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Disegno di legge: “Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di

gestione integrata dei rifiuti urbani”

Relazione

Come noto, l’articolo 2, comma 186 bis della legge 23 dicembre 2009, n. 191, come
modificato dall'articolo 1, comma 1-quinquies, del decreto legge 25 gennaio 2010, n. 2
convertito dalla legge 26 marzo 2010, n. 42, dispone che:
“Decorso un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono soppresse le
Autorità d'ambito territoriale di cui agli articoli 148 e 201 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e successive modificazioni. Decorso lo stesso termine, ogni atto compiuto
dalle Autorità d'ambito territoriale è da considerarsi nullo. Entro un anno dalla data di
entrata in vigore della presente legge, le regioni attribuiscono con legge le funzioni già
esercitate dalle Autorità, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e
adeguatezza. Le disposizioni di cui agli articoli 148 e 201 del citato decreto legislativo n.
152 del 2006 sono efficaci in ciascuna regione fino alla data di entrata in vigore della
legge regionale di cui al periodo precedente. I medesimi articoli sono comunque abrogati
decorso un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge”.
Il nuovo disegno organico regionale di allocazione delle funzioni amministrative di
organizzazione e controllo del servizio idrico integrato e del servizio di gestione integrata
dei rifiuti urbani non può che trovare fondamento nelle linee di riforma complessiva della
Pubblica Amministrazione attualmente in atto e che culmina nei principi di riforma
contemplati nel disegno di legge n. 2259, attualmente all’esame del Senato, di
individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni e di semplificazione
dell’ordinamento regionale e degli enti locali.
In conformità agli impegni finanziari assunti con il Patto di stabilità e crescita e in
coerenza con l’obiettivo di razionalizzare le funzioni e di eliminarne le duplicazioni, tale
provvedimento sancisce infatti – come d’altro canto anticipato dalla già citata Legge
finanziaria per l’anno 2010 - il principio di soppressione o di razionalizzazione di enti e di
organismi che operano in ambito statale, regionale e locale con l’obiettivo che le funzioni
da questi esercitate spettino a uno degli enti di cui all’articolo 114, primo comma, della
Costituzione.
Nella realtà piemontese i Comuni hanno avuto negli anni un ruolo fondamentale
nell’esercizio delle funzioni inerenti i servizi idrici e la gestione dei rifiuti sia per ragioni
storico-normative, sia per l’evidente essenzialità di queste alla vita delle comunità
insediate nei territori comunali, ruolo che si è poi evoluto in un esercizio associato di tali
funzioni attraverso forme gestionali e associative (Autorità d’ambito, Associazioni
d’ambito e Consorzi di bacino) in alcune delle quali sono state ricomprese le
Amministrazioni provinciali quali esponenti di esigenze di area vasta.
Nel contempo, si intende dare piena attuazione alle disposizioni, oggi raccolte nel d.lgs.
152/2006 (Norme in materia ambientale), concernenti il servizio idrico integrato e il
servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani che si fondano sui pilastri della
delimitazione degli ambiti territoriali ottimali, quali criteri prioritari per l’organizzazione
del servizio volti, in primo luogo, all’adeguatezza delle dimensioni gestionali, alla
salvaguardia dell’unitarietà del bacino idrografico e alla localizzazione delle risorse e
degli impianti e delle infrastrutture, nonché al conseguimento dell’autosufficienza nello
smaltimento dei rifiuti urbani.
Solo una aggregazione territoriale talvolta più estesa di quella provinciale, infatti, può
ambire a creare aggregazioni gestionali e un gettito tariffario per ambito idonei a
superare le difficoltà che si registrano sul fronte della concreta capacità di realizzazione
degli interventi strutturali e infrastrutturali pianificati e a conseguire le premesse
normative e organizzative favorevoli allo sviluppo di un sistema industriale adeguato allo
scopo.
Dalla concomitante presa in carico dei sopra richiamati elementi, l’articolo 1, sulla base
dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione, prevede nuove norme in
materia di organizzazione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione integrata
dei rifiuti urbani al fine operare una ridefinizione dell’assetto delle istituzioni territoriali
responsabili delle funzioni di governo concernenti servizi, di grande impatto ed
importanza per i cittadini e le imprese, come quelli relativi ai rifiuti ed alle risorse
idriche, tenendo conto della necessità di realizzare un’efficiente ed efficace erogazione di
tali servizi mediante la corrispondenza tra la dimensione territoriale che appare più
adeguata sotto il profilo degli interessi sociali, ambientali ed economici che tali servizi
soddisfano, e quella istituzionale per il governo della gestione delle relative attività,
secondo logiche di semplificazione ed integrazione.
All’articolo 2, in applicazione dei summenzionati principi, sono definiti gli Ambiti
territoriali ottimali: 8 ambiti provinciali o sovraprovinciali per l’organizzazione del
servizio idrico integrato e 4 ambiti provinciali o sovraprovinciali per l’organizzazione del
servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.
I confini degli ambiti territoriali e gli enti locali in essi ricadenti sono individuati con
riferimento ai confini amministrativi delle province di riferimento, prevedendo che con
apposita deliberazione della Giunta regionale, anche su istanza degli stessi enti locali
interessati, sia operata una parziale modificazione dei confini degli ambiti che si renda
necessaria ai fini del rispetto dei criteri di cui alla legislazione nazionale di riferimento.
Al fine di garantire il più efficace svolgimento delle funzioni amministrative di cui alla
