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LABORATORIO DI RESTAURO

ARCHITETTONICO
Docente : Antonella VERSACI
A.A. 2013-2014

LEZIONE 5
LINEE GUIDA E ASPETTI TECNICO
METODOLOGICI:
I problemi di umidità negli edifici storici
a. cause ricorrenti, effetti, diagnosi
I problemi di umidità negli edifici storici
Premessa
Una trattazione specifica merita la questione relativa alla presenza di
umidità negli edifici storici.

L’incidenza di quest’ultima come fattore di degrado risulta essere


molto diffusa e anche particolarmente insidiosa perché compromette con
il tempo le strutture degli edifici e il loro contenuto, ma anche la
vivibilità stessa degli ambienti, causando notevoli disagi anche dal
punto di vista funzionale ed economico.

Inoltre, frequentemente, le cause del manifestarsi del fenomeno


vengono fraintese e si interviene quindi in maniera scorretta o
controproducente, anche attraverso l’utilizzo di tante soluzioni
attualmente in commercio, la cui efficacia non è mai stata provata o
testata, con conseguente spreco di risorse.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Premessa
L'umidità può essere presente nelle costruzioni per diverse cause e in
diverse forme:

 acqua di costruzione;

 oppure può avere origini esterne (acqua d’invasione) ed essere


derivante dal sottosuolo, attratta nelle murature per capillarità o da
forze elettro-osmotiche;

 assorbita in fase di vapore dall'atmosfera o in fase liquida quando si


producono fenomeni di condensa;

 può essere infine determinata da difetti di progettazione o


realizzazione, cause climatiche e/o antropiche, cattiva manutenzione;

 o ancora dovuta a cause impreviste, come la rottura di fognature,


condotte pluviali, serbatoi di acqua, ecc.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Premessa
La diagnosi ha come finalità
l’individuazione delle cause che
determinano la presenza di acqua, in
modo da consentirne la rimozione.

L’indagine visiva e la lettura delle


caratteristiche materiche dell’edificio
(anamnesi), sono seguite dal
riconoscimento dei diversi fenomeni di
alterazione e degrado (eziologia) e
quindi dal ricorso a tecniche di
rilevamento anche strumentale.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Premessa
Questo percorso conoscitivo e tecnico-
scientifico, complesso e insidioso, si
inserisce naturalmente all’interno
dell’intervento di restauro architettonico
di cui costituisce una importante
componente.

Dal 1996 la Commissione Beni Culturali


UNI Normal studia in un suo gruppo di
lavoro (GL 19) l’umidità nelle strutture
murarie, i metodi della sua valutazione e i
problemi riguardanti la terminologia e il
campionamento.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Principali fenomeni fisici
1. gli sbalzi termici (ciclo dilatazione/contrazione) ovvero gli effetti
che le variazioni di temperatura (cicli stagionali e quotidiani)
provocano sulla materia;

2. l’azione del gelo (aumento di volume/disgregazione delle superfici)


Quando la temperatura si abbassa si sviluppano due effetti: la pietra
tende a contrarsi, mentre l’acqua contenuta nei vuoti solidifica
aumentando di volume; le due pressioni si sommano e possono
generare tensioni interne, localmente anche particolarmente
elevate, che disgregano la tessitura del materiale interessato;

3. l’azione del vento e delle particelle trasportate. Il vento svolge


un’azione di trasporto, accelerazione e disomogenea distribuzione
della pioggia e delle polveri, producendo una lenta sabbiatura delle
superfici esposte. Come vettore di molecole d’acqua è quindi un
fattore di moltiplicazione degli effetti idrici appena descritti.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti
Le cause più comuni della presenza d’acqua
in un edificio sono:

 Umidità di risalita
 Umidità di costruzione
 Umidità da infiltrazione
 Umidità per condensazione

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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità da risalita
Umidità da risalita – l’umidità
presente nel sottosuolo (dovuta
alla presenza di una falda
freatica o di acque disperse di
scorrimento) può risalire nelle
murature, per capillarità.
E’ legata alle caratteristiche
geologiche del terreno di
fondazione, essa interessa
innanzitutto gli strati superiori
del terreno.
Se le fondazioni sono separate
dalla falda da strati drenanti
oppure se è posta a profondità
notevoli (maggiori di 4-5 m), non
si ha in genere alcun fenomeno
di risalita.
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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità da risalita
L'altezza di risalita dell'acqua
è inversamente proporzionale
al diametro dei pori del
materiale da costruzione
usato.

Il contenuto dell'acqua
trattenuta per capillarità può
infatti raggiungere e superare,
in materiali molto igroscopici,
come le malte e la
maggioranza dei materiali da
costruzione, il 30% del volume.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità da risalita
L’umidità da presenza di acque
disperse è dovuta a precipitazioni
atmosferiche che impregnano il terreno in
assenza di un corretto sistema di raccolta
e smaltimento.

Può essere inoltre causata dai perdite di


fognature, acquedotti, pozzi, che
provocano imbibizioni del terreno a
contatto con la fondazione.

Le caratteristiche orografiche, geologiche


e di sistemazione esterna degli edifici
possono favorire il ristagno in
corrispondenza delle pareti perimetrali,
come avviene in muri realizzati su terreni
in pendenza o poco drenanti, attraverso
cui l’umidità risale dal livello di terra
anziché da quello fondale. 10
I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità da risalita
In caso di umidità da presenza da acque di falda:

 l’umidità è distribuita uniformemente nello spessore della muratura;

 raggiunge delle altezze di risalita che rimangono costanti nel tempo;

 la massima altezza di manifesta nelle zone orientate a NE.

