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DIRITTI D'AUTORE: no
COPERTINA: n. d.
INDICE DI AFFIDABILIT�: 1
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INDICE DI AFFIDABILIT�: 1
0: affidabilit� bassa
1: affidabilit� standard
2: affidabilit� buona
3: affidabilit� ottima
SOGGETTO:
FIC003000 FICTION / Antologie (vari autori)
DIGITALIZZAZIONE:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
REVISIONE:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
IMPAGINAZIONE:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
PUBBLICAZIONE:
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2: affidabilit� buona
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FIC003000 FICTION / Antologie (vari autori)
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Liber Liber
L i ber Libe r
Indice generale
Liber Liber......................................................................4
INTRODUZIONE..........................................................8
IL PARAVENTO RIVELATORE.................................23
UN EPISODIO
DELLA VITA DEL POETA LI-TAI-PE.......................39
L�ALTERNA VICENDA
DI POVERT� E DI RICCHEZZA...............................48
IL LIUTO INFRANTO.................................................59
IL MARITO INGRATO...............................................74
IL RICATTO.................................................................84
PRONOSTICI FISIONOMICI.....................................91
LA BELLA RIDENTE.................................................97
IL DIPINTO MERAVIGLIOSO.................................107
LA MOGLIE INGRATA............................................124
GLI SPOSI PRIMA SEPARATI E POI RICONGIUNTI
...................................................................................
.130
DELITTO E CASTIGO..............................................139
LA FALSA MANDARINA........................................152
I DUE FRATELLI DI SESSO DIVERSO..................169
SAGGEZZA DI GIUDICE.........................................178
GLI ALCHIMISTI.....................................................184
IL DEMONE BENEFICO..........................................205
IL MATRIMONIO FORZATO...................................212
LA MOGLIE RAPITA E RITROVATA.....................233
LA VISIONE DI TCHANG-CHEN-YEN.................239
Indice general e
L iber L iber......................................................................
4
I NTRODU Z IONE.......................................................... 8
I L P A RA VE N T O RIVEL A T ORE................................. 23
UN E PISODIO
DE LL A VI T A DEL POE T A LI-T AI-P E....................... 39
L �AL T ERNA VI C E ND A
DI POVER T� E DI RI C CHEZ ZA............................... 48
I L L IUT O INFRANT O................................................. 59
I L MARIT O INGRA T O............................................... 74
I L RI C A TT O................................................................. 84
P R ONOST IC I FIS IONOM I C I..................................... 91
L A BE LLA RIDE NTE................................................. 97
I L DI PINT O MERA VIGL IOSO................................. 107
L A MOGL IE I NGR A T A............................................ 124
GL I S PO SI PRIM A SE P AR A TI E POI RI C ONGIUNTI
...................................................................................
. 130
DE LI TT O E CAST IGO.............................................. 139
L A F ALSA MANDAR I N A........................................ 152
I DU E FRA T EL LI DI SE SSO DI VERSO.................. 169
S AGG E ZZ A DI GI UDICE......................................... 178
GL I AL C HI M I STI..................................................... 184
I L DE M ONE BE NEFI C O.......................................... 205
I L MA T R I M ONIO F OR Z A T O................................... 212
L A MOGL IE RAPIT A E RITROV A T A..................... 233
L A VI SIONE DI TCHANG-CHEN-YE N................. 239
Novelle Cinesi
PAOLO BELLEZZA.
Nove ll e Cinesi
P AOLO BELLEZZA.
INTRODUZIONE.
IN TRO DU ZION E.
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8 L. NOC ENT INI, in Rass egn a Naz i onale, 1879, pp. 228 s egg.
9 Lo stesso, p. 230.
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t appand o poi l�imboccatur a di q ue sta con un turacc io-
l o, intorno al quale cigola e sibila i l f um o-s pirito f e m-
mini le. No n meno straor dinaria � la metamorfos i di un
u om o appas sionato d e i cr isantemi, in uno di q ue sti fio-
ri; poi ridiviene uomo; poi a nc ora, fior e; ed � l a tr a-
sform azione definiti v a.
A bas e di spiriti sono pur e a lc une delle novelle pub-
bl ic ate in f r ances e dal g e nerale T cheng-ki-T ong 1 7. Un
f antas ma di se ss o femminile spos a un b r avo g iovine,
alla f amiglia del quale er a stata legata da vincoli di ri-
conoscen za in una d elle su e vite ant e rior i, e lo r end e
padr e di un bambino che potr � cos� continuarn e la di-
scendenz a: poi fa ritorno nel r egn o delle ombr e (pagina
2 25). Un mar ito di f r esc o defunto esce dal fer etr o d e po-
sto nella camer a nuz i ale, udendo la moglie che si i n-
t r atti e ne con un altr o uomo; snud a l a spad a e li t r afigge
(p. 2 77). Un mandarino s�i mbatte di n ottetem po per
i s trad a in una bella rag azza, che gli nar ra di es ser e
f uggita dalla cas a di un ricc one � a cui la madr e l�ave-
va venduta � per c h� la moglie di ess o, g e losa, la mal-
t r attava. Il mandarino s e la con duc e a cas a e vi v e per
q ualc he temp o maritalmente con l e i. Un gi or no, ritor-
nando se nza ess er e aspettato, vede nella camer a n uz iale
uno sc heletr o, dalla faccia ver de e dai d e nti aguz zi, che
sta di pingend o una p elle umana, stes a su l letto. Lo
scheletr o non � altr i che la fanciulla, la quale s i mette
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P AOLO BELLEZZA.
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P AOL O BELLEZZ A.
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IL PARAVENTO RIVELATORE.
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IL P AR A V ENT O R I V EL A T O RE.
23
AVVERTENZA
Gli squarci sunteggiati e non tradotti
integralmente, sono racchiusi da asteri-
schi in margine, e precisamente: il prin-
cipio del brano � contrassegnato da un
asterisco *, la fine da due **.
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A VV ER TEN ZA
G l i squarc i sunt eggiat i e non tr adot ti
integr alm ente, son o racchius i da ast eri-
schi in mar gi ne, e preci sam ente: i l p r in-
cipi o del brano � cont rassegn ato da un
aster isc o *, la fin e da due **.
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18 � crede nza de i buddisti che l�a nima, di chi muore col corpo
muti lat o o lace r a to da f e rit e non pu� trasmi gr a re.
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edifizio.
�Sia ringraziato il cielo!�, esclam�. �Ecco delle
case!�
Si trovava infatti davanti a un monastero. And� alla
porta, e, dopo qualche esitazione, buss�. Venne ad aprir-
le una donna, alla quale chiese se si potesse parlare colla
madre superiora. Questa comparve dopo un momento, e
la fuggitiva le fece piangendo il racconto delle sue av-
venture.
�Se vi sentite di rinunciare al mondo, e alle soddisfa-
zioni a cui la vostra giovinezza e la vostra condizione
sociale vi danno diritto, io sono ben lieta di ricevervi
come novizia. Col tempo potrete divenire bonzessa, e
dedicarvi al culto del dio 20�.
La poveretta accett� con trasporto la proposta.
Senz�altro la cerimonia ebbe luogo. La campanella man-
d� i suoi squilli, si arsero gli incensi e tutte le bonzesse
insieme alla nuova venuta si prosternarono davanti
all�immagine di Buddha, dopo di che si ras� il capo alla
novizia e le si impose il nome buddistico di Hoei-
yuen 21.
Incominci� per lei una nuova vita. Il mattino suonava
la campana, la sera batteva il tamburo 22. Intelligente e
20 Buddha.
21 �Sfera d�intelligenza�.
22 Del tamburo si servono i bonzi per farsi sentire alle persone
a cui chiedono i cibi di magro che costituiscono il loro alimento.
Con esso si chiamano anche gli spiriti, allorch� si vuol loro offri-
re sacrifici.
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edi fizio.
�Sia ri ngraziato il cielo!�, es clam�. �Ecco delle
case!�
Si t rovava infatti d a vanti a un m on astero. And� alla
p orta, e, dopo q ua l c he esitazione, buss�. V enne a d apr ir-
le una donna, a lla quale chi e se s e s i potes se par lare colla
m adre superior a. Que sta com parve dopo un momento, e
la fuggiti v a le f ec e piangendo il racconto delle su e a v-
ventur e.
�Se vi sentite di r inunciare a l mondo, e a lle soddisfa-
zioni a cui la vostra g iovinezz a e la vostra condizione
sociale vi danno di ritto, io son o ben l ie ta di r icevervi
come novizia. Col t e m p o potr e te divenire b onze ssa, e
dedicar v i al culto d e l d io 2 0�.
L a pover e tta acc ett� con t ras por to la proposta.
S e nz� a l tro l a cerimonia ebbe luogo. La campanella m a n-
d� i suoi squilli, s i ar s ero gli i nce nsi e tutte le bonzes s e
i ns ieme alla nuova venuta si p ros t e r narono dava nti
all�immagine di Buddha, dopo di che si r as � il capo alla
novi z ia e le si impos e il n ome b uddis ti c o di Hoei-
y ue n 2 1.
I ncominci� p e r lei una nuova vi ta. Il mattino s uonava
la campana, la sera b a t te va il t a m buro 2 2. Intelli ge nte e
20 Buddha.
21 �S fe ra d�inte lli genza�.
22 D e l tamburo si servono i b onz i per f a r si senti re all e persone
a cui chiedono i cibi di ma gro che costi tuiscono il loro alim ento.
Con esso si chiam ano anche gl i spirit i, all orch� si vuol lor o of fri-
re s ac rific i.
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25 V edi nota a pag. 12 [nota 27 in questa edi zion e elet tronic a].
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UN EPISODIO
DELLA VITA DEL POETA LI-TAI-PE.
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U N E PI SO DIO
D EL LA VIT A D EL POE T A LI-T A I-PE.
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sappia dirmi che cosa sta scritto qui? Che risposta potr�
dare al re? Che diranno i suoi ambasciatori? Certo si ri-
deranno di me e della mia corte. Ci crederanno un popo-
lo di barbari, e saranno tentati a muoverci guerra, col
pretesto di arrecarci la civilt�. Se tra una settimana la
lettera non � tradotta, far� mettere a morte tutti i miei
ministri e impiegati, e nominer� al loro posto dei sudditi
virtuosi e capaci, che siano veramente utili allo stato�.
Tutti furono sopraffatti dal terrore a tali minacce, e si
ritirarono confusi e tremanti.
L�episodio giunse all�orecchio dell�amico del nostro
poeta, quello stesso che l�aveva esortato a presentarsi
agli esami.
�Peccato che gli esaminatori mi abbiano respinto,
precludendomi cos� l�ammissione alla corte�, disse tran-
quillamente Tai-Pe. �Probabilmente la lingua in questio-
ne � una di quelle che io ho imparato durante le mie lun-
ghe peregrinazioni�.
�E se trovassi modo di farvi presentare a Sua Mae-
st�?� replic� l�amico. �Permettete che mi incarichi della
cosa?�
Avuto il consenso del poeta, l�amico sollecit�
un�udienza dall�imperatore e gli disse ch�egli conosceva
un uomo il quale era in grado di interpretare le pi� di-
verse lingue e scritture. Se Sua Maest� volesse metterlo
alla prova...
�Venga domani�, disse il monarca.
Il giorno seguente Tai-Pe si present� in contegno ri-
spettoso, ma sicuro, davanti all�imperatore, che sedeva
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indegni ministri. **
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L�ALTERNA VICENDA
DI POVERT� E DI RICCHEZZA.
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34 Buddha.
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34 Buddha.
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stanza colossale.
Anche i coniugi Tchu si avviarono faticosamente ver-
so il luogo della loro antica residenza; ma quando vi fu-
ron vicini, la moglie era cos� esausta, che bisogn� arre-
starsi ad un dispensario gratuito di medicinali, dove un
buon vecchio, che vi era preposto, le prodig� le cure del
caso.
Stavano per riprendere il loro cammino, quando il
vecchio disse loro:
�Se trovate sulla strada altri infelici che hanno biso-
gno di cordiali o d�altro, dite loro di venire da me,
Tchin-te-fu, e se ne troveranno contenti�.
�Tchin-te-fu! Tchin-te-fu!�, mormor� tra s� il baccel-
liere. �Questo nome non mi riesce nuovo. Non si chia-
mava cos�, disse a sua moglie, �l�uomo che � stato
l�intermediario nella vendita di nostro figlio?�
�Sono io, s�!�, esclam� il vecchio. �E non vi ho in-
gannato allora, dicendo che sarebbe stato fortunato. Suo
padre adottivo, il riccone, � morto tempo fa, e ora egli si
trova essere il pi� ricco signore della provincia. Ed �
tanto buono e caritatevole! Questa farmacia, vedete, �
stata istituita da lui a beneficio dei poveri�.
