di SICRAM, 2021
Fin dalle epoche più antiche e nella maggior parte delle culture, come si è
visto, l'idea di questo gruppo di stelle viene associato al numero 7; per poterne
osservare più di sei occorre però in realtà un cielo molto buio e limpido e una
buona vista. In accordo con questo fatto vi sono testimonianze del passato che
si riferiscono ad un numero diverso di stelle componenti.
Il più antico testo in lingua volgare di cosmologia noto, "La composizione del
Mondo" di Restoro d'Arezzo, del 1282, si riferisce ripetutamente alle Pleiadi
come ad un insieme di sei stelle.
Mentre Ovidio afferma che "Quae septem dici, sex tamen esse solent" (le quali
si dice siano sette, ma tuttavia sono solite essere sei), Tolomeo e Al-Sūfi
forniscono solamente le posizioni di quattro delle stelle dell'ammasso,
ignorando, stranamente, la
stella Alcyone, la più brillante
delle Pleiadi.
Al di là dei testi scientifici, è
da notare che presso i Greci
ricorreva il mito della
"Pleiade perduta": secondo la
tradizione greca, citata an-
che da Arato, si trattava di
Elettra, una delle sette so-
relle, che si diceva essere
velata in viso in segno di
lutto a causa della distru-
zione di Troia; un'altra tradi-
zione vuole che la Pleiade velata fosse Merope, vergognandosi di essere l'unica
delle sette ad aver sposato un mortale, il Re di Corinto.
Nell'immagine sopra, le Sette Sorelle, magistralmente dipinte da Elihu Vedder
nel 1885.
Un'ulteriore tradizione la identifica con Celaeno, che cadde fulminata. Un mito
simile esiste anche presso un gran numero di popoli sparsi per il mondo, come
quelli del Giappone, del Borneo, dell'Africa centrale e dell'Australia; ciò
potrebbe essere un'evidenza di un'eventuale variazione nella luminosità delle
componenti delle Pleiadi, che giustificherebbe anche la mancata citazione di
Alcyone da parte di Tolomeo ed Al-Sūfi.
Giovan Battista Odierna, all'inizio del suo "De Admirandis Coeli Characteribus"
spiega come il dilemma del numero esatto delle componenti visibili sia un
problema avvertito da molti altri studiosi del passato; ricorda inoltre che chi ha
la vista acuta ne può identificare sette, mentre chi non è particolarmente
dotato può arrivare solo a cinque.
In Thailandia, le Pleiadi sono conosciute con il termine Dao Luk Kai (ดาวลลูกไกก),
da un racconto popolare thailandese. La storia narra che una povera coppia di
anziani che viveva in un bosco aveva allevato una famiglia di galline: una
chioccia e i suoi sei (o sette) pulcini. Un giorno un monaco arrivò a casa della
coppia durante il suo viaggio in Dhutanga. Preoccupati di non avere cibo adatto
da offrirgli, la coppia di anziani ha pensato di cucinare la chioccia. La gallina ha
sentito la conversazione e si è precipitata di nuovo al pollaio per salutare i suoi
figli. Disse loro di prendersi cura di se stessi e che la sua morte avrebbe
ripagato la gentilezza della coppia di anziani, che si era presa cura di tutti loro
per così tanto tempo. Mentre le piume della chioccia venivano bruciate sula
brace, i pulcini si gettarono nel fuoco per morire insieme alla madre. La
divinità, colpita e in ricordo del loro amore, immortalò i sette polli come le
stelle delle Pleiadi. Nei racconti della storia in cui c'erano solo sei pulcini, la
madre è inclusa, ma spesso la tradizione include solo i sette pulcini. Ancora
una volta l'incertezza tra sei o sette.
Le sette stelle nominate nel capitolo precedente rappresentano per i Pleiadiani
quelle effettive attorno alle quali ruotano i loro pianeti d'origine. Questo popolo
non considera le altre stelle come parte del loro universo per vari motivi
(lontananza dalle stelle maggiori, altre razze presenti, ecc). Di conseguenza,
anche io mi atterrò a questa realtà:
TAYGETA, MAYA, ELECTRA, MEROPE, ALCYONE, ATLAS E PLEIONE.
3 – Stelle e pianeti
I pianeti abitati e abitabili che ruotano attorno alle sette stelle ospitano le più
innumerevoli forme di vita animale e vegetale, alcune piuttosto simili, altre
completamente diverse da quelle terrestri e completamente impensabili alle
nostre latitudini, se non in ottica fantasy o mitologica. Da alberi che possono
raggiungere alcune centinaia di metri in altezza, ad animali di enormi
dimensioni che possono spiccare il volo senza ali, la biodiversità è una
prerogativa dei pianeti pleiadiani.
Alcune specie animali sono molto simili a quelle terrestri. Sul pianeta LAK, ad
esempio, vivono colonie di animali paragonabili alla nostra specie canina, nelle
più svariate razze.
Nei cieli di BI e MURAKI volano uccelli molto simili alle nostre acquile.
Con il nettare di un frutto dolce simile alla nostra uva si produce su PANGEAN e
su GOAM dell'ottimo vino.
Anche la birra, prodotta con gli equivalenti del nostro malto e luppolo, è molto
comune in quasi tutti i 17 pianeti abitati.
Abbondano latte e formaggi ai quali ci si abitua facilmente. Grano, cereali e
verdure di ogni tipo crescono anch'essi in abbondanza.
