Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
In questo teatro...
In questo teatro, in cui l’immagine della vita sostituisce la sua
realizzazione, la sola scelta sembra essere tra la diversità dei
ruoli che ci vengono offerti. La separazione regna ovunque —
che sia tra i diversi ruoli del repertorio di un attore individuale
(per esempio, al lavoro o nel tempo libero) o nella
“comunicazione” tra un attore e un altro.
Come per un tacito accordo, tutti quanti accettano
l’ineluttabilità di questa farsa. Il malcontento si limita a
rivendicare una nuova messa in scena o una più giusta
distribuzione dei ruoli. Qualcuno, insoddisfatto da questa
forma di “cambiamento”, improvvisa personaggi più gradevoli,
testi più divertenti, nella gamma di ruoli che gli è consentita. In
questo modo essi ravvivano un intreccio trito e ritrito e lo
spettacolo continua, lo Show goes on.
Gli aspetti del dramma meno plausibili sono sostenuti dalle
attrattive ideologiche. Così il genere nella sua interezza non è
mai messo in questione, allontanando il giorno in cui faremo
veramente crollare il palco.
In un gioco in cui ogni scelta è una negazione di sé, la sola
alternativa reale è rifiutare di giocare.
***
Nel rovesciamento di prospettiva, ogni elemento del dramma è
visto in relazione con tutte le possibilità reali: proiettato nella
totalità. La costrizione, la mediazione, il ruolo sono rifiutati e
sostituiti dai loro contrari, tre progetti inseparabili: la
partecipazione, fondata sulla passione del gioco; la
comunicazione, fondata sulla passione d’amore; e la
realizzazione, fondata sulla passione di creare.
Secondo i propri criteri, lo spettacolo sembra andare avanti
pacificamente giacché, fondato sulla separazione, il
1
La società del situazionismo ed altri scritti
2
La società del situazionismo ed altri scritti
***
“Divide et impera” può essere considerata come la tattica
essenziale del sistema sociale che ci domina, ma solo se si è
3
La società del situazionismo ed altri scritti
4
La società del situazionismo ed altri scritti
***
La necessità della totale distruzione del potere gerarchico e
dell’economia mercantile resta intatta. Il movimento operaio
rivoluzionario tradizionale non è riuscito a compiere la
trasformazione del mondo. Tuttavia nei suoi momenti più
avanzati (Russia 1905, Kronstadt 1921, Spagna 1936, Ungheria
1956) ha delineato la forma che assumerà la rivoluzione
prossima ventura: il potere assoluto dei consigli operai. Questa
forma di organizzazione anti-gerarchica comincia dalla
democrazia diretta dell’assemblea popolare che si federa
internazionalmente per mezzo di delegati responsabili verso la
base ed immediatamente revocabili. In questo modo evita la
possibilità della comparsa di una nuova classe dirigente di
burocrati o di specialisti.
5
La società del situazionismo ed altri scritti
6
La società del situazionismo ed altri scritti
DOPPIA RIFLESSIONE
Prefazione ad una Fenomenologia degli aspetti soggettivi
dell’attività pratico-critica
Ouverture
7
La società del situazionismo ed altri scritti
8
La società del situazionismo ed altri scritti
9
La società del situazionismo ed altri scritti
10
La società del situazionismo ed altri scritti
11
La società del situazionismo ed altri scritti
***
12
La società del situazionismo ed altri scritti
13
La società del situazionismo ed altri scritti
***
14
La società del situazionismo ed altri scritti
15
La società del situazionismo ed altri scritti
16
La società del situazionismo ed altri scritti
—Emerson, La fiducia in sé
17
La società del situazionismo ed altri scritti
18
La società del situazionismo ed altri scritti
19
La società del situazionismo ed altri scritti
20
La società del situazionismo ed altri scritti
21
La società del situazionismo ed altri scritti
22
La società del situazionismo ed altri scritti
23
La società del situazionismo ed altri scritti
***
24
La società del situazionismo ed altri scritti
25
La società del situazionismo ed altri scritti
***
—Raymond Chandler
26
La società del situazionismo ed altri scritti
27
La società del situazionismo ed altri scritti
***
—Sherlock Holmes
28
La società del situazionismo ed altri scritti
29
La società del situazionismo ed altri scritti
30
La società del situazionismo ed altri scritti
31
La società del situazionismo ed altri scritti
32
La società del situazionismo ed altri scritti
33
La società del situazionismo ed altri scritti
34
La società del situazionismo ed altri scritti
35
La società del situazionismo ed altri scritti
Dormienti svegliatevi!
