4- 2014

Rafael Hoces Ortega

LA TRASCRIZIONE
MUSICALE PER
CHITARRA FLAMENCA
Negli ambienti della flamencologia
tradizionale e del mondo artistico si discute da
tempo intorno alla possibilità e alla necessità
di trascrivere in partitura il flamenco, e la
maggior parte delle argomentazioni tendono
a negare l’utilità di una scrittura musicale. Dal
nostro punto di vista, invece, anche alla luce di
approfondite indagini, una rappresentazione
musicale del flamenco, oltre a confermarsi
come certamente possibile, non sembrerebbe
offrire altro che vantaggi. Persistono
difficoltà, certo: le stesse che accompagnano
la trascrizione di ogni forma di musica
afferente alle culture non occidentali.
1 La trascrizione musicale per chitarra flamenca
Nota del traduttore
Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista La
Madrugá, n.6, di giugno 2012, ISSN 1989-6042, ed
è consultabile in rete presso le Edizioni
dell’Università di Murcia al seguente indirizzo:
http://revistas.um.es/flamenco/article/view/151
061
L’articolo viene pubblicato e reso disponibile in
lingua italiana previa gentile concessione
dell’Editore e con il consenso dell’Autore, che
resta il proprietario intellettuale dell’opera.
Il traduttore è manlevato a tutti gli effetti da
qualsivoglia riproduzione e/o utilizzo del
presente articolo a fini di lucro, o impropri, o
comunque in contravvenzione con le finalità di
divulgazione della traduzione nonché con le
vigenti normative internazionali sulla privacy e
sul diritto d’autore.
Genova, aprile 2014, Massimo Ceravolo
(massimo.ceravolo@fastwebnet.it )
Sull’articolo
Si precisa, anche su indicazione dell’Autore, che
questo articolo costituisce solo il nucleo di una
più esaustiva trattazione sviluppata nel libro La
transcripción para guitarra flamenca, edito
da Libros con Duende S.L. con una prefazione
dell’illustre flamencologo ed esperto di chitarra
flamenca Norberto Torres Cortés. Della
pubblicazione, consultabile anche in formato
elettronico, si trovano maggiori dettagli presso il
seguente indirizzo: http://transcripcion-
guitarra-flamenca.webnode.es/
Sull’Autore
Rafael Hoces Ortega è Profesor Superior de
Música nella specialità Guitarra Flamenca presso
il Conservatorio Superior de Música de Córdoba,
Dottore in Flamenco presso l’Università di
Siviglia e Diplomato in Magisterio presso
l’Università di Granada.
Dal 2007 è attivo come insegnante di
conservatorio specializzato in Guitarra Flamenca,
e attualmente insegna al Conservatorio
Profesional de Música Ángel Barrios di Granada.
In merito alle tematiche della didattica del
flamenco e della teoria musicale della chitarra
flamenca ha coordinato e tenuto corsi e
conferenze presso conservatori, centri di
didattica superiore, università e associazioni a
Granada, Siviglia, Córdoba e Albacete.
È stato membro del comitato scientifico del
Congreso INFLA 2012, ed è autore di vari articoli
sul flamenco presso riviste, e libri, e
pubblicazioni online come La Madrugá,
Relafare, Sulponticello.
All’attività didattica il professor Ortega affianca
quella artistica; in quest’ambito ha tenuto
concerti in Germania, Italia e Cuba, sia come
solista che come accompagnatore di cantaores e
bailaores.
Ha inoltre preso parte alla produzione
discografica di artisti tra cui Sound of the
Outcasts, Asprogrades, Braulio Izquierdo.
Collabora inoltre con la violinista Ana Mª Gorbe,
semifinalista al Concurso del Festival del Cante de
las Minas de la Unión del 2012.
(Fonte: sito web dell'Autore)
2 La trascrizione musicale per chitarra flamenca
Rafael Hoces Ortega
La trascrizione musicale
per chitarra flamenca.
Traduzione italiana di Massimo Ceravolo, su
gentile concessione della rivista La Madrugá.