I Tchu, dietro le indicazioni che forn� loro il buon
vecchio, si recarono al palazzo del loro figlio. Si pu�
pensare la gioia di questi nel rivedere dopo tanti anni i
suoi genitori, e come rimanesse mortificato riconoscen-
do in loro i due mendicanti che aveva trattato in cos�
malo modo al tempio di Tong-yo.
Volle assolutamente celebrare una cerimonia espiato-
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r ia, per quanto i due vecchi andass ero ri pe t e ndo che tut-
to e ra p e r donato. Fatta portare una cass etta piena di ver-
ghe d�oro e d� ar ge nt o, la d e pose ai loro p iedi, e l i sup-
pl ic � di accettar la, pr onunciand o poi la for mula di r ito.
Qu a ndo il padre so l lev � il coperchio della cas se t ta, ri-
m a se un ista nte come tr a sognato vedendo il punzone
che era i mpres so s ulle ver ghe.
�Ma ques te ver ghe appartengono alla nostra f ami-
g lia!�, esclam�, guar dand o su o figli o. �Ques to � il pun-
zone di mio n onno!�
�Come pu� es sere ques t o?�, di s s e il f iglio non m e no
stupefatto. �E s se fanno parte dell� eredit� lasc i a tami dal
mio p a d re adottivo!�
Si rievocarono antichi r icordi; s i r ac colsero t es timo-
n ianz e dai vecch i de l paes e: in br e ve tutto f u chiarito. I
due vecch i s i stabilirono nella cas a de l f iglio, r iprenden-
do cos �, dopo vent� ann i di povert�, la vita agi a ta di un
t e m po. T chu non dimenti c � di r icompens are lar game nte
il buon l oca n diere che lo av e va accolto con tanta b ont�,
e il v e cchio intendente che gli aveva regalato le due l e-
g a t ure ed e ra stato l�occa sione di rit rovare su o f iglio. In-
duss e poi q ue sto a cos tr uire un tempio buddistico s ulle
r ovine di quello che e ra s t a to i nnalza to dal suo av o e di-
strutto da suo padre.
Ogni giorno vi andavano i ns ieme a pregare il ci e lo
che n e� suo i decreti i mpersc r utabili l ar gi s ce e r itoglie
con alter n a v ice nda la ri c chezza e l a f elicit� agli uomi-
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ni 38. **
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ni 3 8. **
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IL LIUTO INFRANTO.
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IL LIUT O IN FRAN T O.
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cia...�
Un violento scoppio di pianto imped� al vecchio di
proseguire. Quanto a Y�-Pe-Ya, nell�apprendere la fata-
le notizia diede un grido d�angoscia, e cadde a terra sve-
nuto. Il vecchio, sorpreso e spaventato, frenando il pro-
prio dolore, lo sollev� e lo sostenne, mentre chiedeva al
servo chi fosse il suo signore.
�� lui�, rispose il servo sottovoce, �� il signor Y�-
Pe-Ya!�
�L�amico del mio povero figlio!�, esclam� il vecchio.
Intanto Y�-Pe-Ya aveva ripreso i sensi; ma si sarebbe
detto impazzito dal dolore. Si batteva il petto, e andava
ripetendo con voce rotta dai singhiozzi:
�Povero amico! Povero fratello! Ed io che quasi ho
dubitato che avesse mancato alla promessa! Perch�, per-
ch� sei morto cos�, tu che eri tanto buono, tanto sapien-
te?�
Poi si volse al vecchio, lo salut� con grande riveren-
za, e gli chiese altri particolari, che l�infelice padre gli
rifer�. Gli chiese ancora dove fosse seppellito Tschung,
perch� voleva visitarne la tomba. **
�Pochi momenti prima ch�egli ci lasciasse per sem-
pre�, riprese il vecchio, �egli parl� in questo modo a me
e a mia moglie che eravamo al suo capezzale: � Tosto o
tardi � d�uopo morire, come piace al cielo. Vostro figlio
muore senza aver adempito fino alla fine verso di voi i
doveri dell�amore filiale. Quando non sar� pi�, seppelli-
temi, ve ne prego, sulla riva del Kiang, ai piedi del mon-
te Niao-ngan, perch� si adempia la promessa che ho fat-
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ci a...�
Un violento scoppio di pianto i mped� al vecc hio di
pr os eguir e. Quanto a Y�-Pe-Y a, n e l l�apprendere la f a ta-
le not iz ia d ie de un g rido d�angoscia, e cadde a t erra sve-
nut o. Il vecchio, sorpr es o e s paventato, f renando il pro-
p rio dolor e, lo sollev� e lo sos tenne, mentre chiedeva al
servo chi foss e il suo signore.
�� l u i�, rispos e il s er v o sottovoce, �� il s i gno r Y�-
P e-Y a!�
�L �amico del mio povero f iglio!�, esclam� il vecchio.
I ntanto Y�-Pe-Y a aveva r ipres o i se nsi; ma s i s ar ebb e
detto i mpaz zito d a l d olore. Si batteva il petto, e andava
r ipetendo co n v oc e r otta da i singhiozz i:
�Povero am ic o! Povero fr atello! E d i o che q ua si ho
dubit a to che avess e m anc ato alla prom es sa! P e r ch�, per-
ch� se i m orto cos�, tu ch e e ri tanto buono, tanto sa pi e n-
t e?�
P o i si vol s e a l vecc hi o, lo salut� con grande river e n-
za, e gli chies e alt ri parti c ol a r i, ch e l�inf e l ic e padre gli
r ifer�. Gli chies e ancora dove f os se se p pe l lito T s chung,
per ch � v ole va vi s itar n e la tomb a. **
�Pochi momenti prima ch�egli ci lasc i a ss e pe r sem-
pr e�, ri pres e il vecchio, �e gli parl� in ques to m odo a m e
e a mia moglie che er avamo al suo capezzale: � T osto o
t ardi � d�uopo mor ire, come piac e al cielo. V ostro f iglio
m uore s enza ave r adempito fino alla f ine vers o di voi i
doveri dell�amore f iliale. Quando non s ar� pi �, seppelli-
t e mi, ve ne pr ego, sulla riva d e l Ki a ng, ai p ie di d e l m o n-
te Niao-ngan, per ch � s i adempia la prom e ss a che ho f a t-
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IL MARITO INGRATO.
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IL MARIT O ING RA T O.
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ziente di stringere il dolce nodo. P e r mezz o dell�inter-
m e d ia r io, m a nd� se nz� a l tro la proposta uf f icia le ai co-
ni ug i Hu T e-hu. Ques ti f insero di es sere un poco pe r-
pl e ss i. V olevano t a nto bene alla l oro f igliuola, che des i-
d e r ava no ess ere b e n sicuri della su a f elicit�.
Mo-ki d ie de le pi� ampie ass icur a zioni, e i nta nto i si-
g nori Hu T e-hu cominciar on o a par larne alla loro f iglia
adott iva.
�Mia car a�, le di s s e la signora, �mio m a r ito ed io ci
att ris t ia mo nel v e d e r ti v e dova i n cos � g iova ne et �. Ab-
bi a mo t rovato per te un ottimo par tito...�
�N o, no!�, interr upp e Y u-nu. �So quanto vi debbo, e
mi tr overete sempre una figlia devota e ubbi diente. M a
q ua nto a r imarit a r mi... Mo-ki, in un ista nte di t ravia-
m e nt o, ha voluto disfarsi di me; m a egli � pur se m pre
mio mar ito: non devo, non p os so di me nticarl o! � stato e
sar� il mio pr imo e unico amore!�
E diede in uno sc oppio di pi a nt o.
�E s e l�uomo che aspira alla t u a m a no non f os s e alt ro
che colui al quale vuoi ri manere f edele?...�
Y u-nu ebbe un sus sulto.
�� propr io cos �, pr os egu� la signora Hu T e-hu. �E gli
ti ha chiesta in ispos a. M io m a r ito vor rebbe ch� egli fa-
cess e ammenda dell�atto di n era i ngratitudine con cui s i
� m a cchiato; vor rebbe r iunirvi pe r s empr e. Quanto al
m od o di con durre le cose, t u tto � gi� p reparato�.
Qui la signora spieg� minutamente quali foss ero que-
sti p reparativi, e istru� Y u-n u sul m od o con cui avrebbe
dovuto com portarsi. La giovane as ciug� le l a g rime, e si
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81
81
strozzata.
Sebbene la situazione fosse seria, i presenti non pote-
rono trattenere le risa. In quel momento comparve il si-
gnor Hu Te-hu.
�Il diavolo non c�entra per nulla, caro genero. Questa
� la mia figlia adottiva, che ho ricevuto dal fiume Tsai-
chi�.
Mo-Ki comprese, e rest� l� come atterrato. Si gett� ai
piedi del suocero, colle mani incrociate sul petto, con-
fess� il suo fallo e chiese umilmente perdono.
* �Uomo crudele ed ingrato!�, gli grid� allora Yu-nu
fulminandolo con uno sguardo d�ira e di disprezzo. �Tu
sei entrato in casa di mio padre a mani vuote. Se hai po-
tuto studiare, dare i tuoi ultimi esami, conquistare la po-
sizione a cui sei giunto, lo devi al nostro aiuto. Io spera-
vo di nobilitarmi insieme a te e mi sentivo degna di di-
videre con te la tua alta fortuna. Tu hai dimenticato i no-
stri benefici; hai spinto l�ingratitudine fino a voler la
mia morte!... Crudele, ingrato!...�
Mo-Ki, prosternato fino a terra, non trovava parole. Il
signor Hu Te-hu lo sollev�, e disse a Yu-nu:
�Calmati, figlia mia. Mo-Ki � sinceramente pentito, e
sono certo che far� del suo meglio per dimostrartelo. Il
pennello 42 che ratificher� tra poco la nuova vostra unio-
ne deve insieme cancellare ogni traccia del triste passa-
to�.
Poi, rivolto a Mo-Ki, prosegu�:
82
strozzata.
S ebbe ne l a situaz i on e foss e s er ia, i p res enti non pote-
r ono trattenere le r is a. In q ue l m ome nto com parve il s i-
gnor Hu T e-hu.
�Il diavolo non c�entra p e r n ulla, caro genero. Ques ta
� la mia f iglia adottiva, che ho r icevuto dal fiume T s ai-
chi�.
Mo-K i comprese, e r es t� l � come at terrato. Si gett� ai
p ie di d e l suocero, colle mani incrociate sul petto, con-
f es s� il su o f allo e chies e umilmente per dono.
* �Uomo cr ude le ed i ngrato!�, gli g rid� all ora Y u-nu
f ulminandolo con uno sguardo d�ira e di di s prezzo. �T u
sei entrato in cas a di m io padre a man i vuote. Se ha i po-
t u to studiar e, d are i t uoi ultimi esami, conquis tare la po-
sizione a cu i se i gi u nt o, lo d e vi al nostro aiuto. I o spera-
vo di n obilitarmi insie me a te e mi se nti v o degna di di-
v idere con te la t u a alta f ortuna. T u h a i dimenticato i no-
stri benefici; ha i spinto l�ingr a t itudine fino a v ole r la
mia m orte!... Crudele, ingr a t o!...�
Mo-Ki, prosternato f ino a terr a, non t rovava parol e. Il
signor Hu T e-hu lo so l lev�, e di s s e a Y u-nu:
�C almati, figlia mia. Mo-Ki � since r amente pentito, e
sono certo che f ar� d e l su o meglio p e r di mos tr artelo. Il
p e nnello 4 2 che rati ficher� t ra p oc o la nuova vostra unio-
ne deve insieme cancellare ogni t racc ia d e l t ris te p a ss a-
t o�.
P o i, r ivolto a Mo-Ki, prosegu�:
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IL RICATTO.
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IL RICA T T O.
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PRONOSTICI FISIONOMICI.
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denza il valore della dot trina f is i onomica, la q ua le pu�
pr edire con sicurezz a ad un uomo: tu m o r rai di f ame.
Ma gi ov a qui f a r b e ne attenzione: le l ine e del vi s o
non son o le l ine e dello spirit o. V�� tal uomo con nobili
t ratti v is uali, e il cui animo � t utta via incline ad azion i
m alvagie: in l u i la potenz a del b e ne e l�aspirazione a un
f elice o ltretomba rim a ngono ster ili. C� � all�incontro chi
� buono, e ha sortito da natura una fi s ionomia sinistra:
in lui la bont� d e l l�animo e la condotta merit oria f ini-
scono per avere il sopravvento. Giacch� l�uomo ha pure
in s� la for z a m orale di combattere e debellare le innate
t e ndenze naturali.
* P rendiamo, ad es empio, la carr iera del primo mi n i-
stro Pei-T u, che f ior� sotto la dinas tia T ang. Anch� e gli
pr es entava le linee boccali che lo pr edes tinavano alla
m orte per fam e. Un g iorno, us cendo dal tempio � giac-
ch� era pr ofondamente religi o so � ri nve nne tre b ors e di
cuoio piene d� oro. S ubito r is ol s e di restituirle al p roprie-
t a r io, se si f os se mostrato. Si sedette pr es s o la p orta d e l
t e mpi o, e aspett�.
