“La resistenza vista dallo sguardo di un bambino” è un racconto scritto da Italo
Calvino tratto dal libro “il sentiero dei nidi di ragno”. La vicenda si svolge in Italia durante l'ultima fase della seconda guerra mondiale quando il popolo si trova diviso fascisti e partigiani. Il protagonista è Pin un giovane orfano che vive con la sorella Nera che facendo la prostituta non si occupa di lui e quindi il ragazzo passa le sue giornate in compagnia degli adulti soprattutto nell’osteria. Nonostante trovi gli adulti incomprensibili e contraddittori segue comunque i loro discorsi per essere trattato alla pari. Gli viene chiesto di rubare una pistola a un marinaio tedesco cliente di Nera per essere considerato uno di loro. L’azione comincia con Pin che entra in osteria dopo aver rubato la pistola sperando di esser guardato con ammirazione ma si accorge dell'assenza del capo partigiano organizzatore della lotta armata contro i fascisti. Quando chiede sue notizie viene ignorato e lo informano che non vogliono compromettersi con quelli del comitato e che preferiscono fare gap da soli ma mostrando che sono della loro. Miscel ancora ignaro della pistola nella giacchetta del giovane gli spiega che non vale la pena rischiare per una pistola antica e pesante. Pin e’ arrabbiato e non vuole più dare l’arma ai grandi perché sono una razza traditrice e cambiano sempre idea quindi non ci si puo fidare. Vorrebbe piangere ma comincia ad urlare e dire parolacce. Decide di tenersi la pistola senza dire niente per fare in modo che tutti lo obbediscano. Lo nasconde nel bosco dove nidificano i ragni e al ritorno viene arrestato e condotto al comando tedesco con altre persone tra cui Miscel. Viene interrogato sul perché avesse in mano il cinturino e si ricorda del francese che gli aveva detto di non dire nulla su di loro. Pin risponde solo di averlo trovato senza aggiungere altro e l’ufficiale gli da’ una frustrata alla guancia e conduce fuori la sorella. Pin racconta di averlo preso per sparare ad un gatto e per poi ridarla e viene colpito di nuovo. Inizia a piangere e urlare e risponde con storie inverosimili. Dice di averla nascosta nelle tane dei ragni ma i tedeschi non sanno dove si trovi e il ragazzo non vuole intendere con loro. Continua a piangere mentre lo picchiano e decide di non voler tradire i suoi veri compagni dell’osteria e prova ammirazione verso di loro perché sono nemici dei tedeschi. Non vogliono che le persone a cause del baccanos coprano che stanno picchiando un bambino e quindi fermano l’interrogatorio. Tutti, persino sua sorella cercano di tranquillizzarlo e alla fine viene condotto in prigione e il giorno dopo lo aspettava un altro interrogatorio. Sulla porta incontra Michel che gli dice di stare andando a casa e gli informa di aver fatto domanda per la formazione armata di tedeschi per i vantaggi e lo stipendio alto. Questo racconto tratta dell’incoerenza degli adulti e le loro contraddizioni, il protagonista non capisce perché dicano una cosa per poi smentirla come l’importanza della pistola che una volta rubata perde il suo valore. Nel comando tedesco non vuole tradire i suoi unici amici dell’osteria. Ma quando incontra l’amico Michel rimane deluso dalla sua decisione di unirsi ai fascisti quando era proprio lui colui che lo avevo spinto a rubare l’arma e rimanere muto sull’esistenza della gap davanti all’ufficiale. Pin sapeva di aver bisogno dell’attenzione e l’affetto degli adulti dell’osteria, un bisogno forse causato dalla mancanza di genitori e supporto nella sua vita e nonostante trovasse gli adulti incomprensibili e contraddittori seguiva comunque i loro discorsi per essere trattato alla pari ma dopo la confessione del francese si sente tradito e deluso dalle uniche persone che ammirava per essere contro i fascisti, una situazione che ormai era cambiata per motivi che lui ancora non comprendeva.