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ARTEMISIA COME RIMEDIO CONTRO LA MALARIA

Indice
 Generalità
 Caratteri Botanici
 Esigenze ambientali
 Teniche Colturali
 Miglioramento genetico
 Raccolta e utilizzazione
 Metodi di estrazione dei principi attivi
Generalità
Artemisia è un dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, conta quasi 400 speci
di qui due sono stati riconoscuiti delle proprietà antimalarica: Artemisia annua e Artemisia Afra.
In natura, queste speci son diffuse nelle regioni temperate e subtropicali del mondo, ma
soprattutto nel continente asiatico poiché è originaria della Cina. Si sviluppa anche nell'Europa
centrale e meridionale, nel Nord America.
Secondo la mitologia greca il nome Artemisia deriva da Artemis, dea della natuara e della
caccia.
Artemisia è nota fin dall'antichità per diverse e numerose proprietà curative. Nel testo sulla
farmacopea tradizionale cinese "Rimedi per 52 malattie", testo rinvenuto a Changsa (prov.
Hunan) nella tomba di Mawangdui Han. In questo testo l'artemisia (A. annua) veniva indicata
come rimedio anti-emorroidario. Successivamente nel 340 d.C., la stessa specie viene
menzionata in un secondo testo della sinno-farmacopea tradizionale redatto da GeHong:
"Manuale delle prescrizioni per terapie di urgenza". In questo testo si illustravano le proprietà
curative degli estratti e degli infusi di A. annua contro la malaria.
La svolta si ebbe però ad inizio anni '70, sotto il governo di Mao, che diede ordine a tutti i settori
delle scienze sinniche di indagare approfonditamente sulle proprietà curative reali di svariate
piante note dalla tradizione cinese e tra queste anche le numerose specie del genere Artemisia.
Dallo screening (che oggi ammonta ad oltre 130 specie congeneri indagate) risultò che A. annua
possedeva effettivamente una potente azione antimalarica e pertanto si pervenne alla prima
identificazione ufficiale di azione anti-Plasmodium alternativa agli antibiotici ed al chinino:
l'artemisinina (qinghaosu).
Caratteri botanici
A. annua si presenta come pianta erbacea annua, nei climi temperati può raggiungere i 2 m di
altezza. La pianta può assumere un portamento monocaule (con branche alternate), oppure
cespuglioso (ramificazioni alla base).
Sono presenti sia foglie basali che cauline, sono disposte in modo alterme sul fusto. Quelle
inferiori sono picciolate; quelle superiori sono sub-sessili. L alamina fogliare dentata presenta
un colore verde scuro sulla pargina superiore e più chiara. Le foglie cauline sono
progressivamente più ridotte: i segmenti sono più stretti e la lamina (più breve) è meno
suddivisa. Alcune specie hanno la superficie punteggiata da ghiandole (Artemisia annua L. e
Artemisia abrotanum L.). Altre specie hanno il picciolo allargato alla base in due orecchiette
(Artemisia alba Turra e Artemisia campestris L.). La dimensione delle foglie va da una larghezza
di 2-10 cm, ad una lunghezza di 10-15 cm.
L'infiorescenza si trovano all’apice in genere di colore giallo è composta da piccoli capolini
peduncolati o sub-sessili a forma più o meno emisferica. I capolini sono raccolti in fiori
bisessuali (ermafroditi), circondati da fiori femminili (pistillati). Entrambi i tipi fiorali hanno una
corolla tubolare simpetala con margine penta lobato nei fiori bisessuali e bi-trilobato in quelli
femminili. Il ricettacolo è glabro ed ha forma triangolare. Anche tutti gli organi fiorali
contengono numerose cellule filamentose.
Le specie più conosciute sono: l'artemisia vulgaris, utilizzata per la preparazione di farmaci
naturali contro il mal di stomaco, e l'artemisia absinthium, che veniva impiegata nella
produzione dell'assenzio.
Il frutto è un achenio piccolissimo meno di 1 mm e di forma elicoidale (circa 12000 per
grammo).
Esigenze ambientali
Predilige i terreni franchi esposti a sud, ma si adatta anche in terreni argillosi. La pianta è poco
esigente nei riguardi dei fattori nutritivi. Alle nostre latitudini la specie ha un ciclo di crescita
primaverile-estivo e la fioritura avviene nella tarda estate. La pianta è moderatamente
resistente alle basse temperature e dissecca totalmente con le prime gelate.