Ben p res to vide avanzars i una donna che piangeva e
si lamentava:
�Povero babbo!�, diceva. �� r ovina to e in p rigione.
E ravamo ri us citi a ottenere in pr es tito il danaro occo r-
r ente p e r riscattarlo, ed ecc o che l�ho perduto mentre
u s civo dal tempio...�
P ei-T u le si fece incontro e le diede le bor s e. La don-
na lo r ingrazi� in gi noc chioni, e s e ne and� per i f atti
suoi.
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LA BELLA RIDENTE.
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L A BEL LA R I D EN TE.
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t r�, t ene ndo una mano alla bocca, per repr imere il riso
che non le riusciva di tratt e ner e. **
�Anc he in pubbli c o non sa i dunque r es i s tere alla brut-
ta abitudine di ri dere se m pre?�, di s s e la zia con qualch e
sdegno. �T i pr es ento il signor Uang, fi glio di tuo zio.
S ia mo d ella stes sa famigl ia: b is ogna far conoscenza�.
U a ng chies e l�et� della cugi na. S icc ome la vecchia
zia era p iuttos to dura d�orecchio, dovette ripetere la do-
m anda. I mmaginars i come I ng-Ning si s f ogas s e a r ide-
r e!
�La vedete�, conti nu � la zi a, �c ome � maleducata! A
sedici anni � ancora come una b a mb ina�.
U a ng di s s e che egli era maggiore di un anno. L a s i-
g nora Chiu gli chi e se s e f os s e f idanza to 4 6, e par v e con-
t e nta sentendo da l u i ch e e ra an c o ra l ibero.
�A n dres te t a nto bene i ns ieme!�, conclus e. �P e ccato
che, es sendo cugini, non pos siate spos arvi 4 7�.
I l g iovane, tra l a gioia e la conf us ione, non sa p e va
t rovar p a r ole: si cont e nt a va di d a r grandi occhiate alla
f anciulla.
A q ue sto punto sopraggiuns e la f ida domestica, che
avvi c i na t a si alla signorina, le d is se sottovoce:
�N evvero che ha ancora quegli occhi di brigante?�
Al tro sc oppio di r is a di I ng-Ning. Per cavar s ela, pres e
la m a no della dom e stica e u s c� di corsa co n l ei, dicend o
46 � n ot o ch e i n Cin a i ma trim oni s i cont raggono in et � giova-
n i s sim a.
47 I ng-Nin g era bens� figl ia adotti va; ma l�a d oz ione impli ca i n
Cina l a consanguine it�.
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re lo stesso letto�.
Ing-Ning riflett� un momento; poi disse che non ave-
va l�abitudine di dividere il suo letto con un uomo.
Qui la conversazione fu interrotta dalla domestica,
che veniva a pregare i giovani di recarsi nella sala da
pranzo. Un momento dopo essi erano colla zia, che
chiese a Ing-Ning dove fosse stata.
Sono stata nel parco a discorrere con mio cugino�.
�E di che cosa avete discorso?�, chiese ancora la zia.
�Non la finivate pi�! La colazione � pronta da un pez-
zo�.
�Mio cugino mi ha proposto di dormire nello stesso
letto�.
A questa sortita, Uang ebbe un sussulto di spavento, e
fece segno alla cugina di stare zitta. Per fortuna la vec-
chia signora non aveva inteso.
�Son cose che non bisogna dire?�, chiese sottovoce
Ing-Ning al cugino.
�Ma sicuro! � una cosa tutta intima, di cui non si par-
la mai�.
�Ma non bisogna nascondere niente alla mamma!�,
insistette la fanciulla. �E poi, dormire nello stesso letto
non � una cosa straordinaria: che ragione c�� di farne un
segreto?�
Il giovane, pur deplorando questa manifestazione di
una cos� assoluta ingenuit�, sent� crescere l�affetto che
portava alla cugina.
* La sera dello stesso giorno giunsero a cavallo i ser-
vitori di casa Uang, che erano stati mandati alla ricerca
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r e l o ste ss o l e tt o�.
I ng-Ning r iflett� un momento; poi di s s e che non ave-
va l�abitudine di dividere il suo letto con un uomo.
Qui la conver s azione fu interr otta dalla domestica,
che veniva a pr egare i g iova ni di r ecars i nella sala da
pr anzo. Un m ome nto dopo ess i er ano colla zi a, che
chi e se a I ng-Ning dove foss e stata.
S on o stata nel parco a disc or rere con mio cugino�.
�E di che cos a avete discorso?�, chies e an c o ra la zi a.
�N on la f inivate pi�! La col a zione � pronta da un pez-
zo�.
�Mio cugino mi ha proposto di dor mire nello ste ss o
l e tt o�.
A ques ta sorti ta, U a ng ebbe un sus sulto di s pavento, e
f ec e se gno alla cugina di stare zit ta. Per for tun a la v e c-
chia signora non aveva inteso.
�S o n cose che non bi s ogna dire?�, chies e sottovoce
I ng-Ning al cugino.
�Ma sicuro! � una cosa tutta intima, di cui non s i par-
la m a i�.
�Ma non bisogn a n a scondere n iente alla m a m ma!�,
i ns istette la f anciulla. �E poi, d ormire nello stes so letto
non � una cosa straor dinaria: che ragione c�� di f arne un
segreto?�
I l g iovane, pur d e pl orando q ue sta manif e stazione di
una cos � as soluta i nge nui t�, se nt� cres cere l�af f e tto che
p ortava a lla cugi na.
* L a s era dello stes so giorno g iuns ero a cavallo i se r-
vi tori di cas a Uang, che er an o s t a ti mandati a lla ricer c a
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IL DIPINTO MERAVIGLIOSO.
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mia propriet�?�
�Presto o tardi questa propriet� sar� divisa�, ribatt�
Tchong-yang-eul. �Ma non � questo di cui voglio parla-
re ora. Per adesso ho bisogno degli abiti che si conven-
gono alla mia nascita e alla mia posizione�.
�Tocca proprio a te a parlare di posizione e di nascita,
bastardello che sei! Avesse pur nostro padre lasciato dei
tesori immensi, ci sono un figlio e un nipote, nati da
moglie legittima, che possono goderne. Ma tu?... cosa
c�entri? La tua nascita � pi� che sospetta. Vattene!... Ma
badate bene a non cimentarmi! Potrei rivolgermi a cac-
ciar via te e tua madre dall�asilo che vi ho concesso con
tanta generosit�, e a ridurvi a non aver dove posare il
capo�.
�Io sono figlio del governatore come voi! Perch� sol-
levar dubbi sulla legittimit� della mia nascita? Cosa in-
tendete di fare? Vorreste forse attentare ai nostri giorni,
per poter poi disporre voi solo dell�eredit�?�
�Va via, animale!�, grid� Chen-ki schizzando rabbia
dagli occhi. �Vuoi portarmi agli estremi?�
Cos� dicendo lo afferr� per il vestito, lo scosse con
violenza, e cominci� a percuoterlo.
Il povero ragazzo, tutto malconcio e indolenzito, pot�
a fatica sfuggirgli dalle mani, e torn� piangendo dalla
madre, a cui narr� la brutta avventura.
�Ti sta bene�, fece Ni-chen-ki. �Ti avevo proibito di
provocare la collera di tuo fratello. Non mi hai dato ret-
ta, e hai avuto la peggio�.
* Chen-ki colse il pretesto da quell�incidente per
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mia pr opriet�?�
�P res to o t ardi q ue sta pr opriet� sar� di vis a�, r ibatt�
T chong-yang-eul. �M a non � q ue sto di cui voglio parla-
r e o ra. Per adess o ho bisogn o d e gli abiti che si conven-
gono alla mia n a scita e alla m ia p os izione�.
�T occ a proprio a te a par lare di pos i z i on e e di nas cita,
b a stardello ch e se i! A ves s e pur nostro padre lasc i a to de i
t es ori i mmens i, ci son o un f iglio e un ni pote, n a ti da
m oglie legittim a, che poss ono goderne. Ma t u?... cosa
c� en t ri? La t u a n a scita � pi� che sospe t ta. V attene!... M a
b a date bene a non cimentarmi! P otrei riv olge r mi a cac-
ci a r via t e e t u a madre dall�as ilo che vi ho conces so con
t a nta generosit�, e a ridur v i a non av e r dove p os are il
capo�.
�Io son o f iglio del governatore come voi! Perch� so l-
l eva r dubbi s ulla l e git timit� della mia nas cit a? Cos a in-
t e n de te di f are? V orreste for s e attentare ai nostri giorni,
p e r p ote r poi disporre voi solo dell�er edit�?�
�V a via, ani male!�, g rid� Chen-ki sc hizzando r abbia
d a gli o c chi. �V uo i portarmi agli es tr emi?�
Cos � d ice ndo lo af f err� p e r i l ves tit o, lo scos se con
v iolenza, e cominci� a percuoterl o.
I l povero ragazzo, tutto m alc o nc io e indolenzito, pot�
a fatica sfuggir gli dalle m a ni, e t orn� p iange ndo dalla
m a dr e, a cui nar r� la brutta avventur a.
�T i s ta bene�, fece Ni-c hen-ki. �T i avevo proibito di
p rovocare la collera di tuo fr atello. Non mi hai dato ret-
t a, e hai avuto la peggio�.
* Chen-ki colse il pretesto da q ue ll�incidente per
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lora.
�Quand�� cos�, disse Tchong-yang-eul, �perch� non
me ne avete parlato prima d�ora? Dov�� questo quadro?
Volete permettermi di vederlo, per un momento alme-
no?�
La madre apr� una cassetta, e ne lev� un involto co-
perto di tela. Sotto questo involucro ce n�era un altro di
carta cerata, e alla fine apparve il dipinto, che essa svol-
se con precauzione e distese sopra una tela. Poi, inchi-
nando la testa fino a terra, e dicendo a suo figlio di fare
lo stesso, disse, rivolta al dipinto:
�Perdonate se non vi rendo tutto il tributo di omaggio
che vi dovrei. In una povera capanna come � questa �
difficile disporre di un tabernacolo�.
Levatosi il figlio dopo queste salutazioni, esamin� il
dipinto attentamente. Rappresentava questo un perso-
naggio seduto � lo stesso governatore � vestito di scuro,
dai capelli bianchi come la neve, e dai lineamenti cos�
espressivi che si sarebbe detto fossero quelli di una
creatura vivente, anzich� di un ritratto. Teneva per mano
un bambino, che stringeva al suo petto. Coll�altra mano,
che era rivolta all�ingi�, pareva che indicasse il suolo.
Madre e figlio si stillarono a lungo il cervello per svi-
scerare il segreto racchiuso nel quadro, ma senza cavar-
ne nulla. Dopo avere esaurite tutte le ipotesi, tutte le
congetture, dovettero riporlo, tristi e scoraggiati.
* Alcuni giorni dopo si recarono nella citt� vicina in
cerca di un dottore a cui sottoporre l�inesplicabile enig-
ma, e fu loro indicato nella persona del giudice Teng,
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l ora.
�Quand�� cos �, diss e T chong-yang-eul, �perch� non
me ne avete parlato pr ima d�or a? Dov�� q ue sto quadro?
V ol e te per mettermi di vederl o, p e r un momento alme-
n o?�
L a madre apr� una cass etta, e ne lev� un involto co-
p e r to di tela. S o tto ques to involucro ce n� era un altro di
carta cer ata, e alla f ine appar v e il dipinto, che es s a svol-
se con p reca u z ione e di s tes e sopra una t ela. Poi, i nc hi-
n a ndo la t e sta fino a terr a, e d ice ndo a suo figlio di f are
lo stes so, diss e, ri volta al d ipinto:
�Perdonate se non vi rendo t u tto i l tri b uto di o maggio
che vi dovr e i. In una povera capann a come � q ue sta �
di f f icile disporre di un t a ber nac ol o�.
L evatos i il f iglio dopo q ue ste sa lut a zioni, es amin� il
d ipinto attentamente. Rappresentav a q ue sto un perso-
n a ggio se duto � lo ste ss o governatore � vestito di scuro,
d a i capelli bi a nchi come la n eve, e dai l inea m e nti cos �
espress ivi che s i sarebbe detto f os sero quelli di una
cr ea t ura vivente, anzi c h� di un rit ratto. T ene va pe r m a no
un bambino, che stringeva al suo pett o. Coll�alt ra mano,
che era r ivolta all�ingi �, par ev a che indicas se il suolo.
Madre e figlio si stillar on o a l ung o il cer vello pe r sv i-
scerare i l segreto r acc hi u so n e l quadro, ma senz a cava r-
ne nulla. Dopo avere esaurite t utte le i potes i, tutte le
congettur e, d ove t tero ripo rlo, tristi e sc or aggiati.