In caso di umidità da presenza da acque disperse:

 le manifestazioni sono localizzate su un solo lato dell’edificio o su un


gruppo limitato di edifici contigui;

 presenta oscillazioni annue del fronte di risalita.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità da risalita
In ogni caso, quale sia l’origine
dell’umidità per capillarità, essa
avviene solo con il contemporaneo
verificarsi di due condizioni:
 l’imbibizione o la totale
immersione della base muraria (in
caso contrario, l’umidità presente
nelle strutture di sposterebbe per
gravità verso il basso, non essendo
sostenuta alla base da una colonna
capillare alimentata dalla zona
sottostante) e
 l’attivazione di una buona potenza
di adescamento legata alle
caratteristiche costruttive della
fabbrica.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità da risalita

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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità di costruzione
Umidità di costruzione – le problematiche
legate all’umidità da costruzione sono
presenti anche in edifici molto antichi con
muri molto spessi.
Si verifica nella struttura durante e
immediatamente dopo i lavori di
costruzione o ristrutturazione, per
presenza di acqua nella preparazione a
umido dei materiale edili e alla sua
evaporazione durante le fasi di
consolidamento, e quindi per insufficiente
prosciugamento dei muri.
Fattori favorevoli ad un aumento della
velocità di prosciugamento sono
innanzitutto, una buona esposizione
solare, la stagione estiva, un razionale e
dimensionato riscaldamento artificiale,
nonché un sufficiente lasso di tempo libero
prima dell' occupazione.
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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità da infiltrazione
Umidità da infiltrazione – nelle
vecchie costruzioni, specie in quelle
in stato di avanzata fatiscenza, è
possibile riscontrare quasi sempre
umidità nelle murature, derivante
da infiltrazioni di acqua di
origine meteorica.
L’acqua meteorica penetra
orizzontalmente nel muro grazie alla
pressione del vento ed alla
capillarità del materiale. Il vento
quindi porta la pioggia a contatto
con le pareti, ma la penetrazione è
dovuta principalmente
all'assorbimento per capillarità e
al successivo raffreddamento della
struttura.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità da infiltrazione
Quest’ultimo sarà tanto maggiore
quanto più velocemente avverrà
l’evaporazione dell’acqua che avrà
bagnato la superficie muraria
esterna.

Gli effetti di quest’evaporazione


esporranno la superficie interna
del muro al rischio di un
concomitante fenomeno di
condensazione, nel caso che si
raggiunga il punto di rugiada
(ossia la temperatura in cui il
vapore contenuto nell’aria
raggiunge lo stato liquido).

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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità da infiltrazione
La penetrazione può avvenire inoltre
attraverso i tetti, quasi sempre
deformati nelle loro falde per i dissesti e
la degradazione dell'ossatura portante
in legname, oltre alla fatiscenza del
manto impermeabile (tegole rotte e fuori
posto)

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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità da infiltrazione
Un'altra causa frequente di
infiltrazione risiede nelle soluzioni di
continuità delle superfici
orizzontali (fessurazioni e nei dissesti
in genere), quali ad esempio le cornici, i
marcapiani, le soglie e i timpani delle
porte e delle finestre, elementi
realizzati in genere in pietra da taglio e
che lasciano penetrare l'acqua per
rotture dovute a movimenti della
costruzione o per fatiscenza dei giunti e
degli allettamenti di malta.

La presenza d’acqua sulle superfici


murarie esterne può essere dovuta
infine ad azioni di rimbalzo della
pioggia sui basamenti delle fabbriche.
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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità da infiltrazione

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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità per condensazione
Umidità per condensazione – si rileva quando l’acqua presente nell’aria,
sotto forma di vapore, si condensa.

Infatti, l'ambiente atmosferico che circonda un edificio contiene una


certa quantità di acqua per cui, trascorso un certo tempo
dall'ultimazione dei lavori, si stabilisce un equilibrio tra il contenuto di
acqua nelle murature e quello dell'aria circostante.

L'atmosfera ad una certa temperatura, contiene una certa quantità di


acqua che, generalmente, è espressa come percentuale rispetto alla
quantità (100%) che satura l'aria alla medesima temperatura.

Più l'aria è umida, ad una determinata temperatura, e più facilmente si


raggiunge il grado di saturazione (condensazione) cioè il grado
igrometrico corrispondente al 100%, con l'abbassarsi della temperatura
ambiente.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Cause ricorrenti: umidità per condensazione
E’ chiaro che, in un ambiente
umido e in condizioni di scarsa
ventilazione, si raggiungerà più
facilmente la temperatura di
condensazione specialmente nelle
pareti esposte al nord o
scarsamente soleggiate.

L’ambiente che circonda l’edificio


ha quindi un ruolo fondamentale.

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I problemi di umidità negli edifici storici
gli effetti
Indipendentemente dalle cause che
originano il fenomeno della presenza
di umidità, sono quasi sempre
riscontrabili i seguenti effetti:

1. Erosioni, sfarinamenti,
efflorescenze saline;

2. Rigonfiamenti e distacchi degli


intonaci di finitura e sottofondo;

3. Muffe;

4. Abbassamento del potere isolante


delle murature;

5. Insalubrità dei locali.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Impostazione della diagnostica: la
ricognizione visiva
Non sempre è facile comprendere quali siano
le cause dell’umidità: per una corretta
diagnosi è necessario rifarsi all’impiego di
varie tecniche diagnostiche.

In ogni caso, si può ricorrere anche ad


indagini strumentali, sondaggi e
monitoraggi.

La ricerca storica, può dare utili


indicazioni, per esempio, facendo risalire
all’epoca esatta di comparsa dei fenomeni,
che possono essere messi in relazione a
specifici interventi sull’edificio o nel suo
intorno, o al contrario, certificando la
presenza fin dalle origini dell’edificio.
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I problemi di umidità negli edifici storici
Impostazione della diagnostica: la
ricognizione visiva
Per iniziare, può essere utile effettuare, in fase di ricognizione
diagnostica preliminare, una prima mappatura tematica, che illustri
la presenza di acqua nelle strutture, basata sull’osservazione visiva.

Appare importante acquisire e confrontare dati relativi all’edificio e al


sito e quindi:

• a materiali e tecniche costruttive, destinazione d’uso e modalità di


fruizione del bene, alla presenza di impianti di riscaldamento e/o
condizionamento, condizioni di manutenzione, ecc.;

• alle caratteristiche geografiche, orografiche, idrogeologiche, di


esposizione, della vegetazione, di manutenzione delle opere della
rete di distribuzione e di quella fognaria, degli edifici circostanti e
dei fenomeni rilevabili.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Impostazione della diagnostica: la
ricognizione visiva
Bisogna poi passare
all’identificazione dei fenomeni
visibili di alterazione e
degrado e quindi:
 alla presenza di acqua di
condensa sulle superfici;
 a variazioni dimensionali e
conseguenti deformazioni e
fessurazioni di elementi edilizi
(pavimenti, infissi, ecc,),
macchie e aloni, efflorescenze,
scagliature, erosioni e
disgregazioni dei materiali
lapidei, rigonfiamenti,
distacchi e disgregazioni degli
intonaci, degrado biologico.
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I problemi di umidità negli edifici storici
Impostazione della diagnostica: la
ricognizione visiva
Tutte queste patologie, sono riconducibili a meccanismi di degrado fisico-
meccanico e chimico-biologico, spesso non facilmente distinguibili:

Fenomeni di tipo disgregativo accompagnano il deterioramento delle


superfici in seguito a fenomeni di gelo e disgelo o di cristallizzazione dei
sali. Quando l'acqua si congela, come sappiamo, aumenta di volume
esercitando una forte pressione sulla superficie dei pori causando distacco di
parti superficiali, via via sempre più profonde, di materiale lapideo e di
legante.

