Sei sulla pagina 1di 26

Pleiadi, Pleiadiani ed esseri umani terrestri

di SICRAM, 2021

“I figli di Dio sono dappertutto. A volte abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri


stessi fratelli.” Papa Giovanni XXIII, luglio 1961

1. LA COSTELLAZIONE DELLE PLEIADI


2. IL PROBLEMA DEL NUMERO DI ASTRI
3. STELLE E PIANETI
4. VITA ANIMALE E VEGETALE NELLE PLEIADI
5. IL POPOLO PLEIADIANO
6. LE ASTRONAVI
7. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E SOCIETA'
1 – La costellazione delle Pleiadi

Le Pleiadi sono un ammasso stellare aperto, visibile nella costellazione del


Toro. Questo ammasso (identificabile con la sigla M45 nel catalogo di Charles
Messier) si trova relativamente vicino a noi (circa 440 anni luce), a nord
dell'equatore celeste, nell'emisfero boreale, a circa 24°N di declinazione. Si
trova sufficientemente prossimo all'equatore celeste da risultare osservabile da
tutte le aree popolate della Terra, fino al circolo polare antartico. Queste stelle
dominano il cielo serale dalla metà dell'autunno all'inizio della primavera
nell'emisfero nord, mentre nell'emisfero sud rappresentano un oggetto tipico
del cielo estivo.
Con un semplice binocolo si ottiene
la visuale migliore: l'ammasso
appare completamente risolto in
stelle, le quali da otto diventano
alcune decine; si può inoltre notare
che molte di quelle che ad occhio
nudo sembravano stelle singole
appaiono ora disposte in coppia o
in piccoli gruppi.
La preminenza delle Pleiadi nel
cielo notturno (nel cielo invernale
nell'emisfero boreale e nel cielo
estivo nell'emisfero australe) le ha
rese importanti in molte culture.
Tra i Māori della Nuova Zelanda, le
Pleiadi sono chiamate Matariki e il loro sorgere ad oriente significa l'inizio del
nuovo anno (in giugno). Gli australiani aborigeni vedevano nelle Pleiadi una
donna che era stata quasi violentata da "Wadi Bira", l'uomo della Luna.
Alternativamente, erano per loro anche sette sorelle, chiamate le Makara.
Anche la mitologia greca vedeva in
questi astri Sette Sorelle, chiamate
con i nomi di Asterope, Merope,
Elettra, Maia, Taigete, Celeno e
Alcyone. Erano, secondo la mi-
tologia del momento, delle ninfe
delle montagne (Oreadi), le figlie
di Atlante e Pleione, anch'essi rap-
presentati da stelle nell'ammasso;
erano anche nipoti di Giapeto e
Climene, e sorelle delle Iadi, di
Calipso e Dione.
Non deve sorprendere il fatto che i nomi delle sette stelle principali, per noi ma
anche per gli stessi pleiadiani, rispecchiano ancora oggi quasi fedelmente quelli
mitologici. I Pleiadiani, infatti, visitano il nostro pianeta da tempi ben più
remoti di quelli dell'antica Grecia. In epoca lontana, ebbero a comunicare a
popolazioni antidiluviane i nomi delle loro sette stelle di maggiore importanza.
Questi nomi sono: TAYGETA, MAYA, ELECTRA, MEROPE, ALCYONE, ATLAS E
PLEIONE. Nel corso della storia, poi, ogni popolo li adattò alle peculiarità della
propria lingua e tradizione religiosa.
Il Disco di Nebra, un manufatto di bronzo del
1600 a.C. trovato nell'estate del 1999 a Nebra,
in Germania, è una delle più antiche rap-
presentazioni note del cosmo: in questo disco
le Pleiadi sono il terzo oggetto celeste chia-
ramente distinguibile dopo il Sole e la Luna, in
alto a destra.
Il sigillo di Mohenjo, infine (immagine a
destra) contiene, forse in modo più compatto
di ogni altro, ciò che possiamo raccontare delle
antiche credenze e tradizioni degli Indu.
Diversi segni di scrittura sono intervallati dalle
figure lungo la parte superiore del
sigillo e un unico segno è posto
alla base dell'albero. Questa scena
può rappresentare uno speciale
sacrificio rituale a una divinità con
sette figure in processione. La
guarnizione ha una borchia sca-
nalata e perforata e i bordi sono
usurati e arrotondati dall'uso ri-
petuto. Mostra una divinità con un
copricapo cornuto e braccialetti su
entrambe le braccia, in piedi su un
albero pipal (fico sacro), che
osserva dall'alto un adoratore
inginocchiato. Una testa umana
poggia su un piccolo sgabello. Un
ariete gigante e sette figure in
processione completano la narrazione. Le figure indossano un unico copricapo
piumato, braccialetti su entrambe le braccia e lunghe gonne. Parpola scrive di
queste figure: "Le Pleiadi occupano un posto di rilievo come madri o balie del
neonato in uno dei più antichi e centrali miti indù, quello della nascita del dio
della guerra Rudra/Skanda, che rappresenta evidentemente, tra le altre cose, il
sole nascente vittorioso (e come sole primaverile, il nuovo anno). Si dice che le
Pleiadi siano state le mogli dei sette saggi, che vengono identificati con le sette
stelle dell'Orsa Maggiore."
Le Pleiadi sono state citate anche da Omero e Tolomeo.
Tra i primi riferimenti conosciuti in un'opera letteraria, c'è una citazione delle
Pleiadi in Esiodo, nel poema “Le opere e i giorni”, risalente circa all'VIII secolo
A.C.. Omero le menziona nell'Iliade e nell'Odissea. Anche nella Bibbia, in
particolare nell'Antico Testamento, compaiono dei riferimenti ad esse.
Nella mitologia romana le Pleiadi corrispondono alle Vergilie. Simonide cantava
di una “Maiados oureias” dagli amabili occhi neri e poiché erano figlie di Atlante
venivano chiamate anche Atlantidi. Pleiadi (peleiades) significa "colombe"
oppure secondo un'altra versione l'origine del nome è legato al termine "plein"
(navigare) e questo perché le stelle venivano utilizzate come riferimento dai
naviganti.
In Giappone, le Pleiadi sono conosciute
come Subaru, parola ben conosciuta anche
in Occidente, grazie alla nota casa auto-
mobilistica (che infatti nel suo logo riporta
appunto la stilizzazione delle Pleiadi in
versione sei stelle), ma di cui molti igno-
rano il vero significato.
Da quando si scoprì che le stelle sono corpi
celesti simili al Sole, si iniziò a ipotizzare
che alcune stelle fossero in qualche modo
legate fra loro, grazie allo studio del moto proprio e con la determinazione
scientifica delle distanze degli astri. Divenne presto chiaro che le stelle
maggiori delle Pleiadi sono effettivamente legate gravitazionalmente fra loro e
che hanno persino un'origine e caratteristiche comuni.
2 - Il problema del numero di astri

