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E’ cosa ben conosciuta che in alcuni ambiti ecclesiastici esistono
non uno ma due ‘Salteri’: uno è quello che si trova abitualmente
nell’Antico Testamento (AT) delle Bibbie stampate – il cosiddetto
Salterio biblico; l’altro è quello trovato nei manuali liturgici – il
cosiddetto Salterio liturgico. Perché due? Lo scopo è di introdurre
brevemente alcune tappe più significative della storia della tras-
missione dei Salmi nella tradizione biblica ebraica, greca, e latina.
Parlerò dunque di manoscritti biblici, delle loro alcune caratteristiche,
delle loro edizioni più importanti, e con qualche riferimento al loro uso
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azione della tradizione greca detta dei Settanta (LXX; vedi sotto). Sul
piano dell’analisi letteraria molti studiosi concordano nel fatto che in
una prima fase sono stati uniti e fissati i Salmi 1–89 (TM); dopo gli
altri Salmi.
C’è opinio communis nel ritenere che gli ultimi Salmi in ebraico
sono stati composti entro il II sec. a.C. (terminus ad quem), molto
probabilmente entro la prima metà. La loro redazione, però, è conti-
nuata per tutto il II sec. e forse anche nel I sec. a.C. Il processo di
redazione è stato fatto sia per offrire al lettore/uditore una visione
escatologica nell’insieme sia per aggiungere in alcuni casi delle
intestazioni/titoletti.2
Inoltre, è una opinione accettata dagli studiosi che non tutte le
composizioni bibliche che apparivano una volta come ‘Salmi’ ce
l’hanno fatta a far parte del cosiddetto Salterio. Queste composizioni si
chiamano in inglese “inset Psalms”. E’ il caso, per esempio, di: Esodo
15,1-21; Deuteronomio 32,1-43; Giudici 5; 1 Samuele 2,1-20, 2
Samuele 22; Isaia 38,9-20; Abacuc 3; Daniele 2,20-23; 1 Cronache
16,8-36; Tobia 13; nel Nuovo Testamento (NT) in Luca 1,46-55.67-79,
e altri. Il contesto originale di tali composizioni era soprattutto
liturgico. La collocazione attuale pare sia dovuta alla loro inserzione
nei testi narrativi che parla(va)no dello stesso evento o esperienza.3
the Book of Psalms (JSOT.SS 252; Sheffield: Academic Press, 1997) 297-303.
3 Per i dettagli, vedi J. W. Watts, “Biblical Psalms Outside the Psalter”, The Book of
Psalms: Composition and Reception (eds. P.W. Flint and P.D. Miller) (VT.Sup 99;
Leiden: Brill, 2005) 288-309.
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1.1 Il numero dei Salmi nei rotoli biblici del Mar Morto
Nessuna di queste ca. 40 copie ritrovate a Qumran e nelle
vicinanze contiene tutti i cosiddetti Salmi canonici: 150 secondo la
tradizione ebraica, oppure 151 secondo la tradizione greca. Alcune di
queste copie, infatti, contengono soltanto un paio di Salmi: e.g. 1QSala
(Sal 95–96); 4QSalo (Sal 114–115); 4QSalr (Sal 26–27); 4QSals (Sal 5–
6); 11QSald (Sal 39–40); 4QSale (Sal 36–37). Altre copie contengono
comunque meno di dieci Salmi: e.g. 4QSalc-d, f, k; 11QSalb-c; Seiyal 4;
MasSala.
Esistono alcune spiegazioni a proposito. In parte, questo formato
breve era probabilmente dovuto alle varie necessità di carattere litur-
gico sia pubblico che privato, oppure ai vari bisogni di carattere dida-
ttico. Tuttavia, questo non pare sia stata l’unica ragione.
Avere tutti i Salmi sullo stesso rotolo avrebbe impiegato tanto
materiale scritturistico. La più lunga collezione trovata a Qumran
contiene soltanto 49 composizioni di tipo salmiche. E’ il caso di 11QSala
(11Q5) che copre soltanto l’ultima parte dei nostri Salmi canonici e da
solo misura ca. 5 m. E’ comunque ben conosciuto che i rotoli più lunghi
di Qumran arrivano a poco più di 7 (e.g. Il Rotolo di Isaia) e
rispettivamente 8 metri di lunghezza (e.g. Il Rotolo del Tempio).
