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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “G.

D’ANNUNZIO”
Chieti – Pescara
DIPARTIMENTO INGEO – “Ingegneria e Geologia”

Corso di Laurea Magistrale in “INGEGNERIA DELLE COSTRUZIONI”


Classe LM-24 delle Lauree Magistrali in “Ingegneria dei Sistemi Edilizi”

TESI DI LAUREA

“MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA


DEL JET-GROUTING”

LAUREANDA RELATORE
Serena Zannelli Prof. Ing. Nicola Sciarra
CORRELATORI
Phd. Ing. Ylenia Mascarucci
Phd. Dott.ssa Monia Calista

ANNO ACCADEMICO 2014-2015


MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

A mio fratello Luca,

Che niente al mondo ci separi…

Ti voglio bene

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MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Indice
PREMESSA ED OBIETTIVO DELLA TESI 4

CAPITOLO 1-IL CONSOLIDAMENTO DEI TERRENI E L’INGEGNERIA GEOTECNICA 5

1.1 TRATTAMENTI GENERALI 6


1.1.1 TECNICHE DI MIGLIORAMENTO DEL TERRENO 8
1.1.2 TECNICHE DI RINFORZO DEI TERRENI 10

CAPITOLO 2-IL JET-GROUTING 12

2.1 EVOLUZIONE STORICA SULLA METODOLOGIA DEL JET-GROUTING 12


2.1.1 SISTEMI DERIVATI 15
2.2 PRINCIPI TECNOLOGICI DI FUNZIONAMENTO 17
2.2.1 POSSIBILI FORME POST-TRATTAMENTO 19

CAPITOLO 3-MODALITÀ ESECUTIVE DEI PRINCIPALI SISTEMI JET-GROUTING 20

3.1 SISTEMA DI JET-GROUTING MONOFLUIDO 20


3.2 SISTEMA DI JET-GROUTING BIFLUIDO 21
3.3 SISTEMA DI JET-GROUTING TRIFLUIDO 22
3.4 UNA METODOLOGIA PARTICOLARE: IL CLOU-JET 23
3.5 INTERAZIONE JET-TERRENO ED APPLICABILITÀ NEI DIFFERENTI TERRENI 24
3.5.1 APPLICAZIONI IN SOTTERRANEO 26
3.5.2 APPLICAZIONI ALL’APERTO 28

CAPITOLO 4-LA TECNICA JET-GROUTING 32

4.1 PARAMETRI OPERATIVI E CENNI TEORICI 32


4.1.1 CORRELAZIONE TRA PORTATA E PRESSIONE 32
4.1.2 COMPOSIZIONE DELLA MISCELA STABILIZZANTE 33
4.2 BILANCIO OPERATIVO IN TERMINI ENERGETICI 34
4.2.1 EFFICIENZA DEL TRATTAMENTO 36
4.3 DIAMETRO DELLE COLONNE 38
4.3.1 DIAMETRO MEDIO 39
4.3.1.1 PREVISIONE SEMPLIFICATA DEL DIAMETRO MEDIO 39
4.4 CAMPO PROVA ED INDAGINI 41
4.5 RISULTATI ATTESI 41

CAPITOLO 5-PRESENTAZIONE CAMPO PROVA DI RIFERIMENTO 43

5.1 ANALISI DELLE PROVE NEL CAMPO PROVA 47


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5.1.1 PROVE CROSS-HOLE ANTE OPERAM 49


5.1.2 REALIZZAZIONE DELLE COLONNE JET-GROUTING 51
5.1.3 PERFORAZIONI A CAROTAGGIO CONTINUO E PRELIEVO DI CAMPIONI 51
5.1.4 PROVE CROSS-HOLE POST OPERAM 52
5.1.5 MESSA A GIORNO DELLE COLONNE JET-GROUTING 53
5.2 DEFINIZIONE DEI PARAMETRI PER IL MODELLO F.E.M. 54
6.1 CENNI TEORICI SUL METODO F.E.M. E SOFTWARE IN USO: MIDAS GTS NX 58
6.2 APPROCCI PROGETTUALI PER ANALISI CON JET-GROUTING 61
6.2.1 DEFINIZIONE DELL’APPROCCIO PROGETTUALE PER IL MODELLO DI CALCOLO 62
6.3 MODELLO DI CALCOLO 64
6.3.1 ELABORAZIONE DEL MODELLO DI CALCOLO 64
6.3.2 MODELLI CON I = D + 0,2 70
6.3.3 MODELLI CON I = 2D 71
6.3.3 MODELLI CON I = 3D 73

CAPITOLO 7–RISULTATI ED OSSERVAZIONI 75

7.1 ANALISI DEI MODELLI PRE-TRATTAMENTO 75


7.2 I=D+0,2_ANALISI DI CEDIMENTI E TENSIONI 77
7.3 I=2D_ANALISI DI CEDIMENTI E TENSIONI 95
7.4 I=3D_ANALISI DI CEDIMENTI E TENSIONI 113
7.5 I=D+0,2_CONFRONTO TRA LE COLONNE 131
7.6 I=2D_CONFRONTO TRA LE COLONNE 133
7.7 I=3D_CONFRONTO TRA LE COLONNE 135
7.8 CONFRONTO TRA TUTTE LE COLONNE L=5 M 137
7.9 CONFRONTO TRA TUTTE LE COLONNE L=15 M 138
7.10 CONFRONTO TRA TUTTE LE COLONNE L=25 M 139
7.11 ANALISI DEI COSTI PER IL TRATTAMENTO 140

CONCLUSIONI 142

BIBLIOGRAFIA 143

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Premessa ed obiettivo della tesi


A conclusione degli studi effettuati nel percorso universitario, la mia curiosità sulla geotecnica ha permesso
d’intraprendere questo percorso di tesi e conoscere risposte ad alcune mie domande tra cui: “Come si
consolidano i terreni?”. Ebbene dopo aver ricevuto come regalo un libro che potesse soddisfare la mia
curiosità, non ho potuto far a meno che approfondire una delle tecniche di consolidamento del terreno
presenti sul panorama dell’ingegneria geotecnica.

Il consolidamento dei terreni mediante Jet-Grouting, può essere considerata come una metodologia
“giovane”, avente circa 60 anni di vita, rispetto alle innumerevoli tecniche già presenti sullo scenario
dell’ingegneria geotecnica (micropali, resine espandenti, etc.). Per ogni tecnica, sono presenti continue
innovazioni dal punto di vista tecnologico e tecnico, in modo tale da ottenere risultati sempre migliori.

Ai fini di comprendere il funzionamento e i parametri che entrano in gioco nel Jet-Grouting, si pone come
obiettivo della tesi un’indagine sul comportamento globale del terreno sottoposto a questa tecnica.

Come riferimento, si andrà a considerare un campo prova realizzato nel Nord Italia dove sono stati testati,
prima di procedere all’esecuzione del lavoro vero e proprio, i parametri teorici di 4 coppie di colonne Jet-
Grouting con impostazioni differenti, profonde 24 m. Nella tesi i dati del campo prova verranno rivisti, ed
una volta individuato il set di parametri che fornisce i risultati migliori, s’ipotizzeranno dei modelli agli
elementi finiti per verificare l’efficacia del trattamento. Partendo dall’ipotesi di modellazione di una platea
posta a piano campagna e dei sovraccarichi rappresentati da 3 incrementi di pressione (50-100-150 KPa), si
paragoneranno i cedimenti del caso base con quelli ottenuti trattando il terreno al di sotto della platea
tramite colonne di Jet-Grouting. Al fine di studiare il comportamento globale, si varieranno
parametricamente l’interasse delle colonne e la loro profondità di trattamento.

Essendo stata richiesta la privacy dei dati reperiti, nella tesi non verranno citati nomi e/o aziende
responsabili del campo prova. Nel caso di citazione per semplicità di collegamenti concettuali, i nomi
verranno alterati.

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Capitolo 1-Il Consolidamento dei terreni e


l’Ingegneria Geotecnica
Il consolidamento nella tecnica delle costruzioni è un’operazione tendente ad aumentare la consistenza e la
resistenza a compressione dei terreni di fondazione che non offrono una sufficiente garanzia di stabilità;
può essere anche considerato come un insieme di provvedimenti di vario genere atti a contrastare e
prevenire i movimenti del terreno, specie in zone franose.

Effettivamente, il terreno di un sito, può non presentare le caratteristiche idonee sotto il profilo geotecnico.
In alcuni casi l’ingegnere può evitare i potenziali problemi geotecnici scegliendo un sito differente, oppure
sostituendo il terreno non idoneo con terreno di migliori caratteristiche meccaniche. Il primo tipo di
provvedimento è stato frequentemente adottato, ad esempio, per la costruzione delle prime autostrade,
scegliendone il tracciato in modo da aggirare le zone paludose. Con il passare del tempo però, questa
decisione è stata adottata sempre meno poiché si ha la necessità sempre più di collegamenti, essendo oggi
il fattore “velocità” ben influente. A seguito dell’espansione delle città e delle aree industriali, viene meno
la disponibilità di aree con terreni di fondazione di buone caratteristiche, e l’ingegnere geotecnico è stato
costretto frequentemente a costruire in località prescelte con altri criteri, non geotecnici. Un secondo
approccio al problema dei terreni di caratteristiche scadenti, è quello di adeguare il progetto allo stato dei
terreni. Ad esempio, in presenza di terreni di fondazione molli si possono adottare fondazioni compensate
o fondazioni profonde allo scopo di evitare problemi di cedimenti, di stabilità e trasferire quindi i carichi agli
strati di terreno più profondi sperando siano di qualità migliore. In un terzo approccio, sempre spesso più
fattibile e d’attrattiva, l’ingegnere geotecnico dispone di migliorare le caratteristiche del terreno
(denominato “stabilizzazione del terreno”), dove modificando qualche proprietà si ha un miglioramento
comportamentale sotto il profilo ingegneristico. L’aumento della resistenza (ad esempio i sottofondi delle
pavimentazioni stradali), la riduzione della compressibilità (come per i terreni su cui poggiano le fondazioni
delle strutture), la riduzione della permeabilità (ad esempio i terreni di fondazione delle dighe), sono solo
alcuni esempi di miglioramento dei terreni.

Gli interventi di consolidamento delle caratteristiche del terreno, possono essere:

- INTERVENTI TEMPORANEI, consentendo la costruzione di un manufatto;


- INTERVENTI PERMANENTI, permettono il miglioramento comportamentale delle strutture.

I metodi di consolidamento del terreno sono diventati sempre più popolari nell’ingegneria geotecnica, per
risolvere problemi costruttivi e offrire nuove soluzioni progettuali. Si può affermare che negli ultimi
decenni, lo sviluppo di soluzioni tecniche adatte al miglioramento e al rinforzo dei terreni e delle rocce, è
stato uno dei motori principali dell’innovazione dell’ingegneria e dell’industria delle costruzioni nel settore
geotecnico, permettendo un arrivo a nuove frontiere progettuali ed un ampliamento delle scelte. Le
continue evoluzioni, pongono nuovi problemi all’ingegneria geotecnica che non sempre è fornita di
esperienze rilevanti sugli argomenti di progetto. Molto spesso le tecniche di miglioramento dei terreni non
sono applicate con la stessa cura che viene invece applicata per altre tradizionali tecnologie, e spesso
vengono celati imprevisti essendo cosi questa una parte “grigia” della progettazione.

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1.1 Trattamenti Generali


Ciò che s’effettua per consolidare il terreno, viene denominata anche “Opera Speciale”, includendo tutti gli
interventi volti a migliorare le caratteristiche fisiche e meccaniche dei terreni e delle rocce. I metodi usati
per conseguire questo risultato possono essere suddivisi nelle seguenti tipologie:

- Iniezione;
- Trattamenti termici;
- Trattamenti chimici;
- Trattamenti elettrici.

Sebbene questa sia già una prima buona differenziazione, si può ancora classificare meglio le tecniche di
consolidamento del terreno, in funzione di:

1) Estensione e rapporto con il terreno in sede;


2) Effetto sullo “stato” del terreno trattato;
3) Costituzione del terreno stesso.

La prima annotazione, soprattutto perché considera l’estensione, consente d’effettuare una divisione sui
trattamenti disponibili (Fig.1-2):

- TRATTAMENTI DI MIGLIORAMENTO, sono interventi diffusi. Si può agire sullo stato del terreno
(modificando i fattori tensione, pressione interstiziale e indice dei vuoti) o sulla costituzione del
terreno, (modificando i fattori di fluido interstiziale e scheletro solido);
- TRATTAMENTI DI RINFORZO, sono interventi localizzati. S’agisce principalmente sulla costituzione
del terreno e ciò che viene modificato è la megastruttura, per mezzo dell’inserimento di elementi
strutturali ben definiti.

Mentre la seconda e la terza annotazione fanno riferimento rispettivamente alla descrizione del grado di
addensamento con le condizioni tensionali agenti, e l’insieme delle componenti fisiche-chimiche che
costituiscono il terreno consolidato.

Per completezza, si descriveranno nei seguenti paragrafi, il funzionamento delle tecniche di


consolidamento dei terreni e delle rocce.

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Figura 1_CLASSIFICAZIONE DEI TRATTAMENTI DI MIGLIORAMENTO (da articolo INGENIO)

Figura 2_CLASSIFICAZIONE DEI TRATTAMENTI DI RINFORZO (da articolo INGENIO)

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1.1.1 Tecniche di miglioramento del terreno


Nel seguito si descriveranno i trattamenti che agiscono sullo STATO DEL TERRENO suddividendoli per fattori
modificabili.

Fattore modificabile: tensione e pressione interstiziale

• PROCESSO DI PRECARICO, o precompressione si propone di incrementare la capacità portante e di


ridurre la comprimibilità di suoli deboli, densificando terreni sciolti privi di coesione o consolidando
terreni argillosi e limosi. Ciò s’ottiene posizionando un sovraccarico temporaneo in un tempo
precedente alla costruzione della struttura, e consentendo l’annullamento di cedimenti
potenzialmente pericolosi di terreni soffici. Per terreni granulari quali sabbie e ghiaie l’aspetto
principale è quello dell’entità dei cedimenti; le relazioni tempo-cedimenti non hanno alcun
interesse pratico dal momento che il drenaggio, per l’elevata permeabilità del terreno, avviene
quasi simultaneamente all’applicazione del carico. Le stesse conclusioni possono essere tratte per
le rocce e per i terreni coesivi altamente preconsolidati in virtù del loro comportamento elastico.
• PROCESSO DI DRENAGGIO, ha lo scopo di eliminare le acque d'infiltrazione presenti nei terreni. Ciò
per evitare danni alle strutture edilizie o le sovrappressioni idrostatiche nelle opere civili. Tra le
tecniche che agiscono sullo stato del terreno, quella che al momento sembra avere a livello
internazionale il più largo impiego è il drenaggio con pompe a vuoto, noto anche in Italia con il
termine inglese “vacuum preloading”. Si realizza nel terreno un sistema drenante superficiale e
profondo isolato superiormente con una copertura impermeabile all’aria (Fig.3a). All’interno di tale
sistema drenante si applica una depressione che innesca un fenomeno di consolidazione
concettualmente equivalente a quello causato dall’applicazione di un tradizionale precarico, con il
vantaggio di non movimentare grandi volumi di terreno. Sebbene tale tecnica sia nota da lungo
tempo e il meccanismo di funzionamento sia ben chiaro, i recenti sviluppi tecnologici e i nuovi
materiali disponibili per il drenaggio ne hanno di molto favorito la diffusione.

Figura 3a_SCHEMA DI APPLICAZIONE DEL VACUUM PRELOADING (da articolo INGENIO)


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Fattore modificabile: indice dei vuoti

• PROCESSO DI COMPATTAZIONE, può essere definita come la compressione delle particelle del
suolo in un volume minore a seguito della riduzione degli spazi esistenti tra le particelle stesse. Di
norma si accompagna a cambiamenti significativi nelle proprietà strutturali e nel comportamento
del suolo, nonché del suo regime termico e idrico, nell'equilibrio e nelle caratteristiche delle fasi
liquide e gassose che lo compongono. E’ possibile effettuare la compattazione superficiale o
profonda, di cui quest’ultima è in grado di generare in profondità dei volumi capaci di esercitare
una sollecitazione sul terreno circostante. Tra gli effetti di questo metodo si cita l’innalzamento del
piano campagna, “compensation grouting” (Fig.3b) usata per terreni a grana fine o medio fine e
applicata quindi in condizioni non drenate.

Figura 3b_FUNZIONAMENTO DEL COMPENSATION GROUTING ASSOCIATO ALLO SCAVO DI GALLERIE SUPERFICIALI (da
articolo INGENIO)

• PROCESSO DI ELETTROSMOSI, trattamento elettrico che si realizza installando un certo numero di


elettrodi nel terreno da stabilizzare. L’acqua contenuta nei pori si carica positivamente e si sposta
dall’anodo verso il catodo. La configurazione tipica di un impianto di stabilizzazione mediante
elettroosmosi prevede una profondità media degli anodi di circa 1,5-2,0 m nel terreno da
stabilizzare, una spaziatura dei pozzi catodici variabile da 5 a 9 m, con profondità che possono
raggiungere anche i 20-25 m. Questa tecnica di stabilizzazione è molto costosa e richiede una
grande quantità di energia elettrica, con consumi 2 variabili da 1 a 10 kW/m di terreno stabilizzato.
• PROCESSO DI RISCALDAMENTO, in cui le elevate temperature prodotte dalla combustione, hanno
l'effetto d’eliminare l'acqua in eccesso contenuta nel terreno, fino alla sua essicazione. Il
trattamento causa un cambiamento duraturo nella struttura dell'argilla che perde le sue
caratteristiche di plasticità, compressibilità e capacità di assorbimento dell'acqua, migliorando
sensibilmente le sue proprietà fisico-meccaniche. Questa tecnica risulta molto efficace come
sistema di stabilizzazione di movimenti franosi di tipo superficiale, con superficie di scorrimento
poco profonda, come ad esempio colate di fango o di argilla, ma è raramente utilizzata per gli alti
costi.

Fattore modificabile: fluido interstiziale

• PROCESSO DI PERMEAZIONE, tecnica che agisce sul fluido interstiziale. Non è più considerata
innovativa dal punto di vista del principio di funzionamento, ma per i materiali impiegati, in

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continua e rapida evoluzione, e per i processi da essi attivati per il consolidamento. Una variante
che merita una pur breve menzione è la “permeazione con microrganismi”. Tale tecnica consiste
nell’iniezione per permeazione di particolari batteri e di miscele contenenti urea e cloruro di calcio.
L’attività metabolica dei microrganismi fa precipitare cristalli di carbonato di calcio che legano
chimicamente i granelli di terreno, aumentando globalmente la rigidezza e la resistenza al taglio del
terreno. Questa tecnica s’è dimostrata molto efficace alla scala del laboratorio e promettente per le
applicazioni in sito: il difetto più grave del processo, al momento, consiste nella necessità di
estrarre dal terreno il cloruro di ammonio, che è un sottoprodotto inquinante del processo chimico
prima descritto.
• PROCESSO DI CONGELAMENTO, ottenuto facendo circolare nel terreno un liquido refrigerante
costituito da “salamoia” (soluzione acquosa concentrata di sali) raffreddato costantemente da uno
scambiatore termico ad azoto liquido. Il liquido viene fatto circolare nel terreno con temperature
molto basse (circa 20-30°C), attraverso apposite tubazioni coassiali, disposte entro fori di
perforazione di piccolo diametro (intorno ai 15 cm). Se il terreno da trattare è parzialmente saturo
o anche secco, è necessario umidificarlo sia preventivamente sia durante l'operazione di
congelamento per ottenere un migliore risultato. Lo spessore della parte congelata dipende dalla
profondità di scavo e dalle spinte sul terreno: in genere per avere una buona impermeabilizzazione
e consolidamento dell'area interessata dallo scavo, 1,5-2,00 m di spessore sono sufficienti. Non è
necessario congelare il terreno che deve essere scavato, in quanto la parete congelata funge da
barriera impermeabilizzante. La resistenza del terreno ottenuta con questo sistema è funzione delle
caratteristiche granulometriche, del grado di umidità e della temperatura raggiunta. In generale i
terreni sabbiosi risultano molto più resistenti di quelli limosi o limo-argillosi. La stabilizzazione del
terreno con questo procedimento presenta i seguenti vantaggi:
- formazione di un'efficace barriera al flusso delle acque della falda;
- operazioni non eccessivamente rumorose.