Le forze che vogliono sopprimerci devono inizialmente
comprenderci — e così facendo crollano. L’incoscienza stessa
dello spettacolo lo pone già fino ad un certo punto a nostra
disposizione: come se bruscamente avessimo le città per noi
soli, come un bambino che corre fra le rovine calme di una tela
di De Chirico. Quando deturnate un film, una pubblicità, un
edificio, una stazione di metropolitana, demistificate la loro
36
La società del situazionismo ed altri scritti
37
La società del situazionismo ed altri scritti
38
La società del situazionismo ed altri scritti
KEN KNABB
Maggio 1974
[NOTE]
39
La società del situazionismo ed altri scritti
40
La società del situazionismo ed altri scritti
AVVISO
riguardo la società dominante e coloro che la
contestano
Considerato,
che “la critica che va al di là dello spettacolo deve saper
attendere”;
Considerato,
che la società spettacolare ci mantiene in una schizofrenia
sociale organizzata, offrendo fantasie utopistiche o nostalgiche
senza conseguenze pratiche, o l’impegno empirico
nell’attualità senza coscienza della totalità;
che quest’organizzazione dominante della confusione trova la
sua espressione naturale, ed il suo rafforzamento, nel
movimento stesso che mira ad opporvisi — nella forma
organizzativa astratta che precede il suo contenuto o
nell’associazione concreta che resta inconsapevole della sua
forma;
Considerato,
che la critica incessante del milieu rivoluzionario, lontano
dall’essere un atteggiamento meschino o “settario”, è una
tattica centrale, poiché questo milieu tende a riprodurre in sé
stesso, in forma concentrata, le principali contraddizioni e
miserie della società dominante che combatte;
il nostro disprezzo per quasi tutte le organizzazioni radicali
esistenti, che, presentando sé stesse come leadership da seguire
o come esempio di uno stile migliorato di vita da imitare,
generano illusioni sulla possibilità di un cambiamento
fondamentale senza il rovesciamento completo di tutte le
41
La società del situazionismo ed altri scritti
42
La società del situazionismo ed altri scritti
43
La società del situazionismo ed altri scritti
44
La società del situazionismo ed altri scritti
Allora.
Pensate di avere qualcosa di comune con noi (oltre alla miseria
che ognuno condivide)... Vedete qualcosa di interessante in ciò
che diciamo... Cose che voi stessi avete già pensato... Vi
togliamo le parole dalla bocca...
Non datevi la pena di farcelo sapere.
Smettetela di inviarci i vostri inutili elogi, le vostre opinioni
oziose, le vostre noiose questioni, le vostre vane richieste di
incontrarci. Non vogliamo sentir parlare del vostro “accordo”
con noi finché non sbocca su qualcosa di pratico.
Pensate di avere qualcosa in comune con noi? Provatelo.
45
La società del situazionismo ed altri scritti
1
Il secondo attacco del proletariato contro la società di classe è
entrato nella sua seconda fase.
2
La prima fase, che è cominciata in modo diffuso negli anni ’50
e che ha raggiunto il suo punto culminante con le lotte aperte
della fine degli anni ’60, ha trovato la sua espressione teorica la
più avanzata nell’Internazionale Situazionista. Il situazionismo
è l’ideologizzazione diretta o implicita della teoria
situazionista, nel movimento rivoluzionario e nella società nel
suo insieme.
3
L’I.S. ha teorizzato tutto il movimento mondiale nel momento
stesso in cui partecipava a questo stesso movimento, facendo
“passare l’aggressività dei blousons noirs sul piano delle idee”,
e dando un’implicazione pratica immediata alle sue posizioni
teoriche. Presentava così un modello al movimento
rivoluzionario, non soltanto nella forma delle sue conclusioni,
ma anche mostrando con l’esempio il metodo della negazione
permanente; ed è in questo stesso metodo che si trova la
ragione per la quale le sue conclusioni furono quasi sempre
giuste.
46
La società del situazionismo ed altri scritti
4
Generando in molti dei suoi partigiani le stesse esigenze che
praticava essa stessa, e forzando i meno autonomi a diventare
autonomi almeno riguardo ad essa, l’I.S. dimostrò che sapeva
educare rivoluzionariamente. Nello spazio di alcuni anni, si è
assistito ad una democratizzazione dell’attività teorica, che non
era stata raggiunta — ammesso che sia stata ricercata — nel
vecchio movimento in un secolo. Marx ed Engels non sono
riusciti a suscitare dei rivali; nessuna delle correnti del
marxismo ha mantenuto la prospettiva unitaria di Marx.
L’osservazione di Lenin nel 1914 che “nessuno dei marxisti
dopo mezzo secolo aveva compreso Marx” è in realtà una
critica della teoria di Marx, non perché fosse troppo difficile,
ma perché non aveva riconosciuto e calcolato la sua relazione
con la totalità.
5
La natura stessa degli errori dei situazionisti — esposti e
criticati da loro senza alcuna pietà — è una conferma dei loro
metodi. I loro fallimenti, come i loro successi, servono a
mettere a punto, chiarire e forzare delle decisioni. Nessun’altra
corrente radicale nella storia aveva conosciuto un tale grado di
dibattito teorico pubblico intenzionale. Nel vecchio movimento
proletario, la polarizzazione teorica conseguente costituiva
sempre l’eccezione, l’esplosione che seguiva era contraria alle
intenzioni dei teorici stessi, e si arrivava a ciò soltanto come
ultima risorsa, quando il mantenimento di un’unità fittizia non
era ovviamente più possibile. Marx ed Engels hanno lasciato
passare l’occasione di dissociarsi pubblicamente dal
Programma di Gotha perché “questi asini di giornali borghesi
hanno preso questo programma molto seriamente, vi hanno
letto ciò che non contiene e lo hanno interpretato come
47
La società del situazionismo ed altri scritti
6
L’espressione concentrata della sovversione storica attuale è
diventata decentralizzata. Il mito monolitico dell’I.S. è saltato
per sempre. Durante la prima fase, questo mito aveva una certa
base oggettiva: al livello in cui operava, l’I.S. non aveva seri
rivali. Ora, si assiste ad un confronto pubblico ed
internazionale di teorie e di ideologie situazioniste autonome
che nessuna tendenza riesce a monopolizzare. Qualsiasi
ortodossia situazionista ha perso il suo punto di riferimento
centrale. A partire da questa fase, ogni situazionista, o presunto
tale, deve seguire la sua strada.
