pp. 108-109: ?dove non arrivava il so
stegno del partito c'era quello del sindacato. E allora se c'era n?cessita di trasferirsi una
sera a Sant'Alberto in automobile, questa veniva messa a disposizione o dalla Federazione
del Partito o dalla Camera del lavoro o dalla Lega dei braccianti?.
79 E. de Martino, Una spedizione etnol?gica in Lucania, in ?La Fiaccola?, novembre 1952,
p. i.

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540 Valerio Salvatore Severino

mo quella di Bologna, del 9 gennaio 1953, in occasione del II Congresso na


zionale della cultura popolare.
Togliatti non era presente, ma con un telegramma di augurio rivolse un sa
luto alla manifestazione bolognese; certo, formale e generico. Ma, tra i par
tecipanti che, piu di altri, potevano sentirsi gli effettivi destinatari non e esa
gerato annoverare de Martino, quanto meno per il ruolo che, in quella ini
ziativa, aveva pubblicamente assunto. Per primo era salito sul palco della
presidenza, con il compito di dichiarare aperto il congresso, invitando i tan
ti partecipanti a raggiungerlo80. In qualit'a di presidente della commissione per
le culture e le tradizioni popolari - sui cui lavori si era impegnato a riferire
- e ancora lui a pronunciarsi <<augurandosi che nel prossimo congresso del
la cultura popolare>> quella commissione <<divenga un organismo in cui il
mondo popolare effettivo sia una maggioranza e dove si possa stabilire un
dialogo concreto e continuo fra i rappresentanti delle classi sociali proletarie
e gli uomini di studio>>8. Ma alcune considerazioni introdotte da Emilio Se
reni evidenziano un equivoco interno al dibattito che si teneva li, dove la spe
dizione dalla Lucania approdava.
Con enfasi, Sereni allude alle ?epiche battaglie che, all'ombra d'ogni campani
le, si combattevano in ogni villaggio contro la superstizione>>; le mette alla pari
della lotta <<contro l'analfabetismo, contro l'alcoolismo>> intraprese a favore di
una ?cultura popolare laica, razionale, moderna>>82. f1 concetto di folklore pre
senterebbe degli ?equivoci pericolosi>> nei quali a Sereni sembra che ?si incor
ra ancora spesso>>. E precisa: <<Non mancano [...] quelli che si preoccupano sol
tanto non dico di registrare, ma addirittura di mantenere in vita e di coltivare
un uso tradizionale e barbaro, solo e proprio perche e tradizionale e barbaro>>.
Si trattava allora ?di superare quell'elemento di passivita culturale che e insito
nella cultura popolare>>; e di apprezzarne invece i <<contenuti nuovi la dove un
popolo s'impegna in lotte vive, attuali, moderne>>83.
Non e chiaro fino a che punto il lavoro demologico demartiniano si sottrag
ga o, al contrario, sia esposto a queste obiezioni. E tuttavia utile osservare
come, per altri ?aspetti>> e sulla base di alcuni testi editi e inediti, ad Andrea
Giardina parve che Sereni avesse addirittura anticipato ?il grande tema del

80 La notizia si ricava dalla cronaca proposta da alcuni quotidiani: M. Venturi, Si ? aperto


a Bologna il Congresso della cultura popolare, in ?l'Unit??, 10 gennaio 1953, p. 3; nonch?
nell'articolo non firmara, Il congresso degli assenti al Teatro Comunale, in ?Giornale del
FEmilia?, 10 gennaio 1953, p. 4, nella rubrica ?Cronaca di Bologna?.
81 Alcuni passi della relazione sono pubblicati negli atti ufficiali (in ?Letture per tutti?, V,
1953, n. 1, p. 24), che qui leggiamo in riferimento a de Martino, La cultura e il pop?lo, in
?Il Rinnovamento d'Italia?, 19 gennaio 1953.
82 Dal resoconto stenografico della relazione di Sereni, dal titolo Cultura nazionale e cultu
ra popolare, pubblicato negli atti, cit., p. 4).
83 Ivi, p. 7.

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541 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

"folklore progressivo", enunciato da Ernesto De Martino nel '51>> quando,


tra l'altro, entrambi parteciparono ai gia citati Tre dibattiti su <<Letteratura e
vita nazionale>>'. D'altro canto e relativamente a de Martino, Luisa Mangoni
ben sottolineo la proposta di pubblicare <<una raccolta di saggi di etnologia
sovietica concordata>? fra lui e Sereni. Tale ?suggerimento>> (espresso a Pa
vese in una lettera dell'ottobre del '49) indicherebbe oun sostanziale allinea
mento [...] con quanto nella riunione della commissione culturale del Pci [di
giugno] era stato richiesto da Sereni>>85 circa la rivalutazione della funzione
dirigente dell'Unione Sovietica sul terreno culturale86. Sintonia quindi? Ma
quand'anche fosse, nel gennaio del '53 il contributo di de Martino non ri
sulterebbe meno ambiguamente collocato dopo quel discorso preliminare sul
concetto di folklore tenuto solo qualche ora prima.
Se la relazione di Sereni e riportata in dettaglio nell'<<Unita>>, al suo inviato
la conferenza sul tema <<viaggio in Lucania>> appare appena e vagamente <<in
teressante>>87. Dei contenuti storico-religiosi e della mostra fotografica duran
te la quale, la sera, de Martino si era soffermato su alcune ?immagini, che
piu da vicino lo vanno riportando al mondo di magia e di mito>> parla inve
ce Giuseppe Bartolucci che, in <<Mondo operaio>>, rilevava l'attenzione pre
stata ai <<contadini stregoni>> e ai <<riti in occasione di morti>>88: aspetti quan
to mai emergenti che avrebbero portato a <<un volume di etnologia lucana,
secondo l'impegno assunto con Giulio Einaudi>>89, ovvero Morte e pianto ri
tuale nel mondo antico giunto a maturazione nel 1958.
A cio dobbiamo aggiungere che gli appunti della spedizione troveranno una
nuova sede di pubblicazione. Rimaneggiati nel 1953 per <<Nuovi argomen
ti>>90, de Martino si avviava intanto ad abbandonare <<Societa>> alla quale ave
va strettamente collaborato dal 1949. Tra il '54 e il '55 rileviamo un netto
momento di passaggio tra le due riviste e, quindi, un nuovo orientamento del