4 Le 39 copie di Salmi sono: 1QSala (1Q10); 1QSalb (1Q11); 1QSalc (1Q12); 2QSal
(2Q14); 3QSal (3Q2); 4QSala (4Q83); 4QSalb (4Q84); 4QSalc (4Q85); 4QSald (4Q86);
4QSale (4Q87); 4QSalf (4Q88); 4QSalg (4Q89); 4QSalh (4Q90); 4QSalj (4Q91);
4QSalk (4Q92); 4QSall (4Q93); 4QSalm (4Q94); 4QSaln (4Q95); 4QSalo (4Q96);
4QSalp (4Q97); 4QSalq (4Q98); 4QSalr (4Q98a); 4QSals (4Q98b); 4QSalt (4Q98c);
4QSalu (4Q98d); 4QSalv (4Q98e); 4QSal89 (4Q236); 4QNomi dei Posti (4Q522);
5QSal (5Q5); pap6QSal (pap6Q5); 8QSal (8Q2); 11QSala (11Q5); 11QSalb (11Q6);
11QSalc (11Q7); 11QSald (11Q8); 11QSalApa (11Q11); 5/6HevSal; MasSala e Mas-
Salb. Per uno studio approfondito, vedi P.W. Flint, The Dead Sea Psalms Scrolls and
the Book of Psalms (STDJ 17; Leiden: Brill, 1997).
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1.2 L’ordine dei Salmi nei rotoli biblici del Mar Morto
Un altro aspetto molto significativo che riguarda le collezioni di
Salmi di Qumran è l’ordine dei Salmi. Di seguito riportiamo solo
alcuni esempi sottolineandone qualche aspetto:5
4QSala – per esempio Sal 6 è seguito dal Sal 31 seguito a suo volta
dal Sal 33; il Sal 36 è seguito dal Sal 38 seguito dal Sal 71 e seguito a
sua volta dal Sal 53.
4QSalb – per es. Sal 94 è seguito dal Sal 99, il Sal 100 dal Sal 102,
il Sal 103 dal Sal 112, il Sal 113 dal Sal 116.
4QSalc – per es. il Sal 28 è seguito dal Sal 49.
4QSald – per es. Sal 106 è seguito dal Sal 147 seguito a sua volta
dal Sal 104.
4QSale – per es. il Sal 77 è seguito dal Sal 118 seguito a sua volta
dal Sal 104, il Sal 105 dal Sal 146 seguito a sua volta dai Sal 115–116,
seguiti dai Sal 125–126 seguiti a loro volta dai Sal 129-130.
11Sala (per i dettagli vedi sotto).
11QSalb – per es. il Sal 141 è seguito dal Sal 133 a sua volta
seguito dal Sal 144.
11QSalc – per es. il Sal 14 è seguito dal Sal 17 e il Sal 18 dal Sal 77.
Seiyal 4 – per es. il Sal 13 è seguito dal Sal 23.
Come si nota, da una parte si tratta di Salmi per così dire
‘mancanti’: e.g. 11QSala dove il Sal 103 è seguito dal Sal 118, per cui
‘mancano’ per così dire i Salmi 104–117. Da l’altra parte si tratta di
ordine per cosi dire ‘inverso’ di alcuni Salmi rispetto alla tradizione:
e.g. 4QSald dove il Sal 147 è seguito dal Sal 104, oppure 11QSala dove
fra il Sal 103 e il Sal 119 appaiono i seguenti Salmi in questo ordine:
104; 147; 105; 146; 148; 120–132.
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1.4 La fine dei Salmi nei rotoli biblici del Mar Morto
Un’altra parte delle copie di Salmi – anche se solo parzialmente
reperibili – sembra suggerire che i loro autori non ritenessero il Sal 150
(TM) come l’ultimo della loro collezione. Infatti, solo una copia finisce
chiaramente col Sal 150 e proviene da Masada (MasSalb). In essa il Sal
150 è seguito da una colonna vuota indicante la fine del manoscritto.