Fattore modificabile: scheletro solido

• PROCESSO DI STABILIZZAZIONE, tramite rimaneggiamento di terreni superficiali o posti a rilevato.


La più innovativa di queste tecniche è la “miscelazione con fibre”: consiste nella miscelazione del
terreno con fibre sintetiche di piccole dimensioni (con lunghezza massima di alcuni centimetri).
L’interesse risiede nel fatto che le fibre possono essere ottenute da prodotti industriali riciclati non
inquinanti. Dai numerosi studi di laboratorio condotti sui terreni fibro-rinforzati (Zornberg 2002;
Michalowski e Cermàk, 2003; Sadek et al, 2012; Lirer et al. 2011 e 2012), emerge che l’inserimento
delle fibre tende ad aumentare la resistenza e la duttilità del terreno naturale. Le fibre impiegate in
questa tecnica di consolidamento possono essere realizzate in polipropilene, polietilene, nylon o
poliestere, più raramente in acciaio. Esse possono avere varie forme (fibre piatte o cilindriche) e
diverse procedure di produzione (monofilamento o plurifilamento). Un terreno fibro-rinforzato è
un materiale composito con un comportamento macroscopico che dipende dalle proprietà
(intrinseche e di stato) del terreno originario e da quelle delle fibre (caratteristiche geometriche e
meccaniche). Siccome l’effetto consolidante delle fibre è legato alla capacità dei granelli di serrarle
e non farle sfilare, tra le proprietà intrinseche del terreno deve essere considerata anche la
distribuzione granulometrica, rappresentativa della capacità di sviluppare contatti granelli-fibre.

1.1.2 Tecniche di rinforzo dei terreni


Nel seguito si descriveranno i trattamenti che agiscono sulla COSTITUZIONE DEL TERRENO, considerando
(come si nota in Fig.1) il loro fattore modificabile.
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Fattore modificabile: megastruttura

• RINFORZO PER CONFINAMENTO, meglio conosciuto come opera di contenimento; permette


l’applicazione di gabbioni o muri reticolari compositi a sostegno del terreno.
• RINFORZO CON INCLUSIONI, per mezzo di elementi strutturali inseriti nel terreno. Sotto la voce
trattamenti colonnari s’includono tutte le tecniche di miscelazione profonda per il mescolamento
meccanico del terreno con miscele cementizie, solitamente identificate con il termine “Deep
mixing” oppure con gli acronimi DMM (Deep Mixing Method) o DCM (Deep Cement Mixing). Il
volume di terreno trattato con Deep mixing ha forma cilindrica (Fig.4a), se si adotta la classica
attrezzatura di scavo e iniezione della miscela ad elica (continua o discontinua), oppure una forma
parallelepipeda a pannelli se s’adotta una coppia di ruote fresanti. Una tecnica di rinforzo sulla
quale s’è concentrata molto l’attenzione dei ricercatori nel recente passato è quella delle “colonne
granulari”, che possono essere di vario tipo sia per la tecnica di installazione sia per il materiale
utilizzato. Questa tecnica consiste nella realizzazione di colonne di materiale granulare di buone
proprietà meccaniche aventi la doppia funzione di fondazione profonda e drenaggio. Per la loro
costituzione, le colonne sono meno efficaci dei tradizionali pali di fondazione, ma più rapide ed
economiche da realizzare. Le versioni più note sono le cosiddette Stone Columns (Fig.4b) se
realizzate solo con materiale grossolano, e le colonne con una camicia di geotessile circostante
(Encased Stone Columns, Geotextile Confined Columns GCC). La camicia di geotessile svolge una
benefica azione cerchiante, aumentando notevolmente la capacità portante delle colonne
granulari. Altre due tecniche di rinforzo ben note sono il “jet grouting” e la “chiodatura dei terreni”
(soil nailing).

Figura 4_(a) ESECUZIONE TRATTAMENTO DEEP MIXING _(b)ESECUZIONE TRATTAMENTO STONE COLUMN)

Nella presente tesi di laurea si è deciso di approfondire il rinforzo dei terreni per mezzo della tecnica del
Jet-Grouting.

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Capitolo 2-Il Jet-Grouting


2.1 Evoluzione storica sulla metodologia del Jet-Grouting
Negli anni ’50 le compagnie petrolifere, per garantire la stabilità delle pareti delle trivellazioni profonde,
utilizzavano una tecnica basata sui principi del moderno Jet-Grouting. Realizzavano un trattamento della
perforazione con una miscela cementizia iniettata ad alta pressione, impiegando le stesse aste di
perforazione. Una delle prime applicazioni è attribuita alla società inglese Cementation Company che, per
una serie di consolidamenti necessari per la realizzazione di una diga in Pakistan utilizzò un sistema basato
sul Jet-Grouting. All’inizio degli anni ’70, in Giappone, (Miki 1973; Nakanishi 1974) s’inventò il primo
sistema denominato “Chemical Churning Pile” (CCP), dove venivano usate inizialmente delle miscele
chimiche successivamente sostituite da miscele a base cementizia, permettendo con questa alternativa uno
slancio all’applicazione del moderno Jet-Grouting. Il metodo CCP consiste in un getto orizzontale ad alta
velocità di boiacca cementizia a cui è impresso un movimento di rotazione e di contemporaneo
spostamento dal basso verso l’alto in modo tale da realizzare una colonna cilindrica di terreno trattato e
consolidato (Fig.5).

Figura 5_SISTEMA C.C.P. – COLONNE (ridisegnato da Atti delle conferenze di Geotecnica)

SISTEMA CHEMICAL CHURNING PILE


FLUIDO UTILIZZATO BOIACCA DI CEMENTO
PRESSIONE DELLA POMPA 25-40 MPa
VELOCITA’ DEL GETTO 100-250 m/s
DIAMETRO DELLA COLONNA 40-60 cm

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Pressappoco nello stesso tempo, l’impresa Giapponese Kajima Corporation (Yahiro e Yoshida 1973; Yahiro
et all. 1974), mise a punto un metodo chiamato “Jet Grout” con il quale si potevano eseguire dei diaframmi
sottili. La tecnica consiste nell’eseguire nel terreno un taglio verticale ottenuto spostando verso l’alto, e
senza farlo ruotare, un getto d’acqua ad altissima velocità, contornato da aria compressa per aumentare
l’efficacia riempiendo così la fessura con un sottostante getto di boiacca (Fig.6).

Figura 6_SISTEMA JET GROUT (Kajima) – SETTI (ridisegnato da Atti delle conferenze di Geotecnica)

SISTEMA JET GROUT – SETTI


FLUIDI UTILIZZATI PRESSIONE VELOCITA’ LUNGHEZZA (L) SPESSORE
ACQUA 40 MPa 350-400 m/s 60 cm < L < 100 Circa 20 cm
ARIA 0,7-1,0 MPa >330 m/s cm
BOIACCA 2-3 MPa Circa 50 m/s

Successivamente la stessa tecnologia, venne usata per la formazione di colonne cilindriche di terreno
consolidato facendo ruotare i getti coassiali aria-acqua e quello sottostante di boiacca durante la fase del
loro sollevamento. Quest’ultimo metodo venne denominato “Column Jet Grout” (Fig.7).

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Figura 7_ SISTEMA JET GROUT (Kajima) – COLONNE (ridisegnato da Atti delle conferenze di Geotecnica)

SISTEMA JET GROUT - COLONNE


FLUIDI UTILIZZATI PRESSIONE VELOCITA’ DIAMETRO
ACQUA 40-60 MPa 350-500 m/s 80 cm < D < 200
ARIA 0,7-1,7 MPa >330 m/s cm
BOIACCA 2-6 MPa 50-80 m/s

Esistono quindi due sistemi principali:

• Chemical Churning Pile (C.C.P.)


• Column Jet Grout (C.J.G.)

Sempre negli anni ’70, queste metodologia iniziò ad essere usata anche in Italia dalle principali imprese di
fondazioni (come Rodio, Trevi, C.C.P. lavori, Fondedile e Pacchiosi), assumendo varie denominazioni in
quanto hanno pensato d’attribuire loro denominazioni promozionali o sigle collegabili al loro nome. Dagli
anni ’70 - ’80, questa metodologia diventò famosa anche in Germania e Regno Unito, essendo
generalmente considerata in Europa come un affidabile strumento geotecnico e applicata in diverse
applicazioni tra cui scavi, gallerie, barriere idrauliche, fondazioni. Verso la fine degli anni ’80 la metodologia
entrò negli Stati Uniti, Sud America e Brasile. Oggi, il Jet-Grouting viene usato in tutto il mondo. A seguire
due tra le prime lavorazioni effettuate in Italia (Fig.8-9).

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Figura 8_GENTILE CONCESSIONE DELL'IMPRESA CCP(Italia)

Figura 9_GENTILE CONCESSIONE DELL'IMPRESA CCP(Italia)

2.1.1 Sistemi derivati


Un sistema derivato dal C.C.P. è il “Jumbo Special Pile Method” (J.S.P.) che sfrutta il principio della maggiore
potenza del getto di boiacca ad altissima velocità qualora sia contornato da aria compressa, per ottenere
colonne di terra stabilizzata di diametro maggiore (circa 80-160 cm) rispetto a quelle ottenibili con il C.C.P.
(Fig.10).
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MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Figura 10_SISTEMA DERIVATO DAL C.C.P. – JUMBO SPECIAL PILE – COLONNE (ridisegnato da Atti delle conferenze di
Geotecnica)

SISTEMA JUMBO SPECIAL PILE - COLONNE


FLUIDI UTILIZZATI PRESSIONE VELOCITA’ DIAMETRO
ARIA 0,7-1 MPa >330 m/s 80 cm < D < 180
BOIACCA 25-40 MPa 100-200 m/s cm

Un altro sistema è il “Super Soil Stabilization Management” (S.S.S. MAN), che permette d’ottenere colonne
di grandissimo diametro, permettendo di catalogarlo tra i pali di grosso diametro in malta cementizia che
non nei sistemi di consolidamento dei terreni. Si ottengono le colonne di grosso diametro di malta
cementizia scavando in profondità mediante getti rotanti di acqua ad altissima velocità ed asportando
contemporaneamente con un sistema di circolazione inversa, la mistura di acqua e terreno disgregato dal
getto (Fig.11). Questa metodologia sfrutta l’efficacia del getto liquido se si opera con acqua rispetto ad una
massa di terreno disgregato misto-acqua.

16
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Figura 11_ SISTEMA DERIVATO DAL C.C.P. – SUPER SOIL STABILIZATION MANAGEMENT – COLONNE (ridisegnato da
Atti delle conferenze di Geotecnica)

SISTEMA SUPER STABILIZATION MANAGEMENT - COLONNE


PRESSIONE
FLUIDI UTILIZZATI DIAMETRO
1°FASE 2°FASE 3°FASE
ACQUA 20 MPa 40 MPa 60 MPa
Fino a 4 m
ARIA COMPRESSA

2.2 Principi tecnologici di funzionamento


La tecnologia del Jet-Grouting è basata sull’iniezione ad alta velocità di uno o più fluidi (malta, acqua, aria)
nel sottosuolo. Il procedimento è realizzato per mezzo di una “stringa di Jet-Grouting”, composta da aste
unite tra loro aventi singoli, doppi o tripli condotti che convogliano il fluido in uno strumento posto nella
parte più bassa, chiamato monitor. Quest’ultimo è composto da uno o più ugelli di piccolo diametro,
permettendo di trasformare il fluido che scorre ad alta pressione nell’asta in un getto ad altissima velocità,
meglio dire che l’energia idraulica trasmessa dalla pompa ad alta pressione, verrà trasformata in energia
cinetica all’uscita dagli ugelli. In un primo momento viene effettuato un foro per mezzo delle stesse aste
(ruotando o con moto roto-percussivo) che poi, sollevandosi verso l’alto, permetteranno tramite gli ugelli
l’inizio del getto (Fig.12). Il getto propagato assialmente, induce un complesso fenomeno meccanico di
disgregazione e permeazione del terreno con obiettivo finale la cementazione del terreno stesso.

17
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Figura 12_TIPICA PROCEDURA DI JET-GROUTING (perforazione-getto dell'elemento) (da articolo PACCHIOSI)

La parte finale alla punta del monitor, è leggermente più grande rispetto il tubo d’aste permettendo uno
spazio anulare tra il tubo e la parete del foro, con un diametro complessivo oscillante tra i 120 – 150 mm
(può anche raggiungere i 300 mm). La perforazione può essere effettuata mediante ARIA, ACQUA o MALTA
e la sua circolazione verso il basso e la conseguente risalita delle aste, permette di portar in superficie un
fluido denso denominato “spurgo” composto da miscela cementizia, acqua di disgregazione e suolo. E’
importante che il riflusso non si blocchi tra l’esterno della batteria di aste e il foro, poiché si potrebbero
generare claquages (fratture orizzontali nel terreno generate da sovrappressioni). La risalita delle aste, può
essere effettuata generalmente in due modi:

- RISALITA AD INTERMITTERNZA, si eseguono degli step di risalita dai 40 -100 mm e vengono


effettuate un certo numero di rotazioni (Fig. 13a);
- RISALITA CONTINUA, dove il getto segue un percorso ad aspirale (Fig. 13b).

Figura 13_METODI DI RISALITA-(a)RISALITA AD INTERMITTENZA_(b)RISALITA CONTINUA (dal libro JET GROUTING)

18
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Generalmente è ritenuto più efficace il metodo con risalita ad intermittenza, poiché permette di essere più
insistenti con il trattamento in un determinato punto.

2.2.1 Possibili forme post-trattamento


E’ bene sapere che è possibile controllare la forma dell’elemento di Jet-Grouting, agendo su:

• Angolo rotazionale;
• Numero di ugelli.

Qualunque sia la procedura di risalita scelta, se la velocità di rotazione è considerata constante, è possibile
ottenere un corpo cilindrico (Fig. 14a); mentre se l’asta risale senza effettuare una rotazione, si viene a
creare un elemento avente una forma sottile a pannello (Fig. 14b). Molte forme complesse possono essere
ottenute, limitando l’angolo rotazionale o modificando la velocità di rotazione durante il trattamento.
Infatti se gli ugelli vengono posti in modo tale da formare un angolo sul piano orizzontale, si viene a creare
un elemento a forma di V (Fig. 14c); oppure ponendo gli ugelli uno di fronte all’altro e modificando la
velocità rotazionale è possibile ottenere un elemento a forma di caramella o farfalla (Fig. 14d).

Figura 14_POSSIBILI MODELLI DEI CORPI CEMENTATI-(a)COLONNA_(b)PANNELLO_(c)FORMA A V_(d)ELEMENTO A


CARAMELLA (dal libro JET GROUTING)

Due noti esempi, metodi alternativi che per mettono di ampliare il raggio d’azione, sono:

1) PREJETTING, meglio conosciuto come ‘pretaglio’ o ‘prelavaggio’, dove l’acqua è iniettata ad


altissima velocità dagli ugelli durante la fase di perforazione, iniziando a disgregare il terreno e
migliorando l’efficienza del successivo trattamento che consiste nell’iniezione della malta dal basso
verso l’alto. Il prejetting può essere considerato come un metodo economico per migliorare il
raggio d’azione nel trattamento di terreni più resistenti all’erosione, tra cui sabbie dense e argille
rigide.
2) DOWNWARD JET-GROUTIN, consiste nell’effettuare la fase d’iniezione ad alta velocità, durante la
fase di perforazione. Questo metodo può essere combinato con il prejetting, decidendo caso per
caso a che profondità scambiare i trattamenti in modo tale da minimizzare il reflusso. Solitamente
la profondità è tra 1/3 e ½ dell’altezza totale della colonna).

19
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Capitolo 3-Modalità esecutive dei principali


sistemi Jet-Grouting
La realizzazione delle colonne di terreno consolidato, come si è avuto modo di dire in precedenza, prevede
che il trattamento avvenga attraverso le stesse aste di perforazione. Un vantaggio immediato legato a
questa procedura, è la possibilità di lavorare evitando l’impiego dei tubi di rivestimento, semplificando
notevolmente la fase di perforazione. Le perforazioni avranno diametri compresi tra i 120 – 160 mm e aste
impiegate varieranno tra i 90 – 114 mm. Nonostante i diametri siano ridotti, le perforatrici da utilizzare
avranno dimensioni differenti e spesso sarà necessario sviluppare soluzioni specifiche in funzione delle
caratteristiche geometriche dell’intervento.

La più importante caratteristica distintiva di ogni tecnica di Jet-Grouting, consiste nel tipo e numero di fluidi
iniettati nel terreno (come già in parte visto nel paragrafo 3.1 della presente tesi). Esistono
fondamentalmente tre diversi tipi di trattamento che, nonostante siano basati sempre sullo stesso
principio, vanno in funzione del diametro atteso e in funzione del diametro atteso e del terreno. La
differenziazione risulta come segue:

1) SISTEMA DI JET-GROUTING MONOFLUIDO


2) SISTEMA DI JET-GROUTING BIFLUIDO
3) SISTEMA DI JET-GROUTING TRIFLUIDO

3.1 Sistema di Jet-Grouting monofluido


Il Jet-Grouting monofluido si avvale dell’uso della miscela cementizia iniettata ad elevata pressione sia per
disgregare che stabilizzare il terreno. Si opera a rotazione o rotopercussione con il monitor auto perforante,
ovvero l’elemento terminale della batteria è munito sia degli ugelli per il getto che dell’utensile tagliante
(Fig.15). A perforazione ultimata il fluido di perforazione viene sostituito dalla miscela stabilizzante.

Figura 15_SISTEMA MONOFLUIDO (da WEB)

20
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Il suo utilizzo è indicato per terreni che non presentano componenti argillose, fornendo dopo il trattamento
diametri in genere compresi tra i 0,40 e 1,0 m (sempre in funzione dei terreni trattati). Tuttavia può essere
effettuato un trattamento mono - fluido in terreni argillosi ma a condizione d’effettuare un prelavaggio del
terreno durante la fase di perforazione. Nelle sabbie fini, grossolane e nelle ghiaie, le colonne realizzate
tramite mono - fluido conseguono delle buone resistenze ed una forma abbastanza regolare. Di seguito si
riportano i parametri medi del Jet-Grouting monofluido.