Fin dalle epoche più antiche e nella maggior parte delle culture, come si è
visto, l'idea di questo gruppo di stelle viene associato al numero 7; per poterne
osservare più di sei occorre però in realtà un cielo molto buio e limpido e una
buona vista. In accordo con questo fatto vi sono testimonianze del passato che
si riferiscono ad un numero diverso di stelle componenti.
Il più antico testo in lingua volgare di cosmologia noto, "La composizione del
Mondo" di Restoro d'Arezzo, del 1282, si riferisce ripetutamente alle Pleiadi
come ad un insieme di sei stelle.
Mentre Ovidio afferma che "Quae septem dici, sex tamen esse solent" (le quali
si dice siano sette, ma tuttavia sono solite essere sei), Tolomeo e Al-Sūfi
forniscono solamente le posizioni di quattro delle stelle dell'ammasso,
ignorando, stranamente, la
stella Alcyone, la più brillante
delle Pleiadi.
Al di là dei testi scientifici, è
da notare che presso i Greci
ricorreva il mito della
"Pleiade perduta": secondo la
tradizione greca, citata an-
che da Arato, si trattava di
Elettra, una delle sette so-
relle, che si diceva essere
velata in viso in segno di
lutto a causa della distru-
zione di Troia; un'altra tradi-
zione vuole che la Pleiade velata fosse Merope, vergognandosi di essere l'unica
delle sette ad aver sposato un mortale, il Re di Corinto.
Nell'immagine sopra, le Sette Sorelle, magistralmente dipinte da Elihu Vedder
nel 1885.
Un'ulteriore tradizione la identifica con Celaeno, che cadde fulminata. Un mito
simile esiste anche presso un gran numero di popoli sparsi per il mondo, come
quelli del Giappone, del Borneo, dell'Africa centrale e dell'Australia; ciò
potrebbe essere un'evidenza di un'eventuale variazione nella luminosità delle
componenti delle Pleiadi, che giustificherebbe anche la mancata citazione di
Alcyone da parte di Tolomeo ed Al-Sūfi.
Giovan Battista Odierna, all'inizio del suo "De Admirandis Coeli Characteribus"
spiega come il dilemma del numero esatto delle componenti visibili sia un
problema avvertito da molti altri studiosi del passato; ricorda inoltre che chi ha
la vista acuta ne può identificare sette, mentre chi non è particolarmente
dotato può arrivare solo a cinque.

In Thailandia, le Pleiadi sono conosciute con il termine Dao Luk Kai (ดาวลลูกไกก),
da un racconto popolare thailandese. La storia narra che una povera coppia di
anziani che viveva in un bosco aveva allevato una famiglia di galline: una
chioccia e i suoi sei (o sette) pulcini. Un giorno un monaco arrivò a casa della
coppia durante il suo viaggio in Dhutanga. Preoccupati di non avere cibo adatto
da offrirgli, la coppia di anziani ha pensato di cucinare la chioccia. La gallina ha
sentito la conversazione e si è precipitata di nuovo al pollaio per salutare i suoi
figli. Disse loro di prendersi cura di se stessi e che la sua morte avrebbe
ripagato la gentilezza della coppia di anziani, che si era presa cura di tutti loro
per così tanto tempo. Mentre le piume della chioccia venivano bruciate sula
brace, i pulcini si gettarono nel fuoco per morire insieme alla madre. La
divinità, colpita e in ricordo del loro amore, immortalò i sette polli come le
stelle delle Pleiadi. Nei racconti della storia in cui c'erano solo sei pulcini, la
madre è inclusa, ma spesso la tradizione include solo i sette pulcini. Ancora
una volta l'incertezza tra sei o sette.
Le sette stelle nominate nel capitolo precedente rappresentano per i Pleiadiani
quelle effettive attorno alle quali ruotano i loro pianeti d'origine. Questo popolo
non considera le altre stelle come parte del loro universo per vari motivi
(lontananza dalle stelle maggiori, altre razze presenti, ecc). Di conseguenza,
anche io mi atterrò a questa realtà:
TAYGETA, MAYA, ELECTRA, MEROPE, ALCYONE, ATLAS E PLEIONE.
3 – Stelle e pianeti

Vediamo ora le sette stelle ed i loro pianeti nel dettaglio.


Attorno alla stella TAYGETA ruotano quattro pianeti abitati, due abitabili ma
non ancora colonizzati e cinque inospitali per la vita naturale. I quattro pianeti
abitati sono AMALEK, ANTHYRIA, MURAKI e BANIK.
MAYA ospita tre pianeti abitati (KRON, RIKHA e SIRTAK), due abitabili ma non
ancora colonizzati e cinque inabitabili.
Attorno ad ELECTRA ruotano tre pianeti abitati (LAK, PANGEAN e THU),
quattro abitabili e sei inospitali.
Per MEROPE annoveriamo due pianeti abitati (BI e DINASH), tre abitabili e
cinque inospitali.
ALCYONE: due pianeti abitati (GOAM e LEIRA), due abitabili e cinque
inospitali.
La stella ATLAS ha un solo pianeta abitato (HUREMIL), quattro abitabili e nove
inospitali.
PLEIONE, infine, vede due pianeti abitati (DURKHIM e NEGLAM), due abitabili
e cinque non abitabili.