D’altro canto, solo una copia finisce col Sal 151 (LXX) che è stato
trovato anche nella versione ebraica: è il caso di 11QSala menzionato
sopra. Altre copie sembrano finire col Sal 67 (4QSala), Sal 118
(4QSalb), Sal 130 (4QSale), o col Sal 144 (11QSalb).
1.5 Più collezioni di Salmi nei rotoli biblici del Mar Morto
In base ai frammenti rinvenuti a Qumran e nelle vicinanze si può
notare una certa stabilizzazione dei Salmi 1–89 (TM), cioè i Libri I–III.
Infatti, appaiono solo due discrepanze col Testo Masoretico prima del
Sal 90: il Sal 31 seguito dal Sal 33 in 4QSala e in 4QSalq; il Sal 38
seguito dal Sal 71 in 4QSala.
Per i Salmi 90 in poi, cioè il Libro IV (Salmi 90–106 [LXXSal
89–105]) e il Libro V (Salmi 107–150 [LXXSal 106–150]), essi
variano in modo consistente nei testi di Qumran. In altre parole, c’è più
fluidità testuale dopo il Sal 90. Questa conclusione è in linea con i
risultati dell’analisi esegetico-letteraria fatta sul Testo Masoretico già
prima della scoperta dei rotoli di Qumran.
Alcuni studiosi hanno ipotizzato l’esistenza di almeno due e fino a
quattro collezioni di Salmi: il cosiddetto ‘Salterio di Qumran’ (e.g.
11QSala-b; 4QSale); il cosiddetto ‘Salterio proto-Masoretico’ che stava
alla base del Salterio ebraico medievale del Testo Masoretico entrato a
far parte della Bibbia ebraica (e.g. i Salmi di Masada e forse qualche
manoscritto di Qumran); il ‘Salterio’ attestato da 4QSalf; e la
collezione contenuta in 11QSalApa.6
6Così P.W. Flint, “The Psalms Scrolls from the Judaean Desert: Relationships and
Textual Affiliations”, New Qumran Texts and Studies. Proceedings of the First
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Meeting of the International Organization for Qumran Studies, Paris 1992 (ed. G.J.
Brooke) (STDJ 15; Leiden: Brill, 1994) 47.
7 Vedi la raccolta di contributi curata da S. W. Crawford – C. Wassen, The Dead Sea
Scrolls at Qumran and the Concept of a Library (STDJ 116; Leiden: Brill, 2015).
8 I Salmi sono seguiti da Giobbe, Proverbi, Rut, Cantico dei Cantici, Ecclesiaste,
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11 Origene inserì degli obeli laddove notò la ‘mancanza’ del testo ebraico rispetto al greco.
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questo, ventidue dei ventiquattro Salmi che non hanno un titoletto nel
Testo Masoretico lo ricevono nei LXX, lasciandone senza un titoletto
solo i Salmi 1 e 2.12
Come già accennato, vi sono delle differenze nella numerazione
dei singoli Salmi fra la tradizione ebraica del Testo Masoretico e quella
greca del testo dei Settanta: Sal 9–10 (TM) = Sal 9 (LXX); 11–113
(TM) = 10–112 (LXX); 114–115 (TM) = 113 (LXX); 116 (TM) =
114–115 (LXX); 117–146 (TM) = 116–145 (LXX); 147 (TM) = 146–
147 (LXX); 148–150 (TM). Inoltre, i Settanta hanno anche il Salmo
151 “fuori del numero” (ἔξωθεν τοῦ ἀριθμοῦ), cioè che non esiste nel
Testo Masoretico ma di cui l’ebraico originale fu scoperto fra i rotoli
del Mar Morto a Qumran (11QSala [11Q5] col. XXVIII). Da precisare,
tuttavia, che la tradizione biblica dei Settanta così come arrivata a noi
contiene lo stesso ordine dei Salmi come quella attestata dal Testo
Masoretico.