presente disegno di legge e soprattutto la più adeguata rappresentazione delle esigenze
dei territori di riferimento, la pianificazione di settore potrà articolare gli ambiti
territoriali ottimali definiti dalla legge per aree territoriali omogenee, in particolare per
quanto riguarda l’esercizio delle funzioni relative ai conferimenti separati, alla raccolta
differenziata, alla raccolta e al trasporto dei rifiuti residuali indifferenziati e alle strutture
a servizio della raccolta differenziata.
L’articolo 3, comma 1 individua le funzioni che, nel quadro delle direttive generali e
degli indirizzi regionali in materia di uso, tutela, riqualificazione e risparmio delle risorse
idriche, di gestione dei rifiuti e di qualità dei servizi spettano alle province e
precisamente quelle concernenti la specificazione della domanda di servizio,
l’elaborazione e l’approvazione dei piani d’ambito, la determinazione dei livelli di
imposizione tariffaria nonché la finalizzazione e la destinazione dei relativi proventi, la
definizione del modello organizzativo e l’individuazione delle modalità di produzione dei
servizi, l’affidamento dei servizi e il controllo operativo, tecnico e gestionale
sull’erogazione dei medesimi.
Nel comma 2 viene previsto che le principali funzioni provinciali siano esercitate d’intesa
con la Regione quando si riferiscano alle grandi opere strategiche, intendendosi per tali
gli accumuli e i trasferimenti d’acqua per l’approvvigionamento idropotabile che
travalicano i confini degli ambiti territoriali ottimali per quanto concerne il servizio idrico
integrato, nonché i termovalorizzatori, gli impianti finalizzati all’utilizzo energetico dei
rifiuti e alle discariche a servizio dei medesimi per quanto concerne il servizio di gestione
integrata dei rifiuti urbani.
L’articolo 4 disciplina l’esercizio associato delle funzioni provinciali prevedendo che
negli ambiti territoriali ottimali che comprendono il territorio di più province, le funzioni
provinciali siano esercitate in forma associata, tramite convenzioni obbligatorie stipulate
sulla base della convenzione-tipo approvata dalla Giunta regionale.
Al fine di valorizzare e dare un corretto rilievo al ruolo dei comuni, l’articolo 5 istituisce
in ciascun ambito territoriale ottimale a base provinciale o sovraprovinciale una
Conferenza d’ambito per l’organizzazione del servizio idrico integrato e una Conferenza
d’ambito per l’organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani,
composte da rappresentanze dei sindaci costituite in forma unitaria o per gruppi di
comuni.
Sulla base di un regolamento-tipo adottato dalla Giunta regionale d’intesa con le
province, appositi regolamenti provinciali ne disciplinano la partecipazione sulla base di
quote di rappresentatività fissate tenendo conto della popolazione, dell’estensione del
territorio ricompreso nell’ambito e della necessità che siano equamente rappresentate le
diverse esigenze del territorio, nonché le relative modalità di composizione e
funzionamento.
Alle citate Conferenze d’ambito è demandata l’espressione di un parere obbligatorio e
vincolante in relazione all’esercizio delle funzioni amministrative di competenza
provinciale.
Al fine di conseguire un incisivo rafforzamento ed ampliamento del ruolo della Regione e
degli enti locali quali regolatori del sistema volto al continuo miglioramento dei servizi a
vantaggio degli utenti, degli operatori del settore e, più in generale, di tutta la
collettività, l’articolo 6 disciplina la regolazione dei servizi, articolata in un controllo di
sistema a tutela degli utenti, che - sulla base della comparazione dell’esercizio delle
funzioni - individua le situazioni di criticità ed i conseguenti interventi sanzionatori e
correttivi, e in un controllo diretto sull’erogazione dei servizi, che - esaminato il grado di
realizzazione da parte del gestore degli adempimenti e delle prestazioni poste a carico
del medesimo nel piano d’ambito e nel contratto di servizio sottoscritto - evidenzia se gli
specifici obiettivi di gestione sono stati conseguiti e consente di adottare i provvedimenti
sanzionatori delle eventuali inadempienze.
All’articolo 7 è previsto che la Giunta regionale, avvalendosi delle elaborazioni degli
Osservatori di cui al successivo articolo 8, eserciti il controllo di sistema del servizio
idrico integrato e del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani al fine di garantire al
complesso degli utenti regionali omogenei ed adeguati livelli di qualità dei servizi,
provvedendo in particolare alla formulazione di indirizzi e linee guida per l’organizzazione
e la gestione dei servizi, alla verifica dei piani d’ambito e alla conseguente formulazione
di rilievi e osservazioni ai fini della loro coerenza con la pianificazione regionale di
settore, ad eseguire controlli sulla congruità dei prezzi in relazione ai progetti dei gestori
per gli interventi di maggiori dimensioni economiche e all’irrogazione delle sanzioni
amministrative pecuniarie previste dal successivo articolo 11.
L’articolo 8 prevede che presso le strutture regionali competenti per materia, operino
l'Osservatorio regionale dei servizi idrici e l’Osservatorio regionale dei rifiuti urbani, di
seguito denominati Osservatori regionali i quali, mediante la costituzione e la gestione di
banche dati anche in connessione con i sistemi informativi dei soggetti che detengono
informazioni nel settore, svolgono su scala regionale le funzioni di raccolta, elaborazione
e restituzione di dati statistici e conoscitivi.
Sulla base dei dati acquisiti, trasmessi periodicamente entro i termini e secondo le
modalità definite con deliberazione della Giunta regionale, gli Osservatori regionali
effettuano elaborazioni, anche mediante analisi comparative tra i diversi ambiti
territoriali ottimali, finalizzate allo svolgimento ottimale del controllo di sistema ed in