84 A. G?ardina, Emilio Sereni e le aporie della storia d'Italia, in ?Studi Storici?, XXXVII,
1996, n. 3, p. 715 e nota 71.
85 L. Mangoni, Pensare i libri, cit., p. 537. La lettera di de Martino a Pavese, senza data, ?
pubblicata integralmente in P. Angelini, a cura di, La collana viola, cit., il passo citato si
trova a p. 153.
86 A. Vittoria, La commissione cult?rale del Pci dal 1948 al 1956, in ?Studi Storici?, XXXI,
1990, n. 1, p. 139; Id., Togliatti e gli intellettuali, cit., p. 14.
87 M. Venturi, Si ? aperto a Bologna il Congresso della cultura popolare, cit., p. 3.
88 G. Bartolucci, Il congresso della cultura popolare a Bologna, in ?Mondo operaio?, n.s?
VI, 1953, n. 2, 24 gennaio, p. 28. Sempre a Bartolucci dobbiamo la cronaca del convegno
sull'?Avanti!?.
89 E. de Martino, Note di viaggio, cit., p. 47.
90 Ibidem. Questo e altri aspetti della collaborazione alla rivista di Moravia e Carocci nel
m?o recente saggio Ernesto de Martino e ?Nuovi argomenti?. Il ripristino della critica marxi
sta in campo religioso, pubblicato in occasione del cinquantenario dalla fondazione (?Nuo
vi argomenti?, n. 22, V s., 2003, pp. 312-327).

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542 Valerio Salvatore Severino

quale non si conoscono le ragioni, ma che - secondo la Gallini - potrebbe


ro ?toccare la questione dei suoi sempre piu tesi rapporti col partito>>91. Su
<<Societa>> sempre piu pesava il marchio politico di rivista o<ufficiale>> o, quan
to meno, pesava all'editore, Giulio Einaudi che, nel gennaio del '53, interve
niva presso Salinari, responsabile della commissione culturale. De Martino ri
sulta tra i nomi proposti per formare un o<comitato redazionale>> di <<caratte
re piu largamente consultivo>> ed e segnalato tra le ?persone>> da includere
<<a noi vicine e che potremmo legarci piu strettamente>>92.
Ora, se di tensione si tratto, questa sarebbe perI esplosa a poca distanza dal
l'iscrizione di de Martino al Pci. Il 26 novembre 1953, la segreteria del par
tito ne aveva registrato e accolto la ?richiesta>>93. Riguardo a questo -atto di
adesione e alle nuove scelte a cui diede luogo, acquista allora significato la
testimonianza di Carlo Ragghianti che riporta le parole del direttore di <<Nuo
vi argomenti>>, Alberto Carocci, secondo il quale, in quel periodo, de Marti
no avrebbe accentuato ?la sua professione comunista>> dedicandosi ?con qua
si esclusivo impegno a ricerche etnologiche sull'Italia meridionale e sull'area
mediterranea>>94.
Quelli, pero, erano gli anni in cui, tra equivoci e sottintesi, allarmava quella
tendenza ?a mitizzare, o almeno ad attribuire un significato esemplare a cer
te forme di vita spirituale che [...] si possono certo ritrovare tra i contadini
meridionali>>. In questi termini si esprimeva Mario Alicata il 20 novembre
195495, ovvero due mesi dopo II meridionalismo non si puo fermare ad Eboli,

91 C. Gallini, Le scienze umane nella rivista ?Societ??, in ?Uomo e cultura?, XV-XVI, 1982
1983, n. 29-32, p. 101.
92 Lettera dattiloscritta datata 14 gennaio 1953, in IG, b. 38, cit., fase. ?1953?, pp. 2-3; run
gamente citata da L. Mangoni, Pensare i libri, cit., pp. 641-642.
93 Fondazione Istituto Gramsci, Archivio del Partito comunista italiano (d'ora in poi ^4PC),
Archivio Mosca, Segreteria, 1953, mf. 165, verbale della riunione del 26 novembre. In re
lazione alla ?Richiesta di iscrizione al partito di Ernesto De Martino? troviamo indicati tra
parentesi i nomi di ?Pajetta G.C.? e ?Salinari?. Risultano present? ?Togliatti, Longo, Sec
chia, Scoccimarro, D'Onofrio?. Il verdetto ? positivo: ?Accogliere. Passare alla Federazio
ne romana?.

94 CL. Ragghianti, Marxismo perplesso. Arte cultura societ? politica, Milano, 1980, pp. 134
135. Lo scritto in questione ? datato 1977. La testimonianza prosegue precisando che de
Martino avrebbe contempor?neamente accentuato ?le interfoliazioni esistenzialistiche del
marxismo, causa le quali istanze, forse, era rimasto assai estraneo al pensiero di Gramsci?.
La conversazione con Carocci ? successiva alla fine del rapporto tra de Martino e Rag
ghianti o meglio, secondo le indicazioni fornite, non precedente all'anno in cui i due, in
uno scambio di lettere, discussero gli argomenti implicati nel saggio Fenomenolog?a reli
giosa e storicismo assoluto, pubblicato da de Martino nel volume 1953-54 di Studi e mate
riali di storia delle religioni stampato, per?, Fanno successivo.
95 Ampi brani della relazione di Alicata in R.V., Un dibattito sulla questione m?ridionale,
in ?Cronache meridionali?, II, 1955, n. 1, p. 77: ?qui si ? caduti nell'errore di non com
prendere che certi elementi che esistono certamente ancora oggi nel mondo morale, nel

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543 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

dove la gia citata critica del '52 rivolta da Togliatti alle ?indagini sulla vali
ditd conoscitiva della stregoneria>>96 riecheggiava, richiamata alla mente nel
punto dove l'autore polemizza contro quelle ?indagini concrete sul folclore>>
che presenterebbero ?certi elementi di superstizione>> nella forma di un ?con
geniale, e pur sempre valido, strumento di rappresentazione e di conoscenza
della realta>>97. E addirittura possibile che il problema genericamente solleva
to dal segretario del Pci sia stato riferito a de Martino, se letto nel contesto
e alla stessa maniera in cui, contro di lui, e sembrato ?obbedientemente>> ri
proposto e sviluppato98 a due anni di distanza, su <<Cronache meridionali>>.
Dell'opposizione di Alicata non si puo certo sottovalutare il peso; ne del sag
gio del settembre 1954. Pubblicato poco precedentemente alla sua nomina a
responsabile della sezione culturale del comitato centrale del Pci, esso non
presentava un'opinione isolata. Nel Mezzogiorno ?la linea che stava passando
del realismo magico, della cultura del mondo contadino, e poi dell'etnografia,
e poi della sociologia [...] che apriva la strada alle spinte estremistiche>> sem
brava combattuta da quella ?ferma e coerente polemica>>. Anche Giorgio
Amendola mette sotto accusa gli ?studi etnografici di Ernesto De Martino>>99.
Salinari - il quale, pur a piu riprese, introdusse l'amico etnologo nelle attivita
sia dell'Istituto Gramsci, sia della commissione culturale - considera quel sag
gio e il suo giudizio sul Cristo si e fermato ad Eboli di Levi ?uno dei [...] piu
rigorosi ed acuti che la critica marxista abbia saputo produrre in Italia>>. Egli
vedeva aperta una ?breccia>> da chi stava operando per chiudere la <civilta
contadina arcaica [...] nei suoi miti, nelle sue superstizioni>>? .