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14 Psalmi cum Odis (ed. A. Rahlfs) (Septuaginta: Vetus Testamentum Graecum, Band
10. Göttingen: Vandenhoeck & Ruprecht, 1931, 31979). Le Odi sono 14 (o 15) in tutto:
1) le nove cosiddette “della Chiesa greca”: “La Prima Ode di Mosè (Es 15,14)”, “La
Seconda Ode di Mosè (Dt 32,1-43)”, “La Preghiera di Anna, mamma di Samuele (1
Sam 2,1-10)”, “La Preghiera di Abakuk (Ab 3,2-19)”, “Le Preghiera di Isaia (Is 26,9-
20)”; “La Preghiera di Giona (Giona 2,23-10)”, “La Preghiera di Azaria (Dan 3,26-
45)”, “Il Cantico dei Tre Giovani (Dan 3,52-88)”, “Il Magnificat: la Preghiera di Ma-
ria, Madre di Dio (Lc 1,46-55)” e il “Il Benedictus: il Cantico di Zaccaria (Lc 1,68-
79)” [sotto lo stesso numero 9]; 2) e cinque “altre” odi: “Il Cantico di Isaia (Is 5,1-9)”,
“La Preghiera di Ezechia (Is 38,10-20)”, “La Preghiera di Manasse [re di Giuda] (2 Cr
33,11-13); “Nunc dimittis: La Preghiera di Simeone (Lc 2,29-32)”, “Gloria in excelsis
Deo: L’inno del buon mattino (Lc 2,14; Sal 144,2 118,12). Da notare che i grandi
Codici del IV sec., i.e. Vaticano (B) e Sinaitico (S), non contengono queste Odi.
15 A. Rahlfs, Septuaginta-Studien, II: Der Text des Septuaginta-Psalter (Göttingen:
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17Per l’edizione ufficiale, vedi C.H. Roberts, The Antinoopolis Papyri, I: 1–50. Edited
with Translations and Notes (London: Egypt Exploration Society, 1950). Ad
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Antinoopolis (Antinoe) è stato rinvenuto anche un papiro col parte del Sal 71 databile
al VI sec. d.C.
18 Per l’edizione ufficiale, vedi R. Kasser – M. Testuz (a cura di), Papyrus Bodmer XXIV:
Psaumes XVII – CXVIII, Voll. I–II (Cologny – Genève: Bibliothèque Bodmer, 1967).
19 Per i dettagli, vedi Pietersma, “Present State of the Critical Text”, 12-32.
20 Per un inventario aggiornato dei manoscritti dei Salmi (e di tutti i testi biblici) greci
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Non si ha più una copia del originale per il Libro dei Salmi.
Esistono, invece, dei frammenti di questa versione ma che sono più
tardivi. Inoltre, si hanno numerose citazioni nelle opere dei Padri della
Chiesa di lingua latina.22 Tertulliano (ca. 160–220) ne fece uso di
questa traduzione. Già Cipriano, verso la metà del III secolo conobbe
un testo riveduto.
Questa prima traduzione in latino è stata fatta dal testo greco dei
Settanta. In molti casi non si ha più a disposizione la Vorlage greca che
stava alla base di questa traduzione. Per questo, in molti casi la Vetus
Latina – anche se in molti casi molto frammentaria – essa rimane un
testimone molto importante per la critica testuale per arrivare all’antico
greco (“OG”). Nei casi specifici, molti testi e varianti della Vetus
Latina riflettono – via il greco – la Vorlage ebraica.23
L’importanza della Vetus Latina è tanto più importante in quanto
essa ha prevalso nella Chiesa d’Occidente fino al VII/VIII secolo. Parti
(rivedute) di essa sono stati inseriti nelle edizioni medievali della
Vulgata almeno fino al XIII secolo. E’ il caso dei libri (e.g. Tobit,
Giudita, 1–2 Maccabei, Sapienza) e testi (e.g. Esther, Daniel)
cosiddetti deuterocanonici.24
Infatti, non è sempre facile dire dove finisce la tradizione della
Vetus Latina e dove inizia quella della Vulgata. In parte, questo è
dovuto anche al fatto che più passavano i secoli più si incrociavano i
testi delle due tradizioni testuali. La Vetus Latina è stata dunque la
versione biblica più usata e citata dai Padri latini per tutto il periodo
del primo millennio. I Salmi non sono stati una eccezione in questo
22 Vedi P. Sabatier, Bibliorum sacrorum latinae versiones antiquae seu Vetus Italica
(Paris: 1743-1749, 21751). Per una collezione dei riferimenti ai tanti manoscritti
contenenti i vari Salmi – o parte di essi – derivati in gran parte dalla tradizione della
Vetus Latina, vedi R. Gryson, Altlateinische Handschriften/Manuscrits Vieux Latins.