Rigonfiamenti e distacchi della superficie intonacata possono essere


attribuiti alle pressioni esercitate sui materiali dalla formazione di
cristalli di sale o di ghiaccio o ancora alle sovrappressioni del vapore al
di sotto della finitura superficiale che, per insufficienti caratteristiche di
traspirabilità e permeabilità, ostacola la fuoriuscita del vapore stesso.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Impostazione della diagnostica: la
ricognizione visiva
La comparsa di macchie isolate
può essere dovuta ad infiltrazioni
d’acqua piovana che prediligono le
zone di discontinuità nelle pareti,
o più frequentemente, in
copertura.
Aloni e macchie isolate possono
essere inoltre ricondotti a
fenomeni di condensa o alla
presenza di sali igroscopici.
L'umidità in concorso con altri
composti di natura chimica o
organica presenti nelle murature,
nell'atmosfera o nel sottosuolo,
conduce alla formazione di
macchie o di efflorescenze.
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I problemi di umidità negli edifici storici
Impostazione della diagnostica: la
ricognizione visiva
E’ infine possibile ipotizzare la causa
dell’umidità di risalita che può essere
alimentata o da acqua dispersa
accidentalmente nel terreno o dalla
falda freatica:
•nel primo caso l'edificio può
manifestare danni notevoli ed è
difficile individuarne la provenienza.
Di solito però questi si localizzano in
una parte specifica (su un solo lato,
ad esempio) o in un gruppo di
edifici vicini, in cui siano state
impiegate le stesse tecnologie
costruttive ed i medesimi materiali.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Impostazione della diagnostica: la
ricognizione visiva
Normalmente si tratta di perdite di fognature, acquedotti, pozzi, acqua
piovana raccolta in modo inadeguato, che provocano imbibizioni del
terreno a contatto con le murature di fondazione.

In casi del genere bisogna effettuare delle indagini specifiche,


effettuando degli scavi intorno al perimetro della muratura umida,
controllando i pozzi, le cisterne e le fognature vicine in modo da
rilevarne eventuali perdite, e/o verificando che le acque meteoriche
siano convogliate in modo opportuno.

•A parità di altre condizioni, presenta valori maggiori lungo i muri


perimetrali.

• L’altezza di risalita presenta spesso oscillazione annua.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Impostazione della diagnostica: la
ricognizione visiva
Per quanto riguarda il secondo caso, è noto che l'acqua piovana penetra
facilmente nel terreno permeabile andando in profondità; se incontra
uno strato impermeabile come un banco di argilla satura, si accumula,
formando una specie di "fiume sotterraneo", detto falda freatica.

Quando la falda freatica non ha profondità eccessiva e incontra un


terreno meno permeabile di quello attraverso il quale è discesa, come un
terreno argilloso, può risalire.

•In questo caso, l’umidità attacca l’edificio in tutta la sua estensione con
perfetta uniformità.

•L’altezza di risalita è pressoché uniforme. I valori più elevati si


rilevano nell’esposizione N - NE e nei muri interni, meno ventilati
rispetto a quelli perimetrali.

L’altezza di risalita presenta oscillazioni trascurabili, dovute in



generale a variazioni cicliche stagionali, del livello della falda. 30
I problemi di umidità negli edifici storici
Impostazione della diagnostica: la
ricognizione visiva
Per distinguere i fenomeni di umidità di risalita da quelli di condensa,
occorre innanzitutto confrontare le soglie di evaporazione sui muri
interni e su quelli esterni dell’edificio:

 se i due livelli sono paragonabili, si è in presenza di umidità


ascendente;

 se le murature interne mostrano livelli superiori a quelle esterne,


dopo aver considerato il contributo offerto all’evaporazione dalla
ventilazione, in grado di abbassare il livello della risalita dall’esterno, è
in qualche modo ipotizzabile un concomitante fenomeno di condensa.

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I problemi di umidità negli edifici storici
La diagnosi strumentale
La diagnosi strumentale dei problemi di
umidità può avere come obiettivo la
caratterizzazione termica e igrometrica
delle strutture e dell’ambiente o lo studio
dei meccanismi di degrado di tipo
biologico e fisico-chimico.

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I problemi di umidità negli edifici storici
La diagnosi strumentale

Si possono utilizzare metodi di misura di tipo indiretti, che permettono


di conoscere con buona approssimazione il contenuto d’umidità di
materiali e strutture in relazione alle variazioni subite dalle proprietà
elettriche e elettromagnetiche.

Queste vengono espresse dalla resistenza elettrica (metodo


conduttimetrico), dalla capacità elettrica (metodo capacitivo),
dall’assorbimento delle onde elettromagnetiche (metodo a microonde)
e dalle proprietà termiche (termografia e metodo termico).

Tutti questi metodi di misura, non sono dannosi per la struttura.

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I problemi di umidità negli edifici storici
La diagnosi strumentale
Gli strumenti a capacità elettrica sono
influenzabili dalla presenza di sali solubili e
pertanto consentono una prima
identificazione, solo di natura qualitativa,
delle parti umide.

In maniera analoga, l’indagine


termografica consente solo una
differenziazione tra zone fredde e umide
della parete.

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I problemi di umidità negli edifici storici
La diagnosi strumentale
Esistono poi metodi di misura di tipo diretto, quali il metodo
ponderale e quello al carburo di calcio che permettono di determinare
con maggiore precisione il contenuto d’acqua presente all’interno delle
strutture e dei materiali.

Attraverso tecniche d’indagine puntuali e reiterare misurazioni, è


possibile ricostruire l’andamento sul piano murario delle masse d’acqua
presenti all’interno delle murature, e quindi renderle graficamente sugli
elaborati di rilievo, attraverso la costruzione delle isometriche.

La rappresentazione della distribuzione dell’acqua sul piano della


sezione muraria, può essere realizzata tramite l’elaborazione di appositi
diagrammi diagnostici.

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I problemi di umidità negli edifici storici
La diagnosi strumentale
Una precisione maggiore, è possibile
ottenerla tramite prove di
laboratorio, utilizzando, previo
campionamento, metodi nucleari
(attenuazione dei raggi gamma,
radiografia neutronica NR, metodo
della risonanza magnetica nucleare
NMR) e misure spettrofotometriche.

