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RIFLESSIONE SOCIALE SULLE RELIGIONI

La religione, la seconda metà degli anni ’60 fosse data come un residuo destinato a morire. In parte
l’avevano già predetto i classici (Marx che definiva la religione come l’oppio dei poveri,
Durkheim sulla fine del modo di credere, Weber..), era sempre più diffusa l’idea che la religione
era collegata al passato ma era destinata a sparire sotto l’uso potente del progredire della scienza. Le
risposte che la religione dava ad alcune domande le avrebbe date la scienza e sarebbe stata capace
di far uscire l’uomo dal periodo buio.
Anni ’70: vi furono degli eventi che misero in crisi la teoria della secolarizzazione (la teoria della
fine della religione).
1^ Evento: accadde nell’Iran 1979, paese molto ricco per il petrolio ed è governato dallo scià
Mohammad Reza Pahlavi (re, figura di comando) e aveva impostato un sistema di governo sul
modello occidentale e capitalistico. Nel 1979 Khomeini si mette alla guida di un forte movimento
che costringerà lo scià ad abbandonare l’Iran. Successivamente nell’Iran si stabilirà un regime
burocratico dove le leggi e le regole vengono stabilite a partire dalla Sharia (legge islamica).
La rivoluzione di Khomeini ha successo ed è costruita invece in nome del ritorno e del recupero
della tradizione islamica di quel popolo, ovvero al passato. Abbiamo un evento rivoluzionario, e
sarà come modello per altri paesi islamici.
2^ Evento: 1980, in Polonia nasce “Solidarnosc” un grande movimento sindacale, che diventa ben
presto movimento popolare che raccoglie al suo interno l’intera nazione polacca. Solidarnosc sarà
quel movimento che porterà la Polonia alla democrazia (primo paese del blocco sovietico ad
ottenere la democrazia). Il fatto che la Polonia diventa democratica, diventa lo stimolo per altri
Paesi.
Questo movimento dichiara di ispirarsi alla dottrina sociale della chiesa e nei suoi simboli evidenzia
il forte senso di appartenenza che gli operai polacchi hanno per la loro nazione.
3^ Evento: arriva dagli Stati Uniti anni ’70 che è all’apice della modernità, quindi quello che
doveva accadere alla religione, ovvero morire, doveva già accadere negli Stati Uniti. Ma invece non
fu così perché ci fu una forte nascita e diffusione di movimenti pentecostali. C’è il boom di questi
movimenti, c’è il boom di molti predicatori e hanno portato al moltiplicarsi della nascita di tante
chiese protestanti.
QUESTI 3 EVENTI HANNO PORTATO A METTERE IN CRISI LA TEORIA DELLA
SECOLARIZZAZIONE.
Il mondo non si sta secolarizzando, ma qualcuno sostiene che è una pluralizzazione delle forme del
credere. La modernità ha fatto crollare questi schemi di monopolio esercitati da alcune chiese, non è
non credente.
Allora perché la religione non svanisce?
La religione svolge due funzioni fondamentali:
1) Tutte le religioni disegnano un percorso di salvezza che può portare al fatto che nell’aldilà
troverai una ricompensa rispetto alle sofferenze e ai disagi che hai vissuto sulla terra,
troverai la felicità.
2) Le religioni, come dice la parola stessa “religano”, ovvero vanno ad unire- tenere insieme le
persone.
Le religioni rispondono alla domanda:” che senso ha la vita?”, “che senso ha il dolore?”, “perché
alcuni nascono belli e forti, e altri no?”, “che cos’è il bene/male?”, “che cosa c’è dopo la morte?”
La religione è un fenomeno universale, c’è sempre stato, c’è e ci sarà sempre presumibilmente.
Questo elemento di universalità è meglio definirlo come SENSO RELIGIOSO dell’uomo, ovvero
che l’uomo si pone domande elencate prima e cerca delle risposte che siano per lui convincenti.
Risposte che diano un senso all’esistenza, che spiegano il perché delle cose e risposte che ti legano
ad altri nell’aldiquà. Le religioni promettono paradisi, ma le religioni chiedono un’obbedienza,
perché di promettono di stare meglio nell’aldiquà, abbassano l’ansia, ti fanno sentire legata agli
altri. Perché il contatto con l’aldilà è un contatto che ci consente di vivere meglio.
Esempio: Mosè sale sul monte Sinai, scende e fa vedere alle tribù ebraiche le tavolette, ovvero i 10
comandamenti, allora gli ebrei accettano perché si pensa che non siano leggi umane, ma che
qualcun altro che sta al di sopra di tutti ha mandato Mosè, quindi è conveniente. Nel patto che fa
con il popolo ebraico, lui non vuole che lo seguono ma vuole che le leggi che lui sta tramandando,
devono essere tramandate ai tuoi figlio e poi nipoti, ecc, se rispetta le leggi vivrai a lungo, una vita
felice e avrai tante ricchezze. Fa promesse che sono convenienti per l’uomo. Le religioni nascono
perché danno risposte di benessere sulla terra.
Per capire meglio, c’è anche la poesia di Leopardi:” Canto notturno di un pastore errante
dell’Asia”. Attraverso questa poesia andiamo a vedere che cos’è il senso religioso. Questa poesia
parla dell’uomo che lavora e tutto ciò che lo circonda.
Quello che fa la luna somiglia alla vita dell’uomo, ci alziamo andiamo a lavoro, arriviamo in
ufficio, torniamo a casa, prendiamo i bambini a scuola, domenica a mangiare insieme, lunedì a
lavorare, sempre gli stessi riti. A che serve?? Una vita dove non c’è una speranza, che senso ha
avuto la vita delle persone che lavoravano nelle miniere che entravano e uscivano al buio. A che
serve la nostra vita se sappiamo già che siamo destinati a morire e come questo pensiero ci
terrorizzi. Oggi una persona muore a 85 anni e diciamo che era giovane, l’uomo non è immortale. I
primi ospedali sono stati creati da uomini di chiesa che accompagnavano le persone verso la morte,
oggi se non ci guariscono sono cavoli del medico, dell’equipe. L’uomo di cui parla Leopardi ha la
coscienza di cosa sia la vita dell’uomo. È fatica fin dalla nascita, quando nasce è il trauma più forte,
la madre prova dolori, si nasce nel dolore e la nascita stessa è a rischio di morte. Bisogna consolare
il bambino per il fatto di essere nato. Leopardi si chiede:” se nasciamo nel dolore, se siamo destinati
a morire, perché dare vita?”
Io che sono? È la domanda che esprime il senso religioso dell’uomo.
La religione è fare il salto in un mondo che non è un mondo noto.
Canto XXVI dell’inferno: L’uomo religioso è Ulisse. Quello che non si ferma alla logica del
mondo, è quello che va oltre i confini del mondo dato per scontato. Desiderio infinito della verità di
me, del mondo e dei fenomeni che li circondano.
Poesia di Ungaretti:” si sta come l’autunno sugli alberi e le foglie”, chi sa se fra un’ora siamo vivi.
La religione è consolatoria, dà senso e ordine alla vita, perché detta delle regole, dà una risposta alla
domanda “chi sei nel mondo”.
Dostoevskij sostiene che senza un Dio, senza la possibilità di immaginarsi una vita futura che cosa
sarà dell’uomo.
In un altro brano: “se dio non esiste io non sono più un capitano, non so più qual è il mio compito.”
Piccolo principe e la volpe: Addomesticare: creare legami. La parola addomesticare traduciamola
con la parola educare.
La religione è un processo graduale che porta alla creazione di legami fra persone che di per sé sono
diverse fra di loro. Questo processo che consente di creare legami porta ad uno sguardo nuovo
sull’altro, comincia ad avere un nome, un volto che lo rende particolare e diverso da tutti gli altri.
Incontro: sentirò i passi ed uscirò fuori, perché non ho paura. È un incontro che dà senso e
significato a ciò che prima era insensato, non valeva niente.
La creazione dei legami è un percorso graduale, entri nella conoscenza dell’altro.
“se tu vieni tutti i pomeriggi alle 4, dalle 3 io comincerò ad essere felice”. L’attesa dell’incontro,
questo legame portano serenità, felicità, ma sono anche elementi che possono costare.
La natura dell’incontro rende le persone capaci di responsabilizzarsi.
Iliod “I colli della rocca”: la religione assegna ad ognuno un compito l’altro non è indifferente,
ognuno ha il suo compito e lavoro. La religione è questo anelito dell’uomo verso una spiegazione di
senso compiuto della propria vita e verso un desiderio di immortalità. La vita non è morta per
sempre, ma è trasformata. Vincere la paura dell’uomo, della morta significa di sperimentare la
convenienza nel credo. Se la religione esiste è perché per gli uomini sia conveniente credere.
Contributo dei classici: i classici attribuiscono ai fenomeni religiosi una grande importanza.
Abbiamo a che fare con pensatori che non sono credenti.
Il padre della sociologia è August Comte, osserva la realtà sociale disegnando una linea evolutiva
che parte dalla società arcaica e giunge alla società moderna, sorretta dalla logica che oggi è meglio
di ieri e domani sarà meglio di oggi. C’è dietro l’ottimismo del pensiero positivo, c’è il tentativo di
applicare allo studio della società, gli stessi metodi che vengono applicati allo studio della fisica, dei
fenomeni chimici e biologici. Comte elabora la legge dei 3 stadi:
1) Stadio fittizio: gli uomini si interrogano sul mondo che li circonda, sui fenomeni e danno la
spiegazione di questi fenomeni all’esistenza di realtà ultra terreni che governano la natura.
Figura centrale: sacerdote
2) Stadio filosofico: i fenomeni vengono spiegati in virtù della speculazione filosofica,
attraverso l’applicazione della ragione. Figura centrale: filosofo.
3) Stadio positivo (caratterizza la società moderna): i fenomeni vengono studiati e
interpretati attraverso l’osservazione scientifica. Lo scienziato sociale osserva questi
fenomeni, ne studia la ricorrenza e riesce così ad elaborare le leggi di funzionamento della
società. Figura centrale: scienziato, ingegnere.
Comte elabora una sua filosofia che contempla la creazione della religione dell’umanità, che si
presenza come una sorta di sintesi laica che oggi la chiameremo una religione civile.
Della religione dell’umanità c’è bisogno perché Comte si rende conto che quello che era accaduto
negli anni, con la grande trasformazione legato ad esempio alla Rivoluzione Francese, se da un lato
avevano distrutto un mondo, dall’altro erano stati incapaci di generare sistemi di solidarietà utili a
governare il mondo nuovo che andava man mano crescendo, in poche parole non sono riusciti a
trovare niente che potesse fare svolgere le stesse funzioni che venivano fatte dalla religione.
Dopodiché accade che le società precedenti erano tenute assieme da alcune credenze, si riteneva che
la vita avesse un senso e che la vita sociale avesse un ordine che va mantenuto, rispettato.
Esempio: La Rivoluzione Francese non è solo una rivoluzione di natura politica, ma anche uno
spirito di natura religiosa. I tre principi francesi: libertà, uguaglianza e fratellanza.
Sono principi universali. Nelle rivoluzioni accadeva che la fai per cambiare un determinato
contesto, pero quello che accade in Francia è diverso. Non sono principi validi solo per i francesi,
ma come principi che devono essere esportati in tutte le parti del mondo, come una nuova fede.
Infatti i rivoluzionari non si limitano ad aver conquistato il potere in Francia, ma la rivoluzione e
questi principi vanno esportati, diventa una sorta di missionario, perché questi principi vengono
considerati un bene per tutti, indipendentemente da dove vivono.
Perché la Rivoluzione Francese si pone contro la chiesa?
La Rivoluzione Francese scoppia perché ci troviamo in una fase in cui i commercianti, gli artigiani,
la borghesia, vogliono migliorare di molto la loro posizione.
C’era il Re che non aveva un suo esercito, c’erano i feudatari (nobili) che amministravano la
giustizia, riscuotevano le tasse, offrivano l’esercito al Re, ma se ci fossero state delle conquiste
doveva cedere qualcosa ai feudatari. I feudatari erano importanti anche per l’ultimo gradino della
scala, ovvero di quelle persone che avevano bisogno di un tetto. Da un lato aveva privilegi e
dall’altro offriva servizi. In Francia ad un certo punto succede che il Re tenta di accentuare il potere
nelle sue mani, ovvero avvia un processo dove crea dei funzionari, vuole avere un suo esercito
stipendiato da lui stesso. Questa azione da parte del Re espropria di potere i feudatari, va a
diminuire la loro utilità sociale dei feudatari.
Dall’altro lato accade che c’è una classe sociale che cresce ed è la borghesia sono i commercianti,
artigiani e crescono di importanza e potere. Succede che quando una classe migliora le sue
condizioni significa che migliorai sempre. La rivoluzione francese nasce dalla spinta da parte del Re
e dall’altra parte della borghesia di veder riconosciuti dei diritti che gli sono legati in quanto questi
sono occupati dal regime feudale.
La chiesa sta dalla parte del potere. I cardinali, vescovi sono loro stessi i feudatari, sono i principali
consiglieri del re. Lo spirito rivoluzionario vede nella chiesa una forza che viene compromessa con
le vecchie forme di gestione di potere. La rivoluzione non nasce solo contro lo Stato, ma anche
contro la chiesa.
In questi anni c’è anche una rivoluzione importante, New England, che chiedono e ottengono
l’indipendenza dell’Inghilterra, non va contro la chiesa, ma anzi uso dello spirito religioso per
potersi affermare.
Stati Uniti: Tocqueville “La democrazia in America” (anni ’40, sono anni in cui nel campo della
modernità ci saranno rivoluzioni e i coloni chiederanno e otterranno indipendenza dell’Inghilterra).
Tocqueville è stato incaricato dal Governo francese a studiare la democrazia americana. Lui nota un
processo inarrestabile verso l’uguaglianza. Coloro i quali sbarcavano negli Stati Uniti erano uomini
istruiti, con una famiglia e dei forti principi morali. I pellegrini puritani sbarcano nel New England
per vivere in libertà; si danno delle leggi come se loro dipendessero solo da Dio, non da un re e un
feudatario e, la Bibbia è lo strumento di base per la loro legislazione.
Bestemmia, adulterio, pigrizia, ozio, ubriachezza: tutti puniti con la morte. (non erano norme
imposte da un potere, erano tutte leggi volute liberamente e vivono quindi uno spirito di unitarietà
molto stretto, che prese ancora più forma durante le persecuzioni).
Differentemente dal vecchio continente, le leggi IMPOSTE non erano imposte da un potere ma
erano liberamente decise dalla comunità. Es: stregoneria, adulterio, ecc., tutte queste venivano
punite -> si vive uno spirito di unità molto forte, rafforzato dalle persecuzioni subite nelle nozioni di
provenienza.
Nella vecchia Europa, le tradizioni religiose erano tramandate attraverso la tradizione orale.
Nella tradizione protestante, i bambini vanno a scuola per imparare a leggere e capire la Bibbia.
Lo spirito religioso, negli Stati Uniti, conduce alla civiltà.
“L’osservanza delle leggi diviene porta alla libertà” Tocqueville.
Spirito di religione e di libertà procedono rafforzandosi l’un l’altro senza schiacciarsi a vicenda
come in altre parti del mondo.
La dimensione etica della vita privata viene considerata una dimensione molto forte, anche nella
società di riferimento. Tocqueville resta affascinato dal ruolo che svolgono le associazioni e dal loro
sviluppo. Es: per costruire una scuola, viene avvisata la popolazione. Tutti si incontrano e nasce
un’associazione che cresce sempre più raggiungendo obiettivi.
Associazione= spazio di libertà che condiziona coloro che detengono il potere. Alcuni di loro
divengono noi partito politico, con alla base uno spirito che educa alla partecipazione.
Tocqueville si sofferma ad osservare il Sistema Giudiziario: era presente una giuria ad osservare e
giudicare. Coloro che sono chiamati in giuria vengono a contatto con le leggi; inoltre nel tempo in
cui dura il processo, i soggetti sono educati a lasciare le loro mansioni lavorative per dedicarsi ad
attività utili per il bene di tutti e per la comunità intera.
In America ancora oggi c’è lo Spoil Sistem: cambiando il presidente degli Stati Uniti, i vecchi
funzionari vengono mandati a casa e ne subentrano altri. Questo sistema si fonda sull’antico
principio che tutti sono in grado di comandare poiché godono dello stesso livello culturale
(principio di uguaglianza).
Questi uomini che sbarcano e si spostano verso l’interno, Tocqueville sostiene che vanno verso
l’interno con 3 oggetti:
- Ascia: perché gli serve per costruire case e recinti
- Bibbia: attorno alla bibbia loro costruiscono le loro leggi.
- Giornale: strumento di collegamento che creano fra di loro per qualunque problema da
risolvere e creano delle associazioni.
Tocqueville ci dice che negli Stati Uniti vede questo incessante processo verso l’uguaglianza, che si
produce anche in Francia, ed è un processo che lui non vede con tanto piacere.
C’è una società in Francia che produrrà la rivoluzione e per come la descrive Tocqueville è una
società in decadenza.
Tocqueville, per quanto riguarda la religione, lui sostiene che attaccare le credenze religiose, lo si fa
seguendo delle passioni ma non è nell’ interesse degli uomini. Lui sostiene che la religione è
fondamentale laddove si vuole costruire la Repubblica, non serve quando c’è uno che comanda, ma
serve soprattutto laddove si vuole costruire uguaglianza e democrazia. Finché una religione trae la
sua forza dai sentimenti, dalle passioni che si vengono a riprodursi allo stesso modo in tutte le
epoche, questo tipo di religione è indistruttibile o al massimo potrà essere distrutta solo da altre
religioni. Se la religione risponde al bisogno dell’uomo, se risponde a tutte quelle domande, la
risposta è universale, quindi diventa indistruttibile e universale. Quando la religione crede di
rafforzarsi appoggiandosi agli interessi del mondo, non si rafforza ma è destinata a finire.
Tocqueville fa un altro passaggio, fondato sul rischio della concentrazione del potere. Lui questo lo
vede come un rischio della democrazia.
Perché questo rischio non era presente nel sistema feudale?
C’era un re, ma anche i feudatari. Il re non aveva un potere assoluto, ma il potere del re era mitigato
dal potere dei feudatari, però nemmeno quest’ultimi avevano un potere assoluto.
Allora la democrazia come funziona?
Tocqueville dice che la democrazia funziona che chi vince le elezioni prende il potere, e chi prende
il potere lo prende con lo Spoil Sistem. Allora Tocqueville dice che in un sistema come quello c’è il
rischio della tirannide della maggioranza.
Tocqueville dice: se io ricevo un torto da parte della polizia per una legge fatta dal governo, allora
io posso rivolgermi al capo della polizia, ma quest’ultimo è stato nominato da chi detiene il potere.
Allora Tocqueville che cosa ci impedisce di pensare che la maggioranza si comporti come se fosse
un unico soggetto detentore di un potere assoluto. Quindi, la democrazia corre il rischio di
schiacciare coloro che non detengono il potere. Da questo punto di vista Tocqueville dice che negli
Stati Uniti, ci sono dei contropoteri che bilanciano questo rischio.
Contropoteri sono: le associazioni e sono la forza della stampa libera. Quindi controbilanciano il
potere. Le associazioni sono persone che stanno insieme.
Tocqueville dice che nel Nord- America, la religione va di pari passo con lo spirito di libertà. La
religione è quella che mantiene la libertà all’interno della popolazione è ha grandi virtù sociali.
Nel campo della politica gli Stati Uniti sono molto pragmatici, si può sbagliare senza che va ad
intaccare le credenze religiose.
La religione è ciò che li rende liberi, perché non si mischia mai con la politica, ha il suo spazio
vitale ed è ciò che garantisce che la democrazia sia fatta da uomini liberi.
La religione funziona da collante sociale. Questi uomini sono andati via via per un forte desiderio di
libertà, questo desiderio nasce dalla loro particolare dottrina religiosa. Potevano stare nel vecchio
continente perché conducevano una vita agiata, erano dei professionisti, però vanno via perché sono
spinti dalla religione e appena arrivano negli Stati Uniti si sentono liberi perché non devono
sottostare alla religione anglicana, non devono dire più sì al re. È la religione che li ha resi uomini
liberi e rappresenta un tesoro per questi uomini.
Nella nuova Inghilterra, i fondatori erano ardenti settali e innovatori esaltati. Stavano costruendo
un mondo nuovo, non c’era il modello di prima, non miglioravano nulla, ma costruirono qualcosa di
diverso. Da ciò derivavano 2 tendenze:
- la religione vede la libertà civile un nobile esercizio delle facoltà umane: sono protestanti,
i bambini devono andare a scuola per leggere la bibbia e devono leggere la bibbia perché lo
spirito di Dio può soffiare su chiunque. (questa mentalità genera una libertà inimmaginabile,
nel cattolicesimo solo la gerarchia può interpretare il testo sacro, è la gerarchia che ti spiega.
Qui no.)
- la libertà vede nella religione la compagna delle sue lotte e trionfi, la culla della sua
infanzia, la fonte divina dei suoi diritti, la libertà considera la religione come la
salvaguardia dei suoi consumi: non c’è contrapposizione fra religione e libertà. È interesse
di ciascuno essere onesto.
Nella vecchia Francia, gli increduli (atei) di Europa combattono i cristiani come nemici politici. Gli
increduli odiano la fede più come l’opinione di un partito che come una erronea credenza. In
Europa c’è stata questa commistione fra cristianesimo e potere terreno. Oggi queste potenze terrene
cadono e il cristianesimo è come seppellito dalle loro stesse ragioni.
Negli Stati Uniti, quando una religione cerca di fondare il suo impero solo sul desiderio
dell’immortalità che tormenta il cuore di tutti gli uomini, può aspirare all’universalità, ma quando si
unisce ad un governo deve adottare delle massime applicabile solo ad alcuni popoli. Perciò
alleandosi ad un potere politico la religione aumenta il suo potere su alcuni uomini, ma perde la
speranza di regnare su tutti.
I rivoluzionari, in Francia, hanno creato una sorta di religione civile, hanno agito esattamente come
la religione agisce in vista dell’altro mondo. La Rivoluzione Francese si è proposta come una
nuova religione, che per essere una religione ha dovuto creare dei concetti astratti. Il cittadino è
un’immagine astratta dell’uomo, così come le religioni parlano astrattamente dell’uomo, siamo tutti
fratelli. Anche i rivoluzionari fanno questo tipo di astrazione, non si focalizzano sull’esperienza
francese, non si focalizzano a scrivere i diritti dell’uomo e del cittadino francese, ma scrivono diritti
universali dell’uomo.
Quindi, diritti e doveri di un uomo astratto che vanno applicati nel campo delle decisioni e scelte di
natura politica.
Libertà, uguaglianza, fratellanza, sono principi astratti e possono essere applicati a chiunque.
Quindi la Rivoluzione non è per i cittadini francesi soltanto, ma va esportata e devono portare lo
spirito repubblicano in tutta Europa. È questo spirito rivoluzionario che avrà poi delle conseguenze
nei secoli a venire.
Es: qualcuno ha scritto che per il sogno di Marx, ovvero la costruzione della società perfetta, è
necessario del principio universalistico.

 Émile Durkheim: sociologo francese, cresce in una famiglia ebraica che poi diventa
ateo. È uno dei padri della sociologia, perché è il primo che arriva a definire un metodo,
ovvero va a distinguere la sociologia dalle altre scienze sociali. Ad un certo impatta con la
religione e scrive che l’incontro con la religione lo porta a rivedere tutte le sue teorie
passate. Quindi, per lui, la religione occupa un posto rilevante.
È un sociologo funzionalista e parte da una domanda:” qual è la funzione della religione?”
Va a studiare i fatti sociali: ovvero, fatti che hanno la capacità di esercitare sull’individuo una
duplice pressione, questa pressione proviene dall’esterno (in quanto l’individuo si deve adattare a
questi fatti sociali) e una che viene dall’ interno (in quanto l’individuo fa propri questi fatti sociali).
Il linguaggio è un fatto sociale.
Durkheim sostiene che i fatti sociali possono essere studiati perché il singolo individuo non li può
modificare.
Un sociologo come può studiare la società, se lui stesso fa parte della società?
Lui stesso sostiene che la società può essere studiata perché quando studi i fatti sociali, quest’ultimi
non possono essere modificati dalla singola persona.
Uno dei fatti sociali per Durkheim è la religione.
Come si possono studiare i fatti sociali e come si può studiare la religione?
È importante capire qual è la funzione che svolge il fatto sociale e anche la funzione della religione.
Però Durkheim sostiene che non si può capire qual è la funzione che svolge la religione, perché nel
corso del tempo la religione si è incrostata svolgendo una molteplicità di funzioni.
Che funzioni svolge oggi la chiesa cattolica in Italia?
Da collante sociale, però il 10%, per gli altri non è così però.
La funzione che ha svolto la chiesa nel passaggio dal Fascismo alla Monarchia e alla Repubblica è
politica. (1948)
Però per capire la funzione, Durkheim dice che per capire la funzione sociale svolta da un
fenomeno non possiamo studiarlo, ma prenderlo e fare un percorso all’indietro fino alla prima
apparizione del fenomeno, ovvero all’origine.
Quindi, Durkheim, va a studiare le forme elementari della vita religiosa. Va a studiarsi le religioni
totemiche, ovvero la forma più semplice delle religioni e le studia perché al momento sono le forme
più antiche esistenti. Una società che non ha avuto contatti con la modernizzazione e che è rimasta
vicina al momento originario della religione.
 Totemismo: è come se fosse una forza anonima che si ritrova in ciascuno e nessuno la
possiede per intero e tutti partecipano.
Durkheim dice: “tutte le volte che vogliamo spiegare una cosa umana occorre risalire fino alla
forma più primitiva e poi mostrare come si sia sviluppata fino a diventare quella che appare oggi
ai nostri occhi.”
Durkheim inizia distinguendo:
- Sacro: sono luoghi accessibili solo ad alcuni, sono separati dai luoghi profani.
- Profano: è per le cose materiali. Le religioni vivono attraverso delle pratiche, attraverso dei
simboli.
sacro e profano: sono oggetti, luoghi che sono separati e hanno una natura diversa.
Come si formano questi simboli e come si formano questi rituali?
Per Durkheim si formano in momenti particolari che sono momenti di effervescenza collettiva.
Sono momenti in cui il sacro che era separato diventa incontrabile. Il sacro è il riconoscimento di
una forza collettiva e impersonale, diventa la rappresentazione della società in quanto tale. È la
società che sacralizza sé stessa. Le società creano dei, divinità e religioni quando entrano in uno
stato particolare, ovvero esaltazione collettiva che risulta dalle intensità della vita sociale. In questi
momenti di esaltazione collettiva, è come se l’individuo fosse tirato via da sé stesso e consegnato ad
una dimensione superiore alla sua individualità. Sono momenti in cui, le persone, vanno in stati
emotivi fino a sfiorare la trans. I soggetti si trasformano e diventano un nuovo essere. Sono
momenti in cui una collettività condivide una forte emozione attorno ad un avvenimento comune.
Es: concerto, incontriamo persone estranee, nel momento in cui arriva il cantante accade che siamo
tutti di fronte ad un fenomeno che attira la nostra attenzione e trasforma il modo in cui noi
guardiamo gli altri. Creiamo quel momento con dei simboli, come comprare CD oppure la
maglietta.
Durkheim ci dice che sono momenti in cui si fonda la società. La società si fonda sulla memoria di
quei momenti e dai questi momenti si traggono le regole della convivenza sociale.
Le religioni ammaestrano, istituzionalizzano quei momenti, creano dei riti, simboli creando delle
regole. La religione è qualcosa che fa ordine nella vita sociale ed è la base fondativa del patto
sociale, del perché noi stiamo assieme di chi siamo noi.
La religione per Durkheim:
È un sistema unificato di credenze e pratiche relative a cose sacre, ovvero separate dalla vita
comune. Tali credenze e pratiche uniscono tutti quelli che aderiscono ad una comunità chiama
“chiesa”.
Allora Durkheim fa una distinzione tra:
- Magia: il mago è colui che conosce le pratiche e le tecniche che sono utili per
aggraziarsi quelle forze che potrebbero essere avverse all’uomo, tribù.
- Religione: rispetto alla magia ha in più il fatto che, coloro che credono e coloro che
attuano determinate pratiche, sono uniti in una comunità chiamata chiesa. Quindi,
non è soltanto risoluzione dei problemi del singolo, ma è creazione di una comunità
morale, collettività.