TIPO DI DIAMETRI MEDI PREVISTI (m)


JET-GROUTING Argille/limi Sabbie limose Ghiaia con sabbia
Monofluido 0,4 – 0,5 0,8 – 0,9 0,9 – 1,0
PARAMETRI MEDI DEL JET-GROUTING MONOFLUIDO
DIAMETRO UGELLI 2 – 4 mm
VELOCITA’ DI RISALITA 20 – 60 m/h
VELOCITA’ DI ROTAZIONE 10 – 20 giri/’
PRESSIONE D’INIEZIONE 30 – 60 MPa
PORTATA D’INIEZIONE 1,5 – 4 l/”
VOLUME D’INIEZIONE 200 – 350 l/m

3.2 Sistema di Jet-Grouting bifluido


Il Jet-Grouting bifluido si avvale, oltre all’uso della miscela, del contributo dell’aria immessa per mezzo di un
compressore. Il cono d’aria che si genera è radiale alla miscela e consente di aumentare la capacità di
penetrazione della stessa miscela del terreno, agevolandone la disgregazione e la successiva cementazione.
Questo sistema comporta una sequenza operativa analoga a quella adottata nel procedimento monofluido
(Fig.16).

Figura 16_SISTEMA BIFLUIDO (da WEB)

Il risultato di questa tecnica sarà la possibilità, a parità di terreni da trattare, di raggiungere diametri
maggiori e variabili tra i 0,6 – 1,5 m (talvolta anche 2 m). La qualità del trattamento sarà meno
soddisfacente ed omogenea per i suoli fini e coerenti paragonandola con gli altri due trattamenti. Pertanto
il sistema bifluido verrà applicato in situazioni dove sia possibile tollerare variazioni considerevoli della
21
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

qualità di trattamento e non è raccomandato il suo uso nei pressi di edifici o strutture sensibili poiché è un
sistema molto suscettibile a fenomeni di sollevamento dovuti all’enorme viscosità dei reflui d’iniezione. La
non perfetta evacuazione dello spurgo, rende possibile lo sviluppo di sovrappressioni nel terreno e quindi
fenomeno di claquages. Di seguito si riportano i parametri medi del Jet-Grouting bifluido.

TIPO DI DIAMETRI MEDI PREVISTI (m)


JET-GROUTING Argille/limi Sabbie limose Ghiaia con sabbia
Bifluido 0,6 – 0,8 1,1 – 1,3 1,3 – 1,5
PARAMETRI MEDI DEL JET-GROUTING BIFLUIDO
DIAMETRO UGELLI 2 – 4 mm
DIAMETRO UGELLI ARIA 30 – 60 mm2
VELOCITA’ DI RISALITA 10 – 30 m/h
VELOCITA’ DI ROTAZIONE 5 – 15 giri/’
PRESSIONE D’INIEZIONE 30 – 60 MPa
PRESSIONE ARIA 0,6 – 1,2 MPa
PORTATA D’INIEZIONE 1,5 – 4 l/”
PORTATA ARIA 6000 – 15000 l/’
VOLUME D’INIEZIONE 500 – 1000 l/m

3.3 Sistema di Jet-Grouting trifluido


Il Jet-Grouting trifluido è realizzato in maniera differente rispetto ai primi due sistemi. Il principio su cui si
basa questa metodologia, che mantiene sempre inalterato il principio base dell’iniezione ad alta pressione,
è quello di distinguere tra loro la fase di disgregazione del terreno da quella di stabilizzazione o
cementazione. Le due fasi avverranno ancora contemporaneamente, ma verranno realizzate attraverso due
punti sovrapposti e distinti, da cui verranno immessi nel terreno i fluidi del trattamento. La disgregazione
del terreno verrà affidata ad un flusso d’acqua iniettato ad elevata pressione integrato dalla presenza di
aria. La fase di cementazione viene invece affidata alla miscela cementizia, che viene iniettata a pressioni
inferiori e da una posizione più bassa rispetto al punto d’azione dell’acqua. Si avrà quindi la creazione di
due zone distinte che possono controllare meglio le caratteristiche finali del terreno (Fig.17).

Figura 17_SISTEMA TRIFLUIDO (da WEB)

22
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Questo sistema consente di raggiungere diametri ancora maggiori e compresi tra i 0,8 – 2,8 m. E’, rispetto
agli altri due, il sistema più versatile, poiché:

• Si applica a tutte tipologie di terreni, inclusi i terreni cementati e le argille plastiche;


• Si ottiene omogeneità e risultati eccellenti anche a grandi profondità (100 m);
• E’ applicabile nelle vicinanze di edifici e strutture sensibili poiché è poco suscettibile a fenomeni di
sollevamento del terreno (grazie alla continua diluizione dei reflui d’iniezione per mezzo dell’acqua
di disgregazione).

Di seguito si riportano i parametri medi del Jet-Grouting trifluido.

DIAMETRI MEDI PREVISTI (m)


TIPO DI JET-GROUTING
Argille/limi Sabbie limose Ghiaia con sabbia
Trifluido 0,8 – 1,7 1,4 – 2,3 2,0 – 2,8
PARAMETRI MEDI DEL JET-GROUTING TRIFLUIDO
DIAMETRO UGELLI 3,5 – 9 mm
DIAMETRO UGELLI ARIA 30 – 60 mm2
DIAMETRO UGELLI ACQUA 2 – 3 mm
VELOCITA’ DI RISALITA 3 – 8 m/h
VELOCITA’ DI ROTAZIONE 5 – 10 giri/’
PRESSIONE D’INIEZIONE 1 – 10 MPa
PRESSIONE ARIA 0,6 – 1,2 MPa
PRESSIONE ACQUA 30 – 60 MPa
PORTATA D’INIEZIONE 1 – 2,5 l/”
PORTATA ARIA 6000 – 15000 l/’
PORTATA ACQUA 1 – 3 l/”
VOLUME D’INIEZIONE 1000 – 1500 l/m

3.4 Una metodologia particolare: il Clou-Jet


La tecnica di consolidamento del terreno mediante infissione di ancoraggi passivi, applicata per stabilizzare
temporaneamente e permanentemente pendii naturali e scarpate artificiali, richiama un principio
fondamentale nel campo della tecnica delle costruzioni: mobilizzare le caratteristiche meccaniche
intrinseche del terreno, quali la coesione e l’angolo di attrito interno, così che il terreno collabori attiva-
mente all’opera di stabilizzazione. Sviluppata tra gli anni ‘50 e ‘60 per essere applicata in rocce dure e
compatte, la tecnica della chiodatura dei suoli trova attualmente, grazie a un supporto teorico sempre più
consistente e a innovazioni tecnologiche sempre più perfezionate, possibilità d’esecuzione in un’ampia
gamma di terreni che varia da quelli granulari a quelli coerenti. Per questo motivo si sta notevolmente
ampliando, soprattutto a livello europeo, il campo degli interventi in cui la tecnica è applicata con successo:
contenimento di scarpate di trincee a cielo aperto e di rilevati stradali, stabilizzazione di dighe in terra e di
argini di fiumi, consolidamento di fondazioni di edifici contigui e di piedritti di gallerie. La tecnologia Clou-
Jet, sviluppata e commercializzata dall’Ing. C.Louis di Parigi e dalla Impresa Pacchiosi Drill S.P.A. di Parma,
Italia, prevede speciali tipi di chiodi muniti di dispositivi d’iniezione ad alta velocità (Jet-Grouting), in grado
di realizzare bulbi di malta cementizia di grande diametro. In questo modo, viene assicurata la saldatura
delle armature al terreno, nonché il miglioramento delle caratteristiche geotecniche del suolo. L’iniezione
23
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

ad alta pressione durante la fase d’infissione favorisce inoltre la penetrazione del chiodo stesso mediante la
progressiva disgregazione del terreno. La tecnica Clou-Jet prevede che la fase di scavo e la fase d’infissione
dei chiodi procedano in successione alternata (Fig.18).

Figura 18_SISTEMA CLOU-JET_1-sviluppo di un terrazzamento_2-posizionamento di una fila di chiodi_3-rivestimento


dello scavo con un muro di contenimento e rinforzo di rete metallica_4-si continua il terrazzamento sotto l'elemento
realizzato (da articolo PACCHIOSI)

Dopo l’esecuzione di una fase di scavo di altezza tale da mantenere stabile il tratto di parete appena
scavata, si procede immediatamente con l’infissione e l’iniezione di una fila di chiodi Clou-jet: le spinte
attive generatesi al momento dello sbancamento nel volume di terreno retrostante la superficie di scavo
vengono così immediatamente controbilanciate. Dopo questa seconda fase, la superficie di scavo viene
rivestita con spritz-beton armato mediante doppio strato di rete metallica. Tale operazione consente di
realizzare una pellicola di contenimento spessa circa 20 cm, le cui funzioni, oltre a quella di apportare al
terreno una leggera pressione stabilizzante e di proteggerlo temporaneamente dagli agenti esogeni, sono:

1. Solidarizzare l’azione dei chiodi, assicurando la stabilità locale fra due file di chiodi;
2. Contenere un drenaggio superficiale realizzato mediante tessuti drenanti disposti in corrispondenza
dell’interfaccia parete-suolo parallelamente alla superficie di scavo. Il drenaggio è parte integrante
del metodo Clou-Jet poiché il regime idraulico, considerato sotto forma di pressioni interstiziali
applicate normalmente alle superfici di rottura, influenza direttamente le caratteristiche del
sistema.

La tecnica Clou-Jet, grazie all’iniezione di cemento ad altissima pressione, permette di interessare volumi di
terreno considerevoli in modo da realizzare bulbi di malta cementizia di diametro elevato; questo implica
una resistenza all’estrazione (T) molto elevata in confronto ai valori di resistenza ottenuti con tecniche di
iniezione di tipo tradizionale.

3.5 Interazione Jet-Terreno ed applicabilità nei differenti terreni


Sono disponibili molti risultati di laboratorio sugli effetti del getto propagato ad elevata energia nei diversi
terreni. Principalmente il terreno viene distinto in ghiaioso, sabbioso e argilloso e per ognuno ci sono dei
differenti meccanismi di interazione, sulla base delle dimensioni delle particelle. Bergschneider & Walz
(2002-2003) hanno sviluppato in laboratorio una configurazione a grana grossa, per poter ispezionare il
meccanismo di erosione provocato dal getto di acqua. Si è notato che insieme al getto si verifica un
24
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

fenomeno di infiltrazione attorno la cavità che si è creata, e dopo un certo tempo si avrà una situazione più
stabile, quando il getto stesso avrà raggiunto un equilibrio con la capacità erosiva del terreno (Fig.19).

Figura 19_SEQUENZA DURANTE INIEZIONE IN MATERIALE SABBIOSO-DAGLI STUDI DI BERGSCHNEIDER E WALZ (DAL
LIBRO Jet-Grouting)

Le esperienze fino ad oggi acquisite ci permettono di parlare di possibilità d’impiego della tecnologia Jet-
Grouting in tutti i terreni granulari ed in quei terreni coesivi che presentano resistenza al taglio tale da
renderli attaccabili al getto. Questo offre il notevole vantaggio di poter trattare terreni eterogenei
(alternanze di sabbie, limi, argille) garantendo consolidamento e impermeabilità uniformi
indipendentemente dalla natura dei terreni che s’incontrano. Nella seguente immagine (Fig.20) è
rappresentato il campo d’applicazione della tecnologia in esame a confronto con altri metodi di
consolidamento del terreno.

Figura 20_CAMPI DI APPLICABILITÀ DI VARIE TECNICHE DI CONSOLIDAMENTO

In generale la formazione della colonna comporta la creazione di 3 differenti interazioni (Fig.21) terreno-
colonna, dipendenti dalla granulometria del terreno.

25
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Figura 21_INTERAZIONI TERRENO-COLONNA (dal libro JET-GROUTING)

Cosa accade nei terreni:

• TERRENI A GRANA FINA: Il meccanismo rilevante è il taglio di blocchi di terreno (c) ed hanno
bisogno di più getti per far sì che ci sia una superficie ben definita e regolare.

• TERRENI A GRANA GROSSA: L’Erosione (a) è il meccanismo predominante, anche se in presenza di


ghiaie pulite si può ottenere un fenomeno di Infiltrazione (b). La superficie di contatto è irregolare,
ottenendo sistematicamente la comparsa dell’ ”effetto radice”, un consolidamento per “claquage”
del terreno all’esterno del raggio d’azione del getto che avviene in seguito a limitate fughe di
miscela lungo vie preferenziali incontrate nel terreno naturale.

3.5.1 Applicazioni in sotterraneo


- GALLERIE: Negli scavi in sotterraneo il Jet-Grouting viene normalmente utilizzato per il sostegno delle
volte delle gallerie scavate in terreno sciolto (Fig.22).

26
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Figura 22_ESEMPIO DI APPLICAZIONE JET-GROUTING in sotterraneo_ a-sezione trasversale_ b-sezione longitudinale

Il trattamento viene effettuato realizzando, in avanzamento al fronte di scavo, delle colonne sub-orizzontali
leggermente divergenti, distribuite uniformemente attorno e tangenzialmente all’estradosso della calotta
della galleria. Di solito le colonne non superano la lunghezza di 15 m, mentre la tappa di scavo eseguita al
riparo delle colonne precedentemente realizzate dovrebbe avere una lunghezza massima di circa 2 - 3 m
inferiore alla lunghezza delle colonne stesse in modo da garantire una posizione ottimale con le colonne
della successiva tappa di trattamento jetting pari ad almeno questo valore. In situazioni di potenziale
instabilità del fronte è possibile eseguire delle colonne anche nel fronte di scavo. Nel caso di scavi a sezione
parzializzata, ad esempio calotta-strozzo, il Jet-Grouting spesso viene utilizzato anche per la sottomurazione
del piede della calotta che verrà scoperto durante lo scavo dello strozzo.

27
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

3.5.2 Applicazioni all’aperto


Nel campo dei lavori all’aperto il Jet-Grouting trova il suo maggior impiego. Le applicazioni più frequenti
sono:

-FONDAZIONI: applicazione più comune che permette d’incrementare la capacità portante e ridurre
l’insediamento della struttura sovrastante, sia per le nuove che per le esistenti fondazioni. Sono possibili
due differenti soluzioni.

Soluzione 1_Colonne Isolate Jet-Grouting (Fig.23): l’interasse tra colonne è maggiore del diametro della
colonna. Non ha un’adeguata resistenza all’azione orizzontale anche inserendo delle barre all’interno delle
colonne. Per superare questa limitazione, si può considerare l’opzione di inclinare le colonne.

Figura 23_COLONNE ISOLATE JET-GROUTING_ a-colonne verticali_ b-colonne inclinate per migliorare la resistenza (dal
libro JET-GROUTING)

Risulta conveniente creare un blocco massiccio (Fig.24) quando i carichi sono molto elevati. Il risultato sarà
un unico parallelepipedo composto da materiale jettinienttato.

Figura 24_BLOCCO JET-GROUTING (dal libro JET-GROUTING)

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MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Soluzione 2_Fondazioni ad albero Jet-Grouting (Fig.25): viene scavato un grande “albero” riempito
successivamente con cemento. Le colonne di Jet-Grouting vengono disposte lungo il perimetro a singola o
doppia fila.

Figura 25_FONDAZIONI AD ALBERO JET-GROUTING_ a-sopra falda_ b-sotto falda (dallibro Jet-Grouting)

-STRUTTURE DI SOSTEGNO: per trattamenti provvisori o permanenti, le colonne Jet-Grouting vengono


spesso sovrapposte per formare elementi bi-tri dimensionali. In scavi con piani circolari, i trattamenti
vengono configurati in modo da produrre una struttura a guscio; mentre per scavi di grandi dimensioni le
colonne verranno posizionate su una o più linee parallele creando così dei lunghi diaframmi. Al seguito
alcune strutture di sostegno (Fig.26).

Figura 26_STRUTTURE DI SOSTEGNO IN JET-GROUTING_ a-sbalzo verticale_ b-tipo"V"_ c-colonne ancorate_ d-colonne
in massa (dal libro JET-GROUTING)

29
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

-BARRIERE IMPERMEABILIZZANTI (Fig.27): necessarie per evitare o limitare infiltrazioni sotto opere
idrauliche, come le dighe e sbarramenti, o per assicurare la tenuta di siti contaminati e discariche. I pannelli
possono essere combinati secondo varie forme tra cui quelle lineari (f), a cuneo (g) e cellulare (d), o a
caramella (e) ruotando parzialmente il monitor. Per le nuove dighe si adottano in genere le soluzioni (a),
(b), (c), mentre per le preesistenti soluzioni tipo (d), (e), (f).

Figura 27_TIPICHE SOLUZIONI DI IMPERMEABILIZZAZIONE IN JET-GROUTING (dal libro JET-GROUTING)

-ALTRE APPLICAZIONI PARTICOLARI:

STABILIZZAZIONE PENDII: le colonne vengono create sulla potenziale superficie di slittamento per
incrementare la resistenza allo scorrimento e quindi ottenere stabilità (Fig.28a).

RIDUZIONE DELLA SUSCETTIBILITA’ ALLA LIQUEFAZIONE INDOTTA DAL TERRENO: le colonne con formazione
a griglia, vengono create in profondità dove il terreno è suscettibile a liquefazione per poter ridurre al
minimo la deformazione del suolo e il conseguente sviluppo di pressione interstiziale. Questi fenomeni
avvengono tipicamente in sabbie sciolte, particolarmente adatte al trattamento Jet-Grouting (Fig.28 b).

STRUTTURE DI MARINA: recentemente sono stati eseguiti dei lavori con questa tecnologia per rafforzare il
piede di una banchina e consentire un ulteriore scavo dei fondali (Fig.28 c)

30
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Figura 28_APPLICAZIONI PARTICOLARI JET-GROUTING_a-stabilizzazione pendii_b-riduzione liquefazione_c-strutture di


marina

31
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Capitolo 4-La tecnica Jet-Grouting


4.1 Parametri operativi e cenni teorici
I principali parametri da impostare per il trattamento, citati anche nel capitolo 3 della presente tesi per
indicare in termini quantitativi le differenze che si adottano in base alla metodologia, possono essere
raggruppati come:

• CARATTERISTICHE GEOMETRICHE DEL DISPOSITIVO MECCANICO


Comprendente:
1. Numero di ugelli (M), [adimensionale]
2. Diametro ugelli (d), [m]
3. Step di risalita ( s), [m]
• VARIABILI CINEMATICHE DEFINENTI IL MOVIMENTO DELLE ASTE PER IL JET
Comprendente:
1. Intervallo di tempo tra step ( t), [s]
2. Velocità di rotazione ( ), [rad/s]
3. Rapporto acqua/cemento (A/C), [adimensionale]
• COMPOSIZIONE, PRESSIONE E PORTATA DEI FLUIDI INIETTATI
Comprendente:
1. Pressione fluido (pmalta, pacqua, paria), [MPa]
2. Portata fluido (Qmalta, Qacqua, Qaria), [m3/s]

Definiti questi, si possono derivare altri quattro parametri:

- VELOCITA’ MEDIA DI RISALITA DEL MONITOR = [mm/s]


- ROTAZIONI DEL MONITOR AD OGNI GIRO = ω ∗ Δt
- VOLUME INIETTATO PER UNITA’ DI LUNGHEZZA = [m3/m]

- MASSA DI CEMENTO INIETTATO PER UNITA’ DI LUNGHEZZA = /
[Kg/m]

4.1.1 Correlazione tra portata e pressione


Il volume della miscela iniettata sarà data da:

Poiché la portata dipende dalla velocità del getto attraverso gli ugelli impiegati, risultano collegati ad essa
sia il loro numero che la loro area totale. Pertanto la portata ideale può essere definita come:
.
= 0,159 ∗ +, ∗ - 0 ^0,5
!"#$%#
/

Dove:

Au = area totale ugelli

/ = peso specifico del fluido immesso

Dalla stessa formula si può desumere la velocità ideale, ovvero:

32
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

.
= 0,159 ∗ - 0 ^0,5
2$%3$ !"#$%#
/

Quindi si riscrive la portata ideale come:

5 = 2$%3$ !"#$%# ∗ +,

Per ottenere la velocità effettiva, la si può desumere dalle tarature preliminari di cantiere in funzione della
pressione che viene applicata e dall’area degli ugelli.

