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UNA RICCA SCOMMESSA

Una mosca mordente ronzava pigramente nel Giardino di Nurgle. Le spore fluttuavano nel miasma
dell’aria. I salici gementi sospiravano e l’erba arrugginita scricchiolava al passaggio dell’insetto, la
cui semplice mente era piena di pensieri riguardanti la lordura, il cibo e dove trovare entrambi. La
mosca mordente si fermò per un attimo su un arco di pietra che emergeva da una pozza di sozzura
ribollente. Scosse le ali, stridendo monotona mentre contribuiva generosamente alla mistura
disgustosa.
Si accesero delle luci color smeraldo, che fecero trasalire la mosca appena l’arco venne percorso di
energie sfrigolanti. Una montagna di carne emerse dal portale, qualcosa di grande simile a una
lumaca con un guscio viscido. Un artiglio contorto si allungò e afferrò l’insetto mentre provava a
volare via. Emise un ultimo strillo prima di essere gettata nelle fauci puzzolenti del daemon.
La mosca mordente esplose come un brufolo nella bocca di Horticulous e l’essere assunse un volto
contrariato.
‘Dannatamente vuota, che sfortuna’, mugugnò.

Mulch si immerse nel lago fetido, sospirando di sollievo quando la lordura gelida lo ricoprì. La
bestia guardò in maniera interrogativa Horticulous con uno degli occhi peduncolati.
‘Beh, non lo so, va bene?’ disse il daemon della peste seccato. ‘I morti hanno il loro ruolo nel ciclo,
questo è certo. Magari hanno solo dimenticato quale sia…’.
Mulch singhiozzò preoccupato, soffiando bolle di acqua sudicia dalla bocca.
‘Lo so, amico, non è bello’, disse Horticulous. ‘Queste cose fanno imbestialire il Nonno’.
Mulch immerse ancora di più la testa, finché solo gli occhi non guardarono sopra la superficie.
Gorgogliò tristemente.
‘Vero. Ecco di cosa abbiamo bisogno, e dobbiamo riuscirci’, disse Horticulous. Si ficcò due dita
contorte in bocca e fischiò in maniera cacofonica. Le sue mosche della peste gli sciamarono attorno
in una densa nube, solleticandogli la pelle coriacea con le zampe e le ali.
‘Va bene, ragazze, è giunto il momento di guadagnarsi da vivere’, disse il demone. ‘Non esisti da
tanto tempo senza avere fiuto quando qualcosa non va, e dopo ciò che è successo alle porte di
Zintalis, tutto ciò che sento è puzza di cenere. Andate nei reami e iniziate a indagare. Non mi importa
come o dove, allontanatevi il più possibile, poi tornate e raccontatemi cosa avete visto. Segni,
presagi, cadaveri deambulanti, qualunque cosa, voglio saperlo, ok?’.
Gli insetti risposero con un ronzio e un frullo di ali. Spiccarono il volo dal corpo di Horticulous
come una nuvola dispersa in tutte le direzioni, alla volta dei Realmgates corrotti che costellavano il
giardino di Nurgle.
Il Grande Coltivatore annuì compiaciuto, poi assestò un calcio a Mulch. ‘Ok, pelandrone, basta
ammollo. Quelle mosche ci metteranno un po’ a tornare, e scommetto che i Plaguebearers non hanno
potato bene i boccioli della peste. Forza, al lavoro’.
Mulch emise un altro lungo sospiro prima di emergere dalla melma con Horticulous appollaiato
pensieroso sul suo guscio.

