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ll sistema solare ha iniziato a formarsi 4,6 miliardi di anni fa da una nube


fredda di polveri e gas (chiamata ' nebulosa solare ') che si estendeva in uno
spazio molto più vasto rispetto all'attuale sistema solare. La
nebulosa solare era composta perlopiù da idrogeno ed elio allo stato
gassoso e da grani di polvere.
Secondo la teoria nebulare di Kant e Laplace, il Sistema Solare ha avuto
origine da una nebulosa che inizialmente ruotava su se stessa. In seguito,
grazie all’effetto della forza di gravità, questa nube avrebbe iniziato a
contrarsi aumentando la sua velocità di rotazione fino ad assumere una
forma appiattita. Per mezzo dell’azione della forza centrifuga, dalla massa
centrale si sarebbero poi separati e allontanati degli anelli di materiale
gassoso che, una volta condensati, avrebbero dato origine a pianeti e
satelliti.
Jeans propose una nuova teoria, nota come teoria catastrofica, secondo la
quale ci sarebbe stato un incontro ravvicinato tra il Sole ed un’altra stella,
provocando una violenta onda di marea. Da tale evento si sarebbe
verificata un’estrazione di materia dalla massa solare con conseguente
formazione dei pianeti. Questa teoria non fu però considerata attendibile in
quanto il materiale espulso dalla massa solare nello spazio si sarebbe
disperso e non condensato per formare i pianeti.
Al giorno d’oggi è, invece, considerata accettabile la teoria
dell’accumulazione, secondo la quale il Sole e gli altri corpi del Sistema
Solare si formarono contemporaneamente all’interno di una nube
primordiale ricca di idrogeno, elio e polveri cosmiche. La nebulosa
primordiale, dotata di un lento moto di rotazione su se stessa, avrebbe
quindi iniziato a contrarsi circa 5 miliardi di anni fa e sotto la spinta della
forza gravitazionale avrebbe iniziato a collassare su se stessa, assumendo
la forma di un disco appiattito. Al centro di questo disco si sarebbe
accumulata la maggior parte della materia originaria mentre la materia
residua si sarebbe condensata intorno dando origine ad una serie di anelli
periferici in rotazione. Il collasso gravitazionale della zona centrale, più
densa e calda, avrebbe quindi portato alla formazione del Sole mentre negli
anelli periferici, più freddi e meno densi, in seguito all’accumulazione e
condensazione di polveri e gas, si sarebbero formati i pianeti. 
Il Sole è una sfera di gas concentrato ad elevate temperature. La superficie visibile è
soltanto lo strato più esterno della stella, che comunemente viene chiamata
"atmosfera solare “. Tra il nucleo e la superficie esterna sono presenti una serie di
fasce intermedie, ciascuna con le sue caratteristiche tra le quali possiamo trovare :
La zona di radiazione (o zona radiattiva) è la parte interna del Sole che avvolge il
nucleo centrale. In questa zona l'energia è composta prevalentemente da raggi
gamma. La zona di convezione (o zona convettiva) è, invece, la fascia intermedia
all'interno del Sole. La zona di convenzione rappresenta circa 1/3 del raggio solare.
La fotosfera è lo strato più esterno del sole, a cui segue lo strato dell'atmosfera
solare, composta a sua volta dallo strato della cromosfera e dalla corona solare.
Invece la struttura interna è uno strato irregolare di gas rarefatto ed
incandescente conosciuto come cromosfera, caratterizzata da un colore
rossastro a causa degli atomi di idrogeno che a basse pressioni emettono
radiazioni colorate.
L’ultimo strato del Sole è la corona solare, una regione non ben delimitata,
costituita da gas ionizzati distribuiti in modo irregolare e da zone prive di
gas dette buchi coronali. A causa delle altissime temperature che
caratterizzano la corona, i protoni e gli elettroni presenti nei gas ionizzati,
per sfuggire all’attrazione gravitazionale del Sole, originano dei flussi in
tutte le direzioni dello spazio: questo fenomeno è noto come vento solare.
La corona solare e la cromosfera costituiscono l’atmosfera esterna del Sole.  

Una tempesta solare è un disturbo della magnetosfera terrestre, di carattere


temporaneo, causato dall'attività solare.
Durante una tempesta solare il Sole produce forti emissioni di materia dalla
sua corona che generano un forte vento solare, le cui particelle ad alta
energia vanno ad impattare il campo magnetico terrestre dalle 24 alle 36 ore
successive all'espulsione di massa coronale.
Ciò accade soltanto qualora le particelle del vento solare viaggino in
direzione della Terra. La pressione del vento solare cambia in funzione
dell'attività solare e tali cambiamenti modificano le correnti elettriche presenti
nella ionosfera. Le tempeste magnetiche generalmente durano dalle 24 alle
48 ore, anche se alcune possono durare per diversi giorni.
[1]
Nel 1989, una tempesta elettromagnetica si verificò sui cieli del Québec ,
causando un'aurora boreale visibile fino in Texas.

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