Rapportando la velocità reale a quella ideale, si ha il rendimento del getto:


#77#33! $
6=
!"#$%#

Il grafico (Fig.29), mostra gli andamenti della #77#33! $ in funzione della pressione, nei due casi estremi di
acqua volumica (acqua e miscela con rapporto cemento/acqua = 1,5-1,6) e con rendimenti da 0,8 a 1 per
fluidi con azione disgregante. Il campo tipico di variabilità della pressione si estende da 30 a 50 MPa.

Figura 29_CORRELAZIONI FRA PRESSIONI ALLA POMPA, VELOCITA' E RENDIMENTO DEI GETTI DI FLUIDI DISGREGANTI
(Tornaghi)

Si può notare come l’azione disgregante comporti velocità anche dell’ordine di 1000 Km/h.

4.1.2 Composizione della miscela stabilizzante


In genere il rapporto il rapporto acqua/cemento in base agli obiettivi da raggiungere è incluso:

0,6 < A/C < 1,3

A/C ↑ comporta un’erosione più efficiente ma una resistenza inferiore del materiale jet

A/C ↓ comporta un’erosione meno efficiente ma una resistenza maggiore del materiale jet

La sospensione iniettata si mescola al terreno in rapporto variabile e con separazione d’acqua (drenaggio)
più o meno rilevante a seconda della permeabilità del terreno, dalla composizione della miscela e delle

33
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

modalità operative nel loro complesso. Nei terreni a granulometria fine (coesivi), trattati con il bifluido e
trifluido, si possono verificare dei fenomeni di inglobamento d’aria; mentre trattando questi stessi terreni
con il metodo monofluido, si può tranquillamente supporre che il fluido iniettato si mescoli al terreno senza
apprezzabili variazioni di dei rispettivi contenuti d’acqua. I dati statistici illustrati nell’immagine seguente
(Fig.30) mostrano in sintesi quanto segue:

-nei terreni argillosi, il rapporto cemento/acqua totale del terreno trattato è sempre inferiore a quello della
miscela;

-nei terreni granulari, si verifica generalmente la condizione opposta.

Figura 30_CORRELAZIONE FRAIL RAPPORTO CEMENTO/ACQUA DELLA MISCELA STABILIZZANTE ED IL RAPPORTO


CEMENTO/ACQUA TOTALE NELLE COLONNE TRATTANE CON SISTEMA MONOFLUIDO (da Tornaghi)

4.2 Bilancio operativo in termini energetici


Un criterio razionale di valutazione comparativa delle molteplici combinazioni di parametri in termini
tecnico-economici globali, è rappresentato dall’approccio energetico, che si basa su:

-pressione p [MPa]

-portata Q [m3/h]

-velocità di trattamento vr [m/h]

Per esprimere l’Energia Specifica Es in funzione dell’unità di lunghezza della colonna trattata:

89 = . ∗ =.∗

34
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

La formula riportata è applicabile per la determinazione dell’energia immessa nel terreno sia il fluido
costituito da sola acqua o dalla miscela cementizia. Il contributo in termini energetici, fornito dall’aria, può
essere determinato attraverso la seguente formula:

0,35 ∗ $ !$ ∗ ;<10 ∗ .$ !$ =
5,>?
@ 1A
89$ =

Dall’immagine seguente (Fig.31) si possono desumere gli ordini di grandezza di Es con riferimento ai campi
tipici di variabilità di pressione e volume.

Figura 31_CORRELAZIONI FRA VOLUME DI FLUIDO INIETTATO, PRESSIONE ED ENERGIA SPECIFICA LINEARE (da
Tornaghi)

L’onere energetico più basso compete ovviamente al sistema monofluido, dove ad elevate pressioni fanno
riscontro modesti volumi di un unico fluido (Es<20 MJ/m). Nel procedimento bifluido l’energia applicata
cresce proporzionalmente al volume iniettato, raggiungendo l’ordine di 70 MJ/m con V=1,5 m3/m. Ben
maggiore è la spesa energetica nel sistema trifluido in quanto anche se si iniettano volumi analoghi,
vengono applicate pressioni maggiori.

L’energia specifica volumetrica Ev sarà data dal rapporto dell’energia specifica con il volume della colonna
realizzata:
89
8 =

Che può essere espressa in termini di diametro medio (D) di colonna realizzata come:

35
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

89
8 = 1,27 ∗
D>
Esprimendo il consumo energetico in funzione del risultato dimensionale ottenuto o previsto, è quindi
possibile una razionale analisi sull’influenza della natura del terreno e delle modalità operative, in termini
parametrici di costo unitario del terreno trattato. Da sperimentazioni pratiche realizzate dalla Rodio negli
anni ’80, fu possibile definire un ambito di correlazione tra diametro ed energia che possono essere
riassunte come nella tabella seguente:

TIPO DI JET-GROUTING ENERGIA APPLICATA [MJ/m] DIAMETRI RESI [m]


Min Max Media Min Max Media
Monofluido 14 32 23 0,6 1,1 0,8
Bifluido 28 58 43 1,1 1,9 1,6
Trifluido 60 >200 96 2,1 2,4 2,3

E’ bene affermare anche che la tabella deve essere considerata solo a titolo di esempio poiché i valori sono
riferibili ad uno specifico terreno.

4.2.1 Efficienza del trattamento


Il parametro per esprimere l’efficienza (o rendimento), è definito come:

GFJK GL8 MF JNNF8H8 JQO 8 R8P OHFN+K DF QOHSL8II+


8EEFGF8HI+ = =
GJMNJ OHFN+PFJ Q+ JPJ 8H8PSF+ GFH8NFG+
Sulla base dei parametri definiti in precedenza, si possono esprimere:

Efficienza energetica TU = UKV >>> W = Es (Energia specifica Volumetrica)


X

Efficienza volumetrica T = V
Y

E’ semplice dimostrare che, considerando l’energia specifica alla pompa, i due parametri espressi nelle due
equazioni precedenti, sono collegati dalla seguente relazione:
1
TU = ∗T
.

Se viene considerata l’energia all’ugello, la relazione diventa:


1
TU = > ∗T
/ ∗ 2Z 5

Valori elevati di efficienza, implicano che per un certo diametro, la colonna può essere ottenuta con poca
energia o con poca boiacca, comportando così dei costi minori. I valori di TU e T dipendono:

- TIPOLOGIA DI INIEZIONE

- GRANULOMETRIA DEL TERRENO

36
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

L’immagine seguente (Fig.32), mostra l’efficienza calcolata in alcuni campi prova con sistema mono-fluido.
Le linee orizzontali tratteggiate, rappresentano i valori limite per ogni tipo di terreno.

Figura 32_ EFFICIENZA ENERGETICA CALCOLATA DA ALCUNI CAMPI PROVA, SISTEMA MONO-FLUIDO (dal libro Jet-
Grouting)

I terreni a grana grossa, sono più inclini ad essere erosi, ottenendo così diametri più grandi. Al contrario i
terreni a grana fina richiedono più energie o volumi di malta, quindi meno efficienti. Al seguito (Fig.33 e
Fig.34), tipici valori di efficienza energetica nei sistemi mono e bifluido nei differenti terreni.

Figura 33_ TIPICI VALORI DI EFFICIENZA ENERGETICA PER UN TRATTAMENTO MONOFLUIDO (dal libro Jet-Grouting)

Figura 34_TIPICI VALORI DI EFFICIENZA PER UN TRATTAMENTO BIFLUIDO (dal libro Jet-Grouting)

37
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

4.3 Diametro delle colonne


Il primo step in un progetto di Jet-Grouting è la previsione del diametro medio delle colonne, dipendente
da:

• PROPRIETA’ IDRODINAMICHE DEL JET


• RESISTENZA ALL’EROSIONE DEL TERRENO

Una chiara evidenza degli effetti, si possono notare nelle immagini seguenti. Nella prima immagine (Fig.35),
scoprendo interamente le colonne si può vedere qual è stato l’effetto alla profondità maggiore; mentre
nella seconda immagine (Fig.36) si nota la variabilità del diametro con la profondità, definito da alcuni
studi.

Figura 35_COLONNE OTTENUTE IN TERRENI PIROCLASTICI A GRANA GROSSA, CON SISTEMA MONOFLUIDO E
DIFFERENTI PARAMETRI (dal libro Jet-Grouting)

Figura 36_VARIAZIONE DI DIAMETRO OTTENUTO CON LA PROFONDITA' (dal libro Jet-Grouting)

La progressiva riduzione del diametro con la profondità può essere attribuita all’incremento nel terreno
della resistenza a taglio, causata dal sovraccarico di tensioni efficaci. Questo effetto può essere molto
38
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

rilevante in quei terreni con elevato angolo d’attrito, mentre nei terreni con un angolo d’attrito basso,
questo effetto è trascurabile. Il diametro medio Dm, può essere espresso come funzione dei parametri di
trattamento, proprietà del terreno e stati tensionali.

4.3.1 Diametro medio


Il desiderato valore medio del diametro delle colonne, può essere ottenuto selezionando per uno specifico
terreno:

• Appropriata tecnica di iniezione (singolo, doppio o triplo fluido);


• Parametri di trattamento (numero e diametro ugelli, pressione d’iniezione e portata del flusso,
rotazione del monitor, composizione malta).

Molte volte, la scelta è basata sull’esperienza dei campi prova. Per un progetto in fase preliminare, molti
autori propongono delle correlazioni empiriche espresse in tabelle, grafici o formule tra diametro-tecnica-
trattamento. Nell’immagine seguente (Fig.37) si elencano le correlazioni presenti in letteratura.

Figura 37_CORRELAZIONI PRESENTI IN LETTERATURA SUL DIAMETRO MEDIO (dal libro Jet-Grouting)

Alcune correlazioni (e.g., Botto 1985; Bell 1993; Xanthakos et al.1994; Kutzner 1996; Lesnik 2001; Tornaghi
and Pettinaroli 2004; Flora and Lirer 2011; AGI 2012) suddividono il terreno in categorie ampie, fornendo
per ognuna una gamma di diametri ottenuti con tipiche impostazioni. Altre (e.g., JJGA 2005) sottolineano
l’importanza della resistenza del suolo all’erosione stabilendo correlazioni tra il diametro delle colonne e
proprietà indice ottenute da prove in sito e in laboratorio.

4.3.1.1 Previsione semplificata del diametro medio


Oltre ad usare le correlazioni presenti in letteratura come appena espresso nel paragrafo precedente, di cui
si fornisce un esempio nella prossima immagine (Fig.38), il diametro medio può essere stimato
considerando il concetto di efficienza di trattamento.

39
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Figura 38_TIPICI VALORI DIAMETRI MEDI COLONNE JET-GROUTING; RISORSA: AGI 2012 (dal libro Jet-Grouting)

Infatti, una volta che viene scelta la metodologia da seguire per la jettiniezione, il diametro medio può
essere valutato dall’associazione a ogni tipologia di terreno un range di efficienza energetica λE.
Combinando le equazioni dell’efficienza energetica e quella dove si considera l’ugello, il diametro medio di
una colonna di Jet-Grouting può essere espresso come:

D2#$[ = 1,128]. ∗ ∗ TU

Dove:

- P, pressione [MPa]
- Vg, volume della malta iniettata [m3/m]
- λE, efficienza energetica [m3/MJ]

L’equazione appena espressa è stata usata con alcuni possibili valori di trattamento e di efficienza per poter
graficizzare i risultati espressi nella Fig.39.

Figura 39_DIAMETRI MEDI COLONNE E VOLUME INIETTATO PER UNITA' DI LUNGHEZZA, PER DIFFERENTI VALORI DI
EFFICIENZA ENERGETICA PER p=40 MPa (dal libro Jet-Grouting)

E’ utile notare che l’influenza delle proprietà del terreno e del trattamento scelto, sono nascoste
nell’efficienza energetica stessa.

40
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

4.4 Campo prova ed indagini


L’utilizzo del Jet-Grouting nei trattamenti di consolidamento del terreno, è una tecnica che richiede il
calcolo di una serie di parametri esecutivi. La verifica della validità dei parametri da utilizzare durante
l’esecuzione dei lavori, è demandata ai risultati che sarà possibile raccogliere durante la realizzazione di un
campo prova. Per definire correttamente il campo prova da eseguire, sarà necessario renderlo
“compatibile” con la reale situazione esecutiva del trattamento. Molto spesso si osservano campi prova i
cui viene realizzato un notevole numero di colonne, con parametri diversi tra loro per una corretta
valutazione dei diametri medi raggiunti ma, mentre le colonne realizzate e scoperte per il loro controllo
visivo vengono realizzate ad una profondità massima di 3-5 metri, quelle previste in progetto sono da
realizzare a profondità maggiori. In un terreno superficiale l’energia necessaria per l’ottenimento di un
certo diametro, a parità di terreno, sarà sempre inferiore a quella richiesta per profondità maggiori. Gli
aspetti da valutare in un campo prova sono:

• GEOMETRIA E MODALITA’ DI ESECUZIONE DEL TRATTAMENTO, solitamente è una disposizione


adeguatamente rappresentativa;
• AREA DI REALIZZAZIONE CAMPO PROVA, optando possibilmente per zone limitrofe alla
realizzazione del lavoro;
• PROFONDITA’ DA RAGGIUNGERE.

Ancor prima di definire il campo prova, andrà preso in considerazione lo scopo del trattamento, in quanto
realizzare colonne isolate o una serie di colonne ravvicinate tra loro, come nel caso dei tappi di fondo per
scavi in presenza di falde, influenzerà notevolmente la progettazione del campo prova. Altro fattore da
prendere in considerazione, nella fase di studio del campo prova, sarà quello relativo sia ai controlli e al
monitoraggio dei principali parametri esecutivi. Sarà necessario valutare analiticamente, prima del campo
prova, un range di parametri tali da consentire la realizzazione di più diametri, sia inferiori che superiori a
quanto previsto in progetto. Si avrà così occasione di analizzare graficamente i risultati ottenuti,
verificando, per le reali condizioni lavorative in cui si opererà, la relazione esistente tra energia e diametri
ottenuti. Per garantire ulteriormente la significatività dei dati raccolti durante il campo prova, sarà buona
norma prevedere almeno:

- 3 set di parametri corrispondenti a diverse energie da utilizzare nella realizzazione delle colonne;
- 3 colonne per ogni set di parametri.

La realizzazione di un campo prova, richiederà un tempo relativamente lungo sia per i tempi necessari alla
realizzazione delle colonne, che per consentire la maturazione delle stesse prima di procedere con la fase di
controllo. In ultimo, durante l’esecuzione del campo prova verrà valutata anche la validità delle tecniche di
perforazione impiegate, provvedendo alle eventuali migliorie. Poiché tra il termine del campo prova e la
valutazione dei risultati ottenuti potrà trascorrere un periodo di tempo circa di un mese anche, sarà
opportuno valutare la possibilità di dare continuità ai lavori, cercando di scegliere cautelativamente dei
parametri in modo da garantire maggiormente il diametro richiesto e, una volta ottenuti i risultati, adottare
quelli più idonei.

4.5 Risultati attesi


Come già si è potuto constatare dai paragrafi precedenti, i risultati delle colonne Jet-Grouting sono in
funzione della natura dei terreni che vengono trattati dato che si ben comprende, anche intuitivamente,

41
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

sono il prodotto di trattamento di impasto composto sostanzialmente da terreno – acqua - cemento.


Quindi, tanto più il terreno è formato da materiale arido e permeabile, tanto maggiore è la resistenza che
se ne ottiene. Valori di resistenza a compressione non confinata (Fig.40) tra 60-150 Kg/cm2 (6-15 MPa) sono
ottenibili in terreni alluvionali grossolani, mentre in presenza di litotipi coesivi le resistenze decrescono
sensibilmente. I valori medi di permeabilità variano da 10-4 a 10-5 cm/sec.

Figura 40_RESISTENZA IN FUNZIONE DELLA LITOLOGIA E DELLA QUANTITA' DI CEMENTO

Si riportano in tabella (fonte RODIO) i risultati di alcune imprese specializzate, fornendo dei valori limiti
raggiungibili in funzione del tipo di terreno da trattare.

TERRENO PREVALENTE RESISTENZA A 28 GIORNI [MPa] MODULO ELASTICO E [MPa]


Ghiaia e sabbia pulita 7-15 400-1000
Sabbie limose e limi sabbiosi 4-8 400-8000
Limi e argille mediamente compatte 1-3 200-500
Argille plastiche soffici o morbide 0.5-1.5 100-300
Argille compatte 3-5 200-500

A proposito dei valori in tabella, i valori più elevati sono stati raggiunti con il jetting monofase, deducibile
anche dal fatto che con questo metodo si ha una quantità maggiore di cemento per metro cubo di colonna.

42
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Capitolo 5-Presentazione campo prova di


riferimento
Per Privacy, verranno riportate le informazioni strettamente necessarie per i modelli di calcolo.

Il campo prova di riferimento è stato effettuato nel nord Italia ai confini con la Francia, al fine di individuare
le modalità esecutive più idonee per le colonne Jet-Grouting da realizzarsi in un progetto esecutivo. Il
campo prova, è costituito da n°4 coppie di colonne del diametro nominale di 1200 mm e della lunghezza di
24 m; ogni coppia è caratterizzata da un differente set di parametri, tutte con metodo bifluido, ed è ubicato
secondo la planimetria riportata nell’immagine seguente (Fig.41).

RIFERIMENTO SONDAGGIO STRATIGRAFICO EFFETTUATO NEL MARZO 2011

CAMPO PROVA PER COLONNE JET-GROUTING

CROSS-HOLE TEST DA ESEGUIRE PRIMA DELLA REALIZZAZIONE COLONNE DI JET GROUTING

Figura 41_STRALCIO PLANIMETRIA DI RIFERIMENTO (per privacy si omette quella completa dove appaiono le località
nelle vicinanze)

43
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

In particolare le colonne di ogni coppia omogenea, cioè caratterizzate dallo stesso set di parametri, sono
poste ad un interasse di 1.90 m pari all’interasse previsto in progetto, in modo da poter valutare nelle
successive prove l’efficacia del consolidamento; le coppie caratterizzate da due differenti set di parametri
sono poste ad un interasse di 5.00 m, al fine di non avere influenze indesiderate tra una coppia e l’altra.
Come da immagine, il campo prova si trova in prossimità del sondaggio S92, la cui stratigrafia viene
riportata di seguito.

44
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

45
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

46
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Il complesso di indagini effettuato è il seguente:

• Esecuzione di due prove cross-hole sismico su due coppie di fori su terreno naturale (fori eseguiti a
distruzione di nucleo);
• Esecuzione di un carotaggio continuo al centro di una colonna per ciascuna coppia di colonne;
• Prelievo di carote da sottoporre a prove di compressione monoassiale;
• Esecuzione di una prova cross-hole sismico su ciascuna coppia di colonne (utilizzando il foro a
carotaggio di cui sopra ed un foro a distruzione di nucleo);
• Determinazione del diametro medio delle colonne mediante messa a giorno di un tratto di 3-4 m
delle colonne.