Il tempo scorreva in maniera strana per Horticulous, sempre che lo notasse, turbinandogli attorno in
circoli fluidi in un momento, e denso come un fiume fangoso quello successivo. Ad ogni modo, il
Grande Coltivatore si sorprese dalla velocità con cui le mosche fecero ritorno. Aveva appena trovato
il tempo di rimproverare gli assistenti giardinieri, arare i campi infestati inferiori e curare i boccioli
rinsecchiti quando gli insetti cominciarono a fargli visita.
Gran parte portava notizie allarmanti, strani fenomeni o incontri sovrannaturali che avevano gettato
nel panico le bestiole. Alcuni dei piccoli famigli avevano le zampine tremanti e i corpi ingrigiti da
sterile cenere.
Altri non tornarono affatto.
Ascoltati tutti i racconti, la preoccupazione di Horticulous si fece più profonda. ‘Spettri e fantasmi,
segugi neri e presenze piangenti’, mugugnò a Mulch dopo un resoconto piuttosto vivido dal Regno
di Giada di Verdia. ‘Cattivi presagi e visioni ancora peggiori. Non si prospetta nulla di buono, fidati.
Credo sia giunto il momento di parlare con il Padre della Pioggia’.
Mulch ruttò in conferma e allungò le fauci languidamente verso il Nurgling ridacchiante che
pendeva dal bastone davanti al suo volto. La creaturina dondolò fino a portarsi fuori portata con una
serie di peti e tirò fuori la lingua. Grugnendo di disappunto, la lumaca si avviò per il giardino alla
volta dei pascoli pestilenti, l’ultima ubicazione conosciuta del potente Great Unclean One chiamato
Rotigus.
Horticulous udì il clangore della battaglia prima ancora di vedere il daemon. Scontri, urla e spruzzi
di lordura echeggiavano tra i tronchi di un bosco rinsecchito mentre Mulch si trascinava tra gli
alberi. Emergendo dalle fronde di quella foresta rumorosa, Horticulous batté sul muso di Mulch,
facendolo salire su una cresta di ossa che sovrastava i pascoli pestilenti.
Rilassandosi sulla sella masticando un pezzo di osso, Horticulous osservò Rotigus con interesse
professionale. Il suolo dei pascoli sottostanti era stato rivoltato da grandi schegge di cristallo blu
guizzanti di fiamme variopinte.
Horticulous riconobbe un segmento del Labirinto di Cristallo, il reame cangiante di Tzeentch che a
volte sconfinava nel prospero dominio di Nurgle. Da quella strana apertura si era riversata una marea
di daemons di Tzeentch, senza dubbio determinata ad annettere i pascoli del Dio della Peste al regno
del loro padrone.
I cumuli di ectoplasma marcio e di vibrante carne ricoperta di funghi disseminati per il campo di
battaglia dimostravano che Rotigus non era d’accordo. Mentre Horticulous guardava, il Great
Unclean One incappucciato guidò i suoi Plaguebearers in un’ultima carica rumorosa contro i resti
malmessi della schiera d’invasione. Rotigus sbalzava di lato gruppi di demoni caleidoscopici con
spazzate del bastone contorto. Li schiacciava sotto la sua massa imponente e vomitava fiumi di
sozzura dalla bocca spalancata nel ventre, affogando i servitori di Tzeentch e spegnendo i loro
fuochi sovrannaturali.
Infine, i pochi Horrors sopravvissuti si voltarono e saltellarono verso l’ingresso del tunnel. Rotigus
alzò il bastone e gridò parole che fecero tremare i daemons per la potenza grezza della fecondità
inarrestabile. Uno ad uno furono dilaniati dall’interno da crescite fungine, finché un nuova macchia
di funghi alti quanto alberi non si erse davanti all’entrata del Labirinto di Cristallo.