* Alcuni g iorni dopo s i recarono nella citt� vicina in
cer c a di un dot tore a cui sottopor re l�i ne splicabile enig-
m a, e fu loro indicato n ella persona del g iudice T eng,
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ne che Ni-Chen-ki e suo figlio ebbero per l�ottimo giu-
dice. Quanto a Chen-ki, se ne and� divorando il suo fu-
rore e dandosi, troppo tardi, dell�imbecille.
La notizia dell�avvenimento si diffuse ben presto nel
paese, e tutti furono d�accordo nel riconoscere che la
mano della Provvidenza punisce tosto o tardi i malvagi,
e ricompensa i buoni anche nei loro discendenti. **
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LA MOGLIE INGRATA.
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L A MOG LI E ING RA T A.
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mente:
�Sia fatto secondo la tua volont�. Ti auguro di trovare
un secondo marito che rassomigli al primo�.
* La donna salut�, e part� senza neppure voltarsi in-
dietro una volta. Ong-tse, rimasto solo, continu� nella
sua solita vita.
Trascorsero sette anni, allorch� l�imperatore U-ti pub-
blic� quel famoso decreto in cui ordinava che gli venis-
sero segnalati gli uomini di merito speciale che viveva-
no nelle varie province. I terrazzani di Ong-tse, che nel
frattempo avevano appreso ad ammirare la sua virt� e la
sua dottrina, fecero il nome di lui. In breve: pochi mesi
dopo egli era nominato governatore della provincia a cui
apparteneva.
Mentre si recava alla residenza per prender possesso
del suo ufficio, vide una donna colla testa scoperta e a
piedi nudi, la quale stava scodellando la minestra a un
muratore che lavorava sulla strada. La donna era la pri-
ma moglie di Ong-tse; il muratore era il secondo marito
di lei!
I due si guardarono, e si riconobbero. Il nuovo gover-
natore ordin� che si allogasse la donna sopra uno dei
carri che erano al suo seguito.
Giunta alla capitale, la donna implor� di venire am-
messa al suo cospetto, e buttatasi in ginocchio davanti a
lui chiese umilmente perdono e lo scongiur� che la ri-
prendesse con s�, fosse anche solo come moglie di gra-
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m ente:
�Sia fatto se condo la t u a v olont�. T i auguro di t rovare
un second o m arito che rass omigli al p rimo�.
* La donna salut�, e p a r t� senza neppure voltarsi in-
d ietro una volta. Ong-ts e, r imas to solo, conti nu � nella
sua s olita vi ta.
T rasc or s ero s ette anni, al lorch� l� imperatore U-ti pub-
bl ic � quel f amos o decreto in cui o rdinava che gli venis-
sero segnala ti g li uomini di m e r ito s peciale che v ive va-
no nelle v a r ie p rovince. I terr azza ni di Ong-tse, che nel
f rattempo avevan o appres o ad ammir are la su a virt� e la
sua dot trina, f ecero il nome di lui. In br eve: pochi mes i
dopo egli e ra nominato governatore della provi nc ia a cui
appar teneva.
Mentre s i recava alla r es idenza per pr ende r pos ses s o
d e l suo uf ficio, vi d e una donna colla tes ta scoperta e a
p ie di nudi, l a quale stava scodelland o la m ines tra a un
m uratore che lavorava s ulla str ada. L a donna era la p ri-
ma m oglie di Ong-tse; il muratore era il s econdo marito
di l e i!
I due si g ua r darono, e si r iconobbero. Il nuovo g ove r-
n a t ore o rdin� che s i all oga ss e la donna sopra uno dei
car ri che erano al su o seguito.
Giunta alla capitale, la donna implor� di venire am-
m e ss a a l suo cospetto, e but tata si in g inocc hio dava nti a
l u i chi e se umilmente perdono e lo scongiur� che la ri-
pr ende ss e con s�, f os se anch e solo come moglie di gra-
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do inferiore 49. **
Ong-tse ordin� che fosse recato un secchio pieno
d�acqua, fece spargere questa sui gradini dello scalone
che conduceva alla sala delle udienze, e disse:
�Se quest�acqua potesse ritornare nel recipiente che
la conteneva, anche tu potresti ritornare nella mia casa;
ma non bisogna pensare a quello che � impossibile. In
ricordo del passato e della nostra giovinezza, concedo a
te e a chi ha preso il mio posto presso di te il godimento
delle terre coltivabili che sono intorno al mio palazzo.
Avrete cos� abbastanza da vivere�.
La donna riprese la sua solita vita in casa del murato-
re. Ma coloro che la vedevano passare, se la mostravano
a dito dicendo:
�Ecco colei che era una volta la moglie del signor go-
vernatore�.
Essa ne era svergognata e confusa, e non sapeva
come nascondersi. Un fiume scorreva lungo i campi che
le erano stati concessi. Un giorno essa vi si gett� e per�
annegata.
do i nferiore 4 9. **
Ong-ts e ordin� che foss e r ecato un s ecchio p ie no
d�acqua, fece spar gere q ue sta su i gr ad i n i dello s calone
che conduceva alla sala delle udienze, e di s se:
�Se quest�acqua potes se rit o r nare ne l recipiente che
la conteneva, anch e tu p otres ti r itornare nella mia cas a;
ma non bi s ogna pensare a quello che � imposs ibi le. In
r icordo d e l pas sato e della nostra g iovinezza, conced o a
te e a chi ha p res o il mio posto pr es s o di t e il godimento
delle t e r re coltivabili che son o i ntorno al mio palazzo.
A vrete cos � abbastanz a da vi ve r e�.
L a donna r ipr e se la su a solita vita in cas a d e l mur a to-
r e. Ma coloro che la vedevano p a ss ar e, s e la m os tr ava no
a dito d ice ndo:
�E cc o colei che era una volta la moglie d e l s i gno r go-
v e r natore�.
E s sa ne e ra sver gogna ta e conf us a, e non sapev a
come nas condersi. Un fiume sc or reva lungo i campi ch e
le erano stati conce ss i. Un g iorno ess a vi s i gett� e per�
annegata.
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gioie domestiche�.
�Io supplico Vostra Eccellenza di voler dimenticare
certe espressioni che possono essermi sfuggite�, balbet-
t� il giovane. �Avevo la mente sconvolta; non sapevo
pi� quello che mi dicessi�.
�Via, via�, replic� il principe con un sorriso pieno di
bont�, �non pensiamo a ieri, ma a questa sera. Essa co-
roner� certamente una giornata felice, perch� avr� la
soddisfazione di presiedere personalmente ai riti del vo-
stro matrimonio. Voglio riparare alla mia colpa; e intan-
to eccovi mille legature 51, che vi serviranno a pagare le
spese di viaggio. Bisogna che raggiungiate al pi� presto
la sede del vostro mandarinato.
Il giovane s�inchin� profondamente. Gli pareva di so-
gnare; non trovava parole. Ma il suo lieto turbamento
divenne giubilo, quando a un tratto risuonarono le note
d�una musica allegra, vide brillare le lanterne rosse 52, e
avanzarsi il corteo nuziale che gli conduceva Siao-wo,
meravigliosa nello splendore della sua dolce e pura bel-
lezza.
Fu steso per terra un tappeto rosso. Gli sposi furono
invitati a porvisi, l�uno accanto all�altra, per compiere i
riti. Scambiarono quattro inchini; il buon cancelliere
s�inchin� loro graziosamente. Un palanchino foderato di
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DELITTO E CASTIGO.
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D EL I T T O E CA STIGO.
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niere.
�S�. La vostra padrona mi ha fatto chiamare, e son ve-
nuto subito. Favorite annunciarmi�.
Quando la signora Ku se lo vide davanti, goffo e im-
pacciato, ne fu sgradevolmente sorpresa. Non erano
quelli il ritratto e il portamento di un mandarino 53. An-
che il modo con cui il giovane fece i primi saluti non at-
testava grande finezza o educazione. Ma la signora pen-
s� che la miseria pu� modificare profondamente il carat-
tere di chi ne � colpito, e alla prima sorpresa subentr� in
lei un sentimento di piet�.
Diede ordine a una domestica che facesse venire in
sala la signorina.
Quando A-sin comparve davanti all�uomo che doveva
diventare suo marito, si fece rossa in viso.
�Ecco il tuo sposo�, disse la madre, �il mandarino
Liu-Hio-tseng�.
E voltasi al giovane, aggiunse:
�Per ora potr� bastare la cerimonia minore�54.
Il falso Liu-Hio-tseng si inchin� due volte, e due vol-
te s�inchin� a lui A-sin.
�Ed ora�, disse la signora Ku, �giacch� siete ufficial-
mente fidanzati, fate un po� di conversazione�. E li la-
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ni e r e.
�S�. L a vostra padrona mi ha fatto chiamar e, e son ve-
nuto subito. F a vor ite annunciarmi�.
Qu a ndo la signora Ku s e lo vi d e davanti, gof fo e im-
pacciato, ne fu sgradevolmente sorpresa. Non er an o
quelli il rit ratto e il p ortamento di un m anda r ino 5 3. An-
che i l m od o con cui il g iova ne fece i primi s aluti non a t-
t e stava gr and e finezza o educa zione. Ma la signora p e n-
s� che l a miseria pu� modif icare pr ofondamente il carat-
t ere di ch i ne � colpit o, e alla pr ima s or pres a subentr� in
l e i un sentimento di p iet�.
Di e de o rdine a una dom e stica che f ace ss e venire in
sala la signorina.
Qu a ndo A-s in comparve davanti all�uomo che d ove va
d iventare suo marit o, si f ec e r os s a in v is o.
�E cc o i l tuo spo so�, diss e la madre, �il m a ndari n o
L iu-H i o-tse ng�.
E voltas i al g iovane, aggi uns e:
�Per ora potr� bastare la cerimonia mi n or e�5 4.
I l falso Li u-Hio-tsen g si i nc hi n � due volt e, e due vol-
te s�i nc hin� a l u i A-s in.
�Ed or a�, diss e l a signora Ku, �giacch � s i e te uf ficial-
m e nte fidanzati, f ate un po� di convers azione�. E li la-
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sci� soli.
Mentre l�intruso fissava il cupido sguardo sulla gra-
ziosa fanciulla che gli stava davanti, essa rimaneva a te-
sta china, senza trovar parole. Da una parte la modestia
e l�innocenza, dall�altra la perfidia ed il vizio si trovava-
no di fronte.
Si serv� il pranzo. Liang-Chang-pin, rotto all�intem-
peranza e allo stravizio, dovette fare uno sforzo per non
eccedere, specialmente nel bere. Parl� poco, per non
compromettersi: sapeva bene di non possedere la cultura
di quello che egli aveva cos� indegnamente soppiantato.
Quando si fu ritirato nelle stanze che gli erano state
assegnate, la signora Ku and� negli appartamenti inter-
ni, e lev� da uno scrigno ottanta tael, frutto de� suoi ri-
sparmi, due vasetti d�argento, e un buon numero di spil-
loni e fiori d�oro, di quelli che le signore mettono in te-
sta, che potevano valere un centinaio di tael.
�Prendi�, disse alla figlia. �Reca in persona questo
danaro e questi gioielli al tuo fidanzato, perch� possa di-
stribuire i regali d�uso e sostenere le spese delle nozze
che celebreremo tra qualche giorno�.
�Bisogna proprio che glieli porti io?�, chiese la fan-
ciulla arrossendo.
�Non � di prammatica, � vero; ma il nostro � un caso
straordinario. Ricevendo dalle tue mani questo aiuto pe-
cuniario che gli � indispensabile perch� il poveretto,
come sai, non ha pi� nulla del suo, si sentir� meno mor-
tificato che ricevendoli da me�.
�Ebbene, far� come dite; ma vorrei non andarvi
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sci� s oli.
Mentre l�intr us o fiss ava il cupido sguardo s ulla gra-
ziosa f anciulla che gli sta va davanti, ess a r imaneva a te-
sta chi na, s enza t rovar p a r ole. Da una parte l a modestia
e l�innocenza, d a l l�altra la perf idia e d i l vizio s i t rovava-
no di f ront e.
Si serv� il pranzo. Li a ng-C hang-pi n, r otto all�intem-
p e r anz a e allo s t raviz i o, dovette f are uno s f orzo p e r non
eccedere, specialmente nel b ere. P arl� poco, p e r non
com promettersi: s apeva bene di non pos sedere la cultura
di quello che egli aveva cos � i ndegna m e nte soppiantato.
Qu a ndo si fu r itir a to nelle stanz e che gli er an o state
ass egnate, la signora Ku and � negli appar tamenti i nte r-
ni, e l e v� da uno s cr ign o ottanta t ae l, fr utto d e� suoi r i-
sparmi, due v a setti d� ar ge nt o, e un buon numero di s pil-
l on i e f iori d�oro, di quelli che le signore mettono in te-
sta, che p oteva no valere un centin a io di t ae l.
�Prendi�, diss e alla figl ia. �R eca i n person a q ue sto
danaro e q ue sti gioielli al t u o f idanza t o, p erch� poss a di-
stri buire i regali d�uso e sostenere le spes e delle nozze
che celebreremo t ra qualch e g iorno�.