mondo religioso, nel mondo cult?rale dei contadini meridionali, e che son? fenomeni le
gad alia persistente arretratezza econ?mica e sociale, vanno pero isolati come manifesta
zioni residue di una condizione di assoggettamento contro la quale bisogna combatiere e
non come la manifestazione t?pica, esemplare, di questo mondo?.
96 P. Togliatti, Intervento alia commissione cult?rale nazionale, cit., p. 198. Corsivo nostro.
97 M. Alicata, II meridionalismo non si pu? fermare ad Eboli, in ?Cronache meridionali?
(1954), poi in Id., La battaglia delle idee, a cura di L. Gruppi, Roma, 1968, p. 68. Corsi
vo nostro.
98 A proposito di de Martino, P. Ferretti, Nota biobliografica, cit., p. 161: ?Alicata, allineato
obbedientemente alia linea togliattiana del partito, scrive su "Cronache meridionali" un ar
ticolo pol?mico nei suoi confronti?; nonch? C Gallini, Introduzione a La fine del mondo,
cit., p. LXXIII dove, alfudendo alla riunione della commissione cult?rale dell'aprile 1952,
scrive: ?Alicata non faceva che riprendere e sviluppare una ben pi? dura, incisiva e auto
revole stigmatizzazione di Togliatti?.
99 G. Amendola, Mario Alicata, partito nuovo e Mezzogiorno, in Mario Alicata. Intellettua
le e dirigente politico, Roma, 1978, pp. 96-97. Sugli studi di de Martino dice: ?furono im
portanti, ma bisognava che non offuscassero la visione della questione m?ridionale come
fatto storico, nato dalla storia, e superabile nella storia?.
100 C. Salinari, Ricordo di Alicata (1967), in Id., Tra politica e cultura, a cura di V. Spinaz
zola, Milano, 1980, pp. 29-30. La chiusura nel mondo arcaico si sarebbe svolta sulla base

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544 Valerio Salvatore Severino

11 10 dicembre 1954, de Martino rientrava nel dibattito prendendo di mira


il II Congresso del popolo meridionale tenutosi qualche giorno prima a Na
poli. Durante una riunione presso l'Istituto Gramsci egli ne critico la do
cumentazione eloquentemente e serratamente <<economica>> della miseria
delle plebi meridionali che, poco o per nulla, era stata studiata dal punto
di vista <<culturale>>; e, di contro, sostenne la necessita di rivolgere l'atten
zione <<a tutti gli aspetti della soprastruttura>>: non si poteva <<essere assen
ti, per es., dagli studi di storia delle religioni>>??0. Difficilmente poteva non
risultare a tutti evidente un suo - se pur non esplicito - riferimento ad Ali
cata che, piui di tutti, aveva curato quell'iniziativa presiedendo il congresso
napoletano e, poco dopo, pubblicandone gli atti nella rivista da lui diret
ta102. Indicandolo chiaramente, egli torner'a a parlare del concetto di <<mi
seria culturale>> il 15 gennaio del '55, affermando in modo analogo che, se
il meridionalismo <<non si puo fermare ad Eboli>>, tuttavia ?non si puo nean
che esaurire nell'analisi e nella storia della struttura, o nelle inchieste sulle
forme di miseria e di oppressione economica, sociale e politica>>. Nello stes
so contesto ritroviamo l'invito a esaminare il <<processo storico-religioso>>
del Mezzogiorno'03.
Propositi e contestazioni variamente espressi che, tuttavia, non convinceva
no; e non solo Alicata, ma neppure Arturo Colombi a cui l'Istituto Gramsci
si era rivolto per redigere un rapporto sugli Orientamenti e compiti della sto
riografia marxista in Italia, discusso nella riunione del 10 dicembre 1954. Fra
?gli studi e le pubblicazioni dei compagni storici elencati nell'appendice>> Co
lombi non aveva riportato quelli di de Martino, che se ne rammarica consi
derandolo ?forse ancora un sintomo di come venga trascurato tutto un ge
nere di studi sovrastrutturali>>04.

di una contrapposizione della civilt? contadina alla ?citt? sfruttatrice e corruttrice di quel
mondo [...] presa nel suo complesso, come s?mbolo della civilt? industr?ale nella quale si
trovano uniti cap?talisti e op?rai?.
101 II testo ? ricavato da un verbale manoscritto della riunione. Sul primo foglio ? scritto:
?Discussione sul rapporto di Colombi sugli orientamenti e compiti della storiografia marxi
sta in Italia svoltasi presso Flstituto Gramsci il 10-12-1954?, conservato in IG, b. 38, cit.,
fase. ?Convegno storici?. Si vedano a riguardo A. Vittoria, Togliatti e gli intellettuali, cit.,
pp. 56-57; e R. Di Donato, Un contributo su de Martino politico, cit., pp. XXVIII-XXIX.
102 Liberta e giustizia nel Mezzogiorno. Atti del secondo Congresso del pop?lo del Mezzogiorno
e delle isole (Napoli, 4-5 dicembre 1954), supplemento al n. 1 del 1955 di ?Cronache me
ridionali?. Relazione e conclusioni di M. Alicata, Il nostro meridionalismo ? una conquista
del Mezzogiorno alla democrazla, in ?Rinascita?, XI, 1954, n. 11-12, pp. 776-779; poi, in
Id., La battaglia dette idee, cit., pp. 75-82, e in Intellettuali e azione politica, a cura di R.
Martinelli-R. Maini, Roma, 1976, pp. 173-180.
103 E. de Martino, Etnograf?a e Mezzogiorno, in ?Il Contempor?neo?, 15 gennaio 1955, p. 5.
104 Cfr. supra, nota LOI.