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I problemi di umidità negli edifici storici
La diagnosi strumentale
Si procede alla caratterizzazione dell’ambiente interno ed esterno ai fini
della diagnosi dell’umidità, attraverso la misurazione dei parametri
termo igrometrici con strumenti comuni quali (barometri, psicrometri,
igrometri, termometri a contatto o non, termoigrometri), o tramite
opportuni monitoraggi microclimatici.

Questi ultimi si avvalgono di strumenti che registrano i valori rilevati


su carta come i barografi o i termoigrografi oppure più recentemente di
sistemi elettronici di acquisizione automatica, registrazione e controllo
dei dati.

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I problemi di umidità negli edifici storici
La diagnosi strumentale
Infine, si può analizzare il percorso dell’acqua nelle strutture
utilizzando le interazioni dei componenti edilizi con l’ambiente interno
ed esterno, dal punto di vista delle trasformazioni termodinamiche
subite dal sistema ambiente-manufatto.

E’ possibile ricorrere a:

• monitoraggio ambientale,

• indagini microclimatiche e termografiche.

E ciò al fine al fine di evidenziare le situazioni a rischio per la


conservazione delle strutture e/o opere d’arte, a causa degli scambi
termoigrometrici che avvengono fra aria-ambiente, l’aria esterna e il
manufatto e che si concentrano sulle superfici delle strutture e delle
opere d’arte stesse.

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I problemi di umidità negli edifici storici
La diagnosi strumentale
L’indagine microclimatica consiste
nella misurazione con continuità nello
spazio e nel tempo dei parametri
microclimatici.

Essa presuppone l’elaborazione di un


progetto apposito in cui sono indicati
vari parametri tra cui la localizzazione
nell’edificio oggetto d’indagine di punti
di misura fissi a cui possono essere
aggiunte ulteriori misure spot di T e
UR dell’aria effettuate in altre zone.

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I problemi di umidità negli edifici storici
La diagnosi strumentale
L’indagine microclimatica può essere
poi integrata da un rilievo
termografico basato sulle proprietà
fisiche della luce che, attraversando
corpi a temperature diverse,
distribuisce i colori dello spettro in
maniera differente.

Si definisce allora una scala cromatica


di riferimento che relaziona i colori e
le temperature consentendo una
rapida lettura e interpretazione dei
risultati.

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I problemi di umidità negli edifici storici
La diagnosi strumentale
Questo metodo, tramite l’individuazione di zone termicamente
omogenee, caratterizzate da diversi valori del flusso evaporativo, dà
informazioni qualitative sull’origine dell’umidità

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LABORATORIO DI RESTAURO
ARCHITETTONICO
Docente : Antonella VERSACI
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LEZIONE 5
LINEE GUIDA E ASPETTI TECNICO
METODOLOGICI:
I problemi di umidità negli edifici storici
b. gli interventi
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento
Al fine di poter procedere
all’eliminazione dell’umidità negli
edifici storici, è innanzitutto opportuno
coordinare la diagnosi con le possibili fasi
di intervento.

Il risanamento non è da considerare,


infatti, come una pura sequenza di atti
meccanici ma piuttosto come un processo
unitario, in cui ogni azione dipende dagli
esiti della precedente.

Seppur la fase della diagnosi sia


fondamentale, non sempre è possibile
procedere da manuale: per carenza di
risorse economiche, di tempo o ancora per
una certa diffusa ignoranza e
superficialità dei tecnici preposti, portati
ad agire senza aver sufficientemente
indagato creando cosi danni irreversibili.
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I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento
Una corretta ed approfondita
diagnostica deve tenere conto, delle
caratteristiche specifiche dell’edificio
e del contesto.
Individuate le cause delle patologie in
atto è poi possibile capire se queste
possono essere eliminate in maniera
definitiva o se vanno combattute in
maniera indiretta, mirando al
contenimento dei danni e
soprattutto, tenendo costantemente
sotto controllo l’ambiente e le sue
strutture.
Spesso è possibile agire effettuando
una semplice manutenzione, altre
volte con interventi accompagnati da
monitoraggi e manutenzioni.
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I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento
Per giudicare l’efficacia di una determinata procedura, è
indispensabile valutare :
 la compatibilità dell’intervento in relazione ai materiali ed alle
strutture;
 il grado di invasività;
 il livello di reversibilità;
 i tempi di esecuzione e i costi;
 la reale efficacia in rapporto alla patologia che si vuole
combattere;
 la durata nel tempo;
 le opere di manutenzione richieste.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento
Eseguito il trattamento, si passa
al controllo dell’efficacia nel
tempo e della eventuale
programmazione manutentiva,
in modo da rendere quanto più
duraturi possibile, i risultati
ottenuti.
E’ importante ribadire
l’indispensabilità della
manutenzione, da effettuarsi a
scadenze prestabilite, di certo
più efficace di un intervento
effettuato d’urgenza dai costi più
elevati e dal maggiore impatto.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento
Le principali tecniche di intervento possono essere ricondotte a tre
filosofie:

 sistemi di sbarramento nei confronti della risalita capillare


all'interno della parete = metodo meccanico del “scuci e cuci”, del
“tagliamuro”; metodo chimico mediante l’immissione in parete di
formulati chimici liquidi;

 sistemi di allontanamento dell'acqua dalla parete = riguardano


le sole pareti perimetrali e tendono ad escludere il contatto muratura-
acqua mediante la realizzazione di drenaggi, intercapedini, vespai
aerati, ecc.;

 sistemi di evacuazione dell'acqua contenuta nella parete = si


incrementa la capacità evaporativa delle superfici esterne mediante
l’impiego di intonaci macroporosi.

47
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento
E’ necessario ribadire che si
tratta di una esemplificazione di
un fenomeno molto più
complesso, il cui fine è quello di
mostrare un panorama delle
modalità operative più
comuni, che spesso necessitano
di essere tra di loro coordinate o
studiate e riviste caso per caso.

Di seguito si elencheranno quelle


maggiormente utilizzate,
classificate in relazione al tipo di
patologie che si propongono di
risolvere.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico
Risanamento da umidità
ascendente

Metodi meccanici

Una tipologia di intervento radicale,


è quella basata su sistemi di
sbarramento orizzontale alla risalita
dell’acqua nel muro.

Essi si basano sul principio di


evitare la risalita capillare
realizzando un taglio nella parete.

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I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico

Il sistema del taglio meccanico della


muratura ha origini antiche e nelle
prime realizzazioni sperimentate su
edifici veneziani prevedeva un
procedimento manuale di "cuci e
scuci" consistente nella sostituzione
del materiale poroso umido con
materiale anticapillare, quali lamine
di piombo, lungo l'intero basamento
dell'edificio.