7
Le prime critiche del situazionismo sono rimaste
fondamentalmente astoriche. Misuravano la povertà teorica dei
pro-situs rispetto alla teoria della prima fase. Vedevano bene la
miseria soggettiva e le contraddizioni interne di questo milieu,
ma non la sua posizione in relazione alla somma dei vettori
teorici e pratici di un momento dato; non hanno colto questa
48
La società del situazionismo ed altri scritti
8
Ad ogni tappa della lotta, la realizzazione parziale della critica
genera un nuovo punto d’equilibrio proprio con la società
dominante. La teoria sfuggendo ai suoi formulatori, tende,
attraverso la sua autonoma inerzia ideologica, a formularsi in
tutte le permutazioni e combinazioni possibili; ma soprattutto
in quelle che riflettono gli sviluppi e le illusioni nuove del
momento. Presi nella transizione dalla prima alla seconda fase,
i pro-situazionisti del “riflusso del dopo-maggio”
personificavano l’inerzia di una teoria confermata.
Quest’inerzia ideologica — attraverso la quale i partigiani della
teoria situazionista hanno affrontato in modo lacunoso i nuovi
sviluppi nella loro pratica, in quella del proletariato ed in quella
della società nel suo insieme — ha misurato la debolezza del
movimento situazionista; mentre la rapidità, senza precedenti
nella storia, con la quale si generava la sua negazione interna
— sabotandosi da sé stesso per sostenere un’esplosione che gli
era già sfuggita e preparare il terreno per una nuova fase —
conferma la sua verità fondamentale.
9
I pro-situazionisti hanno visto le questioni della seconda fase
nei termini della prima. Trattando le nuove lotte dei lavoratori,
diffuse e relativamente coscienti, come atti nichilisti isolati di
un’epoca anteriore alla quale sarebbe mancato soprattutto la
proverbiale “coscienza di ciò che hanno già fatto”, i pro-situs
49
La società del situazionismo ed altri scritti
10
L’I.S. non si è applicata fino ad applicare la sua teoria
nell’attività stessa della formulazione di questa teoria, benché
la natura stessa di questa teoria abbia implicato la necessità
della sua democratizzazione ed abbia così messo la questione
all’ordine del giorno. Nel dopo-maggio, né l’I.S., né la nuova
generazione di ribelli che aveva ispirato, non avevano
realmente esaminato il processo della produzione teorica, né
nei suoi metodi, né nelle sue ramificazioni soggettive, oltre ad
alcuni procedimenti vaghi ed empirici. Il contraccolpo della
realizzazione parziale della teoria situazionista li ha spinti,
senza difese, dal delirio megalomane all’incoerenza, in una
serie di reazioni a catena di rotture senza contenuto,
nell’impotenza, e finalmente, fino alla rimozione in massa di
tutta l’esperienza senza che si siano mai chiesti ciò che gli
stava accadendo.
11
50
La società del situazionismo ed altri scritti
12
Nella misura in cui le ideologie ostili della prima fase hanno
deliberatamente mascherato tutto ciò che aveva rapporto con i
situazionisti — compresi i concetti più esplicitamente associati
a loro — la scoperta ulteriore della critica situazionista aveva
quest’effetto inverso ed esagerato di conferire ai situazionisti
un monopolio apparente della comprensione radicale della
società moderna e della sua opposizione. Di qui il carattere
brusco, fanatico, di una improvvisa conversione religiosa che
ha rivestito l’adesione alla critica situationniste (che spesso ha
dato luogo ulteriormente, con un atteggiamento esattamente
simmetrico, ad un rifiuto di questa in toto). Al contrario, il
giovane rivoluzionario che ora aderisce alle posizioni
situazioniste tende ad essere meno incline a quest’eccesso
fanatico, proprio perché le diverse sfumature della lotta
situazionista e del suo recupero sono diventate un aspetto
familiare del suo mondo.
13
Nel contesto della seconda fase, la rivoluzione non è più un
fenomeno apparentemente marginale, ma un fenomeno
visibilmente centrale. I paesi sottosviluppati hanno perso il loro
51
La società del situazionismo ed altri scritti
14
Il proletariato ha iniziato ad agire da sé, ma finora solo appena
per sé. Le rivolte continuano, come durante gli ultimi
cent’anni, come reazioni soprattutto difensive: appropriazione
delle fabbriche abbandonate dai loro proprietari, o
appropriazione delle lotte abbandonate dai loro dirigenti (in
particolare nei periodi di dopo-guerra). Se dei settori del
proletariato hanno iniziato a parlare per sé stessi, devono
ancora elaborare un programma internazionalista francamente
rivoluzionario, ed esprimere effettivamente i loro scopi e le
loro tendenze in modo internazionale. Se questi settori del
proletariato fungono già da esempio ai proletari di altri paesi, è
ancora attraverso la mediazione de facto dei gruppi radicali, e
dell’informazione spettacolare.