Soddisfatto dalla conclusione dello spettacolo, Horticulous esortò Mulch ad avanzare. Rotigus lo
vide arrivare, gli occhi nero pece sotto il cappuccio mefitico seguirono il Grande Coltivatore.
Lasciando i suoi soldati demoniaci a ridurre le schegge di cristallo in poltiglia, Rotigus andò
incontro a Horticulous. Il Great Unclean One si accosciò, torreggiando su Horticulous come una
montagna di carne ricoperta di mosche.
‘Hgh… Horticulous,’ disse, annuendo. La voce profonda di Rotigus era orribilmente gorgogliante,
il tipo di suono che farebbe una slavina di fango se potesse parlare. Pareva fosse costantemente
impegnato a trattenere conati di vomito, e melma nera gli colava dalle labbra in schizzi disgustosi.
Horticulous fece un cenno del capo in risposta, masticando con disinvoltura un osso.
‘Padre della Pioggia’, disse. ‘Bello spettacolo. Non possiamo lasciare che la feccia del Mutatore
dilaghi, eh?’
‘Cosa… ugh… vuoi, Slimux?’ chiese Rotigus. ‘Questa faccenda ha… hgh… già sprecato troppo del
mio tempo. Ci sono strade ancora da percorrere e doni da elargire. Sempre più… urgh… doni.’
‘Dove andrai?’ chiese Horticulous.
‘Ghg… Ghyran, se proprio vuoi saperlo’, rispose Rotigus. ‘Perché? Vuoi venire con me, piccolo
coltivatore?’
‘Forse’, annuì Horticulous. ‘Ma non in un luogo di così poca importanza.’
Le fauci nel ventre di Rotigus si scosse ed esplose in uno scroscio di risa, ma la sua vera
espressione era fissa in un broncio severo. Il muco colava lungo i molteplici menti rigonfi.
‘La Guerra della Vita è…hwugh… irrilevante per il grande Horticulous Slimux, dunque?’ chiese.
‘Sei troppo vecchio e saggio per la guerra del Nonno?’
‘La Guerra della Vita è una singola impresa, dalla quale gli interessi del Nonno si sono ramificati’,
disse Horticulous. ‘Perché credi mi abbia mandato a seminare? Tutti i reami devono sentire la sua
generosità, non solo uno. Lascia le ossessioni al Signore dei Teschi, ecco cosa dice, e io concordo.’
Rotigus si mosse viscidamente. Il suo petto emise un rombo profondo.
‘Sei a conoscenza di qualcosa, vero? Di cosa si… hugh… hgh… tratta?’
‘Ho visto cose, sentite dalle ali delle mosche, avvertito il puzzo delle tombe’, disse Horticulous.
‘Qualcosa di orribile è vicino, Padre della Pioggia. I morti si stanno alzando e, se ho ragione, il
ciclo è in pericolo.’
‘Se hai ragione’, rispose Rotigus. ‘E da dove soffiano questi… ugh… venti? Dove pensi di portare
il tuo destriero molle alla… suhgh… ricerca di risposte?’
‘Secondo te?’ chiese Horticulous. ‘Shyish. E non voglio andare da solo. Lascia che siano gli altri
stolti dagli occhi verminosi a invadere i praticelli di Alarielle. Se io e te guidassimo le Tallybands
nelle terre dei morti, e mettessimo fine a qualsiasi minaccia infeconda stia bollendo in pentola,
pensa a quanto il Nonno gorgoglierebbe di felicità.’
‘Un premio condiviso è un premio a metà’, disse Rotigus.
‘Hah!’ sbottò il Grande Coltivatore. ‘Allora facciamo una scommessa, ok? Chissà se le distese di
Shyish riusciranno a resistere ai tuoi generosi poteri e restare secche?’
‘Vince chi… ugh…scopre per primo la fonte delle tue preoccupazioni e la elimina’, disse Rotigus,
annuendo con l’enorme testa.
‘Affare fatto’, disse Horticulous.
‘E se le tue…ghg…paure si dimostrassero infondate, piccolo coltivatore, e avessi sprecato il mio
tempo?’ chiese Rotigus in tono minaccioso.
‘Non lo saranno e non lo farai’, disse Horticulous fissando con sicurezza le orbite nere di Rotigus.
Infine, il Great Unclean One emise un altro tuono gutturale e si voltò.
‘Squamglut, Mulgus’, gridò, attirando l’attenzione dei suoi ubbidienti Poxbringers.
‘Ghugh…adunate le Tallybands! Dirigiamoci al Realmgate Osso Rotto! Il Diluvio ha degli…
hgh… impegni nelle terre dei morti!’
Horticulous fece un gesto alle mosche sopravvissute, mandandole a chiamare a raccolta i suoi
seguaci. Sorrise fra sé e sé e succhiò l’ultimo midollo dell’osso che stava masticando. Due dei più
potenti demoni di Nurgle, e tutti coloro che li avrebbero seguiti in battaglia, formavano una forza
davvero prodigiosa. Quasi quasi gli dispiaceva per qualsiasi cosa si stesse destando nel Regno della
Morte…

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