particolare a individuare situazioni di inosservanza delle previsioni della pianificazione
regionale di settore, effettuare una valutazione comparata delle spese di funzionamento
delle forme di esercizio delle funzioni, verificare la fattibilità e la congruità dei programmi
di investimento in relazione alle risorse finanziarie e alla politica tariffaria praticata,
definire parametri, anche socio-economici, di valutazione delle tariffe applicate,
individuare situazioni di criticità e di irregolarità funzionale dei servizi, realizzare quadri
conoscitivi di sintesi sulla base dei quali la Giunta regionale riferisce annualmente al
Consiglio regionale sullo stato dei servizi.
Il controllo diretto è disciplinato dall’articolo 9 nel quale è previsto che le province
effettuano il controllo operativo, tecnico e gestionale sull’erogazione dei servizi
finalizzato alla verifica del corretto adempimento degli obblighi a carico del gestore,
intervenendo tempestivamente per garantire l’adempimento da parte del medesimo. A
tal fine le province hanno facoltà di accesso agli impianti e alle infrastrutture del servizio
idrico integrato e del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, anche nelle fasi di
costruzione.
L’articolo 10 dispone il potere sostitutivo della Giunta regionale, da esercitarsi previa
diffida, secondo le modalità della legge regionale 34/98, in caso di inerzia delle province
nello svolgimento delle funzioni di loro competenza.
Nel caso di inadempienze del gestore, accertate nell’ambito del controllo diretto o
segnalati dalla Regione nell’esercizio delle funzioni di controllo di sistema, ferme
restando le conseguenti penalità a suo carico, nonché il potere di risoluzione e di revoca
dell’affidamento, è previsto che le province, e in caso di loro inerzia, la Regione possano,
previa diffida, sostituirsi ad esso provvedendo a far eseguire a terzi le opere e gli
interventi, con spese a carico del gestore inadempiente, nel rispetto delle vigenti
disposizioni in materia di appalti pubblici.
Il successivo articolo 11 prevede in capo alla Regione il potere di comminare la
sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000 commisurata alla
gravità dell'inadempienza in caso di violazione degli obblighi inerenti la fornitura delle
informazioni di cui all’articolo 8, comma 3.
L’articolo 12 disciplina il regime transitorio al fine di evitare soluzioni di continuità
nell’esercizio delle funzioni connesse a servizi essenziali per la popolazione.
È innanzi tutto previsto che le disposizioni di cui al Capo II, relative alla nuova
configurazione delle funzioni amministrative in capo alla Regione, alle province e ai
comuni, entrino in vigore il 1° gennaio 2012, demandando ad atti da adottarsi nel
periodo transitorio antecedente a tale data la stipulazione della convenzione per
l’esercizio in forma associata delle funzioni provinciali negli ambiti che comprendono il
territorio di più province e l’approvazione dei regolamenti provinciali che devono definire
le modalità di composizione e funzionamento delle Conferenze d’ambito di cui all’articolo
5.
Per consentire che al 1° gennaio 2012 vi siano tutte le condizioni di funzionalità del
nuovo assetto organizzativo, è disposto che decorso inutilmente il termine previsto per
l’adozione dei summenzionati atti, la Giunta regionale, previa diffida, provveda in
sostituzione delle province inadempienti.
Il comma 5 dispone che dal 1° aprile al 31 dicembre 2011 le funzioni di organizzazione e
controllo diretto del servizio idrico integrato e del sistema integrato di gestione dei rifiuti
urbani siano attribuite alle province secondo quanto previsto dall’articolo 3, ivi compresa
l’intesa con la Regione per le opere strategiche come sopra individuate.
Per consentire l’immediata operatività delle competenze assegnate, è previsto che le
province esercitino tali funzioni avvalendosi del personale delle associazioni d’ambito e
dei consorzi di bacino di cui alla legge regionale 24 ottobre 2002, n. 24 e delle autorità
d'ambito di cui alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 13, che sono posti in
liquidazione a far data dal 1° aprile 2011.
i Commissari liquidatori dovranno elaborare una ricognizione volta a definire i rapporti
giuridici attivi e passivi, ivi compresi quelli relativi al personale in servizio, nei quali
subentreranno le province a far data dal 1° gennaio 2012.
Il presente disegno di legge (articolo 13) apporta poi significative modifiche al comma
4 dell’articolo 8 della l.r. 13/1997 e precisamente prevedendo:
- l’aumento dal 3 al 5 per cento dell’onere aggiuntivo alla tariffa del servizio idrico
integrato da destinarsi, tramite la loro assegnazione al Fondo regionale per la montagna,
per l'attuazione di interventi connessi alla tutela e alla produzione delle risorse idriche e
delle relative attività di sistemazione idrogeologica del territorio montano;
- la conseguente ripartizione di tali proventi non più per singolo ambito territoriale
ottimale di provenienza, bensì su scala regionale, con ciò riequilibrando le ricadute sul
territorio.
In ultimo, a fronte delle positive esperienze di collaborazione istituzionale maturate
nell’ambito della Conferenza regionale delle risorse idriche di cui alla l.r. 13/1997,
l’articolo 15 del presente disegno di legge istituisce la Conferenza regionale
dell’ambiente deputata al coordinamento e alla verifica delle funzioni dei soggetti
istituzionali regionali competenti in materia, nonché alla formulazione e all'espressione
agli stessi di proposte e pareri.
In ragione delle scadenze di cui all’articolo 2, comma 186 bis della legge 23 dicembre
2009, n. 191, come prorogato dal decreto legge 225/2010, è infine previsto (articolo
16) che la legge sia dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto ed entri in
vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
Sommario

