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Omaggio ad Axis Mundi – XC

Axis Mundi (http://www.axismundi.biz/)1 ha


rappresentato per anni un punto di riferimento
sapienziale di rara profondità.
Gli invisibili autori, completato il ciclo di sviluppo,
hanno silenziosamente chiuso il sito. Accettando
solamente, rare volte, contributi esterni.
Proseguiamo proponendo il contributo:

Revisione del problema delle corrispondenze:


Alchimia, Spagiria, Omeopatia

Il lettore assiduo potrà verificare il Significato della


monumentale quanto complessa Opera di AXIS
MUNDI: “Operazione” tesa a proporre, suscitare
“operatività”.
Ogni ordine tradizionale che mantenga la continuità
della trasmissione assume tale compito operativo come
base fondante, se non addirittura di prerequisito per
iniziare la Via. È una proposta di meditazione
finalizzata all’operatività concreta, da sperimentare
direttamente.
A cura di Fabio Milioni
A cura di Fabio Milioni

1Da non confondere con l’omonimo blog, che non ha nulla a che vedere
con il sito originale

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Omaggio ad Axis Mundi – XC

14. 9 – Revisione del problema delle


corrispondenze: Alchimia, Spagiria,
Omeopatia
La Tabula Smaragdina inizia così:

Verum, sine mendatio, certum et verissimum:


Quod est inferius est sicut quod est superius,
et quod est superius est sicut quod est inferius,
ad perpetranda miracula rei unius.
Et sicut res omnes fuerunt ab uno, meditatione unius,
sic omnes res natae ab hac una readaptatione

Il micro-macrocosmo alchemico, il filosofo-giardiniere, il monte dei pianeti-


metalli,
Janitor Pansophus, in Musaeum Hermeticum, Francoforte, 1749
E’ vero, senza menzogna, certo e verissimo:
ciò che è in basso è come ciò che è in alto,
e ciò che è in alto è come ciò che è in basso,
per compiere i miracoli della cosa una.
E come tutte le cose furono dall’uno, dalla
meditazione dell’uno,
così tutte le cose sono nate da quest’unica cosa, per
adattamento.

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Omaggio ad Axis Mundi – XC
Queste poche righe sono il fondamento della
visione dell’unus mundus e di tutte le discipline
esoteriche che si sono costruite su di esso. Ci
parlano di un universo emanazionista, che origina
a cascata dall’Uno, attraverso le sue manifestazioni
e determinazioni nel molteplice. Il mondo nasce
dall’autoincubazione del Dio, dall’atto meditativo di
ritiro in se stesso, che nell’Induismo ha il nome di
tapas. Ma forse nessuno ha espresso meglio questo
processo del grande cabalista ebreo del sedicesimo
secolo Izchak Luria, che nel suo sistema designa
l’inizio della creazione del mondo col nome di
zimzum, che vuol dire ritiro, contrazione.

L’Infinito, En Sof, dalla condizione di perfezione e


completezza originaria in cui nulla esiste al di fuori
di lui, si ritira, si concentra, si contrae, si limita, si
chiude nella propria profondità oscura, si esilia da
se stesso, rinunciando a una parte della propria
estensione. In questo spazio deserto da sé lascia
però un residuo, delle particelle di luce divina, il
reshimu.

Attraverso la violenta concentrazione in se


stesso En Sof ha voluto conoscersi più
profondamente, perché limitandosi e
individuandosi può toccarsi, esperirsi, riflettersi più
che non quando era totalmente esteso nello spazio
infinito. Nel suo dispiegarsi dalle sue intangibili
profondità Dio dà origine all’universo.

Quella che all’inizio è una fuga da se stesso è però


anche un atto d’amore verso il creato, perché col
suo autoripiegamento Dio lo pone in essere in
quanto distinto da sé.

Ma il creato non è estraneo a Dio, perché è una


proiezione della sostanza divina, una estensione
della stessa. La quale procede nella scala della
creazione dalla perfezione originaria alle
manifestazioni del molteplice sempre più distanti e
sempre più imperfette; che tuttavia, per quanto
lontane possano essere dalla completezza e dalla
perfezione dell’Uno, continuano a portare in sé
ognuna una goccia della luce origianaria. E questa

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Omaggio ad Axis Mundi – XC
goccia di luce dispersa nell’infinito della creazione
deve certo misurarsi, confrontarsi, adattarsi alla
materia, con tutta la sua inerzia, opacità,
resistenza, ma aspira sempre e comunque a
tornare all’Uno e alla perfezione originaria.