Complessivamente, le nostre sette sorelle ospitano 76 pianeti di varia tipologia.


4 - Vita animale e vegetale nelle Pleiadi

I pianeti abitati e abitabili che ruotano attorno alle sette stelle ospitano le più
innumerevoli forme di vita animale e vegetale, alcune piuttosto simili, altre
completamente diverse da quelle terrestri e completamente impensabili alle
nostre latitudini, se non in ottica fantasy o mitologica. Da alberi che possono
raggiungere alcune centinaia di metri in altezza, ad animali di enormi
dimensioni che possono spiccare il volo senza ali, la biodiversità è una
prerogativa dei pianeti pleiadiani.
Alcune specie animali sono molto simili a quelle terrestri. Sul pianeta LAK, ad
esempio, vivono colonie di animali paragonabili alla nostra specie canina, nelle
più svariate razze.
Nei cieli di BI e MURAKI volano uccelli molto simili alle nostre acquile.
Con il nettare di un frutto dolce simile alla nostra uva si produce su PANGEAN e
su GOAM dell'ottimo vino.
Anche la birra, prodotta con gli equivalenti del nostro malto e luppolo, è molto
comune in quasi tutti i 17 pianeti abitati.
Abbondano latte e formaggi ai quali ci si abitua facilmente. Grano, cereali e
verdure di ogni tipo crescono anch'essi in abbondanza.
5 - Il popolo pleiadiano