Durkheim deve giustificare la possibilità che questo fenomeno venga studiato. Per essere studiato
deve essere qualcosa che esercita una pressione sia esterna che interna sui singoli individui (fatto
sociale).
Quindi, Durkheim prende in considerazione i dati statistici di diverse società e osserva che il tasso
di suicidio ha una ricorrenza maggiore rispetto ai tassi di natalità e mortalità.
Per Durkheim, il suicidio è un fatto sociale.
Definizione di suicidio per Durkheim:
Il suicidio è un atto compiuto da una persona, che porti alla morte della stessa persona, ma dopo
questa prima definizione aggiunge che la persona deve essere consapevole che quell’atto porterà
alla sua morte. E lui sostiene che può derivare anche dall’ INTEGRAZIONE SOCIALE. *
Distingue tre forme di suicidio:
- Anomico: si verifica nei omenti in cui le persone vanno in contro a dei cambiamenti
improvvisi e si trovano in una nuova situazione e non hanno i parametri che gli dicano come
devono comportarsi. Allora questo può indurre al suicidio. Es: vedovanza, divorzio.
Dall’integrazione sociale, lui va a distinguere altri 2 tipi di suicidio:
- Suicidio altruistico: la persona si toglie la vita perché deve rispondere ad un imperativo
sociale, sono le regole, usanze che ti spingono a doverti togliere la vita.
Es: suicidio delle donne indiane alla morte del marito.
Questa forma di suicidio va a studiarla anche nella società contemporanea. Quindi va a studiare il
tasso di suicidio nell’esercito, perché va a sviluppare forti legami di coloro che ne fanno parte. E da
questo trova che il tasso di suicidio è più alto tanto più elevato il livello dei gradi militari, tanto più
è elevato il tasso di suicidio. Lui dice che questa ricorrenza è perché la società per il suo
funzionamento chiedesse che alcuni dei suoi membri, in determinate circostanze si devono togliere
la vita.
- Suicidio egoistico: deriva da un eccessivo sviluppo dell’ego, da un eccessivo processo di
individualizzazione. Qui ci si toglie la vita perché i legami con la società sono diventati
talmente fragili che il singolo uomo si può prendere la libertà di tagliare i legami con la
società. anche qui Durkheim studia i tassi di suicidio fra differenti gruppi sociali e
condizioni e distingue tra: coloro che vivono soli, coloro che sono sposati e coloro che sono
sposati con figli. E vede che il tasso di suicidio è maggiore per coloro che vivono da soli. I
legami fungono da riparo per questo tipo di suicidio.
Durkheim va a fare una ricerca nelle comunità religiose e va a studiare il suicidio all’interno della
comunità ebraica, protestante e cattolica. Il tasso di suicidio più alto sono per i protestanti, la chiesa
cattolica al centro e infine la comunità ebraica.
Per poter dire che è la religione ciò che incide sui tassi di suicidio, Durkheim deve escludere le
minoranze e le maggioranze (nella componente territoriale), e non può essere. Non può essere
neanche di natura teologica, perché tutte e tre condannano il suicidio.
Allora perché i protestanti è maggiore il tasso di suicidio?
Perché dipende dalle modalità che attuano le comunità religiose. Il tasso di suicidio è più alto fra i
protestanti, perché la dottrina protestante si rappresenta come un percorso, messaggio di salvezza
che si può realizzare nella relazione diretta fra uomo e Dio. Il peso della comunità è un peso lieve
per i protestanti, riduce all’osso il rapporto degli altri.
La chiesa cattolica si colloca in una posizione intermedia, perché esige ai fedali l’esistenza di una
vita comunitaria, il bisogno degli altri. Ci sono rituali che accompagnano nelle varie fasi della vita.
Questi livelli, sono più forti all’interno della comunità ebraica, va a creare un forte senso di
appartenenza, lo crea da un punto di vista storio, “l’orgoglio di essere il popolo scelto da Dio”.
Allora cosa differenzia queste tre comunità?
I protestanti hanno le loro missioni, sono convinti di possedere la verità e va trasmessa anche agli
altri. Gli ebrei non fanno missioni, ci nasci ebreo. C’è un senso di appartenenza molto forte che
deriva dal fatto in minoranza. Durkheim dice che la dottrina ebraica è molto forte e coinvolgente in
quanto la bibbia regolamenta la vita delle persone fino ai minimi particolari. Questa religione entra
dentro i legami forti e fanno sì che il tasso di suicidio sia più basso.
Quali sono le agenzie/risorse su cui si può puntare per contrastare la forma di suicidio più
diffusa? (egoistico)
Allora inizia a chiedersi:
- Può essere lo Stato? Solo nello Stato di guerra che crea legami forti, però non può essere.
- Può essere la famiglia? Lui dice di no perché: esiste il divorzio, quindi è un’istituzione
fragile, all’interno della famiglia c’è una disparità di trattamenti fra uomo e donna.
- Può essere la religione? No, perché da qui in avanti la forma del credere che si diffonderà,
sarà una forma del credere simile a quella dei protestanti. Qui Durkheim anticipa il processo
di individualizzazione e anticipa il self-service religioso. Viene meno quella che è la
religiosità della chiesa e anche il senso di comunità, ma sempre più una società
individualizzata.

 Max Weber
Studia le origini del capitalismo, differentemente da Marx, lui vede nel capitalismo un fenomeno
del tutto particolare che è esito di una costellazione di fenomeni. Lo sviluppo della scienza,
l’organizzazione burocratica specializzata, per lui era un passo in avanti, l’uscita da un sistema
chiuso.
Per Weber la modernità si spiega in un grande processo di razionalizzazione, ovvero un crescente
predominio di forme di agire che sono orientate al raggiungimento di uno scopo.
Weber dice che il capitalismo è diverso dalla pura e semplice abilità di lucro, anzi questa abilità di
guadagno non si identifica per nulla con il capitalismo, ma può identificarsi con l’attenuazione
razionale dell’abilità di lucro.
Truffatori, prostitute ci sono sempre state, ovvero coloro che cercarono di arricchirsi violando le
leggi. Invece, il capitalismo, è una ricerca di guadagno che si attua non cercando immediatamente il
lucro, ma mettendo in atto delle azioni razionali che hanno delle altre motivazioni che non quella
del guadagno.
Fine ‘800: Weber studia i dati e osserva il carattere prevalentemente protestante sia nella proprietà
capitalistica che negli strati più alti della classe operaia.
Da che cosa dipende la natura specifica del capitalismo?
Weber ci dà una definizione dello “Spirito del capitalismo”:
1) È necessario che ci siano delle precondizioni, che si sviluppi la disponibilità di lavoro
formalmente liberi (fine schiavitù e del selvaggio).
2) È necessario lo sviluppo di mercati aperti.
3) La separazione fra famiglia ed impresa (che prima coincidevano) e anche separazione della
contabilità, separazione fra spesa domestica e lavoro.
4) Lo sviluppo di un diritto formalmente statuito, cioè di avere norme stabili che garantiscono
la stabilità di fare calcoli razionali, relativi al successo delle proprie abilità.
Il capitalismo è un sistema dove ci sono delle imprese che competono sul mercato. Nasce dal fatto
che c’è un imprenditore che chiama alcuni artigiani e lui fa da supervisore.
Per poter nascere il capitalismo ha bisogno di libertà, ha bisogno di persone libere e fornire la
propria forza lavoro.
C’è bisogno di mercati aperti, c’è bisogno che l’imprenditore x possa andare a comprare la merce
oltre i confini. C’è bisogno di calcoli razionali.
Il capitalista è l’uomo moderno, esce fuori dalla dimensione del “sarà come vuole Dio, andrà come
andrà.”. Lui deve fare dei calcoli, dei conti di convenienza, deve sapere su che cosa investire e al
termine dei calcoli deve vedere cosa trae per sé.
C’è bisogno, dice Weber, di avere leggi e regole codificate e stabili, l’importante è sapere che se io
sto avviando un’attività, le leggi che intervengono su questa attività hanno una stabilità nel corso
del tempo.
Il capitalista ha difficoltà ad agire all’interno di un sistema dove c’è incertezza.
Le caratteristiche che abbiamo elencato prima, Weber dice che sono state prodotte anche in altre
parti del mondo.
Quello che caratterizza il capitalismo Occidentale sta in uno spirito tutto particolare, che trae le sue
origini da una determinata confessione religiosa, in particolare il protestantesimo.
Weber dice che esiste un nesso tra la nascita di un potentissimo sistema economico (capitalismo) e
la religione.
La religione è all’origine della creazione di questi uomini capitalisti, che sono uomini nuovi e forti.
Qual è il problema che riscontrano i primi capitalisti?
Il problema era quella di fare un salto e presentarsi come persona fidata.
L’imprenditore capitalista è un uomo che sta frantumando un sistema che si riproduceva per secoli,
è un sistema in cui, esempio: la bottega del nonno veniva ereditata dal figlio e così via, oppure
l’artigiano stabiliva lui i prezzi.
Invece, quando iniziò a svilupparsi il capitalismo, dovevano esserci persone forti, affidabili ed era
conveniente fare gli affari.

Lo spirito del capitalismo:


per capire come funziona e che cos’è, Weber si rifà ad una conferenza che Franklin Benjamin fa a
dei ragazzi, come se fosse una di quelle conferenze dove un uomo adulto spiega a dei giovani come
bisogna comportarsi, lo spiega con un’ottica nord-americana (più che esaltare le virtù, è utile essere
intelligente, ecc).
Franklin parla con questi giovani e fa una serie di affermazioni: (qui Weber individua lo Spirito del
Capitalismo)
1) Considera che il tempo è denaro: il tempo non va sprecato, se non lavori mezza giornata
hai perso soldi ma in più spendi, quindi non hai risparmiato nulla.
2) Considera che il credito è denaro: se tu sei considerato per bene, che rispetta i patti, la tua
credibilità è denaro. Se abbiamo una buona fama e avrò bisogno di denaro, troverò chi me lo
presta. Più sei onesta, credibile, tanto più è conveniente per te.
3) Considera che il denaro ha una natura feconda e fruttuosa: il denaro genera denaro. Se
tu hai 10 monete, li traffichi e li metti in banca, dopo un certo periodo di tempo aumentano il
loro valore. Se li spendi comprando qualcosa e vuoi rivenderli, puoi guadagnarci di più.
4) Chi paga puntualmente e padrone della borsa di tutti. Es: soldi che prestiamo ad un
amico o viceversa, vi si deve essere puntuali. Franklin dice che è furbo il ragazzo che si
comporta così, ma il capitalismo non è così. I capitalisti rispettano le regole, sono degni
della fiducia da parte di tutti quanti.
5) L’ozio è il padre dei vizi: qualcosa dove bisogna stare lontano, quindi l’attività di impegno
di un lavoro ti porterà ad essere un uomo di successo.

Cosa c’entra la religione con le origini del capitalismo?


Questi uomini proprio perché propongono un forte cambiamento, devono essere affidabili,
attendibili.
Weber dice: perché potesse nascere questo sistema, era necessario che si poggiasse su una nuova
cultura. Questa nuova cultura lui la vede all’interno della dottrina calvinista.
Che cosa caratterizza la dottrina calvinista?
Nasce a seguito della riforma protestante (1517), introdotta da Lutero. Lui pubblica le sue tesi che
sono un atto di forte contestazione nei confronti della chiesa cattolica, in particolare dell’autorità del
Papa. C’è la contestazione delle indulgenze, ovvero che si potesse conquistare il paradiso pagando,
ma c’è soprattutto una trasformazione molto forte nella teologia, ovvero il modo intendere la fede.
La bibbia, dice Lutero, non è una sorta di Papa di carta, ma è stata scritta da uomini. L’autorità della
bibbia, non è sulla singola parola, ma sul messaggio riassunto nella persona e nell’opera di Gesù
Cristo. La bibbia può essere sottoposta ad un libero esame, chiunque può leggere e interpretare la
bibbia lo spirito di Dio soffia su chi vuole. Questo porterà ad una profonda innovazione, ad una
democratizzazione del messaggio religioso.
Un altro elemento innovativo è la teoria della salvezza, le religioni disegnano un percorso di
salvezza, ti dicono come ti devi comportare, cosa devi e non devi fare per conquistarti la salvezza.
Per Lutero la salvezza è esclusivamente esito della grazia, l’uomo può solo ricevere da Dio. L’uomo
è un peccatore, è finito, corrotto e quindi non può trattare la sua salvezza attraverso il compimento
di opere religiose. Allora, non sono i peccati che portano l’uomo alla perdizione, né la sua fede. La
salvezza è un dono di Dio.
Nella vita occorre produrre frutti che sono conformi all’elezione in Cristo. Dio, prima ancora che tu
nasca, ha già deciso il tuo destino, se salvarti oppure se sei destinato alla dannazione.
Il volere di Dio non può essere modificato, perché presumere di condizionare Dio attraverso le
opere buone, preghiera, sarebbe come porre l’uomo allo stesso livello di Dio. L’uomo non può
condizionare Dio.
Lutero, elabora la “Dottrina della predestinazione “.
Di fronte a questa dottrina, un atteggiamento potrebbe essere quello di lasciarsi andare, se Dio ha
già deciso prima, tanto vale godersi la vita.
In realtà, accade che i protestanti attraversano la vita con un grande senso di angoscia, perché non
soltanto la volontà di Dio non può essere cambiata, ma non può essere conosciuta. Per uscire da
questa angoscia, Calvino elabora 2 principi:
1. Bisogna vivere considerandosi come dei salvati, bisogna concepire sé stessi come eletti
perché il pensiero opposto, ovvero di essere dannati, è dettati dal principio dal male, è
dettato dal diavolo. Quindi, vivete considerandovi come scelti da Dio.
2. Bisogna guardare agli eventi, fatti che ti capitano nella vita, cercando nella vita di tutti
i giorni i segni relativi al destino della mia vita dopo la morte. Se nella vita le cose ti
vanno bene, se riesce a cogliere le opportunità che Dio ti offre, la stima degli altri, lontano
dai vizi, sono segni che la grazia di Dio è su di te. Quindi, sei destinato alla salvezza.
Allora, il calvinista attua una ascesi intramontana (ascesi dentro le cose del mondo, della vita
quotidiana), quindi vivono una vita diversa dal cattolico.
Weber dice: i calvinisti scaricano in questa ascesi quello che i cattolici scaricano sulla confessione.
Le opere buone, non ti fanno guadagnare il Paradiso, sono segni che ti permettono di presumere
quale sarà il tuo futuro destino.
Perché è diverso dal cattolicesimo? Perché il cattolicesimo ti dà una serie di norme, riti e ti dice
che segui queste norme e riti, ti conquisterai il paradiso. Quini dipende tutto da come ti comporti.
Nel cattolicesimo c’è un elemento in più, ovvero la confessione. I cattolici hanno questo grado di
libertà, per cui anche se cadi nel vizio o hai fatto un atto orribile, se sei davvero pentito attraverso la
confessione e penitenza, sarai perdonato e andare in paradiso.
Per i calvinisti non è così. Pure se loro fanno una vita onesta, un giorno che gli cade un martello sul
piede e gli scappa una bestemmia, lo manda in crisi, perché il ragionamento che fa il calvinista è:
“se io sono stato capace di bestemmiare, non può essere che la grazia di Dio è su di me. Se la grazia
di Dio fosse stata su di me, io non bestemmiavo”.
Questo comporta che i calvinisti vivono con una tensione continua.
La loro vita diventa irreprensibile, le loro attività sono attività che si svolgono nella sobrietà, anche
se sono ricchi. Perché? Perché anche se diventi ricco, non ti puoi permettere di ritirarti dal lavoro,
perché vuol dire vivere nell’ozio. L’odio è il padre dei vizi.
Sono molto attenti, vivono questa tensione continua, però questa tensione ha delle conseguenze,
ovvero consentono lo sviluppo del capitalismo.
Weber: dice che per i primi capitalisti la preoccupazione per i beni della vita quotidiana, aveva il
peso di un leggero mantello. Mettevano su impresa perché dovevano cogliere l’opportunità che Dio
gli aveva messo davanti, non per arricchirsi.
Qual è il compito dell’uomo? Se non può dare nulla a Dio, ma può solo ricevere, il compito è
quello di rendere gloria a Dio. Si rende gloria a Dio, perché ha disegnato per ciascuno di noi quello
che in tedesco si chiama Beruf.
Beruf, ha un duplice significato:
- Vocazione
- Professione
Ogni uomo ha il proprio Beruf, ogni uomo è chiamato da Dio a rendergli gloria attraverso il suo
impegno nella professione e in quello a cui Dio l’ha chiamato.
Weber dice: il lavoro è lo scopo stesso della vita ed è uno scopo prescritto da Dio e l’avversione
verso il lavoro, è sintomo dell’assenza dello stato di grazia.
C’è un Beruf per tutti. Anche il possidente non deve mangiare senza lavorare. È un attacco alla
rendita, ovvero quelli che possono permettersi di vivere bene senza lavorare.
Se non ha bisogno di lavorare, deve obbedire a Dio, proprio come il povero, purché gli venga
riconosciuta la gloria che merita.
Questo che asce, è come se fosse un sistema che ciascuno deve cooperare al meglio alla
realizzazione di un’opera comune.
Quindi, la società comincia ad avere una spinta alla Razionalizzazione.
Weber, nella conclusione del suo libro (Etica protestante e lo spirito del capitalismo), vede
profilarsi il processo di secolarizzazione, che partirà proprio dalla sfera economica.
Secolarizzazione ovvero autonomia della vita mondana.
Weber dice: se per i primi imprenditori capitalisti la preoccupazione aveva il peso di un leggero
mantello, per le generazioni successive, la preoccupazione per i beni della vita quotidiana, si
trasformerà in una gabbia d’acciaio, ovvero il sistema economico capitalistico inizia a sviluppare
leggi proprie che sono autonome da qualunque etica religiose. Quindi, quella che era una
preoccupazione leggera, diventa una gabbia che “ingabbia” l’uomo.
Quindi, Weber, anticipa il processo di secolarizzazione che inizia proprio nella sfera economica, lo
stesso accade nel sistema politico, negli ambiti della vita sociale, fino alla fine delle religioni (anni
’70). Prima la religione era il centro di tutto. Il processo di secolarizzazione vuol dire che
progressivamente, il sistema religioso, diventa un sottosistema come gli altri. Si specializza per dare
risposte, però oggi centra poco con la politica, con l’economia. La religione è stata
progressivamente espulsa dalla società.
Weber dà un altro contributo e ci parla di: “Le forme di potere legittimo”:
1. Potere razional-legale: è quello che caratterizza la società moderna, qui si dà obbedienza a
chi esercita il potere, in virtù della credenza nella legittimità delle norme che hanno fatto sì
che una persona occupi una determinata posizione di potere. Noi diamo obbedienza al
Presidente della repubblica, al Professore, perché crediamo nel fatto che sia legittimo
l’ordinamento che ha fatto sì che li ci sia quella determinata persona ad occupare quel ruolo.
Ciascuna forma di potere ha dei meccanismi di controllo, chi detiene questo potere è
vincolato alle norme che hanno fatto sì che occupi quella determinata posizione. Il potere
del prof. non è assoluto, ma regolamentato. Nel sistema razional-legale esiste una gerarchia.
È un potere di natura riformista
2. Potere tradizionale: è basato in virtù della forza della tradizione, “così è sempre stato,
quindi anche io continuo”, anche questo potere è vincolato dal fatto che colui che lo detiene
si deve comportare in modo conforme alla tradizione. Se si spezzano le regole della
tradizione, si perde il potere. È un potere conservatore.
3. Potere carismatico: è basato sulle caratteristiche eccezionali detenute da un soggetto. Si
passa da “fino ad ora vi è stato detto che..” a “io vi dico”, qui c’è una fora e un fascino tale
che spinge delle persone a seguirlo. Questo è un potere rivoluzionario, perché non fa i conti
con l’economia. Il leader carismatico è colui che elabora un linguaggio nuovo, è colui che
risolve i problemi della vita quotidiana in modo innovativo rispetto ai codici che la vita ti dà.
È la figura del grande condottiere, leader politico e del profeta, ovvero fondatore delle
religioni. Viene messo in discussione l’assetto istituzionale esistente. È facile seguirlo
perché suscita un grande fascino, perché ti fa sperimentare la possibilità di esistenza di un
altro mondo, modo di vivere. Attorno al leader carismatico nasce un gruppo carismatico che
ha delle caratteristiche molto particolari.
In un gruppo sociale vi sono: confini, regole (possono essere rigide).
In un gruppo carismatico non esistono regole, non esiste una gerarchia, ma esiste solo il leader
carismatico. Il leader detta le regole, sotto di lui tutti sono uguali, può fare preferenze, attribuire
compiti, ma è anche lui che può cambiare queste regole. Tutto è nelle sue mani. Il gruppo
carismatico è particolare, perché coloro che vi partecipano vivono un forte dilemma etico: da un
lato è bellissimo andare dietro questo leader, dall’altro seguire il leader è drammatico perché,
entrare nel gruppo comporta un salto, una rottura con la cultura e mentalità con cui siamo stati
formati. “Lascia tutto e seguimi”, può diventare drammatica perché il leader carismatico è molto
esigente. Entrare a far parte del gruppo carismatico, presuppone un cambiamento forte, presuppone
rompere con la mentalità con cui sei cresciuto, si entrare parlando un linguaggio nuovo, se prima
una cosa non era considerata un valore, ora lo è. Chi fa parte del gruppo è portato alla missionarietà.
L’esperienza non è trasmissibile attraverso il linguaggio, perché chi sta all’esterno del gruppo non
comprende il linguaggio.
Questa esperienza può essere trasmetta soltanto attraverso “vieni e vedi”.
Il carisma è legato alle caratteristiche della singola persona, ed è sottoposto a prova continua.
Bisogna che continui a fare miracoli, non ne basta uno. Se questo non accade il gruppo svanisce,
perché quelli che ti seguono sono convinti che i problemi li risolve lui.
Il primo vincolo è che il leader carismatico deve trovare un numero importante di persone che siano
convinti della sua eccezionalità e che dura nel corso del tempo.
L’altro problema è che l’esistenza del gruppo carismatico è legata all’esistenza in vita del detentore
del carisma. Quando muore il leader, il gruppo cessa di esistere, va incontro a trasformazioni che lo
porteranno o a sparire, oppure si trasformerà in un sistema di regole, ciò che prima era fluido e in
constante movimento, adesso diventa un sistema di regole, rituali e si stabiliscono anche le
gerarchie.
La preoccupazione di queste persone è che nulla vada perso di ciò che il grande leader ha fatto e
detto. Però può capitare che si forma un gruppo di specialisti che dicono ciò che è vero e ciò che è
falso. Si diffonde il messaggio anche in altre culture, quindi, accade che ciò che prima era un
movimento, è diventata una chiesa. “Fate questo in memoria di me”.

Simboli religiosi
C’è un problema nell’uso che se ne fa oggi.
Che cosa sono e cosa definiamo con simboli religiosi?
I simboli religiosi rimandano ai contenuti di una cultura o religione, dove noi attribuiamo un
significato particolare. Ci sono oggetti che acquisiscono un significato di natura religiosa. Ci sono
simboli che il significato deriva dall’istituzione che ha preso per sé il diritto di attuare la distinzione
fra sacro e profano di cui ci parlava Durkheim e quell’istituzione formata da quel corpo di
specialisti che nasce dopo la morte del leader religioso.
La tradizione cristiana, fra i primi cristiani non c’era solo la croce, ma c’era anche il simbolo che
troviamo nelle catacombe (forma del pesce).
Chi è chiamato a tutelare la difesa di un simbolo religioso?
Coloro che hanno lanciato il simbolo.
Può avanzare il diritto solo la chiesa. Es: i crociati andavano con i loro scudi, dove era disegnata la
croce, ma lo troviamo anche in tante bandiere.
Nel momento in cui qualcuno utilizza questo segno, lo deve fare con l’approvazione, anche i
cavalieri templari dovevano sottostare all’autorità del Papa.
C’è stata una trasformazione dell’uso di questi simboli?
Si, per esempio il rosario è diventato di moda quando l’ha utilizzato madonna nel suo concerto.
1) Proprietà
2) Trasformazione che si può avere nel tempo della funzione di un simbolo religioso.
3) Chi oggi può difendere un simbolo religioso in uno stato laico?
La chiesa oggi può difendere i simboli religiosi?
La chiesa, oggi, non può scomunicare più nessuno, però per difendere i simboli religiosi può
giustificare il fatto che il simbolo non può far del male agli altri (es: il crocifisso nelle aule).
La difesa è che, questo simbolo religioso che è connaturato alla cultura italiana, alla nostra
tradizione, e noi non vogliamo rinunciare. Così facendo, devono rispettare le nostre culture. Questa
operazione trasforma un simbolo religioso in un simbolo culturale, ovvero lo desacralizza.
La chiesa perché non può difendere i simboli della propria cultura?
La difesa del simbolo sacro non è più affidata alla chiesa. Il crocifisso oggi rimane nelle aule,
perché le decisioni, sono state prese dal tribunale come organo dello Stato laico, e sono decisioni
secolarizzate.
MARX Osserva la società capitalista, industriale, nella sua fase nascente.
L’origine del sistema di produzione industriale, hanno alla sua base una scoperta, ovvero
l’invenzione della macchina a vapore. Con questa invenzione, la forza lavoro viene sostituita dalla
macchina. La società industriale porta a delle grandi trasformazioni e divisione delle società in due
grandi classi sociali, che sono identificabili in virtù della proprietà o meno dei mezzi di produzione.
La borghesia, i capitalisti sono coloro che detengono la proprietà dei mezzi di produzione e il
proletariato è costituito da tutti coloro che hanno come unica risorsa la loro forza lavoro, e la
vendono al capitalista. Il sistema di produzione capitalista si basa su un atto/contratto formalmente
libero, i lavorati vendono alcune ore della giornata, vanno a lavorare nelle fabbriche e ricevono in
cambio un salario. Lo scambio fra datori di lavoro e lavoratori, è formalmente libero, perché non è
più lo scambio nel periodo delle schiavitù. Lo schiavo era acquistato dal padrone sul mercato e il
padrone poteva farne quello che voleva. Non è neanche la società feudale, dove il servo della plebe
era legato al feudo, era legato al signore locare.
Nel capitalismo lo scambio è libero, il lavoratore non è costretto a vendere la sua forza lavoro, non
c’è una legge che glielo impone.
Marx dice che formalmente libero nel senso che nei fatti, la maggior parte della popolazione per
poter vivere è costretta a vendere la sua forza lavoro. Lo scambio è libero, ma non è giusto. Marx
basa la sua teoria prendendo spunto dalle teorie classiche dell’economia.
Queste teorie classiche dicono che ciò che attribuisce valore ad un oggetto, è il contenuto di lavoro
che l’oggetto contiene.
Marx dice che in questo scambio c’è un’ingiustizia, lo sfruttamento del proletariato da parte dei
capitalisti, perché all’interno del ciclo produttivo i capitalisti si appropriano di una quota del valore
che il lavoro ha conferito.
Lo stipendio che viene dato ai lavoratori, non corrisponde al valore del lavoro che questi hanno
immesso nel circuito produttivo. Il capitalista, come salario, offre un merio salario di sussistenza,
ovvero una cifra che consente al lavoratore di vivere, di mantenere la sua famiglia e quindi
riprodurre, far sì che ci sia sempre la disponibilità di nuova forza lavoro.
La fonte dell’ingiustizia, per Marx, sta nella proprietà dei mezzi di produzione.
Il sistema capitalistico si basa sull’innovazione continua, ovvero una volta pagati gli operai, le
materie prime, messi da parte i soldi per pagare l’affitto del capannone, deve rimanere un profitto
che è il complesso dell’imprenditore capitalista. È un processo di competizione continua, in quanto
gli imprenditori sono in competizione fra di loro. Questo processo è nella natura stessa del
capitalismo.
Il capitalismo per Marx è destinato ad esplodere proprio come conseguenza dei suoi stessi
meccanismi di funzionamento.
Es: sistema dove ci sono 4 imprese e producono tutte quante scarpe, utilizzando la tecnologia del
momento, tutti utilizzano la stessa pelle allo stesso pezzo. Alla fine tutti hanno un profitto uguale.
Può accadere che, qualche anno dopo, un’impresa acquisisce un macchinario che gli farà
guadagnare tempo e automaticamente produce più scarpe. Può accedere che acquista la pelle ad un
prezzo più basso e innova anche. Accadrà che, i margini di profitto non rimarranno invariati, ma
cresceranno. Questo comporta una diminuzione di profitto per le altre aziende può accadere che
qualche azienda inizia ad imitare, può innovare, oppure ci sarà qualcuno che ad un certo punto non
riesce più a competere e va a lavorare con l’altra azienda.
Questo Marx lo chiama processo di proletarizzazione, ovvero concentrazione del capitale. Ovvero
il capitalismo, in virtù di questa competizione continua porterà ad una concentrazione di capitale e
dall’altra parte una crescita del numero dei proletari (cedono la forza-lavoro).
Marx presenta 2 concetti:
1) Classe in sé: ognuno in base alla posizione che occupa rispetto alla proprietà o meno dei
mezzi di produzione, fa oggettivamente parte di una classe sociale. Purché si abbia il
passaggio, è necessario per Marx che si acquisisca la coscienza di classe, ovvero che i
proletari acquisiscano la coscienza dello sfruttamento a cui sono sottoposti e acquisendo
questa coscienza, si muovono come soggetti rivoluzionari e quindi porta alla costruzione
della società perfetta, perché sarà una società in cui viene abolita la fonte dell’ingiustizia. La
fonte dell’ingiustizia, dello sfruttamento è la proprietà dei mezzi di produzione. L’avvento
della società comunista, è l’avvento in cui non ci sarà più la proprietà privata dei mezzi di
produzione, ma sarà collettiva. È una società dove a ciascuno sarà dato secondo i suoi
bisogni e ciascuno darà secondo le sue capacità. È una società dove non c’è bisogno
l’esistenza dello Sato borghese che è nato per difendere gli interessi della classe dominante,
ovvero la borghesia.
Questo, da qualcuno è stato definito da MESSIANISMO LAICO, ovvero una sorte di realizzazione
del paradiso interno.
2) Classe per sé: sta a indicare quando gli individui che si trovano in una stessa posizione
rispetto alla proprietà dei mezzi di produzione prendono coscienza di avere degli interessi
comuni e di appartenere alla stessa classe.

