Sei sulla pagina 1di 2

LA STATUARIA PRIMA DEL DORIFORO.

Alla fine delle guerre persiane ci fu un nuovo stile nella statuaria che consisteva in pose rilassate
ed un’espressione calma ovvero lo stile severo. Con questo aspetto non si voleva dare un aspetto
arcigno alle creazioni, ma sottolineava la scomparsa del sorriso e di nuove tecniche.
Nello stile severo notiamo:
- La testa piccola e sferica, rende il volto tondeggiante e il mento forte;
- La bocca è più piccola e le labbra sono più carnose;
- Le palpebre sono consistenti;
Le acconciature hanno principalmente ciocchi morbide arricciate e trecce attorno alla
testa.
- La massa muscolare è ben distribuita infatti le spalle sono più larghe per esprimere
potenza.
- L’arcata epigastrica è rilevata ed è ad arco di cerchio e non a V.
- Le gambe si assottigliano verso il ginocchio e le proporzioni sono più slanciate.
In questi mutamenti la statua ha una posa statica che sembra darle maggiore vitalità.
EFEBO DI KRITIOS è l'esempio più importante e fu creato intorno al 480 a.C., cioè poco prima che
Atene venisse saccheggiata dai Persiani. Il lieve movimento dell'anca è una delle principali
attitudini dell'Efebo. La scultura è arrivata fino a noi grazie alla pietà degli Ateniesi, che le
seppellirono. Questa statua è caratterizzata dalla rotazione della testa destra mettendo il peso
sulla gamba sinistra facendo sporgere il fianco verso l’esterno. La gamba destra è piegata facendo
portare la spalla destra più avanti di quella sinistra.
In questo periodo però il problema principale era quello della gravitazione e dell’equilibrio.
ZEUS DI CAPO ARTEMISIO. Una delle idee principali su di realizzare le statue in bronzo anche
perché non c‘era bisogno di sostegni esterni, poteva assorbire colpi esterni senza rompersi e
poteva avere patine diverse (stagno, piombo). Era chiamato così perché era stato ritrovato nei
fondali del mare di Capo Artemisio. Le braccia alzate ci fanno capire che il dio era colto nell’atto di
lanciare una folgore. Le gambe danno una sensazione di bilanciamento e nonostante le braccia
siamo aperte a croce, nel viso e nella muscolatura non si percepisce la tensione dell’azione.
Notiamo che gli occhi sono vuoti infatti probabilmente c’era un altro materiale e la statua
suggerisce che sia meglio essere ammirata frontalmente.
AURIGA DI DELFI. Fu celebrata per festeggiare la vittoria di Hieron nella corsa dei carri durante i
giochi pitici. L’Auriga indossa un chitone pieghettato su spalle e avambracci diventato più morbido
sul busto e dopo la cintura ci sono delle pieghe verticali che lasciano i piedi nudi. La testa era
composta da capelli lavorati finemente e da una benda. Gli occhi erano in pietra e vetro mentre le
labbra erano di rame. L’incurvamento all’indietro del busto ci fa capire che stava trattenendo i
cavalli ma allo stesso tempo c’è un movimento del busto che suscita naturalezza.
GIOVANE DI MOZIA. Questa statua fu scoperta nell’isola di Mozia, colonia di Cartagine. Fu trovata
vicino al tempio di Melqart e per questo si identificava il giovane come il dio Melqart. Il giovane si
trovava nell’atto di autoincoronarsi per la vittoria infatti il braccio destro era alzato. Prima c’erano
delle parti in bronzo e il giovane indossa un chitone di lino pieghettati. Visto che la veste aderisce
al corpo si vede che la gamba destra è levigata e il ginocchio è arrotondato. Il peso del corpo si
concentra sulla gamba sinistra mentre la destra è portata in avanti. Le4 spalle sono inclinate e la
testa è ruotata verso sinistra.

Potrebbero piacerti anche