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Gruppo Assembleare

Regione Emilia-Romagna
Bologna lì, 28/03/2011

Al Presidente
dell’Assemblea Legislativa
Matteo Richetti

SEDE

Risoluzione

L’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

Premesso che

Le manifestazioni ed i sommovimenti che stanno attraversando vari Paesi arabi del


Nordafrica e del Medio Oriente hanno chiesto la fine dei regimi autoritari e la
realizzazione di riforme politiche, economiche e sociali nonché libertà, democrazia e
migliori condizioni di vita.
Tali movimenti politici hanno dimostrato che i regimi antidemocratici e autoritari non
possono garantire una stabilità effettiva e che i valori democratici devono costituire
l’elemento essenziale di ogni politica di cooperazione internazionale e di partenariato.
I movimenti democratici hanno registrato una straordinaria partecipazione popolare,
in particolare di donne e di giovani, e si sono caratterizzati come movimenti nazionali
ed hanno rifiutato ogni tentativo di strumentalizzazione ideologica o religiosa.
In alcuni Paesi, come la Tunisia e l’Egitto, la spinta democratica ha prodotto cambi di
regime e l’avvio di processi democratici. In altri Paesi le politiche repressive di
governi antidemocratici si oppongono alle richieste di apertura e di riforma e hanno
causato vittime innocenti e violazioni dei diritti umani, civili e politici.
In Libia alla richiesta di riforme democratiche il regime ha risposto con una inaudita
ed inaccettabile repressione militare che ha provocato migliaia di vittime civili ed
immani distruzioni ed ha impedito l’avvio di una transizione pacifica verso la
democrazia.
Il 17 marzo 2011 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la
Risoluzione 1973 con la quale si richiede l’adozione delle misure necessarie per la
protezione dei civili libici dalla sanguinaria repressione attuata dal regime libico e che
da essa è scaturita una iniziativa militare da parte di numerosi paesi.

Considerato che
Per l’Unione Europea, per l’Italia e per una Regione come l’Emilia-Romagna
l’affermazione dei diritti umani e democratici in ogni parte del mondo – ed a maggior
ragione nelle regioni a noi contigue come quella mediterranea-mediorientale – è
obiettivo fondamentale e condizione per garantire quello sviluppo civile ed umano
che è basilare per un ordine internazionale equo e sostenibile e per potere affrontare
efficacemente le sfide dell’epoca contemporanea.

Valutato che

L’evoluzione democratica e il nuovo protagonismo dei popoli nell’area comporterà


non solo per il Mediterraneo, ma per l’Europa intera imporranti conseguenze
nell’assetto delle relazioni politiche, economiche e sociali tra paesi europei e della
riva sud del Mediterraneo, con significative trasformazioni che dovranno essere
determinate e gestite con lungimiranza.
La Regione Emilia-Romagna ed il suo territorio hanno in essere attività di
collaborazione e cooperazione internazionale anche nei Paesi della riva sud del
Mediterraneo, oltre ad avere interessi consolidati di natura economica e commerciale.
Sono presenti sul territorio regionale consistenti comunità di migranti provenienti da
alcuni dei Paesi maggiormente toccati dalle recenti evoluzioni politiche.
Il nuovo Piano Triennale delle attività di rilievo internazionale (LR 6/2004) e il nuovo
Documento Programmatico per la cooperazione con i Paesi in Via di Sviluppo e in
transizione (LR 12/2002), per i quali si avvierà a breve il processo di determinazione
dovranno necessariamente tener conto della mutata situazione nella area
mediterranea-mediorientale.

Esprimendo

La propria solidarietà a quanti sono rimasti vittima delle repressioni di regimi


antidemocratici e il proprio convinto sostegno a quanti si battano per la democrazia,
la libertà, i diritti umani e civili.

Impegna la Giunta Regionale a

- Esprimere una valutazione positiva della Risoluzione 1973, adottata il 17 marzo


2011 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
- Assicurarsi che, coerentemente con quanto richiesto, con votazione a larga
maggioranza, dai due rami del Parlamento al Governo italiano, il nostro Paese
adotti ogni iniziativa per assicurare la protezione delle popolazioni dell’Area,
nello scrupoloso rispetto della Risoluzione N. 1973 e delle relative prescrizioni,
ad adottare ogni iniziativa necessaria per assicurare che l’Italia partecipi
attivamente con gli altri Paesi disponibili, ovvero nell’ambito delle organizzazioni
internazionali di cui il nostro Paese è parte, alla piena attuazione della
Risoluzione 1973 ai fini della protezione dei civili e delle aree popolate sotto
pericolo di attacco-
- Valutare la partecipazione, anche in collaborazione con istanze nazionali ed
europee, ad interventi umanitari, di ricostruzione e di sviluppo nei Paesi coinvolti
dai recenti sommovimenti.
- Adoperarsi affinché in Italia, in stretta collaborazione con gli enti territoriali,
siano adottate – anche sollecitando la solidarietà dell’Unione Europea – le
necessarie misure per l’attivazione delle iniziative di accoglienza per i richiedenti
asilo e per i rifugiati provenienti dai Paesi mediterranei, nel contesto di un piano
nazionale in cui tutte le Regioni, sulla base delle garanzie assicurate dal Governo,
dovranno fare la loro parte. In questo contesto l’Emilia-Romagna, insieme alle
Province ed ai Comuni, dovrà accompagnare e dare seguito alle intese raggiunte.
- Tenere in particolare considerazione all’area del bacino del Mediterraneo nella
futura programmazione delle attività regionali nell’ambito dei citati Piani per le
attività di rilievo internazionale e per la cooperazione con i Paesi in via di
Sviluppo e in transizione.
- In tale ambito a sostenere interventi che possano accompagnare i processi di
democratizzazione in atto, promuovendo lo scambio di pratiche, di partecipazione
democratica, di formazione, di crescita della società civile, anche favorendo il
coinvolgimento di organizzazioni, enti locali e società civile del territorio
regionale. Particolare centralità dovranno avere le azioni a sostegno delle donne e
della loro libertà di esercitare un ruolo attivo volto alla coesione sociale nei Paesi
della riva sud del Mediterraneo.

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