15
Quest’ideologia della prima fase che insisteva sulla
realizzazione concreta del cambiamento radicale senza cogliere
il negativo o la totalità, ha trovato la sua realizzazione nella
52
La società del situazionismo ed altri scritti
16
La nozione hippie di trip esprime il fatto che quando le merci
diventano più abbondanti, più adattabili e più disponibili, la
merce particolare si svalorizza a favore dell’insieme. Non si
trova nel trip una merce o un’idea particolari, ma un principio
d’organizzazione che permette di selezionare fra tutte le merci
e tutte le idee. Per contrasto con il blocco di tempo in cui “tutto
è compreso”, che è ancora venduto come una merce distinta, il
carattere di merce del trip che è indefinitamente ampio (arte,
artigianato, passatempi, manie, sottoculture, stili di vita,
progetti sociali, religioni), e che comporta un complesso più
flessibile di merci e di stars, è nascosto dietro l’attività quasi
53
La società del situazionismo ed altri scritti
17
L’indebolimento dell’impero esclusivo del lavoro, e
l’estensione di conseguenza dello svago e della sua
frammentazione, danno luogo alla nascita del dilettantismo
sempre più esteso della società moderna. Lo spettacolo
presenta l’agente segreto che sa a quale preciso grado di
temperatura il saké deve essere servito, ed inizia le masse alle
tecniche della vita esotica ed ai piaceri sofisticati prima
riservati alle classi superiori. Ma il “nuovo uomo del
Rinascimento” di cui lo spettacolo celebra l’elogio resta ancora
lontano dal controllo della propria vita. Quando lo spettacolo
diventa sovrasviluppato e vuole disfarsi della miseria e
dell’unilateralità della sua origine, riconosce semplicemente di
non essere che un parente povero del progetto rivoluzionario.
Può moltiplicare i divertimenti e renderli più partecipativi, ma
la loro base mercantile li respinge inevitabilmente nella matrice
del consumo. Degli individui isolati possono, in una caricatura
di Fourier, riunirsi sulla base di sfumature sempre più precise
di gusti spettacolari comuni, ma questi legami li lasceranno
nonostante tutto distinti gli uni dagli altri e dalla totalità
sociale; e l’attività appassionata ricercata affonderà nella sua
trivialità. Il nuovo cosmopolita resta storicamente provinciale.
18
54
La società del situazionismo ed altri scritti
19
Lo spettacolo risuscita ciò che è morto, importa ciò che è
straniero, reinterpreta ciò che esiste. Il tempo necessario
perché una cosa acquisisca il giusto grado di banalità barocca
per essere “retro” diminuisce continuamente; l’originale è
lanciato sul mercato simultaneamente alla sua caricatura, dalla
quale spesso si può appena distinguere; le discussioni sulle
opere artistiche si circoscrivono sempre di più intorno ad
un’unica questione intesa ad accertare se una certa è una
parodia o no. Ciò esprime il disprezzo crescente per lo
spettacolo culturale avvertito dai suoi produttori e dai suoi
consumatori. La società produce uno smaltimento sempre più
rapido di stili e ideologie, pervenendo a un delirio che non
sfugge a nessuno. Nella misura in cui tutte le permutazioni e
combinazioni possibili sono utilizzate, le miserie e le
contraddizioni individuali si fanno conoscere, e la forma
comune che soggiace ai diversi contenuti inizia a distinguersi;
“cambiare illusione ad un ritmo accelerato dissolve poco a
55
La società del situazionismo ed altri scritti
20
Poiché la teoria situazionista è una critica di tutti gli aspetti
della vita alienata, le sfumature diverse dei situazionismi
devono riflettere, in una forma concentrata, le illusioni generali
della società; le difese ideologiche generate dai situazionisti
prefigurano le difese ideologiche del sistema.
21
La teoria situazionista ha chiuso il cerchio quando la sua critica
della vita quotidiana arriva a fornire il vocabolario sofisticato
per una giustificazione dello statu quo. Ad alcuni individui
sono state rimproverate la mancanza di “attitudine al
godimento”, di “senso del gioco” o anche di “soggettività
radicale”, perché hanno espresso la loro insoddisfazione verso
gli pseudo-piaceri autocompiacenti nell’ambiente situazionista;
inoltre sono stati accusati di “volontarismo” o di
“militantismo” per avere proposto concretamente dei progetti
radicali o attività più sperimentali del solito.
56
La società del situazionismo ed altri scritti
22
Il vaneigemismo è una forma estrema dell’anti-puritanesimo
moderno che deve fingere di prendere piacere da ciò che è
supposto darne. Come il cittadino che afferma la sua preferenza
per “la vita in campagna” benché, per una ragione o per
un’altra, non ci vada mai, e che, quando ci vada, si annoi presto
e ritorni in città, il vaneigemista deve fingere il piacere perché
la sua attività è per definizione “appassionnante”, anche
quando quest’attività è in realtà noiosa o inesistente. Facendo
sapere a tutti che “rifiuta il sacrificio” e che egli “chiede tutto”,
non differisce dall’uomo delle pubblicità che “esige il meglio”,
se non per il grado delle sue pretese e per il suo riconoscimento
ideologico — spesso appena più che simbolico — degli
ostacoli che incontra sulla via della sua realizzazione totale.
Dimenticando l’insoddisfazione e la noia quando sono
denunciate in modo noioso, nel momento in cui anche le
ideologie più retrograde diventano sinceramente pessimiste ed
autocritiche nella loro decomposizione, il vaneigemista
presenta un’immagine effettiva di soddisfazione del presente.
23
L’egoismo ideologico vaneigemista considera come essenza
radicale dell’umanità la condizione più alienata dell’umanità,
che si rimproverava alla borghesia che “non lasciava esistere
un altro legame tra l’uomo e l’uomo al di fuori del freddo
interesse”; differendo solo casualmente dalla versione borghese
che prevede mezzi diversi di realizzazione per questo
agglomerato di ego isolati. Questa posizione è smentita
dall’esperienza storica reale delle rivoluzioni, e spesso anche
dalle azioni di quelli che la invocano.