Il fattore limitante della crescita è costituito dal fotoperiodismo. Infatti la durata del giorno di
12 ore accorcia il ciclo vegetativo ed induce la fioritura e questo spiega perché non è possibile
coltivare con successo questa pianta nei paesi equatoriali e subequatoriali mentre vegeta
rigogliosa nei nostri ambienti.
In natura l’artemisia annua viene generalmente attaccata dalle larve di lepidotteri
Tecniche colturali
L’artemisia come tante altre piante officinali, si presta bene a terreni marginali, cresce in
condizione climatiche difficili.
In Agricoltura preferisce terreni franco sabbiosi, è consigliato una lavorazione semi profonda
circa 15 cm, lavorazioni primari poco aggressive, aratro a disco, erpice a dente per non
rovesciare la zolla, e diminuire di conseguenza la sostanza organica. Si consiglia la baulatura:
operazione agricola che consiste a rialzare il letto di semina rendere il terreno più soffice e
facilitare la crescita radicale.
La minima lavorazione potrebbe essere un buon rimedio per ridurre i costi legati alla
preparazione del terreno. Inoltre, riduce il calpestamento del terreno stesso quindi sfavorisce
l’erosione per ruscellamento acquoso.
La semina primaverile estiva, generalmente viene essa avviene a spaglio, oppure trapiantate,
vista la ridottissima dimensione dei semi. Le piantine allo stadio di 2-4 foglie e alte circa 10 cm
vengono trapiantate in pieno campo utilizzando le comuni trapiantatrici. Sulla base di piante a
accrescimento paragonabile, sembra che una densità di circa 6 piante per mq rappresenti il
giusto compromesso per lo sviluppo della pianta e per l’accumulo del principio attivo.
Si consiglia una concimazione con dose lieve di azoto, dose troppe spinte favorisce un troppo
forte vigore vegetativo che incide poi sulla quantità di principi attivi. Mentre una concimazione
con fosforo e potassio aumenta la concentrazione in artemisina.
In genere non irrigua, l’artemisia è sensible a malattie fungine, del genere alternaria e mal
bianco. Se la semina avviene per fila, la configurazione del sesto d’impianto permette di lottare
meccanicamente contro le malerbe con una sarchiatura mecanica.
Miglioramento genetico
Il basso contenuto di artemisinina (max 0,5%) nei genotipi delle specie di Artemisia annua
coltivate nel recente passato in Europa ed in America è stato il principale fattore limitante per la
diffusione della coltura su ampie superfici. Negli ultimi anni il miglioramento genetico ha
portato ad un deciso incremento di artemisinina nelle parti aeree, infatti i genotipi oggi coltivati
a scopo sperimentale raggiungono un contenuto medio di 1,1 – 1,4% sulla sostanza secca della
parte aerea. Questo risultato abbinato ad una abbondante produzione di biomassa (20-25 t/ha
di prodotto secco) potrebbe rendere economicamente conveniente la coltura
Raccolta e utilizzazione
Il massimo contenuto di artemisinina nella pianta coincide col tempo balzamico ossia la fase in
cui abbiamo la massima concentrazione di principio attivo nella nostra coltura, a questo punto
si effettua la raccolta, Generalmente viene effettuata sfalciando le piante con una falciatrice,
che taglia la pianta a qualche centimetro dal colletto poi, le dispongono in andane, queste poi
sono poste ad essiccare in locale coperto e ventilato. Non esistono ad oggi macchine adatte alla
raccolta meccanizzata. Sarebbe importante poter raccogliere solo le foglie o le sommità apicali
che hanno una maggior concentrazione di artemisina e lasciare in campo la parte legnosa.
Nei Paesi in cui la mano d’opera non costituisce un costo elevato (Paesi Nord Africani, la Cina,
L’india, il Camerun…) la raccolta è esclusivamente manuale.