Capo I(Disposizioni generali).............................................................................7


Art. 1 (Oggetto e finalità)............................................................................7
Capo II (Organizzazione dei servizi)..................................................................8
Art. 2(Ambiti territoriali ottimali) .................................................................8
Art. 3(Funzioni di organizzazione dei servizi)..................................................8
Art. 4(Esercizio associato delle funzioni provinciali).........................................9
Art. 5(Conferenze d’ambito)........................................................................ 9
Capo III(Regolazione dei servizi a tutela degli utenti).....................................10
Art. 6(Finalità)......................................................................................... 10
Art. 7(Controllo di sistema a tutela degli utenti)........................................... 10
Art. 8(Osservatori regionali).......................................................................10
Art. 9(Controllo diretto sull’erogazione dei servizi)........................................11
Art. 10(Poteri sostitutivi)........................................................................... 12
Art. 11(Sanzioni) .....................................................................................12
Capo IV(Disposizioni transitorie e finali)......................................................... 12
Art. 12(Norme transitorie)......................................................................... 12
Art. 13(Modifiche all’articolo 8 della legge regionale 20 gennaio 1997, n. 13)...13
Art. 14(Consorzio obbligatorio dei comuni del Monferrato)............................. 13
Art. 15(Conferenza regionale dell’ambiente).................................................13
Art. 16(Dichiarazione d'urgenza)................................................................14

Capo I (Disposizioni generali)


Art. 1 (Oggetto e finalità)
1. Ferme restando le competenze regionali e provinciali in materia di pianificazione e
programmazione in materia di risorse idriche e gestione integrata dei rifiuti, la presente
legge, in attuazione della normativa nazionale di settore, detta nuove norme in materia
di organizzazione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione integrata dei
rifiuti urbani, secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione, adeguatezza, nonché di
leale collaborazione con gli enti locali e definisce il relativo regime transitorio.
2. Con la presente legge la Regione persegue la finalità di assicurare:
a) il rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità per la gestione del servizio
idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani, nonché di separazione delle
relative funzioni amministrative di organizzazione e di controllo da quelle di erogazione
dei servizi;
b) il conseguimento di adeguati livelli tariffari in conformità ai principi di gradualità,
responsabilizzazione, equità e perequazione a livello d’ambito territoriale ottimale;
c) la tutela e la corretta utilizzazione delle risorse idriche, secondo principi di solidarietà,
di salvaguardia delle aspettative dei diritti delle generazioni future, di rinnovo e
risparmio delle risorse e di uso multiplo delle stesse, con priorità di soddisfacimento delle
esigenze idropotabili della popolazione;
d) la riduzione dei rifiuti urbani, nonché una programmazione ed una gestione integrata
dei medesimi fondata prioritariamente sulla prevenzione e sulla riduzione della
produzione, sulla loro raccolta in modo differenziato, sul loro recupero e il loro corretto
smaltimento, anche al fine del loro adeguato ed economico riutilizzo, reimpiego e
riciclaggio.

Capo II (Organizzazione dei servizi)