24
57
La società del situazionismo ed altri scritti
25
Come reinvestitori delle ricchezze culturali del passato, i
situazionisti, una volta che si è perso l’uso di queste ricchezze,
si ricongiungono alla società spettacolare come semplici
promotori di cultura. Il processo della rivoluzione moderna —
la comunicazione che contiene la sua critica, il dominio
permanente del presente sul passato — si innesta al processo di
una società che dipende dallo smaltimento permanente delle
merci, dove ogni nuova menzogna critica le menzogne
precedenti. Il fatto che un’opera abbia qualcosa a vedere con la
critica dello spettacolo — perché contiene un elemento di
“radicalità autentica” o rappresenta un momento della
decomposizione dello spettacolo che è stato teoricamente
58
La società del situazionismo ed altri scritti
26
Un concetto così vitale quanto quello di situazionista conosce
necessariamente nello stesso tempo gli usi più veri e più
menzogneri, con una moltitudine di confusioni intermedie.
27
Come con altri concetti teorici fondamentali, non si può
eliminare la confusione interessata che si applica al concetto di
situazionista eliminando l’etichetta di situazionista. Le
ambiguità di questo termine riflettono le ambiguità della critica
situazionista stessa, al tempo stesso separata della società che
combatte e facendone parte, al tempo stesso partito separato e
negazione di questa separazione. L’esistenza di un “milieu
situazionista” distinto, che è sia concentrazione sociale della
coscienza rivoluzionaria avanzata che personificazione sociale
del situazionismo concentrato, esprime le contraddizioni dello
sviluppo ineguale della lotta cosciente in quest’epoca. Anche se
essere esplicitamente situazionista può essere appena la
garanzia di una pratica intelligente, non esserlo praticamente è
una garanzia di obiettivi di falsificazione, o di un’ignoranza
sempre più difficile da mantenere involontariamente. Lo
“spettacolo” sarà considerato come un concetto specificamente
situazionista, finché sarà considerato soltanto come un
59
La società del situazionismo ed altri scritti
28
Per l’I.S., l’etichetta situazionista è servita a decidere tra
l’incoerenza dominante ed un’esigenza nuova. L’importanza di
questo termine deperisce nella misura in cui le nuove esigenze
sono in gran parte conosciute e praticate, nella misura in cui il
movimento proletario diventa situazionista. Tale etichetta
facilita anche la categorizzazione spettacolare di ciò che
rappresenta. Ma questa categorizzazione espone nello stesso
tempo la società alla coerenza delle diverse posizioni
situazioniste che un’etichetta unica rende possibile; il lato della
barricata a favore del quale tenderà questa bilancia dipende
dall’insieme dei significati posseduti dal termine in un
momento dato. È l’incisività del termine che è in gioco nei
diversi confronti per sapere se qualcuno o qualcosa è
situazionista; è una vittoria considerevole di questa incisività il
fatto che il termine “pro-situazionista” sia stato riconosciuto
universalmente come peggiorativo. Benché la loro associazione
all’etichetta non possa servire a difendere degli atti, in un certo
senso gli atti dei situazionisti difendono il termine
“situazionista”, contribuendo a presentarlo come una bomba
troppo concentrata e troppo pericolosa perché la società vi
giochi. Così, la società che presenta con poche difficoltà alcuni
dei suoi settori come “comunisti”, “marxisti” o “libertari” trova
60
La società del situazionismo ed altri scritti
29
Ai suoi inizi, quando nessun’altra le si avvicinava, la critica
situazionista sembra così intrinsecamente anti-ideologica ai
suoi difensori, che difficilmente possono immaginare un
situazionismo, che non sia un’enorme menzogna o un
malinteso. “Non c’è situazionismo”, è una “parola priva di
senso” dichiara l’Internazionale Situazionista n. 1. Una
semplice distinzione basta a difendere il termine dal cattivo
uso. La Quinta conferenza dell’I.S. decide che tutti i lavori
artistici prodotti dai suoi membri devono essere esplicitamente
definiti “anti-situazionisti”. Ma la critica situazionista, che si
oppone per definizione alla sua ideologizzazione, non può
definitivamente o assolutamente separarsene. L’I.S. scopre una
tendenza “infinitamente più pericolosa della vecchia
concezione artistica contro cui abbiamo tanto lottato. Era più
moderna quindi meno evidentemente chiara (...) Il nostro
progetto si è formato contemporaneamente alle tendenze
moderne all’integrazione. Vi è quindi un’opposizione diretta,
ed anche una certa somiglianza, in quanto siamo realmente
contemporanei (...) noi siamo obbligatoriamente sulla stessa via
dei nostri nemici — quasi sempre davanti a loro” (I.S. n. 9).
30
È notorio che l’intelligentsia moderna ha spesso utilizzato
alcuni elementi della teoria situazionista; un tempo senza
riconoscerlo, più recentemente riconoscendolo spesso (un tale
plagio è divenuto molto difficile da mascherare, ma allo stesso
tempo l’associazione spettacolare con i situazionisti aumenta il
61
La società del situazionismo ed altri scritti
31
Nella misura in cui la teoria situazionista si sviluppa e si
approfondisce, la società moderna deve recuperarne sempre
maggiori elementi; semplicemente per comprendere un minimo
del suo funzionamento e della sua opposizione, o per costruire
lo spettacolo che rifletterà ciò che è più generalmente
desiderato; altrimenti, respingendo l’esistenza di questa teoria,
si espone ai suoi “angoli ciechi” che crescono di conseguenza.