Metodi di estrazione dei principi attivi
L'artemisinina è un principio attivo estratto dall'artemisia annuale (Artemisia annua), più
precisamente dai tricomi ghiandolari della stessa. Il contenuto di artemisinina nelle
infiorescenze (% S.S.) è da 4 a 11 volte più elevato che nelle foglie. Non è presente
l’artemisinina nelle parti di pianta che non hanno ghiandole, quali polline o radici, e nei biotipi
senza ghiandole. Ma comunque le foglie rimangono più utilizzati per l’estrazione perché la loro
quantità permette l’ottenimento di allevate quantità di artemisina rispetto alla biomassa delle
infiorescenze che sono disponibili in quantità minore.
Nei Paesi Africani come il Camerun, l’artemisia viene coltivata per le sue proprietà
antimalarica.È una molecola con elevata complessità strutturale. Gli estratti della pianta
venivano precedentemente ottenuti per bollitura delle droghe in acqua; questo però rompeva il
debole legame O-O, modificando la molecola, con il risultato che gli estratti non mostravano
particolare efficacia perché ne contenevano quantità minime. A bassa temperatura si riesce a
ottenere la molecola senza rompere il legame e quindi estrare quantità significative di
artemisina.
L'olio essenziale di artemisia viene estratto per distillazione in corrente di vapore delle foglie e
delle sommità fiorite. Si ottiene un liquido giallo chiaro, con potente odore canforaceo dolce-
amaro, erbaceo. Si armonizza bene in miscela con muschio quercino, patchouli, rosmarino,
lavandino, pino, salvia, salvia sclarea e cedro. E' costituito da tuione, cineolo, pineni, estere.
Gli estratti di Artemisia annua ottenuti mediante estrazione in solvente acquoso sono
maggiormente antiossidanti di quelli ottenuti mediante estrazione in solvente idroalcolico e
alcolico. La forte presenza di composti flavonoidici spiega la prevalente azione antiossidante
degli estratti.
Gli estratti di Artemisia annua ottenuti mediante estrazione in solvente idroalcolico e alcolico
sono molto più antinfiammatori di quelli ottenuti mediante estrazione in solvente acquoso.
Metodi di estrazione
Gli oli essenziali di artemisia vengono estratti per distillazione in corrente di vapore, questa
tecnica sfrutta il vapore prodotto dalla bollitura dell’acqua che, passando attraverso la droga
posta nel distillatore, trascina con se le molecole aromatiche contenute nei tricomi. Queste
molecole sono molto leggere, di piccole dimensioni e quindi facilmente vaporizzabili. Il vapore
acqueo e le molecole volatili continuano il loro percorso passando all’interno di un
condensatore e ritornando entrambi allo stato liquido.
Per loro natura gli oli essenziali sono più leggeri dell’acqua e quindi galleggeranno sopra alla
cosiddetta acqua aromatica (il vapore ritornato liquido nel quale sono disperse micro gocce di
olio essenziale che ne conferiscono la profumazione tipica della pianta distillata). I due liquidi
essendo immiscibili tra loro sono facilmente separabili utilizzando un semplice imbuto
separatore.
Estrazione idroalcolica dell’artesinina, si ottiene mediante la macerazione della droga in un
solvente. Il solvente che viene più comunemente usato e` quello idroalcolico, composto cioè da
acqua ed alcool. L’estratto e` infatti ottenuto immergendo la pianta essiccata nel solvente che
ne dissolverà i principi attivi. La soluzione cosi` ricavata viene fatta evaporare fino alla
concentrazione desiderata, anche fino a completa scomparsa (estratto secco).
Bibiografia e sitografia
Bibiografia
Maglio, D. "Le colture alternative al tabacco nel Salento (Puglia) e nelle province campane di
Benevento e Salerno." Risultati finali del Progetto Co. Al. Ta. Tipografia Cooperate, Santa
Severa, Rome, Italy (2007)
Gairard, Pierre. "Artemisia et paludisme: une phytothérapie controversée." (2020): 159.
Sitografia
Metodo di estrazione: http://ilcorvoalchimista.blogspot.com/2017/05/come-fare-una-tintura-
estratto.html, visitata il 23/02/2021
Metodo di estrazione corrente di vapore https://www.chimica-online.it/download/estrazione-
con-solvente.htm, visitata il 23/02/2021
Generalità sull’aspetto agronomico https://www.cure-naturali.it/enciclopedia-naturale/rimedi-
naturali/erboristeria/artemisia.html, visitata il 23/02/2021
Tecniche colturali: https://www.agraria.org/coltivazionierbacee/artemisia.htm, visitato il
23/02/2021

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