�Bisogn a p roprio che glieli p orti io?�, chies e la fan-
ciulla ar ross endo.
�N on � di prammatica, � vero; ma il nostro � un cas o
straor dinario. Riceve ndo dalle t u e m a ni q ue sto aiuto pe-
cuni a r io ch e gli � i ndis pensabile per ch � il poveretto,
come sai, non ha p i� nulla de l suo, si se nt ir� men o m or-
t ificato che r icevendoli da me�.
�E bbene, f ar� come dite; ma vor rei non andarvi
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sola�.
�Ti accompagner� la governante�.
Questa fu fatta chiamare, e la signora le ordin� di an-
dare colla signorina all�appartamento del fidanzato, col
quale doveva accordarsi sopra alcuni particolari relativi
alla loro imminente unione. E sotto voce aggiunse:
�Tu rimarrai fuori, sulla porta, in modo che possano
discorrere liberamente�. **
Liang-Chang-pin era ancora levato e stava meditando
sulla sua bella avventura, quando, poco dopo le nove,
sent� bussare leggermente all�uscio, e apparve la gover-
nante che gli annunci� la visita della signorina.
Il ribaldo si affrett� a muovere contro la bella visita-
trice. Salut� di nuovo, secondo il cerimoniale di rito,
rallegrandosi tra s� e s� di essere cos� ben favorito dalle
circostanze. In presenza della signora Ku si era sentito
impacciato; solo colla giovinetta, era un altro uomo.
Trov� calde parole di complimento e di devozione, frasi
tenere e insinuanti. Anche A-sin non era pi� cos� timida.
La conversazione si fece animata, e l�innocente fanciul-
la non pot� frenare le lagrime quando si venne a parlare
della contrariet� che suo padre aveva manifestato alla
loro unione. Il farabutto fece allora delle smorfie da cui
essa rimase commossa; nella sua ingenuit� le interpreta-
va come l�espressione di un vivo dolore. Egli la ringra-
ziava, la esortava, le cingeva col braccio i fianchi, e lei
non lo respingeva.
Da parte sua la governante, che era rimasta di fuori,
sentendo qualche lamento e qualche singhiozzo, era tut-
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sola�.
�T i accompagner� l a gover nante�.
Questa f u fatta chiamar e, e la signora le ordin� di an-
dare colla signori n a all�appartamento del fidanzato, col
q ua le doveva accord a r s i sopra al c uni par ticolari r ela t iv i
alla l oro imminente unione. E sotto voce aggiunse:
�T u rim a r rai fuor i, s ulla p orta, in modo che pos san o
d is corr ere liberamente�. **
L iang-Chang-pin era ancora levato e stava m e di tand o
sulla su a bella avventur a, q ua ndo, poco dopo le nove,
sent� b us sare leggermente all�uscio, e ap pa r ve la g ove r-
n a nte che gli annunci� la visita d ella signor ina.
I l rib a ldo si af frett� a m uovere cont ro la bella visita-
t rice. Salut� di nuovo, se condo il cer imoniale di rit o,
r allegrandos i tra s � e s� di essere cos � ben f avorito dalle
cir cos tanze. I n p res enza della signora Ku si era s entito
i mpacc iato; s olo colla gi ovine t ta, era un altro uomo.
T rov� cald e parole di compli me nto e di devozione, fr as i
t e nere e i ns inuanti. An c he A-s in non e ra pi� cos � timida.
L a conversaz ione s i fece ani mata, e l�innocente fanciul-
la non pot� fr enare le l a gr ime q ua ndo s i venne a par lare
della contrari e t� che su o padre avev a manif e stato alla
l oro unione. Il f arabutto fece allora delle smor fie da cui
ess a r imas e commoss a; nella su a i nge nuit� le i nterpreta-
va come l� e spress ione di un vivo d olore. E gli la ri ngra-
ziava, l a es or tava, le ci nge va co l br acc io i f ianchi, e l e i
non lo r es pingeva.
Da parte sua la governante, ch e e ra r imasta di f uori,
sentendo qualch e l a m e nto e q ua l c he singhiozz o, e ra t ut-
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ta commoss a e spar gev a anche lei qualche l agrimuccia.
A-s in cols e i l m ome nto per levare dalla manica il da-
naro e gli oggetti, e glieli of fer s e, se gu e ndo le istruzioni
avute dalla m a dr e. Il miserabile accett� senz a es i tanze.
P o i spens e la l ampada, stri ns e l a f anciulla tra le br acc ia
chiamandola su a m oglie, e l a su ppl ic � che non voles se
r ifiut a r gli nul la. L a giovinetta rim a se terr orizzata a
quell�attacc o i mprovviso; tr e m� al pensiero che le sue
g rida potes sero es sere udite dai domes t ic i e ne nasce ss e
uno scanda l o. L e for z e le venero m e no, e soccombe t te.
* Poco dopo l�inf e l ic e � vi ttima della br utalit� di un
m a scalzone, ma anche, bisogn a pur dirl o, dell�impru-
denza materna � r itornava alla su a camera, sc or tata dalla
gover nante.
I l m attino, pr es o il t� e congedatos i dalla signora Ku,
L iang-Chang-pin se ne and�, cont e nto e tr ionfante.
�H o posse duto�, pensav a t ra s �, �una ver gine di fa-
m iglia mandarinica, s enza sp endere nul la, e r itorno ben
pr ovvis t o. Questa s i chi a ma f ortuna!... P u r ch � L iu-Hio-
t s eng non vada q ue st�oggi i n cas a Ku! Allora s� che na-
scerebbero i g ua i! Ma la signora mi ha detto che aspetta
il rit orno di suo m a r ito da un momento all�alt ro, e se il
pr etende nte s a che � r itor na to, non si sentir� l�animo di
m e t te r piede col �. A ogni m od o cer c her� di t rattenere il
cugino f ino a domani�.
F a tti ques ti b e i conti, ent r� in una b e t tolacc i a, m a ngi�
e bevve per q ua tt ro, e non t orn� a cas a che ne l pomerig-
gi o.
F rattanto il povero L iu-Hio-t s eng era s ulle spine. Non
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tanto che un giorno la signora Ku usc� a dire a suo mari-
to:
�Tien � giovane ancora. Perch� non lo daremmo in
isposa a Liu-Hio-tseng, continuando cos� l�alleanza tra-
dizionale fra la sua famiglia e la nostra?�
Il mandarino accolse la proposta con entusiasmo, e ne
parl� al giovane, il quale, dopo qualche esitazione, ac-
cett�. **
Dopo alcuni mesi, Tien e Liu-Hio-tseng erano uniti, e
conoscevano finalmente la felicit�.
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LA FALSA MANDARINA
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arancie bellissime.
�Chi � la tua padrona?�, chiese al garzone. �E perch�
mi manda questa roba?�
�La mia padrona � la moglie del mandarino Tchao,
che abita qui di fronte�, rispose il messo. �Attraverso la
stuoia, essa ha veduto vossignoria giuocare, perdere
molto danaro senza guadagnare nemmeno un�arancia, e
poi andarsene con dispetto. Allora mi incaric� di recare
a vossignoria questi frutti, pregandola di scusare la li-
bert�.
�Sono commosso di tanta attenzione. Presentale i
miei devoti ringraziamenti. E il mandarino tuo padrone
� qui?�
�No, si � recato a Kien-Kong a visitare certi parenti.
� assente da due mesi, e non sappiamo quando sar� di
ritorno�.
�Benissimo!�, pens� U-yo. �La signora ben disposta,
il marito assente... Ottima occasione!�
Disse al garzone di aspettare un momento, sal� alla
sua stanza, e ritorn� con due belle pezze di seta, che die-
de al messo per la signora, insieme a una generosa man-
cia per lui.
�� poca cosa�, disse, �ma spero che la mandarina
vorr� gradire il dono, come segno di omaggio ricono-
scente�.
Un momento dopo il garzone era di ritorno colle pez-
ze, dicendo che la sua padrona riteneva una dozzina
d�arancie troppo poca cosa per motivare un tal regalo.
�Se la tua signora rifiuta questo tenue dono�, fece il
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57 V edi not a a pag. 103 [not a 50 in questa ediz ione elet troni-
ca].
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signora disse:
�Lasciate, lasciate: li esaminer� con comodo, e poi
combineremo il prezzo�.
Dopo di che, si ritir� negli appartamenti interni, la-
sciando il giovane come trasognato. L�apparizione era
stata cos� splendida e cos� breve, che aveva soltanto ser-
vito ad acuire in lui la brama di goderne un�altra volta.
In questo senso egli preg� e supplic� il servo, e non sen-
za risultato. Ma eran visite corte, fredde, compassate.
Ognuna di esse gli procurava insieme un intenso piacere
e un�amara delusione.
Bisogna sapere che U-yo, prima d�infatuarsi in tal
modo della mandarina Tchao, era stato in relazione con
una cortigiana di nome Ting-si-si, una donnina assai
bella e simpatica e che, a modo suo, gli voleva bene. La
mandarina aveva poi soppiantato nel suo cuore la corti-
giana. Questa, non vedendolo pi� comparire, incaric�
due amici di ricondurle l�infedele. U-yo non voleva nep-
pur sentirne parlare; alla fine cedette, e si lasci� trasci-
nare nella casa di lei. Ma fu un magro trionfo per la cor-
tigiana. Il suo antico amante era triste e distratto; nei
momenti stessi d�intimit�, un nome gli veniva alle lab-
bra: era quello della mandarina. Dopo aver passato una
notte in casa di Ting-si-si, egli ritorn� all�albergo.
Pochi giorni dopo, vide comparire il servo della si-
gnora Tchao, che gli disse:
�Forse interesser� vossignoria di sapere che domani �
il genetliaco della mia padrona; e se il signore credes-
se...�
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signora di s se:
�L as ciate, lasc i a t e: li esaminer� con comodo, e poi
com bineremo il prezzo�.
Dopo di che, si rit ir� n e gli appartamenti i nterni, la-
sciando il giovane come t ras ognato. L � apparizione era
stata cos� splendida e cos� b reve, che av e va soltanto s er-
vito ad acui re in l ui la brama di goderne un�altra volta.
I n ques to sens o egli pr eg � e supplic� il se r vo, e non s en-
za r isultato. Ma er a n vis ite cort e, fr edde, com pas sa t e.
Ognuna di ess e gli p rocurava i ns ieme un intenso piacere
e un� amara delusione.
Bisogn a s apere che U-yo, prima d�inf atuars i in tal
m od o della m anda r ina T cha o, e ra s t a to in r elaz i on e con
una cortig ia na di nome T ing-si-si, una donnina assa i
bella e simpatica e ch e, a m od o suo, gli v ole va bene. La
m anda r ina av e va poi soppiantato nel su o cuore la cor ti-
g iana. Ques ta, non vedendolo pi� comparir e, incaric�
due am ic i di r icondurle l� infedele. U-yo non voleva nep-
pur se nt irne p a r lare; alla fine cedette, e s i l a sci� tr a sci-
nare nella casa di l ei. Ma fu un m agro t rionfo pe r la cor-
t igiana. I l su o ant ic o am a nte era t ris te e di s tr a tt o; n e i
m ome nti stes si d�intimi t�, un nome g li v e niva alle lab-
br a: era quello della mandarina. Dopo ave r p a ss ato una
notte in casa di T i ng-s i-s i, egli r itorn� all�alber go.
Pochi g iorni dopo, vide compari re i l s er v o della si-
g nora T cha o, che gli di s se:
�F ors e i nteres ser� vos signoria di sapere che d oma ni �
il g e netl iac o della mia padr ona; e se il signore credes-
se...�
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Il mandarino, rimasto solo, si mise l�abito pi� elegan-
te della sua guardaroba e stette ad aspettare. Come gli
pareva lungo il tempo!
Ecco finalmente il servitore.
�La via � libera�, disse. �Potete recarvi difilato alla
camera della signora: nessuno vi vedr�.
Un minuto dopo, U-yo era ammesso dalla bella man-
darina. La camera era magnificamente arredata; delicati
profumi impregnavano l�aria; la tavola era colma di be-
vande e cibi prelibati.
�La costanza della vostra affezione mi ha conquisa�,
fece ella accompagnando la confessione con un amabile
sorriso, �e ho deciso di trattenermi con voi�.
Il giovane balbett� alcune frasi di ringraziamento: la
piena dei sentimenti gli impedivano di trovar parole
adeguate ad essi.
La signora l�invit� a prendere posto presso di lei. A
poco a poco il vino sciolse la lingua di U-yo: a un certo
punto si lasci� cadere in ginocchio davanti a lei, facen-
dole le pi� appassionate proteste di devozione e d�amo-
re.
�Anch�io mi sento attratta verso di voi�, disse la
mandarina. �Dal giorno che vi ho veduto giocare col
venditore d�arancie, ho provato una irresistibile simpa-
tia. Sul principio i miei doveri mi trattennero dal mani-
festarla; ma poi si � fatta sempre pi� forte, fino a vincere
i miei pi� fermi propositi. Ho vinto gli ultimi scrupoli,
ho superato ogni ostacolo. Se vi ricevo qui, da sola a
solo, nel silenzio della notte, non � certo per lasciarvi ri-
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li artistici.