Marx: “Che cosa consente che la borghesia abbia il predominio sociale?”


Il vero potere si situa all’interno della sfera economica e qui ci sono dei rapporti di forza
differenziati, ma la borghesia mantiene il suo dominio anche perché elabora una cultura, un sistema
di idee che diventano cultura dominante. Ovvero, la classe che è potenza materiale, dominante della
società, diventa al tempo stesso potenza spirituale dominante.
La borghesia elabora una visione della realtà che serve a giustificare il proprio dominio, a
legittimare il dominio che esercita all’interno della società. La cultura è borghese, cioè il potere si
stabilisce a livello della struttura sociale, ovvero la sfera economica. Esiste una sovrastruttura che
legittima questo potere.
La borghesia elabora una ideologia. Marx per ideologia intende una visione falsificata della realtà,
del reale che maschera i rapporti di dominio che ci sono nella società.
Lo Stato non è neutrale, ma struttura le sue istituzioni e leggi in funzione della difesa degli interessi
della borghesia.
Questa visione ideologica falsificata della società è quella che serve a convincere le classi
subordinate ad accettare lo status quo.
Dentro la sfera della cultura, Marx colloca la religione.
Per Marx, la religione non gode di una propria autonomia, ma è un elemento derivato e funzionale
al mantenimento dell’assetto sociale esistente. Non c’è nessun Dio o nessuna natura umana che
iscriva dentro gli individui un senso religioso. Il senso religioso è frutto storico di una determinata
formazione sociale.
La cultura dominante maschera l’ingiustizia esistente. La cultura dominante è un sistema di
alienazione che si muove su due livelli:
1) Da un lato il capitalismo è una struttura alienante in quanto c’è una classe sociale che si
appropria di risorse prodotte dal proletariato
2) Dall’altro è alienante in quanto espropria da una identità professionale.
Pensiamo al vecchio artigiano, conosceva tutti i passaggi del ciclo produttivo. Riusciva a costruire
un armadio, una carrozza, ma nella società industriale questa conoscenza diviene irrilevante. Infatti,
rende più debole l’operaio rispetto al datore di lavoro.
Pensiamo alle prime forme di capitalismo, si costruiva un capannone e ci lavoravano 10 artigiani, in
quel momento l’artigiano aveva un potere nei confronti dell’imprenditore, questo perché se eri un
bravo artigiano l’imprenditore aveva un interesse a tenerti lì. Nel momento in cui si standardizza il
lavoro industriale, il lavoratore non ha un potere contrattuale.
La sfera della cultura serve a giustificare queste cose e dentro questa sfera Marx incontra la
religione.
Lui dice: “L’uomo è il mondo dell’uomo, lo Stato e la società producono la religione.”
Questo è diverso da quello che diceva Durkheim e Weber.
Durkheim: la religione è l’elemento costitutivo della società.
Weber: la religione dà la spinta iniziale alla nascita del nuovo sistema economico.
Questo vuol dire che entrambi riconoscevano alla religione un’autonomia e può generare fatti
sociali nuovi.
Marx, invece, sostiene che è la società che genera la religione funzionale, a seconda di differenti
periodi storici, al mantenimento di coloro che detengono il potere.
Perché la religione è funzionale al mantenimento dello Status quo?
Marx fa i conti con il cristianesimo. Il cristianesimo ci dice che ogni uomo è fratello con l’altro
uomo, ti dice che la vera realizzazione di te sta nell’aldilà, ti dice che tanto più soffri nell’aldiquà,
tanto più grande sarà la tua ricompensa nell’aldilà, bisogna accettare la volontà di Dio.
Questa logica, per Marx, è funzionale al mantenimento dello Status quo. La religione ti dice che è
un bene che stai soffrendo.
La religione, per Marx, è la realizzazione fantastica dell’essenza umana, poiché non possiede una
vera realtà. La religione è un’invenzione, è l’invenzione di un mondo fantastico, inesistente che
giustifica la realtà attuale e prefigura l’esistenza di un mondo fantasioso, oppure ti fornisce delle
spiegazioni della realtà che non sono vere spiegazioni, ma sono false visioni della realtà che
servono a giustificare la realtà così per com’è.
La religione dice Marx:” è il gemito dell’oppresso, il sentimento di un mondo senza cuore. È
l’oppio del popolo, è una droga che ti porta ad avere allucinazioni, ovvero a vedere le cose per
come vuole che tu le vede, quest’oppio anestetizza ogni possibile passaggio rivoluzionario”.
La religione ti dice che se quello è ricco e tu sei povero è perché Dio ha voluto questo. La religione
ti dice che se tu di stai ammazzando di fatica è perché è Dio che vuole questo.
Tutto quello che dovrebbe essere una sofferenza che ti trasforma in soggetto rivoluzionario, diventa
un qualcosa, che la religione trasforma in positivo. (dopo avrai una ricompensa nell’aldilà)
Se tutto questo è vero, la conseguenza per Marx diventa ovvia e dice: “la soppressione della
religione è il presupposto della vera felicità del popolo.”
Per arrivare alla società giusta, alla costruzione di questo uomo nuovo prefigurato nell’ottica
marxiana, la religione rappresenta uno stato. Allora, eliminare la religione diventa necessario perché
l’uomo possa uscire da una felicità illusoria/falsa e possa andare incontro alla vera felicità.
Marx guarda la religione dal punto di vista che risponde alle domande: “che sono ha la vita, chi
sono io, che senso ha il dolore, che senso ha l’esistenza del bene e del male?”.
Al tempo stesso questa teorizzazione di Marx ha portato alla nascita dell’unione sovietica. Secondo
il percorso prefigurato da Marx, dopo la rivoluzione lo Stato doveva continuare ad esserci?
Lo Stato non sparisce, anzi diventa uno stato totalitario, ovvero che vuole entrare in qualunque
momento della vita degli individui ed ha una forza tale per cui può fare tutto quello che ha fatto.
Quindi, esiste con una forza oppressiva.
Questo Stato che nesce sullo sfondo dell’ideologia marxiana, che rapporti ha con la chiesa?
Laddove si concretizza la visione di Marx, nei confronti della religione accade che, siccome l’uomo
si deve liberare dalle catene oppressive, deve andare incontro alla felicità, accade che le chiese
vengono abbattute, accade che coloro che fanno professione religiosa vengono portati nei lager. La
chiesa viene costretta al silenzio e viene perseguitata. Lo Stato comunista è ateo, nel senso che c’è
la propaganda dell’ateismo e non c’è nessuna libertà religiosa. Le religioni vengono viste come
nemici da abbattere.
L’unica verità sull’uomo è la verità che viene dalla dottrina marxiana e ti dà gli strumenti per
realizzare in terra la felicità dell’uomo e la società perfetta.
Tutti coloro che non si riconoscono, devono essere fisicamente eliminati oppure costretti a tacere.
Quando appare per la prima volta il termine di Secolarizzazione appare per la prima volta
durante le guerre di religione e dopo il trattato di Westfalia (1648, pone fine alle guerre di
religione) su un presupposto del “Cuius regio eius religio”, ovvero la religione del popolo è la
religione del principe, quindi è il principe che incarna che tipo di religione c’è all’interno dei
territori.
Deriva dal latino “seculum”, che può essere inteso:
1) Come spazio di tempo infinitamente grande, “nei secoli dei secoli amen”, quando la messa
veniva recitata in latino era “secula, seculorum amen”.
2) Oppure, come un termine che indica la negatività di questo mondo.
Paolo, nella lettera ai romani scrive:” non vogliate conformarvi alla mentalità del mondo”.
Questo termine, indica il trasferimento delle proprietà della chiesa ai principi.
Il termine secolarizzazione può essere utilizzato anche per dire quando si riduce un sacerdote allo
stato laicano.
Questo termine, poi si sviluppa in una accezione negativa, con il termine secolarismo e indica un
atteggiamento di indifferenza per le istituzioni religiose.
Questo termine è stato usato in differenti accezioni e anche come chiave interpretativa di ciò che
stava accadendo alla religione nella società moderna.
Vi sono diverse accezione attraverso cui la secolarizzazione è stata interpretata:
1) Secolarizzazione come declino della religione, ovvero i simboli, le forze religiose
tradizionali perdono la loro forza di richiamo. Si parla di secolarizzazione, ad esempio a
partire degli studi che venivano fatti e dicono che c’è una forte diminuzione dei matrimoni
religiosi.
2) Declino del prestigio che la figura dei sacerdoti hanno nella società moderna. Non sono
più le autorità del passato, non godono più del prestigio che li circondava, sostituiscono una
casta sempre più isolata rispetto al resto della società.
3) Altri autori, lo definiscono a partire dal fatto che determinati ambiti della vita
individuale e sociale, sono sottratti all’influenza della religione. Ciò che prima veniva
considerato come divino-assoluto, ora non lo è più.
Attorno a questo termine nasce un’ambiguità, ovvero che per poter dire che la società sia
secolarizzata, la questione centrale è quella di stabile come si misura il declino. Dobbiamo dire
quali sono le variabili per poter dire se è più o meno secolarizzato e dobbiamo aver chiaro anche
che cos’è la religione.
4) Secolarizzazione come conformità al mondo: vuol dire che il gruppo religioso ritrae
sempre più la sua attenzione dalla vita soprannaturale e futura, per diventare sempre più
attento ed omogeneo alla società circostanze. Il gruppo religioso per farsi accettare, per
poter continuare ad esistere, per crescere il numero degli aderenti, va a minimizza il
riferimento alla dimensione sovrannaturale e massimizza la sua attenzione agli interessi
della domanda che viene della società circostante. È un processo che fa sì, che ad un certo
punto il gruppo religioso diventa indistinguibile dalla società che lo circonda.
Esempio: A.G.E.S.C.I .= associazione guide e scouts cattolici italiani, nasce negli anni ’70 come
movimento nella chiesa, quindi nasce come gruppo ecclesiale. Quella C nella sigla, vuol dire che è
un gruppo cattolico. Allora l’attività di scout dovrebbe servire a creare dei buoni cittadini e cristiani.
Nell’attività di gruppo, i formatori devono essere cristiani e devono dimostrare la loro fede (in
teoria). Ad un certo punto accade che questo gruppo, nato appunto per combattere la
secolarizzazione, rafforzare la cattolicità, diventa indistinguibile dalla società e diventa come tutti
gli altri. Quindi, processo di secolarizzazione.

Secolarizzazione come desacralizzazione del mondo: il mondo viene privato dal suo carattere
sacrale, quando l’uomo e la natura divengono oggetti di spiegazioni e manipolazioni razionali e
causali. Quindi, quando i fenomeni sono spiegati attraverso l’analisi scientifica, l’osservazione
dell’analisi razionali.
Il mondo moderno è disincantato (secondo Weber) a causa di una tendenza irreversibile, verso la
razionalità, l’uomo affida alla scienza e non più a forze sovrannaturali la spiegazione di ciò che
accade. L’elemento della sacralità diventa marginale della realtà.
La spinta della sacralizzazione, viene dalla tradizione ebraica e cristiana.
 Tradizione ebraica: è l’immagine di un Dio che è trascendente e di vicende del mondo
affidate all’uomo.
 Tradizione cristiana: parta con la desacralizzazione con l’immagine del potere, ovvero la
figura dell’imperatore era considerata pari a Dio e continua con la separazione fra religione
e politica.
Secolarizzazione: è questa sottrazione di spazi della vita sociale all’autorità religiosa, e potremmo
dire di ritorno al mondo, di spazi e fenomeni che prima erano stati resi sacri.
Peter Berger, dà una definizione di secolarizzazione.
Per lui, la secolarizzazione è quel processo tramite cui, alcuni sottratti della società e cultura,
vengono sottratti al dominio delle istituzioni e dei simboli religiosi, quindi la perdita di aree che
precedentemente erano sotto il controllo delle chiese.
Es: separazione fra stato e chiesa, l’emancipazione della formazione dell’istruzione (questo può
essere un esempio perché, prima ad avere accesso all’istruzione erano le persone benestanti, quindi
l’istruzione è religiosa. La materia più importante fino a qualche tempo fa era la teologia. Le
università le ha inventate la chiesa.)
C’è ancora oggi un filone di questa mentalità?
Si, come l’Università Cattolica. Se sei un Professore, divorzi e ti risposi verrai licenziato.
Nella società precedenti, la chiesa e le religioni avevano questo ruolo centrale, ovviamente te lo
giochi sull’educazione.
Anche il cristianesimo, ti dà una visione dell’uomo e della storia, ti dice che sei e che cosa ci fai al
mondo.
C’è qualcun altro che avuto questa pretesa sui cittadini?
Es: Regimi totalitari, l’Unione Sovietica, il nazismo il fascismo, in parte il fascismo qui perché
c’era la chiesa e il re. Questi regimi legittimano il loro potere sulla visione dell’uomo e della storia.
Secolarizzazione, declino dei contenuti religiosi che è a 160 gradi. È un declino, dice Weber,
nell’arte, nella filosofia e anche nella letteratura.
Weber dice che c’è la promozione della scienza come prospettiva autonoma. La scienza, in passato,
poteva svilupparsi e dire qualcosa purché non andasse contro la chiesa. C’è un filone che continua
ancora oggi? Oggi la scienza avanti indipendentemente dalla chiesa.
Weber dice che come si secolarizza la società e la cultura, si secolarizza anche la coscienza degli
individui. Quindi; gli individui, guardano il mondo e la propria vita senza ricorrere alle
interpretazioni religiose.
Che cos’era la nascita prima?
Un dono di Dio e avere tanti figli era una benedizione. Oggi non è così. Anche nell’educazione dei
figli, è cambiato il modo.
Ciò che prima accompagnava la vita dell’individuo nelle proprie fasi (religione-chiesa) oggi si
muove in piena autonomia.
Quali sono i fattori che hanno dato origine al processo di secolarizzazione?
1) all’interno dello sviluppo del modello capitalistico –industriale; l’espansine
dell’economia capitalista, ad un certo punto si muove per percorsi propri. Esempio: il
capitalista per fare investimenti, ha bisogno di fare un prestito. Nei secoli passati, il sistema
economico doveva rendere conto alla religione anche su questo.
Il capitalismo, dà una spinta verso la secolarizzazione attraverso i portati secondali. Quindi il
capitalismo, è pubblicità, espansione, movimento.
Nel sistema industriale accade che:
- il capitalismo ti chiede di fare scelte razionali, il capitalista non è quello che si fa la croce
quando apre una attività, ma è quello che deve fare calcoli razionali. Allora il capitalismo
spinge questa spinta alla razionalizzazione, a fare conti, calcoli e questi si fanno su cose
concrete, visibili. Allora questo ti abitua ad una mentalità razionale, che tende ad intervenire
sulle cose abituandoti all’uso della ragione. Il contadino che seminava una volta, pregava.
Dentro il sistema di lavoro industriale si diffondono delle ideologie, dei modelli di comportamento
e delle visioni dell’uomo nella storia, che hanno dei contenuti fortemente anti-religiosi. All’interno
del sistema del lavoro industriale che iniziano a diffondersi ideologie comuniste, ma al tempo stesso
ideologie che esercita un fascino grande, perché ti prometto che se si segua un certo percorso il
paradiso può esserci sulla terra, le ingiustizie abolite, i bisogni vengono realizzati qui. Queste
ideologie venivano sostenute dai marxisti.
Questa propaganda pervade tutto l’occidente e porta tanti ad abbandonare la loro fede cristiana.
2) Influenza delle scienze moderne: “sbugiarda” la religione, offre delle spiegazioni che a
tanti appaiono più plausibili rispetto a quella della chiesa.
3) Diffondersi del protestantesimo: Berger dice che il diffondersi delle comunità protestanti,
rappresenta un’enorme contrazione della sfera del sacro nella società, nella visibilità del
sacro all’interno della società.
Prima il sacro, si concretizzava nella grande parola di mistero (come si fa a spiegare la morte di un
bambino), il miracolo (il santuario, la madonna, la preghiera). Il santo rappresenta l’immagine del
sacro, questo perché il santo veniva considerato come una persona che faceva miracoli.
Berger dice che, nel protestantesimo sparisce tutto questo, niente santi, statue, rituali.
Diventa il rapporto dell’uomo con Dio. Questo rapporto fa che tutti i segni del sacro non hanno più
ragione di esistere. La realtà si polarizza, invece, tra una divinità trascendente (Dio è la
perfezione, Dio è la bellezza) e un’umanità che è radicalmente caduta.
Il cattolico, dice Berger, che ha tutta una serie di canali - rapporti con il sacro, i miracoli, i santi e la
confessione. La confessione non come l’intendeva Weber, perché diceva che se il cattolico
sbagliava aveva la confessione, mentre per il protestante non è così. Ma, quando ci si va a
confessare, i propri peccati si confessano a Dio onnipotente. Quindi, questi sono i canali nel
cattolicesimo. Mentre nel protestantesimo c’è solo la Bibbia, non c’è nessun altro canale.
Secolarizzazione è il riflesso della società moderna, in cui c’è l’espansione della società
capitalistica industriale e anche della sfera politica. Non è Dio che scegli chi avere potere, ma ogni
sistema di potere giustifica il suo potere in forma razionale e laica che deriva dal processo di
protestantizzazione.
Le religioni, quindi, non possono usare la forza dello stato oggi, per essere obbedite. Devono
cercare da sole i propri credenti e devono farlo in una società in cui il grande portano della società
moderna, è la pluralizzazione, ci sono più opzioni e più scelte.
La società passate avevano un monopolio religioso, qui in Italia era la chiesa cattolica, non c’era un
pluralismo religioso. Allora, le religioni agivano attraverso questo sistema di monopolio, creando il
senso comune, il modo di pensare degli uomini in modo tale da concepire sé stessi così come la
chiesa suggeriva. Nel nostro dialetto non esiste la parola persona, perché coincide con la parola
cristiano.
Quindi, le chiese nella società plurale non hanno più uno Stato che ti impone una religione e , i
cittadini non sono costretti a scegliere la religione dominante, ma possono scegliere anche di non
credere.
Allora come si comportano le chiese nella società plurale?
Le chiese si comportano come delle aziende. Come le aziende possono essere in competizione fra di
loro, la stessa cosa fanno le chiese.
Ma come si svolge questa competizione? Si svolge dentro l’ottica della razionalizzazione. C’è la
messa la domenica in Tv, Radio Maria, Tv 2000
Berger dice che, dentro le chiese, per far funzionare le opere che fanno leggere il messaggio della
chiesa, ci sono delle attività che presuppongono che ci siano esperti che sono tecnologicamente e
scientificamente preparati. Questo comporta una razionalizzazione delle coscienze. Le coscienze
sono educate a pensare e agire razionalmente, ovvero persone istruite per fare quelle cose, però
bene.
Lo spazio delle chiese-religioni, viene confinato all’interno della sfera privata della famiglia. La
società moderna è la società dove ha un forte processo di individualizzazione, non ti dice in quello
che devi credere, ma l’importante che questo sistema di credenze ha a che vedere con la sfera
privata. La religione, quindi, non è più ciò che mi è stato consegnato e che ha una forza tale da
dover essere messo in discussione, ma la religione diventa oggetto di scelta.
La scelta fatta dall’individuo o famiglia, ma diventa una religiosità segregata. La religione, invece
di rilegare, crea dei piccoli sottomondi, di coloro che riconoscono in quella religione una struttura di
plausibilità. La riconoscono come convincente, esaustiva. Mentre questa plausibilità prima era
universale, oggi è esito di una scelta all’interno di piccole comunità che hanno la dimensione di una
famiglia. Dentro la tua famiglia puoi creare un universo in cui ciò in cui credi è convincente,
plausibile, condivisibile con gli altri componenti della famiglia.
Ma questa religione individualizzata, in cui i legami non vanno oltre alla dimensione della
famiglia, porta ad una religiosità fragile, perché la famiglia è fragile e si può frantumare.
Allora, la scelta per una preferenza religiosa può essere abbandonata con la stessa velocità con cui
era stata adottata. Allora, la fine delle tradizioni religiose, genera il dualismo. Più chiese, ma la
competizione non è soltanto fra gruppi religiosi, ma anche fra gruppi religiosi e non, che sono
capaci di portare una visione dell’uomo, della storia o del mondo. Quindi, le chiese entrano in
competizione con i movimenti rivoluzionari, politici che agiscono secondo la stessa dinamica.
Credere nella rivoluzione non è comunque un atto di fede?
La tradizione diventa un’offerta fatta ad una clientela che non è tenuta a comprare. Per conquistare
questa clientela ci si burocratizza attraverso il processo di razionalizza.
Berger dice, lo Stato nei confronti dell’esistenza di una pluralità di religioni come si comporta?
Si comporta come fa con le aziende, deve creare regole e leggi in cui ci sia una libera competizione.
Il mercato a cui si riferiscono le chiese è un mercato secolarizzato. Persone secolarizzate, che tipo
di domande possono fare? Secolarizzate! Allora, le chiese si secolarizzano, offrono prodotti
secolarizzati. Facendo questa operazione, dicono Berger che finiscono per somigliarsi tutte.
Berger dice che la caratteristica tipica della società moderna è da individuare sul fenomeno delle
pluralizzazione del fenomeno religioso. Questa dinamica può portare al fatto che all’interno delle
chiese, tutti gli elementi sovrannaturali sono destinati a sparire proprio perché non c’è una domanda
per il sovrannaturale e, invece, sottolineano una funzione morale svolta dalla chiesa, oppure i
servizi offerti dalla chiesa oppure dare una risposta su bisogni di natura privata e terapeutica.
Esempio: bambino che non socializza a scuola, va dallo psicologo e gli consiglia di stare più tempo
insieme ad altri. Allora lo porta in parrocchia, perché offre servizi sufficienti a questo bisogno. La
stessa cosa la coppia che è in crisi.
Un altro elemento è l’”Accentuazione del ruolo del laicato”.
Le chiese-religioni, erano fondate su questo gruppo di esperti per cose religiose, che detenevano il
comando, perché detenevamo il potere di interpretazione. Il nuovo ruolo che viene attribuito al
laicato, legittima posteriori gli sviluppi che sono radicati nell’infrastruttura del mercato religioso
contemporaneo.
Il laico è colui che è dentro le cose del mondo, da un lato rafforza la presenza delle chiede, in
quanto sono più prossime laddove la società vive, dall’altro accentua l’elemento di
secolarizzazione. Se i bisogni sono simili, le istituzioni religiose tenderanno a standardizzare i loro
prodotti e le chiese troveranno una sorta di ecumenismo, ovvero non gli conviene farsi la guerra
l’una con l’altra, la competizione si, però regolata.
Se tutti fanno le stesse cose, se tutti offrono più o meno gli stessi servizi, che cosa accade
rispetto alla specificità di ciascun credo religioso? La specificità, in qualche misura rimane, c’è la
standardizzazione, ma c’è la necessità da parte di ciascuna chiesa, di mantenere una
differenziazione marginale, ovvero dare una visibilità al marchio.
Berger dice che, la differenziazione a volte è solo apparente e non si produce in base alle eredità
tradizionali, ma in base all’esistenza di specifici mercati. Il ruolo della tradizione certamente gioca
un ruolo, però non è centrale, perché se fosse centrale ci sarebbe solo il conflitto. Invece, questa
sorta di ecumenismo richiede che vi sia la possibilità di sedersi attorno allo stesso tavolo, in virtù di
ciò che accomuna. Questa è più vero nella società secolarizzata, perché bisogna difendere la
plausibilità della religione stessa.
Non bisogna attaccarsi troppo l’un con ‘altro, proprio per difendere la plausibilità dell’essere
religioso.
Questo segna il cambiamento di fase, ovvero da una fase in cui, il mondo religioso viene accettato e
dato per scontato, ovvero come una offerta plausibile, all’indebolimento della plausibilità (non
credere più alle risposte che dà la religione), vi è lo spazio per l’incertezza. C’è un salto importante
rispetto al fatto che, ciò che prima risultava come “accettato meccanicamente” - “auto evidente”,
oggi diviene un atto di fede. Ciò che prima era il respiro stesso della vita, oggi diventa il frutto di
uno sforzo deliberato da parte dell’individuo.
Allora il passaggio è importante, perché i vecchi contenuti religiosi, nella società contemporanea si
de-oggettivizzano e divengono l’espressione privata di un’opinione o sentimento, ovvero diventano
convinzioni soggettive. Si passa da “Dio c’è” a “Dio c’è ma è un mio parere-convinzione e può
essere messo in discussione da un altro”. Le strutture di plausibilità, nella società contemporanea,
perdono di forza perché ci sono “tutti quegli altri”, che si rifiutano di accettare il mio mondo
religioso, ovvero in quello che io credo. Non c’è una collettività che crede in qualcosa che ha la
forza per dire “io in questo momento sono vivo, sto respirando”, ma può avere attorno tanti altri che
non gli credono. Nella società contemporanea è sempre più difficile restare fra di noi, essere
comunità, essere circondati da persone che condividono le tue stesse emozioni, credere. Quando
qualcuno tenta di fare questo, appare alla società contemporanea come un deviante, esaltato.
Es: io credo in maniera forte, questo atto di fede secondo Berger si vive nella famiglia. Se, invece,
incontro un’esperienza religiosa che cambia la vita e, la mia vita cambiata tendo a viverla sempre
all’interno di questa nuova comunità. Se io mi circondo da altri che hanno la stessa convinzione, si
rafforza. Però, quando questa accade, il mondo esterno inizia a fare opposizione a questa persona.
Quando tenti di costruire questa dinamica, appari agli occhi della società come un deviante. È più
una setta, dove si decide di appartenere e sono esperienze di natura religiosa che si innescano come
cambiamenti, a differenza della chiesa che si appartiene per nascita.
I contenuti religiosi diventano de-oggettivizzati, ovvero privi della loro condizione di realtà data per
scontato. I contenuti religiosi, allora, diventano un problema privato radicato nella coscienza del
singolo. Allora, la religione non interpreta più il cosmo, la storia, ma interpreta l’esistenza che è la
psicologia individuale. La religione è qualcosa che mi fa star bene, però non legittima più il mondo.
L’esistenza di questa pluralità di offerta religiosa, viene interiorizzata dalle coscienze, come una
pluralità di possibilità tra cui si può scegliere. Questa pluralizzazione fa sì che ciascuna offerta
religiosa, legittimi l’esistenza dell’altra. Tutto diventa relativo, ogni scelta è relativizzata e, il grado
di certezza di questa scelta è rimandato alla coscienza del singolo, alla soddisfazione che provoca
alla coscienza del singolo, non più alla cultura, perché quest’ultima è frammentata.
Allora, nelle situazioni pre-moderne, c’era un mondo di certezza religiosa che solo occasionalmente
veniva rotta da devianze eretiche, una era la certezza, uno la via, chi propone qualcosa di diverso
era considerato un eretico (falso).
Al contrario, dice Berger, la situazione moderna è un mondo di incertezza religiosa,
occasionalmente tenuta a bada da costruzioni di affermazioni religiose, più o meno precarie. Per
l’uomo pre-moderno, l’eresia è una possibilità remota. Per l’uomo moderno, invece, l’eresia diventa
una necessità, ovvero la modernità crea una situazione in cui scegliere diventa un imperativo
(l’imperativo eretico, libro di Berger). Nel passato non c’era nulla da scegliere, oggi è necessario
scegliere. Di fronte a questa situazione, quali sono i meccanismi di adattamento possibile?
Berger dice che ci sono 3 vie:
1) Via deduttiva  questa via prevede il ritorno, con forza, all’autorità della tradizione. Un
ritorno alla tradizione a dispetto delle sfide che la modernità pone alla tradizione. È il
tentativo che vuol dire “riandare alle radici, riandare al momento d’oro della religione”. È
una via, in cui la religione diventa un assoluto, indipendente dalla società che cambia. C’è
stata una rivelazione, questa viene da Dio ed è per sempre, non è soggetta alle
trasformazioni.
2) Via della riduzione  è il percorso più seguito, che implica un processo di
secolarizzazione della tradizione. C’è una rivisitazione dei contenuti di una religione fatta in
maniera da assecondare le trasformazioni sociali. È una rivisitazione che storicizza la
religione, i contenuti della rivelazione. È un percorso in cui, la tradizione e i contenuti si
adeguano al mondo che è cambiato. Per essere accettati si minimizzano determinati elementi
e se ne valorizzano degli altri.
3) Via della induzione  Questa, secondo Berger, è la più plausibile. È un percorso che tenta
di scoprire e di riportare alla luce le esperienze incorporare nella tradizione, cioè
rivitalizzare la tradizione, innovare la tradizione. Quindi, non perdere gli elementi
costitutivi, ma valorizzare quelle esperienze della tradizione, che sono adeguate ad
interpretare il mondo moderno, non inchinandosi ad esso e alle sue esigenze, ma
interpretandone i bisogni alla luce della tradizione.
Berger dice che bisogna tenere la religione in costante movimento. Le comunità religiose vivono
nella società, ma non sono più la società. il credere appare una sorta di self-service religioso, nel
quale ciascuno si dedica a combinazioni etico-religioso. È la fine del monopolio della gestione del
capitale simbolico, che ora piò essere sempre più sfruttabile da tutti.
Nasce una religione, conquista un certo numero di fedeli e si radica su un territorio più o meno
vasto. Questa religione, se riesce a raccogliere un numero significati di fedeli, vuol dire che è stata
capace di fornire una risposta adeguata a quel tipo di società. Può accedere che con il passare del
tempo, la società cambia e cambiano le domande e in alcuni periodi di tempo, questo cambiamento
può essere un cambiamento radicale in soli 30-40 anni.
Allora accade che il sistema religioso, deve adeguarsi ai cambiamenti.
Come si attua il processo di innovazione delle chiese?
Questo processo può avvenire attraverso 2 spinte:
- Dall’alto verso il basso: ovvero i processi di innovazione, dei cambiamenti che sono
promossi dai vertici dell’istituzione. L’istituzione si rende conto che c’è un mondo che sta
cambiando e avvia dei processi che rendono l’istituzione flessibile ai cambiamenti e capaci
di interpretare e governare il cambiamento sociale, ovvero adeguare il linguaggio, il
messaggio, i riti ad una società cambiata.
Es: Matrimonio che nasce nel 1500 con il Concilio di Trento.
- Dal basso verso l’alto: C’è la presenza della chiesa, c’è la società che cambia e vivendo
dentro la società che cambia, la chiesa può trasformarsi. Le innovazioni che derivano dal
basso, derivano dall’apparire di nuovi movimenti religiosi che adeguano la presenza della
chiesa alle mutate condizioni di contesto. Queste nuove proposte di vita religiosa devono
vincere la sfida di trovare un consenso della società, del mondo. L’istituzione tende a
difendere il proprio modo di funzionare, il proprio sistema. Quando l’istituzione accetta il
nuovo, rafforza sé stessa, perché accoglie un’altra modalità più adeguata ai tempi o a
determinati contesti sociali.
Le spinte che vengono dal basso possono essere: - il nuovo movimento rafforza l’istituzione; -
l’istituzione rafforza l’esistenza del nuovo movimento
05.11.2019 (Rosanna)
ANALISI DEL FENOMENO RELIGIOSO
È l'analisi di un fatto complesso. È visibile o invisibile, attraverso le pratiche religiose, l'istituzione e i
comportamenti derivanti da un senso di appartenenza.
Lo studio della religione è di natura multidisciplinare. Religiosità = ciò che è empiricamente osservabile dei
fenomeni religiosi.
Glock individua 5 fattori che determinano il fenomeno religioso. Essi possono essere osservabili e
misurabili, sono comparativi tra le varie religioni. All'inizio di ogni ricerca sul fenomeno religioso, è
necessario definire questi 5 fattori:

1. Credenza

2. Pratica

3. Conoscenza

4. Esperienza
5. Appartenenza
Lo studio del fenomeno religioso passa attraverso l'analisi di questi fattori, i quali possono essere
interdipendenti l'uno dall'altro. Non sempre questi fattori sono correlati tra loro. Come si
costruiscono le ricerche sul campo della religione?? Bisogna aver a che fare con una definizione ben
precisa dell'oggetto. Difatti, la definizione dell'oggetto può essere semplice o non. È necessario
prendere il concetto di religiosità e scomporlo in variabili (maniera attraverso cui un fenomeno può
presentarsi). La religiosità non si studia come qualcosa di astratto ma si isolano dei fattori che
definiscono la religiosità stessa e le modalità in cui essa può essere vissuta. È bene dire infatti,
ricollegandoci ai fattori di Glock, che ciascuno all'interno della religione costruisce un sistema di
credenze (hanno a che fare con la sfera del sacro).
METODI DI STUDIO= modalità di misurazione
-ricerche di tipo quantitativo, possono nascere partendo da due tipi di domande:
1. COME SI PRESENTA UN FENOMENO?? si tratta di una ricerca di tipo descrittivo. Es_ come i
cattolici italiani vivono il rapporto con la politica
2. PERCHÉ SI PRESENTA UN DATO FENOMENO?? Ricerca di tipo interpretativo. Non si descrive solo
il fenomeno ma se ne interpreta il motivo per cui nasce il fenomeno.
Le ricerche quantitative si sviluppano attraverso questionari (strumenti di indagine che consentono
di ottenere risposte standardizzate e dunque facilmente analizzabili). L'uso del questionario può
esser fatto attraverso interviste faccia a faccia in cui il ricercatore incontra direttamente
l'intervistato o invia il materiale online o per posta o via telefononica. Il questionario può contenere
domande chiuse in cui le  risposte sono predeterminate in una serie limitata di possibilità. Il
questionario può anche contenere domande aperte che lasciano all'intervistato ampio spazio per
formulare la risposta.  La tecnica di scrittura del questionario è importante: bisogna fare attenzione
a varie questioni. La domanda deve essere chiara e tutti gli intervistati devono attribuirvi  il
medesimo significato. È importante anche l'ordine delle domande : le più sensibili devono porsi
sempre alla fine altrimenti si rischia di non ottenere risposta a domanda alcuna.  La tecnica
dell'indagine quantitativa ha il vantaggio di confrontare le risposte attraverso i dati standardizzati,
offrendo un quadro della frequenza del fenomeno e l'intensità con cui il fenomeno si presenta. Lo
svantaggio sta invece nel fatto che ciò costringe l'intervistato a chiudersi in un sistema di risposte
codificate.
-ricerche di tipo qualitativo, hanno il vantaggio di eliminare questa rigidità utilizzando una
metodologia in cui il punto centrale è la libera narrazione dell'intervistato. In questo tipo di
indagine, l'intento è definire quelli che Weber chiamavano idealtipi: quei modelli attraverso cui si
differenzia la modalità con cui viene vissuto un fenomeno. Si disegnano dei veri e propri
identikit=modelli che servono a interpretare il fenomeno nel suo complesso. L'ideale è che
l'intervento dell'intervistatore sia il più ridotto possibile. L'intervistatore deve presentarsi nella
modalità quanto più simile al l'intervistato. Deve garantire l'anonimato e mettere il soggetto a suo
agio attraverso il modo di porre le domande e attraverso un contenuta reazione durante le risposte
per evitare le risposte socialmente accettabili.
I 5 FATTORI DI GLOCK
rappresentano i paragrafi attorno ai quali strutturare questionari e ricerche di tipo qualitativo.
1) CREDENZA RELIGIOSA= tutte le religioni si presentano come sistema di credenze, costituite da
elementi empirici e atti di fede al tempo stesso. Corrisponde dunque alla credenza di una specifica
entità. Ognu religione, a partire dal nome che dà alla sua entità, struttura poi un sistema di
credenze che ne sono conseguenti. Es_ quale preghiera viene recitata a messa? Il credo, il quale
rappresenta e caratterizza tutti gli elementi di quella religione.
2) PRATICA RELIGIOSA= elemento che ha la caratteristica forte della misurabilità. Ogni religione
elabora una serie di pratiche che conducono alla strada della salvezza. Al tempo stesso, queste
pratiche, disegnano il corpo sociale della Chiesa stessa. Le pratiche possono essere:

 Visibili, inerenti a pratiche religiose come matrimonio, comunione ecc..

 Invisibili, momenti di preghiera privata

La pratica è un eccellente fattore di misurabilità del peso che la religione ha sul singolo. Per parlare di
pratica religiosa, è necessario che vi sia una religione socialmente strutturata: deve esistere una autorità
religiosa in grado di stabilire il livello di coerenza richiesta tra il dichiararsi appartenente ad una religione e i
comportamenti rituali derivanti. Per quanto riguarda questi ultimi, devono essere codificati e ripetuti nel
tempo. Inoltre, devono avere come scenario spazi speciali e separati, considerati sacri. È necessario che vi
sia una separazione tra chi occupa questi spazi sacri e chi è chiamato a parteciparvi. Il tema della
partecipazione visibile (fare determinate cose per ottenere la salvezza) dipende molto dal contesto sociale
in cui si colloca quel dato sistema di credenze. Es_ in Italia negli anni '40 andare a messa era un obbligo
sociale.
3)CONOSCENZA= le religioni elaborano un corpo di conoscenze. La dottrina, la conoscenza, è generata dalle
Chiese, ma qual è il livello di conoscenza della dottrina? Essa viene appresa durante il Catechismo ma oggi
sono pochi ad avere un elevato grado di conoscenza della dottrina religiosa, soprattutto i giovani.
4)ESPERIENZA= è comunicabile attraverso il meccanismo del "vieni e vedi". L'esperienza e la dimensione
sacrale si incontrano quando la religione diventa prassi dentro la vita.
5)APPARTENENZA= le religioni legano generando un senso di appartenenza poiché le Chiese sono
organizzazioni dotate di una propria gerarchia ed una suddivisione di compiti e ruoli. Le religioni ti spingono
a "sentirsi parte di". La partecipazione può essere rituale, in relazione agli obblighi come battesimi, cresime,
matrimoni, funerali. La partecipazione può avere diversi livelli di intensità:
-partecipazione con militanza, si tratta di una forma di partecipazione piena. Si è estremamente convinti di
appartenere ad una data Chiesa. Ci deve essere un coinvolgimento attivo affinché questa chiesa possa
esistere, investendo risorse proprie, dedicando tempo alle attività della parrocchia.
-partecipazione senza militanza, si tratta di una forma di partecipazione molto diffusa nel nostro paese: io
mi sento parte della Chiesa ma la considero come una istituzione che offre servizio a cui partecipare come
fruitore esterno. Es_ vado a messa la domenica ma non mi occupo di partecipare attivamente al
mantenimento della Chiesa. Non vi è uno spirito di forte appartenenza.
-militanza senza piena partecipazione , forma di religiosità legata alle forme di nuova vita religiosa, in
particolare al new edge. Si aderisce ad un gruppo ma senza sentirsi “parte di”. Aderisco al gruppo perché
le attività da esso suggerite corrispondono ad un bisogno di benessere. I servizi qui si pagano il più delle
volte e non si crea quel legame con gli altri, non si crea paternalismo: c’è adesione alle attività ma al tempo
stesso estraneità dal gruppo.
Lezione 06-11-2019
Come gli italiani credono?
Vi è un libro di Franco Gorelli dove parla della “religione all’italiana”, in modo particolare come si
approcciano gli italiani alla religione.
In Italia c’è una secolarizzazione più dolce, lenta ed è una contrapposizione inesistente. La società
si secolarizza con un lento abbandono di rottura delle credenze. C’è una generazione che non ha
svolto in modo efficace quell’anello di trasmissione del sistema di credenze.
Generazione: anni ’60-’70, questa generazione è nata in un momento in cui, l’Italia attraversava un
processo di modernizzazione. Quest’ultime, hanno dato vita a generazioni successive che si sono
sempre di più allontanate dalla religione. Quindi, aumenta la quota di persone che non credono.
La ricerca e i risultati, ci fanno capire come si crede in Italia.
In Italia, abbiamo a che fare con un popolo che si divide fra:
- Coloro che credono tanto;
- Coloro che sono in una posizione intermedia
Attraverso i dati statistici ricaviamo che, all’espressione “so che credo in Dio e non dubbi”, i
risultati sono:
 46%  dichiarano di credere in Dio.
 25%  dichiara di credere in Dio, anche se una credenza può presentare dei dubbi.
 11-12%  dice che crede in Dio, ma solo in alcuni momenti.
L’83% degli Italiani, dichiara di credere in Dio, aggiungendo anche il 4% delle persone che non
credono, ma che comunque credono che esiste un’entità superiore a quello umano, ed entra nella
dimensione della Trascendenza.
Solo il 6.6% ha risolto la questione del rapporto con Dio (atei). Qui siamo difronte ad un popolo che
crede nella trascendenza.
A coloro che hanno dichiarato di credere, è stato chiesto di indicare in quale religione si
riconoscono. Attraverso i dati, quasi l’80% di coloro che credono, credono nella religione cattolica.
Per quanto riguarda le altre religioni, poco-meno del 5% degli italiani sono: islamici, protestanti,
ecc.
Il 9% sono atei, diagnostici, quindi non credono in nessuna religione.
Stando a questi dati, il cattolicesimo è molto diffuso nella nostra società.
Alla domanda: “Come credi, cosa condividi di ciò che il cattolicesimo ti presenta?”
Gli italiani rispondono:
 22%  si proclamano cattolici e dicono di riconoscersi in maniera convinta e attiva. =
PARTECIPAZIONE CON MILITANZA
 32%  sono convinti della loro adesione al cattolicesimo, però non fanno nulla purché
questa istituzione possa espandersi. Non sono sempre attivi. PARTECIPAZIONE SENZA
MILITANZA
 35%  la maggioranza crede per tradizione ed educazione. Rispondono che sono cattolici,
ma si giustificano dicendo che sono nati in un paese cattolico, attraverso l’educazione dei
nonni, la tradizione. La tradizione diventa abitudine, ha perso il suo significato originario.
 10,5%  condividono alcune idee del cattolicesimo. Diciamo che in questa risposta c’è un
elemento importante, ovvero l’affermazione di una identità e la coerenza dell’affermazione
di quella identità = DISCRASIA, ovvero disfunzione, disorganizzazione.
Il cattolicesimo è un sistema di credente sofisticato, questo perché ha una lunga storia.
Come sistema religioso, è un sistema di certezze.
La chiesa cattolica sostiene che, per essere un buon cattolico devi prendere in toto il pacchetto che
la chiesa cattolica ti presenta.
Nel 10.5%, non c’è un problema di incoerenza, è solamente guidata dal “self-service religioso”.
Siamo passati da una realtà che quasi tutti credono in Dio, però la maniera in cui credono è
differente.
I credenti cattolici non problematici, ovvero che seguono tutto ciò che dice la chiesa, sono il 22%,
piccola minoranza.
Come i cattolici credono in Dio?
Se uno dice che è cattolico, il presupposto di base è che crede in dio, ma:
 49%  credono senza dubbio
 41%  si proclama cattolico, però con dubbi.
 9.7%  non credono in Dio. Qui siamo di fronte ad un fenomeno strano e nuovo. Non
funziona più che dentro le attività della chiesa cattolica la persona debba credere in Dio. Si
sta dentro gli spazi della tradizione, magari fa piacere partecipare, anche se non credo in
Dio.
Come si diventa cattolici? Con il battesimo.
In una società come la nostra, fortemente pluralizzata in cui ci si è educati al fatto che tutto è
relativo e quasi tutto legittimo. Oggi si relativizzano anche le conseguenze del senso di
appartenenza.
Il senso di appartenenza si proclama più come un elemento identitario, piuttosto che forte e
vincolante.
Es: migrazioni. Troviamo parrocchie e associazioni che si battono per farli sbarcare e altri che
vanno in modo opposto.
Si è perso l’elemento di forte omogeneità.
Quali sono le religioni per cui tu credi?
1) Credo perché vivo in un ambiente in cui prevale questa fede.
2) Si crede perché, credere è un bisogno dell’uomo.
3) Si crede perché la fede risponde ai problemi della vita.
4) Ho sentito Dio vicino a me, ho fatto esperienza di una conoscenza trascendente. (queste
risposte, rispetto ai “fattori di Gluck”, li possiamo inserire nell’ “esperienza”).
Cosa c’è dopo la morte?
San Biolo dice che se non ci fosse stata la resurrezione, sarebbe vana la credenza. Tutte le religioni
ci dicono che sono percorsi, metodi che consentono l’uomo alla trascendenza. Per il cristianesimo,
c’è un Dio che incontra l’uomo. Il cattolicesimo, pone come elemento fondante della credenza il
fatto che, Dio è sceso in terra per incontrare l’uomo, è stato crocifisso ed è risorto.
Nel credo, la chiesa ci fa recitare alcune frasi, quindi il cattolico è costretto a ricordarsi che, dopo la
morte, non c’è il nulla, ma la resurrezione. Giudizio finale: c’è un’altra vita.
Rispondendo alla domanda: se sono cattolico, sono convinto che dopo la morte ci sia altro, tutto il
resto sono affermazioni che generano la distanza fra: una credenza identica ed una incoerenza di ciò
che dice la chiesa.
 14%  sostengono che dopo la morte non c’è nulla.
 21%  non lo sanno.
 22.5%  sostengono che non si può sapere.
 36%  un’altra vita.
 3.5%  reincarnazione (c’è una quota di persone che confonde la reincarnazione con la
resurrezione).
 1.7%  altro.
Come ci si salva?
La religione disegna un percorso di salvezza individuale, la vita non finisce qui, ma c’è un’atra vita.
la religione sostiene che se segui un certo percorso, salvi la tua anima. La salvezza dell’anima, è un
elemento fondamentale della chiesa cattolica.
 23%  sostiene di non credere nella salvezza.
 44.6%  si dice che la salvezza si ottiene comportandosi bene nella vita terrena. (questa è la
risposta dei credenti).
 32.5%  sostiene che non dipende da come ci si comporta nella vita. (ci ricorda Calvino,
etica protestante). Questo dato ci dice che c’è una sorte di protestantizzazione del
cattolicesimo italiano.
Esiste una sola vera religione?
 22%  solo una è vera. (questi erano quelli che credevano in Dio senza dubbi9.
 22%  una è vera, ma vi sono verità anche in altre religioni.
 19%  verità in molte religioni.
 25%  verità in tutte le religioni.
 11%  non vi sono verità nelle religioni.
Partecipazione alla messa: (fattore della pratica religiosa visibile, fattore di Gluck)
 14,2%  mai.
 40%  una o più volte l’anno (vanno a messa a Pasqua, Natale, ecc)
 17.5 %  una o tre volte al mese.
 28.7 %  ogni settimana.
Prima partecipare alla messa, era d’obbligo, altrimenti era un peccato. La chiesa ha sempre
considerato come un elemento fondamentale, quello di andare a messa. Sono soprattutto le donne
anziane che partecipano a messa (35 %), contro il 17 % dei maschi.
La componente femminile, sarà quella componente responsabile del cambiamento degli scenari,
della popolazione italiana.
Questo perché? Perché le nostre nonne portano tutte le domeniche, i nostri genitori a messa.
Qualcosa cambia, perché non funziona più il messaggio del cattolicesimo. Ora le nostre mamme
pensano ad altre cose, pensano a quali sono gli strumenti più giusti da tramandarci. Prima non era
così. Tutti questi cambiamenti fanno sì che, l’anello della religione è diventato debole.
Partecipazione settimanale alla messa, per età:
 16-25 anni  17.1%
 26-35  18.4 %
 36-45  21, 7%
 46-55  26.6%
 66-74  44.8 %. Possiamo vedere che la popolazione anziana, partecipa di più rispetto ai
giovani. È visibile al primo impatto. Le nuove generazioni, hanno rifiutato il portante della
tradizione.
Se dovesse sposarsi, quale rito?
 Religioso  58.2% , solo perché è bello festeggiare matrimoni, preparare tutto, regali, ecc.
 Civile  11.5%
 Convivenza  25.9 %, un giovane italiano su 2.
 Vita da single  4.4%
Si inizia a parlare di matrimonio, dal Concilio di Trento (1545-1563), perché fino a quell’epoca, il
matrimonio era fragile.
La chiesa dà una normativa con il Concilio di Trento, con alcuni elementi:
1) Fino a tempo fa, i matrimoni erano combinati da parte delle famiglie ed era irrilevante se si
amavano o meno.
Ma, la chiesa, impone che ci deve essere il consenso da parte dei due coniugi.
2) Pubblicazione antecedente al matrimonio e i celebranti sono i due coniugi, ovvero osservano
quello che accade.
3) Indissolubilità del matrimonio  proteggeva la componente femminile.
Il matrimonio, è sempre stato considerato con un evento importante.
Nel 1929, nasce il matrimonio concordatario, ovvero civile.
Le trasformazioni sociali hanno portato al fatto che, il matrimonio concordatario entra in
competizione con altre forme di regolazione sociale, fra l’unione dell’uomo e della donna. Il
matrimonio per la chiesa è importante al punto tale che bisogna essere battezzati, cresimati e seguire
un corso obbligatorio pre-matrimonio.
Frequenza ambiti religiosi:
 Fino a 10 anni  7.4%
 Da 11 a 13 anni  21 %
 Da 14 a 17 anni  27 %
 Da 18 a 24 anni  11 %
 Mai frequentato  22% (in realtà ci sono passati tutti)
Nel corso della vita:
 Ha frequentato corsi di catechesi  76%
 Ha frequentato ambiti religiosi nel tempo libero  48%
 Ha avuto crisi religiose  27%. Questo 27 % è determinato da eventi che possono portare a
verificare la plausibilità di quelle proposte, rispetto alle risposte. Se queste sono risposte
inadeguate ai bisogni, allora si vive un momento di crisi. (es: Perché è morta una persona a
me cara? A questa domanda non otterranno mai risposta).
 Ha abbandonato la fede  15% . La fede ormai non viene abbandona più perché non è più
un obbligo, non c’è nessun pegno da pagare. L’abbandono della fede, può essere causato
anche da “crisi religiose”.
Partecipazione ad associazioni religiose:
L’associazionismo sociale è importante perché va a creare legami. Il 20% della popolazione
italiana, per un certo periodo della loro vita, ha fatto parte di associazioni religiose. Questo punto è
importante perché, nella società contemporanea, cresce il numero “degli altri” (quelli che non
credono), ma prima non era così.
Per difendere i contenuti della fede, è importante avere vicino persone.
ASSOCIAZIONISMO  risolvere tutti insieme i problemi. Infatti, le associazioni religiose sono al
primo posto.
Allora qual è l’ambivalenza?
Queste associazioni nascono con l’obiettivo di combattere la secolarizzazione, il problema è che,
queste associazioni, secolarizzano i contenuti dell’esperienza religiosa.
Opinione dei cattolici su alcune questioni:
1. Si può essere buoni cattolici anche senza seguire le indicazioni della chiesa, sulla
morale sessuale? 71.7% risponde che i contenuti ormai sono secolarizzati.
2. Non c’è bisogno della chiesa e dei preti, ognuno può interagire da solo con Dio. Il 41% è
d’accordo, questo lo dicono i protestanti.
3. La chiesa deve tenere fermi i propri principi senza lasciarsi influenzare delle opinioni
prevalenti. 76%. C’è un problema, questa percentuale non è coerente con tutto il resto e si
giustificano dicendo che, la chiesa conferma i suoi principi, così da formare un quadro-
percorso di salvezza dell’individuo. Successivamente, noi decidiamo se adeguarci a quei
principi o meno.
Celibato dei sacerdoti (tradizione della chiesa dove vengono “imposte” determinate regole), come
la pensano i cattolici italiani?
 Abolire il celibato  47%
 Mantenere  34%
 Non so  19 %
Sacerdozio delle donne:
 Favorevoli  44%
 Contrari  28%
 Incerti  29%. Questa percentuale può derivare per due motivi: 1) sono questioni che agli
italiani non interessa; 2) non sono sufficientemente informati.
Esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici:
 Favorevoli: 76%
 Contrari  12%
 Non sanno  13% .
Nel momento in cui la chiesa non ha più il potere di difendere il simbolo religioso, automaticamente
viene sacralizzato e diventa simbolo della cultura italiana.
8 per mille alla chiesa:
 Favorevole al finanziamento  57%
 Contrario  36%
 Non sa  7%
La chiesa ha bisogno di soldi per pagare le tasse legate alla chiesa, le opere, ecc. Con l’8 per mille,
la chiesa, trae i soldi per mantenere le opere legate alla chiesa. Infatti, servono per fare delle opere.
Ora di religione (è stata introdotta con il concordato del 1929 ed è diventata religione di Stato),
infatti ricordiamo che la chiesa ha creato le Università:
 Così come è  43.5%
 Uguale ma più attenta ad altre fedi  17%
 Un corso di storia delle religioni  26.5%
 Eliminarlo  5%
 Non sa  8%.
Da un anno, è stata introdotta una normativa al quale i genitori possono decidere se far frequentare
o meno questa materia.
Unità politica dei cattolici (questa domanda è stata fatta per rilevare come gli italiani considerano
un’ipotesi dell’Unità Politica dei Cattolici):
1) I cattolici dovrebbero votare per un unico partito cristiano  7% (ricordiamo che in passato
era così).
2) I cattolici dovrebbero votare partiti con valori cristiani  17%
3) I cattolici possono votare partiti diversi, portando all’interno i valori  31%
4) I cattolici possono votare tutti i partiti senza problemi  45%
Questi risultati ci dicono che l’essere cattolico, appare agli italiani incidente rispetto ai progetti dei
partiti politici. Qui vengono descritti gli ultimi 40 anni della storia dei partiti e della politica italiana.
Aborto:
 Mai lecito  23%
 È lecito solo in alcuni casi  1 italiano su 2
 Quando i genitori decidono  11%
 Quando lo decide la donna  12.4%
Favorevoli ad alcune scelte:
 Utero in affitto  14%
 Inseminazione omologa  48.4%
 Inseminazione eterologa  23.5%
 Adozione di un bambino con una sola persona  55%
 Eutanasia  37%
 Riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali  29%
 Adozione di un bambino da parte di un omosessuale  12%

SINTESI
1) Processo di secolarizzazione lento.
2) Protestantizzazione del cattolicesimo italiano (ovvero la maniera in cui vivono il loro
dichiararsi cattolici, somiglia ai protestanti).
3) La genericità che il termine cattolico ha assunto nella società italiana. Ognuno interpreta il
cattolicesimo a modo suo.
La chiesa, ti dà una visione della vita.