Tale concezione impronta le pratiche correlate alla


visione del mondo unitaria ed emanazionistica che
abbiammo fin qui visto dispiegarsi in varie religioni
e filosofie. Da un punto di vista operativo essa è
alla base dell’opera alchemica, e da qui si riflette
anche sulla farmacopea olistica, della quale gli
esempi più significativi sono le ricette erboristiche
di Ildegarda di Bingen, la Spagiria di Paracelso e
l’Omeopatia di Hahnemann.

In questi autori la natura è considerata come la


detentrice dei rimedi per la salute e la piena
conoscenza dell’uomo: di essa però bisogna saper
apprendere il linguaggio, ovvero saper interpretare
i segni e i codici (signaturae) con i quali si esprime.
In Ildegarda di Bingen, la malattia è il risultato della
separazione dall’Unità, ovvero del fatto che l’anima
cessa di governare il corpo e di coabitare in esso
armonicamente.

Le sue intuizioni sono in sintonia con quanto


sostiene oggi la medicina psicosomatica: è la
rabbia, sono i processi mentali negativi che fanno
ammalare il corpo, e che bisogna neutralizzare con
rimedi che ripristinino l’armonia preesistente al
dissidio interno.

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Omaggio ad Axis Mundi – XC

L’Anima Mundi
mediatrice tra il Tetragrammaton che si libra sul mondo manifesto e la
natura madre di tutte le cose,
Janitor Pansophus, in Musaeum Hermeticum, Francoforte, 1749

Per Paracelso l’Archeus, la forza universale, è


quell’energia insita in tutti gli organismi che è
necessaria per mantenerli in buona salute, e sulla
quale agiscono per rafforzarla o indebolirla tutta
una serie di principi che si trovano in natura, e di
cui bisogna conoscere le proprietà per saperle bene
applicare. Infatti una sostanza è tossica o benefica
in base alla dose con cui viene somministrata.
All’interno dell’unità di microcosmo e macroscosmo
egli utilizza il principio dei similia similibus curantur,
del simile che cura il simile, che in base al sistema
delle corripondenze planetario-metallurgiche
diviene “l’astro sarà guarito dall’astro”. Professa la
dottrina tetraumorale ippocratica, a cui aggiunge
nuovi orientamenti in apparenza contradditori,
come l’importanza della componente ereditaria
nella malattia e l’influenza dei corpi celesti nella
formazione del carattere e della costituzione. Alla

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dottrina dei quattro elementi (Terra, Acqua, Aria e
Fuoco) aggiunge, riprendendola dall’Alchimia, la
dottrinae dei tre principi (Zolfo, Mercurio e Sale)
che però non sono intesi sotto l’aspetto fisico, ma
sotto quello vitale ed energetico.

Hahnemann combatte polemicamente Paracelso,


onde evitare che il suo pensiero possa essere
sovrapposto a quello del medico svizzero e che la
sua opera possa essere tacciata di oscurantismo,
accusa frequente e infamante in un periodo di
imperante razionalismo illuminista. In particolare
tiene a che la dottrina delle signaturae del medico
svizzero non sia confusa con la sua dottrina dei
simili, ed enuncia questa al congiuntivo, similia
similibus curentur, per indicare un’esortazione,
l’applicazione auspicabile di un principio; del resto
non fa mai menzione dell’Alchimia, pur professando
una dottrina vitalistica.

La parola Spagiria, coniata da Paracelso, può avere


molteplici etimologie: i verbi greci spao, dividere,
estrarre, tirar fuori e agheiro, unificare,
congiungere, quindi qualcosa che rimanda al solve
et coagula; oppure geras, dono divino, simile a
geros, vecchio, antico, quindi tirar fuori il dono
divino, o tirar fuori l’archetipo.