Come rimanesse il povero giovane � facile pensare.
Non chiuse occhio tutta la notte, riandando tristamente
col pensiero le disavventure sub�te. Appena si fece gior-
no, guard� la casa di fronte. La porta era aperta; le stuo-
ie erano scomparse: pareva una gabbia vuota.
Vi mand� allora in esplorazione un domestico, il qua-
le rifer� che non aveva veduto nessuno, e che la casa era
deserta e spoglia di mobili e di masserizie. Costernato e
sorpreso, U-yo s�inform� dai vicini, e seppe che, duran-
te la notte, i Tchao se n�erano andati portandosi con loro
tutto quanto era in casa.
Per consolarsi dello smacco sub�to, U-yo pens� di an-
dar a trovare la cortigiana Ting-si-si. Questa lo ricevette
con molta cordialit�.
�Che buon vento�,chiese, �mi riconduce il mio caro
amico?�
L�amico rispose con un sospiro pieno di tristezza.
�Perch� questa malinconia?�, insistette la donna.
�Cosa t�� capitato?�
U-yo non chiedeva di meglio che di potere sfogare il
cruccio che l�opprimeva, e raccont� per filo e per segno
la dolorosa storia. Quando ebbe finito, la cortigiana die-
de in uno scoppio di risa.
�Ti sta bene�, disse. �Ti hanno teso un tranello, e ci
sei cascato. Sei stato uno sciocco. Se me ne avessi parla-
to in principio, quando sei venuto da me, ti avrei messo
sull�avviso, e avresti evitato il peggio. Anch�io, qualche
anno fa, mi sono trovata in una banda di furfanti che mi
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li ar tistici.
Come ri mane ss e il povero g iova ne � f ac ile p e nsare.
Non chiuse o c chio t utta l a n otte, riandando tri s tamente
col pens iero le d is avventure su b� te. Appen a s i fece gi o r-
no, guard� l a cas a di f ronte. L a p orta era aperta; le s t u o-
ie er an o scomparse: pareva una g a bbia v uota.
V i m a nd� allora i n esplorazione un domes t ico, il qua-
le rif er� che non aveva v e duto nes suno, e che la cas a era
deserta e s poglia di m obili e di mas serizie. Cos ter na to e
sorpr es o, U-yo s�i nform� da i vi c ini, e sepp e che, dur a n-
te la not te, i T cha o s e n�er a no andati por tandos i co n loro
t utto quanto era in cas a.
Per consolars i dello s m a cco sub�to, U-yo p e ns� di an-
d a r a t rovare l a cortig ia na T i ng-s i-s i. Ques ta l o r iceve tte
con molta cor dialit�.
�Che buon vento�,chies e, �mi r iconduc e il m io caro
am ico?�
L �amico rispos e con un sospiro pieno di tri s tezza.
�P e r ch � q ue sta malinconia?�, ins i s tette la donna.
�Cos a t�� capitato?�
U-yo non chiedev a di m e glio che di p otere sf ogare il
cr ucc io che l�opprimeva, e raccont� p e r f ilo e p e r segno
la dol oros a stor ia. Quando ebbe finit o, la cor tigiana d ie-
de in uno scoppio di ri s a.
�T i s ta bene�, diss e. �T i h a nno t e so un tr a nello, e ci
sei cas cato. Sei s t a to uno sciocco. Se me ne aves s i p a r la-
to in p rincipio, quando se i v e nuto da m e, ti avr e i mes so
sull� a vviso, e avres ti evitato il peggio. Anch�io, qualche
anno f a, mi son o t rovata in una b a nda di f urf a nti che mi
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I D U E F R A T E L L I D I S E S S O D I V E R S O.
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�Ora ti dir� tutto�, rispose la fanciulla. �Fin da quan-
do ero bambina, io ho dovuto molto viaggiare, perch�
cos� richiedevan gli affari della mia famiglia. Parve ai
miei genitori che io fossi pi� sicura portando abiti ma-
schili, ai quali andai cos� col tempo avvezzandomi.
Quando poi divenni tuo fratello � e dir� ora tua sorella �
gli affari di casa Liu non erano ancora molto ben avvia-
ti, e preferii rimanere con te, e con te contribuire a farti
prosperare, anzich� farmi una famiglia. Non ti avrei mai
detto questo, se non avessi insistito, e soprattutto se non
mi avessi proposto di trovarmi un marito�...
� inutile dire quale fu la conclusione. Quelli che per
tanti anni erano stati fratelli e come tali s�erano amati,
divennero sposi felici. **
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SAGGEZZA DI GIUDICE.
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GLI ALCHIMISTI.
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G LI AL CHIMISTI.
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siosamente Pan.
�Si pu� operare in grande come in piccolo; ma
l�effetto del tan � maggiore quanto maggiore � il metallo
madre�.
�I miei mezzi sono modesti�, disse Pan, �ma credo
che potr� mettere insieme alcune migliaia di tael. Se
aveste la bont� di accompagnarmi ad una mia casa di
campagna, vi tratterei del mio meglio. L� potremmo
compiere insieme la grande opera, e io vi dovrei la mia
felicit�.
�Mi sono finora rifiutato di rivelare il mio segreto ad
altri. Se cedo alle vostre insistenze, � perch� mi sembra-
te uomo schietto e risoluto. Tra qualche giorno verr� a
raggiungervi nella vostra casa di campagna. Datemi il
tempo di condurre la mia signora da mia madre, che abi-
ta molto lontano di qui, e colla quale convivr� durante la
mia assenza�.
Ma Pan era impaziente, e non vedeva l�ora di fare
d�esperienza.
Fece al riccone una proposta.
�Sentite: la mia casa di campagna non � elegante, ma
� vasta e comoda abbastanza per ospitarvi anche la vo-
stra signora. Se essa volesse degnarsi di onorarla della
sua presenza, io ne sarei molto lieto�.
Il forestiero parve riflettere un momento, e poi rispo-
se:
�Sta bene: accetto la vostra gentile profferta. Dico su-
bito a mia moglie di fare i preparativi per il viaggio, e di
provvedere al trasporto dei forni e dei crogiuoli�.
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cinque colori 6 3.
Chiam� poi due de� suo i servi, che erano cogniti e s o-
l iti a far gli da as sis t e nti, e i mpart� loro l e sue istruzioni,
avvisandoli che s ar ebb e r imas to per t re mes i e un gi o r-
no, allo scopo di verif icare persona l me nte l�attivit� del
f orno.
�Q uanto a voi�, ordin� agli alt ri servi, �ritor na te a
cas a della mia signora m a dr e, e significatele ch e sar� da
l e i alla d a ta che vi ho detto�.
I s er v i p a r tirono, e r imas ero i due f idi giorno e notte
alla guardia d e l for no. E gli vi s i r ec ava spes so a sorve-
g liare se la v a mpa del f uoc o non d iminuiva. I l r es to de l-
la gior na ta lo pass ava all e gr ame nte col suo ospite, che
o rmai t rattava da am ic o. Cianciava no, bevevano, face-
v a no di gr a n par tite a scacc hi: insomma, se la g odeva no.
Di t e m p o in t e m p o f aceva no q ua l c he visitina alla s i gn o-
r a p e r infor mars i della sua sa l ute, e Pan si valeva di que-
ste occa sioni per col marla di attenzioni e di cortesie, alle
q ua li essa, a giudicare da certe occhiate as sas sine che gli
r ivolgeva, non rimaneva indif fer ente.
P a ss � cos� una ventina di giorni, q ua ndo i mprovvis a-
m e nte s i vide compar ire, cop e r to di polvere e ves tito in
b ianc o 6 4, uno d e gli adepti che il r iccon e aveva mandato
a cas a di su a madre. Ap pe na vide il padrone si gett� a�
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nienze�.
Il riccone fece obiezioni, nicchi�, discusse a lungo, e
fin� per accettare, dicendo che non si sentiva di rifiutare
a un amico una tal prova di fiducia. Aggiunse che
avrebbe fatto del suo meglio per ritornare presto e ri-
prendere il suo posto accanto al forno.
Pan dovette fare un grande sforzo per nascondere la
sua gioia.
L�amico si chiuse poi con sua moglie, ed ebbe con lei
un lungo colloquio. Poi, in presenza di Pan, le impart� le
istruzioni relative alle operazioni in corso, raccoman-
dandole caldamente di fare buona guardia al fuoco. Un
servo doveva stare continuamente presso al forno.
�La minima negligenza�, conchiuse, �basterebbe per
far andare a male l�impresa, e rendere vani i sacrifici gi�
fatti�.
�Ma se per un caso impensato�, chiese Pan, �foste
trattenuto a casa vostra oltre il termine degli ottantun
giorni, in che modo dovremo comportarci?�
�Non fate nulla prima del mio arrivo. Aspettate che si
compiano le nove fusioni; pi� a lungo si lascia riposare
nel forno la massa e pi� efficace e redditizia � l�azione
generatrice del tan. Non importa dunque se si ritarda di
qualche giorno l�apertura del forno�.
Si rinnovarono condoglianze, raccomandazioni, salu-
ti, ringraziamenti, e il riccone part�.
Pan e la signora si recarono subito al laboratorio. Pri-
ma d�entrare, la signora conged� le domestiche di scor-
ta: nessun profano doveva varcare la soglia del luogo
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ni e nze�.
I l r iccon e fece obi e zioni, nicchi�, di s cus se a l ungo, e
f in� p e r accettare, d ice ndo che non si sentiva di r ifiutare
a un am ic o una tal p rova di fi duc i a. Aggiuns e ch e
avr ebb e f atto del su o m e glio p e r rit o r nare pres to e r i-
p rendere il su o posto acca nto al f orno.
Pan dovette f are un grande sfor z o per nas condere l a
sua gioia.
L �amico s i chius e poi con su a m og l ie, ed ebbe con lei
un l ung o col loquio. Poi, in presenz a di Pan, le i mpart� le
i s tr uz i on i r elative alle operazioni in corso, raccoman-
d a ndole caldame nte di f are buona guardia al fuo c o. U n
servo doveva stare conti nua m e nte p res so a l for no.
�La minima negligenza�, conchius e, �bas ter ebb e p e r
f a r andare a m a le l�i mpres a, e rendere van i i sa cr ifici gi�
f atti�.
�Ma se per un cas o impensato�, chies e Pan, �f os te
t rattenuto a cas a vostra oltre il t e r mine d e gli ottantun
gi orni, in che modo dovremo compor tarci?�
�N on fate n ulla pr ima del m io ar rivo. Aspettate che si
com pia no le nove f us ioni; pi� a l ung o si lasc ia r ipos are
n e l f orno la mas sa e pi� ef ficace e r edditizia � l�azione
g e ner atrice de l t a n. Non i mporta dunque s e s i ritar d a di
q ua l c he giorno l�apertura d e l f orno�.
Si r innovarono condoglianze, raccomandazioni, sa lu-
ti, r ingraziamenti, e il r iccon e p a r t�.
Pan e la signora s i recarono subito a l laboratori o. P ri-
ma d�entr are, la signora conged� le domes t ich e di sco r-
t a: nes sun pr ofano d ove va varcare la s oglia del l uog o
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zioni s ia compiuto, e che il t a n abbia gi� s volta tutta la
sua ef f ic acia. Bisogna ass olut a m e nte v e r ificare i r is ult a ti
o ttenuti. Ogg i � t roppo tardi p e r procedere a ques ta veri-
f ica; ma domattina s acr ificheremo agli spiriti, e poi ap ri-
r emo i crogiuoli�.
Pan t ras corse la notte da s ol o, pensand o t ristamente
al l�ebbrezza che aveva goduto le notti pr ece denti; ma si
conf ort� colla spe r anza, espress a anch e dall�iniziato,
che le operazioni potevano aver sortito esito feli c e se b-
b e ne il f orno foss e spento. Le r icche zze che ne avr ebb e
r icava t o, l�avrebbero com pe nsato dello sc acco s ub�t o.
V enuto il mattino si sa cr ific� agli spiriti 6 5, poi l�inizia-
t o, con vi s o gr ave, entr� nel l aboratorio se guito
dall�os pi te. M a appen a ebbe varcata la so gl ia, s i t urb�,
cor rug� la fr onte, e g rid�:
�Che cos�� q ue sto odore che c�� qui dentr o?� Borbot-
t� al c une altre p a r ole, poi apr� il f orno, vi gett� lo sguar-
do, e di s s e co n voce spaventata insieme e i rri tata: �T utto
� per du t o, t utto! L �ef fetto del t a n � m a ncato! P erfino il
m e tallo m adre � scomparso s enza lasc i a r t raccia!... Si
d e vono aver per petrati qui degli atti i nnominabili di im-
p udicizia, che hanno pr ovoca to lo s degno d e gli spiriti
superni!�
Pan rim a se t e r rorizzato a ques te parole. Anch� e gli
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66 La donna cinese � sempre sotto tutela, sia che viva nella fa-
miglia, sia che venga venduta per divenire servente o concubina.
