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Il ferro è essenziale per la vita di tutti gli esseri viventi, eccezione fatta per

pochi batteri.

Gli animali inglobano il ferro nel complesso eme, un componente essenziale delle
proteine coinvolte nelle reazioni redox come la respirazione. Eccessi di ferro
aumentano quindi le reazioni redox provocando così un aumento dei radicali liberi.
Per evitare ciò, il ferro nel nostro organismo è legato a proteine che regolano il
suo stato di ossidazione. Il ferro inorganico si trova anche negli aggregati ferro-
zolfo di molti enzimi, come le azotasi e le idrogenasi.

Inoltre esiste una classe di enzimi basati sul ferro, classe che è responsabile di
un'ampia gamma di funzioni di svariate forme di vita quali: la metano-
monoossigenasi (conversione del metano in metanolo), la ribonucleotide riduttasi
(conversione del ribosio in desossiribosio), le emeritritine (fissazione e
trasporto dell'ossigeno negli invertebrati marini) e l'acido fosfatasi porpora
(idrolizzazione degli esteri dell'acido fosforico).

La distribuzione degli ioni ferro nei mammiferi è regolata in maniera molto


rigorosa.[9] Quando ad esempio il corpo è soggetto ad un'infezione, l'organismo
"sottrae" il ferro rendendolo meno disponibile anche ai batteri (transferrina).
Questo è il caso dell'epcidina, una proteina prodotta dal fegato che, legando e
degradando la ferroportina, inibisce il rilascio di ferro dagli enterociti e dai
macrofagi.

Tra le migliori fonti alimentari di ferro si annoverano la carne, il pesce, i


fagioli, il tōfu e i ceci. Contrariamente a quanto generalmente ritenuto,
nonostante gli spinaci ne siano ricchi, il ferro in essi contenuto non è
biodisponibile per l'assorbimento; gli spinaci diminuiscono la biodisponibilità del
ferro perché con essi si formano dei composti di coordinazione con conseguente
spreco.

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