32
Tutto ciò che l’I.S. ha detto sull’arte, il proletariato, la vita
quotidiana, l’urbanismo, lo spettacolo, si trova oggi sparso
ovunque, meno l’essenziale. Nell’anarchia del mercato
ideologico, le ideologie particolari incorporano elementi della
teoria situazionista, separandoli dalla loro totalità concreta; ma
se si considerano queste manifestazioni nel loro insieme, esse
riuniscono effettivamente questi elementi come una totalità
astratta. Tutta l’ideologia modernista, presa in blocco,
costituisce il situazionismo.
33
62
La società del situazionismo ed altri scritti
34
La società del situazionismo non sa di esserlo; sarebbe troppo
prestarle questa lucidità. Solo il proletariato può comprendere
la sua totalità distruggendola. È il campo rivoluzionario
soprattutto, che genera le diverse illusioni e le sfumature
ideologiche che possono sostenere il sistema e giustificare uno
statu quo restaurato. I successi stessi delle rivolte, che sono
arrivate ad un punto d’equilibrio ambiguo con il sistema,
servono in parte a fare la pubblicità della grandezza di un
sistema che può generare ed adattarsi a tali successi radicali.
35
È nell’essenza del situazionismo di non essere realizzabile
immediatamente, né completamente. Non vuole essere preso
alla lettera, ma seguito ad una minima distanza; se questa
distanza è soppressa, la mistificazione appare.
36
Producendo il suo situazionismo, la società fa volare in pezzi la
coesione delle altre ideologie, fa piazza pulita delle
falsificazioni arcaiche ed accidentali, e riunisce i frammenti
63
La società del situazionismo ed altri scritti
37
L’I.S. fu esemplare non soltanto per ciò che ha detto, ma
soprattutto per tutto ciò che non ha detto. La prolissità diluisce
il potere della critica. La discussione sui punti che non fanno la
differenza offusca i punti che la fanno. Quando sale sulla
tribuna dello pseudo-dialogo dominante, la verità si trasforma
in un momento della menzogna. I rivoluzionari devono saper
tacere.
KEN KNABB
1976
64
La società del situazionismo ed altri scritti
La realizzazione e la soppressione
della religione
65
La società del situazionismo ed altri scritti
66
La società del situazionismo ed altri scritti
67
La società del situazionismo ed altri scritti
68
La società del situazionismo ed altri scritti
69
La società del situazionismo ed altri scritti
70
La società del situazionismo ed altri scritti
71
La società del situazionismo ed altri scritti
72
La società del situazionismo ed altri scritti
73
La società del situazionismo ed altri scritti
74
La società del situazionismo ed altri scritti
75
La società del situazionismo ed altri scritti
76
La società del situazionismo ed altri scritti
77
La società del situazionismo ed altri scritti
78
La società del situazionismo ed altri scritti
79
La società del situazionismo ed altri scritti
80
La società del situazionismo ed altri scritti
81
La società del situazionismo ed altri scritti
82
La società del situazionismo ed altri scritti
Appendice
Communalism: From Its Origins to the Twentieth Century
[Comunalismo: Dalle sue origini al Ventesimo secolo] di
Kenneth Rexroth (Seabury, 1974) contiene un’esposizione
vigorosa delle vie per cui la dialettica della religione ha
continuamente generato tendenze che sono state delle spine al
piede della società dominante e dell’ortodossia religiosa,
particolarmente nelle forme dei movimenti millenaristi e delle
comunità utopistiche. Sebbene lo stile aneddotico di Rexroth
83
La società del situazionismo ed altri scritti
84
La società del situazionismo ed altri scritti
85
La società del situazionismo ed altri scritti
KEN KNABB
Marzo 1977
86
La società del situazionismo ed altri scritti
87
La società del situazionismo ed altri scritti
88
La società del situazionismo ed altri scritti
La breccia in Iran
La sollevazione in Iran è l’evento più bello dalla rivoluzione
ungherese del 1956. Ha fatto tremare tutti i poteri del mondo ed
ha smascherato la loro collusione. I regimi arabi sono allarmati
quanto Israele. La burocrazia cinese si è trovata esposta con i
pantaloni calati: essa aveva sostenuto lo Scià e denunciato
l’opposizione al suo regime (continuando così la politica di
Mao e Chou, che lo lodavano per il suo “anti-imperialismo”).
Quanto alla burocrazia russa, lungi dal “fomentare disordini” in
Iran, ha sempre mirato a mantenere un regime stabile e
fortemente poliziesco, come ovunque alle sue frontiere, in
modo che il contagio della rivolta non arrivi a contaminare il
popolo russo. Ha venduto armi allo Scià ed ha consegnato alla
S.A.V.A.K. gli iraniani radicali in fuga. Solo quando lo Scià è
stato sul punto di essere rovesciato ha iniziato prudentemente a
giocare sui due tavoli. Il rumore di sciabole tra la Russia e gli
Stati Uniti d’America era esclusivamente a beneficio degli
spettatori. L’ambasciatore William Sullivan riconosceva:
“Controllavamo il Laos, ma in Iran, questo paese terribilmente
importante per noi, né noi né chiunque altro possiamo farci
nulla. Per un’ironia della sorte, tutte le grandi potenze — gli
Stati Uniti, l’Inghilterra, la Francia, la Cina e l’Unione
Sovietica — sono preoccupate per ciò che avviene in Iran.”