Nella Spagiria infatti non si vuole estrarre alcunché


di materiale dalla pianta ma ciò che vi è in essa di
divino, o meglio di archetipico, il principio
sostanziale, l’individuo psichico che agisce e opera
in essa. Ciò a cui mira il processo spagirico è la
separazione dalla forma materiale della pianta di
ciò che Paracelso definisce Archeus, quindi non un
principio attivo ma la forza vitale della pianta, in un
certo senso la sua anima, l’individuo di natura che
sta dietro la manifestazione fisica e che conduce
alla manifestazione stessa. Ne L’oro del millesimo
mattino Armand Barbault, un alchimisto moderno,
racconta l’esperienza sua e della sua compagna
nell’essere riusciti a preparare la medicina catholica
o elixir o farmaco universale, un’essenza estratta
dalla vita vegetale, che qualificano come oro
vegetale o vegetalizzato, di cui documentano le

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Omaggio ad Axis Mundi – XC
proprietà curative, e che ha richiesto un paziente e
indefesso lavoro durato tre anni, in costante
sintonia con le forze della natura (1969).

Ora, nella dottrina di Paracelso e nella visione


dell’unus mundus in generale vale il principio di
corrispondenza, ovvero il fatto che gli attributi
formali essenziali sono conferiti agli organismi
viventi (comprendendo anche i metalli tra lo forme
di vita, seppur di una vita con caratteri propri) dalle
emanazioni dei corpi celesti.

Che l’universo sia pieno di radiazioni


elettromagnetiche provenienti dalle più svariate
fonti è un dato incontrovertibile; è tuttavia
indimostrabile scientificamente che esse agiscono
nel senso voluto dalla concezione dell’unus mundus
e dall’apoftegma “Così in alto come in basso”.

La scienza moderna è in questo senso categorica,


come dalla citazione di Margherita Hack:

Qualcuno impara a fare gli oroscopi e fa l’astrologo


per divertimento, talvolta credendoci davvero, ma
con completa incompetenza scientifica: se fosse a
conoscenza di come sono fatte le stelle, di quanta
luce e di quante particelle ci arrivano da esse, qual
è l’intensità dei loro campi magnetici e quale
l’attrazione gravitazionale che un pianeta esercita
sulla Terra, capirebbe che l’influenza che una stella
o un pianeta può avere sulla vita umana è
praticamente zero. Per fare un esempio, è come se
pensassimo che, riempiendo un bicchier d’acqua e
versandolo nel Pacifico, il livello del Mare Adriatico
si possa innalzare in modo apprezzabile.
L’astrologia è pura fantasia, un retaggio di antiche
credenze, quando non si sapeva niente delle stelle,
della loro distanza e composizione chimica, di che
cosa le differenzi dai pianeti (2002, p.6).

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Omaggio ad Axis Mundi – XC

Samuel Hahnemann (Meissen 1755-Parigi 1843)

La condanna è dunque inappellabile per


l’astrologia, le cui previsioni secondo il papa sono
inaffidabili quanto quelle degli economisti – e ci
potremmo chiedere se l’intento è più polemico
verso gli economisti o verso gli astrologi – e pare
delineare una totale incompatibilità tra visione
scientifica e visione tradizionale, che è il contrario
di quanto finora ci siamo sforzati di sostenere. Ed è
una replica solo parziale e insufficiente l’affermare
che, a fronte dei continui mutamenti della volta
celeste rispetto a quando furono delineate le
costellazioni del sistema astrologico, l’astrologia è
un’arte congetturale volta non alla previsione del
futuro ma alle inclinazioni dell’individuo colte
analizzando il tema di nascita; e l’altra, fatta
propria già da Tolomeo che intendeva con essa
dare una risposta al problema posto dalla
precessione degli equinozi, che i segni zodiacali
sono solo entità astratte che esprimono un modello
matematico, segnando le dodici porzioni di cielo in
cui si divide il cerchio dell’eclittica, cioè del percorso
del Sole, e quindi le proprietà di dette porzioni più
che di fantastiche entità.

Le frazioni di cielo hanno caratteristiche diverse a


seconda del ciclo delle stagioni, e pertanto le forze

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ad esse correlate esercitano influenze di tipo
differente, come è del resto evidente dalle svariate
manifestazioni della natura lungo l’arco del tempo.
Rispetto a questo, chiamare una fetta di cielo Ariete
o Pesci è indifferente; ma del resto la scienza
ufficiale non ne fa una questione di nome, ma del
fatto che questa superficie celeste possa avere
un’influenza sugli organismi viventi.

La legge delle segnature è un modo per


interpretare le relazioni tra il microcosmo e il
macrocosmo. Chelidonium majus ad esempio è una
pianta velenosa, ma il colore giallo dei suoi fiori e il
succo che emana il gambo richiamano il giallo della
bile fresca e questo è sufficiente a Paracelso per
collegare la celidonia al fegato. Tuttavia oggi
abbiamo un metodo più rigoroso per stabilire delle
connessioni tra i regni della natura.