Perci� non pu� darsi allo sciagurato mestiere della cortigiana di
sua iniziativa. Quasi tutte queste infelici sono state comperate,
ancora bambine, e allevate a quel mestiere dai loro proprietari,
che non di rado danno loro un�istruzione finita, per ricavarne
maggiori proventi.
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Possa la sua triste storia servire di ammonimento a
quanti prestano orecchio alle ciance degli imbroglioni!
**
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IL DEMONE BENEFICO
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IL DE M O NE B ENE FI CO
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punirmi�.
Ma, con sua molta sorpresa, vide un sorriso benevolo
dipingersi sul volto del temuto visitatore.
�Non abbiate paura�, disse questo. �Ieri mi avete cos�
graziosamente invitato, che, non trovandomi ad aver im-
pegni questa sera, mi sono affrettato ad accettare il con-
vegno�. **
�Vogliate accomodarvi, signore�, fece Tchu, passan-
do d�un tratto dal timore alla gioia.
And� subito a prendere ci� che occorreva per bere
copiosamente, e ordin� a sua moglie di preparare dei
buoni piatti. La moglie, spaventata, si aggrappava agli
abiti di lui per trattenerlo nella camera. Non voleva che
ritornasse presso l�abitatore dell�inferno, temendone
un�atroce vendetta.
Lo studente non bad� alle suppliche, e si mise a tavo-
la col suo ospite. Durante il pasto, seppe da lui che si
chiamava Luk, che conosceva a fondo quanto era avve-
nuto fin dalla pi� remota antichit�, e che era versato nel-
la letteratura moderna.
A ogni tratto Luk interrompeva il discorso per tracan-
nare delle enormi sorsate di vino, ognuna delle quali po-
teva corrispondere a una diecina di bicchieri ben colmi.
Dopo quella sera, il demone torn� in casa dello stu-
dente due o tre volte alla settimana: i rapporti fra i due si
facevano sempre pi� amichevoli e cordiali.
Un giorno Tchu, dopo le solite libazioni, mostr� al
demone una delle sue composizioni letterarie, che Luk
giudic� essere assai mediocre.
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puni rmi�.
Ma, co n sua molta sorpr es a, vide un s or ris o b e nevolo
d ipingers i sul volto d e l t e muto vi s itator e.
�N on abbi a te paur a�, di s s e q ue sto. �Ieri mi avete cos�
gr azios amente invitato, che, non trov a ndomi ad aver im-
p e gni ques ta s er a, mi sono af f rettato ad accettare il con-
v e gno�. **
�V ogli a te accomodarvi, signor e�, fece T chu, pas sa n-
do d�un tratto d a l t imore alla gioia.
And� s ubito a p rendere ci� ch e occorr e va p e r bere
copi os amente, e o rdin� a su a moglie di p reparare dei
buoni piatti. La m oglie, spaventata, s i aggrappava agli
abiti di lui per tr a t tene r lo nella camera. No n v ole va che
r itor na ss e press o l�abitatore dell�infer no, t e m e ndone
un� atroce vendetta.
L o studente non bad� alle suppliche, e s i mise a t a vo-
la col suo os pi te. Du rante il pas to, sepp e da l u i che si
chi a m a va L uk, che conos ceva a f ondo q ua nto era avve-
nuto fin dalla pi� remota antichit�, e ch e era v e r s ato ne l-
la l e tt e r atura moder na.
A ogni tr atto Luk i nte r rompeva il discors o p e r t racan-
nare delle enor mi sors ate di vi no, ognuna delle quali po-
t e va cor rispondere a una d iec ina di bi c chieri b e n colmi.
Dopo quella sera, il demone t orn� in cas a dello stu-
d e nte due o tre volte alla settimana: i r apporti fr a i due si
f aceva no sempre pi� amichevoli e cordiali.
Un giorno T chu, dopo le solite l ibazioni, m os tr� al
d e mone una delle su e composizioni letter arie, ch e L uk
gi udic � ess ere assa i m e diocr e.
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Al c uni g iorni dopo Luk t rov� i lavori l e t te r ari del suo
pr otetto di gr a n lunga m igliori de l pr imo, e g li p redis se
che avrebbe feli c emente superati i pro s simi es ami; ci�
che inf atti avvenne.
P arecc hi compagni di T chu, a cui egli aveva narr ato
l�avventura, des id e r arono allora di f a r la conos cenza de l
d e m one; ma n e ss uno r ius c� a cons er vare il sa ngue f red-
do in sua p res enza. T utti r inunciarono a fare altri tentati-
vi di p ors i i n rapporto col t e r ribile ess er e. T ch u i nve ce,
non s olo era l e g a to con l u i da cor diale amicizia, ma gli
serbava pr ofonda r iconos cenza p e r i b enefici che ne
aveva ri c evuti.
Un giorno, ch e il demone era di buon umore an c or
pi� d e l solito, gli chi e se s e aves se il potere di cambiare
le t e ste, oltre che i cervelli.
�Mia moglie�, aggiunse, �ha il cor po as sa i b e n f atto;
ma non � b e l la. S a r ebb e pr etende r troppo dalla vostra
abi lit� o pe r atoria di por v i riparo con un buon colpo di
colt e l lo?�
L uk promise s or ridendo, e s i r iserb� di es eguire
l�operazione entro pochi gior ni. Un a sera, eccolo appari-
r e con un sacc o t ra le mani, pronto a m a ntenere la p ro-
m e ss a fatta. L o studente, guar dand o nel sacco, vi d e che
conteneva una tes ta i ns anguinata.
�E ntri a mo nella vostra camera e chiudi a mo la p orta�,
di s s e L uk, �af finch� il cane non ci v e d a�.
T rovar on o la signora T eh u a l e tt o, t ranquillamente ad-
d ormentata. Luk mi s e la tes ta nelle mani dell� amico,
l e v� dallo stivale un pugnale e co n ess o r ecis e d�un col-
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d ichiar� ch e T ch u e ra innocente.
�Se sua moglie porta la mia t e sta�, aggiuns e, �� per-
ch� un dio ha voluto cos�.
L a notte ste ss a la moglie d e l censore ebb e il medes i-
mo sogno.
L e autorit� ne fur ono infor mate, e non p a ss � molto
t e m p o che il colp e vole fu scoperto e sub� la pen a m e r ita-
t a.
T ch u v is se ancora m olti anni felice, e ri c evette di
t e m p o in t e m p o l e v is ite d e l suo s alvator e. **
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IL MATRIMONIO FORZATO.
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IL MA TRIMON I O FOR ZA T O.
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�Al punto in cui sono le cose�, conchiuse il mediato-
re, �io non vedo assolutamente altro modo di uscirne a
bene�.
* Come Yen-tsun aveva preveduto, ci volle del bello e
del buono per indurre il cugino alla nuova spedizione.
Quando finalmente ebbe accettato, Yen-tsun e Sciao-
mei si occuparono dei particolari. Misero sul battello
l�abito destinato allo sposo, i doni e le regalie da distri-
buirsi ai parenti e ai domestici, le livree per il personale
di servizio che avrebbe assistito alla cerimonia, il palan-
chino fiorito che doveva accogliere lo sposo, le torce e
le lanterne dorate, e cos� via.
All�alba del terzo giorno del dodicesimo mese il bat-
tello, seguito da un altro di scorta, prese il largo alla vol-
ta di Tong-ting. Poche ore dopo il magnifico corteo
s�avviava, tra due ali di curiosi e preceduto da un drap-
pello di flautisti e tamburini, verso il palazzo Kao-tsan.
I genitori di Tsiu-fang, con un lungo codazzo di pa-
renti ed amici, mossero incontro allo sposo. Questi fu
invitato a scendere dal palanchino, e gli furono recitati
dei versi di circostanza. Poi tutti entrarono in casa, dove
fu servito il t� e si tenne circolo fino all�ora del pranzo.
Tsien-uan-sien dovette fare un grande sforzo per so-
stenere la sua parte: respir� finalmente quando giunse il
momento fissato per il ritorno. Ed ecco giungere dalla
riva alcuni battellieri gridando:
�Impossibile levar l�ancora! Una furiosa bufera im-
perversa sul lago!�
Era vero: la musica chiassosa che rallegrava il ban-
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68 V edi not a a pag. 103 [nota 50 i n questa edi zione el ett roni-
ca].
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marito?�
�Ahim�, s�!�, mormor� la donna piangendo. �Dei
furfanti mi hanno rapita. Se non ho narrato la mia triste
storia, � per timore che l�onore di mio marito ne potesse
venir compromesso�.
�E come si chiamava tuo marito?�
�Si chiamava Uang. Era funzionario interinale in
quella citt�, in aspettativa di un mandarinato pi� impor-
tante�.
A queste parole, il sotto-prefetto mut� colore, e ritor-
nato di corsa dal suo ospite, gli disse:
�Mi duole di disturbarvi; ma c�� qualcuno di l� che
desidera di vedervi�.
Il mandarino lo segu�. Gli si fa incontro una donna: �
sua moglie! Si gettano l�una nelle braccia dell�altro,
piangendo di gioia.
�Ma come mai ti trovi qui?�, chiese Uang.
�Bisogna dire che i muri della nostra abitazione fos-
sero molto sottili, e che qualcuno abbia udito quando tu
mi avvertisti che sarebbe venuto un palanchino a pren-
dermi. Arriv� infatti: credetti che fosse quello mandato
da te, e mi affrettai a salire. Mi portarono in una casa
vuota, dove erano racchiuse alcune donne, e il giorno
dopo fui condotta sul battello del sotto-prefetto. Com-
presi bene che ero venduta; ma non osai dire chi fossi,
temendo che il propalarsi del fatto potesse compromet-
tere la tua carriera di mandarino. E chinai il capo sotto il
colpo della sventura. Con che giubilo ti ritrovo ora!�
Il sotto-prefetto, al colmo della confusione, invit� su-
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m arito?�
�A hi m�, s�!�, m ormor� la donna piangendo. �Dei
f urf a nti mi hanno r apita. Se non ho nar rato l a mia t riste
stor ia, � per tim ore che l�onore di mio marito ne pot e ss e
v e nir compromess o�.
�E come s i chiamava tuo mari to?�
�Si chiamava Uang. E ra funzionario interi na le in
quella citt�, in as pettati v a di un mandarinato pi� i mpo r-
t a n te�.
A ques te par ole, i l s ot to-prefetto m ut� colore, e rit o r-
n a to di cor s a dal su o o s pit e, gli di s se:
�Mi duole di d is tur barvi; m a c�� qualcun o di l � che
desidera di vedervi�.
I l m anda r ino lo se gu�. Gli si f a i nc on tro una d onna: �
sua moglie! Si g e t ta no l�una nelle braccia dell�altr o,
p iange ndo di gi oia.
�Ma come m a i ti trovi q ui?�, chi e se Uang.
�Bisogn a dire che i muri della nostra abi ta zione fos-
sero molto sottili, e che qualcuno abbia udito quando tu
mi avver tis ti che sarebbe venuto un palanc hi n o a p ren-
d e r mi. Ar riv� i nfatti: credetti che foss e q uello mandato
da t e, e mi af f rettai a s alir e. Mi por tarono in una cas a
v uota, dove er an o racchius e alcun e donne, e il g iorno
dopo fui condotta sul battello del sotto-prefetto. Co m-
p res i ben e che ero venduta; ma non o s ai d ire chi f oss i,
t e m e ndo che il pr opalars i d e l f atto potes se compromet-
t ere la t ua carr iera di mandarino. E chi na i il cap o sotto il
colpo della sventura. Co n che g iubilo ti rit rovo ora!�
I l sotto-pr e f etto, a l co lmo della conf us i one, i nvit� s u-
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LA VISIONE DI TCHANG-CHEN-
YEN.
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L A V I S I O N E D I T C H A N G-C H E N-
Y E N.
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69 Buddha.
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69 Buddha.
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LA VOCE DEL SANGUE.
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L A VO CE D EL SAN GU E.
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sei cascata�.
�Come, ci sono cascata?�
�Ora per� bisogna che te lo dica�, prosegu� Wang,
continuando lo scherzo, �giacch� tra qualche giorno sa-
remo a casa, e lo sapresti ugualmente. Io ho gi� moglie:
� figlia di un alto impiegato�.
Meng-Fung-Niung sorrise con aria incredula; ma
l�imprudente motteggiatore rifece in tono pi� serio la
menzognera asserzione.
Non aveva ancora finito, che la sposa era corsa
all�uscio della cabina, s�era precipitata fuori e aveva
raggiunta la poppa del battello. Un istante dopo echeg-
giava un cupo tonfo nell�acqua.
