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Del ferro introdotto con la dieta circa l'80% è incorporato nel gruppo eme (non è
influente lo stato di ossidazione); il restante 20% è immagazzinato come ferro non
emico che deve essere necessariamente nella forma ridotta[12].
Nelle cellule e nei fluidi corporei (sangue e linfa) il ferro non è mai libero, ma
è legato a specifiche proteine di trasporto. All'interno delle cellula della mucosa
intestinale il ferro si lega all'apoferritina; il complesso neoformato si chiama
ferritina. Dopodiché il ferro viene liberato e ossidato per raggiungere il circolo
sanguigno. Nel sangue il ferro viene nuovamente ridotto e si lega alla
transferrina. Come tale viene trasportato al fegato dove si deposita come ferritina
ed emosiderina. Dal fegato, a seconda delle necessità dell'organismo, il ferro
viene trasportato ai vari organi, ad esempio al tessuto muscolare, dove è
fondamentale per la sintesi della mioglobina o a livello del midollo osseo rosso
dove è impiegato per la sintesi dell'emoglobina.