A parte il regno minerale, il criterio organizzativo,


descrittivo tassonomico nei due regni animale e
vegetale è dato dal principio dell’evoluzione della
specie tramite la selezione naturale ad opera
dell’ambiente.

L’infinita varietà e differenziazione tra le specie


viventi è frutto dell’adattamento agli ecosistemi
finalizzato alla sopravvivenza dell’individuo e con
esso della specie. La rispondenza tra gli animali e
l’uomo è facile ad evidenziarsi, perché essendo
l’uomo il prodotto di una selezione naturale, si
ritrovano in lui le stesse strutture che l’evoluzione
ha mantenuto durante i passaggi evolutivi nelle
altre specie viventi perché funzionali
all’adattamento e alla sopravvivenza. Questo
principio l’abbiamo visto essere in opera per i
sistemi operativi emozionali, che sono
comportamenti asserviti ai bisogni conservati
dall’evoluzione in quanto hanno un valore
adattativo in situazioni ambientali ricorrenti. Per
questo la rabbia, la paura, la ricerca, il desiderio
sessuale e la cura della prole, l’attaccamento, il
gioco e il senso di sé sono archetipi, esperienze e
comportamenti fondamentali e ricorrenti la cui
iscrizione nel patromonio genetico nell’umanità e

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Omaggio ad Axis Mundi – XC
nelle specie superiori è spiegabile in termini di
cambiamento evolutivo.

E per le piante? I vegetali hanno emozioni, ma una


pianta non potrà mai esprimercele, come ce le
esprime col suo comportamento un animale.
Tuttavia qualcosa si può dire anche per esse.
Innanzitutto nelle piante la distribuzione dei
principi archetipici ha una disposizione inversa a
quella dell’organismo umano. La pianta e l’uomo
stanno in rapporto di reciproca inversione, come si
può vedere dalla tavola delle corrispondenze. I fiori
i frutti e i semi corrispondono agli organi genitali
umani, cioè all’archetipo Luna, mentre la radice
profonda corrisponde all’epifisi e a Saturno. Una
tintura vegetale avrà un effetto diverso se è fatta
con la radice o con i semi, e bisognerà scegliere la
parte della pianta in base al sistema che si vuole
riequilibrare. Poi bisognerà considerare le proprietà
individuali delle piante.

Il ragionamento analogico per Heinemann si


riassume nel similia similibus curentur: bisogna
imitare la natura che per guarire da una affezione
cronica provoca una nuova malattia, artificiale e di
minore intensità, più simile possibile alla malattia
naturale. Il miglior rimedio analogico sarà quello
che agirà di più nel senso della reazione propria
dell’organismo, cioè quello i cui segni patogenetici
si avvicinano di più ai sintomi osservati nel malato.
In omeopatia, solo il farmaco che abbia la proprietà
di provocare uno stato simile alla malattia
nell’individuo sano andrà somministrato al malato;
all’inizio si produrrà un aggravamento della
malattia, ossia un’azione contraria a quella del
medicamento, la cui azione farmacologica sarà più
forte dell’azione patogena naturale. Il rimedio
omeopatico innesca una reazione della forza vitale
ad una malattia artificiale. La nuova malattia sarà
contrastata dall’organismo che guarirà anche della
vecchia. Il rimedio spagirico invece apporta energia
fisiologica naturale.

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Omaggio ad Axis Mundi – XC

L’Intelletto ai piedi della scala della creazione che attraverso i regni


minerale, vegetale, animale giunge fino a Dio dove Sophia ha costruito la
sua dimora, De nova logica, Pseudo-Lullo, 1512

I tre principi Zolfo, Mercurio e Sale propongono una


concezione tripartita dell’essere umano, composto
delle facoltà mentali (lo Zolfo), del principio vitale
di animazione o fluido elettromagnetico (il
Mercurio) e del corpo (il Sale). L’omeopatia agisce
sul piano mercuriale, del fluido vitale
elettromagnetico, perché le diluizioni sono così
elevate che non si ritrovano tracce del
medicamento in quantità tali da agire sul piano
fisico. La spinta farmacodinamica avviene su un
solo piano che è quello bio-energetico. Essa si
manifesta inizialmente con un aggravamento delle
condizioni del paziente perché per agire deve
produrre una malattia artificiale. Invece i preparati