12-11-2019
Relazione fra Religione e Politica.
1^ Ruolo della religione: percorso di salvezza che risponde “al bisogno di felicità dell’uomo”.
2^ Ruolo della religione: creare delle identità collettive.
Le religioni sono degli sguardi sulla vita a 360 gradi, creano delle chiese e le chiese generano anche
un insieme di fedeli che agiscono e si muovono dentro la società, in maniera quanto più possibile
coerente rispetto a ciò che i contenuti di una dottrina dicono sui comportamenti sociali.
Le religioni generano cultura, stili di vita e fanno questo all’interno della sfera: sociale, culturale,
economica, politica. Abbiamo visto con Weber quanto le religioni hanno influito sulla nascita del
capitalismo. Abbiamo visto con Marx la religione come “oppio dei popoli”.
Concretizzazione storica tra: Chiesa e Stato.
Questi due elementi sono importanti nella vita sociale. Sono talmente tanto importanti che ritengono
e presumono, di avere una risposta di fedeltà da parte di coloro che vivono all’interno di uno stesso
Stato o di coloro che si riconoscono in una stessa religione. Entrambe sono entità che chiedono
fedeltà e la richiedono fino alla morte. Quando c’è lo stato di guerra, non c’è possibilità di non
andare a fare la guerra (se non la fai, vieni fucilato). Quando si va a fare la guerra, metti la tua vita a
disposizione dello Stato. Anche le chiese richiedono questo, ovvero una fedeltà fino alla morte.
Es: pensiamo alle figure dei Martiri. Queste due entità, nel corso della storia, hanno avuto dei
rapporti diversificati a seconda dei contesti territoriali.
Ci sono stati momenti in cui, chiesa e stato, si sono supportate a vicenda.
La religione= come legittimazione della gestione dei poteri.
Lo stato= come braccio armato della religione, come difensore della fede.
Ci sono stati anche momenti dove, tra queste due entità, c’è stato conflitto.
Esempio: quello che è successo nei paesi comunisti, paesi che nascono nell’ateismo di stato, dove vi
è un conflitto forte con la religione; i vescovi vengono eliminati completamente o messi in carcere,
non c’è libertà di espressione della religione.
Caso italiano è un caso particolare perché, la tradizione della religione cattolica è molto forte.
Ma quando nasce lo Stato Italiano?
Quando si arriva all’Unità d’Italia (1861). L’Unità d’Italia si realizza come ultimo atto con un
conflitto tra stato e chiesa. L’ultimo atto che porta all’Unità d’Italia, sono i bersaglieri dei Re che
sparano contro le regioni del popolo e occupano Roma. Lo Stato nascente, non ha un rapporto
amichevole con la chiesa. Finisce il POTERE TEMPORALE DEL PAPA, con la nascita dello stato
italiano. Allora, gli Italiani, si trovano in una situazione molto particolare: questa situazione
interessa soprattutto i cattolici, in quanto, come italiani, sono chiamati da un lato ad esprimere
fedeltà allo Stato italiano e, dall’altro, come cattolici a mostrare la propria fedeltà alla chiesa.
Dunque mostrare fedeltà a due entità che sono in forte ed aperto contrasto, una con l’altra.
Da parte della chiesa, dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia, c’è una reazione molto forte contro
lo stato italiano.
(1868) Non expedit  non è conveniente per i cattolici partecipare alla vita politica,
automaticamente la chiesa cattolica, vede lo stato italiano come una forza di occupazione straniera e
impone ai cattolici italiani di NON partecipare alla vita politica e di NON candidarsi alle elezioni.
Con il “non expedit”, troviamo una grandissima parte della popolazione italiana che, in nome della
fedeltà alla chiesa cattolica, non partecipa alla politica.
In realtà, il “non expedit” non fu mai applicato in maniera estremamente rigida; gli spazi di
occupazione di alcuni cattolici furono poi in realtà praticabili nel campo della politica ed era
consentita una forma di partecipazione, qualora i vescovi, ritenessero fosse opportuno che qualcuno
partecipasse alla vita politica e veniva dato un permesso speciale per poterlo fare. Subito dopo
abbiamo il “Patto Gentiloni.“
Patto Gentiloni  è un accordo fra i cattolici e i liberali, per sostenere e appoggiare le elezioni
politiche del 1913, questo perché siamo alla vigilia della Rivoluzione d’ottobre”, quando nasce
l’Unione Sovietica. Qui il problema della chiesa è il diffondersi dell’ideologia marxiste, perché
sono ideologie atee.
Quando nasce la dottrina sociale della chiesa? Nasce con il “Rerum Novarum”. Quest’ultimo è
un’enciclica scritta da Leone XIII e va a parlare di “cose nuove” che stanno accadendo nel mondo.
Quali sono queste cose nuove? Queste cose nuove sono la nascita del capitalismo e sulle questioni
che sosteneva, ovvero: il lavoro industriale, diffusione delle ideologie marxiste, diritto alla
proprietà.
Il Patto Gentiloni, nasce nell’ottica di questa preoccupazione di fondo che vi era all’interno della
chiesa. Per cui, non partecipare alla politica, in quegli anni poteva comportare che lo Stato italiano
si fondava soprattutto sulle presenze dei partiti della sinistra (socialisti, comunisti).
L’accordo con i liberali, era l’accordo con una parte politica moderata e molto più vicina agli
interessi della chiesa.
Non expedit, fu abolito da Benedetto XV, subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale.
Nel 1919, nasce una presenza politica dei cattolici organizzata. Nello stesso anno nasce il Partito
Popolare Italiano, fondato da un sacerdote Don Luigi Struzzo. Non è un caso che il primo partito
“cristiano” viene fatto da un sacerdote di Caltagirone. Il sacerdote, fonda questo partito a partire da
una concezione del cristianesimo “come fatto globale” e fonte di ispirazione anche per una presenza
dentro l’ambiente politico. L’appartenenza alla chiesa, l’essere cristiani ha delle conseguenze nella
maniera in cui si guarda al mondo, nel modo in cui si organizza la società, nella maniera in cui si
trattano delle indicazioni attraverso cui far funzionare le istituzioni, su cui devono essere fatte le
leggi e le regole che governano la vita civile.
Un Programma politico non è, per Don Luigi Sturzo, l’esito di un gruppo di esperti che si mettono
attorno ad un tavolo e buttano giù un programma su “cosa bisogna fare” e “come bisogna
muoversi”, ma un programma politico.
Programma politico  nasce da un’esperienza .
Don Sturzo dice che i cambiamenti sono dentro la vita quotidiana. La politica regola la vita
quotidiana.
Come si può prendere ispirazione per un programma cristiano che regoli la vita politica?
Lo si può prendere all’interno della vita quotidiana. Lo si può prendere scegliendo quell’esperienza,
quei fatti che meglio rispondono cristiana e che possono diventare modello per tutti da difendere e
da proporre. Con Don Luigi Sturzo, comincia a franarsi quella frattura che c’era, si sana la frattura
tra: essere cattolici e essere cittadini dello stato. Con la nascita del Partito Popolare Italiano, si
può essere buoni cattolici e nel contempo partecipare alla vita dello Stato. Il partito fondato da
Sturzo, è ispirato alla dottrina sociale della chiesa cattolica ma, Don Sturzo, non presenta e non
vuole un partito di derivazione diretta della gerarchia ecclesiastica. Il Partito Popolare Italiano NON
nasce come un partito confessionale, ma come un partito laico, aperto ai cattolici e ai non cattolici.
Il partito popolare italiano, nasce con la caratteristica di essere un partito interclassista, in
contrapposizione alla tradizione dei partiti marxisti e dei partiti liberali.
Partiti marxisti  classe operaia
Partiti liberali  classe imprenditoriale
Il 18 gennaio 919, Don Sturzo pubblica il manifesto del partito popolare italiano. Inizia con un
appello agli uomini. Sturzo propone un partito nuovo rispetto a ciò che esisteva al momento, un
partito che nasce da un lato ispirandosi al cristianesimo, nei quali Sturzo riconosce una grande
funzione civilizzatrice dell’Italia e dell’Europa. Principi del cristianesimo come principi positivi,
poiché hanno anche fatto progredire la popolazione e, questi principi, hanno una loro validità e
vanno proposti in un contesto che è attraversato da tutta una serie di conflitti che derivano da
tentativi di:
 Nuovi imperialismi  siamo ancora negli anni in cui la potenza delle nazioni si misura dalle
dimensioni del territorio e, sono anni in cui tutte le potenze vanno a cercare nuovi territori,
Africa e America Latina, vanno in questi paesi li occupano militarmente e traggono le
risorse.
 Svolgimenti anarchici: la situazione di confusione nei cambiamenti repentini dei governi.
Nel 1919, le democrazie socialiste (viste da Sturzo come democrazie liberticide e che fanno
perdere l’identità di persone) tendono a smaterializzare tutti gli aspetti della vita umana.
Il partito popolare italiano, ha uno spazio di identità suo, proprio, rispetto ad altri, che agli occhi di
Sturzo appaiano inadeguate per il bene umano e sociale.
Nel 1919, il partito popolare italiano, celebra il suo primo congresso e, Sturzo ribadisce la laicità del
partito; non è l’espressione della chiesa, non è il braccio politico della chiesa e, non a caso, questo
partito non si chiama “partito cristiano” o “democrazia cristiana”, ma lo chiama con termini neutri.
Perché non si è chiamato “partito cattolico”?
Perché il cattolicesimo vuol dire universalità dunque è per tutti, mentre il partito è come dice la
stessa parola “parte di”, dunque divisione.
Quindi, la partecipazione alla vita della nazione avviene sotto il simbolo di un partito che ha un
nome adatto perché, la competizione politica avviene nelle glorie della divisione, mentre l’ambito di
vita della chiesa è un’altra cosa.
Questo ci fa ripensare alle cose che ci diceva Toqueville: perché la chiesa cade in disgrazia
durante la Rivoluzione Francese? Perché, chiesa e polita coincidevano in Francia, se si attacca
uno, si attacca l’altro.
Don Sturzo, infatti, rivendica la laicità proprio in virtù di questo. La chiesa svolge il suo compito,
ovvero quello spirituale d’annuncio, di mettere tutti assieme, di mettere assieme i diversi. Il compito
di un partito politico è quello di una responsabilità che si assumono i laici cristiani di verificare
quanto quell’ispirazione cristiana possa essere capace di fornire idee, progetti per la realizzazione di
un progetto vincente nel campo della politica. Il partito popolare italiano, partecipa alle elezioni e
riesce a raggiungere una quota significativa di parlamentari. Ma, l’interesse per la politica inizia
nuovamente a farsi spazio all’interno del mondo cattolico e, inizia a diventare una preoccupazione
che interessa i vertici della chiesa cattolica.
Papa Pio XI, nel 1927, in un discorso che fa alla federazione di universitari cattolici italiani dice che
la politica è il campo della più vasta carità, della carità politica. “Politica” la si intende come
nemico nelle parole di Pio XI, diventano l’espressione più alta della carità e dell’amore. Si può fare
il bene attraverso attività caritative, ma la politica ti può dare di più. Attraverso un gesto di carità,
nella sua massima potenza, con un provvedimento, con una legge che diventa vincolante per tutti,
“io posso fare azioni volte al bene comune, molto più potenti”.
1922 Marcia su Roma. E da quest’anno, fino alla seconda Guerra Mondiale, l’Italia entra
nell’era fascista.
Il fascismo si presenta in Italia come una sorte di regime quasi totalitario e si presenta attorno alla
nascita della visione dell’uomo e della storia e, accanto a questa visione, vuole prefigurare il
sistema statale così da creare una nuova Italia e nuovi cittadini italiani. Vi è grande attenzione verso
la formazione, la scuola, tempo libero. Nessuno spazio per le opposizioni. Il fascismo rappresenta
un tappo in questo percorso della presenza politica dei cattolici. Si instaura, in Italia, la dittatura,
partiti politici e associazioni sciolte. Viene sciolto lo stesso Partito Popolare Italiano. Al tempo
stesso, gran parte della popolazione italiana, aderisce in maniera entusiasta al fascismo. L’Italia
diventa potenza imperiale.
Mussolini, sulla sua politica, punta anche ad alcune questioni care alla chiesa, ovvero la famiglia (il
fascismo aveva bisogno di avere tante braccia per raggiungere l’autarchia), per lavorare la terra e
per avere soldati, appunto per diventare una potenza mondiale.
1929  il Regime Fascista e la Santa Sede sottoscrivono un atto che nei fatti costituirà il trattato di
pace tra stato italiano e chiesa cattolica. Atto rappresentato dai Patti Lateranensi. Mussolini e un
rappresentante della santa sede, sottoscrivono questi accordi. Sono dei contenuti dove si trova una
reciproca convenienza. Da un lato la chiesa ha convenienza e sottoscrive questi accordi perché, lo
Stato italiano, recepisce determinate condizioni che sono richieste dalla chiesa e, dall’altro, lo Stato
italiano, sottoscrivendo questi accordi acquisisce prestigio e legittimazione agli occhi del popolo
italiano con i patti lateranensi. Lo Stato italiano restituisce il diritto di proprietà alla chiesa cattolica,
designati i confini di quello che sarà poi il vaticano, lo stato italiano percepisce il modello del
matrimonio cattolico.
Nel 1929, nasce il matrimonio concordatario. Viene istituita anche l’ora di religione (diventa
religione di stato>) e, cambia anche il calendario (dove, lo Stato riconosce una serie di festività che
sono legate alla chiesa cattolica, quindi diventano feste civili).
L’Italia, dopo la seconda Guerra Mondiale, arriva in condizioni disastrose. Finisce la guerra con una
guerra civile, abbiamo italiani che si sparano fra di loro. L’Italia è, dunque, un paese distrutto nelle
sue strutture. Si ritorna in città distrutte, il paese è povero, paese analfabeta e si osserva anche ad un
fenomeno migratorio in “cerca di fortuna”. (Dati ISTAT, 1951).
Le donne sono ai margini della vita sociale, anche a seguito di quella che era stata la politica del
Fascismo (donna madre, cura figli-marito). Dopo la fine della 2^ G. M., l’Italia cambia registro;
abbiamo il REFERENDUM in cui gli italiani sono chiamati a scegliere tra: Monarchia o
Repubblica. Subito dopo la seconda guerra mondiale, le donne potranno votare. Prima le donne non
votavano perché sostenevano che non avevano conoscenze politiche (a pensarlo era il partito
socialista e comunista). Dopo il Referendum, l’Italia diventa una Repubblica (54% vota a favore e
46% a sfavore). Contemporaneamente ci sono le elezioni dell’Assemblea Costituente, si vota per
eleggere coloro che avrebbero dovuto scrivere la nostra Costituzione e, a quelle elezioni, appare una
presenza politica organizzata dei cattolici, non è più sotto il Partito Popolare Italiano, è costituita
sotto il simbolo di un nuovo partito che si chiama Democrazia Cristiana.
Ci sono le elezioni, i cattolici si organizzano e il partito dei cattolici (democratico cristiano),
raccoglie la quota maggiore di consensi. Secondo partito 20% (partito socialista italiano), terzo
partito 19% (partito comunista italiano). È importante guardare la lista dei partiti che competono e
si può notare quanto è frammentata l’offerta politica quando si vota l’assemblea costituente, ci sono
tanti partiti.
Immediatamente, dopo le guerre c’è sempre una grossa spinta alla partecipazione politica, perché
durante le guerre, i cittadini di uno Stato sono chiamati con grande enfasi a diventare servitori dello
Stato, fino al punto che puoi arrivare a dover dare la tua vita per lo Stato. Questa spinta alla
partecipazione non si chiude appena finisce la guerra. Tutta quella partecipazione che c’era stata e
gli interessi diversificati che non trovano unione all’interno di coalizioni molto forti, ma trovano
espressione in un’offerta di formazioni politiche che diventa molto numerosa.
Altro dato importante: è vero che la Democrazia Cristina diventa il 1ì Partito italiano, però se
andiamo a sommare la quota di voti del partito socialista più quello comunista, queste due forze
italiane sommate, hanno più voti rispetto alla democrazia cristiana.
L’Italia, dunque, diventa Repubblica e si confrontano in maniera radicale, dei grandi schieramenti
politici. Da una parte la Democrazia Cristiana, dall’altra Partiti Social-Comunisti. Questo è un
conflitto molto forte, anni in cui, nel cuore dell’Europa, vi è un taglio che separa l’Europa in 2.
Dopo la fine delle 2^ G.M., l’alleanza che c’era stata contro il nazismo tra americani, inglesi,
francesi e Unione Sovietica, finì. In diversi paesi, dopo la seconda guerra mondiale, si instaurano
regimi comunisti, dove non c’è più libertà neanche per la religione. L’Italia è chiamata a scegliere
in un mondo ormai “Bipolarizzato” e, deve scegliere, se aderire al patto occidentale, dove il
modello è statunitense oppure, aderire al sistema socialista (modello unione sovietica).
1948  elezioni per il Primo Parlamento dell’Italia repubblicana, dove vi era un clima di paura ed
effervescenza collettiva e, partecipavano quasi tutta la popolazione italiana.
Ci sono quello che vanno a votare in maniera entusiasta (per fare entrare l’Italia negli stati
socialisti), ci sono coloro che vanno a votare e hanno paura che questo possa accadere. Campagna
elettorale molto vivace e il mondo cattolico ci partecipa con un grande impeto, che funziona in
maniera diversa da come funziona la struttura organizzativa del partito comunista e socialista.
Questi due sono organizzati gerarchicamente e attraverso la presenza delle sezioni.
La Democrazia Cristina, invece, non nasce con una forza propria, non ha una propria struttura
organizzativa, la sua capacità di raccolta di consenso, deriva dal radicamento della chiesa cattolica,
all’interno della società italiana. I voti della democrazia cristiana sono raccolti nelle parrocchie,
sono raccolti dalle diverse associazioni cattoliche (es: A.P.I); questo mondo delle associazioni
cattoliche, offre i candidati della democrazia cristiana persone che sono state formate all’interno
dell’associazionismo cattolico.
Chi sono gli uomini che dirigono la democrazia cristiana?
Uno di questi uomini è il segretario della democrazia cristiana, De Gaspari.
Si parla molto di chi va a sinistra e di chi va a destra, ma De Gaspari dice: “il problema non è
essere di destra o di sinistra, il problema non è tanto la radicalità”.
Un’altra figura emblematica di quegli anni è quella di Giorgio La Pira, è uno dei fondatori della
democrazia cristiana.
La Pira descrive l’impegno politico come un percorso di sanità, impegnarsi in politica significa
rispondere a una vocazione e farlo in maniera adeguata, vuol dire forse un percorso di sanità. La
chiesa assume un impegno forte all’interno dello scenario politico e scende in campo con uno
strumento molto forte: la scomunica  l’esclusione della comunità cristiana, ovvero “ti condanno
ad andare all’inferno” (per chi era favorevole al partito comunista, ecc).
Siamo in un momento in cui la chiesa ha paura, perché nel blocco sovietico le chiese sono state
appropriate della loro identità, i sacerdoti sono stati uccisi o incarcerati. Dunque, la chiesa tenta di
difendersi dal comunismo e tenta di difendersi anche perché alle elezioni dell’aprile del 1948,
accade che i partiti socialisti e comunisti, confluiscono in un’unica formazione politica, e
sommando i voti sono superiori rispetto alla democrazia cristiana.
Temi della campagna elettorale:
1) Famiglia e ricchezza della famiglia.
2) Chiesa
3) Lavoro.
Democrazia cristiana partito moderato, di centro, si pone contro gli estremisti. Rivendica la
concezione di diritto alle donne.