1. Si può trascrivere il
flamenco?
Con la tesi “La transcripción musical para
guitarra flamenca, análisis e
implementación metodológica” abbiamo
avanzato la pretesa, sotto il profilo tecnico,
di fornire argomenti a supporto delle
possibilità di scrittura del flamenco. E a
conforto della nostra ipotesi abbiamo
proposto un metodo di trascrizione,
apportando un corpus di partiture con esso
realizzate. A spingerci verso quel lavoro
sarebbero state le critiche, provenienti sia
dall’interno che dall’esterno del flamenco e
rivolte tanto alla musica scritta quanto alla
possibilità di facilitare il compito del
trascrittore e di promuovere la creazione di
partiture di flamenco.
Come andiamo ripetendo, contro la scrittura
del flamenco, e soprattutto del cante, si sono
levate critiche tanto dal mondo della
musicologia comparata e del flamenco
professionale quanto da quello dei
flamencologi e perfino dei detrattori del
flamenco. Ognuno ha portato
argomentazioni differenti, tutte
debitamente analizzate e, in linea generale,
controbattute.
Ha resistito per anni una specie di dogma
dell'impossibilità di trascrivere il flamenco,
tanto tra i musicologi quanto nell’ambiente
stesso del flamenco. Contro la possibilità di
scrittura stanno le posizioni di chi ritiene
che non si possa codificare in segno scritto
l’interpretazione di questa musica. Noi
abbiamo potuto constatare invece che
questo non è un problema esclusivo del
flamenco, ma comune, ancorché in misura
variabile, un po' a tutti gli stili musicali. Ed è
qui particolarmente necessario intendersi
sul concetto di tradizione orale al quale
anche il flamenco fa capo.
Fortunatamente, sono in continua crescita i
lavori degli esperti di flamenco che si
accostano alla trascrizione, come ad
esempio, l'interessante pubblicazione del
dottor Ortega.1 E per comprendere anche le
ragioni che animano la posizione degli
artisti, riportiamo una testimonianza di
Philippe Donnier tratta dal suo articolo
“Flamenco y musicología”: «qualcosa di
simile sta accadendo a molti flamencos. Forti
della profonda conoscenza della loro arte
[…] essi sostengono che il flamenco non si
può né si deve scrivere».2
Gli interpreti, in altre parole, partendo da un
profondo rispetto e dalla conoscenza della
complessità di questa musica, la considerano
talmente grandiosa da non poter essere
“condensata” in una partitura. Va detto
invece, che non esiste musica che un
pentagramma non possa conservare
attraverso un’opportuna simbologia. E che il
fatto che si conservi una testimonianza
scritta non toglie importanza alla musica,
ma contribuisce anzi a diffonderne la
grandezza. Si tratta di un fatto dinanzi al
quale qualcuno obietta che l’intervento del
linguaggio musicale comporta una perdita di
autenticità. Juan Manuel Cañizares,
musicista che ben conosce sia l'ambiente
accademico che quello del flamenco, ha
battezzato questa posizione come «il
prestigio dell'incultura».3
Nello spazio che coniuga ricerca e flamenco
Cristina Cruces ha offerto invece la propria
testimonianza sulla notazione lamentando
come le già scarse risorse di
rappresentazione cartacea della musica o
della danza non possano contare su molti
estimatori.4 Ne consegue che resta a carico
degli esperti la proposta, per la musica
flamenca, di una notazione adeguata ed in
grado di adattarsi a questa stessa
idiosincrasia.
1
Cfr. ORTEGA, José F., Cantes de las Minas, cantes por
Tarantas. Sevilla, Signatura Ediciones, 2011.
2
DONNIER, Philippe, “Flamenco y Musicología”, in Candil, n.
61, Peña Flamenca de Jaén, 1989, p. 32.
3
In CALADO, Silvia: “Cañizares, guitarrista flamenco.
Entrevista”. Anche consultabile in Flamenco-world, Febbraio,
2007. (Consultato il 01-06-12).