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Omaggio ad Axis Mundi – XC
spagirici agiscono sui tre piani
contemporaneamente. Sul piano fisico sono in
quantità sufficienti da provocare un’azione
farmaco-dinamica. Su quello mentale, se il
paziente comincerà a cambiare i suoi schemi
mentali vuol dire che il farmaco è giusto e sta
agendo. Su quello bio-energetico il rimedio non
provoca aggravamento, ma apporta energia
fisiologica naturale. Il rimedio è completo in tutte
le sue parti, agisce in tutti i suoi “valori”, che sono
presenti nell’odore, nel sapore, nella consistenza
tattile, nel colore, nelle manifestazioni sensibili e
soprasensibili (anche nel suono, inteso come
frequenza vibratoria). Attraverso queste qualità il
rimedio spagirico agisce sulla mente totale
dell’individuo, investendo l’inconscio prima ancora
che la coscienza, poiché l’inconscio percepisce
l’informazione che esso apporta in maniera più
immediata della coscienza.Pertanto si può
ipotizzare che quando gli antichi autori si riferivano
ai pianeti o ai metalli intendevano le forze
archetipali che per analogia sono espresse dalle
divinità mitologiche che davano il nome ai pianeti e
ai metalli, ma che in realtà sono principi
organizzatori dell’esperienza e del comportamento
che si ritrovano a livelli differenti dell’evoluzione
biologica. Questo criterio differenziatore e
organizzatore si estende attraverso la pratica
alchemico-spagirica anche alle piante, perché è ad
esempio possibile dare la segnatura alle piante
guardando il colore dei loro sali solubili. Si può
inoltre analizzare questi sali con il metodo
spettroscopico, vedere quali sono le componenti
metalliche prevalenti e da questo dedurne una
segnatura per quanto riguarda la funzione. In
conclusione si può arrivare ad una tavola delle
corrispondenza basandosi non più su principi
meramente intuitivi e analogici. Per fare ciò
bisogna tuttavia stabilire dei riferimenti nelle forze
motivazionali essenziali che organizzano il
comportamento. Si vuole così precisare meglio la
forza sottile o archetipo che sottintende i fenomeni.
E’ il vecchio principio della “scienza della Bilancia”
di Jabir o Geber, che vuole risalire dallo zahir,

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Omaggio ad Axis Mundi – XC
l’apparente, al batin, il nascosto, perché questa è
la via del ta’wil, del ritorno: occultare l’apparente,
manifestare l’occulto. Il fine della scienza della
Bilancia è scoprire in ogni corpo il rapporto che
esiste tra il manifesto e l’occulto, vedere in che
misura l’Anima del mondo se ne è appropriata, e
quindi l’intensità del desiderio provato dall’Anima
del mondo entrando nella materia. E’ la
trasmutazione del principio essenziale che ritorna a
sè che condizionerà la trasmutazione dei corpi, e la
scienza della Bilancia l’aiuta nel misurare il
desiderio provato dall’anima per gli elementi
archetipali.Pertanto nel riportare i principi archetipi
a delle determinanti neurofisiologiche non si vuole
fare una operazione di demitizzazione ma al
contrario individuare il rationale su cui poggia
l’azione dei rimedi basati su detti principi.

Pianeta Metallo Sistema Organo, Parte Vizio Virtù


operativo- apparato e della
emozionale malattie pianta

Saturno Piombo Paura Milza, sistema Radice Avarizia Fortezza


(fear) scheletrico, profonda
cachessia

Giove Stagno Gioco Fegato, pletora Radice Invidia Speranza


(play) media
Marte Ferro Rabbia Colecisti, Bulbo e Ira Giustizia
(rage) infiammazioni, prima
lesioni radice
Sole Oro SELF Cuore, sangue, Colletto Superbia Fede
(SE’) circolazione e
corteccia
interna

Venere Rame Desiderio Ghiandole, Fusto e Lussuria Temperanza


sessuale cute, infezioni corteccia
(lust)
Mercurio Mercurio Ricerca Sistema Foglie Gola Prudenza
(seeking) nervoso (avidità)

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Omaggio ad Axis Mundi – XC
Luna Argento Dolore Sistema Fiori, Accidia Carità
(pain) linfatico, frutti e
apparato semi
digerente,
ciclo mestruale

Dante e il suo poema, Domenico di Michelino, affresco (1465), Cattedrale di


S. maria del Fiore, Firenze

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