Art. 2 (Ambiti territoriali ottimali)
1. Ai fini dell’organizzazione del servizio idrico integrato il territorio della Regione
Piemonte è suddiviso nei seguenti ambiti territoriali ottimali:
a) Ambito 1: Verbano, Cusio, Ossola;
b) Ambito 2: Novarese;
c) Ambito 3: Biellese;
d) Ambito 4: Vercellese;
e) Ambito 5: Torinese;
f) Ambito 6: Cuneese;
g) Ambito 7: Astigiano;
h) Ambito 8: Alessandrino.
2. Ai fini dell’organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani il territorio
della Regione Piemonte è suddiviso nei seguenti ambiti territoriali ottimali:
a) Ambito 1: Novarese, Vercellese, Biellese e Verbano, Cusio, Ossola;
b) Ambito 2: Astigiano e Alessandrino;
c) Ambito 3: Cuneese.
d) Ambito 4: Torinese.
3. I confini degli ambiti territoriali di cui ai commi 1 e 2 e gli enti locali in essi ricadenti
sono individuati con riferimento ai confini amministrativi delle province di riferimento. La
parziale modificazione dei confini degli ambiti territoriali ottimali individuati dal presente
articolo, che si renda necessaria ai fini del rispetto dei criteri di cui alla legislazione
nazionale di riferimento, è apportata con deliberazione della Giunta regionale, anche su
istanza degli stessi enti locali interessati.
4. Nell’ambito della pianificazione di settore gli ambiti territoriali ottimali possono essere
articolati per aree territoriali omogenee al fine di garantire, per entrambi i servizi, il più
efficace svolgimento delle funzioni amministrative di cui alla presente legge e la più
adeguata rappresentazione delle esigenze dei territori di riferimento. Per il servizio di
gestione integrata dei rifiuti urbani le aree territoriali omogenee rappresentano l’unità
territoriale idonea in particolare all’esercizio delle funzioni relative ai conferimenti
separati, alla raccolta differenziata, alla raccolta e al trasporto dei rifiuti residuali
indifferenziati e alle strutture a servizio della raccolta differenziata.

Art. 3 (Funzioni di organizzazione dei servizi)


1. Le province esercitano le funzioni di organizzazione e controllo diretto del servizio
idrico integrato e del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani come di seguito
identificate:
a) specificazione della domanda di servizio, intesa quale individuazione della quantità e
della qualità di acqua distribuita, raccolta e depurata o di rifiuti da raccogliere e avviare
a recupero o smaltimento e, in generale, del livello qualitativo globale dei servizi da
garantirsi agli utenti;
b) elaborazione, approvazione e aggiornamento del relativo piano d’ambito, finalizzato
alla realizzazione degli impianti e all’acquisizione delle attività e delle dotazioni
necessarie all’erogazione dei servizi;
c) determinazione dei livelli di imposizione tariffaria, finalizzazione e destinazione dei
proventi tariffari e definizione del piano finanziario relativo al piano di cui alla lettera b);
d) definizione del modello organizzativo e individuazione delle modalità di produzione
dei servizi;
e) affidamento dei servizi, conseguenti alla individuazione delle modalità di cui alla
lettera d);
f) controllo operativo, tecnico e gestionale sull’erogazione dei servizi.
2. Le funzioni provinciali di cui al comma 1, lettere b), c), d) ed e) sono esercitate
d’intesa con la Regione quando relative ad opere strategiche, intendendosi per tali:
a) gli accumuli ed i trasferimenti d’acqua per l’approvvigionamento idropotabile che
travalicano i confini degli ambiti territoriali ottimali;
b) i termovalorizzatori, gli impianti finalizzati all’utilizzo energetico dei rifiuti e le
discariche a servizio dei medesimi.
3. Nell’esercizio delle funzioni di cui al comma 1, le province si attengono alle direttive
generali ed agli indirizzi regionali in materia di uso, tutela, riqualificazione e risparmio
delle risorse idriche, di gestione dei rifiuti e di qualità dei servizi.
4. Il piano d’ambito e i relativi aggiornamenti sono trasmessi, entro 10 giorni dalla
deliberazione di adozione, alla Giunta regionale ai fini di cui all’articolo 7, comma 1,
lettera b).

Art. 4 (Esercizio associato delle funzioni provinciali)


1. Negli ambiti territoriali ottimali che comprendono il territorio di più province le
funzioni provinciali di cui alla presente legge sono esercitate in forma associata, tramite
convenzioni obbligatorie stipulate sulla base della convenzione-tipo approvata dalla
Giunta regionale.

Art. 5 (Conferenze d’ambito)


1. In ciascun ambito territoriale ottimale a base provinciale o sovraprovinciale sono
istituite una Conferenza d’ambito per l’organizzazione del servizio idrico integrato e una
Conferenza d’ambito per l’organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti
urbani, composte da rappresentanze dei sindaci dei comuni ricompresi nell’ambito
territoriale ottimale costituite in forma unitaria o per gruppi di comuni.
2. I comuni partecipano alle Conferenze di cui al comma 1 sulla base di quote di
rappresentatività fissate, tenendo conto della popolazione, dell’estensione del territorio
ricompreso nell’ambito e della necessità che siano equamente rappresentate le diverse
esigenze del territorio, da regolamenti provinciali che definiscono altresì le modalità di
composizione e funzionamento delle Conferenze d’ambito e la loro eventuale
articolazione per aree territoriali omogenee in applicazione dell’articolo 2, comma 4.
3. I regolamenti provinciali di cui al comma 2 sono approvati sulla base di un
regolamento-tipo adottato dalla Giunta regionale d’intesa con le province.
4. Le funzioni amministrative di cui all’articolo 3, comma 1, lettere b), c), d) ed e) sono
esercitate dalle province previa acquisizione del parere obbligatorio e vincolante delle
Conferenze di cui al comma 1.
Capo III (Regolazione dei servizi a tutela degli utenti)
Art. 6 (Finalità)
1. Al fine di garantire l'efficacia, l'efficienza e l’economicità dei servizi disciplinati dalla
presente legge, con particolare riguardo all'applicazione delle tariffe nonché alla tutela
degli utenti, la regolazione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione
integrata dei rifiuti urbani è realizzata attraverso:
a) il controllo di sistema a tutela degli utenti che, comparate le modalità di esercizio
delle funzioni poste in capo alle province e le prestazioni realizzate dai gestori con
riferimento ad una pluralità di ambiti territoriali ottimali, individua le situazioni di criticità
ed i conseguenti interventi sanzionatori e correttivi, ivi compresi quelli di revisione dei
documenti di pianificazione sia a livello regionale, che a livello di singoli ambiti territoriali
ottimali, al fine di garantire al complesso degli utenti regionali omogenei ed adeguati
livelli di qualità dei servizi;
b) il controllo diretto sull’erogazione dei servizi che, esaminato il grado di realizzazione
da parte del gestore degli adempimenti e delle prestazioni poste a carico del medesimo
nel piano d’ambito e nel contratto di servizio sottoscritto, evidenzia se gli specifici
obiettivi di gestione sono stati conseguiti e consente di adottare i provvedimenti
sanzionatori delle eventuali inadempienze.