(New York Times, 13 novembre 1978.)
La possibilità che l’insurrezione di massa possa travolgere la
mediazione burocratica o religiosa, ecco che cosa si trova
dietro l’orrore di tutti i poteri per il “caos” o il “vuoto di
potere” in Iran. Il movimento iraniano non è essenzialmente
religioso; il margine parziale d’immunità concessa
all’espressione religiosa gli ha semplicemente fornito un
esordio ed un punto di convergenza. Le donne, che prima
89
La società del situazionismo ed altri scritti
90
La società del situazionismo ed altri scritti
91
La società del situazionismo ed altri scritti
92
La società del situazionismo ed altri scritti
Banalità
Il “mondo libero” non è libero; il “mondo comunista” non è
comunista. Il vecchio movimento proletario non è riuscito a
rovesciare la società di classe e si è smarrito nelle varianti
riformiste o burocratico-totalitarie del capitalismo classico.
Ovunque nel mondo la gente è ancora alienata dalla propria
attività (ciò che è obbligata a produrre le si rivolta contro come
una potenza estranea) e dunque tutti sono alienati gli uni dagli
altri. Lo sviluppo moderno del capitalismo ha generato un
nuovo stadio di quest’alienazione: lo spettacolo, nel quale ogni
comunicazione tra gli individui è mediata dalle immagini che
sono presentate loro, dalle “informazioni” o dalle avventure
vissute per procura fino alle lodi encomiastiche delle merci e
dei burocrati.
Ma questo sistema non ha risolto tutte le sue contraddizioni;
nel corso degli ultimi due decenni sono apparse, in tutte le
regioni del mondo, nuove lotte che mettono in causa diversi
aspetti del sistema e che tendono a rifiutare la mediazione
burocratica. Il progetto fondamentale implicitamente implicato
in queste lotte, è l’abolizione dello Stato e di ogni potere
gerarchico, dell’economia mercantile e del lavoro salariato. Le
precondizioni tecnologiche per una simile trasformazione
esistono già. La forma di organizzazione sociale capace di
realizzarla è stata prefigurata dai consigli operai che apparvero
durante le rivoluzioni represse nei primi decenni di questo
secolo: assemblee generali democratiche degli operai e di tutti
gli altri che si riconoscono nel loro progetto, assemblee che
dissolvono ogni potere esterno e si federano a livello
internazionale, eleggendo delegati incaricati di compiti precisi
e che possono essere revocati in qualsiasi momento.
93
La società del situazionismo ed altri scritti
94
La società del situazionismo ed altri scritti
La guerra e lo spettacolo
L’orchestrazione della guerra del Golfo fu una dimostrazione
luminosa di ciò che i situazionisti chiamano lo spettacolo — lo
sviluppo della società moderna pervenuta allo stadio in cui le
immagini dominano la vita. La campagna di relazioni
pubbliche fu altrettanto importante della campagna militare. Il
modo in cui avrebbe giocato questa o quella tattica nei mass
media diventò una questione strategica principale. Non era
molto importante che i bombardamenti fossero realmente
“chirurgici”, purché la copertura lo fosse; se le vittime non
comparivano, era come non ce ne fossero. L’“effetto Nintendo”
ha funzionato così bene che i generali euforici hanno dovuto
mettere in guardia contro un eccesso d’euforia generale, per
timore di un ritorno di fiamma. Le interviste di soldati nel
deserto hanno rivelato che essi dipendevano, come chiunque
altro, quasi completamente dai mass media per sapere ciò che
si presumeva stesse accadendo. La dominazione dell’immagine
sulla realtà è stata percepita da tutti. Una parte importante della
copertura mediatica era dedicata alla copertura della copertura;
nello spettacolo stesso furono presentati dei dibattiti
superficiali su questo nuovo grado raggiunto dalla
spettacolarizzazione universale istantanea ed i suoi effetti sullo
spettatore.