4
CRUCES ROLDÁN, Cristina: “Una primera aproximación a
las metodologías de estudio del flamenco. Perspectivas,
necesidades y líneas de trabajo”. In: Patrimonio Musical,
Granada, Consejería de Cultura de la Junta de Andalucía, 2002,
pp. 63-107.
3 La trascrizione musicale per chitarra flamenca
A noi basta dare evidenza del fatto che lavori
come quello qui presentato sono via via più
richiesti da una flamencologia sempre più
interessata alla scrittura musicale. Nel suo
articolo “En torno a la guitarra flamenca y
su notación musical” ha dichiarato in
proposito Manuel Cera, professore di
chitarra flamenca presso il Conservatorio
Superior de Música di Córdoba: «qualsiasi
linguaggio utilizzato dall'uomo può essere
trasmesso, attraverso una combinazione di
segni ordinati e dotati di significato, in una
forma di senso compiuto”.5
Anche l'uomo, quindi, produttore di suono
attraverso la chitarra flamenca così come
attraverso qualsiasi altro strumento, può
mettersi in fila. Un’argomentazione tanto
più credibile proprio per il fatto di provenire
da una personalità come Cera, dotato di
sufficiente prestigio professionale e rigore
scientifico, professore di chitarra flamenca e
conoscitore a un tempo sia della grammatica
della musica che del flamenco.
Tra gli “antiflamencos”, o
“antiflamenquistas”, resta esemplare il
nobile caso di Eugenio Nöel, il quale, nella
sua novella Chamuscón y Cortadillo, avrebbe
messo in bocca a un personaggio la
celeberrima frase che «sulla carta il cante
non ci sta», affermando così tout court
l'impossibilità di trascrivere sul
pentagramma il cante flamenco.
Da parte sua, l'eminente studioso Philippe
Donnier, così si è espresso nella prefazione
al suo Método pubblicato in collaborazione
con Merengue de Córdoba nel 1995: «Molti
aficionados ritengono impossibile una
trascrizione del Flamenco in notazione
musicale. Se l'espressività e il duende non
potranno mai essere trascritti, per quanto
attiene alla chitarra la metrica, rigorosa
nella maggioranza dei casi, le melodie e le
strutture ritmiche possono esserlo
benissimo […]. In tal modo ogni
presentazione adottata si proporrà come
una scelta tra le tante possibili».6
5
CERA VERA, Manuel: “En torno a la guitarra flamenca y la
notación musical”. En Revista del Conservatorio Superior de
Música «Rafael Orozco» de Córdoba, nº 4. Córdoba,
Conservatorio Superior de Música de Córdoba, 2006, p. 112.
6
DONNIER, Philippe e MERENGUE DE CÓRDOBA,
Flamenco: Método de guitarra, París, Gèrard Billaudot, 1985, p.
3.
Due sono le questioni forti messe in rilievo
da Donnier: una, che l'impossibilità di una
trascrizione musicale, determinatasi
all'interno del flamenco, è stata poi
contraddetta nel medesimo ambito; l'altra,
che ogni qual volta si voglia trascrivere un
singolo frammento si è costretti
inevitabilmente a operare delle scelte o, per
meglio dire, delle selezioni. Va qui ricordata
l'importanza attribuita da Donnier alla
componente improvvisatoria: «Bisognerebbe
per questo dire che non v'è trascrizione
possibile? Se abbiamo la pretesa di utilizzare
queste trascrizioni come si utilizzano nella
musica classica, certo che no».7
È necessario inoltre richiamare l'attenzione
sul fatto che Donnier fa qui riferimento alla
parte cantata, che viene trattata in maniera
differente dalla chitarra e che senza dubbio
costituisce un ottimo esempio delle difficoltà
insite nella trascrizione del cante. Dal suo
testo si deduce però anche un altro
importante elemento, e cioè che, a seconda
della finalità con cui viene eseguita e dei
destinatari per cui è pensata, la stessa
trascrizione può avere maggiore o minore
validità.