Identificare i Pleiadiani con caratteristiche univoche (come purtroppo molti


fanno) sarebbe inverosimile, vista la loro provenienza da pianeti che ruotano
attorno a stelle diverse, distanti anche decine di anni luce tra loro. Se già solo
sul pianeta Terra i vari popoli hanno aspetti tanto diversi (confrontiamo un
giapponese con un finlandese...), possiamo ben immaginare la varietà di razze
che compongono le popolazioni di svariati pianeti. Seppure con qualche
eccezione, ci viene comunque in aiuto il fatto che molti di coloro che hanno
visitato e visitano tutt'ora il nostro pianeta, hanno comunque un aspetto simile,
essendo per la maggior parte provenienti da quattro pianeti solamente,
orbitanti attorno a Taygeta, Maya e Pleione. Le scelte degli emissari vengono
infatti operate tra coloro che maggiormente assomigliano alla razza umana,
specialmente quella caucasica. A costoro mi riferisco dunque di seguito. Vi è
poi il fatto che - neanche tanto raramente - esseri umani terrestri hanno
partecipato a missioni a bordo di astronavi e navicelle pleiadiane. Quasi
sempre si è fatto capo a donne giovani, dalla pelle chiara e capelli biondi o
castani, come vedremo in seguito. Evidentemente, queste persone sono state
scambiate a loro volta per pleiadiane.
Anche chiamati “alieni nordici” o sem-
plicemente “nordici” per il loro aspetto, i
Pleiadiani sono creature extraterrestri tra
le più considerate nella storia antica e
recente. Hanno caratteristiche umanoidi,
tanto da risultare indistinguibili dagli
umani stessi. In particolare hanno una
pelle di colore dal bianco a un rosa chiaro;
occhi molto chiari di color ambra, verdi,
azzurri o albini leggermente allungati e
capelli bianchi, biondi o marrone chiaro.
Le differenze sono dovute come detto ai
diversi pianeti di origine. Di statura media
superiore alla nostra, la loro altezza varia
tra i 175 e i 205 cm. In casi più rari, si
raggiungono i 230 cm, in particolare tra le popolazioni di NEGLAM e RIKHA.
Molti sono sensibili ai raggi solari.
Nella maggior parte delle comunità pleiadiane, il sesso maschile risulta
leggermente preponderante rispetto a quello femminile, con un rapporto di 4 a
3, ma questa superiorità numerica non penalizza le donne, che occupano
spesso posti di comando ad alto livello. Sovente, i contatti e gli incontri con la
nostra gente vengono sostenuti da una Pleiadiana.
In passato i Pleiadiani sono stati spesso scambiati per entità divine, entrando
nell'immaginario collettivo in varie forme tra cui angeli, santi e messaggeri
divini, soprattutto per le loro “discese dall'alto dei cieli”. Scambiati spesso per
esseri spirituali, a motivo delle loro capacità telepatiche, sono invece esseri
viventi come noi, di carne e ossa, che nascono crescono e muoiono, anche se
sono notevolmente più longevi della nostra specie.
Il pianeta Terra non rappresenta un'esclusiva nelle attenzioni del popolo
pleiadiano, che al contrario, nel corso di centinaia di migliaia di anni ha visitato
buona parte della galassia. La loro presenza da decine di millenni alle nostre
latitudini ha lo scopo di osservare l'evoluzione e consigliare nelle situazioni
d'obbligo, piuttosto che colonizzare, invadere o modificare arbitrariamente
l'evoluzione dell'uomo. Quest'ultima prerogativa è invece intrinseca nelle
intenzioni di altre razze aliene, tra cui quella degli Anunnaki, con i quali i
Pleiadiani, a capo di una vera e propria federazione galattica che comprende
decine di altre razze, si sono a più riprese confrontati anche sopra i nostri cieli.
Le tradizioni antiche narrano di epiche battaglie combattute da navi volanti di
diverse fazioni; più di recente, i giornali dell'epoca hanno fedelmente riportato
gli scontri nei cieli di Norimberga (14 aprile 1561) e in quelli di Basilea (27-28
luglio e 7 agosto 1566).
A partire dal diciannovesimo secolo, la collaborazione degli emissari Pleiadiani
con esponenti di alcuni governi terrestri (selezionati sulla base delle loro
intenzioni), come pure di organizzazioni e singole persone, si è fatta via via più
intensa a motivo della negativa conformazione geopolitica ormai raggiunta
dalla nostra società dopo secoli di indottrinamento delle masse verso una
realtà di benessere apparente, che cela invece la perdita dei nostri valori
fondamentali e delle nostre reali capacità fisiche e sopratutto mentali in quanto
esseri senzienti. I Pleiadiani, in sostanza, ritengono (e a buona ragione) che
l'umanità sia giunta a un bivio in cui le scelte sono solo due: baratro o ascesa.
Quest'ultima strada può essere intrapresa solo quando la maggior parte degli
abitanti del nostro pianeta avrà compreso quanto è stata compromessa la
propria esistenza. Da qui, la necessità di un risveglio sistematico globale,
supervisionato dai nostri amici alieni. Evidentemente, dall'altra parte non
stanno a guardare. I pochi burattinai che gestiscono il vero potere
sovranazionale dispongono di enormi risorse finanziarie e tecnologiche,
controllano il flusso di informazione ufficiale che giunge quotidianamente ai
nostri occhi e alle nostre orecchie, e con ciò creano costantemente le false
narrative che ci spingono dall'altra parte.
Negli anni recenti, il caso dello
svizzero Eduard Albert Billy Meier
ha destato non poco interesse.
L'incredibile esperienza di Meier
comincia in tenera età, nel 1942,
quando Billy aveva solo 5 anni, e
su cui ora non mi soffermo. Ma il
periodo più interessante è da
inquadrarsi tra la metà degli anni
'70 e gli anni 80, quando i con-
tatti si fanno quasi regolari.
L'immagine a fianco riproduce
uno dei tanti incontri di Meier con
esseri pleiadiani. Nel dipinto, una
giovane donna bionda gli va incontro all'esterno di una navetta RUKHI,
abbastanza ben rappresentata, nonostante le dimensioni un po' ridotte.
Meier sostenne che la donna si chiamasse Semjase, e fosse proveniente da un
pianeta di nome Erra, facente parte di un sistema solare chiamato Plejaren. Il
nome corretto del pianeta è Herra, mentre la stella Plejaren è una di quelle
visibili solo con un buon binocolo o telescopio, e si trova a circa 4 anni-luce da
Pleione. In effetti, i suoi abitanti fanno parte della federazione.
Nonostante vari debunkers si siano prodigati negli anni ad annoverare come
fake l'esperienza di Meier, gli innumerevoli esami forensi compiuti nei decenni
sull'abbondante materiale audio, foto e video a disposizione hanno sempre,
unanimemente, confermato l'autenticità dello stesso. Alcuni di questi esami
sono recentissimi e sono stati eseguiti con le più moderne tecniche.
Le osservazioni non invasive dei Pleiadiani sul cammino dell'umanità,
distaccate dagli occhi degli esseri umani, sono regolari e costanti nei millenni,
mentre i loro più concreti interventi pratici sono ciclici, e si verificano
solamente quando la situazione del particolare momento storico lo giustifica
senza alternative.
Come ai tempi antichi di Enoc, in questi ultimi due secoli assistiamo a una
sempre maggiore collaborazione diretta fra terrestri e Pleiadiani in entrambi i
risvolti: alcuni di loro tra noi, come anche alcuni di noi tra loro, sulle loro navi
spaziali (delle quali riporto di seguito alcune caratteristiche), quando non
addirittura sui loro pianeti di origine.
Gli esseri umani più idonei e volonterosi vengono regolarmente impiegati in
missioni congiunte e talvolta addirittura in solitudine, a bordo di mezzi alieni di
ridotte dimensioni, da quasi tre secoli. Evidentemente, chi opera in solitudine e
magari al di fuori del nostro contesto spazio-temporale, deve saper anche
destreggiarsi ai comandi di questi veicoli. Esistono in effetti sin dal sedicesimo
secolo delle scuole di addestramento per futuri piloti terrestri a bordo delle
astronavi madri.
Di recente è stata inaugurata sul pianeta Anthyria (Taygeta) una struttura
maestosa, che comprende aule di studio, simulatori virtuali, palestre per
l'allenamento fisico e piste di decollo e atterraggio delle navette.
Nei prossimi decenni, un intero esercito di competenti piloti terrestri solcherà la
galassia a bordo di astronavi pleiadiane, mentre le persone comuni avranno
comunque l'opportunità di essere ospitate sulle stesse, come pure sui pianeti di
questa magnifica costellazione.
Il riquadro a destra ci mostra
Everly, esperta pilota di RUKHI e
RUSAKHI, nei suoi vent'anni, qui
a bordo della navetta RUSAKHI,
atterrata (ma sarebbe il caso di
dire “ammarata”) in Giappone il
22 febbraio 1823 per una deli-
cata missione di dissuasione.
Il disegno è opera di un giorna-
lista-vignettista inviato in loco
dalla propria redazione nei gior-
ni seguenti il fatto, ad interro-
gare i testimoni e redigere un accurato articolo sulla vicenda.
L'immagine riproduce abbastanza fedelmente la persona e la navetta.
L'avvenimento è ricordato come “Utsuro-Bune” ed è stato riportato in
innumerevoli resoconti giapponesi dell'epoca, in particolare nei tre testi
seguenti: “Toen shōsetsu” (1825), “Hyōryū kishū” (1835) e “Ume-no-chiri”
(1844).
Ritroviamo la giovane donna in tempi più recenti, il che aprirebbe la porta a
riflessioni sulla fisica quantistica e la curvatura dello spazio-tempo, ma non è
questo ora lo scopo del presente esposto. Una giovane terrestre (di padre
americano e madre thailandese) che se ne va a spasso da almeno duecento
anni su navette aliene... Mi rendo conto che ci sarebbe di che far gioire i
cacciatori di bufale, se non fosse che conosco personalmente la giovane, come
pure i genitori.
In conflitto con i Pleiadiani e con le altre razze facenti capo alla federazione, gli
alieni propensi allo sfruttamento dell'umanità, piuttosto che alla sua lineare
evoluzione fisica e spirituale, hanno da sempre strumentalizzato i potenti della
terra, stipulando con loro alleanze e offrendo conoscenze tecnologiche in
cambio della sottomissione alle loro intenzioni. Tra questi potenti annovero
senza riserve le dinastie che si sono succedute ai posti di potere, soprattutto
quelle più legate alla chiesa cattolica, come gli Asburgo, i regnanti inglesi, le
potenti famiglie Rothschild e Rockefeller, e molte altre. Includo nell'elenco
anche buona parte dei governi degli Stati Uniti che si sono succeduti nei secoli
fino a quello Obama, le grandi famiglie politiche come i Bush e i Clinton. A
cascata, si sono poi allineate le nazioni di minor spessore, mentre altre, come
la Russia di Putin, si sono dissociate. Molte delle persone a capo di queste
élites sono addirittura di sangue misto. Questo fatto è costante sin dalle
manipolazioni subite dagli antichi sumeri, in ottica di perpetuazione della linea
di sangue di chi comanda.
Qualcuno che aveva capito la reale portata della situazione, era Diana Spencer,
ma solo dopo aver inconsapevolmente sposato uno di loro. Il suo rifiuto alla
sottomissione vide il capolinea al tredicesimo pilone interno di una galleria
stradale.
Tornando agli Asburgo, nel marzo 1859, la nostra Everly, in missione per conto
dei Pleiadiani, venne ospitata per qualche giorno nientemeno che presso la
Casa d'Asburgo, nel periodo in cui l'impero asburgico, sconfitto dalla Francia e
dal Piemonte, perdette gran parte dei
suoi domini italiani. Proprio le sue
origini terrestri evitarono che la
giovane venisse smascherata, e le
permisero di celare le sue reali
intenzioni fino a compimento del
proprio incarico. Affascinato dalla sua
bellezza, un nobile di famiglia ne
dipinse un ritratto.
Il 23 ottobre 1960 si intrattenne per
un'ora con Papa Giovanni XXIII a
Castel Gandolfo. Il pontefice ebbe altri
incontri, questa volta con equipaggi pleiadiani, tra cui quello balzato alle
cronache per merito del suo assistente personale di allora, che assistette
all'avvenimento, risalente al luglio del 1961.
28 gennaio del 1975 Evy (è il soprannome di Everly) incontrò Billy Meier, lo
svizzero che ha documentato innumerevoli contatti alieni tra gli anni '70 e '80.
Lo rivide il 15 agosto 1976 e la settimana seguente. In quest'ultimo incontro,
Billy Meier ebbe l'opportunità di scattarle qualche foto.
Everly ha anche partecipato ad attività extraveicolari nell'orbita bassa con un
gruppo di astronauti della Space Force americana, nell'aprile del 2020.
6 - Le astronavi