Tale metodologia è stata riproposta,


riveduta e corretta negli anni ‘60 da
Giovanni Massari.

50
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico
L'intervento è laborioso e oneroso e
risulta realizzabile solo in murature
regolari di spessore limitato.
Il taglio viene effettuato con varie
modalità, che si differenziano:
 per l’attrezzatura utilizzata
(macchina con lama a catena dentata,
sega circolare, filo diamantato,
carotatrice, disco diamantato);
 per il tipo d’impermeabilizzante
inserito.
In ogni caso, preliminarmente ad ogni
operazione, è necessario rimuovere
l’intonaco nella zona del taglio,
solitamente effettuato a circa 10-15 cm
dal suolo e comunque quanto più
possibile alla base del muro.

51
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico

Si esegue poi il taglio orizzontale del muro


per tutto il suo spessore e in fasi consequenziali,
ovvero per tratti consecutivi alti circa 1 cm e
lunghi fra i 20 e i 200 cm; una successiva
pulitura ad aria compressa o getti di acqua
permette infine di migliorare l’adesione
dell’impasto che verrà in seguito inserito.

Per l’impermeabilizzazione si utilizzano fogli di


resina, vetroresina, polietilene o polipropilene,
inseriti nella cavità e poi fissati tramite malte
additivate con agenti antiritiro oppure profilati
in PVC inseriti nell’impasto ancora fresco con cui
si è precedentemente saturata la zona del taglio.

52
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico

Questa tecnica presenta parecchie


controindicazioni; è invasiva e può
determinare problemi di natura statica.

Si creano infatti punti di cerniera


alla base della fabbrica, con
conseguenti possibili fenomeni di
scorrimento.

Per ridurre i rischi strutturali, è


opportuno cercare di ripristinare
quanto più possibile la continuità
della struttura muraria e la sua
capacità resistente a sforzi normali e di
taglio, curando soprattutto il
riempimento dei giunti.

53
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico

Una fase importante è quella della zeppatura che


viene effettuata in entrambi i lati della muratura e
con particolare attenzione nei punti nevralgici della
struttura: angoli, spallature, sottofinestre e nei
punti più critici e di massima spinta strutturale
dell' edificio.
Consiste nell'inserimento, sempre a pressione, di
zeppe di ancoraggio di materiale plastico. Tali
zeppe sono dotate di fori con canale di inserimento
per la malta ed hanno la triplice funzione di
comprimerla, di incastrare definitivamente il foglio
isolante nel taglio e di dare la stabilità
momentanea alla muratura in attesa della
completa essicazione.
Si passa poi alla sigillatura e al rifacimento
dell’intonaco nelle pareti superiori al taglio
utilizzando malte additivate, areoplastiche e
traspiranti.
54
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico

55
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico.
Esempi: Villa Medici a Roma
Il sistema TAGLIA-MURO UMIBLOK S
Il risanamento di Galleria del Bosco – Villa Medici.
L’edificio era interessato da gravi fenomeni di umidità di risalita capillare.
È stato sottoposto ad intervento di risanamento realizzato con il taglio
meccanico della muratura e inserimento di elementi in pvc.

56
Stato dell’edificio prima e dopo l’intervento
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico.
Esempi: Villa Medici a Roma

Fase 1 - Taglio meccanico


della muratura in senso
orizzontale per tutto il suo
spessore.
Il piano di taglio è posto al di
sopra della pavimentazione
interna od esterna con
possibilità di avanzamento
longitudinale ridottissimo, in
quanto il modulo del
profilato è di solo 11 cm. di
larghezza
.

57
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico.
Esempi: Villa Medici a Roma

Fase 2 - Lavaggio mediante


spruzzatura di acqua per
eliminare tutti i residui
all'interno del taglio.

58
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico.
Esempi: Villa Medici a Roma

Fase 3 - Iniezione di miscela


cementizia a completa
saturazione all'interno del
taglio eseguita con pompa.

La miscela cementizia è
additivata con idonei prodotti
per garantire la stabilità
volumetrica escludendo ogni
possibilità di assestamenti
dovuti al taglio.
.

59
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico.
Esempi: Villa Medici a Roma

Fase 4 - Inserimento
progressivo del profilato nel
taglio saturo di miscela
cementizia.
.

60
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico.
Esempi: Villa Medici a Roma

Fase 5 - Inserimento giunto


d'angolo per garantire la
perfetta continuità di
impermeabilizzazione alla
base della muratura.

61
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico.
Esempi: l’Auberge de Castille a Malta

Il risanamento dell’ Auberge de Castille, La Valletta, Malta

62
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico
Il metodo Massari

Questo metodo consiste nell'inserire uno strato non adescante nella muratura
con una tecnologia capace di ridurre al minimo lo spessore dello strato in modo
da evitare di rompere il muro e di avere poi le conseguenze di rilassamento della
muratura
Si fanno una serie di fori (detti fori di PRIMA SERIE) e una seconda serie (fori di
SECONDA SERIE)
Il taglio viene eseguito con una successione alternata di asole che attraversano
completamente la muratura (larghezza del fronte variabile tra 40 e 70 cm)

63
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico
Il metodo Massari
Le asole sono attuate con
perforazioni parzialmente
sovrapposte realizzate con
carotatrice a carotiere
diamantato.

Con questo sistema possono


essere tagliate murature di
notevole spessore, fino a 5
metri.

La macchina opera senza


trasmettere vibrazioni alla
fabbrica.

64
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico
Il metodo Massari

Effettuato il taglio nella


muratura, si dispone una
vaschetta con della resina che
viene fatta colare nella
muratura.

Quando questa inizia a


polimerizzare si taglia la resina
che è rimasta fuori dal taglio
del muro e si lascia finire di
polimerizzare.