Lezione 13.11.2019
Le elezioni del ‘48 si rivolgono in un clima di effervescenza collettiva che attraversa tutta l’Italia,
perché in gioco in quel particolare momento c’era la collocazione in Italia all’interno di uno
scenario internazionale che vedeva il mondo all’interno di due grandi sfere:
1) Dominata dagli Stati Uniti d’America
2) Dominata dall’Unione Sovietica
Questi due, proponevano due modelli di sistema politico ed economico Questo è uno scontro molto
forte in Italia.
Questo scontro molto forte si svolge due anni dopo l’elezione dell’Assemblea Costituente.
La democrazia cristiana si presenta come un partito di rappresentanza del mondo cattolico, si
presenta come un partito moderato, interclassista e trova la sua forza nelle parrocchie, nell’ azione
cattolica, nella chiesa cattolica. Attorno alla democrazia cristiana si ricompone quella
frammentazione di presenze politiche nell’elezioni dell’Assemblea Costituente. Si vota per questo
partito e vince con il 52%.
Questo partito svolge una funzione molto importante.
Questa funzione è quella di socializzare alla partecipazione politica. Il processo di partecipazione
politica è complesso. Con la democrazia cristiana, il mondo cattolico italiano ha una propria
rappresentanza politica e riesce a trasferire all’interno della sfera politica il prestigio di cui godeva
all’interno della sfera sociale.
È un mondo diviso in 2 fra le 2 agenzie politiche:
1) Partito comunista
2) Democrazia cristiana
Bisogna tener conto che da un lato, abbiamo a che fare con la visione dell’uomo e della storia
(quella cattolica e social comunista) quindi, con due grandi visioni dell’uomo e della storia, vuol
dire che ti dicono qual è il tuo posto nella società, il ruolo, la visione che si ha della politica e
dell’economia e il percorso che ciascuno dei due modelli prefigura per il raggiungimento, dopo la
fine della Seconda G. M., della costruzione di una società del benessere.
In quel periodo, questa proclamazione dei principi utili, dei valori e delle promesse che vengono
fatte nella realizzazione di questa società migliore, questi principi si concretizzano, diventano
esperienza delle persone.
Esempio: Principio di solidarietà  non viene solo affermato, ma si concretizza in opere, azioni,
dove la solidarietà è completamente sperimentabile.
Fase cruciale per l’Italia (finisce il secondo conflitto) e la vita sociale è attraversata da un fermento,
in cui ciascuna di queste due visione dell’uomo e della storia costruisce forme organizzative, opere
che testimoniano la capacità di interpretazione di quel particolare periodo storico.
Il Mondo è diviso in due dove ciascuna di queste due parti, organizza a modo suo la società,
organizza ambiti e luoghi in cui i principi e gli ideali, si concretizzano e sono sperimentabili.
C’è il mondo del lavoro industriale ed è proprio in questo periodo che nascono le ACLI
(Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani), MCL (Movimento Cristiano Lavoratori) e la CISL
(Confederazione Italiana dei Sindacati del Lavoratori).
Il mondo cattolico c’è ed organizza la sua presenza all’interno del mondo del lavoro. La presenza
cattolica, nel mondo dell’agricoltura si struttura attorno alla nascita della Coldiretti (associazione
che mette assieme coltivatori diretti). C’è il problema del credito e dell’accesso al credito (è sempre
legata alla possibilità da parte delle persone che vanno a richiedere un credito, di poter dare delle
garanzie reali, es: immobile, così la banca può prendere quell’immobile nel caso in cui non si riesce
a restituire il debito).
Dal mondo cattolico, nascono le Casse rurali e artigiani, che funzione a partire da un’altra logica,
non è quella della garanzia reale che deve essere offerta, ma che il lavoro stesso è una garanzia.
Quindi, nasce una maniera attraverso cui si danno dei prestiti di fiducia e sono prestiti che si danno
sul fatto che tu lavorando puoi restituire quei debiti.
C’è il problema della solidarietà che si istituzionalizza, ad esempio nei processi di cooperazione,
cooperative edilizie. Laddove l’impresa non nasce come impresa di capitali, ma di persone che
condividono la loro capacità e professionalità. C’è un’organizzazione che tiene assieme tutte le
cooperative bianche, questa organizzazione ha il nome di Conf-Coooperative. C’è il tempo libero, ci
sono attività per i giovani e anche in questo caso, nel mondo cattolico, nasce il Centro Sportivo
Italiano.
C’è tutto l’universo femminile del mondo cattolico, nasce il Centro Italiano Femminile. Nelle
Università c’è la Federazione Cattolici Italiani, nascono tante altre organizzazioni. Ma nasce una
società civile all’interno della quale si struttura quello che prima veniva affermato come modello
ideale. Questo modello ideale diventa compagnia delle persone, aggregazione fra le persone, in
nome della condivisione di un unico ideale.
La stessa cosa accade dall’altra parte. In quella precisa fase cattolica, dirsi cattolico, socialista o
comunista non era come abbiamo potuto osservare dalla ricerca di Garelli, in cui abbiam detto che
oggi dirsi cattolico non vuol dire niente, perché ognuno se la intende e se la gira come gli pare
continuando ad affermare che sono cattolici.
Quelli sono anni in cui, l’affermazione dell’identità diventa un’affermazione alla quale si dà fedeltà
assoluta. Non viene abbandonata, ma una volta acquisita, scelta, accompagna la vita degli individui.
Trasferito sul piano politico, sono gli anni in cui il voto, è un voto di appartenenza, ovvero a partire
dalla subcultura all’interno della quale tu appartieni, questa subcultura ti dà delle indicazioni
univoche anche nel campo dell’espressione del voto. vi è il voto di appartenenza, appartengo a quel
mondo. Quella generazione votava in maniera univoca.
Il voto di appartenenza era tale, anche perché siamo in una società tradizionale e la
contrapposizione era comprensibile da tutti, quali fossero gli interessi di un partito e anche gli
interessi dell’altro, che modello di società voleva realizzare un partito e che modello di società
voleva realizzare l’altro partito.
Era quell’Italia rurale, semplice e in questa società, quando andavi a fare politica, quando diventavi
parlamentare o senatore, sapevi assieme a chi andavi, che tipo di interessi andavi a difendere e
assieme a chi.
In quell’ Italia, la presenza politica è il posto in cui ciascuno cercava di concretizzare il passaggio
dall’Italia a società agricola e industriale, questo passaggio verso la società del benessere.
Era semplice starci lì dentro, perché questa rete, consentiva a coloro che erano ai vertici della
rappresentanza politica di essere collegati con la società e trasformazioni che vi erano all’interno
della società. Chi arrivava al parlamento, aveva fatto un percorso di formazione all’attività politica.
Quindi, la politica aveva questa Università di formazione che ha proprio la realtà della società.
Differenza con oggi  siamo studentesse, ci laureiamo poi arriva una proposta di candidarvi alle
elezioni. Prima questa cosa non esisteva. Se accettiamo ed entriamo nel parlamento, lì dentro
dovremmo produrre delle leggi. Entriamo in un posto, anche se siamo in gamba e preparate nel
nostro ambito, su tutto il resto non capiamo nulla. E come ci comportiamo? L’unica cosa da fare è
essere costretti a fidarti da qualcun altro, prima questo qualcun altro era una persona che era
cresciuta con te, nello stesso partito, ti dava suggerimenti corretti, oggi uno va lì dentro e non si fida
di nessuno. I partiti oggi nascono, si disfano e senza un ruolo. Il voto non è più di appartenenza, ma
di opinione.
Ora vediamo il partito comunista. Da questa parte abbiamo la CGIL- ARCI (si occupa delle stesse
cose del centro sportivo italiano), Lega Coop (svolge la stessa funzione di Conf-Cooperative),
Unione Donne Italiane e così via.
Un mondo diviso in due, ma nei piccoli paesini c’era la squadra di calcio da una parte e una
dall’altra.
L’Italia, nel 1948 sceglie la sua strada con le sue tipicità. Da un lato l’ingresso dell’Italia dentro la
coalizione di modello di sviluppo occidentale. In Italia iniziano ad arrivare i soldi del piano
Marshall, avvia il suo processo di ricostruzione e l’Italia diventa da un lato un paese che entra i
confini geo-politici dell’occidente, dall’altra parte troviamo il partito comunista, ovvero il più forte
di tutto l’occidente.
In questo mondo separato in due, finisce l’alleanza che c’era stata fra le nazioni che avevano
combattuto contro il nazismo e si arriva agli anni della Guerra Fredda, ovvero il confronto fra le due
superpotenze nucleari, Stati Uniti e Unione Sovietica, ad un confronto su basi planetarie.
Un confronto che avrà un peso molto importante negli sviluppi del sistema politico italiano che sarà
un sistema politico bloccato in quanto non c’era spazio per la possibilità che il partito di
opposizione diventasse partito di maggioranza e viceversa. Perché il partito forte in Italia è il partito
comunista, ma non riesce mai a superare una certa soglia di consensi, in quando c’è la paura che se
dovesse vincere il partito comunista, l’Italia finisce di essere un paese libero e democratico.
Il partito comunista del ’48 è un partito filosovietico.
Togliatti  leader del partito comunista, partecipa all’internazionale comunista, fa visita a Mosca,
si schiera accanto all’Unione Sovietica, anche quando quest’ultima invade l’Ungheria (1956).
Il comunismo, laddove si concretizza storicamente in Unione Sovietica e poi negli altri paesi del
blocco sovietico, si presenta non come un sistema che crea giustizia, uguaglianza e benessere, ma
come un sistema poliziesco che uccide tutte le libertà e non tollera nessuna forma di opposizione.
Nonostante questo, l’ideologia comunista mantiene un forte fascino su alcune parti del movimento
operaio e su una certa parte di intellighenzia italiana in nome del fatto che non è il comunismo che
genera sistemi liberticidi o che porta al cattivo funzionamento dell’economia, ma che è il
comunismo nella sua versione sovietica, staliniana che non funziona più.
Guerra fredda  conflitto forte fra Stati Uniti e Unione Sovietica, vuol dire che nello scenario
politico internazionale, ogni paese doveva schierarsi o da una parte o dall’altra. Devono dimostrare
che funziona meglio la logica con cui operano, che funziona meglio dal punto di vista militare,
tecnologico e anche dai bisogni umani fondamentali.
La corsa alla luna è l’emblema di questa competizione fra Unione Sovietica e Stati Uniti, iniziano i
Sovietici, ma sulla luna arrivano prima gli Americani. Questo vuol dire che chi arriva prima
dimostrava che era più potente dal punto di vista tecnologico. Sono gli anni in cui viene fatto il
muro di Berlino.
Quindi vi è questo conflitto che è molto forte e si presenta in maniera sanguinosa.
Nel 1956 c’è la rivolta in Ungheria e non è una rivolta contro il comunismo, ma vuole trovare il
suo percorso di costruzione al socialismo dal volto umano, dove ci sia più spazio per gli operai e
non per l’apparato poliziesco. Si tenta questa trasformazione, ma viene soffocata dall’armata rossa
(Unione Sovietica). Qualche anno dopo, nel ’68, succede anche in Cecoslovacchia.
Conflitto molto forte, sanguinoso e al tempo stesso il comunismo cresce a livello internazionale.
Nel 1949 anche la Cina diventa un paese comunista. Mao Zedong inizia la grande marcia, diventa
il leader del partito comunista e si crea un regime comunista, diverso da quello sovietico, ma c’è
l’espansione a livello internazionale dell’ideologia comunista.
1959  Fidel Castro prende il potere a Cuba. Questo cosa comporta? Comporta che le due
superpotenze prima erano collocate a “distanza di sicurezza”, l’Unione Sovietica aveva fatto un
recinto (“cuscinetto”) attorno a sé di Paesi, rispetto all’altra parte, ovvero quella occidentale
(Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia, Bulgaria, ecc..). Cuba è un’isola vicino agli Stati Uniti, è
un’isola che con la tecnologia si poteva fare un impianto missilistico e poteva mandare i missili sul
territorio degli Stati Uniti.
Il comunismo si espande in maniera aggressiva a livello mondiale.
1960  Crisi a Cuba, è un periodo in cui il rischio è che le due super potenze entrino in guerra una
contro l’altra, perché Cuba diventa comunista, partono le navi dall’Unione Sovietica e su questa
navi ci sono degli armamenti. Gli Stati Uniti fanno un blocco navale per impedire che queste navi
arrivino e si arriva al conflitto fra le due super potenze.
Dopo la fine della 2ì G. M., la Germania viene divisa in 2, nasce la Repubblica Federale Tedesca
che si colloca all’interno del blocco occidentale e, dall’altra parte, la Repubblica Popolare Tedesca
in cui si instaura un regime comunista.
Berlino, capitale della Germania, non era nella parte occidentale ma era dentro il territorio dominato
dall’Unione Sovietica.
La città di Berlino, subito dopo la 2’ G.M., era stata divisa fra le potenze che avevano vinto la 2ì
G.M., per cui era stata divisa in settori e, ciascuna di queste potenze governava questi settori
(settore sovietico, francese, inglese e nord americano). All’interno di questa capitale c’era la libera
circolazione.
Ad un certo punto accade che man mano che il comunismo comincia a realizzarsi, cominciano a
vedersi anche le differenze che ci sono, ciò che si sta costruendo all’interno dei remigi comunisti e
ciò che si sta costruendo all’interno dei regimi liberal-democratici. L’appetibilità per i tedeschi della
vita occidentale, diventa sempre più alta perché il regime della Germania orientale, sarà uno dei
regimi più oppressivi dell’intero blocco sovietico. Sarò uno di quei regimi dove, il Sistema di
Apparato di Sicurezza dello Stato, adorerà migliaia di persone che hanno il compito di fare da spia,
rispetto a qualsiasi atto che poteva essere configurato come un atto di simpatia per l’occidente,
veniva visto come infedeltà e terrorismo. L’Apparato di Sicurezza vedeva tutti con le sue
“telecamere”, bastava fare una semplice denuncia che iniziavano a torturarlo, chiuderlo all’interno
delle carceri.
In questo clima nasce la costruzione del muro di Berlino. Le autorità della Germania orientale,
recintano tutta la parte della capitale tedesca che è di loro competenza, per impedire che un abitante
della Germania Ovest andasse all’Ambasciata Americana e chiedesse un asilo politico, di poter
scappare da quel regime totalitario. Il muro viene creato in maniera terribile, i tecnici disegnano una
linea di divisione. Magari una famiglia dove i Genitori vivevano da un lato e i figli dall’altro,
diventano 2 famiglie che non possono avere più contatto l’una con l’altra.
Nel 1961 nasce questo muro, però essendo che le fughe c’erano, questo muro viene raddoppiato.
Dove c’è il muro ci sono gli agenti che guardano e sparano chi tenta di passare, alcuni scavavano
anche un tunnel. Porta ad un regime totalitario poliziesco, non ci doveva essere spazio per la
propaganda, la stampa era vista come un’arma. La vita diventa senza senso, dove non c’ è spazio
per la libertà, una vita in cui non puoi sentire una canzone alla radio in tranquillità altrimenti vieni
messo in prigione.
Il muro di Berlino è la rappresentazione di vista del tipo di conflitto che esiste fra questi 2 mondi.
A Berlino ci sarà il discorso di Kennedy, Presidente degli Stati Uniti.
Kennedy va a Berlino a seguito di un’operazione molto forte che fanno negli Stati Uniti. La parte
occidentale di Berlino, resta isolata e gli Stati Uniti fanno un “ponte aereo” per rifornire a questa
parte occidentale i beni di prima necessità.
Il discorso: “in tanti hanno detto che il comunismo è la costruzione del benessere della società, a
quanti dicono questi, io dico venite a Berlino. In tanti dicono che il comunismo realizza la libertà e
giustizia per tutti, a quanti dicono questo io dico, venite a Berlino. Conclude il discorso dicendo
“Ich bin ein Berliner” (io sono un berlinese). Questo grido di libertà lanciato dalla democrazia nord
americana, ad una folla che plaude a Kennedy e spera che gli Stati Uniti possano intervenire per
difendere i popoli che sono stati oppressi dall’ingresso dell’Unione Sovietica.
Questo è il clima che caratterizza gli anni ‘50e ’60.
Che cosa accade in Italia?
In quegli anni, l’Italia comincia a cambiare in maniera radicale. Nella seconda metà degli anni ’50,
si avvia quel processo che trasformerà l’Italia in paese tradizionale e fortemente agricolo, in un
paese in cui il lavoro si sposterà nel campo dell’industria e dei servizi e la popolazione diventerà
soprattutto popolazione urbana. Sono gli anni della ricostruzione e dell’avvio del processo di
industrializzazione. Sono gli anni del Boom Economico, di un’Italia che ha tassi di crescita del PIL
a 2 cifre, sono anni in cui c’è la piena occupazione in Italia. Sono anni in cui si riproducono
fenomeni migratori, ma dal Sud al Nord Italia. L’Italia entra nella società dei consumi, si assiste ad
un miglioramento delle condizioni di vita. crescono i redditi, c’è il lavoro per tutto, la possibilità di
accesso al reddito a bassi costi. È un’Italia ottimista che si scrolla le tristezze e il dolore della 2ì G.
M. e che procede verso il benessere. È un’Italia che cambia anche dal punto di vista delle abitazioni,
dove vi sono una serie di innovazioni tecnologiche che cambiano gli stili di vita e creano un che
cosa voglia dire essere italiani. In casa arriva la televisione e cambia la vita degli italiani, entra
dentro le nostre case. Es: prima c’erano le campane che suonavano ogni mezz’ora, ora in questi
anni, c’è il programma Carosello. Dopo Carosello tutti i bambini a dormire. Diventa una sorta di
regola sociale, senza che nessuno l’abbia scritta all’interno della Costituzione.
La Televisione porta una rivoluzione di cui non si ha la consapevolezza. Nelle famiglie avere una
televisione significava che stavano bene economicamente. questo strumento inizialmente è uno
strumento molto rispettoso della cultura del popolo italiano. Le persone che apparivano in
televisione, dovevano apparire in modo sobrio, rispettose della morale e dell’etica. Certe parole in
tv non si possono dire, non si può pronunciare persino la parola “coscia”. I personaggi televisivi che
nella loro vita privata, hanno avuto comportamenti non rispettosi della morale, non possono
apparire in tv. Questo strumento cambia le abitudini.
La televisione è lo strumento che ti dà questa vetrina sul mondo che sta cambiando in maniera
radicale e attraverso piccole cose, ma che appaiano agli occhi degli italiani come meraviglie. Prima
la televisione si guardava tutti assieme, quindi c’era un controllo e una maniera di approcciarsi in
modo tradizionale. Oggi se passano dalla televisione notizie brutte, ci scivolano solo per difendere
la nostra psiche visto che continuano a passare notizie sempre brutte. Prima ad ogni disgrazia
pregavano. Oggi non c’è rispetto per la cultura, non c’è un messaggio univoco che arriva. Oggi ci
sono più Tv all’interno di una casa e questa cosa comporta cambiamenti di natura culturale e
distanze forti dal punto di vista intergenerazionale. Questa cosa è stata fatta con questo tipo di
consapevolezza? No.
La lavatrice entra nelle case degli italiani e rivoluziona la loro vita perché questo strumento serve a
far risparmiare tempo alle donne. Non c’è un progetto ideologico collegato a questo strumento, ma
la donna ha 2 ore di tempo per dedicarsi a fare altro. Quindi, cambia la struttura della giornata.
Cambia anche il modo con cui si comunica, prima era faccia a faccia (rete di comunicazione
limitata), ora con il telefono si può fare una comunicazione anche con persone lontane. Si accelera il
processo di comunicazione. All’epoca non avevano tutti il telefono perché costava troppo, dentro
tante famiglie c’erano dei chiodetti che impedivano di fare uso del telefono. L’Italia cresce anche
dal punto di vista della mobilità (vespe, automobili, ecc), l’Italia entra la società dei consumi,
ovvero fa un salto da una società dove la produzione era la maniera diretta attraverso cui si poteva
consumare ad una società in cui, coloro che lavorano adesso disponevano di accedere a beni
durevoli. Questi rappresentano un segno, queste sono la vespa e le automobili. Adesso, gli operai
possono acquistare un’automobile, prima comportava un ampliamento dello scenario. Quando
arriva l’automobile, accade che nel weekend le famiglie passano una giornata fuori e quindi
cambiano anche le abitudini, perché una volta la domenica si andava nella chiesa del paese, ora
possono andare a messa in qualsiasi altro posto utilizzando l’automobile. Però l’andare a messa
inizia a diventare facoltativo.
1960  Negli Stati Uniti, viene prodotta e commercializzata la prima pillola contraccettiva. È
un’invenzione che introduce un cambiamento culturale importante che riguarda di separare l’atto
sessuale con quello produttivo. Prima si faceva sesso solo dopo il matrimonio, per l’educazione
ricevuta e anche per la paura di rimanere incinta, però con questa invenzione non c’è più paura.
1960  Silenziosa e grande rivoluzione, questa rivoluzione è rappresentata dal diffondersi della
secolarizzazione della popolazione italiana.
 Da un lato c’è il miglioramento delle condizioni di vita degli italiani, ovvero uscire dalla
povertà. C’è il processo di urbanizzazione, la famiglia che lascia la campagna per trasferirsi
nelle grandi città perché c’è un forte sviluppo. Il nuovo tipo di famiglia, non ha bisogno che
lavorano tutti.
 Dall’altro lato, anche nei piccoli comuni ci sono le scuole elementari e medie.
L’ingresso della scuola rappresenta una rivoluzione. Si mandano i figli a scuola molto volentieri
perché la scuola funzionerà come un potente ascensore sociale, così cresce l’istruzione e si può
avere anche un lavoro moderato. Prima il lavoro era fatica.
La secolarizzazione di massa cambia molte cose:
1) Contribuisce a mettere in crisi il sistema di quel momento. (il parroco era un’autorità perché
aveva studiato).
2) La secolarizzazione comporta la fine di questo tipo di monopolio (nella scuola acquisisci
informazioni e sviluppi anche un senso critico).
3) La scuola è importante perché accade che i ragazzi e le ragazze hanno tutti una mezza
giornata di tempo che si svolge al di fuori della famiglia, ovvero circuiti tradizionali.
Entrano in un altro circuito, dove il processo di secolarizzazione considera tutti uguali e
vieni valutato in base all’impegno e non a chi sei figlio o meno.
Quindi, la secolarizzazione di massa diviene un grande mutamento da tanti punti di vista. Dentro
tutto questo, la chiesa si rende conto dei grandi cambiamenti che c’erano in tutto il mondo, quindi si
interroga sulla modalità che deve essere presente oggi nel mondo, ci si rende conto che la cattolicità
del cristianesimo non è più quel “senso comune”.
Giovanni XXIII, convoca il Concilio Ecumenico Vaticano II. Il concilio è la riunione degli stati
maggiori della chiesa (cardinali, vescovi, capi degli ordini religiosi, ecc), qui la chiesa si interroga
su questi cambiamenti e sul modo in cui la chiesa deve essere presente nel mondo, che dura dal ’62
al ’65 (Paolo VI). I padri conciliari lavoro e producono una molteplicità dei documenti, alcuni dei
quali sono documenti che hanno una grande capacità di intuire qual era il tipo di cambiamento che
c’era nel mondo e di intuire la nuova modalità attraverso cui le sfide avrebbe dovuto affrontare
negli anni a seguire. Ci sono dei documenti che hanno a che vedere con la liturgia.
Fino al ’65, la messa veniva recitata in latino in tutto il mondo. Questa recita in latino, dai padri
conciliari inizia ad essere considerarla inattuale.
Con il concilio, la messa comincia ad essere celebrata con la lingua del posto.
Con il Concilio vi è:
1) Processo di inculturazione  riconoscimento e valorizzazione delle diversità.
2) Modo in cui si svolge la funzione liturgica (prima il prete si metteva di schiena, ecc).
3) Viene introdotta una valorizzazione del ruolo dei laici. Cresce il ruolo che viene attribuito ai
laici, ci sono sei documenti riferiti al ruolo che deve avere il laico nella chiesa e nel mondo.
Agisce sulle cose di cui ci parlava Toqueville, dove faceva il paragone fra Francia della
Rivoluzione e la situazione Nord Americana.
Cresce una distinzione fra:
 Ruoli laici  per il Concilio è un ruolo specifico, ovvero il ruolo è quello di essere dentro
le cose del mondo, ovvero i laici hanno il compito, da parte della chiesa, di vivere dentro le
contraddizioni della vita sociale e, dentro queste contraddizioni, portare il messaggio della
chiesa, cosa che possono fare solo i laici, perché vivono sulla propria pelle le
contraddizioni, le speranze, attese, delusioni, che hanno a che vedere con tutto quello che
non è la diretta gestione dei contenuti della fede. Cresce l’apertura al dialogo con le altre
religione che si confronto con quelle ideologie che in quegli anni andava a diffondersi.
 Ruoli consacrati.
Il concilio è innovazione voluta dai vertici della chiesa, che cerca, attraverso il concilio, di studiare
la maniera migliore per strutturare la presenza della chiesa nella vita sociale.
Qual era la struttura dove si poteva dire che “li si incontra la chiesa” e “la chiesa è presente”?
La chiesa era strutturata attraverso le parrocchie (Battesimo, cresima e aveva una centralità forte
nella vita perché era possibile socializzare all’interno) e attraverso l’azione cattolica (800).
Azione cattolica  unica associazione riconosciuta dalla chiesa ed era un’associazione di laici che
nasceva con l’obiettivo di mettere questi laici a servizio delle parrocchie. C’era la sezione
femminile e maschile. Dall’azione cattolica nasceranno anche branche specialistiche che
interesseranno gli universitari e i lavoratori. Quindi, l’azione cattolica aveva il monopolio.
Nel concilio (’65), invece, nasce un documento che riguarda la presenza delle organizzazioni
cattolico. Questi documenti, all’epoca, erano innovativi e all’interno di un documento, c’è scritto
che bisogna vigilare sul fatto che, se ci sono associazioni che hanno svolto un ottimo lavoro in
passato, ma adesso il loro carisma è spento, è conveniente che queste associazioni vengono chiuse
che consente le funzioni organizzative cattoliche. Il concilio apre a questo cambiamento perché si
rende conto che ci sono degli spazi della vita economica, politica e formativi, che piano piano sono
stati espropriati alla chiesa.
La speranza qual è?
La speranza è che nascono nuovi carismi che riescono ad operare negli ambiti dove la chiesa è stata
espulsa. Dal concilio escono fuori 16 documenti, e questi hanno a che vedere con la vita consacrata,
ruolo dei laici, riti, litugia, ecc.
Costituzione pastorale gadium et spes  lettura dei documenti, è un documento conciliare dove
all’interno c’è scritto come mai la chiesa convoca questo concilio. Si interroga sulla sua presenza
all’interno del mondo.
Com’era la chiesa preconciliare? C’è la chiesa che vive all’interno del mondo. Nella chiesa
preconciliare il cerchio che c’era, era rigido e i contatti con il mondo erano limitati e tenta di
espandersi sempre di più nel mondo. La chiesa post conciliare, diventa una chiesa contemporanea e
accade che, ai suoi margini nascono esperienze nuove, ovvero modalità diverse dalla tradizione. Il
positivo di queste esperienze nuove è che entrano dentro le cose del mondo, entrano in ambienti
dove prima la chiesa era esclusa e ampliano il confine della possibilità di presa da parte della chiesa.
Questi carismi e queste realtà nascono con l’obiettivo di dire in maniera nuova ciò che la chiesa
dice da sempre.
Abbiamo differenti modelli di questo percorso:
- Si nasce da un’esperienza di chiesa e si apre alla mentalità-cultura degli interessi del mondo,
ma in realtà accade che questa comunità diventa molto permeabile alla cultura mondana e si
chiude al legame con la tradizione. Si nasce dentro la chiesa ma poi questi tipi di realtà,
invece di combattere la secolarizzazione, secolarizzano la chiesa stessa. Diventano realtà
cattoliche, ma in realtà sono aggregazioni laicizzate. Esempio: Associazioni cattolica che
vogliono sostenere i poveri, porto il messaggio evangelico a Cuba. Fino a questo momento,
sono un movimento cattolico che prende per sé il carisma particolare di portare il
messaggio. Dove sono andato incontro nuove ideologie, quindi può essere diventato un
movimento politico e si distacca dal senso di appartenenza che ci doveva essere.
- Altre situazioni: comunità che nascono ai margini della chiesa, conquistano uno spazio nel
mondo, mantengono un livello forte di fedeltà e combattono la secolarizzazione, perché
portano dentro la chiesa degli spazi della vita sociale. Esempio: 2 signori che vanno in
America Latina e insegnano un metodo diverso da quello che ti dice la chiesa. Quindi hanno
colonizzato questo ambiente.
Queste due realtà possono essere di grandi dimensioni oppure che funzionano per piccole comunità.
Il concilio fa partire questo modello di chiesa e attribuisce ai laici, il compito di adeguarsi ai
cambiamenti.
1963  si chiude il concilio.
1968  nel mondo occidentale appare un movimento sociale. Ci sono manifestazioni di protesta
che hanno come attore un soggetto sociale che fino ad allora era rimasto ai margini della vita
sociale. Questo soggetto sociale sono i giovani, prima era nessuno quando è adulto sarà qualche
cosa.
Le manifestazioni iniziano negli Stati Uniti, passano in Francia, Italia, Polonia, Cecoslovacchia,
ecc. Quando nasce un movimento sociale, vuol dire che c’è già una società che è cambiata e il
movimento rappresenta soltanto l’apparire visibile di questo cambiamento. Il movimento rende
visibile il cambiamento.
Nel 1968, in Italia, le prime manifestazioni si hanno nell’Università cattolica di Milano. Questi che
protestano sono gli studenti universitari, ovvero i figli del ceto medio.
I giovani dicono che c’è il bisogno di una trasformazione che non riesce ad essere governata. È la
ricerca di un senso di casa e di nuovi parametri con cui vivere per un mondo che si stava
trasformando.
Il ’68 si ideologizzerà e ci saranno delle componenti che trasformeranno le manifestazioni
studentesche in manifestazioni che esprimevano la nascita di nuclei politici (abbracciavano
ideologie marxiste-leniste, sinistra).
Importarne è anche il movimento delle donne.
Il ’68 avvia un processo di sperimentazione a 360 gradi e comincia a dare spazio ad una nuova
mentalità, ad una mentalità che “Tutto è politica”. La vita familiare è politica, il rapporto di coppia
è politica, quindi ci vuole una chiave interpretativa globale.
Il movimento femminista: parte la rivendicazione all’autonomia e alla ricerca della soddisfazione
dei bisogni che sono individuali.
Il ’68, porta a molte conseguenze. Si crea una intellighenzia che esproprierà in particolare
determinati ambiti della vita cultura e pubblica, occupando posizioni di rilievo nelle università,
scuole, giornali, televisioni, ecc. Da questo punto di vista si innescherà un cambiamento culturale
molto forte.
È dal ’68 che nasceranno quelle spinte che porteranno alle grandi trasformazioni nell’ambito
dell’istituzione della famiglia.
Questo ha a che vedere con la sfera della politica, ma rappresenta l’emergere di una società
cambiata.