Con il quadro di indagini appena citato, è stato possibile conoscere:

• L’effettiva riuscita del consolidamento per mezzo del carotaggio continuo: restituendo carote di
terreno cementato, assimilabili ad una roccia tenera e quindi caratterizzabili con valori di RQD
(Rock Quality Designation);
• L’effettiva riuscita del consolidamento per mezzo delle prove cross-hole;
• L’effettiva riuscita del consolidamento per mezzo delle prove di compressione monoassiale sulle
carote prelevate dai sondaggi a centro colonna: permettendo la caratterizzazione meccanica del
terreno consolidato;
• L’effettiva riuscita del consolidamento per mezzo della messa a giorno delle colonne.

5.1 Analisi delle prove nel campo prova


Prima di procedere all’analisi delle prove, si spiega brevemente in cosa consistono:

-PROVA CROSS-HOLE, consente di misurare il tempo necessario ad onde elastiche di compressione o di


taglio, per spostarsi da una sorgente posta in un foro ad uno o più ricevitori disposti in altri fori alla stessa
profondità della sorgente (Fig.42).

Figura 42_SCHEMA PROVA CROSS-HOLE

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MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Le onde sismiche generatesi all’interno di un mezzo, vengono dette onde di volume (Fig.43) e possono
essere di due tipi:

Onde P, longitudinali o di compressione;

Onde S, trasversali o di taglio.

Figura 43_ONDE DI VOLUME (dal web)

In un mezzo elastico, omogeneo e isotropo, la velocità di propagazione delle onde sismiche è indipendente
dalla frequenza (si parla, in questo caso, di onde non dispersive). In tale ipotesi, valgono le seguenti
relazioni:

8 1@a S
=_ ∗ =_
^
` <1 b a= ∗ <1 @ 2 ∗ a= 9
`

c
Dove: ` = g=9,81 m/s2

Si nota che: vP è influenzato dal coefficiente di Poisson ν, mentre vS dipende solo dalla rigidezza a taglio e
dalla densità del mezzo attraversato.

In terreni saturi (deformazioni volumetriche impedite, ν = 0.5), vP assume valori elevati (vP=acqua=1500
m/s) mentre vS è indipendente in quanto l’acqua di porosità non è in grado di assorbire sforzi di taglio.

-PERFORAZIONE A CAROTAGGIO CONTINUO, si applica quando si vuole identificare in dettaglio la


successione stratigrafica. Le carote estratte nel corso del sondaggio sono sistemate in apposite cassette
catalogatrici al riparo da agenti atmosferici (Fig.44).

48
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Figura 44_SCHEMA DI CAROTAGGIO CONTINUO

-PERFORAZIONE A DISTRUZIONE DI NUCLEO, si applica quando si vuole raggiungere una data profondità, ad
esempio per installare uno strumento di misura, non interessando il riconoscimento stratigrafico o prelievo
di campioni rappresentativi.

5.1.1 Prove cross-hole ante operam


Eseguito sulle coppie:

- CH1-A—CH1-B (da 0 a 20 m);


- CH2-A—CH2-B (da 0 a 23 m).

Si riporta in seguito tabelle e risultati.

49
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

CROSS-HOLE ante-operam A1-B1 (0-20 m)


z vp vs ONDE DI VOLUME>>>CH1A-CH1B_TERRENO NATURALE
vp;vs [m/s]
[m] [m/s] [m/s] 0 500 1000 1500 2000 2500 3000
0
0 0 0
1
1 1200 400
2
2 1800 600
3 vp [m/s]
3 700 350
4
4 1000 300
vs [m/s]
5
5 900 360
6
6 550 350
7
7 680 350
8
8 500 300
9
9 750 390
Z [m]

10
10 1400 405
11
11 650 290
12
12 810 300
13
13 1100 495
14
14 850 485
15
15 1610 590
16
16 2900 710
17 2590 700 17

18 1790 600 18

19 1700 470 19

20 1810 400 20

Cosa si evidenza da CH1A-CH1B:

-presenza di falda a 15 m dal piano campagna, risultato deducibile in quanto le onde vp da Z=15 assumono
un valore maggiore di 1500 m/s.

50
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

CROSS-HOLE ante-operam A2-B2 (0-23 m)


z vp vs ONDE DI VOLUME>>>CH2A-CH2B_TERRENO NATURALE
[m] [m/s] [m/s] vp;vs [m/s]
0 500 1000 1500 2000 2500 3000
0 0 0 0
1 600 250 1
2 500 300 2
3 1500 390 3 vp [m/s]
4 700 400 4

5 700 350 5 vs [m/s]

6 710 320 6

7 550 300 7
8
8 415 280
9
9 490 290
10
10 450 300
11
11 1050 500
Z [m]

12
12 2550 700
13
13 1490 550
14
14 1210 390
15
15 720 290
16
16 700 400
17
17 950 300
18
18 820 290 19
19 2300 300 20
20 2400 300 21
21 1190 390 22
22 2050 390 23
23 2200 250 24

Cosa si evidenza da CH2A-CH2B:

-presenza di falda discontinua e poco chiara, pertanto si andrà a considerare la profondità della prova
precedente.

5.1.2 Realizzazione delle colonne Jet-Grouting


Le colonne sono state realizzate in accordo alla planimetria riportata in Fig.41.

5.1.3 Perforazioni a carotaggio continuo e prelievo di campioni


Le colonne del campo prova sono state così organizzate:

51
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Colonne “a”: perforazione a carotaggio continuo con prelievo di 3 campioni da sottoporre a prove di
compressione monoassiale; la lunghezza delle perforazioni a carotaggio è pari a 25 m, i fori sono stati
attrezzati con rivestimento in PVC da 3” cementato per l’esecuzione delle prove cross-hole. Per le colonne
n° 2 e 3 le perforazioni verranno approfondite fino a 60 m, a distruzione di nucleo ed attrezzate come sopra
descritto, allo scopo di poter condurre prove cross-hole nel tratto da 25 m fino a 60 m per approfondire le
indagini geognostiche relative alle caratteristiche del terreno naturale a profondità più elevate;

• Colonne “b”: perforazione a distruzione di nucleo per la lunghezza di 25 m, tali perforazioni hanno il solo
scopo di poter essere attrezzate con tubo in PVC da 3” necessari per l’esecuzione delle prove cross-hole sul
terreno consolidato.

Si riporta in seguito una tabella riepilogativa dei valori ottenuti in modo tale da poter effettuare la scelta sul
set di colonne che meglio ha risposto al terreno con i parametri teorici imposti.

VALORI DI COMPRESSIONE MONOASSIALE E PESO DI VOLUME


ANALISI RDQ DELLE COLONNE
RICAVATI DA CAROTE DEL CAMPO PROVA
Resistenza a N
Z γ RDQ Valore
Colonna Campione compressione Mediana valori
(m dal p.c.) [KN/m3] medio min
monoassiale [MPa] <70%
C1 9,1 9,3 19,29 7,06
C2 17,8 18 17,62 11,5
C1-A 75 78 15 7
C3 21,7 21,9 23,53 8,91
Media 20,15 9,16
C1 5,4 5,6 17,99 4,55
C2 11,8 12 17,39 2,87
C2-A 65 70 26 12
C3 17,8 18 17,44 4,99
Media 17,61 4,14
C1 7 7,3 19,52 14,01
C2 16 16,3 18,48 22,01
C3-A 87 90 30 1
C3 22 22,25 22,71 18,46
Media 20,24 18,16
C1 4,2 4,45 19,02 6,25
C2 8,2 8,4 18,19 9,44
C4-A 58 56 27 17
C3 14,25 14,45 22,42 13,58
Media 19,88 9,76

Cosa si evidenzia dalla tabella:

-il set di parametri che ottiene valori migliori è quello rappresentante dal campione C3-A, poiché come
obiettivo del campo prova è anche il raggiungimento del maggior peso di volume della colonna rispetto il
terreno circostante.

5.1.4 Prove cross-hole post operam


Avendo individuato il set ottimale, si riporta di seguito il risultato della prova cross-hole effettuata sulla
coppia di colonne N°3.

52
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

CROSS-HOLE COLONNE 3A-3B (0-25 m)


z Distanza vp 3A-3B vs 3A-3B ONDE DI VOLUME>>>CH 3A-3B
[m] [m] [m/s] [m/s] vp;vs [m/s]
0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000
1 1,83 2301 371 0
2 1,84 1216 415
1
3 1,84 1178 693
2
4 1,84 2826 550
5 1,84 2531 550 3

6 1,84 1033 366 4

7 1,84 967 407 5


8 1,84 975 429 6
9 1,85 964 369
7 vp 3A-3B [m/s]
10 1,84 976 288
8
11 1,83 972 363
9 vs 3A-3B [m/s]
12 1,82 1158 370
Z [m]

13 1,81 1229 527 10

14 1,8 1315 558 11


15 1,79 1278 462 12
16 1,8 3326 583 13
17 1,8 1968 643
14
18 1,8 2332 644
15
19 1,8 2055 616
20 1,8 1469 540 16

21 1,79 2745 628 17


22 1,8 3769 606 18
23 1,8 4152 607 19
24 1,81 3578 817
20
25 1,83 3963 828

Cosa si evidenzia dalla tabella:

-dai 7 ai 14 m dal piano campagna, probabilmente a causa di una cementazione insufficiente o parziale del
foro, la propagazione del segnale è limitato.

5.1.5 Messa a giorno delle colonne Jet-Grouting


Dalle ispezioni eseguite, le colonne sono risultate ragionevolmente uniformi e compatibili con
l’eterogeneità del terreno in loco.

53
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

5.2 Definizione dei parametri per il modello F.E.M.


Al fine di procedere con il modello agli elementi finiti, sulla base dei risultati del campo prova della
relazione tecnica, si è deciso di considerare i seguenti valori:

- STRATIGRAFIA TERRENO_MODELLO SENZA FALDA

z STRATIGRAFIA γ E ν
K0
omogeneizzata 3
[m] [KN/m ] [KPa] [-]
da 0 a 9 m UNITA' RC 18 10000 0.3 0.43
da 10 a 14 m UNITA' R 1 18 15000 0.3 0.50
da 15 a 17 m UNITA' R 2 16.2 15000 0.3 0.50
DEPOSITI
da 18 a 45 m GRANULARI 18 70000 0.2 0.43
GROSSOLANI
DEPOSITI
da 46 a 59 m GRANULARI 18 275000 0.3 0.47
MEDIO-FINI

SUBSTRATO
da 60 a 65 m 27 1575000 0.15 0.36
ROCCIOSO

Dove per:

-UNITA’ RC, si intendono i materiali di riporto di precedenti lavorazioni; i terreni movimentati sono per lo
più di tipo granulare e di pezzatura medio-grossolana;

-UNITA’ R 1-2, (suddivisi per una facilità di analisi) si intendono depositi di precedenti lavorazioni e ghiaie e
ciottoli in matrice sabbioso-limosa e ghiaie medio fini in matrice limoso sabbiosa;

-DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI, comprende alternanze di ghiaie etero metriche e sabbie da limose a
con limo (trascurabili), ciottoli e blocchi anche di dimensione pluri-metrica privi o con scarsa matrice
sabbiosa grossolana, ghiaie etero metriche e sabbie con ciottoli;

-DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI, comprende sabbie limose, inglobanti ghiaia e ciottoli di colore variabile
dal grigio al nocciola chiaro. Locali intercalazioni di ghiaia, ciottoli e blocchi, in matrice sabbioso-limosa
costituenti lenti e livelli con spessore da alcuni decimetri ad alcuni metri;

-SUBSTRATO ROCCIOSO, presenti diversi litologie costituenti questo strato che per semplicità sono state
indicate con un unico termine.

54
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

- STRATIGRAFIA TERRENO_MODELLO CON FALDA

z STRATIGRAFIA γ E falda ν γsat k ϕ c'


K0 e0 CONDIZIONI
omogeneizzata
[m] [KN/m3] [KPa] [-] [KN/m3] [m/s] [°] [KPa]
da 0 a 9 m UNITA' RC 18 10000 0.3 0.43 18 0.7 DRENATE 10^-6 35 0
da 10 a 14 m UNITA' R 1 18 15000 0.3 0.50 18 0.7 DRENATE 10^-6 30 5
-6
da 15 a 17 m UNITA' R 2 16.2 14762 0.3 0.50 18 0.7 DRENATE 10^ 30 5
DEPOSITI GRANULARI
da 18 a 45 m 18 58283 0.2 0.43 20 0.3 DRENATE 10^-5 35 10
GROSSOLANI
DEPOSITI GRANULARI
da 46 a 59 m 18 187574 0.3 0.47 20 2.5 DRENATE 10^-8 32 17
MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO 27 1055574 0.15 0.36 27 - - 40 500

In presenza di falda, le tensioni efficaci diminuiscono a causa della sotto spinta idraulica e di conseguenza
anche la rigidezza diminuisce; s’è provveduto all’uso di una delle tante correlazioni presenti in letteratura al
fine di quantificare la variazione della rigidezza in funzione del confinamento. In dettaglio si è considerata la
relazione di Ortiz (1986):
h
efK
8 = 85 ∗ d g
e

Dove:

E: è la rigidezza del terreno, corrispondente a una tensione efficace orizzontale σ’h;

E0: è la rigidezza corrispondente alla pressione atmosferica σA =100 KPa;

α: è un coefficiente che dipende dal terreno (Fig. 45) .

Per ogni strato, ammettendo che la E assegnata sia corrispondente alla σ’h baricentrica in assenza di falda,
si ricava E0. In presenza di falda, è quindi possibile valutare la E corrispondente al baricentro dello strato in
funzione della σ’h agente (ridotta a causa della presenza dell’acqua).

55
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Figura 45_ORTIZ (1986), costanti elastiche per terreni

- PARAMETRI COLONNE JET-GROUTING

γ E ν ϕ c' σc D L
k0
[KN/m3] [MPa] [-] [°] [KPa] [MPa] [m] [m]
20.24 750 0.25 56.8 0.16 400 18.16 1.2 5-15-25

Per completezza vengono riportati i parametri teorici della coppia di colonne n°3

SCHEDA COPPIA COLONNA TIPO 3___PARAMETRI TEORICI


Colonna φ 1200 mm - DOSAGGIO 4 Q l/m3 - RAPPORTO A/C =0.7 METODO BIFLUIDO
Dosaggio Cemento per mc di terreno trattato 400 Kg

Dosaggio Acqua per mc di terreno trattato 280 litri

Volume colonna φ 1200 mm 1.13 m3

Quantità di cemento da iniettare 452 Kg pari a 151 litri

Quantità di acqua da iniettare per ml di colonna 316 litri

Miscela da iniettare 467 litri

Diametro ugello 5,5 mm

Velocità di rotazione 20-25 giri/min

Step di risalita 5 cm

56
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Pressione di iniezione 400 bar

Pressione aria 8/9 bar

Quantità iniettata al minuto 304 litri

Tempo di risalita 4,7 sec

- PARAMETRI PLATEA

B L S / E ν
CLS
[m] [m] [m] [KN/m3] [MPa] [-]
15 20 0,5 C 20/25 25 30200 0,15

N.T.C 08_CAP.11.2.10.1-Resistenza a Compressione

In sede di progetto si farà riferimento alla resistenza caratteristica a compressione su cubica Rck così come
definita nel § 11.2.1 delle N.T.C. 08. Dalla resistenza cubica si passerà a quella cilindrica da utilizzare nelle
verifiche mediante l’espressione:

ijk = 0,83 ∗ Pjk

Risultando così un fck=20,75 MPa

Sempre in sede di previsioni progettuali, è possibile passare dal valore caratteristico al valor medio della
resistenza cilindrica mediante l’espressione:

ijl = ijk b 8

Risultando così un fcm=28,75 MPa

N.T.C. 08_CAP 11.2.10.3-Modulo Elastico

In sede di progetto si può assumere:

8jl = 22000 ∗ <ijl/10=5.n

Risultando così un Ecm=30200,5 MPa

57
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Capitolo 6-Applicazione numerica con il


metodo F.E.M.
Si pone come obiettivo l’analisi globale di modelli di calcolo rappresentati terreni prevalentemente a Grana
Grossa con platea a piano campagna e sovraccarichi rappresentati da 3 incrementi di pressione, in assenza
e in presenza di falda (presente a 15 m dal piano campagna), rinforzati con colonne di Jet-Grouting,
variando parametricamente l’interasse (i= d+0.2; i = 2d; i = 3d) e la profondità del trattamento (L = 5 m; L =
15 m; L = 25 m).

6.1 Cenni teorici sul metodo F.E.M. e software in uso: MIDAS GTS NX
Il metodo ad elementi finiti (F.E.M.) è un metodo numerico per risolvere problemi di ingegneria e fisica
matematica aventi geometrie complicate, carichi e proprietà dei materiali dove soluzioni analitiche non
possono essere ottenute. Il concetto alla base del metodo F.E.M. è la suddivisione del modello matematico
in componenti scollegate di geometria semplice chiamati elementi finiti o semplicemente elementi. Si passa
quindi da:

SISTEMA COMPLESSO >>> SISTEMA PIU’ SEMPLICE

Per comprendere meglio, si consideri un cerchio (Fig.46):

Figura 46_APPROSSIMAZIONE F.E.M.

- Il cerchio può essere approssimato in n=8 segmenti


- I segmenti sono chiamati ELEMENTI
- I vertici sono chiamati NODI

La lunghezza di ogni elemento è Lij = d sin(π/n), il perimetro approssimato è Ln = nLij mentre il perimetro
esatto è P = πd, quindi:
Q[ ∗ Q!q o
o= = = ∗ sin < =
p p

Discretizzando il modello fisico, si viene a conoscenza dei singoli elementi che lo compongono:

58
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Elementi mono-dimensionali (reticolari, telai)

Elementi bi-dimensionali (membrane e piastre)

Elementi tri-dimensionali (geometria complessa, accenni)

Il comportamento di ogni elemento è espresso in termini di un numero finito di gradi di libertà


caratterizzati da un valore di funzioni incognite in determinati punti nodali. Il comportamento del modello
matematico è approssimato da quello del modello discreto ottenuto connettendo e assemblando tutti gli
elementi. Le proprietà di un elemento finito possono essere sviluppate isolatamente. Questa è la chiave
della programmazione modulare di librerie di elementi, gli elementi sono isolati dalla procedura di
disconnessione e localizzazione. Quindi gli elementi possono essere considerati singolarmente (asta, trave,
piastra, brick etc.), con un sistema di coordinate conveniente. La programmazione è semplice e si possono
scrivere subroutines per ogni elemento. Successivamente, gli elementi vengono assemblati per formare la
rigidezza globale della struttura.

Definizioni:

- Nodi: Ogni elemento possiede un insieme di punti distinti che servono per un duplice motivo,
ovvero la definizione della geometria dell'elemento e i gradi di libertà. Sono di solito localizzati agli
angoli degli elementi, o nel caso di elementi d’ordine superiore sono messi anche all'interno
dell'elemento;
- Gradi di libertà: DOF (degrees of freedom); sono gli spostamenti possibili dei nodi;
- Forze nodali: ad ogni DOF corrisponde una forza. La relazione tra forza e spostamento è fornita da
considerazioni energetiche;
- Relazioni costitutive: Regolano il comportamento del materiale.