In sostanza, gli autori consultati non solo
concordano, nel loro insieme, sulla realtà,
ancorché complessa, di trascrivere la
chitarra flamenca - e possiamo dire, senza
tema di smentita, a maggior ragione il cante -
ma pure lo dimostrano con la pubblicazione
dei loro metodi e delle loro opere,
testimonianze tangibili della
razionalizzazione del processo di creazione
ad esse sotteso.
Da parte loro, i musicologi e i chitarristi
concordano sulla maggiore pertinenza di
alcuni elementi a scapito di altri ritenuti
meno fondamentali o dal carattere
maggiormente improvvisatorio.
Sulla base di questi e di altri punti di vista
espressi da personalità di riconosciuto
prestigio integrate nel mondo del flamenco
7
Id., “Flamenco: elementos para la transcripción del cante y de
la guitarra”. In PELINSKI, R. e TORRENT CENTELLES, V.
(a.c. di): Actas del III Congreso de la Sociedad ibérica de
Etnomusicología, Benicàssim, Villa Elisa, 23-25 de Mayo de
1997, pp. 103-20. Cfr. RSM 24 aprile 2011 (Consultato il 01-06-
12).
4 La trascrizione musicale per chitarra flamenca
o ai suoi margini,8 si deduce, di conseguenza,
la complessità della trascrizione del
flamenco; una complessità che nell'ambito
vocale si fa più accentuata.
Ma facciamo un passo avanti, cercando di
approfondire ora in che misura abbiano una
qualche ragione i musicologi, i musicisti ed i
flamencologi nell’alludere all’impossibilità
di congelare nella partitura il cante ed il
toque.
Come per la maggior parte delle musiche di
tradizione orale, il flamenco presenta non
poche difficoltà di trascrizione. E qui occorre
pesare bene quanto proviamo a riferire per
rendere conto di come tali difficoltà non
siano esclusive del flamenco, come
pretenderebbero esserle gli artisti, e
principalmente per ignoranza. Queste poche
righe possano servire anzi come
rivendicazione della possibilità di notazione
musicale che il flamenco offre.
I musicologi hanno ragione in parte quando
riconoscono tra le ricchezze del flamenco
l'elevata componente improvvisatoria.
Chitarra, cante e baile interpretano
realizzando continue variazioni su modelli
preesistenti. Ma non è appunto una
caratteristica comune alle musiche di
tradizione orale quella di variare
spontaneamente intorno a melodie tipo?
Gli stessi interpreti sono praticamente
incapaci di ripetere la stessa melodia in
maniera esattamente uguale per due volte di
fila, nemmeno quando una è continuazione
dell'altra.
Ciò malgrado, di queste melodie esistono
molteplici trascrizioni. E Mantle Hood, in
veste di trascrittore, riporta un semplice
esempio dal quale si evince la difficoltà di
trascrivere musiche create ai margini della
notazione tradizionale e di cui abbiamo
conoscenze davvero scarse:
«Quello che applicato alla musica
occidentale aveva costituito per me
un'abilità allenata e fluente, nel caso della
8
Per personalità integrate ci riferiamo a interpreti professionisti
più o meno in possesso di nozioni di teoria musicale. Ai margini
del flamenco consideriamo invece quei musicologi che non sono
interpreti, e che approcciano il flamenco forti di un bagaglio di
preparazione musicale anche teorica.
musica di Giava cominciava a sembrarmi un
esercizio di tortura».9
Egli allude in realtà al fatto che la traduzione
del suono su carta risulta più complicata per
chi non ha familiarità con certi suoni, come
appunto nel caso del flamenco e fatta salva,
nondimeno, la grande distanza che separa il
sistema musicale di Giava da quello del
flamenco. Si tratta comunque sempre di
fissare su carta musiche create e trasmesse
in forma orale in seno a sistemi musicali
diversi da quello occidentale. Dal confronto
di una trascrizione di cante o di chitarra
flamenca con una di musica giavanese
emergono diverse difficoltà, e risulterà
necessario eseguire sforzi differenziati e
concentrati su differenti tipi di musiche,
prestando maggiore attenzione ora agli
aspetti ritmici, ora a quelli melodici, ora a
quelli armonici, testuali, ecc.