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545 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

Il giorno dopo Togliatti si dira consapevole della necessit'a che gli <<storici
marxisti [...] siano in grado di affrontare e affrontino tutti i temi della sto
ria>>05. Ma di questo giudizio il direttore dell'Istituto Gramsci stesso, Doni
ni, non era stato <<del tutto convinto>>, nella misura in cui riteneva di essersi
<<sempre sforzato di applicare la metodologia marxista ad altri settori, e in
modo particolare alla storia delle religioni>>'06. Affermato docente universita
rio, in quel periodo e di quella disciplina egli tentava di impartire un corso
anche presso la Fondazione'07.
De Martino si impegno nel medesimo sforzo all'interno di quell'Istituto, tan
to da sottolineare durante la detta riunione: <<Occorrera [...] organizzare il
nostro intervento al prossimo Congresso di storia delle religioni>>'08; questo -
affermava - ?deve richiamare la nostra attenzione>>?09. Donini se ne era inte
ressato, nel dicembre del '51, chiedendo conferma a Raffaele Pettazzoni, re
sponsabile dell'organizzazione, se veramente <<il governo democristiano ave
va "proibito">> di tenerlo a Roma. <<La cosa e cosi grave>> - gli scrisse - ?che
noi pensiamo non possa essere lasciata ulteriormente sotto silenzio; molti dei
nostri amici, anzi, propongono che se ne faccia una pubblica discussione su
riviste come II ponte, Belfagor, Rinascita ed altre, oltre che sulla stampa quo
tidiana>>?". Cinque mesi dopo de Martino interveniva sull'<<Unita>> contro quel

105 Lettera di Togliatti a Donini dell'11 dicembre 1954 in risposta alla relazione di Colom
bi, integralmente pubblicata da A. Vittoria, Togliatti e gli intellettuali, cit., p. 273.
106 A. Donini, Sessant'anni di militanza comunista, Milano, 1988, p. 151.
107 APC, Istituti e organismi vari, 1953, IG, mf. 0408, 1718-1725, e IG, b. 36, fase. ?Mate
riale vario I.G. Dall'archivio Pci presso direzione Pds?. Dattiloscritto firmato da Donini e
datato 26 novembre 1953, nel par?grafo Piano di lavoro per il 1953-54. L'idea di questi
corsi nasceva con Fintenzione di far fare ?il primo passo in direzione di una futura tra
sformazione della Fondazione Gramsci in universit? libera?.
108 Cfr. supra, nota 101.
109 IG, b. 38, cit., fase. ?Convegno storici?. Tratto da un altro blocchetto di appunti ano
nimi e manoscritti su fogli a quadretti, non numerati, con Fintestazione ?Colombi. Storia
Mov. Operaio Italiano (Interventi)?. L'utilit? di questo confronto di fonti ? stata segnala
ta e apprezzata da A. Vittoria, Togliatti e gli intellettuali, cit., p. 209 nota 30.
110 IG, b. 14, Corrispondenza Donini anni '50, fase. ?Pettazzoni?, copia di lettera datata
19 dicembre 1951. A Pettazzoni scrive: ?noi non vogliamo iniziare nessuna pol?mica sen
za il tuo aecordo e senza aver prima avuto uno scambio d'idee con te. Forse potremo
vederci un momento dopo la tua lezione all'Universit? in uno dei prossimi giorni?. Di
particolare valore per un'ulteriore determinazione dei rapporti tra i due storici delle re
ligioni ? un passo di una lettera del 5 febbraio 1953: ?Ti sono molto grato? - Pettazzo
ni scriveva a Donini - ?del gentile pensiero col quale hai voluto associarti ai miei allie
vi pi? giovani nel porgermi gli auguri pel mio settantesimo anno, che sar? l'ultimo del
mio insegnamento. Grazie del magnifico dono, e soprattutto delle parole che mi hai scrit
to anche a nome dei tuoi colleghi della Fondazione Gramsci, e dell'Onorevole Togliat
ti, al quale particularmente ti prego di esprimere la m?a riconoscenza per tanta cortes?a?
(ibidem).

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546 Valerio Salvatore Severino

<<divieto>> imposto dalla presidenza del Consiglio dei ministril"; e, il 27 apri


le 1955, per esprimere il suo rammarico perche, nel corso di quella manife
stazione finalmente realizzata nella capitale, per ?ragioni indipendenti dalla
volonta della presidenza, le rappresentanze dei paesi socialisti e a democra
zia popolare>> erano state <<del tutto irrilevanti>>'?2. Anche qui osserviamo un'a
zione parallela a Donini il quale, in precedenza, si era preoccupato di do
mandare se non fosse <<opportuno, per la prima volta, rivolgere anche l'invi
to ad un gruppo di studiosi sovietici, che porterebbero una nota senza dubbio
originale e interessante ai nostri lavori e aiuterebbero a spezzare tante bar
riere e tanti privilegi>>; e su Pettazzoni aveva contato affinche provvedesse al
l'invito ufficiale ?per poter>>, nei confronti di quegli studiosi, ?far richiesta
del visto presso le nostre autorita consolari a Mosca>>'3.
Malgrado questa sinergia, all'invito di Togliatti ad allargare gli orizzonti sto
riografici in ambito marxista, non sembra corrispondere l'inserimento di de
Martino nel partito o in organismi a esso legati. Anzi, il suo ruolo diventa an
cora piu marginale, soprattutto in seguito alla relazione di Colombi. Allo sco
po di fare il punto sui vari problemi polemicamente sorti, il 14 e 15 dicem
bre 1954, si tenne una riunione presso l'ufficio di Gian Carlo Pajetta, re
sponsabile della commissione propaganda. Convocati alcuni studiosi presenti
all'incontro del giorno 10"' egli non rimane escluso, ma della sua partecipa
zione non viene trascritto quasi nulla, se non che: <<Chiede un dibattito sul
la partiticita della scienza storica>>'"5. Tra l'altro, la proposta e scartata tra
queUe che l'Istituto Gramsci decideva di promuovere. I progettati dibattiti
avrebbero dovuto vertere ?non tanto su questioni generali di metodo (come
la <partiticita' degli studi storici>> e simili), ma su questioni piu determinate
(Le origini del riformismo, il Congresso di Genova, Giolitti, ecc.)>>6.