Deuxième Partie: MSS 300-485 (Manuscrits du psautier) (Freiburg: Verlag Herder,
2004). E’ in corso la pubblicazione del volume dell’edizione critica dei Salmi come
parte del grande progetto intitolato “Vetus Latina. Die Reste der altlateinische Bibel
nach Petrus Sabatier neu gesammelt und herausgegeben von der Erzabtei Beuron” (ed.
B. Fischer) (Freiburg: Verlag Herder, 1949 – ). http:// www.vetus-latina.de/en/edition_
vetus_latina/geschichte.html. I Salmi dovrebbero apparire nel Vol. 9.
23 P.-M. Bogaert, “Latin Versions”, Anchor Bible Dictionary, VI (New York: Double-
From the Beginnings to 600 (eds. J.C. Paget & J. Schaper) (Cambridge: University
Press, 2013) 508, 520-21.
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25 Per una concisa storia della Vulgata, le sue caratteristiche, e le edizioni principali,
vedi V. Babota, “The ‘Vulgata’ in Church Tradition” (di prossima pubblicazione).
26 Sulla prima revisione dei Salmi latini fatta ancora a Roma, vedi A. Kamesar, “Je-
rome”, The New Cambridge History of the Bible, I: From the Beginnings to 600 (eds.
J.C. Paget & J. Schaper) (Cambridge: University Press, 2013) 657. Sulla seconda
revisione dei Salmi e di alcuni altri libri dell’AT, vedi Bogaert, “Latin Versions”, 800.
27 Per i dettagli, vedi P.-M. Bogaert, “Le psautier latin des origines au XIIe. Essai
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dall’aramaico. Per i cosiddetti supplementi greci per i libri di Ester e Daniele, invece,
Girolamo si basò probabilmente sulla Esapla di Origene, usando anche il suo metodo
di inserire l’obelus laddove mancava il testo ebraico.
33 Basti considerare il Libro di Geremia. La versione ebraica è di circa 12% più lunga
rispetto a quella greca: circa 2.700 parole. Inoltre, i capitoli 46–51 nella tradizione
greca si trovano dopo il cap. 25,13.
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complessa. Col tempo sono state fatte varie revisioni dei testi della
Vulgata usando come testo base ora una versione ora un’altra. Qui e là
ebbero luogo delle ‘contaminazioni’ dei testi della Vulgata con quelli
della Vetus Latina. Inoltre, entro il XIII sec. d.C. testi come la
Preghiera di Manasse (Oratio Manassis), 2 Esdra e 3 Esdra e qualche
volta le Ode di Salomone venivano inseriti in alcune edizioni della
Vulgata, mentre eliminate in altre.34 Nessuno di questi testi è stato
tradotto da Girolamo. Dunque si tratta non solo del testo fonte in base
alla quale si faceva la revisione della versione latina, ma anche i tipi di
testi specifici ebraici o greci da tradurre. L’orientamento finale circa i
libri da tradurre e il loro ordine è stato definito dal Concilio di Trento
l’8 aprile del 1546.35
La migliore e la più completa edizione critica della Vulgata di
Girolamo per quanto riguarda l’AT è la Biblia Sacra. Iuxta Vulgatam
versionem ad codicum fidem (Romae: Libreria Editrice Vaticana,
1926-1995) curata dagli studiosi benedettini dell’abbazia di San
Girolamo a Roma.36 Per quanto riguarda i Salmi, la traduzione in latino
è basata sul testo greco dei Settanta. Una edizione manuale della
Vulgata dell’AT and del NT è quella di R. Weber et alii (=W), Biblia
Sacra juxta vulgatam versionem, I–II (Stuttgart: Wurttembergische
Bibelanstalt, 1969, 21975).37 Essa include i Salmi sia iuxta LXX (pagina
sinistra) che segue la numerazione del Salterio greco (e.g. Sal 50 e
103), che iuxta Hebraeos basata sul testo ebraico (pagina destra).
