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Arte romanica in Italia

“San Marco a Venezia” -> chiesa rivestita di marmi, con guglie che sembrerebbe più tardo gotica e non
romanica. San Marco ha più costruzioni e quello che da la forma principale è la chiesa costruita nel 1063. La
prima San Marco era di età carolingia, poi ricostruita nell’XI secolo, sotto il doge Contarini. Basilica connessa
direttamente a Palazzo Ducale, quindi esempio di Cappella Palatina. Modello è la “Chiesa dei Dodici
Apostoli” a Costantinopoli. Ha cinque cupole. Strettissimi legami tra Impero d’Oriente e la Serenissima.
Chiesa a croce con un transetto più breve del corpo longitudinale. Ha tre absidi orientati, sono semicircolari
all’interno, quadrangolari le due esterne e quella centrale ottagonale. Cinque cupole con volte a botte e un
atrio, costruito però successivamente. Divisione fatta con grandi pilastri e colonne. Inizialmente una
facciata in muratura che archi e nicchie, che riprende molto la tipologia architettoniche delle chiese di
Costantinopoli. Anche le absidi sono in pietre con strutture simili a San Michele a Pavia, con struttura a due
piani, presenza di cornici su un paramento murario semplice con uso di mattoni a spina di pesce sulle mini-
cupole. La cripta è ancora romanica, paragonabile ad altre chiese romaniche occidentali. Cripta in Oriente
non venivano costruite. Caratteristica maestranza contariniana nell’uso dei mattoni a spina di pesce.

“Santa Maria Assunta” a Jesolo che già nell’Ottocento era distrutta, con tre absidi. Sempre utlizzo di
mattoni a spina di pesce. Presente anche a “Santa Sofia” a Padova costruita negli ultimi anni dell’XI secolo,
sempre dalla maestranza contariniana. I modelli possono essere diversi. A San Marco ci sono due piani con
tribune. Grandi pilastri quadripartiti e si aprono sulla navata centrale. Gli arconi sorreggono pennacchi e
cupole finestrate. Coperta di marmi preziosi. Presenza di capitelli fatti con la pietra scavato lasciando
intravedere i motivi decorativi. Capitelli incisi in modo tale da disegnare delle decorazioni, tecnica a niello.
Decorazioni riempiti da ossido di piombo. Capitelli molto simili al mondo bizantino. San Marco ha una
grande esposizione di mosaici prodotti dall’XI al XVI secolo. Mosaico-> alterazione delle opere delle muse.
Tecnica decorativa costruita attraverso tessere musive applicate su superficie solida, con cemento o
mastice. Mosaici pavimentali o parietali. Utlizzo dell’oro perché aiuta la diffusione della luce, ma ha anche
una valenza simbolica: natura incorporea dello spirito e restituisce vita alle figure. Tessere posto
sull’arriccio, area di base di calce, malta e marmo polverizzato. Ultimo strato viene fatto il disegno e poi
inserite le tessere. Si inzia dall’alto verso il basso, prima le figure principali e poi le secondarie. Importante
decidere come inclinare le tessere. I mosaici più antichi sono quelli dal portale interno e abside. Cupola
dell’ascensione, Cristo che ascende al cielo. In cerchio la Madonna, gli Apostoli e due angeli. Apostoli sono
in movimento, guardano verso l’alto. Livello ancora esterno la rappresentazione delle virtù, legame romano
(= aiuto di maestranze orientali). In altri mosaici si ha una maggiore gradualità di colori, figure più
tridimensionali. I volti sono più arrotondati, con maggiore realismo che abbandona il modello romanico,
infatti sono di epoche diverse. 1200 aggiunta atrio con mosaici in oro-> Venezia sconfigge Costantinopoli.
Mosaici raccontano anche la storia della basilica con alcune leggende, come “preghiera per il ritrovamento
del corpo di San Marco”. XII decorazione della navata centrale.

Basilica è documento dell’uso della spoglia-> a Costantinopoli saccheggiano la città portando a Venezia
opere artistiche, ad esempio la “Statua dei Tetrarchi” e lo mettono nella Basilica. Questa statua viene dalla
Turchia, perché a Istanbul si trova un frammento di quella statua. Tesori che uniscono il gusto per oggetti
fatti a Bisanzio che poi coprono con un’opera fatta dai Veneziani

“Sant’Ambrogio” -> facciata a capanna con archi e quadriportico. Chiesa a tre navate a campate a crociera,
più grandi nella navata centrale, rapporto di 2:1. Sostegni sono a ritmo alternato, un pilastro grande e uno
piccolo. Sotto il presbiterio c’è la cripta. Chiesa di origine paleocristiana, continua la sua fortuna in età
ottoniana. In età romanica, autonomia della città, si comicia a dare un grande valore alla basilica. Si
conserva solo la parte absidale. Due torri, una bassa dei monaci, e una più alta di stile romanica, torre dei
canonici. C’è il tiburio, che copre la cupola, articolato in nicchie. Attento studio per lo scaricamento del peso
delle volte. Capitalli decorati di flora e fauna.
“Duomo di Modena” dedicato a San Giminiano. Chiesa voluta dalla cittadinanza, posta sulla via Francigena,
passaggio per i pellegrini. Strutturata tramite loggietta percorribile ad archi, impostate su semicolonne.
Parte dall’abside e gira per tutta la chiesa, fino alla facciata. rchitetto lodato sulla piastra sull’abside. Fa
riflettere ciò che c’è all’esterno all’interno. Le arcatelle esterne si ripetono nella parte intera. Ma sono solo
trifore, no matroneo. Volte costruite successivamente a sesto acuto. Tardo anche il rosone della facciata.
ha cripta e uso del pontile per salire sull’altare. Ornata da sculture fatte da Wiligelmo, cui lascia
testimonianza di sé con una lastra. XI-XII secolo aumentano le testimonianze degli artisti, che riconoscono
ciò che costruiscono. Sequenza di lastre dell’Antico Testamento. Lastre ai lati del portale centrale e sopra le
porte laterali. Quelle porte aggiunte dopo, quindi prima stavano ad altezza uomo. Genette funerari scolpiti
in epoca romana, ma si potevano rivedere nella sculture antiche pagane. Recupero naturalismo dei corpi.
Altri soggetti a Modena, nei portali minori storie dei mesi e in una lunetta abbiamo storie dei cavalieri della
tavola rotonda.

“Abbazia di San Zeno” a Verona con protiro costruito da Nicolò, con portale maggiore con battenti lignei e
formelle bronzee.

“Montecassino e la sua Abbazia”-> oggi è ricostruita dopo bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale,
ma ci sono molte fonti scritte con descrizioni. Modello seguito da grandi chiese di Cluny. Atrio, tre navate e
transetto, molto simile a San Pietro. Aveva molte proprietà, come la chiesa di Sant’Angelo di Formis a
Capua, con la stessa struttura. Ricca di pitture con soggetto Abate Desiderio, colui che costruì
Montecassino, e il Giudizio Universale. Navate minori storie Antico Testamento

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