Una volta ultimato questo


processo, si può passare a
cantierizzare un altro pezzo
della muratura.
65
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico
Il metodo Massari

Per questo tipo di intervento è quindi fondamentale la scelta della


resina, che deve rispondere e garantire determinate caratteristiche,
ovvero:
 non adescante;
 buona resistenza a compressione, superiore a quella del muro su cui
si va ad intervenire;
buona fluidità per penetrare in tutti i fori del muro e distribuirsi
uniformemente;
 stabile chimicamente all'acqua (poiché comunque verrà a contatto con
le risalite capillari).
La resina, inoltre, non deve neanche essere intonacata, perché
altrimenti l'intonaco stesso fungerà da ponte per la risalita dell'acqua.
66
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico
Il metodo Massari

Tale procedimento può essere utilizzato con


buoni risultati nelle murature in tufo ad una
o più teste, mentre comporta dei problemi
nelle murature in pietra a doppio paramento
con nucleo intercluso in materiale incoerente a
causa delle difficoltà esistenti nella fase di
carotatura dei fori.
Inoltre, si tratta di un intervento :
 oneroso, specialmente se il muro è molto
spesso. Per tale ragione viene limitato
all’architettura monumentale.
 invasivo: il taglio nella muratura crea una
soluzione di continuità tra la parte fondante e
la muratura in elevazione, con possibili
successivi inconvenienti di carattere statico per
la struttura.
67
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico
Il metodo Massari
Intervento (1968)
Affresco del Perugino
Convento di S. Maria Maddalena dei
Pazzi
Taglio a U con resina poliestere
Spessore muri 80 cm

68
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento

Soluzione alternativa

Realizzazione/inserimento di archetti in muratura (sempre non


adescante) nella muratura, con piedritti molto resistenti o di archi su
plinti di materiale impermeabile.

69
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il metodo Knapen

In passato veniva utilizzata


anche la tecnica dei sifoni
drenanti detta anche di
Knapen dal nome
dell’inventore che per primo li
sperimentò.

Essa era basata sull’idea di


asciugare le murature bagnate
aumentando l’aerazione e la
circolazione d’aria al loro
interno.

70
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: il taglio meccanico

Questa tecnica consisteva


nell'inserimento all'interno delle
muratura umida di particolari tubi
sifonanti nell’ordine di 4 o 5 per
metro lineare (frequenza dei fori di
circa 50 cm) che, aumentando
l'aerazione, facilitavano lo
smaltimento dell'umidità.
Si trattava di un sistema veloce e
economico. oggi è però considerato
inefficace ed è quindi in disuso.

71
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

Il metodo chimico
Tra le tecniche nate e consolidatesi in
questi ultimi anni contro l’umidità di
risalita nelle murature, la barriera
chimica è tra quelle che più è rimasta
fedele alle origini, con poche e chiare
indicazioni su cosa fare e come
applicare i prodotti e con una buona
affidabilità nella riuscita degli
interventi.
Il metodo si basa sul principio secondo
il quale l’altezza di risalita dell’acqua
lungo un capillare dipende dalla
tensione superficiale presente sulla
superficie del capillare stesso.

72
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

Il metodo chimico consiste nella


immissione all'interno della parete di
formulati chimici liquidi che
polimerizzano all’interno dei capillari
del materiale, impedendo così il
passaggio dell’acqua.
Le tecniche si diversificano in base a due
principi di azione:
 chiusura dei pori e dei capillari con
effetto occludente e consolidante, (resine
poliuretaniche ed epossidiche, silicati,
paraffine, lattice siliconato);
 riduzione del potere di assorbimento
dei capillari con effetto idrofobizzante
(resine siliconiche o derivati organici ed
inorganici del silicio di origine sintetica)
73
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

Si distinguono poi due procedimenti di


impregnazione:
 ad iniezione (con pressione);
 a lenta infusione (senza pressione).
La scelta è influenzata dalle caratteristiche
geometrico – materiche del muro e dalla
caratteristiche chimico – fisiche della
soluzione da iniettare.
L’iniezione a bassa pressione è preferibile
per murature coerenti e di notevole
spessore, che offrono maggior resistenza
alla penetrazione.
Mentre la trasfusione si usa per murature
poco coerenti che potrebbero essere
danneggiate dall’iniezione, seppure
effettata a bassa pressione.

74
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

I fluidi disciolti in solventi organici


devono preferibilmente essere
iniettati a pressione, per i tempi
di polimerizzazione rapidi.
Al contrario, quelli diluiti in acqua
possono essere immessi nella
muratura a lenta trasfusione in
quanto hanno tempi di
polimerizzazione lunghi.

75
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

La tecnica è basata sull’esecuzione di


una serie di fori circolari di piccolo
diametro, 10÷15 mm per i metodi a
pressione, più grandi fino circa a 30
mm per quelli a lenta diffusione, entro
cui viene iniettata la miscela idrofuga.

I fori vengono eseguiti ad una distanza


di circa 15 cm tra di loro e per una
profondità variabile con lo spessore
della muratura.

76
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

Per spessori murari inferiori a 50-60 cm, si interviene solitamente dal


lato esterno della costruzione a circa 20 cm dalla pavimentazione e la
profondità dei fori può raggiungere l’80% dello spessore del muro
Se lo spessore della struttura lo richiede, si opererà anche dall’interno
per completare l’effetto di impregnazione globale
L’inclinazione dei fori varia a seconda del metodo di immissione:
 per iniezioni a pressione i fori vanno realizzati con asse
perpendicolare alla superficie muraria
 se si usa il sistema a diffusione è possibile inclinarli di circa 20-30°,
rivolgendo verso i basso l’estremità interna. Le perforazioni vengono
eseguite all’interno dei letti di malta in presenza di mattoni poco
assorbenti; nel caso contrario si forano i laterizi

77
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

Sistema a iniezione

Dopo aver rimosso l’intonaco sino a 30-50


cm al di sopra della massima altezza di
risalita, si spazzola la muratura e si
riparano le fessure della malta

L’esecuzione dei fori avviene, se


necessario, dopo aver applicato un sottile
strato di intonaco, impermeabile e
traspirante

L’iniezione viene effettuata con un gruppo


di pompaggio munito di regolatori, per
mantenere la pressione compresa fra 0,5 e
7 atmosfere, secondo la porosità delle
murature
78
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

Sistema a diffusione

la prima operazione consiste nello


stabilire la quota dell’intervento, posta di
solito a circa 20 cm sopra il livello del
pavimento più alto.

Dopo aver controllato lo spessore del


muro si inizia a forare con interasse di 15
cm. Normalmente i fori vengono fatti per
tutto lo spessore del muro meno 5-8 cm.

79
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

Una volta realizzati i fori, si compone il


tubo diffusore a seconda della profondità
del foro e lo si inserisce nel muro.

Si stucca ogni bottiglia per evitare


l’eventuale fuoriuscita del liquido durante
la trasfusione. Poi si lascia asciugare lo
stucco prima di passare alla trasfusione

I trasfusori sono in genere composti da un


recipiente graduato, per il contenimento e
la misurazione del formulato, e da un tubo
iniettore dotato di gommini diffusori in
spugna sintetica.