111 D.M., Citt? moderna o citt? metaf?sica? La ?missione? di Roma, in ?l'Unit??, 24 maggio
1952, p. 3. L'articolo che non ? firmato, ma siglato, ? attribuito a de Martino dalle pi? re
centi bibliografie.
112 E. de Martino, In margine a un Congresso internazionale. La Storia delle religioni, in
?l'Unit??, 27 aprile 1955, p. 3.
113 IG, b. 14, cit. Nella lettera del 20 ottobre 1954 Donini offre un elenco di nomi di Stu
diosi sovietici sulla base della sua conoscenza ?delle loro opere nel campo delle discipline
storico-religiose?.
114 Copia dattiloscritta conservata in IG, b. 38, cit., fase. ?1954? (allegata a una lettera in
dirizzata ?Al compagno Del Guercio Commissione Cult?rale Direzione PCI? datata 17 di
cembre 1954) dove ?De Martino Ernesto? compare tra i ?present??. Cfr. A. Vittoria, To
gliatti e gli intellettuali, cit., p. 69 e relativa nota 28.
115 IG, b. 38, cit., fase. ?Convegno storici?. Blocchetto di fogli non numerati, manoscritti.
In testa al primo foglio la data: ?14.12.1954?.
116 Facciamo riferimento alla terza pagina del verbale dattiloscritto citato supra, nota 114,
ma anche alla copia manoscritta, sostanzialmente id?ntica collocata nella medesima busta,

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547 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

A de Martino, pero, il segretario dell'lstituto, Sergio Bertelli, non esitera a rin


viare Charles Parain, vicepresidente della Societe d'ethnographie francaise che
aveva fatto presente il desiderio di informarsi presso qualche specialista ita
liano sullo stato e sulle tendenze delle ricerche etnografiche nostrane'17. Ber
telli rispose, il 26 ottobre 1955, di aver segnalato la sua lettera <<au camarade
Ernesto De Martino>> al quale avrebbe potuto rivolgersi ?pour tout ce qui con
cerne les problemes de l'ethnographie>>"8 e al quale, a sua volta, comunico due
giomi dopo: <<Pensiamo che nessuno meglio di te possa dare al compagno Pa
rain quelle notizie, da studioso a studioso, che egli desidera, e ci siamo per
tanto permessi, nella nostra risposta, di segnalare il tuo indirizzo?"9.
Solo due mesi dopo Alicata, responsabile della sezione culturale, scriveva ad
Alessandro Natta, direttore dell'istituto Gramsci: <il compagno Ernesto De
Martino e venuto ancora una volta a porci la questione della sua scarsa uti
lizzazione anche da parte dell'Istituto Gramsci>>, ammettendo che ?in effetti
qualcosa di vero ci sia>>; e quindi proponeva di includerlo ?fra i collaborato
ri della Sezione Storica dell'Istituto, invitandolo abe riunioni e in ogni caso
tenendo conto della sua consulenza per il nostro lavoro>>20. E senz'altro
un'ammissione inaspettata dopo i contrasti e le incomprensioni del 1954, che
svela un aspetto inedito del rapporto tra i due, evidentemente ancora da ap
profondire al di la della polemica provocata dal saggio II meridionalismo non
si puo fermare ad Eboli. Questa lettera - di rara chiarezza - sembra produr
re qualche effetto.
Inserito nel programma dell'Istituto Gramsci per l'anno 1956-57, di cui il di
rettore Natta invio uno schema - ancora non ?definitivo>> - alla segreteria del
Pci, in allegato a una lettera del 28 settembre 1956, de Martino e indicato
come curatore di un ?corso di lezioni, con seminario>> sul tema de L'idea di
religione in Italia nell'ambito della sezione di critica e arte121. I fatti di Un

ma nel fase. ?Convegno storici?. Per agevolarne l'identificazione riportiamo la prima riga:
?Il 14 e 15 dicembre si sono?.
117 IG, b. 15, Corrispondenza Natta 1956, fase. ?Parain?, lettera del 20 ottobre 1955 di Pa
rain a ?Chers camarades?.
118 Ivi. La lettera distrattamente datata ?26 octobre 1956?, ? evidentemente scritta Fanno
precedente dal momento in cui tutte le altre del carteggio Bertelli-Parain (tra le quali si
trova collocata) portano delle date che vanno dall'ottobre del "55 al gennaio del '56. Dal
punto di vista della collocazione archivistica e per quel che riguarda gli argomenti tratta
ti, essa ? collegabile oltre che alie suddette lettere del fase. ?Parain?, anche a quella con
tenuta nel fase. ?De Martino? (sempre della Corrispondenza Natta) che Bertelli subito dopo
a lui rivolse il 28 ottobre 1955.
119 Ivi, fase. ?De Martino? che conserva soltanto questa lettera.
120 IG, b. 10, Corrispondenza anni '50, fase. ?Sezione cult?rale?, lettera dattiloscritta data
ta 29 dicembre 1955.
121 Ivi, fase. ?Segreteria partito?, minuta dattiloscritta dello schema del programma allega
ta alia suddetta lettera di Natta. Il nome della sezione ?di Critica e Arte? ? aggiunto a

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548 Valerio Salvatore Severino

gheria avrebbero poi distolto l'attenzione da quel programma che non sar'a
quasi per nulla attuato. Dal canto suo, in una lettera a Pietro Secchia, nei pri
mi mesi del 1957 de Martino avvertiva e considerava una tendenza <<perico
losa [...] quella di ostinarsi a voler assolvere i propri compiti [...] attraverso
organismi di partito quali la Fondazione Gramsci>>22. Maggiormente spicca
un contrasto rispetto ai lavori del congresso della Federazione comunista ro
mana ai quali egli aveva poco precedentemente preso parte in qualita di de
legato della sezione di Monteverde Vecchio"23; un altro paradosso che va con
testualizzato.
I1 1957 e l'anno in cui, secondo una notizia comunemente condivisa, de Mar
tino non rinnova l'iscrizione al Pci. Cio e stato interpretato come il sintomo
di un distacco politico determinato dalla ?tragica svolta storica dei carri ar
mati sovietici contro gli Ungheresi a Budapest>>124; da altri, invece, come la