Sebbene dispongano di svariate tipologie di navi spaziali, i Pleiadiani e la


federazione di cui sono al comando, utilizzano per le missioni alle nostre
latitudini solamente quelle riportate di seguito, tutte a forma discoidale. Si
tratta di una questione di convenienza e compatibilità ambientale con il nostro
sistema solare. Se vedete in cielo qualcosa che non somiglia a un disco come
questi, non si tratta di loro.

TOKHI
Astronave madre.
Si tratta del fiore all'occhiello della flotta. Un'autentica città volante del
diametro di quasi sette chilometri, che può ospitare poco meno di un milione di
persone ed è completamente attrezzata per missioni della durata di decine di
anni, senza necessità di intevento esterno alcuno.

– Viaggi interstellari (curvatura quantistica spazio-tempo) e interplanetari


– Diametro di 6'752 metri
– Fino a circa 800'000 persone (umanoidi) tra equipaggio e ospiti
– Trasporta nella zona cargo le navette ATKHI e RUKHI e i droni MEKHI
– Teletrasporto
– Scudo divensivo globale
– Armi difensive e offensive
– Passeggiata di 21'201 metri

Dalla Passeggiata, che si trova sul punto di massima estensione della nave, la
parte inferiore è notevolmente più accentuata in verticale rispetto alla parte
superiore del disco. La sola zona cargo copre la metà della parte inferiore. Nel
riquadro seguente riporto una sezione della nave, suddivisa per zone utili.
L'astronave conta 53 ponti (SITEYA). Ogni ponte è suddiviso in sezioni di vario
genere, contrassegnate da una lettera e un numero.