I tre passi chiave nella simulazione a elementi finiti sono riassunti in Fig.47:

Figura 47_PROCEDIMENTO PER UNA SIMULAZIONE AD ELEMENTI FINITI

59
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• IDEALIZZAZIONE: Pensare di modellare esattamente la realtà, non solo è impossibile perché troppo
complesso, ma porta a risultati che possono essere completamente sbagliati (specialmente nel caso
di analisi dinamiche). Un modello estrae gli aspetti di interesse di un modellatore. L’idealizzazione ci
permette di passare da un problema fisico a un modello matematico. E’ un passo importantissimo e
delicato poiché coinvolge direttamente l’operatore.
• DISCRETIZZAZIONE: I modelli di sistemi fisici non sono semplici da risolvere, comportano equazioni
differenziali parziali accoppiate nello spazio e nel tempo con determinate condizioni al contorno e
hanno un numero infinito di gradi di libertà. Esistono anche soluzioni analitiche, anche chiamate
“soluzioni in forma chiusa”, intellettualmente soddisfacenti ma molto complesse o addirittura
impossibili da trovare. Il metodo elementi finiti trasforma equazioni differenziali con determinate
condizioni al contorno in un sistema di equazioni algebriche che possono essere risolte
numericamente. Per fare questo è necessario ridurre il numero di gradi di libertà da infinito a un
numero finito, ovvero effettuare la discretizzazione.

Si riportano di seguito due esempi per comprendere meglio (Fig.48)

Figura 48_DAL PROBLEMA FISICO AL MODELLO DISCRETO

Nel metodo agli elementi finiti, il campo di spostamenti all’interno di un elemento viene approssimato
come una funzione degli spostamenti nodali U:
[

u<v= = H <v=u b H> <v=u> b Hn <v=un b ⋯ = x H! <v=u! = H<v=u


!y

Dove Ui indica gli spostamenti nodali lungo i gradi di libertà i, ed Ni rappresenta la funzione di forma
(interpola gli spostamenti interni).

Le funzioni di forma degli spostamenti, devono rispettare le seguenti condizioni:

Ni (x) = 1 in ui

Ni (x) = 0 in uj, j≠i

Si distingue tra due classi di problemi:

60
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

1. C0 quelli riguardanti gli spostamenti, dove si richiede solo la loro continuità (es. reticolari o
torsione);
2. C1 quelli riguardanti sia gli spostamenti e i loro derivati, dove viene richiesta la continuità delle
curvature (es. elemento trave, membrana, shell).

Il software scelto per effettuare le analisi della tesi è MIDAS GTS NX, pacchetto software per l'analisi agli
elementi finiti globale che è in grado di gestire l'intera gamma di applicazioni di progettazione geotecnica,
tra cui fondazioni profonde, scavi, sistemi di gallerie complessi, analisi infiltrazioni, analisi, progettazione
consolidamento argine, analisi dinamica e pendenza stabilità. Midas GTS NX presenta il più recente sviluppo
d’avanguardia computer grafica e la tecnologia di analisi con un’interfaccia intuitiva che permette agli
utenti d’integrare facilmente il software nel loro processo di lavoro.

6.2 Approcci progettuali per analisi con Jet-Grouting


Il progetto per un’applicazione Jet-Grouting, ha due specifiche caratteristiche:

-la prima deriva dalla natura del materiale Jet iniettato, che è piuttosto diverso sia dal terreno che dal
cemento;

-la seconda consiste nella grande variabilità delle caratteristiche geometriche e proprietà meccaniche degli
elementi di Jet-Grouting.

I due CRITERI DI ROTTURA che possono essere usati hanno differenti assunzioni di base:

CRITERIO DI MOHR-COULOMB, usualmente applicato per i terreni non trattati. Pertanto con
questo approccio il materiale Jet-Grouting viene considerato come terreno di migliore qualità
avente quindi coesione (c’) e angolo d’attrito (z).
La resistenza a taglio del materiale secondo il criterio di Mohr-Coulomb, viene calcolato come:
{ = j|
K
b e K ∗ tan <z=

Generalmente questo approccio è adatto per trattamenti massicci.

CRITERIO DI TRESCA, applicato nel caso in cui non tutto il volume di terreno è riempito da colonne
Jet. In questo approccio gli elementi colonnari vengono considerati come individuali corpi composti
di materiali differenti dove l’attrito è trascurato.
La formulazione per la resistenza a taglio, è valida nel momento in cui gli stati tensionali sono
trascurabili:
{ = j~

Cu è solitamente calcolata dai test di compressione monoassiale.

I due criteri sono tra loro correlati secondo la seguente relazione, mostrata anche graficamente in Fig.49:
o z|
j~ = j| ∗ •€ • b ƒ
4 2

61
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Figura 49_CRITERI DI ROTTURA APPLICATI PER IL JET-GROUTING (dal libro Jet-Grouting)

6.2.1 Definizione dell’approccio progettuale per il modello di calcolo


Il campo prova preso in considerazione per la presente tesi di laurea, ha effettuato molte prove al fine di
studiare e caratterizzare meccanicamente non solo il terreno ma anche le colonne di Jet-Grouting. Si riporta
dal paragrafo 5.2 della presente tesi i parametri scelti a conclusione di tutte le analisi.

- STRATIGRAFIA TERRENO_MODELLO SENZA FALDA

z STRATIGRAFIA γ E ν
K0
omogeneizzata 3
[m] [KN/m ] [KPa] [-]
da 0 a 9 m UNITA' RC 18 10000 0.3 0.43
da 10 a 14 m UNITA' R 1 18 15000 0.3 0.50
da 15 a 17 m UNITA' R 2 16.2 15000 0.3 0.50
DEPOSITI
da 18 a 45 m GRANULARI 18 70000 0.2 0.43
GROSSOLANI
DEPOSITI
da 46 a 59 m GRANULARI 18 275000 0.3 0.47
MEDIO-FINI

SUBSTRATO
da 60 a 65 m 27 1575000 0.15 0.36
ROCCIOSO

62
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

- STRATIGRAFIA TERRENO_MODELLO CON FALDA

z STRATIGRAFIA γ E falda ν γsat k ϕ c'


K0 e0 CONDIZIONI
omogeneizzata
[m] [KN/m3] [KPa] [-] [KN/m3] [m/s] [°] [KPa]
da 0 a 9 m UNITA' RC 18 10000 0.3 0.43 18 0.7 DRENATE 10^-6 35 0
da 10 a 14 m UNITA' R 1 18 15000 0.3 0.50 18 0.7 DRENATE 10^-6 30 5
-6
da 15 a 17 m UNITA' R 2 16.2 14762 0.3 0.50 18 0.7 DRENATE 10^ 30 5
DEPOSITI GRANULARI
da 18 a 45 m 18 58283 0.2 0.43 20 0.3 DRENATE 10^-5 35 10
GROSSOLANI
DEPOSITI GRANULARI
da 46 a 59 m 18 187574 0.3 0.47 20 2.5 DRENATE 10^-8 32 17
MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO 27 1055574 0.15 0.36 27 - - 40 500

- PARAMETRI COLONNE JET-GROUTING

γ E ν ϕ c' σc D L
k0
[KN/m3] [MPa] [-] [°] [KPa] [MPa] [m] [m]
20.24 750 0.25 56.8 0.16 400 18.16 1.2 5-15-25

- PARAMETRI PLATEA

B L S γ E Ν
CLS 3
[m] [m] [m] [KN/m ] [MPa] [-]
15 20 0,5 C 20/25 25 30200 0,15

Nella modellazione saranno previsti differenti interassi e differenti lunghezze di colonne Jet-Grouting,
passando da un terreno quasi completamente trattato, ad uno avente colonne con un comportamento più
individuale (definito anche come “modello a zattera”). Pertanto, visti i valori in possesso, e per avere analisi
congruenti tra loro, si decide di sperimentare una modellazione di tutti i casi usando un legame costitutivo
elastico lineare perfettamente plastico con il criterio di rottura di Mohr-Coulomb e quindi, in termini più
semplici secondo quanto detto prima, realizzare una modellazione TERRENO-TERRENO MIGLIORATO.

Si riassume in tabella i modelli che verranno presentati, effettuando delle valutazioni sia in caso di falda
(come nel caso reale, presente a 15 m dal P.C.) e che in assenza di falda. Gli interassi sono stati ipotizzati
partendo dalla dimensione del diametro e aggiungendo 0,20 m, fino ad avere interassi che considerano 2
volte o 3 volte il diametro della colonna.

63
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

L=5 m L=5 m
i=d+0.2 L=15 m i=d+0.2 L=15 m
L=25 m L=25 m
L=5 m L=5 m
PRESENZA DI FALDA i=2d L=15 m ASSENZA DI FALDA i=2d L=15 m
L=25 m L=25 m
L=5 m L=5 m
i=3d L=15 m i=3d L=15 m
L=25 m L=25 m

Per un totale di 18 modelli di analisi con trattamento di rinforzo tramite colonne Jet-Grouting. Al fine di
dimostrare l’efficacia del trattamento si partirà dal considerare i risultati in termini di cedimenti simulando
una platea a piano campagna e successivi sovraccarichi (rappresentati da tre incrementi di pressioni, ovvero
50-100-150 KPa). Successivamente si rinforzerà il terreno variando i parametri prefissati (interasse e
profondità del trattamento).

In prima analisi, conoscendo l’importanza del volume significativo ed essendo assimilabile alla
“dimensione caratteristica della fondazione”, (nel caso in esame la dimensione più piccola della platea è 15
m), comprenderà gli strati di terreno UNITA’ RC ed UNITA’ R 1-2. Questa indicazione sarà di particolare
rilevanza per comprendere i risultati delle analisi.

Le analisi saranno di stress sia per i modelli senza falda che per i modelli con presenza di falda a 15m dal
P.C. (caso reale), impostate tramite “CONSTRUCTION STAGE” simulando le fasi prefissate, partendo da una
situazione in quiete fino ad arrivare all’applicazione della pressione.

6.3 Modello di calcolo


6.3.1 Elaborazione del modello di calcolo
Per mezzo del software MIDAS GTS NX, i modelli sono stati realizzati nel seguente modo:

Terreno e colonne Jet-Grouting

- MATERIALE TIPO ISOTROPO: ovvero avente le stesse proprietà in tutte le direzioni. Solitamente
viene usato per descrivere il comportamento di materiali lineari - elastici / non lineari elastici /
elasto - plastici.
- MODELLO TIPO MOHR-COULOMB: definito da un comportamento elasto - plastico come mostrato
in Fig.50

Figura 50_COMPORTAMENTO ELASTO-PLASTICO

64
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

I parametri che vengono definiti all’interno di queste prime due scelte sono:
1. E (modulo elastico), prima costante elastica per i materiali isotropi. Definisce la rigidità
iniziale del materiale. All’inserimento di questo dato vengono calcolati automaticamente il
modulo di taglio G e il modulo di rigidezza volumetrica o modulo di Bulk K (Fig.51);
8 8
S= „ =
2<1 b a= 3<1 @ 2a=

Figura 51_COMPORTAMENTO E-G-K

2. ν (coefficiente di Poisson), seconda costante elastica per i materiali isotropi. Assume valori
variabili 0 ≤ ν ≤ 0,5; valori tendenti a 0,5 indicano un materiale incomprimibile, in caso
contrario quando è pari a 0 indica che il materiale è elastico e mostra le variazioni di
volume anche per carichi ridotti.
3. γ (peso di volume);
4. c’ (coesione), (Fig.52);
5. ϕ (angolo d’attrito), (Fig.51).
6. k0, coefficiente di spinta a riposo

Figura 52_CRITERIO DI MOHR COULOMB IN CONDIZIONI DRENATE (sinistra) E IN CONDIZIONI NON DRENATE (destra)

65
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Nel caso di analisi con falda, si è provveduto l’inserimento di ulteriori parametri simulando così il terreno
come un mezzo poroso:

7. γsat ,peso di volume saturo


8. e0, indice dei vuoti iniziale
9. Condizioni drenate e non drenate (nel modello saranno presenti condizioni drenate per
consentire deformazioni volumetriche e non creare sovrappressioni)
10. k (permeabilità), impostata lungo le tre direzioni kx – ky –kz, rappresenta la capacità di
permeabilità di uno strato di terreno

Platea

- MATERIALE TIPO ISOTROPO


- MODELLO TIPO ELASTICO: in un modello elastico – lineare la sollecitazione è direttamente
proporzionale alla deformazione. Le costanti di proporzionalità sono il modulo elastico E ed il
rapporto di Poisson ν (Fig.53). Questo modello è adatto per modellare parti strutturali, aventi una
resistenza molto più alta del terreno.

Figura 53_MODELLO ELASTICO

Si riportano di seguito immagini relative alle schermate del programma di calcolo (Fig.54)

66
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Figura 54_SCHERMATE PER MATERIALE ISOTROPICO /MOHR-COULOMB E ISOTROPICO/ELASTICO

Definiti i materiali, applicando valori medi nel caso di range di valori, per procedere alla modellazione
spaziale, vengono definiti gli elementi SOLIDI. Possono essere di tipo tetraedrico, o esaedrico (Fig.55). Con
questi elementi si sono modellati terreno, colonne Jet-Grouting e lastra.

Figura 55_ELEMENTI SOLIDI E SCHERMATA MIDAS GTS NX

Modellare la geometria totale, è abbastanza semplice. Tutti i comandi sono disponibili nella sezione
GEOMETRY dove è possibile estrudere le forme importate dal dxf, e creare superfici per dividere i solidi
stessi. Ottenuta la geometria, è necessario effettuare due passaggi prima di procedere con la meshatura:

- GEOMETRY>>>SURFACE AND SOLID>>>AUTOCONNECT: permette di creare facce di condivisione


per l’analisi. Tra i due metodi a disposizione è stato scelto il METODO BOOLEANO poiché i solidi
sono tra loro parzialmente inclusi.
- GEOMETRY>>>TOOLS>>>CHECK DUPLICATE: tramite CHECK DUPLICATE FACES, è possibile
controllate le facce duplicate utili per l’analisi.

Al fine di comprendere meglio il comportamento tra colonne-platea e terreno circostante, si decide di


controllare la discretizzazione, rendendola più fitta nelle parti interessate, partendo dall’inserimento di

67
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

punti di controllo alle colonne. Tramite MESH>>>SIZE CONTROL>>>EDGE, s’arriverà alla schermata dove
sarà possibile evidenziare i bordi delle colonne corrispondenti all’inizio di ogni strato del terreno. Seguendo
il metodo NUMBER OF DIVISION>>>Division :4, appariranno dei punti rossi che faranno da riferimento per il
prossimo passaggio (Fig.56).

Figura 56_ESEMPIO CON L=5M PER L’INSERIMENTO DEI PUNTI DI CONTROLLO

Per la generazione della mesh sono stati usati degli elementi “Hybrid”, derivati dalla combinazione di
piramidi e tetraedri sulla base di esaedro e per ottenere delle analisi più accurate (Fig.57).

Figura 57_ELEMENTI HYBRID

Al fine di simulare il processo costruttivo, il modello di partenza sarà composto dagli strati di terreno
determinati nei paragrafi precedenti (alle colonne presenti nell’interno modello sarà associato il materiale
presente ad una determinata profondità), per poi in una seconda fase cambiare materiale alle colonne e
trasformarle in Jet-Grouting. Pertanto, proseguendo con la modellazione, le colonne sono state
discretizzate attraverso MAP-SOLID>>> SIZE:1 e la relativa proprietà (Fig.58).

Figura 58_ESEMPIO DI COLONNA DISCRETIZZATA L=25 M (da notare le 4 colorazioni differenti, corrispondenti ai 4
materiali che attraversa la colonna)
68
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Si continua a discretizzare dall’interno verso l’esterno, quindi dopo le colonne sono stati meshati i blocchi
interni e la platea tramite AUTO-SOLID>>>SIZE:1, per poi proseguire verso l’esterno ingrandendo le maglie
dall’alto verso il basso tramite MAP-SOLID>>>SIZE da 2 a 5. Completata la discretizzazione, è bene aver
chiaro il tipo di analisi che si vuole effettuare (se con falda o senza falda) poiché le impostazioni differiscono
leggermente.

• MODELLO SENZA FALDA


S’imposterà tutto in STATIC/SLOPE ANALYSIS:
-LOAD>>>SELF WEIGHT, s’inserisce il peso proprio;
-BOUNDARY>>>CONSTRAINT>>>tendina AUTO, si confina il terreno all’estremità;
-BOUNDARY>>>CHANGE PROPERTY, selezionando tutte le colonne, si crea il vincolo del cambio
materiale che verrà attivato in una determinata fase durante analisi;
-LOAD>>>PRESSURE>>>, tramite ‘3D element face’, selezionare la parte superiore della platea e
applicare P=150 KN/m2;
-CONSTRUCTION STAGE>>>STAGE SET>>>Type: Stress
1- TERRENO: vengono attivati in questo modo tutti gli elementi (esclusa la platea), il peso proprio
e il vincolo automatico. Impostare clear displacement, al fine di escludere lo spostamento dal
peso proprio nel terreno totale;
2- COLONNE: viene attivato il “cambio di proprietà”;
3- PLATEA: viene attivata la mesh corrispondente essa;
4- PRESSIONE: attivare la pressione da 150 KN/m2. Impostare in Analysis control>>>NON LINEAR:
3 incrementi di carico, al fine di controllare l’andamento dei cedimenti;

-ANALYSIS>>>ANALYSIS CASE>>>GENERAL>>>Solution type: Construction Stage, si creano i casi di


analisi.

• MODELLO CON FALDA


In aggiunta ai passaggi precedenti:
-BOUNDARY>>>WATER LEVEL: FACE, selezionare, del primo strato dove è presente la falda, la faccia
geometrica e come intervallo, la distanza dallo zero del modello alla falda. Nel caso in esame pari a
50 m;
-LOAD>>>WATER PRESSURE>>>, tramite 3D element face, selezionare la parte superiore del primo
strato dove è presente la falda, la mesh; tramite ‘auto’ il comando sarà collegato al passaggio citato
sopra.

Impostato tutto, si lancia l’analisi per mezzo del comando “solve”.

