Le barriere naturali antirumore possono essere costituite semplicemente da fasce
vegetali oppure da rilavati in terreno poi piantumati, sostenuti o meno da una struttura portante.
Si distinguono differenti tipologie di barriere naturali:
Fasce vegetali, di alberi, arbusti, siepi, a specie singola o miste; le specie
vegetali sono in grado di deviare le onde sonore ma anche di assorbirle attraverso le foglie. Occorre impiegare una vegetazione sempreverde, in grado di crescere velocemente e disposta sufficientemente fitta. Questo tipo di barriera necessita una costante manutenzione. Rilevati inerbiti, costituti da rilavati in terreno opportunamente sagomati in modo da garantire un buon grado di stabilità dello stesso; essi hanno un buon impatto sull'ambiente circostante e consentono sufficienti attenuazioni del fenomeno rumoroso. 'Biomuri', o barriere in rilevato con struttura portante in legno, calcestruzzo o acciaio, sagomata in modo tale da contenere il terreno su cui si andrà ad effettuare la piantumazione. Per evitare fenomeni come parziali abbassamenti del terreno, la creazione di vuoti, occorre costipare bene il terreno con acqua e lasciarlo sedimentare un po' di tempo prima di mettere a dimora le piante. Le caratteristiche acustiche di queste barriere sono ottime e consentono anche un buon inserimento dell'opera nel contesto ambientale.
Anche le barriere naturali in rilevato necessitano di manutenzione (irrigazione,
sfalcio), per lo meno nella fase iniziale della vita dell'opera in cui le piante devono ancora crescere e per motivo questo spesso vengono dotate di sistemi di irrigazione; i limiti di impiego sono dati principalmente dalla necessità di grandi spazi e di una costante manutenzione, tuttavia hanno dalla loro il vantaggio di avere un inserimento ottimale nel paesaggio, notevoli prestazioni acustiche e costi non levati.
Per qualunque tipologia di barriera, le specie vegetali devono essere scelte in
considerazione del patrimonio botanico in loco, della quota, delle caratteristiche del terreno, sempreverdi, ad alta densità fogliare ed a crescita rapida; qualora il terreno da utilizzare non presenti caratteristiche sufficientemente compatibili con la specie scelta si aggiungono sabbia o humus.
Vantaggi e Limiti
L'impiego delle tecniche di costruzione di barriere naturali, presenta numerosi
vantaggi:
← Funzionalità: Le piante svolgono un'elevata funzione antierosiva, riducono la
forza battente delle piogge, con le radici trattengono le particelle di terreno impedendo un loro dilavamento e aumentano la resistenza dei terreni; ← ← Ecologia: Presentano una elevata compatibilità ambientale, creano habitat paranaturali per la fauna (luoghi di alimentazione, riproduzione, rifugio) e consentono un ridotto impatto ambientale nella fase di cantiere, ed è possibile limitare al minimo le piste di accesso al cantiere); ← ← Costi ristretti: I costi di realizzazione sono concorrenziali rispetto alle analoghe opere di ingegneria classica ed i costi per il ripristino ambientale del cantiere sono ridotti.
Per un pieno successo degli interventi realizzati con flora, occorre effettuare un'analisi di diversi parametri e fattori condizionanti:
← Geo-morfologici: possono essere impiegate per la sistemazione di versanti con
dissesti superficiali (scivolamenti); ← ← Funzionali: Per quanto riguarda gli interventi in ambito fluviale, alcune tipologie di difese spondali, presentano vari limiti di applicabilità legati alla pendenza dell'alveo, alla velocità delle acque e al trasporto solido; ← ← Climatici: L'elevata variabilità dei caratteri climatici (regime pluviometrico e termometrico) del territorio italiano condiziona le scelte delle specie vegetali da impiegarsi (ad es. lo stress idrico estivo); ← ← Esecutivi: Il periodo di realizzazione è limitato al periodo di riposo vegetativo delle specie vegetali utilizzate; talvolta vi possono essere delle difficoltà nel reperimento delle specie vegetali autoctone necessarie per l'intervento (ad es. miscugli non commerciali di specie erbacee per l'idro-semina).