Wang mand� un grido d�angoscia. Accorsero i battel-
lieri; molti si gettarono nel fiume per ripescare l�infeli-
ce. Si cerc� sul fondo, lungo le rive. Ogni ricerca fu
vana!
Pazzo di dolore, e maledicendo a s� stesso e al suo
stupido scherzo, Wang si rimise in viaggio. Al rimorso e
all�angoscia di aver distrutto di propria mano la sua feli-
cit�, si aggiunse il timore dello sdegno che la funesta
notizia avrebbe suscitato nell�animo di un padre amore-
vole qual era quello della povera Meng-Fung-Niung.
Fugg� allora lontano, e cerc� ricovero in casa di una sua
sorella maritata, dove rimase quasi due anni. Poi lo pre-
se l�acre desiderio di chiudere i suoi giorni nel lutto e
nella solitudine l� dove s�era ripromesso di godere le
gioie della famiglia.
Nel viaggio di ritorno fu sorpreso da un temporale e
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DA GALEOTTO A MARINAIO.
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LA VITA � UN SOGNO.
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L A VIT A � U N S OG NO.
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registrati il bene ed il male che questi hanno commesso
al mondo.
�Delinquente politico�, sentenzi�. �Manc� di fede al
sovrano, oppresse il popolo. Nella caldaia d�olio, per
ora!� **
I birri dell�inferno risposero con ruggiti simili a scro-
sci di fulmine: afferrarono l�anima e la tuffarono in una
caldaia alta sette piedi e tutta circondata di fiamme.
L�infelice mandava grida strazianti, ma nessuno veniva
in suo soccorso. L�olio bollente, dopo avergli rosolata la
pelle, fin� per entrargli nella bocca e nello stomaco.
Avrebbe voluto morire un�altra volta; ma non poteva.
Finalmente un fantasma lo ripesc� dalla caldaia con un
forcone, e lo ricondusse davanti al giudice.
Questi si congratul� ironicamente con lui del corag-
gio dimostrato, e torn� a consultare il registro.
�Ora�, disse, �bisogna che andiate sulla Montagna
dei Coltelli per scontare le ingiustizie e i soprusi che
avete perpetrati�.
Si trascin� la povera anima ai piedi di un monte, che
non era molto largo, ma altissimo, e tutto seminato di
lame di coltelli, diritte, fittissime, come i giovani ram-
polli del bamb�. Vi si trovavano parecchie anime che,
piangendo e gridando, cercavano inutilmente di sottrarsi
alle acutissime punte.
Alla vista di questo atroce spettacolo, Lien non sape-
va risolversi a salire sul monte. Allora il fantasma lo in-
filz� sull�estremit� d�una picca, e lanciandolo in alto lo
fece ricadere sui fasci di punte che ricoprivano i pen-
261
261
dii....
E di nuovo fu condotto davanti al giudice, il quale,
con voce pi� benevola delle altre volte, gli intim� che
ormai aveva solo una piccola punizione da subire: quel-
la d�inghiottire il danaro da lui disonestamente lucrato
in vita, cio� una miseria di tre milioni e duecento ventun
tael.
Si vide allora un gran mucchio di monete ammassate
nell�aula del tribunale. Di mano in mano che un fanta-
sma le faceva fondere in una caldaia, un altro dava da
bere all�anima il metallo fuso, servendosi d�un grande
cucchiaio di ferro. Lien non aveva pi� un briciolo di
pelle n� in bocca, n� in gola, n� nello stomaco. Non ave-
va mai avuto abbastanza danaro quand�era vivo, ed ora
ne aveva troppo!
Finito anche questo supplizio, il giudice ordin� di
mettere l�anima nella ruota della metempsicosi, perch�
fosse trasformata in ragazza.
Appena fu gettato nel cilindro, Lien si trov� essere
una bambina, presso genitori cenciosi in una capannac-
cia. Stent� la vita con loro nella miseria. A quattordici
anni, and� sposa a un operaio, che ben presto cominci�
a maltrattarla. Un giorno uno dei vicini, fior di farabut-
to, cerc� di sedurla. Ma essa, ricordandosi dei delitti
commessi nella sua vita anteriore, non volle ora aggiun-
gerne un altro. Resistette, e confid� tutto a suo marito.
Il vicino, rimasto deluso, non si diede per vinto, e
volle vendicarsi. Una notte, mentre marito e moglie dor-
mivano, penetr� nella loro camera e assassin� l�operaio.
262
di i....
E di nuovo fu condotto d a vanti al g iudice, il q ua l e,
con voc e pi� b e nevola delle alt re volte, g li i ntim� che
o rmai avev a solo una piccola punizione da subir e: q ue l-
la d�inghiott ire il danaro da l u i disone stamente l u cr a to
in vita, cio� una m is eria di t re milioni e d uec ento ventun
t ae l.
Si v ide all ora un gr a n mucchio di m one te ammas sate
n e l l�aula de l t ribunale. Di mano in mano che un fanta-
sma le faceva fondere in una caldaia, un altro dava da
bere all�anima il m etallo f us o, servendosi d�un gr and e
cucchiaio di f erro. L ie n non av e va pi� un br iciolo di
pelle n� in bocca, n� in gola, n� nello stomac o. Non ave-
va mai avuto abbas tanza danaro quand�era vivo, ed o ra
ne aveva troppo!
F inito anche q ue sto supplizio, i l gi udic e ordin� di
m ettere l�anima nella ruota della m e t e mpsicos i, per ch �
f os se trasform a ta in r aga zza.
Ap pe na fu gett a to n e l cil indro, L ie n si trov� ess ere
una bambina, pr es s o genitori cencios i in una capanna c-
ci a. S te nt� la vita con l oro nella miseria. A q ua t tordici
anni, and� spos a a un o peraio, che b e n pres to cominci�
a m a lt rattarla. Un giorno uno d e i vi c ini, f ior di f arabut-
t o, cer c � di sedurl a. Ma es sa, r icordandos i d e i d e l itti
comm e ss i nella sua vita anterior e, non volle ora aggiun-
ger n e un alt ro. Re siste t te, e conf id� tutto a su o m a r ito.
I l vi c i no, rim a sto d e luso, non s i diede p e r vi n t o, e
volle v e nd ica r s i. Una notte, mentre m a r ito e moglie dor-
m ivano, p e n e t r� nella l oro camera e as sas sin� l�oper a i o.
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APPENDICE.
264
A PPE NDICE.
264
LA TRASMIGRAZIONE DI YO-CHEU.
Commedia.
PROLOGO.
265
PROL OG O.
265
ATTO I.
YO-CHEU.
SUN-FO.
YO-CHEU.
266
A TT O I.
YO-CHEU.
YO-CHEU.
266
SUN-FO.
267
SUN-FO.
267
ATTO II.
IL RE.
268
A TT O I I.
(La sce na rap pr ese nta l�i nfer no (o meglio uno dei die-
ciotto i nfer ni 7 2). P i� diavoli di f or me f antas ti c he sie-
dono a g iudiz io).
IL RE.
268
LIU.
IL RE.
LIU.
IL RE.
269
LI U.
IL RE.
IL RE.
269
LIU.
Come si fa allora?
YO-CHEU.
LIU.
IL RE.
LIU.
270
LI U.
Come s i f a allor a?
YO-CHEU.
LI U.
IL RE.
LI U.
270
ATTO III.
271
A TT O I II.
271
ATTO IV.
272
sciuti, sebbene i parenti l o chiami n o co i pi� teneri n omi,
e la moglie voglia ass olut a m e nte abbr a cciarl o. A lla f ine
chi a ma a gr a n voce:
�Cancelliere, cancelliere! acciuf f a te tutta q ue sta g e nte
e but ta t e la f uori della por ta!�
F inalmente, dopo m olto strepitar e, s i sovvie ne di
quello che il su o intercess ore gli ha detto n e gli abis si in-
f ernali. L a sua anima � entrata ne l cor p o di un macella-
i o!
�D un que�, dice tra s�, �ques ta deve es sere la cas a del
m orto. M a come uscirne?�
Dopo aver r ifl e ss o un poco, dice a quelli che lo cir-
condano:
�E cco: poc o f a ero mort o; ora son o r is uscitato, ma
solo a met�. L a mia anima � r ientrata ne l corpo; ma non
cos� lo spirito. Ess o � rim a sto n ella pagoda. Bisogn a che
v a da a ripr enderlo�.
Fa p e r l eva r s i. Ma non s apeva che il macellaio era
scianca to d�una gamba. Cade. Gli port a no la gr uccia.
�E cco�, d ic e ancora t ra s �. �Nella mia vita preceden-
t e, quando ero as ses sore di tri bunale, avevo una coscien-
za t ortuosa; adess o r itorno al m ond o con una gamba
stor ta. � giustizia�.
A TT O I V .
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IL PAPPAGALLO
IL P A PP A GA LLO
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�Ma come v olete che siamo l�uno dell� altra, ora che
avete as sunto ques ta f orma?�
�Mi bas ta di p ote r vivere vicino a voi�, rispos e il
p a ppagallo, �non chiedo di pi�.
Mangiava n elle m a ni d ella f anciulla, le s i p os ava i n
g rembo, dormi v a pr es s o il su o capezzale.
Ma A-Pao aveva p res o ad amarlo t roppo. Ma nd� un
dom e stico a cas a di Seng p e r vedere in che stato f os se il
cadavere di l u i, e q ue gli poco dopo rit orn� annunciando
che il petto era ancora caldo.
�Se tu pot e ss i ri diventare uom o�, diss e la fanciulla
all�ucce ll o, car ez zandolo, �ti g iuro di ess ere tua�.
I l pappagallo parve rif lettere un momento, poi pr es e
n e l becco una pianella della g iovane, e vol� v ia.
I g e nit ori di Seng stavano pr egand o intor n o al cada-
ver e, al lorch� lo videro sc uo ters i e dr izzars i: nell�is t a nte
m e desimo il pappagallo, ent rato dalla finestra, cadeva
m orto al s uol o.
F rattanto A-Pao aveva m a n da to un�altra volta il do-
m e stico alla cas a di Seng, i l q ua le l o i nc ar ic � di d ire alla
sua padr onc i n a che tr a t tene va la pi a nella come caparra
di ci� che ella gli aveva prom e ss o.
Pochi g iorni dopo, la prom e ss a era m a n te n uta: i due
g iova ni er an o sposi.
T re anni pi� t a r di, S e ng mor�. Fu tanto il dolore di A-
Pao, che tent� di uccidersi per andare a raggiu nge r lo
n e l l�altro m ondo. F ortunatamente s i f ec e in t e m p o a
t rattenerla dal compiere il f unes to pr opos it o.
N e l m ome nto in cui la salma sta va per ess ere calata
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IL FIGLIO FANTASMA.
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IL FIG LI O F AN T ASMA.
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bonzo.
�Sono venuto�, continu�, �a prendere il posto del fi-
glio che avete perduto�.
�Ma se sei un fantasma!�
�Non fa nulla. Datemi una camera, e un po� di riso
caldo ogni giorno: questo mi basta�.
�Da quanto tempo � morto vostro figlio?�, chiese il
fantasma ai poveri genitori.
�Da una settimana�.
�Allora, con questo tempo rigido, la sua salma non
deve essere ancora decomposta. Esumatela, e io vi en-
trer� dentro�.
Cos� fu fatto. Appena il cadavere fu dissotterrato, ri-
prese vita, e il fantasma disparve.
Grande fu la gioia dei genitori, che chiesero al redivi-
vo:
�Di�, se lo sai, dove � andato il tuo spirito?�
�� gi� rinato in un�altra famiglia. Egli non doveva es-
sere vostro figlio. Se � venuto da voi, � perch� voi dove-
vate del danaro ad un uomo, il quale, per rimborsarsi,
non aveva che un solo mezzo: quello di farsi mantenere
da voi come figliuolo�. **
FINE.
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b onz o.
�S on o venuto�, conti nu�, �a p rendere il pos to del f i-
glio che avete perduto�.
�Ma s e se i un f antas m a!�
�N on fa nul la. Datemi una camera, e un po� di riso
caldo ogni g iorno: ques to mi b a sta�.
�D a quanto tempo � morto vostro f iglio?�, chies e il
f antas ma ai poveri genit ori.
�D a una se tt imana�.
�A l lora, con q ue sto t empo r igido, la su a salma non
d e ve ess ere ancora decomposta. E sumatela, e io vi en-
t rer� dentro�.
Cos � fu fatto. Appena il cada vere fu diss otter rato, r i-
p res e vita, e il f anta sma dispa r ve.
Gr and e fu la gioia dei genit ori, che chiesero al redivi-
vo:
�D i�, s e lo sai, dove � andato il t u o spir ito?�
�� gi� ri na to in u n�altra famigl ia. E gli non d ove va es-
sere vostro fi glio. Se � v e nuto da voi, � per ch � voi dove-
v a te del danaro ad un uom o, il q ua l e, p e r r imbor s arsi,
non avev a che un s olo mezzo: quello di f ars i mantenere
da voi come f igliuolo�. **
F INE.
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