mano e modifica la sottostante indicazione: sezione ?letteraria?, cancellata con dei tratti di
penna.
122 Lettera senza data, ma scritta poco dopo l'VIII Congresso del Pci, nel febbraio o mar
zo 1957, secondo Di Donato (Compagni e amici, cit., p. 30) che ne cura la pubblicazione
(ivi, p. 37).
123 Ivi. Cfr. il par?grafo L'intervento di Ernesto, pp. XXXI sgg.
124 V. Lanternari, La mia alleanza con Ernesto De Martino e altri saggi post-demartiniani,
Napoli, 1997, p. 28. Sui fatti di Budapest era stata scritta la famosa e cosiddetta ?lettera
dei 101? firmatari i quali, il 29 ottobre 1956, insieme si appellavano al comitato centrale
del Pci affinch? consentisse un pi? ampio e autocr?tico dibattito. Nelle var?e edizioni, in
essa tuttavia figurava un numero di adesioni minore a quello che dal nome del documen
to ci si aspetterebbe. Una spiegazione ? data da N. Ajello secondo il quale aile firme man
canti ?se ne aggiunsero successivamente altre 6? raggiungendo cos? la cifra conosciuta (In
tellettuali e Pci, cit., p. 538 nota 22; e come gi? osservava S. Bertelli, La crisi del '56 e il
PSI, in Trent'anni di politica socialista [1946-1976], Roma, 1977, p. 117 nota 29; in riferi
mento a G. D'Amelio, La lotta politica del 1956 fra gli universitari e gli intellettuali comu
nisti di Roma, in ?Passato e presente?, 1960, n. 13); ma non dice di chi. Tra questi c'? de
Martino che ha lasciato la sua firma aut?grafa in calce alla lettera originale (APC, Archi
vio Mosca, 1956, Federazioni, Roma, mf. 0446, 0802 a me segnalata e data in visione da Al
bertina Vittoria). Si potrebbe obbiettare che le firme mancanti, compresa la sua, pi? che
aggiungersi si siano allora perse prima di arrivare, 5 giorni dopo, alla pubblicazione della
lettera su ?Il Punto? dove non vi ? traccia della sua presenza. E ipotizzabile un ritiro tem
pestivo del suo sostegno, o una dimenticanza? Ci limitiamo a indicare la dissociazione di
oltre 60 firmatari che, con successo, chiesero a ?FUnit?? di rendere nota. Sottoscritta an
che da de Martino, in essa si dichiarava ?falsato lo spirito? della suddetta iniziativa dato
lo sconfinamento del dibattito all'esterno del partito e la tradita volont? inizialmente una
nime di ?sollecitare che fosse YUnit? e non altri giornali a dare alle stampe la lettera? (Iso
lato il tentativo di spostare il dibattito sul terreno frazionista, in ?FUnit??, 3 novembre 1956,
p. 2). Vi ? poi un appunto rinvenuto da Di Donato, dove de Martino scriveva di non aver
dato il suo voto alla lettera (Un contributo su de Martino politico, cit., p. XXXV, nota 24,
punto a)', non dice quale, ma non credo si possa intendere quella dei 101, piuttosto un'al
tra precedente e di protesta rivolta, nei primi di settembre, da studenti e docenti univer

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549 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

<<conseguenza di reiterate e insoddisfatte richieste di liberta culturale, per se


e per gli intellettuali operanti nel partito>> 25. Ma forse - e per quel che piu ci
riguarda, in questa sede - egli era semplicemente stanco ?di pagare un prez
zo molto alto in due direzioni tra loro opposte: inviso>> non solo <<a una par
te almeno dei suoi compagni per le sue posizioni revisioniste>>, ma anche ?alla
destra accademica in quanto comunista>>'26.
Conversando con Luciano Dondoli presumibilmente nel 1960, de Martino
avrebbe parlato <<subito confidenzialmente dei suoi problemi: insegnava al
l'Universita di Cagliari [dalla fine del 19591 da dove pensava, ed era buon
profeta, che non sarebbe mai stato chiamato sul continente a causa delle sue
idee"'27. E possibile che fosse <<mal visto dai benpensanti dell'ambiente acca
demico [...] perche era un uomo di sinistra, politicamente impegnato?? Il so
spetto era venuto, quanto meno, ad Angelo Brelich128, uno dei suoi principa
li awersari - e poi, di fatto, il vincitore - al concorso per la cattedra roma
na di Storia delle religioni conclusosi il 10 dicembre 1958. Brelich ricorda di
aver trovato una certa disponibilita presso alcune ?persone>>; una delle qua
li, fermandolo ?un giorno nel corridoio della Facolta>>, gli confido di essere
disposta a favorirlo al momento della scelta della commissione giudicatrice.
Egli si dice <<sicuro>> che quella ?benevolenza>> avesse lo scopo di contrasta
re l'ingresso del collega nella Facolta <<per ragioni politiche>>29. Pure Giu
seppe Cocchiara si preoccupava sul serio che quella passione civile socialista,
<<in quegli anni di "caccia alle streghe" guardata con forte sospetto, potesse
essere nociva al progredire nella carriera accademica dell'amico carissimo>>30.

sitari romani contro la violenta replica di Togliatti a un articolo di Fabrizio Onofri (cfr. G.
D'Amelio, La lotta pol?tica del 1956, cit., pp. 1713-1716 per i vari risvolti). Proprio di Ono
fri, tra Faltro, l'appunto parla nello specifico, a differenza del manifesto dei 101 che non
ne tratta. Inoltre quest'altra iniziativa presso l'universit? dove de Martino insegnava in quel
momento, ? contestuale a una sua missiva che, come fa notare Di Donato, riproduce vari
passi dell'appunto. Tale missiva non ? datata ma, nella prima frase, si riferisce a un arti
colo del primo settembre (Compagni e amici, cit., p. 8 e p. 11 nota 45). Tra le carte della
Federazione romana, devo ancora ad A. Vittoria la conoscenza di un'altra lettera firmata
assieme ad altri da de Martino, indirizzata alla segreteria del Pci, non datata ma affianca
ta a una copia del 21 ottobre 1956 su ?gli awenimenti in corso nella Repubblica Popola
re Polacca? (APC, Federazione, cit., mf. 0446, 0796 e 0797-0798).
125 C. Gallini, Introduzione a E. de Martino, La fine del mondo, cit., p. LXXVI.
126 R. Di Donato, Un contributo su de Martino politico, cit., p. XLII.
127 L. Dondoli, Incontri con Ernesto de Martino, in ?Storia, antropolog?a e scienze del lin
guaggio?, X, 1995, n. 3, p. 170, dove insiste sul carattere ?cl?ricale? del regime ehe ?in
quel periodo vigeva in Italia?.
128 A. Brelich, Storia delle religioni, perch??, a cura di V. Lanternari, Napoli, 1979, p. 65.
129 Ivi, p. 67.
130 G. Bonomo, Introduzione a La magia segno e conflitto, a cura di M. Giacomarra-J. Vibaek,
Palermo, 1979, p. 14. L'autore usa il carteggio Cocchiara-de Martino e, in questo caso, si ri