Di seguito, la rappresentazione planimetrica del PONTE 27 (corrispondente al


livello della Passeggiata, dove solitamente vengono fatti alloggiare gli ospiti),
con vari ingrandimenti fino a giungere alla SEZIONE K 567 (in giallo).
Questa sola sezione K 567, lunga appena 92 metri, è predisposta per alloggiare
un massimo di 30 ospiti in tutta comodità, adattata, nel caso presente, alle
specifiche di ospiti terrestri. Vi operano inoltre 15 membri dell'equipaggio
pleiadiano, che si occupano delle più disparate mansioni: dai lavori in cucina, ai
servizi di consulenza, dalla manutenzione, al supporto sanitario. Su un singolo
ponte, le sezioni come questa sono migliaia.
Gli alloggi per gli ospiti sono abbastanza ampi (4x11,5 metri) e si lasciano
adattare alle esigenze e ai gusti di chi li sta per occupare. L'arredamento
standard consiste in un letto (che può essere singolo o doppio), due comodini,
un armadio, un tavolo-scrivania e tre sedie. Lo stile consono all'ospite viene
implementato poco prima del suo arrivo. Ritengo che venga operata una specie
di ricostituzione della materia, o meglio, del materiale specifico con cui è
composto l'arredamento. La forma di base di letto e mobili viene riplasmata di
volta in volta in tempi brevissimi.
L'alloggio comprende un locale di servizio WC di 4,2x3 metri con lavandino,
tazza e doccia, nonché un deposito per valigie ed effetti personali.
Sezioni come questa ve ne sono 400 solo su ognuno dei sei gruppi di circoli
esterni del ponte 57, per un totale utile di 108'000 persone tra passeggeri
(72'000) e membri dell'equipaggio (36'000). Dovrebbe bastare a dare un'idea
dell'immensità della struttura.
Sull'astronave si respira un'aria delicata, intrisa di una leggera nebbia di colore
verde che rende l'ambiente surreale e rilassante al tempo stesso. La gravità
artificiale è leggermente inferiore a quella terrestre, e corrisponde all'incirca a
7,6 m/s² e contribuisce a trasmettere un positivo senso di leggerezza.
Eventuali rumori esterni e i movimenti della nave non sono percepiti
dall'interno. Nemmeno le virate più strette a grandi velocità vengono avvertite.
Per avere un'idea di quello che sta succedendo, resta la possibilità di fare due
passi sulla passeggiata, che dispone di ampie finestre. Ma su un'astronave di
queste dimensioni, se ci si trova al lato opposto della scena che si svolge
all'esterno, non resta che informarsi presso il servizio di consulenza, che si
trova a fianco del locale di primo soccorso.
L'astronave staziona normalmente tra l'orbita alta e la luna. L'equipaggio di
comando dirige le operazioni della flotta e supervisiona le attività delle navi più
piccole.
La passeggiata è percorribile unicamente nel tratto condiviso con la sezione in
cui si è alloggiati, più che sufficiente comunque per gustarsi l'immensità del
cosmo.
Non è concesso spostarsi in altre sezioni dell'astronave se non espressamente
richiesto per motivi loro dall'equipaggio.

BAKHI
Astronave media.
– Viaggi interstellari (curvatura quantistica spazio-tempo) e interplanetari
– Diametro di 1'356 metri
– Fino a circa 18'500 persone (umanoidi) tra equipaggio e ospiti
– Trasporta nella zona cargo le navette ATKHI e RUKHI e i droni MEKHI
– Teletrasporto
– Scudo divensivo globale
– Armi difensive e offensive
– Passeggiata di circa 4'258 metri

Non necessita di essere ospitata nell'ampio Hangar, o zona cargo,


dell'astronave madre per compiere voli interstellari, ma sono rari i casi in cui
gli stessi voli vengono compiuti separatamente. La forma ricorda i classici

dischi volanti che siamo abituati a vedere sulle pellicole cinematografiche,


seppur con qualche distinzione. Tra le altre, non si notano dall'esterno finestre
o finestrini, seppure dall'interno, la vista a ogni punto della circonferenza
esterna della nave sia indescrivibile.

Alcuni riscontri di presenze BAKHI sui cieli del nostro pianeta


– 12 novembre 1987, orbita bassa geostazionaria sopra il Messico
(Comandante: PTHII AMP)
– 29 maggio 2014, nei pressi della Stazione Spaziale Internazionale
(Comandante: PTHII BANTIM)

ATKHI
Nave spaziale e da manovre in atmosfera.
– Viaggi planetari e manovre in condizione di atmosfera, atterraggi
– Diametro di 179 metri
– Fino a 40 persone d'equipaggio e 75 ospiti
– Trasporta nella zona cargo 7 droni MEKHI
– Teletrasporto
– Scudo difensivo globale
– Armi difensive e offensive
– Passeggiata di 562 metri

Alcuni riscontri di presenze ATKHI sui cieli del nostro pianeta


– 14 aprile 1561 – Norimberga, attuale Germania
– 27-28 luglio e 7 agosto 1566 – Basilea, Svizzera
– 15 maggio 1997, Baoji, Western Shaanxi province, Cina (Comandante:
PTHII BANTIM)
– 7 novembre 2003 – Goseong, Gangwon Province, Korea (Comandante:
PTHII BANTIM)
– 7 agosto 2012, Valmalenco, Italia (Comandante: BEMIR)
– 3 settembre 2019 – Vjatka, Russia (Comandante: PTHII DIM)

RUKHI
Voli suborbitali e in presenza di atmosfera.
– Ricognizioni a bassa altitudine e atterraggi
– Diametro di 18,4 metri
– Fino a 4 persone d'equipaggio e 3 ospiti
– Scudo difensivo globale
– Armi difensive

Alcuni riscontri di presenze RUKHI sul nostro pianeta


– 14 aprile 1561 – Norimberga,
– 27-28 luglio e 7 agosto 1566 – Basilea, Svizzera
– 22 settembre 1609 – Goseong, Gangwon Province, Korea (equipaggio:
PTHII BANTIM)
– luglio 1961 - Giardini di Castel Gandolfo, Roma, alla presenza di Papa
Giovanni XXIII e del suo assistente personale, Loris Francesco Capovilla
(equipaggio: PTHII SUM, DIRU e PTHII KHA)
– 3 settembre 1965 – Exeter, New Hampshire, Inghilterra (equipaggio:
PTHII DIM)
– 22 giugno 1974 – Odense, Danimarca (equipaggio: DEKAS, RANIP)
– 15 agosto 1974 – Neubrunn, Canton Zurigo, Svizzera (equipaggio:
Everly)
– 28 gennaio 1975 – Schmidruti, Canton Zurigo, Svizzera (equipaggio:
SEMJASE, Everly)
– 19 marzo 1976 – Schmidruti, Canton Zurigo, Svizzera (equipaggio:
DEKAS, PTHII DIM)
– 21 agosto 1976 - Schmidruti, Canton Zurigo, Svizzera (equipaggio: PTHII
DIM, Everly, Semjase)
– 2 maggio 1986 – Chernobyl, Ucraina, Ex Unione Sovietica. Ricognizione
nei pressi della centrale nucleare, pochi giorni dopo la catastrofe
(equipaggio: PTHII SUM, ANDRI GHO)

Un modello dalle caratteristiche simili, ma di dimensioni inferiori (8 metri), è


chiamato RUSAKHI (lett.: RUKHI piccolo). Viene pilotato da una sola persona e
può trasportarne una seconda. Il RUSAKHI è utilizzato per operazioni limitate
in luoghi difficili.