18.11.2019 
Il ‘68 comporta un cambiamento sia nell’ambito dei consumi che in quello degli stili di vita. È a
partire da questa data che, anche nel campo dell’abbigliamento, comincia a prodursi una vera e
propria rivoluzione. Cambiano gli stili di vita, i modelli culturali e c’è una fortissima critica nei
confronti dell’autorità e quindi, di quei valori su cui l’Italia si era fondata. 
Il ‘68, dunque, rappresenta questa spinta contro l’autorità che avrà i suoi primi frutti, poi, anche dal
punto di vista legislativo.  
Affinché quelle innovazioni di cui si è parlato (televisione, lavatrice, ecc.) possano realizzarsi, c’è
bisogno di alcune innovazioni anche dal punto di vista sociale. È necessario che cambi la società,
che ad esempio, si vada a vivere nelle città, è necessario che cambi la struttura della famiglia, da
quella patriarcale a quella nucleare. 
L’ultima cosa che cambia è il sistema legislativo, perché le leggi, in ogni determinato periodo
storico, fissano, attraverso degli ordinamenti, il passaggio che la società ha compiuto verso una
nuova fase di vita sociale. 
In Italia, le rivoluzioni del ‘68, sono visibili due anni dopo, nel 1970. 
Nel 1970, la famiglia cambia. Famiglia che, è ancora una famiglia tradizionale e che ha al centro,
sia la propaganda della democrazia cristiana, sia la propaganda del partito comunista. 
Nel ‘46, come ricordiamo, i padri costituenti redigono la Costituzione e, al suo interno, l’idea di
matrimonio è quella tradizionale, quella della Chiesa Cattolica (il matrimonio è per la procreazione,
è fra un uomo e una donna ed è un’unione indissolubile, non c’è spazio per il divorzio). 
Nel 1970, in Parlamento, passa una proposta di legge, firmata da Loris Fortuna e Antonio Baslini e,
introduce, in Italia, il divorzio. Un qualcosa di impensabile fino a pochi anni prima, perché per i
cattolici, il divorzio rimaneva una cosa proibita dalla dottrina stessa della chiesa. 
Nello stesso partito Comunista, nello stesso partito Socialista, la famiglia era considerata un ambito
importante e da proteggere, dunque, elementi come il divorzio, erano visti come un attentato alla
famiglia e come un aspetto della società borghese, una società borghese che, il comunismo,
voleva abbattere. 
Entra in vigore la legge che consente il divorzio nel ‘70 e, quattro anni dopo, nel 1974, una parte del
mondo cattolico, propone un referendum per l’abolizione del divorzio.  
I referendum si possono proporre per due ragioni: 
1. perché si è convinti di vincerlo, perché se uno dovesse perdere il referendum, quella legge,
diventerebbe ancor più forte dal fatto che c’è, oltre che una legittimità dal punto di vista
parlamentare, anche una legittimazione dal punto di vista popolare; 
2. oppure per farsi pubblicità, per farsi conoscere (come accadde negli anni ‘80, in tante
occasioni, in Italia). 
In Italia accade che, tale referendum, viene promosso da una parte del mondo cattolico, ed è
importante riflettere sulla data del 1974, perché, il mondo cattolico che avanzò la proposta di
referendum, lo fece a partire da una convinzione: “l’Italia, è ancora un paese profondamente
cattolico, in cui il cattolicesimo è ancora radicato, siamo di fronte ad un Parlamento che si è
cristianizzato, che è laicizzato, però se chiamiamo al raduno il popolo cattolico a votare, la nostra
Italia cattolica, difenderà i principi della nostra religione cattolica”. 
1974, siamo ancora negli anni in cui, la democrazia cristiana governa l’Italia, non c’è spazio per
un’alternativa, perché il Partito Comunista che è la forza più forte dell’opposizione, non riesce mai
a raggiungere i voti della Democrazia Cristiana. Apparentemente, quindi, quella società sembra
essere ancora una società tradizionale.  
Parliamo di un cambiamento che arriva, ma non ci si rende conto di ciò.  
Si va a votare, nel 1974, e il referendum sul divorzio si chiude con il voto degli italiani affinché la
legge sul divorzio venga mantenuta. Da qui, inizia ad essere evidente che, contrariamente a ciò che
accadeva nel 1948, nell’immediato dopo guerra, nel 1974, la chiesa cattolica italiana, non ha più
quell’egemonia culturale sulla società circostante. 
Gli italiani continuano ad andare in Chiesa, il cattolicesimo resta una componente importante della
vita italiana, ma cominciano ad aprirsi autostrade di fuori uscita degli stili di vita e della cultura
italiana, dagli argini che erano stati disegnati dalla Chiesa cattolica. Il referendum sul divorzio, da
uno spaccato di una parte importante della vita sociale e della vita familiare che incomincia a
sottrarsi alle regole che la Chiesa dà.  
L’Italia si avvia in quel lento processo di secolarizzazione. 
In questa Italia trasformata, l’ondata lunga del ‘68, della trasformazione, e questo fermento di
adattamento ai nuovi stili di vita e al nuovo modo di vivere dentro le città, si traduce in un conflitto
che diventa molto duro, che non si chiude all’interno dello spazio elettorale, ma attraversa in
maniera sanguinosa le piazze d’Italia. 
Negli anni ‘70, si entra nei cosiddetti ANNI DI PIOMBO. Sono gli anni delle bombe, dello scontro
tra gruppi universitari di estrema destra ed estrema sinistra, sono gli anni in cui, anche in parte come
deriva, da quello che era accaduto nel ‘68, nascono dei gruppi politici che utilizzano come
strumento di lotta politica, la lotta armata. 
Sono gruppi che nascono attorno ad una ideologia, che vede contrapposto il sommo bene al sommo
male. Si propongono come un’élite che avrebbe dovuto guidare il cammino dell’Italia verso la
rivoluzione, in particolare coinvolgendo il movimento operaio verso un percorso rivoluzionario.
L’Italia in quegli anni, è un’Italia insanguinata, è un’Italia in cui le Brigate Rosse e gli altri gruppi
dell’estrema sinistra sparano contro giudici, sequestrano le persone, sparano sui giornalisti. 
Questo periodo trova il suo apice, nel rapimento e nell’assassinio del Presidente della Democrazia
Cristiana, Aldo Moro. Nel 1978, Aldo Moro viene rapito dalle Brigate Rosse e dopo un periodo di
prigionia nelle prigioni del popolo, il suo corpo senza vita viene trovato in una via strategica di
Roma. È una via che si trova a metà, tra Piazza Del Gesù e Via delle Botteghe Oscure. Piazza del
Gesù, era la piazza dove c’era la sede storica della democrazia cristiana e, via delle Botteghe
Oscure, era sede del Partito Comunista. 
Aldo Moro stava lavorando ad un progetto, al cui interno si voleva riunire, nel Governo, le forze di
tradizione popolare dell’Italia, cioè di arrivare ad un compromesso fra Partito Comunista e
Democrazia Cristiana. 
L’assassinio di Aldo Moro, rappresenterà un momento molto importante per la storia del nostro
paese, perché si creerà, forse per l’ultima volta, un momento di unità dei partiti democratici nella
lotta contro il terrorismo. 
Pian piano, l’Italia riesce a sconfiggere il terrorismo, ma siamo ancora in un’Italia, dove, il sistema
democratico risulta essere bloccato, cioè è un sistema all’interno del quale non è possibile pensare
ad un’alternanza di governo. Non è possibile pensare che il Partito Comunista possa salire al potere
al posto della Democrazia Cristiana. 
Sono anni in cui, la politica italiana ha subito molto l’influenza che accadeva all’esterno della stessa
Italia (es. Stati Uniti, Piano Marshall). 
Inizialmente, i due pilastri su cui si reggeva la DC, erano: da un lato il radicamento del mondo
cattolico all’interno della società italiana e l’altro pilastro era la paura del Comunismo. Per cui si
votava per la DC, per queste due ragioni.  
Durante quegli anni cambia la maniera attraverso cui la DC mantiene i pilastri su cui si regge. Resta
il pilastro dell’anticomunismo (nell’immediato dopo guerra, ci sono dei proprietari terrieri che
vendono le loro proprietà e si trasferiscono all’estero, perché hanno paura che possa salire al potere
il Comunismo, la proprietà privata viene abolita e viene tutto colonizzato). Rimane, ma in parte, il
pilastro del radicamento dei cattolici all’interno della società italiana. 
C’è un terzo pilastro: la DC diventa un partito-Stato, cioè diventa un partito che riesce, attraverso
gli apparati statali, all’interno dei quali inserisce i propri uomini, a mantenere un consenso che è
praticato sul clientelismo, ovvero sullo scambio di favori tra coloro che detengono il potere fra i
politici e il resto della società. 
Dunque, negli anni ‘70, la DC si regge su questi 3 pilastri, ma il sistema politico, rimane un sistema
bloccato. 
In quegli anni, uno dei più famosi giornalisti dell’epoca, il liberale Indro Montanelli, scrive un
editoriale sul Corriere della Sera, nel 1978, quando ci sono delle elezioni politiche, invitando a
votare per la DC, “tappandosi il naso”. 
Che significa? Significa che, la DC, nonostante tutti i difetti che ha al suo interno, resta sempre
meglio del Partito Comunista e la fine della Democrazia in Italia. 
La DC, quindi, continua a governare. 
La società italiana, nel frattempo, continua a trasformarsi passando per le piccole cose, che poi
produrranno una vera e propria crisi di Governo del cambiamento. 
Ci fu incapacità nell’interpretazione e nella gestione del cambiamento. 
 
La Barbie  è una tecnologia che serve per intrattenere i bambini, è un giocattolo. 
Qual è la funzione dei giocattoli? Che cosa si insegna ai bambini attraverso il gioco? 
Perché attraverso il giocattolo, si socializza i bambini a che cosa dovranno essere da grandi. 
Arriva questo strumento in casa, che apporta un passaggio culturale che avviene in maniera
sotterranea. Comincia a cambiare il modo in cui giocano i bambini, sia maschi che femmine. 
Il gioco diventa sempre più un gioco fra le mura domestiche e sempre più individuale. 
Attraverso questo, passa una dimensione ludica, nella dimensione di socializzazione, che mentre
prima era affidata alle reti di relazioni, ora il tempo libero, diventa il tempo governato dal mercato.  
 
1978: anno cruciale. Viene ucciso Aldo Moro, uomo che, per la sua storia di crescita all’interno del
mondo politico, è stato un uomo legato da un rapporto amicale con il Papa dell’epoca, Paolo VI, al
punto tale che, lo stesso Papa, durante la prigionia di Moro, fece un celebre intervento, in cui,
rivolgendosi agli uomini delle Brigate Rosse, chiese di liberare questo uomo, questo padre di
famiglia. 
Tale messaggio di Paolo VI, è molto importante, in quanto lui è il capo della Chiesa Cattolica
Universale, è il Vescovo di Roma, è un capo di Stato e quindi, intervenire su una questione che,
tutto sommato, riguardava un singolo individuo, fece scalpore. 
Fu Paolo VI a chiudere il Concilio Ecumenico Vaticano II, quindi, fu un Papa che chiuse questa
fase in cui la Chiesa disegnava il suo stare nel mondo.  
1978: muore Paolo VI. C’è un Conclave, viene eletto il Patriarca di Venezia, Aldino Luciani. 
Aldino Luciani diventa Papa e, nel nome che si dà, si vuole ricordare la storia dei due papi
precedenti: di Giovanni XXIII (Papa che aveva riunito il Concilio) e Paolo VI (Papa che aveva
chiuso il concilio). Quindi, decide di chiamarsi Giovanni Paolo I. 
Giovanni Paolo I, restò Papa per un mese circa, dopo di che muore. 
I Cardinali vengono riconvocato in Conclave e, nell’ottobre del 1978, arriva un personaggio
inatteso. Ormai erano 500 anni che, i papi, erano papi italiani. Si sarebbe potuto anche pensare ad
un papa straniero, ma era vista come un’ipotesi lontana. Questo Papa, arriva dalla Polonia
“semper  fidelis”, come si definisce la Nazione Polacca, e ci si aspettava che diventasse Papa il
Primate di Polonia, il Cardinale Stefan Wyszynski. 
Quando viene annunciata la nomina di Karol Wojtyla a Papa della Chiesa Universale, nella chiesa
cattolica accade una grossa innovazione.  
L’innovazione consiste appunto nell’arrivo di un pontefice che è portatore di un modello di
presenza della chiesa nel mondo, che aveva già sperimentato quelli che erano stati i contenuti del
Concilio Ecumenico Vaticano II. 
Cioè, Giovanni Paolo II, arriva a San Pietro con l’immagine del cattolicesimo polacco, ovvero, di
una nazione all’interno della quale non esiste scissione fra vertice della chiesa cattolica e popolo
cattolico e dove il cattolicesimo ha una forte impronta sociale. 
Il cattolicesimo, quindi, non è soltanto un momento di definizione di un percorso di salvezza per sé,
ma diventa una identità che disegna, nel contempo, l’appartenenza alla chiesa, ma anche
l’appartenenza ad una nazione, ad una storia. 
Giovanni Paolo II, nel suo discorso inaugurale “non abbiate paura, ma spalancate le porte a
Cristo”, continua...  “alla sua salvatrice potenza, aprite confine agli stati (…) non abbiate paura,
Cristo è dentro l’uomo, solo lui lo sa”. Quindi, non abbiate paura di Cristo, non abbiate paura del
Cristianesimo, per quest’ultimo è un qualcosa che dà indicazioni su tutto. 
Giovanni Paolo II, conquista in poco tempo la simpatia di tanti italiani. 
Pochi anni dopo, il 13 maggio del 1981, c’è l’attentato al Papa. 
Giovanni Paolo II, viene ridotto quasi in fin di vita da un attentatore turco. C’è grande commozione
attorno a questo papa. La popolazione italiana mostra la vicinanza a questo pontefice.  
Sono anni in cui, è accaduto qualcosa l’anno prima nella sua Polonia.  
Agosto 1980, Polonia: nasce un Sindacato, Solidamosc. Questo colpisce l’opinione pubblica
mondiale, perché è un sindacato che riesce a trovare uno spazio di libertà all’interno di un regime
comunista. Il Governo riconosce la presenza di un sindacato indipendente. Cosa fino ad allora mai
successa all’interno dei paesi comunisti.  
Le persone al suo interno attaccano le immagini della Madonna, del Papa... 
Questi lavoratori, quando fecero il primo congresso, scrissero nell’atto costitutivo del loro sindacato
di ispirarsi alla dottrina sociale della chiesa e in particolare alla dottrina di Giovanni Paolo II.  
Questo era il clima internazionale che suscitò l’ira dell’Unione Sovietica, in quanto, la libertà in
Polonia, poteva essere l’inizio di quel processo avvenuto nel 1989 nei regimi comunisti. 
Non a caso, ancora oggi, l’attentato a Giovanni Paolo II, non è chiaro.  
Siamo negli stessi giorni (maggio 1981), in cui, in Italia, c’è un altro referendum. 
Questo referendum avvenne a seguito della legge italiana n. 194, riguardante l’interruzione
volontaria di gravidanza. Lo stesso Giovanni Paolo II, si espresse sempre a favore della vita e
quindi, contro l’aborto. Anche lì, la logica dei promotori del referendum, era quella della difesa del
valore della vita e quindi, il popolo italiano, si presume che sia d’accordo ad abolire questa legge
che la chiesa considera al pari dell’omicidio.  
Si va a votare il 17 maggio 1981, in un clima che, comunque, avrebbe dovuto usufruire della
commozione nei confronti del Papa. Contro l’aborto, si schierò anche l’estrema destra, il
movimento sociale italiano. Ci sono le elezioni e, votano a favore dell’abolizione di questa legge,
soltanto il 32% degli italiani. 
Quindi, la stragrande maggioranza degli italiani è favorevole al mantenimento della legge n. 194. 
Maggio 1981: è ormai evidente come, in Italia, ormai, la dottrina della chiesa cattolica non è più un
luogo di predominio culturale. Ciò che dice la chiesa non è più ciò che gli italiani credono che sia la
cosa giusta da pensare.  
Nella conferenza episcopale italiana, a Palermo, dopo il referendum, sempre nel 1981, la chiesa fa
un cambiamento. Non si propone più come luogo della verità che deve difendersi dagli altri, ma lei
stessa, riconosce le proprie responsabilità e l’incapacità di governare questo cambiamento. 
In quegli anni, la sfera della politica, rappresentata dalla DC, era diventato un contenitore di uomini,
di idee e di progetti che venivano da un mondo cattolico che formava persone in un certo modo,
dava a queste persone indicazioni contenute nella dottrina sociale della chiesa e, questi uomini,
creavano nella società degli ambiti dove questi valori potessero essere vissuti. 
Progressivamente, le trasformazioni di cui abbiamo parlato, rompono questi legami.  
Quei mondi intermedi, vitali, che nel ‘48 avevano funzionato in modo eccellente, diventano mondi
che sempre più si estraniano da questa dimensione di presenza nel campo della politica.  
Sempre meno riescono ad interpretare quei passaggi che c’erano stati, quei cambiamenti e a
proporre delle presenze vive all’interno di quel mondo che andava cambiando. 
La stessa azione cattolica, fa la cosiddetta scelta cattolica, cioè di impegnarsi nell’educazione dei
giovani e dei meno giovani, ma di non compromettersi direttamente con una presenza di tipo
politico.  
Per cui, la stessa DC, in quegli anni, si secolarizza e, la presenza dei cattolici, nella società italiana,
diventa una presenza sempre più inconsistente. 
 
Questo cambiamento delle condizioni di vita, supportato dalle innovazioni tecnologiche, è stato
anche influenzato dalle innovazioni scientifiche, cioè vengono poste delle domande nuove, su cui
non c’è una tradizione, non c’è una presenza.  
Es. Interrogativi sul tema della fecondazione assistita. Tutte domande legate alla nascita, all’aborto
e alla morte volontaria (eutanasia). 
Tutte domande che entrano in lotta di collisione con la dottrina tradizionale della chiesa. 
  
Altra questione: l’incontro con lo straniero. A partire dagli anni ‘70 arriva lo straniero in Italia. Lo
straniero diventa il vicino di casa, il proprietario dell’immobile... 
 
Dentro questa società che si trasforma, c’è la crisi dei partiti tradizionali. 
C’è la crisi anche della DC. Perché? 
Perché c’era la paura del comunismo, il radicamento della dottrina cattolica e il clientelismo. 
1989, che succede? Cade il muro di Berlino. 
Tra il 1989 e il 1991, sparisce il mondo comunista in Europa. 
Quindi, non c’è più paura del comunismo. Cade il primo pilastro. 
Il radicamento della dottrina cattolica, ormai, non esiste più. Cade il secondo pilastro. 
Che succede tra il 1991 e 1992 in Italia? L’inchiesta Mani Pulite. 
Terzo pilastro, quello del clientelismo, cessa di esistere anche lui. 
Il progetto politico, pensato nel dopo guerra, dai cattolici della DC, perde tutti i pilastri su cui si
poggiava.  
La DC non è più capace di interpretare quel ruolo che aveva svolto in maniera eccellente dal dopo
guerra, fino al 1992. 
Si riunisce l’ultimo congresso della DC e nel 1992, i congressisti della DC, decidono di chiudere
l’esperienza politica di quel partito e di consegnarlo alla storia. 
Nel frattempo, in questa Italia cambiata, nascono nuove forze politiche. 
  