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550 Valerio Salvatore Severino

Nel '53, fu lui a metterlo <<in guardia>> dall'ambiente universitario; e a fargli


notare, in una lettera del 5 settembre, che quando poneva una sua <<candi
datura per un incarico>> si sentiva spesso rispondere: <<ma De Martino non ri
durra tutto a propaganda?>>131.
Non meno complessa e la questione del distacco dal partito quando, poi, la
si consideri in relazione a quella del ritorno. In una famosa tesi di laurea e
in base alla testimonianza della compagna di de Martino, la signora Vittoria
De Palma, M. Cavani sostenne che quest'ultimo <<attorno al '58 ritorno a iscri
versi>>. Una conclusione poco accettabile, secondo Di Donato132. Giovanni
Agosti e Maurizio Sciuto parlarono invece di un <<suo ritorno estremo, nel
1964>>133, poco prima di morire l'anno dopo a maggio. Sempre a proposito
della tessera del Pci, Bermani affermo che <<in seguito la riprendera>> senza
pero fare <<pi' militanza>>?34*
La questione rimane aperta e tanto piu si ripropone tenendo conto delle
successive iniziative promosse dall'Istituto Gramsci. Nel resoconto della riu
nione del gruppo direttivo del 28 febbraio 1957, de Martino figura tra le
persone che ci si proponeva di invitare ?a far parte del Comitato promoto
re>> del Convegno di studi gramsciani, prevedendo che sarebbe stato suc
cessivamente interessato all'iniziativa ?da Salinari>> 35; anche se, in vista di
questa riunione e relativamente a quel comitato, il suo nome non era con
siderato dal presidente dell'Istituto, Ranuccio Bianchi Bandinelli136. Di fat

ferisce alla lettera del Io settembre 1953 dove quest'ultimo parla della sua ?passione civile so
cialista?, owero della ?passione civile di Gramsci? nonch? delle riserve av?nzate da Cocchiara
sull'opportunit? di scoprirla negli scritti scientifici (lettera poi pubblicata in M.A. Nicolosi, II
concetto di cultura nett'opera di Giuseppe Cocchiara. Alcuni aspetti della demologia italiana del
secondo dopoguerra, in ?Uomo e cultura?, VIII/IX, 1975-1976, n. 15-18, pp. 89-91).
131 Si tratta della risposta alia lettera del Io settembre (cfr. nota precedente), pubblicata a
cura di P. Angelini, Datt'epistolario di Ernesto De Martino, cit., p. 203, dove Cocchiara ?
preoccupato perch?, in quel periodo, lui stesso era stato accusato in ?un articoletto di un
tal Giarrizzo [...] di voler fare del folklore una scienza che pu? servir? soltanto alla pro
paganda marxista?. Altra documentazione si trova in L. Mangoni, Pensare i libri, cit., pp.
520-521 nota 324 a proposito dell'?impegno [...] con cui Cocchiara si occupava di una si
stemazione universitaria per de Martino? tra il 1948 e il '50.
132 R. Di Donato, Un contributo su de Martino politico, cit., p. XLII, dove, nella nota 33,
cita il passo dello studio della Cavani che qui riportiamo.
133 G. Agosti, M. Sciuto, L'atlante del planto di Ernesto de Martino, in La contraddizione fe
lice?, a cura di R. Di Donato, cit., p. 191.
134 C. Bermani, Le date di una vita, cit., p. 27.
135 IG, b. 39, Archivio Istituto 1956-1959, fase. ?Materiale vario Istituto Gramsci 1957?,
dattiloscritto con indicato in ?Riunione del comitato direttivo dellTstituto Gramsci (2?).
28 Febbraio 1957 - Resoconto sommario?, p. 1.
136 IG, b. 66, Convegno di studi gramsciani, Roma 14-15-16 dicembre 1957, 11-13 gennaio
1958, fase. ?Alicata Mario?, lettera di R. Bianchi Bandinelli inviata ad Alicata responsabi
le della commissione cult?rale del Pci, datata 25 febbraio 1957, p. 2.

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551 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

to, collocato solo all'interno del comitato d'onore, il 3 luglio risulta aver gia
aderito'37; ma senza poi lasciare tracce, se non il suo nome in un elenco del
la voluminosa pubblicazione ufficiale degli atti138, quand'anche da altri e se
pur velocemente furono toccati <<i problemi relativi alla religione>>139, a <<lo
studio del folklore>>40, sfiorando il tema della <<religione popolare>>''.
De Martino appariva nell'elenco dei presenti alla riunione del 18 ottobre 1957
sul tema L'Unione Sovietica dopo il XX Congresso, che Franco Ferri allego a
una lettera indirizzata il giorno successivo a Luigi Longo, presso la direzio
ne del Pci142; cosi anche in quello dei <<compagni invitati al dibattito
sull"'Unita Socialista" - Relatore il comp. Giorgio Amendola>> del 29 gen
naio 1958143. Ancor di piu la natura del convegno di studio su Marxismo e so
ciologia lascerebbe immaginare una sua attivita che, pero, non si rileva ne dai
verbali della discussione svolta a Roma tra il 18 e il 19 aprile 1959 da Lucio
Colletti, Tullio Seppilli e Mario Spinella'4 , ne in due elenchi degli invitati'45.
Quando sara fondata la rivista <<Studi Storici>>, edita dall'Istituto Gramsci,
salvo per una breve recensione del 1961 sul tema delle Rivoluzioni anticolo
niali e culti millenaristici, egli ne restera in disparte 4<.