Dalle parole di Hood traspare la mancanza di
formazione sulle musiche non occidentali
che caratterizza i piani di studio dei corsi di
musicologia. I musicologi vengono educati
principalmente alla musica occidentale,
mentre le materie di taglio etnomusicologico
vengono demandate ad appositi corsi di
specializzazione. Ne consegue che la
familiarità con culture musicali altre o non
occidentali come il flamenco è scarsa, e
costringe il trascrittore a misurarsi con
problemi sempre nuovi ogni qual volta si
provi ad iniziare un lavoro con linguaggi
sonori sconosciuti.
2. Conclusione
Vogliamo approfittare di questo spazio per
sostenere il fatto che la musica flamenca può
benissimo stare su carta, così come può
benissimo essere trascritta in notazione
musicale. E della possibilità di trascrizione
del flamenca nelle sue tre manifestazioni,
chitarra, cante e baile, sono prova le
trascrizioni esistenti.
È altrettanto indubbio che il linguaggio
musicale occidentale ha bisogno di evolversi,
e di rendersi capace di offrire un vocabolario
9
HOOD, Mantle, “Transcripción y notación”. In CRUCES, F. e
a., Las culturas musicales: lecturas de etnomusicología, Madrid,
Editorial Trotta, 2001, p. 81.
5 La trascrizione musicale per chitarra flamenca

più ampio e in grado di meglio riflettere migliori soluzioni resta nelle mani delle
alcune delle idiosincrasie del flamenco. Nel future generazioni di studenti».13
caso del cante, la trascrizione risulterà più
Ci auguriamo che le future generazioni siano
complessa per via del comma-cromatismo
il presente, e siano già pronte ad accogliere
vocale.10 Ma questa difficoltà ulteriore, che
tali soluzioni.
presuppone l'uso di un linguaggio non
concepito per l'impiego nell'ambito della
nostra musica, non deve offrire il pretesto
per nascondersi ogni volta dietro la vecchia
idea romantica che «sulla carta il cante non
ci sta». Il duende, il feeling, e le componenti
emozionali che accompagnano il flamenco,
come altre musiche, non possono essere
descritte se non mediante remote
approssimazioni. Nello stesso tempo, è
assodato che anche fenomeni di acustica,
intesa come scienza dei suoni, possono
tranquillamente essere trascritti.
La nostra intenzione è quella di definire un
processo a partire da uno studio teorico dei
processi esistenti nelle altre musiche,11 nella
nostra esperienza di trascrittori,12 ed in coda
a una riflessione a posteriori, allo scopo di
costruire un metodo di trascrizione specifico
per la chitarra flamenca. Un metodo capace
di favorire una trascrizione utile, efficace e
forte delle risorse sufficienti a risolvere
qualsiasi problema si venga a verificare in
questo complicato processo.
La nostra indagine porta risultati che
dimostrano la capacità umana di trascrivere
la musica flamenca, ad onta delle difficoltà
che quest’ultima presenta al confronto con
gli altri stili musicali abitualmente afferenti
alla tradizione orale, come gli stessi pop e
rock.
Confidiamo poi sul fatto che a poco a poco le
difficoltà andranno dissolvendosi, aprendo a
una piena indagine delle caratteristiche di
questo universo musicale.
E concludiamo infine con le parole di Hood,
quando evidenzia come: «la promessa di

10
Si definisce come comma-cromatico un intervallo musicale il
cui valore è equivalente ad uno o a più commi, laddove nove
commi formano un tono. Molto utilizzati nel cante flamenco,
questi intervalli hanno quindi un valore inferiore a nove e
tuttavia non superano i limiti del semitono.
11
Ci siamo accostati a trascrizioni di altre musiche di tradizione
orale per mezzo di studi etnomusicologici e di partiture.
12
Con la trascrizione di partiture di differenti palos e
provenienti da varie epoche della chitarra flamenca, così como
13
di modelli del cante e del baile. HOOD, op. cit., p. 91.