Ambedue le suddette edizioni riproducono le Prefationes che Girolamo
scrisse per i singoli libri che egli aveva tradotto.
Vale la pena di menzionare anche la cosiddetta Nova Vulgata
(1979, 1986, 1998). Questa è l’edizione ufficiale della Chiesa Cattolica
della Sacra Scrittura e dunque il modello standard da seguire, sia per
34 Si consultino per esempio: il Codex latinus 5 del 1231 d.C; il Parisinus latinus
15467 del 1270 d.C.; il Parisinus latinus 16721 della metà del XIII sec. d.C.
Bibliothèque Mazarine a Parigi; l’editio princeps della Vulgata di Johannes Guttenberg
pubblicata a Mainz nel 1455 d.C. Infatti, con l’invenzione della stampa, la Vulgata fu
fra i primi libri stampati.
35 Per il testo, vedi, Enchiridion Biblicum 57–60.
36 Per la Vulgata del NT, vedi J. Wordsworth – H. J. White – H. F. D. Sparks – A. W.
Adams, Novum Testamentum Domini nostri Iesu Christi Latine secundum editionem
sancti Hieronymi, I–III (Oxonii: Clarendon Press, 1889-1954).
37 Nel 2007 apparve l’editio quinta della versione della Vulgata di Weber curata da
Roger Gryson. Essa include anche 1–2 Maccabei come pure tutto il NT.
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Slavonic Version of the Holy Bible (London: Associated University Presses, 2003) 29-
30, 112.
40 Vedi brevemente con riferimenti bibliografici, Cooper, Slavic Scriptures, 30, 120-21.
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testuale dei Salmi era meno suscettibile alle modifiche rispetto, per
esempio, agli stessi Vangeli. Ad ogni modo, il valore dei testi biblici
paleo-slavi per la critica testuale è assai limitato.41
Conclusione
Ho parlato più di Salmi e meno di un Salterio, evidenziandone
solo alcune tappe della storia della trasmissione manoscritta biblica. In
base ai rotoli biblici del Mar Morto risulta che entro la metà del I sec.
d.C., soprattutto dopo il Salmo 90, la collezione dei Salmi era ancora in
uno stato non solo di redazione ma anche di composizione. Infatti, non
esisteva un’unica collezione dei Salmi, ma più collezioni. Questo
riguarda sia il numero, sia l’ordine, sia il contenuto che la fine di ogni
collezione dei Salmi.
Non è chiaro dunque quale fosse stata con precisione la Vorlage
ebraica del testo greco dei Salmi, nonché precisamente il testo antico
greco stesso (“OG”). Le traduzioni e le revisioni successive del II e III
sec. d.C. l’ho hanno fortemente alterato.
Tuttavia, tanti varianti di lettura si possono ricavare da queste
recensioni, dalle citazioni dei Padri, e almeno dai tre papiri già
menzionati: il Antinoopolis 7, il Chester Beatty XIII, e il Bodmer
XXIV. Non per l’ultimo, molte varianti di lettura si possono
rintracciare anche nella doppia tradizione latina dei Salmi. Infine, tutte
le tradizioni manoscritte dei Salmi si riconducono a dei testi ebraici
che si possono parzialmente recuperare dai manoscritti di Qumran.
Bibliografia (scelta)
41 Vedi J.C. Tardanides, The Slavonic Manuscripts Discovered in 1975 at St. Catheri-
ne’s Monastery on Mount Sinai (Thessalonica 1988). Per una valutazione almeno dei
testi dei Vangeli, ma che quasi certamente può essere applicata anche ai Salteri paleo-
slavi, vedi H. G. Lunt, “Limitations of Old Church Slavonic in Representing Greek”,
The Early Versions of the New Testament: Their Origin, Transmission, and Limita-
tions (ed. B.M. Metzger) (Ox-ford: Clarendon Press, 1977 [ristampa 2001]) 431-42.
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