80
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

Asciugate le sigillature, si procede


quindi alla trasfusione del liquido,
dosando la quantità di prodotto in base
allo spessore del muro.
Il formulato immerso nei recipienti
impiega poche ore per impregnare muri
molto porosi mentre per muri compatti
sono necessari alcuni giorni di
trattamento.
In ambienti ben aerati, la barriera è
operante già poche ore dopo il termine
dell’intervento. In locali scarsamente
ventilati o ricchi di umidità, i tempi di
polimerizzazione del formulato
aumentano e sono influenzati dallo
spessore della muratura e dall’umidità
relativa presente.

81
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

Il muro viene stonacato fino ad


un’altezza di 40-50 cm sopra la macchia
più alta. Se dopo questa operazione il
muro si presenta molto sconnesso viene
stabilizzato con un rinzaffo di sabbia di
cemento.

Infine si procede al ripristino


dell’intonaco.

82
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

A seconda della natura dei materiali componenti la muratura, può


richiedersi la necessità di sfalsare le altezze dei fori nel muro onde
ottenere una miglior distribuzione diffusiva del materiale impregnante.

Prima dell’esecuzione di un intervento è necessario verificare la


presenza di eventuali lesioni nascoste, entro le quali potrebbe
disperdersi il formulato chimico (strumenti termografici o georadar in
pareti sottili, oppure con sistemi di video endoscopia nelle murature più
spesse).

Come nel caso del taglio meccanico, data la sequenza piuttosto


ravvicinata dei fori, è buona norma condurre un’analisi preliminare sul
passaggio delle tubazioni all’interno della muratura.

83
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

Svantaggi:

 rimozione dell’intonaco fino ad 1,5


metri circa dalla base della muratura e
l’inefficacia del sistema con un muro
umido;

 in presenza di affreschi, l’uso delle


barriere può causare il rischio della
formazione di alterazioni cromatiche;

 durabilità limitata delle resine;

 difficoltà nell’intercettare tutto lo


spessore del muro.

84
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: metodi chimici

Vantaggi:
 le barriere chimiche possono essere
preferite al taglio meccanico perché
non interrompono la continuità
strutturale della fabbrica;
 in generale, costi contenuti, maggior
semplicità operativa, minore
distruttività;
 l’efficacia di entrambe le tecniche
deriva però dalla contemporanea
adozione di interventi ausiliari, volti a
migliorare l’evaporazione dell’umidità
residua nella muratura, per esempio
con la disposizione di intonaci aerati o
di altri tipi di finiture traspiranti, o la
realizzazione di opportuni
sbarramenti verticali.

85
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: gli intonaci aeranti

Un rimedio ai problemi connessi con l’umidità


muraria è certamente rappresentato dall’utilizzo
di intonaci macroporosi.

Esso non si basa sul presupposto finora osservato


di mirare all’intercettazione del flusso ascendente,
ma bensì si propone di incrementare la velocità
di evaporazione dell’acqua presente nella
parete.

Mentre l’intonaco tradizionale trattiene l’umidità


non consentendone l’adeguata evaporazione (a), la
struttura macroporosa dell’intonaco
deumidificante, ne assicura, al contrario, il
conveniente equilibrio igrometrico (b).

In altre parole l’intonaco macroporoso


deumidificante assorbe l’acqua dalla muratura
e ne favorisce l’evaporazione verso l’esterno. 86
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: gli intonaci aeranti

Questi intonaci sono generalmente costituiti da miscele di leganti


idraulici uniti ad inerti di natura calcarea o silicea, necessari per
la resistenza meccanica, miscelati con inerti leggeri (pozzolana, argilla
espansa, perlite, vetro estruso, sughero, ecc.) che incrementano la
porosità e quindi la permeabilità al vapore del sistema.

Vengono aggiunti inoltre additivi aeranti, che creano bolle d’aria


interne o idrofobizzanti.

Per essere efficace un intonaco macroporoso deve possedere


simultaneamente tre requisiti:

 avere un’elevata permeabilità al vapore;

 un basso coefficiente di assorbimento per capillarità;

 una buona resistenza agli effetti dell’umidità.

87
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: gli intonaci aeranti

Deve quindi avere una struttura reticolare composta da macro e


micropori:

 i primi perché aumentano la superficie di evaporazione e possono


immagazzinare i sali che si cristallizzano;

 gli altri, dotati di maggiore aspirazione capillare, perché aumentano il


trasporto della massa interna di acqua da prosciugare.

Tale tecnica risulta però davvero efficace solo se realizzata a regola


d’arte e se abbinata ad altri interventi.

Da soli infatti, gli intonaci macroporosi non sono sufficienti per


risolvere il problema della risalita capillare, mascherandone
spesso solo gli effetti.

88
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: gli intonaci aeranti

La stesura di un intonaco
macroporoso avviene in due strati,
previa la rimozione dell’intonaco
esistente e la pulitura della
superficie muraria da trattare.
 Il primo stato è costituito da un
rinzaffo spesso circa 2-4 cm,
contrassegnato da un elevato potere
capillare, accettabile resistenza
meccanica e buona porosità;
 Il secondo è il vero e proprio
intonaco da risanamento,
caratterizzato da una buona
traspirabilità al vapore e scarso
assorbimento capillare.

89
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento: gli intonaci aeranti

Se lo strato finale (intonachino,


pittura, ecc.) non è adeguatamente
traspirante gli effetti possono essere
disastrosi.

Per un intervento di qualità è


opportuno il costipamento della
malta o la disposizione di finiture
superficiali che ostacolino la
diffusione del vapore.

In alcuni casi è auspicabile la


deumidificazione degli ambienti.

90
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento contro umidità
ascendente
e condensa atmosferica
Le chiusure orizzontali di base sono
sovente affette da fenomeni di umidità da
risalita e da umidità da condensa.
L’umidità da risalita si manifesta in
presenza di eccessive infiltrazioni di
acque di superficie ed il fenomeno è
contemporaneo all’umidità da risalita
delle murature.
L’umidità da condensa si manifesta nei
casi in cui la chiusura orizzontale poggia
la sua fondazione direttamente sul
terreno, risentendo negativamente
dell’enorme inerzia termica del
sottosuolo.

91
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento contro umidità
ascendente
e condensa atmosferica
Il risanamento dall’umidità delle chiusure orizzontali di base avviene,
di prassi, con la formazione di vespai o la creazione di intercapedini
orizzontali e verticali.

L’intercapedine orizzontale consiste in uno spazio vuoto, asciutto e


coibentato in grado di evitare la risalita dell’umidità o la formazione di
condensa. La camera d’aria può essere realizzata in vari modi e risulta
più efficace se collegata con l’esterno tramite aperture perimetrali.