Il capitalismo del XIX secolo alienava l’uomo a sé stesso
alienandolo dai prodotti della sua attività. Quest’alienazione si
è intensificata con la mutazione progressiva di questi prodotti
in “produzioni”, che contempliamo passivamente. Il potere dei
mass media è soltanto la manifestazione più evidente di questo
sviluppo; fondamentalmente lo spettacolo copre tutto ciò che si
è trasformato, dalle arti fino agli uomini politici, in
rappresentazioni autonome della vita. “Lo spettacolo non è un
95
La società del situazionismo ed altri scritti
96
La società del situazionismo ed altri scritti
97
La società del situazionismo ed altri scritti
98
La società del situazionismo ed altri scritti
99
La società del situazionismo ed altri scritti
100
La società del situazionismo ed altri scritti
101
La società del situazionismo ed altri scritti
102
La società del situazionismo ed altri scritti
103
La società del situazionismo ed altri scritti
104
La società del situazionismo ed altri scritti
Corrispondenza sulla
questione della religione
(Jean-Pierre Baudet e Ken Knabb)
105
La società del situazionismo ed altri scritti
106
La società del situazionismo ed altri scritti
107
La società del situazionismo ed altri scritti
108
La società del situazionismo ed altri scritti
109
La società del situazionismo ed altri scritti
—JEAN-PIERRE BAUDET
Parigi, marzo 1997
***
110
La società del situazionismo ed altri scritti
111
La società del situazionismo ed altri scritti
112
La società del situazionismo ed altri scritti
—KEN KNABB
113
La società del situazionismo ed altri scritti
114
La società del situazionismo ed altri scritti
115
La società del situazionismo ed altri scritti
116
La società del situazionismo ed altri scritti
117
La società del situazionismo ed altri scritti
***
118
La società del situazionismo ed altri scritti
119
La società del situazionismo ed altri scritti
KEN KNABB
Aprile 2003
120
La società del situazionismo ed altri scritti
(Introduzione)
121
La società del situazionismo ed altri scritti
122
La società del situazionismo ed altri scritti
123
La società del situazionismo ed altri scritti
124
La società del situazionismo ed altri scritti
125
La società del situazionismo ed altri scritti
126
La società del situazionismo ed altri scritti
127
La società del situazionismo ed altri scritti
128
La società del situazionismo ed altri scritti
129
La società del situazionismo ed altri scritti
130
La società del situazionismo ed altri scritti
131
La società del situazionismo ed altri scritti
132
La società del situazionismo ed altri scritti
133
La società del situazionismo ed altri scritti
134
La società del situazionismo ed altri scritti
135
La società del situazionismo ed altri scritti
136
La società del situazionismo ed altri scritti
137
La società del situazionismo ed altri scritti
138
La società del situazionismo ed altri scritti
139
La società del situazionismo ed altri scritti
140
La società del situazionismo ed altri scritti
141
La società del situazionismo ed altri scritti
142
La società del situazionismo ed altri scritti
143
La società del situazionismo ed altri scritti
144
La società del situazionismo ed altri scritti
145
La società del situazionismo ed altri scritti
146
La società del situazionismo ed altri scritti
Aprire la breccia
147
La società del situazionismo ed altri scritti
Quale futuro?
148
La società del situazionismo ed altri scritti
149
La società del situazionismo ed altri scritti
150
La società del situazionismo ed altri scritti
151
La società del situazionismo ed altri scritti
152
La società del situazionismo ed altri scritti
153
La società del situazionismo ed altri scritti
Mai da molto tempo non si era stati così vicini alla “rottura”,
quella vera, con un sistema che sembra incrollabile ma è in
fondo così fragile.
154
La società del situazionismo ed altri scritti
155
La società del situazionismo ed altri scritti
Se sono così agitati contro di noi, è perché hanno paura che voi
possiate prendere esempio dalla nostra ribellione. Hanno paura
che voi facciate come noi. Ed hanno ragione, perché siamo tutti
nella stessa barca.
UN GRUPPO DI SCIOPERANTI
(Saint-Nazaire, 3 aprile 2006)
Vittoria!
156
La società del situazionismo ed altri scritti
157
La società del situazionismo ed altri scritti
158
La società del situazionismo ed altri scritti
Opinioni francofone
sull’Ufficio dei Segreti Pubblici
(Bureau of Public Secrets)
159
La società del situazionismo ed altri scritti
mescolata a tutti gli aspetti della nostra vita che non potrebbe
essere soppressa bruscamente senza annientare, in un caos
mondiale, miliardi di persone”. Egli si appoggia ai seguenti
esempi (spesso citati, ma sempre pertinenti): “Dubito che i
tecnofobi vorranno realmente eliminare le poltrone a rotelle
motorizzate; o disinserire meccanismi ingegnosi come quello
che permette al fisico Stephen Hawking di comunicare
malgrado la sua paralisi totale; o lasciar morire una partoriente
che potrebbe essere salvata dalla tecnologia medicale; o
accettare la ricomparsa di malattie che una volta uccidevano o
invalidavano regolarmente una notevole percentuale della
popolazione; o rassegnarsi a non poter mai visitare gli abitanti
di altre regione del globo a meno che non possano essere
raggiunti a piedi, e a non poter mai comunicare con loro; o
restare senza far niente quando degli uomini muoiono a causa
di carestie che potrebbero essere soffocate dal trasporto di
viveri da un continente all’altro”.
Ken Knabb in seguito fa l’inventario delle tecnologie che
dovrebbero sparire: in primo luogo il nucleare, ma anche le
industrie che producono merci inutili o superflue. Per contro, di
altre (dall’elettricità agli strumenti chirurgici, passando per il
frigorifero e la tipografia), “tratta di farne miglior uso [...]
sottomettendole al controllo popolare e introducendovi alcuni
miglioramenti d’ordine ecologico”. Knabb riprende il
sempiterno esempio dell’automobile in termini simili a quelli
di Trenkle. Precisiamo che l’EdN [Encyclopédie des
Nuisances] non può essere assimilata alla tendenza più
fondamentalista dell’ecologia alla quale si riferisce
principalmente Ken Knabb. Jean-Marc Mandosio consacra
160
La società del situazionismo ed altri scritti
161
La società del situazionismo ed altri scritti
162
La società del situazionismo ed altri scritti
163
La società del situazionismo ed altri scritti
164
La società del situazionismo ed altri scritti
165
La società del situazionismo ed altri scritti
166
La società del situazionismo ed altri scritti
167
La società del situazionismo ed altri scritti
168
La società del situazionismo ed altri scritti
169
La società del situazionismo ed altri scritti
170
La società del situazionismo ed altri scritti
171
La società del situazionismo ed altri scritti
172