5 - Il popolo pleiadiano
TOKHI
Astronave madre.
Si tratta del fiore all'occhiello della flotta. Un'autentica città volante del
diametro di quasi sette chilometri, che può ospitare poco meno di un milione di
persone ed è completamente attrezzata per missioni della durata di decine di
anni, senza necessità di intevento esterno alcuno.
Dalla Passeggiata, che si trova sul punto di massima estensione della nave, la
parte inferiore è notevolmente più accentuata in verticale rispetto alla parte
superiore del disco. La sola zona cargo copre la metà della parte inferiore. Nel
riquadro seguente riporto una sezione della nave, suddivisa per zone utili.
L'astronave conta 53 ponti (SITEYA). Ogni ponte è suddiviso in sezioni di vario
genere, contrassegnate da una lettera e un numero.
BAKHI
Astronave media.
– Viaggi interstellari (curvatura quantistica spazio-tempo) e interplanetari
– Diametro di 1'356 metri
– Fino a circa 18'500 persone (umanoidi) tra equipaggio e ospiti
– Trasporta nella zona cargo le navette ATKHI e RUKHI e i droni MEKHI
– Teletrasporto
– Scudo divensivo globale
– Armi difensive e offensive
– Passeggiata di circa 4'258 metri
ATKHI
Nave spaziale e da manovre in atmosfera.
– Viaggi planetari e manovre in condizione di atmosfera, atterraggi
– Diametro di 179 metri
– Fino a 40 persone d'equipaggio e 75 ospiti
– Trasporta nella zona cargo 7 droni MEKHI
– Teletrasporto
– Scudo difensivo globale
– Armi difensive e offensive
– Passeggiata di 562 metri
RUKHI
Voli suborbitali e in presenza di atmosfera.
– Ricognizioni a bassa altitudine e atterraggi
– Diametro di 18,4 metri
– Fino a 4 persone d'equipaggio e 3 ospiti
– Scudo difensivo globale
– Armi difensive
MEKHI
Drone senza equipaggio.
NUMERI
PTU = Numero
I numeri pleiadiani vanno dall'1 al 9. Lo 0 non esiste. Per indicare le decine, le
centinaia e le migliaia vengono utilizzate delle lettere dette moltiplicatori.
Regola:
PTU + [numero da 1 a nove] + ev. moltiplicatore + [numero da 1 a nove] ecc.
MOLTIPLICATORI:
– Nessuno = Unità (da 1 a 9)
– T = x 10
– TI = x 100
– TIT = x 1000
UNITA':
PTU + AMP = 1
IK = 2
DAN = 3
IM = 4
BAN = 5
DRA = 6
GHO = 7
UN = 8
DI = 9
Esempi: PTU DAN = 3
PTU UN = 8
DECINE:
PTU + Unità + T (+ eventuali unità)
Esempi: PTU AMPT = 10 (ossia 1 X 10)
PTU AMPTIK = 12 (ossia, 1 x 10 + 2)
PTU DANT = 30 (ossia, 3 x 10)
PTU GHOTUN = 78 (ossia, 7 x 10 + 8)
CENTINAIA:
PTU + Unità + TI + eventuali unità o decine
Esempi: PTU AMPTI = 100 (ossia 1 X 100)
PTU AMPTIIK = 102 (ossia, 1 x 100 + 2)
PTU AMPTIIKT = 120 (ossia, 1 X 100 + 20
PTU DANTIUNTDI = 389 (ossia, 3 x 100 + 80 + 9)
MIGLIAIA:
PTU + Unità + TIT + eventuali unità, decine o centinaia
Scomponiamo ad esempio il numero PTU AMPTITIKTIIMTUN come segue
PTU + AMPTIT + IKTI + IMT + UN e otteniamo:
Nr. 1'000 + 200 + 40 +8 (cioè 1'248).
Le unità vengono anche usate per definire la scala gerarchica del potere
costituito, come vediamo nel capitolo seguente.
GERARCHIE
COLORI
Principali colori:
– VOKHA AI = bianco (lett.: “colore pulito”)
– VOKHA TU = nero (lett.: “colore senza luce)
– VOKHA BI = rosso (lett.: “colore caldo”)
– VOKHA NUN = blu (lett.: “colore freddo”)
– VOKHA PHA = giallo (lett.: “colore stella”)
– VOKHA DHI = verde (lett.: “colore vita”)
– VOKHA THU = grigio (lett.: “colore miscuglio”)
PRONOMI PERSONALI
– PTHII GU = io / me
– PTHII AKHU = tu / te
– PTHII AKHUA = lui / lei
– PTHII ANDA DHU = noi
– PTHII ANDA DHUA = voi
– PTHII KHULU = loro
VERBI
Nel passato o nel futuro, si utilizzano rispettivamente gli avverbi di tempo MET
e BAT, da non confondere con BEMUH (passato), che è un sostantivo, o con
BEMIR (futuro), anch'esso sostantivo. MET e BAT vanno posti dopo il soggetto
e prima del verbo, secondo la formula seguente:
Pronome + MET/BAT + Verbo + Sostantivo
Esempi:
PTHII GU MET THIND NUKU NITIL = Sono andato a casa
PTHII AKHU BAT THIND NUKU NITIL = Andrai a casa
FRASI
SICRAM