Nella rappresentazione sopra (con le due navette rappresentate in


proporzione), sono ben visibili le differenze di base tra la navetta RUKHI (a
sinistra) e la sorella minore RUSAKHI.

Alcuni riscontri di presenze RUSAKHI sul nostro pianeta


– 22 febbraio 1803 – Utsuro-Bune, Hitachi Province, Giappone
(equipaggio: Everly)
– 12-23 marzo 1859 – Casa d'Asburgo, Impero Austro-Ungarico (equi-
paggio: Everly)
– 6 giugno 1944 – Penisola del Cotentin, Normandia, Francia (equipaggio:
PTHII SUM)
– 23 luglio 1960 – Giardini di Castel Gandolfo, Roma (equipaggio: Everly)
– 22 maggio 1967 – Évillers, Francia (equipaggio: PTHII IKTIUN)
– 15 agosto 1976 – Colline circostanti il villaggio di Schmidruti, Canton
Zurigo, Svizzera (equipaggio: Everly, accompagnata da PTHII UNTIK)
– 21 giugno 1981, Goodlettsville, Tennessee, USA (equipaggio: PTHII SUM)
– 17 febbraio 2021 – Osaka, Giappone (equipaggio: Everly – A bordo
anche EVA)

MEKHI
Drone senza equipaggio.

– Ricognizioni a bassa altitudine


– Diametro di circa 3,6 metri
– Decolla da TOKHI, BAKHI e ATKHI

Alcuni riscontri di presenze MEKHI sul nostro pianeta


– 6 giugno 1944 – dintorni di Caen, Normandia, Francia (pilotata a
distanza da PTHII SUM a bordo di una RUSAKHI)
– 12 aprile 1961 – Baikonur, Unione Sovietica (pilotata a distanza
dall'equipaggio di una RUKHI stazionante sulla perpendicolare, nell'orbita
bassa)
7 - Linguaggio, comunicazione e società

Sebbene il popolo pleiadiano disponga di facoltà telepatiche anche unilaterali


(comunicare con chi non ha le medesime capacità), lo stesso utilizza anche le
comunicazioni verbale e scritta (a noi e ad altri più consone), attraverso una
lingua chiamata SAREN.
Non è permesso ad altri popoli di visionare il linguaggio scritto. Per questo
motivo, nel redigere la presente documentazione in materia, mi limito a
trascrivere con le lettere maiuscole dell'alfabeto inglese le informazioni
trasmesseci verbalmente.
La lingua pleiadiana è molto ben strutturata. Semplice e logica, la si apprende
sufficientemente per poter comunicare le nozioni di base in poche settimane.
La grammatica è ridotta al minimo, grazie alla struttura lineare temporale delle
frasi, e il vocabolario comprende poche centinaia di parole base, con cui
comporre ogni altro concetto più complicato.
Nelle prossime pagine espongo i vari aspetti della lingua SAREN, per come ho
potuto apprenderla ed interpretarla personalmente.

CATALOGAZIONE DEGLI ESSERI VIVENTI

Dai sostantivi PTHII, DHI, DHII, NEM, GHU e MUNAM (rispettivamente:


Persona, Vita, Animale, Cibo, Vegetale e Spirito, si ricavano le seguenti
categorie:
– DHI PTHII = Essere vivente elevato, senziente
– DHI DHII = Essere vivente animale
– DHI GHU = Essere vivente vegetale
– DHI MUNAM = Essere vivente senza corpo fisico
– NEM DHII = Carne
– NEM GHU = Verdura, frutta

NUMERI

PTU = Numero
I numeri pleiadiani vanno dall'1 al 9. Lo 0 non esiste. Per indicare le decine, le
centinaia e le migliaia vengono utilizzate delle lettere dette moltiplicatori.

Regola:
PTU + [numero da 1 a nove] + ev. moltiplicatore + [numero da 1 a nove] ecc.
MOLTIPLICATORI:
– Nessuno = Unità (da 1 a 9)
– T = x 10
– TI = x 100
– TIT = x 1000

UNITA':
PTU + AMP = 1
IK = 2
DAN = 3
IM = 4
BAN = 5
DRA = 6
GHO = 7
UN = 8
DI = 9
Esempi: PTU DAN = 3
PTU UN = 8

DECINE:
PTU + Unità + T (+ eventuali unità)
Esempi: PTU AMPT = 10 (ossia 1 X 10)
PTU AMPTIK = 12 (ossia, 1 x 10 + 2)
PTU DANT = 30 (ossia, 3 x 10)
PTU GHOTUN = 78 (ossia, 7 x 10 + 8)

CENTINAIA:
PTU + Unità + TI + eventuali unità o decine
Esempi: PTU AMPTI = 100 (ossia 1 X 100)
PTU AMPTIIK = 102 (ossia, 1 x 100 + 2)
PTU AMPTIIKT = 120 (ossia, 1 X 100 + 20
PTU DANTIUNTDI = 389 (ossia, 3 x 100 + 80 + 9)

MIGLIAIA:
PTU + Unità + TIT + eventuali unità, decine o centinaia
Scomponiamo ad esempio il numero PTU AMPTITIKTIIMTUN come segue
PTU + AMPTIT + IKTI + IMT + UN e otteniamo:
Nr. 1'000 + 200 + 40 +8 (cioè 1'248).