69
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

6.3.2 Modelli con i = d + 0,2

DIAMETRO COLONNE d = 1,2 m


INTERASSE i = d+0,2 m
PLATEA DIMENSIONI = 15 x 20 m
DIMENSIONE IN PIANTA TERRENO = 45 x 50 m
ALTEZZA TOTALE TERRENO = 65 m

TOTALE COLONNE = 140

MODELLO COMPLETO SENZA FALDA

MODELLO COMPLETO CON FALDA

PARTICOLARE COLONNE-PLATEA L=5 m

70
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PARTICOLARE COLONNE-PLATEA L=15 m

PARTICOLARE COLONNE-PLATEA L=25 m

6.3.3 Modelli con i = 2d

DIAMETRO COLONNE d = 1,2 m


INTERASSE i = 2d m
PLATEA DIMENSIONI = 15 x 20 m
DIMENSIONE IN PIANTA TERRENO = 45 x 50 m
ALTEZZA TOTALE TERRENO = 65 m

TOTALE COLONNE = 48

71
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO COMPLETO SENZA FALDA

MODELLO COMPLETO CON FALDA

PARTICOLARE COLONNE-PLATEA L=5 m

PARTICOLARE COLONNE-PLATEA L=15 m

72
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PARTICOLARE COLONNE-PLATEA L=25 m

6.3.3 Modelli con i = 3d

DIAMETRO COLONNE d = 1,2 m


INTERASSE i = 3d m
PLATEA DIMENSIONI = 15 x 20 m
DIMENSIONE IN PIANTA TERRENO = 45 x 50 m
ALTEZZA TOTALE TERRENO = 65 m

TOTALE COLONNE = 24

MODELLO COMPLETO SENZA FALDA

73
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO COMPLETO CON FALDA

PARTICOLARE COLONNE-PLATEA L=5 m

PARTICOLARE COLONNE-PLATEA L=15 m

PARTICOLARE COLONNE-PLATEA L=25 m

74
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

Capitolo 7–Risultati ed osservazioni


7.1 Analisi dei modelli Pre-Trattamento
• Cedimento Pre-trattamento >SENZA FALDA<

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa

PRE-TRATTAMENTO_SENZA FALDA

[mm]
FASE 1_TERRENO 0,0
FASE 2_PLATEA=3750 KN 11,5
50 KPa 57,5
FASE 3_PRESSIONI 100 KPa 103,7
150 KPa 150,2

Pre-trattamento_ASSENZA DI FALDA
FASE
FASE 1_TERRENO 2_PLATEA=3750 KN FASE 3_PRESSIONI
50 KPa 100 Kpa 150 KPa
0
20
cedimento [mm]

40
60
80
100
120
140
160

PRE-TRATTAMENTO_P=150 KPa [mm]

75
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Cedimento Pre-trattamento >CASO FALDA<

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa

PRE-TRATTAMENTO_CON FALDA

[mm]
FASE 1_TERRENO 0.00
FASE 2_PLATEA=3750 KN 11.7
50 KPa 58.4
FASE 3_PRESSIONI 100 KPa 105.5
150 KPa 152.8

Pre-trattamento_PRESENZA DI FALDA
FASE
FASE 1_TERRENO 2_PLATEA=3750 KN FASE 3_PRESSIONE
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
cedimento [mm]

40
60
80
100
120
140
160

PRE-TRATTAMENTO_P=150 KPa [mm]

76
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

7.2 i=d+0,2_analisi di cedimenti e tensioni


• i=d+0.2 L=5m >SENZA FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

77
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i=d+0,2 PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO


L=5 m
[mm] [mm] [%]
FASE 1_TERRENO 0.0 0.00 0%
FASE 2_COLONNE 0.0 4.2 0%
FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.5 10.9 5%
50 KPa 57.5 38.2 33%
FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 103.7 66.5 36%
150 KPa 150.2 95.3 37%

CEDIMENTO_i=d+0,2___L=5m_ASSENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO

z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

78
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=5m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=5m_NO
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 4
10 σv_FASE 2 10
σ'v_FASE 4_P150
15 15
σ'v_FASE 2 Δσ'
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]
35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=5m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=5m_NO
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15 15

20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

79
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=d+0.2 L=5m >CON FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

80
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO


MODELLO i=d+0,2
L=5 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 4.3 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.7 11.2 4%

50 KPa 58.4 39.3 33%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 105.5 68.4 35%

150 KPa 152.8 98.0 36%

CEDIMENTO_i=d+0,2___L=5m_PRESENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

81
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=5m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=5m_SI
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 σv_FASE 2 5
σv_FASE 4
10 σ'v_FASE 2 10
σ'v_FASE 4_P150
15 u 15
u
20 20
Δσ'
25 25

30 30
z [m]

z [m]
35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=5m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=5m_SI
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
10 10
σ'v_FASE 2 σv_FASE 4
15 15
u u
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

82
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=d+0.2 L=15m >SENZA FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

83
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i=d+0,2 PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO


L=15 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.00 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 3.9 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.5 6.6 42%

50 KPa 57.5 17.6 69%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 103.7 28.5 73%

150 KPa 150.2 39.5 74%

CEDIMENTO_i=d+0,2___L=15m_ASSENZA DI FALDA
FASE
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE 3_PLATEA=3750 KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO
.
84
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=15m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=15m_NO
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15 15
Δσ'
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]
35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=15m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=15m_NO
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200
0 200 400 600 800 1000 1200
0
0 σ [KPa]
σ [KPa]
5
5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10
10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15 15

20 20

25 25

30 30
z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

85
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=d+0.2 L=15m >CON FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

86
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i=d+0,2 PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO


L=15 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 4.3 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.7 7.3 38%

50 KPa 58.4 19.2 67%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 105.5 31.2 70%

150 KPa 152.8 43.2 72%

CEDIMENTO_i=d+0,2___L=15m_PRESENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

87
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=15m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=15m_SI
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 4
σv_FASE 2
10 10 σ'v_FASE 4_P150
σ'v_FASE 2
15 15 u
u Δσ'
20 20

25 25

30 30

z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=15m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=15m_SI
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
10 10
σv_FASE 2 σv_FASE 4
15 15
u
u
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

88
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=d+0.2 L=25m >SENZA FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

89
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i=d+0,2 PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO


L=25 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.00 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 3.5 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.5 5.2 55%

50 KPa 57.5 11.9 79%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 103.7 18.6 82%

150 KPa 150.2 25.4 83%

CEDIMENTO_ i=d+0,2___L=25m_ASSENZA DI FALDA


FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

90
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=25m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=25m_NO
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0 σ [KPa]
σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15 15
Δσ'
20 20

25 25

30 30

z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=25m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=25m_NO
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
10 10
σ'v_FASE 2 σv_FASE 4
15 15

20 20

25 25

30 30
z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

91
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=d+0.2 L=25m >CON FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

92
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i=d+0,2 PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO


L=25 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 3.4 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.7 5.2 55%

50 KPa 58.4 12.8 78%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 105.5 20.4 81%

150 KPa 152.8 27.9 82%

CEDIMENTO_ i=d+0,2___L=25m_PRESENZA DI FALDA

FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
cedimento [mm]

40
60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

93
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=25m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=25m_SI
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10
σ'v_FASE 4_P150
σ'v_FASE 2
15 15 u
u
Δσ'
20 20

25 25

30 30

z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=d+0,2_L=25m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=d+0,2_L=25m_SI
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa]
σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
10 σ'v_FASE 2 10 σv_FASE 4
u u
15 15

20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

94
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

7.3 i=2d_analisi di cedimenti e tensioni


• Per i=2d L=5m >SENZA FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

95
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i=2d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO


L=5 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 1.8 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.5 9.3 19%

50 KPa 57.5 39.9 31%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 103.7 71.3 31%

150 KPa 150.2 103.2 31%

CEDIMENTO_i=2d___L=5m_ASSENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

96
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=5m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=5m_NO
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15 15
Δσ'
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]
35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=5m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=5m_NO
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0
0
σ [KPa] σ [KPa]

5 5
σv_FASE 4
σv_FASE 2
10 10
σ'v_FASE 4_P150
σ'v_FASE 2
15 15

20 20

25 25

30 30
z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

97
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=2d L=5m >CON FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

98
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i=2d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO


L=5 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 1.8 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.7 9.5 19%

50 KPa 58.4 40.9 30%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 105.5 73.1 31%

150 KPa 152.8 105.8 31%

CEDIMENTO_i=2d___L=5m_PRESENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

99
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=5m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=5m_SI
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200
0 200 400 600 800 1000 1200
0
σ [KPa] 0
σ [KPa]
5
5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10
10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15
15 u
u
20 20 Δσ'

25 25

30 30
z [m]

z [m]
35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=5m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=5m_SI
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15 15
u u
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

100
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=2d L=15m >SENZA FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

101
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i=2d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO


L=15 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 1.8 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.5 5.4 53%

50 KPa 57.5 19.9 65%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 103.7 34.5 67%

150 KPa 150.2 49.0 67%

CEDIMENTO_i=2d___L=15m_ASSENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

102
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=15m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=15m_NO
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15 15
Δσ'
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]
35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=15m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=15m_NO
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2
10 10
σ'v_FASE 2
15 15
σv_FASE 4
20 20
σ'v_FASE
25 4_P150
25

30 30
z [m]

z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

103
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=2d L=15m >CON FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

104
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i=2d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO


L=15 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 2.0 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.7 5.8 50%

50 KPa 58.4 21.4 63%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 105.5 37.0 65%

150 KPa 152.8 52.6 66%

CEDIMENTO_i=2d___L=15m_PRESENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

105
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=15m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=15m_SI
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa]
σ [KPa]
5 5
σv_FASE 4
σv_FASE 2
10 10 σ'v_FASE 4_P150
σ'v_FASE 2
15 15 u
u Δσ'
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]
35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=15m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=15m_SI
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 σ'v_FASE 2 10
σ'v_FASE 4_P150
u
15 15
u
20 20

25 25

30 30
z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

106
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=2d L=25m >SENZA FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

107
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i=2d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO


L=25 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 1.7 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.5 4.3 63%

50 KPa 57.5 14.9 74%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 103.7 25.5 75%

150 KPa 150.2 36.0 76%

CEDIMENTO_ i=2d___L=25m_ASSENZA DI FALDA

FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
cedimento [mm]

40
60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

108
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=25m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=25m_NO
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15 15
Δσ'
20 20

25 25

30 30

z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=25m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=25m_NO
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800
0 0
σ [KPa]
σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15 15

20 20

25 25

30 30
z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

109
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=2d L=25m >CON FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

110
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i=2d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO

L=25 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 1.7 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.7 4.5 62%

50 KPa 58.4 15.9 73%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 105.5 27.4 74%

150 KPa 152.8 38.9 75%

CEDIMENTO_ i=2d___L=25m_PRESENZA DI FALDA


FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

111
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=25m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=25m_NO
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10 σ'v_FASE 4_P150
σ'v_FASE 2
15 15 u
u
Δσ'
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]
35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=2d_L=25m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=2d_L=25m_SI
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2
10 σ'v_FASE 2 10
u
15 15

20 20
σv_FASE 4
25 25 σ'v_FASE 4_P150
u
30 30
z [m]

z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

112
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

7.4 i=3d_analisi di cedimenti e tensioni


• Per i=3d L=5m > SENZA FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

113
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i = 3d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO

L=5m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 1.0 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.5 9.3 20%

50 KPa 57.5 43.2 25%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 103.7 78.2 25%

150 KPa 150.2 113.8 24%

CEDIMENTI_i=3d___L=5m_ASSENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [m]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1
da 15 a 17 m UNITA' R 2
da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

114
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=5m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=5m_NO
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa]
σ [KPa]
5 5
σv_FASE 4
σv_FASE 2
10 10
σ'v_FASE 4_P150
σ'v_FASE 2
15 15
Δσ'
20 20

25 25

30 30

z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=5m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=5m_NO
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa]
σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2
10 10
σ'v_FASE 2 σv_FASE 4
15 15
σ'v_FASE 4_P150
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

115
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=3d L=5m >CON FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

116
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i = 3d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO

L=5 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 1.0 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.7 9.5 19%

50 KPa 58.4 44.2 24%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 105.5 80.0 24%

150 KPa 152.8 116.4 24%

CEDIMENTO_i=3d___L=5m_PRESENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

117
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=5m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=5m_SI
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10 σ'v_FASE 4_P150
σ'v_FASE 2
15 u
15
u Δσ'
20 20

25 25

30 30

z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=5m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=5m_SI
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa]
σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2
10 σ'v_FASE 2 10
σv_FASE 4
u
15 15 σ'v_FASE 4_P150

20 u
20

25 25

30 30
z [m]

z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

118
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=3d L=15m >SENZA FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

119
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i = 3d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO

L=15 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 1.1 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.5 5.7 50%

50 KPa 57.5 24.6 57%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 103.7 43.5 58%

150 KPa 150.2 62.5 58%

CEDIMENTI_i=3d___L=15m_ASSENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

120
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=15m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=15m_NO
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa]
σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15 15
Δσ'
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]
35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=15m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=15m_NO
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600
0 0
σ [KPa]
5 5 σ [KPa]
σv_FASE 2
10 10
σ'v_FASE 2
15 15
σv_FASE 4
20 20
σ'v_FASE 4_P150
25 25

30 30
z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

121
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=3d L=15m >CON FALDA

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

122
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i = 3d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO

L= 15m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 1.2 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.7 6.0 49%

50 KPa 58.4 25.9 56%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 105.5 45.8 57%

150 KPa 152.8 65.8 57%

CEDIMENTO_i=3d___L=15m_PRESENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
cedimento [mm]

40
60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

123
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=15m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=15m_SI
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0 σ [KPa]
σ [KPa]

5 σv_FASE 2 5
σv_FASE 4
10 σ'v_FASE 2 10 σ'v_FASE 4_P150

15 15 u
u
Δσ'
20 20

25 25

30 30
z [m]

z [m]
35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=15m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=15m_SI
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600
0 0
σ[KPa]
5 σ [KPa]
5
σv_FASE 2
10 σ'v_FASE 2 10
u
15 15
σv_FASE 4
20 20
σ'v_FASE 4_P150
25 25
u
30 30
z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

124
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=3d L=25m > SENZA FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

125
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i = 3d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO

L=25 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 1.0 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.5 4.8 58%

50 KPa 57.5 20.4 65%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 103.7 35.9 65%

150 KPa 150.2 51.4 66%

CEDIMENTI_i=3d___L=25m_ASSENZA DI FALDA
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

126
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=25m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=25m_NO
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2 σv_FASE 4
10 10
σ'v_FASE 2 σ'v_FASE 4_P150
15 15
Δσ'
20 20

25 25

30 30

z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=25m_NO TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=25m_NO
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800
0 0
σ [KPa] σ[KPa]
5 5
σv_FASE 2
10 10
σ'v_FASE 2
15 15

20 20
σv_FASE 4
25 25
σ'v_FASE 4_P150
30 30
z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

127
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• Per i=3d L=25m >CON FALDA<

DEFORMATA DEL MODELLO COMPLETO, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

COLONNE E PLATEA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

SEZIONE IN MEZZERIA, ULTIMO INCREMENTO DI P=150 KPa (displacement Z)

128
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

MODELLO i = 3d PRE-TRATTAMENTO POST-TRATTAMENTO RIDUZIONE DEL CEDIMENTO

L=25 m [mm] [mm] [%]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0%

FASE 2_COLONNE 0.0 1.0 0%

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.7 5.0 57%

50 KPa 58.4 21.4 63%

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 105.5 37.9 64%

150 KPa 152.8 54.3 64%

CEDIMENTO_ i=3d___L=25m_PRESENZA DI FALDA


FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160
PRE-TRATTAMENTO [mm] POST-TRATTAMENTO [mm]

PROFILO DEI CEDIMENTI NEL BARICENTRO


z STRATIGRAFIA

da 0 a 9 m UNITA' RC

da 10 a 14 m UNITA' R 1

da 15 a 17 m UNITA' R 2

da 18 a 45 m DEPOSITI GRANULARI GROSSOLANI

da 46 a 59 m DEPOSITI GRANULARI MEDIO-FINI

da 60 a 65 m SUBSTRATO ROCCIOSO

129
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO TERRENO


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=25m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=25m_SI
FALDA_BARICENTRO TERRENO FALDA_BARICENTRO TERRENO
0 200 400 600 800 1000 1200 0 200 400 600 800 1000 1200
0 0
σ [KPa]
σ [KPa]
5 5
σv_FASE 4
σv_FASE 2 10 σ'v_FASE 4_P150
10
σ'v_FASE 2 u
15 15
Δσ'
u 20
20

25 25

30 30

z [m]
z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

PROFILO TENSIONI – BARICENTRO COLONNA (vicina al baricentro terreno)


TENSIONI LITOSTATICHE_i=3d_L=25m_SI TENSIONI P=150 KPa_i=3d_L=25m_SI
FALDA_BARICENTRO COLONNA FALDA_BARICENTRO COLONNA
0 200 400 600 800 1000 1200 1400 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800
0 0
σ [KPa] σ [KPa]
5 5
σv_FASE 2
10 σ'v_FASE 2 10
u
15 15

20 20
σ'v_FASE 4_P150
25 25 σv_FASE 4
u
30 30
z [m]

z [m]

35 35

40 40

45 45

50 50

55 55

60 60

65 65

130
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

7.5 i=d+0,2_confronto tra le colonne


• FALDA ASSENTE

L=5 m L=15 m L=25 m PRE-TRATTAMENTO


MODELLO i = d+0,2
[mm] [mm] [mm] [mm]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0.0 0.0

FASE 2_COLONNE 4.2 3.9 3.5 0.0

FASE 3_PLATEA=3750 KN 10.9 6.6 5.2 11.5

50 KPa 38.2 17.6 11.9 57.5

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 66.5 28.5 18.6 103.7

150 KPa 95.3 39.5 25.4 150.2

i=d+0,2___CONFRONTO COLONNE_FALDA ASSENTE


FASE
FASE FASE 3_PLATEA=3750
1_TERRENO 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160

L=5 m [mm] L=15 m [mm] L=25 m [mm] PRE-TRATTAMENTO [mm]

Rispetto ai 3 interassi proposti per il rinforzo del terreno con colonne di Jet-Grouting, la tipologia i=d+0,2
prevede (come immaginabile) il terreno quasi totalmente trattato e, nel caso che si sta esaminando, senza
falda. Rinforzando il terreno fino a 5 m di profondità la riduzione del cedimento, rispetto ai risultati ottenuti
senza il trattamento di rinforzo e senza falda, è del 37%. Nel momento in cui si arriva a trattare tutto il
volume significativo (rinforzo con colonne di 15 m) si arriva ad una riduzione del cedimento del 74% (+37%).
Questa enorme differenza si va a perdere aumentando la profondità delle colonne fino a 25m ottenendo
una riduzione dell'83%, sia perché si va oltre il volume significativo, ma maggior causa è l'attraversamento
dei depositi grossolani e quindi aventi caratteristiche meccaniche migliori.

131
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• PRESENZA DI FALDA

L=5 m L=15 m L=25 m PRE-TRATTAMENTO


MODELLO i = d+0,2
[mm] [mm] [mm] [mm]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0.0 0.0

FASE 2_COLONNE 4.3 4.3 3.4 0.0

FASE 3_PLATEA=3750 KN 11.2 7.3 5.2 11.7

50 KPa 39.3 19.2 12.8 58.4

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 68.4 31.2 20.4 105.5

150 KPa 98.0 43.2 27.9 152.8

i=d+0,2___CONFRONTO COLONNE_PRESENZA DI FALDA


FASE
FASE FASE 3_PLATEA=3750
1_TERRENO 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160

L=5 m [mm] L=15 m [mm] L=25 m [mm] PRE-TRATTAMENTO [mm]

Rispetto ai 3 interassi proposti per il rinforzo del terreno con colonne di Jet-Grouting, la tipologia i=d+0,2
prevede (come immaginabile) il terreno quasi totalmente trattato e, nel caso che si sta esaminando, con
presenza di falda a 15 m dal piano campagna. Nonostante l'effetto della falda sia sempre dannoso poiché
causa la riduzione della rigidezza e delle tensioni efficaci, ci si aspettano risultati poco differenti dal caso
senza falda poiché sé situata a pelo del volume significativo. Rinforzando il terreno fino a 5 m di profondità
la riduzione del cedimento, rispetto ai risultati ottenuti senza il trattamento di rinforzo e con falda, è del
36%. Nel momento in cui si arriva a trattare tutto il volume significativo (rinforzo con colonne di 15 m) si
arriva ad una riduzione del cedimento del 72% (+36%). Questa enorme differenza si va a perdere
aumentando la profondità delle colonne fino a 25m ottenendo una riduzione dell'82%, sia perché si va oltre
il volume significativo, ma maggior causa è l'attraversamento dei depositi grossolani aventi caratteristiche
meccaniche migliori nonostante si stia attraversando la falda.