Art. 7 (Controllo di sistema a tutela degli utenti)


1. La Giunta regionale esercita, avvalendosi delle elaborazioni degli Osservatori di cui
all’articolo 8, il controllo di sistema del servizio idrico integrato e del servizio di gestione
integrata dei rifiuti urbani, provvedendo in particolare:
a) alla formulazione di indirizzi e linee guida per l’organizzazione e la gestione dei
servizi secondo i principi e le finalità di cui alla presente legge;
b) alla verifica di coerenza dei piani d’ambito con la pianificazione regionale di settore e
alla eventuale formulazione di rilievi e osservazioni ai fini dell’approvazione definitiva da
parte delle province;
c) ad eseguire controlli sulla congruità dei prezzi in relazione ai progetti dei gestori per
gli interventi di maggiori dimensioni economiche;
d) all’irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all’articolo 11.
2. Ai fini dell’esercizio dei compiti di cui al comma 1, la Giunta regionale ha facoltà di
accesso agli impianti e alle infrastrutture del servizio idrico integrato e del servizio di
gestione integrata dei rifiuti urbani.

Art. 8 (Osservatori regionali)


1. Presso le strutture regionali competenti per materia, operano l'Osservatorio regionale
dei servizi idrici e l’Osservatorio regionale dei rifiuti, di seguito denominati Osservatori
regionali.
2. Gli Osservatori regionali, mediante la costituzione e la gestione di banche dati anche
in connessione con i sistemi informativi dei soggetti che detengono informazioni nel
settore, svolgono su scala regionale le funzioni di raccolta, elaborazione e restituzione di
dati statistici e conoscitivi inerenti:
a) i piani d’ambito, i piani finanziari e i bilanci separati relativi ai servizi di cui alla
presente legge;
b) i modelli adottati per l’esercizio delle funzioni di organizzazione, gestione, controllo e
programmazione dei servizi ed i relativi costi;
c) il censimento dei soggetti gestori dei servizi e relativi dati dimensionali, tecnici e
finanziari di esercizio;
d) le condizioni generali dei contratti di servizio;
e) i costi di gestione e di ammortamento tecnico e finanziario degli investimenti;
f) i livelli di qualità dei servizi erogati all’utenza;
g) le tariffe applicate ed i costi unitari del servizio;
h) i risultati dei controlli diretti effettuati dalle province sulle gestioni di loro
competenza;
i) i dati relativi alla produzione dei rifiuti e alla percentuale di raccolta differenziata
raggiunta nell'anno precedente, sulla base del metodo di calcolo stabilito dalla Giunta
regionale.
3. Le province e i gestori dei servizi trasmettono periodicamente agli Osservatori
regionali i dati e le informazioni di cui al comma 2, entro i termini e secondo le modalità
definite con deliberazione della Giunta regionale. Gli Osservatori regionali hanno la
facoltà di richiedere in ogni momento ulteriori informazioni utili all’esercizio delle funzioni
ad essi attribuite dalla presente legge.
4. Sulla base dei dati acquisiti, gli Osservatori regionali effettuano elaborazioni, anche
mediante analisi comparative tra i diversi ambiti territoriali ottimali, finalizzate allo
svolgimento ottimale del controllo di sistema ed in particolare a:
a) individuare situazioni di inosservanza delle previsioni della pianificazione regionale di
settore;
b) effettuare una valutazione comparata delle spese di funzionamento delle forme di
esercizio delle funzioni amministrative di cui alla presente legge;
c) verificare la fattibilità e la congruità dei programmi di investimento in relazione alle
risorse finanziarie e alla politica tariffaria praticata;
d) definire gli indici per la valutazione dell'effettiva integrazione tra i servizi e
dell'economicità delle gestioni a fronte dei servizi resi;
e) individuare livelli tecnologici e modelli organizzativi ottimali dei servizi;
f) indicare i valori economici di riferimento per i singoli segmenti di servizio a livello di
ambito territoriale ottimale e definire parametri, anche socio-economici, di valutazione
delle tariffe applicate;
g) individuare situazioni di criticità e di irregolarità funzionale dei servizi;
h) promuovere la sperimentazione e l'adozione di tecnologie innovative;
i) realizzare quadri conoscitivi di sintesi sulla base dei quali la Giunta regionale riferisce
annualmente al Consiglio regionale sullo stato dei servizi;
j) elaborare e divulgare dati statistici e conoscitivi in materia, anche attraverso l'utilizzo
di sistemi informativi.
5. Gli Osservatori regionali garantiscono il proprio supporto agli enti ed organismi
competenti in materia, assicurano l'accesso generalizzato, anche per via informatica, ai
dati raccolti e alle elaborazioni effettuate per la tutela degli interessi degli utenti ed
organizzano periodici confronti con le associazioni di categoria e le organizzazioni
sindacali, ambientaliste e dei consumatori.
6. L’Osservatorio regionale dei rifiuti esercita altresì le funzioni di cui all’articolo 7 della
legge regionale 24 ottobre 2002, n. 24 (Norme per la gestione dei rifiuti).