137 Ivi, fase. ?Documenti?, lettera non firmata del 3 luglio 1957 intestata ?Istituto Gram
sci? e da indirizzare ?A tutti i membri del C Direttivo?. Di de Martino si dice che aveva
?risposto in senso positivo? all'invito; e ?accettato di far parte del Comitato d'Onore?,
come si legge in un'altra lettera che, in quello stesso giorno, Bianchi Bandinelli rivolse a
Roberto Cessi (ivi, fase. ?Cessi Roberto?). Sui vari problemi riguardanti le adesioni al con
vegno si veda A. Vittoria, Togliatti e gli intellettuali, cit., p. 133.
138 Istituto Antonio Gramsci, Studi gramsciani. Atti del convegno tenuto a Roma nei giorni
11-13 gennaio 1958, Roma, 1958, p. VII.
139 Ivi, intervento di Cesare Luporini a p. 41 e a pp. 464-466.
140 Ivi, intervento di Raimondo Manelli, Note sulla poes?a dialettale ternana, p. 187.
141 Ivi, intervento di Angiola Massucco Costa, Aspetti sociologici del pensiero gramsciano, p.
203.
142 IG, b. 39, cit., fase. ?1957?, sottofasc. ?Io dibattito "L'Unione Sovi?tica dopo il XX
Congresso" Longo 18 ott. '57?. L'elenco in ordine alfab?tico ? dattiloscritto e su carta ve
lina. Il nome di de Martino figura accompagnato da una crocetta.
143 Ivi, sottofasc. ?Unit? Socialista. Giorgio Amendola 29.1.58?. Nella b. 45, Attivit? varie
1959, fase. ?Convegni [illeggibile]?, sottofasc. ?B - Incontri - dibattito? troviamo un al
tro elenco di nomi inserid in una tabella. Sulla riga di ?De Martino E.? vi ? una crocetta
segnata nella colonna numero ?4? dove ?Amendola? (nella corrispondente riga) risulta es
sere il ?Re?.[atore]?. E probabile che questo documento si riferisca al suddetto dibattito
del gennaio 1958.
144 IG, b. 70, Marxismo e sociolog?a 18-19 aprile 1959. Ho consultato i dattiloscritti delle
trascrizioni degli interventi rilegati e le var?e relazioni.
145 IG, b. 45, Attivit? varie 1959, fase. ?Convegno Marxismo e sociolog?a 18-19 aprile '59?.
Un primo elenco di 4 fogli dattiloscritti ed un altro blocco di 5 fogli non numerati.
146 E. de Martino, Rivoluzloni anticoloniali e culti millenaristici, in ?Studi Storici?, II, 1961,
n. 2, p. 417-420, nella rubrica ?Cronache bibliografiche?.

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552 Valerio Salvatore Severino

A piu riprese, in campo storiografico, si e venuto cronologicamente collocan


do il voluto o subito distacco dal Pci. Le notizie in merito, non tutte concor
danti, esitano a precisare il momento in cui, forse con altrettanta esitazione,
de Martino maturava nuove idee sui rapporti tra intellettuali e partito, dando
modo, a chi lo giudicasse, di avvertirne i cambiamenti. In questo senso, nel
l'estate 1958 e in occasione del prestigioso premio letterario Viareggio, al re
dattore del <<Contemporaneo>> pote sembrare che, nell'opera candidata e vin
citrice Morte e pianto rituale, egli ?avesse almeno in parte rinunciato alla sua
concezione della milizia intellettuale>>?7. Ne immaginiamo il perche, ma non
senza coglierne la stonatura, quanto meno rispetto al giudizio che de Martino
stesso, l'anno seguente, avrebbe pronunciato contro i ?limiti della cosiddetta
cultura di sinistra dell'ultimo decennio, troppo letteraria e velleitariamente po
litica per essere riformatrice e responsabile>>'8: in questi termini si espresse a
una riunione organizzata in vista della cosiddetta <<Conferenza intellettuali>>
che il 6 e il 7 giugno 1959 riuni a Firenze diverse personalita per iniziativa del
le maggiori riviste italiane quali <<I Contemporaneo>>, <I1 Pensiero critico>>, <?I
Ponte>>, <<Nuovi argomenti>>, <<Officina>>, <<Ulisse>>.
Un rimprovero, quindi, per non aver assunto un carattere seriamente politi
co nella riforma che, culturalmente, la sinistra avrebbe dovuto in questo
modo avviare. Ricaviamo quest'ultima considerazione da un documento, per
altro, privo di problemi che il nostro non abbia gia abbondantemente e pub
blicamente formulato. In effetti e di nuovo, egli affermava ?la responsabilita
dello scrittore di fronte alla clericalizzazione della cultura nazionale, l'esi
genza di un nuovo umanesimo e di un nuovo laicismo, e la importanza at
tuale di una coscienza storico-religiosa degli italiani>>; ma questa volta, pre
sentendo che, in quella sede, non si volesse ?toccare deliberatamente questo
punto per ragioni di prudenza>>. Sfiducia, quindi, ma anche intransigenza
quando egli non esclude ?di poter trattare il tema ?religione e cultura na
zionale>>>>, nel ?caso che venisse accolta questa>> sua <<istanza? 49. Siamo alla
fine degli anni Cinquanta e a queste parole facevano riscontro quelle di Sa
linari, intervenuto in conclusione, contro il pericolo da cui quel dibattito

147 R. Dal Sasso, Premio Viareggio 1958, in ?Il Contempor?neo?, 1958, agosto-settembre,
pp. 81-82. L'autore bada ?all'assenza e alla non verificazione di posizioni tendenzialmen
te, almeno, rivoluzionarie, che affidavano, in ultima istanza, alla realizzazione del sociali
smo il completo e aut?nomo affiorare all'umanesimo degli strati popolari anche pi? arre
trati? (ivi, p. 81).
148 Suggestivo ? aver trovato presso la Fondazione Istituto Gramsci il verbale di questa di
scussione tra le Carte Togliatti, Corrispondenza, Carte personali, sezione ?Singoli? del rela
tivo inventario ?carte scrivania?, alla voce ?De Martino Ernesto. Firenze 1959. Per inter
vento a conferenza degli intellettuali? ed in riferimento alla sezione ?Regioni e province?:
?Firenze - 0175?, owero ?1959. Verbale conferenza intellettuali - dattiloscritto?.
149 Ibidem.

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553 Ernesto de Martino nel Pci degli anni Cinquanta

avrebbe dovuto premunirsi; affinche, cioe, si evitasse di dar sfogo alla <<de
lusione per la rivoluzione mancata o, se si preferisce, per la resistenza tradi
150
ta>>?. Salinari si rivolgeva a Guido Piovene, Eugenio Garin, Pier Paolo Pa
solini e altri, come appunto de Martino che, in seguito, pur figurando aver
in precedenza mandato la sua adesione, non partecipera al convegno151.

150 Ivi, alla voce ?Salinari Carlo. Firenze 1959? con lo stesso rinvio al suddetto verbale del
la ?conferenza intellettuali?.
151 Nella rubrica ?Ritrovo?, Scrittori italiani a convegno, in ?Il Ponte?, 1959, fase. VI, p.
883.

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