132
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

7.6 i=2d_confronto tra le colonne


• FALDA ASSENTE

L=5 m L=15 m L=25 m PRE-TRATTAMENTO


MODELLO i = 2d
[mm] [mm] [mm] [mm]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0.0 0.0

FASE 2_COLONNE 1.8 1.8 1.7 0.0

FASE 3_PLATEA=3750 KN 9.3 5.4 4.3 11.5

50 KPa 39.9 19.9 14.9 57.5

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 71.3 34.5 25.5 103.7

150 KPa 103.2 49.0 36.0 150.2

i=2d___CONFRONTO COLONNE_FALDA ASSENTE


FASE
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0

20

40
cedimento [mm]

60

80

100

120

140

160
L=5 m [mm] L=15 m [mm] L=25 m [mm] PRE-TRATTAMENTO [mm]

Rispetto ai 3 interassi proposti per il rinforzo del terreno con colonne di Jet-Grouting, la tipologia i=2d
prevede un parziale trattamento del terreno e, nel caso che si sta esaminando, senza falda. Rinforzando il
terreno fino a 5 m di profondità la riduzione del cedimento, rispetto ai risultati ottenuti senza il trattamento
di rinforzo e senza falda, è del 31%, leggermente inferiore rispetto al caso con i=d+0,2. Nel momento in cui
si arriva a trattare tutto il volume significativo (rinforzo con colonne di 15 m) si arriva ad una riduzione del
cedimento del 67% (+36%,). Questa differenza si va a perdere aumentando la profondità delle colonne fino
a 25m ottenendo una riduzione dell'76%, sia perché si va oltre il volume significativo, ma maggior causa è
l'attraversamento dei depositi grossolani e quindi aventi caratteristiche meccaniche migliori. Si ottiene
un'inferiore riduzione di cedimento poiché gli elementi rinforzanti a parità di profondità sono inferiori (si
passa da 140 elementi a 48).

133
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• PRESENZA DI FALDA

L=5 m L=15 m L=25 m PRE-TRATTAMENTO


MODELLO i = 2d
[mm] [mm] [mm] [mm]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0.0 0.0

FASE 2_COLONNE 1.8 2.0 1.7 0.0

FASE 3_PLATEA=3750 KN 9.5 5.8 4.5 11.7

50 KPa 40.9 21.4 15.9 58.4

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 73.1 37.0 27.4 105.5

150 KPa 105.8 52.6 38.9 152.8

i=2d___CONFRONTO COLONNE_PRESENZA DI FALDA


FASE
FASE 3_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0

20

40
cedimento [mm]

60

80

100

120

140

160
L=5 m [mm] L=15 m [mm] L=25 m [mm] PRE-TRATTAMENTO [mm]

Rispetto ai 3 interassi proposti per il rinforzo del terreno con colonne di Jet-Grouting, la tipologia i=2d
prevede un parziale trattamento del terreno e, nel caso che si sta esaminando, con presenza di falda a 15 m
dal piano campagna. Nonostante l'effetto della falda sia sempre dannoso poiché causa la riduzione della
rigidezza e delle tensioni efficaci, ci si aspettano risultati poco differenti dal caso senza falda poiché sé
situata a pelo del volume significativo. Rinforzando il terreno fino a 5 m di profondità la riduzione del
cedimento, rispetto ai risultati ottenuti senza il trattamento di rinforzo e con falda, è del 31%, inferiore
rispetto al caso i=d+0,2. Nel momento in cui si arriva a trattare tutto il volume significativo (rinforzo con
colonne di 15 m) si arriva ad una riduzione del cedimento del 66% (+35%). Questa differenza si va a perdere
aumentando la profondità delle colonne fino a 25m ottenendo una riduzione dell'75%, sia perché si va oltre
il volume significativo, ma maggior causa è l'attraversamento dei depositi grossolani aventi caratteristiche
meccaniche migliori nonostante si stia attraversando la falda. Si ottiene un'inferiore riduzione di cedimento
poiché gli elementi rinforzanti a parità di profondità sono inferiori (si passa da 140 elementi a 48).
134
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

7.7 i=3d_confronto tra le colonne


• ASSENZA DI FALDA

L=5 m L=15 m L=25 m PRE-TRATTAMENTO


MODELLO i = 3d
[mm] [mm] [mm] [mm]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0.0 0.0

FASE 2_COLONNE 1.0 1.1 1.0 0.0

FASE 3_PLATEA=3750 KN 9.3 5.7 4.8 11.5

50 KPa 43.2 24.6 20.4 57.5

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 78.2 43.5 35.9 103.7

150 KPa 113.8 62.5 51.4 150.2

i=3d___CONFRONTO COLONNE_FALDA ASSENTE


FASE
FASE FASE 3_PLATEA=3750
1_TERRENO 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160

L=5 m [mm] L=15 m [mm] L=25 m [mm] PRE-TRATTAMENTO [mm]

Rispetto ai 3 interassi proposti per il rinforzo del terreno con colonne di Jet-Grouting, la tipologia i=3d
prevede un trattamento poco invasivo con sole 24 colonne e, nel caso che si sta esaminando, senza falda.
Rinforzando il terreno fino a 5 m di profondità la riduzione del cedimento, rispetto ai risultati ottenuti senza
il trattamento di rinforzo e senza falda, è del 24%, -13% rispetto al caso con i=d+0,2. Nel momento in cui si
arriva a trattare tutto il volume significativo (rinforzo con colonne di 15 m) si arriva ad una riduzione del
cedimento del 58% (+34%). Questa differenza si va a perdere aumentando la profondità delle colonne fino
a 25m ottenendo una riduzione dell'66%, (-17 % a parità di lunghezza nel caso i=d+0,2) sia perché si va oltre
il volume significativo, ma maggior causa è l'attraversamento dei depositi grossolani e quindi aventi
caratteristiche meccaniche migliori.

135
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

• PRESENZA DI FALDA

L=5 m L=15 m L=25 m PRE-TRATTAMENTO


MODELLO i = 3d
[mm] [mm] [mm] [mm]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0.0 0.0

FASE 2_COLONNE 1.0 1.2 1.0 0.0

FASE 3_PLATEA=3750 KN 9.5 6.0 5.0 11.7

50 KPa 44.2 25.9 21.4 58.4

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 80.0 45.8 37.9 105.5

150 KPa 116.4 65.8 54.3 152.8

i=3d___CONFRONTO COLONNE_PRESENZA DI FALDA


FASE
FASE FASE 3_PLATEA=3750
1_TERRENO 2_COLONNE KN FASE 4_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0
20
40
cedimento [mm]

60
80
100
120
140
160

L=5 m [mm] L=15 m [mm] L=25 m [mm] PRE-TRATTAMENTO [mm]

Rispetto ai 3 interassi proposti per il RINFORZO del terreno con colonne di Jet-Grouting, la tipologia i=3d
prevede un trattamento poco invasivo con sole 24 colonne e, nel caso che si sta esaminando, con presenza
di falda a 15 m dal piano campagna. Nonostante l'effetto della falda sia sempre dannoso poiché causa la
riduzione della rigidezza e delle tensioni efficaci, ci si aspettano risultati poco differenti dal caso senza falda
poiché sé situata a pelo del volume significativo. Rinforzando il terreno fino a 5 m di profondità la riduzione
del cedimento, rispetto ai risultati ottenuti senza il trattamento di rinforzo e con falda, è del 24%, molto
inferiore rispetto al caso i=d+0,2 e pari rispetto allo stesso caso ma senza falda. Nel momento in cui si arriva
a trattare tutto il volume significativo (rinforzo con colonne di 15 m) si arriva ad una riduzione del
cedimento del 57% (+33%). Questa differenza si va a perdere aumentando la profondità delle colonne fino
a 25m ottenendo una riduzione dell'64%, sia perché si va oltre il volume significativo, ma maggior causa è
l'attraversamento dei depositi grossolani aventi caratteristiche meccaniche migliori nonostante si stia
attraversando la falda.
136
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

7.8 Confronto tra tutte le colonne L=5 m


CONFRONTO COLONNE UGUALI_FALDA CONFRONTO COLONNE
ASSENTE UGUALI_PRESENZA DI FALDA

COLONNE L=5 m i=d+0,2 i=2d i=3d


i=d+0,2 i=2d i=3d
(FALDA) (FALDA) (FALDA)

[mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0

FASE 2_COLONNE 4.2 1.8 1.0 4.3 1.8 1.0

FASE 3_PLATEA=3750 KN 10.9 9.3 9.3 11.2 9.5 9.5

50 KPa 38.2 39.9 43.2 39.3 40.9 44.2

FASE 4_PRESSIONI 100 KPa 66.5 71.3 78.2 68.4 73.1 80.0

150 KPa 95.3 103.2 113.8 98.0 105.8 116.4

CONFRONTO COLONNE L=5 m

FASE 2_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 1_COLONNE KN FASE 3_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0

10

20

30

40
cedimento [mm]

50

60

70

80

90

100

110

120
i=d+0,2 [mm] i=2d [mm] i=3d [mm] i=d+0,2 (FALDA) [mm] i=2d (FALDA) [mm] i=3d (FALDA) [mm]

Il trattamento più invasivo e compatto (i=d+0,2), risulta molto efficace rispetto ad un trattamento di sole 24
colonne (i=3d) soprattutto perché nei 5 metri di trattamento i terreni hanno scarse caratteristiche
meccaniche.

137
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

7.9 Confronto tra tutte le colonne L=15 m


CONFRONTO COLONNE UGUALI_FALDA CONFRONTO COLONNE
ASSENTE UGUALI_PRESENZA DI FALDA

COLONNE L=15 m i=d+0,2 i=2d i=3d


i=d+0,2 i=2d i=3d
(FALDA) (FALDA) (FALDA)

[mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0

FASE 1_COLONNE 3.9 1.8 1.1 4.3 2.0 1.2

FASE 2_PLATEA=3750 KN 6.6 5.4 5.7 7.3 5.8 6.0

50 KPa 17.6 19.9 24.6 19.2 21.4 25.9

FASE 3_PRESSIONI 100 KPa 28.5 34.5 43.5 31.2 37.0 45.8

150 KPa 39.5 49.0 62.5 43.2 52.6 65.8

CONFRONTO COLONNE L=15 m


FASE 2_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 1_COLONNE KN FASE 3_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0

10

20

30

40
cedimento [mm]

50

60

70

80

90

100

110

120
i=d+0,2 [mm] i=2d [mm] i=3d [mm] i=d+0,2 (FALDA) [mm] i=2d (FALDA) [mm] i=3d (FALDA) [mm]

Le colonne considerate, rinforzano tutto il volume significativo, pertanto nonostante risulti ancora il
trattamento migliore quello più invasivo, le colonne con interasse maggiore diminuiscono di un ordine di
grandezza il cedimento (6,5 cm a confronto dei 11,6 cm con le colonne profonde 5m).

138
MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

7.10 Confronto tra tutte le colonne L=25 m


CONFRONTO COLONNE UGUALI_FALDA CONFRONTO COLONNE
ASSENTE UGUALI_PRESENZA DI FALDA

COLONNE L=25 m i=d+0,2 i=2d i=3d


i=d+0,2 i=2d i=3d
(FALDA) (FALDA) (FALDA)

[mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm]

FASE 1_TERRENO 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0

FASE 1_COLONNE 3.5 1.7 1.0 3.4 1.7 1.0

FASE 2_PLATEA=3750 KN 5.2 4.3 4.8 5.2 4.5 5.0

50 KPa 11.9 14.9 20.4 12.8 15.9 21.4

FASE 3_PRESSIONI 100 KPa 18.6 25.5 35.9 20.4 27.4 37.9

150 KPa 25.4 36.0 51.4 27.9 38.9 54.3

CONFRONTO COLONNE L=25 m

FASE 2_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 1_COLONNE KN FASE 3_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0

10

20

30

40
cedimento [mm]

50

60

70

80

90

100

110

120
i=d+0,2 [mm] i=2d [mm] i=3d [mm] i=d+0,2 (FALDA) [mm] i=2d (FALDA) [mm] i=3d (FALDA) [mm]

Le colonne profonde 25 m superano il volume significativo del terreno e anche se i 10 m in più di


trattamento forniscono un contributo minimo, risulta ancora una volta come trattamento migliore quello
più invasivo. L'ordine di grandezza rispetto al caso precedente rimane invariato.

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MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

7.11 Analisi dei costi per il trattamento


L’aspetto economico incide in modo rilevante in un progetto, pertanto al fine di effettuare una scelta
ottimale sotto tutti i punti di vista, è opportuno conoscere il valore dell’opera.

Dal prezziario Regionale d’Abruzzo 2012, sono riportati i prezzi del Jet-Grouting sotto l’indicazione:

“FORMAZIONE DI COLONNE VERTICALI O INCLINATE di terreno consolidato a sezione circolare con diametro
non inferiore a cm 60, tipo 'Jet-Grouting', ottenuto mediante esecuzione di una perforazione a distruzione di
nucleo senza asportazione di materiale ed impiego di un'asta tubolare di acciaio. L'asta viene estratta con
rotazione e tempi prestabiliti iniettando ad alta pressione (300 kg/cmq) attraverso un apposito ugello, una
miscela di acqua e cemento eventualmente additivata, in modo da ottenere all'interno della colonna una
resistenza a compressione del terreno consolidato non inferiore a 30 kg/cmq. Compreso l'uso di attrezzature
speciali composte da pompe ad alta pressione, da sonde idrauliche semoventi, da gruppi elettrogeni ed
impianti di miscelazione con relativi operatori e manovalanza, nonché la fornitura dei materiali,
l'allontanamento dei fanghi e quanto altro occorre per dare il lavoro compiuto a regola d'arte. Comprese
altresì le prove e verifiche sia di carattere distruttivo (come carotaggi verticali, rottura di campioni a
compressione, ecc.) sia di carattere non distruttivo (come prove vibrazionali, gli ultrasuoni, ecc.) da eseguirsi
le une e/o le altre in numero e posizione stabiliti in contraddittorio con la D.L. Per colonna di terreno
consolidato”

Al fine di effettuare delle riflessioni e non essendo presente il prezzo corrispondente al diametro usato in
tesi, si effettuerà una stima.

φ colonna ml STIMA ogni 200 mm


600 mm € 92,74 € 30,91
800 mm € 131,92 € 32,98
1000mm € 197,92 € 39,58

Si considera un aumento di 30 €. Pertanto:

φ colonna tesi ml
1200 mm € 227,92

Si riporta di seguito in tabella, il costo stimato per ogni trattamento analizzato in tesi:

Costo colonna + i=d+0.2 i=2d i=3d


L
attrezzature N 140 N 48 N 24
5m € 1.139,60 € 159.544,00 € 54.700,80 € 27.350,40
15 m € 3.418,80 € 478.632,00 € 164.102,40 € 82.051,20
25 m € 5.698,00 € 797.720,00 € 273.504,00 € 136.752,00

Confrontando i cedimenti dei 9 casi con assenza di falda, si noteranno risultati simili tra alcuni casi aventi
interasse e profondità differenti. Sicuramente nel caso si dovesse realizzare un’opera importante, e “senza
limiti di costo”, la scelta ricadrebbe su una disposizione che garantisca la massima sicurezza, ma dalla stima
effettuata, a parità di cedimento le differenze di costo sono elevate.

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MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

i=d+0,2 (L=5 m) i=2d (L=5 m) i=3d (L=5m)


Max cedimento
95.3 mm 103.2 mm 113.8 mm
i=d+0,2 (L=15m) i=2d (L=15m) i=3d (L=15m)
Max cedimento
39.5 mm 49.0 mm 62.5 mm
i=d+0,2 (L=25m) i=2d (L=25m) i=3d (L=25m)
Max cedimento
25.4 mm 36.0 mm 51.4 mm

CONFRONTO TOTALE
FASE 2_PLATEA=3750
FASE 1_TERRENO FASE 1_COLONNE KN FASE 3_PRESSIONI
50 KPa 100 KPa 150 KPa
0

20

40
cedimento [mm]

60

80

100

120
i=d+0,2 (5) [mm] i=2d (5) [mm] i=3d (5) [mm] i=d+0,2 (15) [mm] i=2d (15) [mm]
i=3d (15) [mm] i=d+0,2 (25) [mm] i=2d (25) [mm] i=3d (25) [mm]

Il caso che ha permesso una maggior riduzione di cedimento è i=d+0,2 con L=25 m, di soli 25 mm a
confronto con i 150 mm che si raggiungono senza le colonne jet-grouting, ma al contempo prevede anche il
maggior costo. Come immaginabile, il caso che ottiene minor riduzione di cedimento è i=3d con L=5m e
quindi minor costo data la poca invasività del trattamento e profondità. Individuando i casi che
raggiungono cedimenti simili e paragonando al contempo i costi:

i=d+0,2 (L=15m) € 478,632.00


CEDIMENTO DI 3 CM
i=2d (L=25m) € 273,504.00

i=2d (L=15m) € 164,102.40


CEDIMENTO DI 5 CM
i=3d (L=25m) € 82,051.20

E’ evidente come a parità di cedimento le differenze di costo sono elevate. Nei casi dove si raggiunge un
cedimento di 3 cm si ha una differenza di € 205,128.00 , mentre nei casi che hanno un cedimento di 5 cm si
hanno € 82,051.20 di differenza. Cifre elevate che permetterebbero investimenti su altri aspetti progettuali
senza sottrarre sicurezza ad eventuali consolidamenti del terreno.

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Conclusioni
A fronte delle sperimentazioni riportate nella presente tesi di laurea, è stata dimostrata l’efficacia del
metodo di rinforzo del terreno tramite l’inclusione di colonne non reagenti a trazione di Jet-Grouting.

In particolar modo con un intervento invasivo (i=d+0,2, 140 colonne) si ottiene un’elevata riduzione del
cedimento anche se risultati notevoli sono stati raggiunti ipotizzando poche colonne (i=3d, 24 colonne).
Ogni progetto ha le sue singolarità pertanto nonostante queste sperimentazioni proposte, è bene nella
realtà effettuare delle scelte consapevoli basandosi non solo sul contesto ma anche sul volume significativo
di terreno che, con le sue proprietà influenza in modo apprezzabile il comportamento dell’opera stessa.

Nel caso specifico della tesi, si sono raggiunte notevoli riduzioni di cedimento già con le colonne da 5 m, ma
l’efficacia ottimale si è raggiunta con un trattamento profondo 15 m, poiché assicurava il rinforzo di tutto il
volume significativo del terreno (profondità determinata dalla dimensione caratteristica della platea
ipotizzata 15x20m). Nonostante le colonne profonde 25 m comportino delle riduzioni di cedimento
maggiori, essendo per 10 m al di fuori del volume significativo e incontrando come da stratigrafia dei
terreni con caratteristiche migliori, queste risultano una scelta poco consapevole e soprattutto molto
onerosa. La presenza di falda a 15 m dal piano campagna, non ha comportato differenze notevoli poiché
non solo risulta abbastanza in profondità ma soprattutto perché è situata al limite del volume significativo.

Nell’attività professionale, purtroppo l’aspetto che molte volte predomina è il costo dell’opera ma per
essere dei buoni progettisti non solo bisogna ottenere il miglior prezzo, ma anche saper ragionare sulle
possibilità del caso ed essere competitivi.

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MODELLAZIONE PARAMETRICA DI TERRENI RINFORZATI CON LA TECNICA DEL JET-GROUTING LAUREANDA: SERENA ZANNELLI

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