Art. 9 (Controllo diretto sull’erogazione dei servizi)


1. Le province effettuano il controllo operativo, tecnico e gestionale sull’erogazione dei
servizi finalizzato alla verifica del corretto adempimento degli obblighi a carico del
gestore, intervenendo tempestivamente per garantire l’adempimento da parte del
medesimo.
2. Ai fini dell’esercizio dei compiti di cui al comma 1, le province hanno facoltà di accesso
agli impianti e alle infrastrutture del servizio idrico integrato e del servizio di gestione
integrata dei rifiuti urbani, anche nelle fasi di costruzione.
Art. 10 (Poteri sostitutivi)
1. In caso di inerzia delle province nello svolgimento delle funzioni di cui all’articolo 3, la
Giunta regionale esercita, previa diffida, i poteri sostitutivi ai sensi dell’articolo 14 della
l.r. 34/ 1998.
2. In caso di inadempienze del gestore, accertate nell’ambito del controllo diretto o
segnalati dalla Regione nell’esercizio delle funzioni di controllo di sistema, ferme
restando le conseguenti penalità a suo carico, nonché il potere di risoluzione e di revoca
dell’affidamento, le province e, in caso di loro inerzia, la Regione possono, previa diffida,
sostituirsi ad esso provvedendo a far eseguire a terzi le opere o gli interventi, con spese
a carico del gestore inadempiente, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di
appalti pubblici.

Art. 11 (Sanzioni)
1. Per la violazione degli obblighi inerenti la fornitura delle informazioni di cui all’articolo
8, comma 3 si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro
15.000 commisurata alla gravità dell'inadempienza.
2. All’accertamento delle violazioni, all’irrogazione della sanzione amministrativa stabilita
dal presente articolo, nonché alla riscossione e all'introito dei relativi proventi provvede
la Regione secondo le norme e i principi di cui al Capo I della legge 24 novembre 1981,
n. 689 (Modifiche al sistema penale) e successive modificazioni.

Capo IV (Disposizioni transitorie e finali)


Art. 12 (Norme transitorie)
1. Le disposizioni di cui al Capo II entrano in vigore il 1° gennaio 2012, fatto salvo
quanto previsto al comma 5.
2. La convenzione di cui all’articolo 4, comma 1 è stipulata entro tre mesi
dall’approvazione della convenzione-tipo da parte della Giunta regionale.
3. I regolamenti provinciali di cui all’articolo 5, comma 2 sono approvati entro tre mesi
dall’approvazione del regolamento-tipo da parte della Giunta regionale.
4. Decorsi inutilmente i termini di cui ai commi 2 e 3, la Giunta regionale, previa diffida,
provvede in sostituzione delle province inadempienti.
5. A far data dal 1° aprile 2011 e sino al 31 dicembre 2011 le funzioni di organizzazione
e controllo diretto del servizio idrico integrato e del sistema integrato di gestione dei
rifiuti urbani sono attribuite alle province secondo quanto disposto dell’articolo 3, ivi
compresa l’intesa con la Regione per le funzioni relative alle opere strategiche.
6. Le province, ove necessario d’intesa tra loro, esercitano le funzioni di cui al comma 5
avvalendosi del personale delle associazioni d’ambito e dei consorzi di bacino di cui alla
legge regionale 24 ottobre 2002, n. 24, recante norme in materia di rifiuti, e delle
autorità d'ambito di cui alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 13, recante norme in
materia di servizio idrico integrato.
7. Le autorità d’ambito, le associazioni d’ambito e i consorzi di bacino di cui alla l.r.
13/1997 e alla l.r. 24/2002 sono posti in liquidazione e cessano dalle funzioni ad essi
attribuite a far data dal 1° aprile 2011. Dalla medesima data i consigli di
amministrazione, le assemblee consortili e le conferenze d’ambito sono sciolti.