Le unità vengono anche usate per definire la scala gerarchica del potere
costituito, come vediamo nel capitolo seguente.

GERARCHIE

Nella società pleiadiana, non esiste la contrapposizione capo – operaio, ma si fa


capo ad una scala di gerarchie che al suo massimo livello si esprime ancora con
le unità, precedute da PTHII (persona). I 9 livelli di posizione superiore vanno
dal 9 (valore più basso) all'1, come segue.

– PTHII AMP = Persona al massimo livello di saggezza. Esempio supremo


– PTHII IK = Esempio da seguire come edotto. Può ambire ad AMP
– PTHII DAN = Insegnante di tutte le discipline o scelte (maestro)
– PTHII IM = Persona istruita su più discipline o scelte
– PTHII BAN = Persona aperta ad apprendere altre discipline o scelte
– PTHII DRA = Persona istruita su una disciplina o scelta
– PTHII GHO = Persona pronta ad essere istruita alla prima disciplina
– PTHII UN = Adolescente al comando, sotto l'egida dei genitori
– PTHII DIM = Neonato che si presta al comando, “puro” ma “vuoto”
Per gerarchie inferiori, si usano altri termini tra cui il più comune è ANDRI
(grado, livello), che si pongono davanti al numero.
Ad esempio: DOMIKIL ANDRI IK = Ambasciatore di secondo grado (Console)

COLORI

Regola: VOKHA (= colore) + descrizione

Principali colori:
– VOKHA AI = bianco (lett.: “colore pulito”)
– VOKHA TU = nero (lett.: “colore senza luce)
– VOKHA BI = rosso (lett.: “colore caldo”)
– VOKHA NUN = blu (lett.: “colore freddo”)
– VOKHA PHA = giallo (lett.: “colore stella”)
– VOKHA DHI = verde (lett.: “colore vita”)
– VOKHA THU = grigio (lett.: “colore miscuglio”)

PRONOMI PERSONALI

– PTHII GU = io / me
– PTHII AKHU = tu / te
– PTHII AKHUA = lui / lei
– PTHII ANDA DHU = noi
– PTHII ANDA DHUA = voi
– PTHII KHULU = loro

AZIONI – FARE, AGIRE

Regola: Verbo THIND (fare qualcosa, eseguire) davanti al sostantivo.


Esempi:
PHUI = Piedi e NUKU = Distanza
– THIND NUKU PHUI = Camminare (lett. “Fare distanza a piedi”)
LUN = Cielo
– THIND NUKU LUN = Volare (lett.: “Fare distanza in cielo”)
GRU = Suono, suoni (verbali)
- THIND GRU = Cantare

VERBI

Singolare e plurale non sono specificati, ma si comprendono dal pronome, che


è sempre obbligatorio (tranne nell'imperativo dove però ci si riferisce a chi si
ha di fronte, quindi senza incomprensioni di sorta).
Il verbo si esprime in tre forme:
– Con THIND (fare) che precede il Sostantivo con uno spazio tra loro
– Con la particella AK unita al Sostantivo
– Con un verbo composto da una sola parola
Esempi, in ordine con le tre indicazioni di cui sopra:
– THIND NA = Fare rumore (NA = rumore)
– AKTIN = Amare (TIN = amore)
– EKAIL = Imparare
Al presente, l'indicativo si esprime con Soggetto-Verbo-Complemento.
Esempio: PTHII GU AKTIN PTHII AKHU = Io ti amo (io / me – amare – tu / te)

Nell'imperativo si tralascia il soggetto (o pronome).


Esempio: THIND NUKU NITIL = Vai (o andate) a casa!

Nelle domande il soggetto (o pronome) viene posto alla fine.


Esempio: THIND NUKU NITIL PTHII AKHU = Stai andando a casa?

Nel passato o nel futuro, si utilizzano rispettivamente gli avverbi di tempo MET
e BAT, da non confondere con BEMUH (passato), che è un sostantivo, o con
BEMIR (futuro), anch'esso sostantivo. MET e BAT vanno posti dopo il soggetto
e prima del verbo, secondo la formula seguente:
Pronome + MET/BAT + Verbo + Sostantivo
Esempi:
PTHII GU MET THIND NUKU NITIL = Sono andato a casa
PTHII AKHU BAT THIND NUKU NITIL = Andrai a casa

L'avverbio UH esprime il contrario, l'opposto del senso del verbo, e si pone


dopo quest'ultimo.
Esempi:
THIND NUKU = Andare, partire
THIND NUKU UH = Tornare, venire
THIND GHIN = Salire
THIND GHIN UH = Scendere
PTHII GU MET THIND NUKU UH NITIL = Sono tornato a casa

FRASI

PTHII GU THIND DOKIMIL = Io sono l'ambasciatore


THIND ANA = Stai zitto!
PTHII AKHU ADURI AI = Tu sei pulito
PTHII GU MET PINABIL NIPEN = Ho visto paura
OLAN NIPEN = Dimentica la paura!
PTHII ANDA DHUA AKNIPEN = Voi avete paura
PTHII GU EKAIL SAREN = Io imparo la lingua pleiadiana
PTHII AKHU THIND AMALEK SAREN = Tu insegni la lingua pleiadiana
PTHII GU EKIT = Sono d'accordo
PTHII ANDA DUA AKORAGIL MESIN = Avete dormito tanto
MESHI SUKEN = Mangia tutto!
PTHII GU MET MESHI LEKEN = Ho mangiato troppo

Riporto nell'Allegato 3 un dizionario di base Italiano-Pleiadiano e nell'Allegato 4


un dizionario di base Pleiadiano-Italiano.
Per ogni richiesta di informazioni o chiarimenti, rimando al seguente indirizzo
email:
01010001eve@zoho.com

SICRAM

Potrebbero piacerti anche