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primo di questi, il 54Fe, è un isotopo stabile osservativamente, anche se

teoricamente potrebbe decadere esotermicamente a 54Cr attraverso una doppia cattura


elettronica con emissione di due neutrini, rilasciando un'energia di ~0,68 MeV.
Tuttavia, l'emivita stimata per questo processo è di oltre 4,4·1020 anni[13] o
3,1·1022 anni[14] (periodo di migliaia di miliardi di volte superiore all'età
dell'Universo) e, ad oggi, non ci sono evidenze sperimentali conclusive per questo
decadimento che, in ogni caso, sarebbe del tutto inavvertibile e privo di qualsiasi
conseguenza da un punto di vista pratico. Una situazione potenzialmente analoga si
ha per il primo isotopo stabile del nichel, il 58Ni, anch'esso soggetto a doppia
cattura elettronica a dare un altro isotopo stabile del ferro, il 58Fe.[15]

Il 56Fe (o Fe-56) è il più abbondante ed è stato da più parti in passato ritenuto


erroneamente il nuclide più fortemente legato, quello cioè avente la più alta
energia di legame per nucleone. Tale primato spetta invece al 62Ni, mentre il 56Fe
viene al terzo posto, dopo il 58Fe.[16][17]

Il primato del 56Fe è invece quello di avere la minima massa per nucleone (930,412
MeV/c2), per il fatto puro e semplice che ha un maggior rapporto Z/N
(protoni/neutroni) rispetto al Ni-62 (930,417 MeV/c2), essendo i protoni più
leggeri (meno massivi) dei neutroni.[18] Questo vuol dire che, se ci fossero adatte
sequenze di reazioni nucleari e ammettendo per esse il raggiungimento di uno stato
di equilibrio (e-process[19]), il 56Fe sarebbe il prodotto più stabile.

A livello cosmico l'abbondanza dei metalli di transizione della prima serie


presenta un picco centrato sull'elemento ferro, in particolare sul Fe-56, il quale
sovrasta gli isotopi più abbondanti dei suoi vicini a sinistra (Ti, V, Cr, Mn) e a
destra (Co, Ni, Cu, Zn) nella tavola periodica; questo è noto come picco del ferro,
[20] e qui il nichel risulta secondo con il 58Ni, che è però più di un ordine di
grandezza meno abbondante.

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