8. Dal 1° aprile 2011 i Presidenti delle province, con riferimento alle associazioni
d’ambito ed ai consorzi di bacino, e i Presidenti delle autorità d’ambito, con riferimento a
queste ultime, assumono le funzioni di commissari liquidatori dei predetti enti ed
organismi e ne curano la gestione ordinaria limitatamente agli atti strettamente
necessari alla fase di liquidazione.
9. Il commissario liquidatore adotta tutti i provvedimenti necessari per l’elaborazione di
un piano di ricognizione della situazione patrimoniale ed economica dell’ente o
organismo, recante:
a) l’individuazione di tutti i rapporti attivi e passivi in essere, con l’indicazione di quelli
idonei ad essere trasferiti alle province;
b) una proposta per la definizione dei rapporti giuridici non trasferibili alle province;
c) l’accertamento della dotazione patrimoniale comprensiva dei beni mobili ed immobili;
d) l’accertamento della dotazione di personale dipendente, con l’individuazione delle
categorie, dei profili professionali e delle funzioni svolte.
10. Con decorrenza 1° gennaio 2012 le province subentrano nei rapporti giuridici attivi e
passivi degli enti e degli organismi di cui al comma 6, ivi compresi quelli relativi al
personale in servizio alla data del 31 dicembre 2010, individuati sulla base della
ricognizione di cui al comma 9.
11. Al personale di cui al comma 6 si applica la disciplina di cui all’articolo 2112 del
Codice civile nel rispetto delle procedure di informazione e consultazione con le
organizzazioni sindacali.

Art. 13 (Modifiche all’articolo 8 della legge regionale 20 gennaio 1997, n. 13)


1. A far data dal 1° gennaio 2012 il comma 4 dell’articolo 8 della l.r. 13/1997 è sostituito
dal seguente:
“4. La Giunta regionale determina l’onere aggiuntivo alla tariffa del servizio idrico
integrato, non inferiore al 5 per cento della medesima, da destinarsi all'attuazione di
interventi connessi alla tutela e alla produzione delle risorse idriche e delle relative
attività di sistemazione idrogeologica del territorio montano. I proventi derivanti da tale
onere sono versati dal gestore alla Regione che li iscrive al Fondo regionale per la
montagna per essere assegnati sulla base di apposita programmazione regionale.”.

Art. 14 (Consorzio obbligatorio dei comuni del Monferrato)


1. Sono fatti salvi i diritti del Consorzio obbligatorio dei comuni per l'acquedotto del
Monferrato, costituito con regio decreto-legge 28 agosto 1930, n. 1345, convertito con
legge 6 gennaio 1931, n. 80, fino all'eventuale scioglimento del Consorzio medesimo per
effetto di apposite disposizioni normative.

Art. 15 (Conferenza regionale dell’ambiente)


1. Ai fini del coordinamento e della verifica delle funzioni dei soggetti istituzionali
regionali competenti in materia di ambiente, nonché per la formulazione e l'espressione
agli stessi di proposte e pareri, è istituita, con decreto del Presidente della Giunta
regionale, la Conferenza regionale dell’ambiente.
2. Fanno parte della Conferenza regionale di cui al comma 1:
a) il Presidente della Giunta regionale o l'Assessore da lui delegato, con
funzioni di Presidente della Conferenza;
b) i Presidenti delle Province o gli Assessori delegati;
c) i Presidenti delle Conferenze d’ambito, limitatamente alla trattazione della
materia inerente il servizio idrico integrato e il servizio di gestione integrata dei rifiuti
urbani;
d) il Presidente della delegazione regionale dell'UNCEM (Unione Nazionale
Comuni, Comunita', Enti montani) o suo delegato, limitatamente alla trattazione delle
materie di interesse delle zone montane;
e) i Presidenti delle delegazioni regionali delle associazioni dei comuni.
3. La Conferenza regionale adotta un proprio regolamento per la disciplina dello
svolgimento delle sedute. Svolge funzioni di segreteria della Conferenza la struttura
regionale competente in materia.
4. La Conferenza regionale si avvale degli Osservatori regionali e di un proprio Comitato
tecnico, composto da:
a) il responsabile della struttura regionale competente in materia, o un suo
delegato, che lo presiede;
b) il responsabile della struttura competente in materia di ciascuna Provincia,
o un suo delegato;
c) un tecnico, in rappresentanza di ciascuna Conferenze d’ambito,
limitatamente alla materia inerente il servizio idrico integrato e il servizio di gestione
integrata dei rifiuti urbani;
d) un tecnico in rappresentanza della delegazione regionale dell'UNCEM
limitatamente alla trattazione delle materie di interesse delle zone montane;
e) un tecnico designato in rappresentanza delle delegazioni regionali delle
associazioni dei comuni.
5. In relazione agli argomenti trattati, i Presidenti della Conferenza regionale e del
Comitato tecnico possono sentire i rappresentanti di altri enti ed organismi aventi
specifiche competenze in materia ovvero portatori di interessi diffusi o di categoria.
6. Nelle materie di sua competenza la Conferenza regionale dell’ambiente svolge le
funzioni della Conferenza Permanente Regione-Autonomie Locali di cui all’articolo 6 della
legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni e dei compiti
amministrativi della Regione e degli Enti locali).

Art. 16 (Dichiarazione d'urgenza)


1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto ed entra
in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.

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