92
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento contro umidità ascendente
e condensa atmosferica: le intercapedini ventilate

La ventilazione dell’intercapedine
orizzontale può essere assicurata
praticando dei fori alla base delle
chiusure verticali esterne
dell’organismo edilizio che trovano
riscontro all’esterno in pozzetti isolati o
in intercapedini ventilate perimetrali

L’innesco dei movimento d’aria potrà


avvenire naturalmente posizionando le
prese d’aria su fronti a differente
esposizione o, meglio, collegando le
intercapedini orizzontali a camini.

93
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento contro umidità
ascendente e condensa atmosferica: i vespai

In alternativa può essere realizzato un


vespaio in pietrame assestato a mano
con massetto in calcestruzzo di
chiusura.

E’ importante che questo sia ventilato


e quindi è fondamentale che le pietre
siano di dimensione diverse e che
permettano all'aria di passare e
ventilare l'intercapedine stessa.

Una ottima soluzione, potrebbe essere


rappresentata dal porre le pietre del
vespaio a mano, o comunque lavorarci
in maniera da assestare il tutto in
maniera ottimale.
94
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento contro umidità
ascendente e condensa atmosferica: i vespai
Un sistema più evoluto del vespaio è il tavellonato, con muricci di
mattoni o cls di 15 cm di altezza circa, su cui si appoggia il tavellone.
Sul muriccio viene posto uno strato di impermeabilizzazione, mentre
sul tavellone viene gettato uno strato di cls.

95
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento contro umidità
ascendente e condensa atmosferica: i vespai

Lì dove queste intercapedini vengono realizzate in maniera efficace,


siano esse realizzate con il vespaio o con il tavellonato, insorgono
problemi di umidità da condensa perché la ventilazione non soltanto
blocca l'umidità di risalita, ma modifica la temperatura del solaio, che
si abbassa e quindi condensa.

Per evitare questo fenomeno, si pone uno strato coibente sopra il


getto di cls, che può essere realizzato con conglomerato magro di
argilla espansa. Sono da escludere altri prodotti quali lastre di
polistirene o pannelli di lana di vetro, poco compatibili con la
prevenzione degli impatti ambientali energetici.

Quando possibile, la sistemazione di un sistema di riscaldamento a


terra migliora le condizioni termo igrometriche generali e allontana
ulteriormente i pericoli derivanti dalla formazione di condensa.
96
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento contro umidità
ascendente e condensa atmosferica: i vespai
Vespai areati con casseri a perdere

Il solaio insiste su una struttura costituita


da tanti piastrini in calcestruzzo formati
dai casseri modulari, che legati uno con
l’altro vanno a formare un unico piano sul
quale si effettua un’unica gettata di
calcestruzzo.

Le chiusure delle file saranno realizzate


tramite opportuni casseri di chiusura con
un passo regolabile da 0 fino a 27,5 cm,
dandoci un consistente supporto nella
posa ed evitando al massimo i tagli.

97
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento contro umidità
ascendente e
condensa atmosferica: i vespai
Si va così a creare una struttura
portante separata da terra dai
pilastri e che con l’aggiunta di
una semplice rete elettrosaldata
può raggiungere portate fino a
1600kg/mq di carico accidentale.

Anche in questo caso il vespaio


avrà funzione drenante,
portante e di areazione.

98
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento da umidità ascendente e
condensa atmosferica: le intercapedini
La creazione di intercapedini o
vespai verticali consente invece di
eliminare il contatto diretto fra
paramento murario esterno e terreno
umido.

L’intercapedine costituisce un vano


vuoto in cui avviene l’evaporazione e,
se ricoperta, deve essere dotata di
griglie o canali di ventilazione, così
da facilitare la circolazione dell’aria
all’interno.

99
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento da umidità ascendente e
condensa atmosferica
Tra le più diffuse tecniche di realizzazione delle
tamponature, c’è quella che prevede due strati di
mattoni separati da un’intercapedine d’aria. Per
migliorare la resistenza termica di una parete
perimetrale esistente, si può intervenire su questa
intercapedine d’aria riempiendola con materiale
isolante.

Materiali :

 vermiculite, sughero, polistirene, vetro cellulare,


argilla espansa (materiale sciolto).

 materiale inizialmente liquido, come resina


poliuretanica, ureica (meno costosa della prima) o
formo-fenolica di spessore minimo di 3 cm.

 lastre rigide di materiale isolante (polistirene,


poliuretano, fibra minerale ecc). 100
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento da umidità ascendente
e condensa atmosferica
In alternativa di possono creare dei contromuri. Questo intervento
consiste nella realizzazione di muretti di piccola dimensione davanti
alla muratura umida, per eliminare nell'ambiente, tutti gli effetti
negativi legati all'evaporazione dell'acqua.

101
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento da umidità ascendente
e condensa atmosferica
Tipologia di contromuro descritto
da Vitruvio nel libro VI del De
Architettura

102
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento da umidità ascendente
e condensa atmosferica
Il metodo elettrosmotico
Tecnica utilizzata per la bonifica
dei terreni, è un procedimento che
consiste nel realizzare una specie di
pila voltaica tra muratura, acqua e
terreno, impiegando forze
elettrosmotiche dirette verso il
basso, in grado di contrastare le
forze capillari
Vengono praticati nella muratura
alcuni fori nei quali vengono
alloggiati gli elettrodi che vengono
a loro volta collegati con una corda
di rame continua, esterna alla
muratura, collegata a sua volta con
prese di terra
103
I problemi di umidità negli edifici storici
Le tecniche di intervento da umidità ascendente
e condensa atmosferica
L’elettrosmosi può essere di tipo
attivo, alimentando il circuito con
corrente elettrica continua a bassa
tensione, o del tipo passivo, sfruttando
la differenza di concentrazione salina
esistente tra l’acqua nella muratura e
l’acqua presente nel terreno.

Anche per questo metodo esistono


numerose riserve in quanto non risulta
alcuna seria evidenza scientifica del
meccanismo che porterebbe alla
riduzione dell’umidità.

104
BIBLIOGRAFIA
CARBONARA Giovanni, Avvicinamento al Restauro, Teoria, storia, monumenti, Liguori,
Napoli 1997

CATERINA, Gabriella, Tecnologia del recupero edilizio, UTET, Torino, 1989

FIORANI, Donatella (a cura di), Restauro e tecnologie in architettura, Carocci, Roma,


2009

norma UNI 11182:2006

Normal 1/88

http://www.uni.com/uni/controller/it/normazione/commissioni_tecniche/beni_culturali.htm
.

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