 
25/11/2019

Nel 1989 nasce nel Nord Italia una nuova formazione politica “Lega Nord” e nasce inizialmente
come un movimento, in particolare nelle aree della provincia Lombarda e Veneta. La nascita della
Lega Nord, disocculta il fatto che la democrazia cristiana non riesce più a far presa nei Paesi del
Nord Italia. Fino a quegli anni i Paesi, le Città e le Regioni dove nasce la Lega nord, erano le
Regioni che avevano il feudo della democrazia cristiana, il Veneto era il “veneto bianco”, quando
c’erano le lezioni, la democrazia cristiana prendeva sempre la maggioranza dei voti nel Veneto e in
Lombardia. L’apparire della Lega Nord evidenzia il fatto che la democrazia cristiana non riesce più
a captare quel consenso che, fino ad allora era riuscito a captare tranquillamente.
La fine della democrazia cristiana normalmente, sulla stampa sul chiacchiericcio delle persone,
viene data come l’esito dell’azione della magistratura, del fatto che negli anni ’90 Di Pietro ed altri
magistrati iniziano delle azioni contro alcuni partiti politici, in particolare contro la democrazia
cristiana, quindi questa sarebbe la ragione per cui la democrazia cristiana finisce. In realtà, la tesi
che vi propongo è che: “la questione Tangentopoli, rappresenta un acceleratore ad una crisi che è
già in atto nel partito dei cattolici.”
Fine anni ’80, nascono delle nuove aggregazioni politiche:
1) Lega di Umberto Bossi  nasce inizialmente con l’idea di vivere il paese, tutelare e
difendere gli interessi del nord Italia contro un’ amministrazione che non è in grado
di difendere gli interessi del paese.
2) Nel Sud Italia, a Palermo, nasce un movimento. Questo movimento nasce attorno al
sindaco di Palermo (Orlando) e si chiamerà “La rete”. Promuove la “Primavera
Palermitana” incentrata sulla lotta contro la mafia e questo movimento avrà una
fusione, per un certo periodo, nel resto d’Italia, recuperando consensi significativi.
3) Movimento Referendario, anche questo movimento nasce attorno ad un ex demo-
cristiano e si incentra su “Come va a finire questo mal affare in Italia, come fa a
finire il sistema di politica corrotta?”, attraverso un cambiamento del sistema
elettorale. Quindi, passando dal sistema proporzionale a quello maggioritario e
passando alla preferenza.
Dentro tutta questa azione (ovvero dei movimenti che spingono verso il cambiamento), nel 1994 si
celebra il Congresso della Democrazia Cristiana. Dentro questo congresso, i congressisti,
decidono di chiudere l’esperienza della democrazia cristiana, quindi di consegnare lo scudo crociato
della democrazia cristiana, alla storia e di iniziare una presenza in politica su basi nuove. Già a
conclusione di quel congresso, comincia ad esserci un fatto innovativo per politica italiana.
Questo fatto innovativo è, dopo la fine della Democrazia Cristiana, nascono in contemporanea due
partiti, fondati dai congressisti stessi però dividendosi in:
1) Partito Popolare Italiano 
2) Centro Cristiano Democratico 
Questa decisione non viene a seguito della perdita di consenso da parte della D. C., nonostante
Tangentopoli, nel 1992 ci sono le elezioni politiche e la Democrazia Cristiana prende 20 punti in
più rispetto al partito più vicino che era quello comunista. Quindi, è una decisione che viene
dall’interno dello stesso partito. Che non fosse la questione morale della perdita di consenso, è
evidente dalle elezioni dopo lo scioglimento della D. M.
Il Partito Popolare Italiano si presenta come partito nuovo, che si vuole collegare alle vecchie radici
del popolarismo cattolico (ricordare partito popolare si Sturzo) e, ai vertici di questo partito non ci
sono più i vecchi politici (quelli che erano stati accusati di corruzione, o quelli che avevano gestito
la Prima Repubblica (Andreotti, Craxi e Spadolini)), ma ci sono: Rocco Bottiglione, veniva da
Comunione Liberazione, accanto a lui Roberto Fornigoni, poi l’ex presidente dell’azione cattolica
Italiana (Monticone Alberto)e la vice presidente dell’azione cattolica italiana dell’epoca, che era
Rosy Bindi, poi c’era Marini, (segretario generale della CISL) e Bianchi ( Presidente Nazionale
dell’ACLI).
Se fossimo stati di fronte ad un elettorato italiano ancor cattolico e che voleva i volti nuovi, il
Partito Popolare Italiano gli presentò il meglio che c’era. Il Partito Popolare Italiano, prende solo
l’11% dei consensi, il problema era un altro.
Ma la fine della Democrazia Cristiana crea un problema interno al mondo cattolico., ci sono 2
partiti cattolici non più uno.
Entrambi i partiti, all’interno del loro statuto dichiarano di prendere a loro riferimento la dottrina
sociale della chiesa e, di essere partiti di ispirazione cristiana. I Partiti sono due e non solo più uno,
per esempio il ruolo della gerarchia che fino a quel momento aveva appoggiato il partito dei
cattolici, diventa un ruolo silente. Dal Partito Popolare Italiano passerà alla formazione della
“Margherita”. Dopo la fine delle D. C., si presenta uno schieramento politico, la stessa
frammentazione che c’è all’interno della società. il voto dei cattolici diventa libero, non c’è nessun
partito che può rappresentare l’interesse dei cattolici. Nel frattempo finisce la Prima Repubblica e
appaiono sullo scenario politico italiano.
Nel 1994  finisce l’esperienza della democrazia cristiana.
Dal 1994 in poi, come si strutta la presenza dei cattolici all’interno del sistema politico?
Ci sono diverse interpretazioni:
- Per alcuni è un momento di liberazione, perché finalmente si può votare in maniera libera,
non c’è più l’obbligo morale, ecc. allora, la strategia della chiesa, diventa quella di dire che
si può andare in partiti diversi, l’importante che si voti alla stessa maniera o che si difendano
i “valori non negoziabili”.
In realtà questo processo ha portato al fatto che, la presenza dei cattolici nel sistema politico
italiano, è diventata una presenza che, dal punto di vista quantitativo è molto significativa (perché
ancora tanti, per tradizione, sono cattolici e così vita), ma nella realtà, il cattolicesimo è in
frammentazione. E, in questo momento di frammentazione, la gerarchia ecclesiale italiana è stata
costretta a svolgere un compito, ovvero di sostituirsi ai laici nella presenza politica dei cattolici. In
questo periodo, la presenza del laicato cattolico è inesistente.
Ci sono dei tentativi di ricomposizione rispetto alla frammentazione che c’è stata, ma fino a questo
momento la ricomposizione non c’è ed è ovvio che non ci sia, perché se c’è frammentazione a
livello di vita sociale, non può esserci unità a livello di vita politica.
Adesso ragioniamo su queste trasformazioni, quindi sul perché si svolge in Italia il processo di
secolarizzazione e andiamo a misura il processo di secolarizzazione su un fenomeno particolare,
ovvero riguarda la nascita e lo sviluppo in Italia, di forme associative dei cattolici.
Come abbiamo detto qualche lezione fa, con il Concilio Ecumenico Vaticano II, si dà il via libera
alla possibilità di formazioni di associazioni cattoliche. È un periodo di grande fermento in quegli
anni, perché la società si sta trasformando e nascono delle realtà che spingono a produrre
un’innovazione all’interno della chiesa che veniva dal basso, ovvero cercano di recuperare degli
spazi della chiesa cattolica, laddove la chiesa era stata esclusa.
Allora studiamo 2 casi che sono diversi fra di loro e li studiamo a partire da questa domanda: “Una
realtà che nasce per contrastare la secolarizzazione, un carisma che si pone all’interno della
società con l’obiettivo di contrastare la secolarizzazione, ha svolto fino in fondo questo ruolo,
oppure è diventata essa stessa strumento di secolarizzazione?”
Detto in altri termini, la secolarizzazione è un fatto completamente esterno alla chiesa, oppure
la secolarizzazione è dentro la chiesa?
Iniziamo esaminando il caso di Comunione-Liberazione.
Comunione e Liberazione  nasce nella metà degli anni ’50, nasce nel periodo in cui, l’Italia
stava iniziando il suo decollo, ovvero quella potentissima trasformazione che l’avrebbe fatta
transitare da una società agricola ad una società moderna e industrializzata.
Nasce sotto il carisma di un sacerdote milanese (Luigi Giussani) e percepisce l’intensità del
cambiamento che si sta producendo e percepisce come le nuove generazioni iniziano a vivere una
forma di cristianesimo che è solo esteriore. Don Luigi chiede al suo vescovo di lascare
l’insegnamento di Teologia a Milano e di poter andare ad insegnare ai giovani nelle scuole. Nelle
scuole superiori inizia l’esperienza che inizialmente non si chiamava “Comunione e Liberazione”,
ma Gioventù Studentesca. Don Luigi è convinto che il cristianesimo sia un’esperienza nata
dall’incontro con Cristo e che questa esperienza sia totalizzante, cioè dà indicazioni a 360 gradi
sulla vita quotidiana delle persone. Con i suoi ragazzi del liceo, inizia una catechesi fatta in maniera
differente. All’epoca la catechesi era fatta nelle parrocchie.
Don Luigi dà origine ad un “movimento d’ambiente”, ovvero nel genio di questo sacerdote, il
cristianesimo non può essere confinato agli spazi della chiesa, ma deve essere annunciato e vissuto
laddove le persone vivono e dove la società sta cambiando. Quindi una presenza dentro le scuole,
dentro le Università, dentro i posti di lavoro.
Il metodo di Don Luigi consiste in degli incontri settimanali che si chiamano “scuola di comunità”.
Durante questi incontri, i giovani sono chiamati a leggere insieme e commentare dei tesi vangeli o
scritti da Don Luigi e poi, in base a questi testi, interrogandosi sulla propria esperienza. Uno degli
elementi forti e costitutivi di questa realtà è questo momento educativo di “scuola di comunità”.
L’altra cosa indicata nell’appartenenza al movimento, è quello dell’azione caritativa, ovvero i
ragazzi devono trascorrere del tempo nelle parti periferiche delle città.
Terza cosa era che ognuno, per quello che poteva, doveva dare una cifra per mantenere in vita il
movimento.
C. L. nasce con una novità all’interno delle scuole, ovvero queste attività non sono fatte insieme,
ovvero non vi è la divisone fra maschi e femmine. L’esperienza di C. L. comincia ad avere grande
successo anche perché si pone dentro l’ambiente scolastico e universitario, adottando linguaggio e
strumenti che avevano portato alla contestazione. Quando i ragazzi di questo movimento iniziano a
crescere, si trovano nella situazione del ’68. Acquisiscono un linguaggio e modo di stare insieme,
che è quello tipico di quegli anni.
C’è un attivismo fatto nell’ottica più assoluta del volontariato. Nelle Università i ragazzi di C. L.,
sono quelli che garantiscono una presenza di cattolici all’interno dell’Università. Partecipano alle
elezioni e vincono anche in molti atenei italiani. Sono spesso attaccate le loro sedi, vengono
attaccati dalla sinistra extra parlamentare, ma con grande fatica custodiscono questo spazio di
democrazia all’interno dell’Università. Raccolgono consenso per quello che riescono a fare
all’interno delle Università, nascono le Cooperative Universitarie Studio-Lavoro, queste
cooperative reperiscono sul mercato gli alloggi in maniera che gli studenti che ci vanno a vivere
possono pagare un prezzo ridotto rispetto al mercato, i ragazzi distribuiscono dispende a basso
prezzo, consentono acquisti di libri. Fanno un’attività di presenza visibile e porta vantaggi agli
studenti.
Al tempo stesso, Comunicazione e Liberazione, inizia ad uscir fuori dalle Università ed entra nel
mondo del lavoro, ed esce dalle Università attraverso le comunicazioni che crea all’esterno.
Comunione e Liberazione, quando nasce, entra in un conflitto con l’assetto istituzionale
esistente della chiesa, in particolare con l’azione cattolica. Questo conflitto avverrà perché ci
troviamo di fronte a due realtà che vanno in tendenza opposta l’una rispetto all’altra.
L’azione cattolica, durante gli anni ’70, maturerà la sua scelta religiosa, ovvero uscire fuori dalla
competizione politica e di dedicarsi esclusivamente alla formazione religiosa delle persone.
Comunione- Liberazione, invece, in quegli anni, avrà attivismo politico molto forte, in quanto la
spinta che muove questo movimento è il tentativo di recuperare spazi della società dove prima era
presente la chiesa ed ora non c’è più. Uno di questi spazi viene visto all’interno del sistema politico.
Presenza politica al Parlamento Italiano, in quegli anni nasce una realtà che si chiamava
“Movimento Popolare”, all’interno della quale c’erano giovani di C. L che si impegnavano nelle
elezioni del ’78, dove la D. C. perde le elezioni contro il Partito Comunista. Quindi grande impegno
nella politica, grande capacità di mobilitazione e grande capacità di acquisizione di consenso.
Al tempo stesso, un movimento che riesce a creare una miriade di opere che vanno ad una creazione
di rivista di Teologia, alla creazione a Bologna del centro studio Europa-Orientale, ovvero un centro
che nasceva da C. L, ed era specializzato nello studio della presenza della chiesa nei paesi
dell’Unione Europea. Iniziano le prime missioni dei giovani C. L. in Africa, diretti in Brasile.
Questa realtà dalla piccola dimensione, piano piano allarga la sua presenza nel mondo. Questo
processo c’è un incontro felice è quello con il Papa Polacco. Quando Giovanni Paolo II viene eletto
pontefice, in uno degli incontri che fa con questa realtà del movimento C.L., arriva a fare
un’affermazione, ovvero “il mio metodo e il vostro metodo, posso dire che sono gli stessi”.
Il Papa Polacco, arriva in Italia, diventa pontefice di Roma e trova una coincidenza con C. L., in
quanto la presenta di questo movimento in Italia, è molto simile a quello che è riuscito a fare in
Polonia, la presenza del cattolicesimo polacco. Quindi, una presenza che non ha paura della
modernità, anzi vuole governarlo.
È nell’incontro con Giovanni Paolo II che si arriva all’istituzionalizzazione di questo movimento
col fatto che C. L. diventa un’associazione di diritto pontificio. E, l’incontro con Giovanni Paolo II
non avviene solo dopo la sua elezione, ma è avvenuto anche prima della sua elezione, quando i
ragazzi andavano in giro per l’Europa per raccogliere il materiale della chiesa per poterlo portare in
Italia e pubblicarlo. In uno di questi giri che fanno incontrano anche Papa Giovanni Paolo II.
Nasce quest’unione forte e si consoliderà in particolare quando ci fu il referendum sull’aborto. C. L.
fu uno dei pochi movimenti che scese in piazza in maniera decida accanto alle direttive e i valori
della chiesa cattolica.
Nel 1981  C. L. ottiene il suo riconoscimento in quanto realtà ecclesiale.
Siamo in una dimensione di un movimento che si propone con un metodo innovativo e di un
movimento che riesce ad avere successo.
Che cosa accade nello specifico nel campo politico?
Accade che inizialmente c’è questa esperienza del movimento popolare, una pattuglia entra in
parlamento e dopo un po' ci si rende conto che la democrazia cristiana non è cambiata e il Paese non
è cambiato. Allora c’è un cambiamento che parte con un ragionamento di questo tipo: “Che cosa c’è
di buono nella società? Di buono ci sono le nostre opere, le scuole che abbiamo aperto, i centri
culturali, le imprese, ecc.”
Allora chi è il politico buono? È colui che aiuta a far crescere le nostre opere, perché così facendo fa
crescere il bene che c’è dentro la società.
Allora, a partire da quest’ottica, C. L. abbandona quella strategia che aveva tenuto fino agli anni ’80
e il voto di C. L. diventa un voto che si disperde all’interno di uno scenario politico molto più vasto.
Questo porta al fallimento della proposta politica, comporta il fatto che alcuni di C. L. vanno a
finire nei guai con la questione di Tangentopoli e porta all’alto passaggio di fare, ovvero si chiude
l’esperienza del movimento popolare e si apre l’esperienza della compagnia delle opere.
La compagnia delle opere  è una sorta di federazione di tutte le associazioni, cooperative, imprese
nate da C. L. e che funzionano come una conf-industria di C. L. Oggi la presenza di C. L. è in tutti i
continenti.
Nel 1968  accade che C. L. si divide in due:
1) C’è una parte di coloro che avevano partecipato all’esperienza di Gioventù Studentesca che
entrano dentro il movimento studentesco.
2) Un’altra parte resta al carisma Giussano e in quegli anni nasce C. L. Il nome di Comunione
e Liberazione, deriva da un manifesto scritto dai giovani che si concludeva con questa
frase:” e quindi comunione è liberazione”. Tolgono l’accento e prende il nome di C. L.
Questo movimento inizia ad essere presente nelle università, dentro il mondo della cultura e
politica. La presenza dentro le università è, una presenza che adotta i metodi del movimento
studentesco ed è una presenza che porta alla costituzione di opere che sono dirette a sostenere gli
studenti, in particolare gli studenti fuori sede. Accanto a questo c’è un grande sforzo che C. L. fa
per la presenza all’interno della cultura italiana, perché nell’intuizione di Giussani, il processo che
stava portando alla secolarizzazione l’Italia, era un processo che passava all’interno della sfera della
cultura.
Quindi attorno agli anni ’70, nasce una casa editrice (Jaca Book) di un movimento cattolico, ma
sarà la casa editrice che porterà in Italia i tesi della teologia della liberazione, così via, però aperta a
360 gradi. I Giornali di C. L., la Rivista di Teologia e la nascita di Centri Culturali.
Cioè C. L. inizia a caratterizzarsi come movimento d’ambiente e la specificità è che le nostre
opinioni, presenza, si fanno sui banchi della scuola, nelle università o all’interno delle fabbriche.
Da queste attività culturali si sfocia in una presenza nel campo della politica che nasce inizialmente
a sostegno della D. C. e nasce inizialmente attorno alle battaglie sul referendum (divorzio prima e
aborto dopo). La presenza nel campo della politica che ha un fortissimo riconoscimento, 12 membri
di C. L. entrano nel parlamento italiano. quindi, C. L. riesce ad organizzare nella società politica
italiana una forte incidenza.
Grande successo che porta anche ad un grande scontro, non soltanto con la cultura dominante della
sinistra, ma uno scontro anche all’interno della chiesa cattolica. C.L. viene attaccata all’interno
delle sue sedi, viene attaccata dicendo che è un movimento finanziato dalla CIA. Nonostante questa
pressione esterna cresce, attraverso questa rete di rapporti che si consolida in Italia e anche a livello
Europeo. Conquista questo grande spazio sullo scenario culturale, religioso e politico italiano.
Questa è la prima fase espansiva ed è la prima fase che c’è, a partire dal movimento,
un’innovazione continua, ovvero la capacità di generare continuamente spazi di socialità.
Il passaggio successivo, avviene in un’Italia ormai secolarizzata (anni ’80 in poi).
Dagli anni ’80 in poi, C. L. capisce che il cambiamento non può venire solo dalla sua forza, ma che
deve venire dalla sua capacità di aggregarsi assieme ad altri. Un primo tentativo fu quello di
rivolgersi al sistema politico, vedendo chi all’interno si dichiarava come difensore della dottrina
sociale della chiesa. Quindi, c’è una fase intermedia che va dal momento di “Noi siamo la novità e
noi facciamo tutto” al momento “noi assieme per difendere la dottrina sociale della chiesa”.
In questa fase accade che coloro che dicevano che difendevano la dottrina sociale della chiesa, lo
dicevano in campagna elettorale e dopo non era così però. In questa fase accade il grande incontro
tra l’esperienza di C. L. (Giovanni Paolo II) e l’esperienza di Solidarnosc in Polonia. Si cominciano
ad attivare dei canali di comunicazione molto forti e, C.L. assume il movimento di Solidarnosc
come proprio modello di azione. Da una parte c’è l’auto che viene dato dall’Italia al movimento
Solidarnosc, dall’altra parte c’è il tentativo di spingere l’azione politica fino in fondo e uscendo
fuori dalla possibilità “di essere preso in giro dai politici”.
È in questa fase che C. L. fa nascere la compagnia delle opere sotto l’idea che questo avrebbe
comportato alla crescita di una solidarietà all’interno delle reti del movimento e al fatto che questa
rete di opere del movimento si sarebbe potuta confrontare su cose concrete, non più su ideologie.
Da questo punto di visto l’esperienza di C. L. è stata un’esperienza molto importante per il
cattolicesimo italiano, e anche per l’Italia stessa. È stato un tentativo riuscito di recuperare alla
chiesa degli spazi di vita sociale e di svolgere soprattutto un ruolo importante all’interno della sfera
culturale.
AGESCI  Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani, nasce intorno agli anni ’70, nasce dal
confluire in un’unica associazione: branco maschile e femminile degli scouts. Nasce come un
modello importante, adattando lo scoutismo alla realtà italiana e al cattolicesimo.
Robert Baden-Powel  fondatore degli scouts, generale dell’esercito britannico e aveva inventato
delle attività dirette ai suoi soldati e attività per i giovani con famiglie in difficoltà.
Quindi, la AGESCI nasce attorno ad un carisma, adatta questo carisma inglese alla situazione
italiana, accoglie all’interno del suo statuto la C di Cattolico e si pone degli obiettivi, ovvero
formazione da buon cristiano e buon cittadino.
Il Patto Associativo della AGESCI  ovvero gli obiettivi attorno cui nasce la AGESCI. Questo si
rivolge in particolare ai capi all’interno della AGESCI e sono coloro che hanno il compito di
formare gli altri.
Che cosa dicono all’interno del loro statuto?
Dicono che accolgono i messaggi di salvezza di Cristo, che vogliono annunciare e testimoniare
Gesù Cristo, che vogliono fare questi da laici, con uno specifico carisma, dicono che si sento
educatori, si sentono parte della chiesa, che operano in comunione con i vescovi. Quindi,
pienamente inseriti nella chiesa, pienamente inseriti nell’obbedienza ai vescovi e che hanno il punto
privilegiato nella celebrazione eucaristica.
Sono cattolici? Più cattolici di questi non si può, quindi sono cattolici, seguaci dei nostri vescovi,
educhiamo i giovani, ecc.
Christifideles laici  documento scritto da Giovanni Paolo II, all’interno vengono declinati le
caratteristiche che deve avere un’organizzazione per poter ottenere il riconoscimento da parte della
chiesa.
1) Prima questione è il riconoscere il fatto che ogni cristiano è chiamato alla santità, quindi che
la vita cristiana è un percorso verso la santità.
2) Seconda questione è che questi gruppi devono avere la responsabilità di confessare la fede
cattolica, quindi devono essere gruppi che dichiarano di aderire in toto a ciò che sono i
contenuti della fede cattolica.
3) Terza, devono testimoniare una comunione salda e convinta con coloro che la chiesa chiama
alla guida del popolo di Dio, quindi con i Vescovi.
4) Quarto, è l’elemento della missione. Ovvero questi gruppi, devono avere all’interno della
loro specifica vocazione la partecipazione alla missione, ovvero di annunciare agli altri i
contenuti del credo.
5) Quinto, l’impegno a vivere nella società umana una presenza sociale e politica.
Quindi, la chiesa per istituzionalizzare l’ecclesialità di un gruppo, guarda questi parametri e se sono
tutti presenti, concede la C.
Se guardiamo a questi criteri e a quello che era il contenuto del Patto Associativo, in effetti, nel
Patto Associativo ci sono tutte queste cose.
Questa realtà nasce come contrasto alla secolarizzazione, nasce come obiettivo di creazione di una
presenza cristiana originale all’interno della società che sia coerente con il credo della chiesa
cattolica e socialmente impegnata in una attività di missione.
Se questo è quello che c’è scritto sulla carta, ora vedremo l’esito di una ricerca fatta sulla AGESCI.
Da che cosa nasce questa ricerca? Questa ricerca nasce da una preoccupazione che da un lato ci
sono queste cose scritte, dall’altro lato succede che un giorno di 5 anni fa c’era a Mendicino l’agorà
dei giovani. Andiamo a fare questa ricerca e ai capi abbiamo sottoposto un questionario, in larga
parte costruito dalla ricerca fatta di Garelli e dall’altra parte domande che facevano riferimento al
carisma e ai gruppi scouts.
 78% si dichiara come credente in Gesù Cristo. Simile agli italiani.
 20% riconoscersi solo in parte dall’insegnamento della chiesa
 Un’altra quota che dichiara di non collocarci in nessuna.
Come è possibile questo e che tipo di indicazione ci viene da questo dato?
La percentuale doveva essere il 100%, ma invece questo 22% ci dice che le affermazioni sacrosante
che erano contenute nello statuto, in realtà sono delle affermazioni che restano formali ma che non
costituiscono uno stato al fatto che possa diventare capo, cioè uno può dichiararsi credente, anche se
in alcune cose no, e nonostante questo può diventare capo della AGESCI.
Importanza della religione nella propria vita:
 43%  la considera fondamentale
 22 %  abbastanza importante
 34  importante
La religione è importante per tutti, ma religione che vuol dire?
C’è il 22% che crede poco che ci sia un’anima immortale.
La colonna delle “non risposte”, ci potrebbe stare ma non per loro che si dichiarano credenti e
trasmettitori di quella credenza. La non risposta vuol dire che questi argomenti non sono oggetti di
discussioni fra di noi, perché se si parla di queste cose un’idea me la farei.
Nella Bibbia è rivelata la parola di Dio  il 34,8 % non crede che ci sia la parola di Dio.
Sul fatto che Gesù è figlio di Dio sono tutti d’accordo.
Sull’esistenza del diavolo  nella chiesa cattolica sono visti come una presenza e quindi ne tiene
conto nella chiesa. La maggioranza non ci credono, quindi c’è una parte di quelli intervistati che
attua un divario con ciò che dice la chiesa e ciò in cui loro credono, quindi poi loro tramanderanno
ai giovani. Quindi, le nuove generazioni crescono all’interno di un’associazione cattolica e i
genitori sono convinti che possono formarsi ecc, ma in realtà quando si chiacchiera verranno fuori
contenuti differenti. Solo il 30 %
Esistenza Paradiso e Inferno  la dottrina cattolica ci dice che la fine della nostra vita sarebbe
giudicata, e da lì si decide se si andrà in Paradiso oppure all’Inferno.
Il 97% dice che crede al Paradiso e all’Inferno solo il 62%. L’immagine che viene fuori è che “se
Dio c’è è buono e alla fine ci abbraccerà tutti quanti, quindi il Paradiso ci deve essere”, ma non c’è
coerenza con quello che dice la chiesa con l’Inferno.
Vicinanza a Dio  18% vicino a Dio, 60 % abbastanza. Questa vicinanza sperimentata soprattutto
con il contatto che si ha con la natura. E anche una quota nei momenti di dolore.
Ma come andrebbero le cose se nel mondo non vi fossero più religioni? 72% dice che senza la
religione non si sta male.
Adesione alla chiesa  88% aderire non molto attivo, ma aderisce solo perché è esito di una forte
convinzione personale, no come portato della tradizione.

Martedì 26 novembre
DOMANDE RIVOLTE AI CAPI GRUPPO AGESCI IN UN QUESTIONARIO

Si tratta di soggetti che hanno fatto un percorso all’interno dell’associazione e rivestono il ruolo di
educatori. C’è differenza tra la forma e la sostanza:

nella forma, AGESCI= Associazione Guide e Scouts Italiani. Già nella sigla si percepisce l’appartenenza ad
una identità cattolica. Per parteciparvi, bisogna iscriversi, sottoscrivendo di conseguenza un patto
associativo con essa. Contenuto: Gesù Cristo è la parola incarnata di Dio; i membri accettano il mandato di
sentirsi responsabili dei laici per partecipare alla crescita del corpo di Dio che è la Chiesa ecc.. Per diventare
capi, bisogna effettuare un iter e partecipare e dei campi di formazione nazionale in cui si spiega cosa si fa e
come si educano gli latri. Al termine del campo di formazione, il formatore rilascia l’idoneità o rimanda
indietro il soggetto. Teoricamente, chi vi si iscrive dovrebbe essere un cattolico praticante che crede
fortemente nei principi della fede. Nella sostanza, ciò non è sempre riscontrabile.

Qual è la vera religione??

Rimandando a quanto detto precedentemente sui capi fondatori, il 30,4% afferma che la religione vera è
una sola e le altre contengono solo una parte di verità. Il 18,5% afferma che c’è qualcosa di vero in tutte le
religioni e una vale l’altra. Il 3,3% afferma che la religione vera è una sola e le altre sono false. Il 43% dice di
non essere in grado di rispondere alla domanda. Ed il 4,3% non risponde affatto. Dalle ultime due
percentuali citate, si deduce che evidentemente nei gruppi l’elemento religioso è una questione abbastanza
marginale → non si parla di queste cose perché il problema principale è mantenere l’unità del gruppo.
Gruppo che nasce come STRUMENTO di condivisione ed educazione e si ritrova ad essere il fine di sé
stesso. In questo passaggio, tutti gli strumenti e valori vengono messi da parte in nome dell’esistenza stessa
del gruppo→ si vive ciò che Papa Francesco definisce “carrierismo” . si svolge un determinato ruolo solo per
fare carriera, non perché è veramente sentito.

Cosa dovrebbe fare una persona che crede in Dio??

1. Impegnarsi per gli altri

2. Pregare

3. Rispettare la vita

Cosa non funziona nell’ordine in cui sono state indicate queste priorità dai capi gruppo? Il pregare viene
dopo dell’impegno per gli altri; quest’ultimo tra l’altro, non corrisponde ad una specificità propria dei
cristiani. In realtà dovrebbe essere l’esperienza di fede e l’identità che ti portano ad impegnarti per gli altri.
Es_ Madre Teresa affermava di aiutare gli altri perché era la fede in Gesù che la spingeva a farlo.

Da questa domanda inoltre, si ricava un ulteriore dato: non c’è un servizio costante svolto dai gruppi agesci
all’interno di case famiglia o comunità. Il servizio di aiuto verso gli altri viene solitamente svolto all’interno
dell’associazione stessa, senza continuità.

Con quale frequenza prega fuori dai momenti condivisi in associazione??

L’1% risponde mai, il 10% risponde qualche volta durante l’anno, il 12 % prega solo qualche volta al mese,
26% qualche volta a settimana, 35% circa una volta al giorno, 14% più volte al giorno. Si tratta di una forma
di preghiera che non è vincolante, obbligata perché si è a messa.

Esistono momenti di preghiera comune in famiglia??

Solo in particolari festività: 25%, prima di pranzo o cena 8.7%, prima di andare a letto il 5.4%, il 2% medita e
legge insieme ai familiari, il 5% non prega mai in famiglia e il 2.2% non risponde alla domanda.

Frequenza a messa:

il 2% va a messa raramente, il 13% una o due volte al mese, l’80% frequenta la chiesa settimanalmente, il
2.2% più volte alla settimana ed il restante 2% non risponde alla domanda. Da queste risposte, si deduce
che si può essere educatori anche senza rispettare uno dei precetti fondamentali della Chiesa Cattolica.

Come si partecipa alla messa??

Il 75% dei capi partecipa a messa, il 10% riesce a realizzare una intensa comunicazione con Dio durante la
funzione e il restante 15% partecipa alla celebrazione eucaristica con disagio.
Frequenza comunione

Il 3.3% la assume a distanza di anni, il 2.2% solo nelle festività, il 15% alcune volte all’anno, il 43% fa la
comunione ogni settimana, 23% la assume 2-3 volte al mese, 6% una volta al mese circa.

Frequenza confessione

Il 2.2% non fa mai la confessione , il 13% si confessa a distanza di anni, 14% 1-2 volte l’anno, il 37% alcune
volte, il 26% lo fa mediamente, il 5.4% di frequente e il restante 2% non risponde.

Da qui si percepisce che il sacramento eucaristico è ormai distaccato da quello della confessione.

Rapporto con la confessione

Solo il 29% dei capi ritiene non problematico il momento della confessione, il 42% trova disagio nel modo in
cui confessano alcuni sacerdoti e l’11% non trova piacevole raccontare le proprie colpe.

Qual è il compito che la Chiesa ha nel mondo?

 Annunciazione di Gesù nel mondo, 63%

 Aiuto verso i bisognosi, 11%

 Educazione delle buone generazioni, 10%

Giudizio sintetico complessivo sulla Chiesa

NEGATIVO CRITICO INCERTO POSITIVO

In Italia 0 23.9 18.5 57.2

Nella diocesi 3.3 20.7 23.9 47.8

Nella parrocchia 5.4 15.2 15.3 51.1

Si tratta di un giudizio basato puramente sulle utilità.

Preparazione in materia religiosa:

solo il 29% ha una preparazione quasi sufficiente. Effettuando domande sui 5 precetti della Chiesa cattolica,
solo il 2%(2 sacerdoti) sono stati in grado di fornire risposte corrette. Solo l’1% dei sottoposti è in grado di
collegare le encicliche corrette ai Pontefici che le hanno redatte.

In che maniera l’associazione si mantiene viva:

il 30% non si informa mai attraverso bollettini parrocchiali o giornali della diocesi distribuiti gratuitamente
in Chiesa; il 30% non ha mai ascoltato programmi radiofonici o televisivi inerenti ai temi religiosi. Si tratta,
dunque, di dimensioni sempre ridotte e chiuse su sé stesse.

Senso di appartenenza ai gruppi sociali:

al primo posto c’è l’appartenenza alla famiglia, al secondo posto quella verso l’associazione→ non si è
nell’associazione giusto per starci ma per convinzione.

Quando ti senti più sereno??


 Famiglia= 51%

 Lavoro= 2.2%

 Scuola= 3.3%

 Vacanza= 13%

 Con il compagno= 14%

 Con altri scout 10.9%

Che succede? Se l’appartenenza è forte perché non ci si sente sereno con gli altri scout? Difatti, alla
domanda “di chi ti fidi” la gran parte risponde dei propri parenti o di sé stesso.

Attraverso un'altra batteria di domande viene fuori la fragilità e la distanza della dimensione ecclesiastica:

quando è lecito l’aborto: il 50% afferma che l’aborto non è mai lecito(coerentemente a quanto afferma la
Chiesa); l’altro 50% vede la possibilità di ricorrere all’aborto se c’è malformazione , violenza o pericolo di
vita. Una bassa percentuale lo ritiene necessario se ci sono problemi di malformazione del feto o economici
o minacce d’aborto per la madre o se la coppia lo ritiene necessario.

Uso dei contraccettivi: il 78% è favorevole

Quali politiche consentire e quali limitare:

 61% vuole impedire esperimenti scientifici

 55% è contrario all’utero in affitto

 42% contrario alla banca del seme

 52% contrario ad avere un figlio dopo l’età feconda

 46% contrario all’eutanasia

 26% favorevole ad adottare un bambino da single

Cosa si deduce? Questi argomenti non sono oggetto di discussione nel gruppo, ognuno si crea la proprie
convinzioni, che possono coesistere nello stesso gruppo.

Si può essere buoni cattolici senza seguire l’educazione sessuale dettata dai vescovi? 33% è abbastanza
d’accordo, 16% è molto d’accordo

In Italia la Chiesa ha troppo potere: il 42% degli intervistati è d’accordo.

Gli enti religiosi sono noiosi e ripetitivi: il 18% è d’accordo.

la Chiesa deve tenere i propri principi senza lasciarsi influenzare : la maggioranza assoluta afferma che li
deve mantenere.

La Chiesa predica bene ma non mette in pratica quel che afferma: metà degli intervistati è d’accordo con
questa affermazione.

I musulmani sono più seri dei cattolici: metà degli intervistati è d’accordo con questa affermazione.
Divorzio: la maggioranza non lo considera inaccettabile, così come il tradimento nel matrimonio.

Rapporti omosessuali: il 21% li considera poco condannabili.

Si riscontrano posizioni differenziate in un gruppo che in realtà dovrebbe essere omogeneo. C’è un forte
elemento di assenza di cultura nel gruppo.

Il 96% degli intervistati afferma che la vita sociale sarebbe impoverita se non ci fossero le parrocchie, PERO’
la parrocchia vuol dire anche costi sociali: il 67% dei capi è favorevole al finanziamento della Chiesa grazie
all’8x1000(fonte di sostegno importante per la Chiesa), il 13% è contrario, il 17% non prende posizione e il
2% non sa neanche cosa sia.

Insegnamento della religione nella scuola pubblica: polarizzazione tra chi ritiene che vada bene continuare
così e chi ritiene che bisogna insegnare la storia delle religioni.

Il 16% afferma che lo Stato dovrebbe finanziare le scuole private cattoliche, il 28% dice che dovrebbe
esistere solo la scuola privata, il 40% pensa che la scuola privata non debba essere finanziata dallo Stato.

Sul sacerdozio femminile: il 21% è negativo, il 35% è perplesso sull’argomento.

L’educazione alla cittadinanza è presente in modo intrinseco nello scoutismo, rappresenta uno dei
CAPISALDI.

Per quanto riguarda invece la collocazione nello schieramento politico, nei gruppi, ognuno ha un proprio
orientamento che non è maturato da un giudizio comune sull’orientamento politico attuale. Quale
orientamento dovrebbero avere i cattolici verso la politica?

 Nessuno dice che il voto dovrebbe convergere in un unico partito di ispirazione cristiana

 Bisogna votare per i partiti che maggiormente esprimono la volontà cristiana 22%

 61%si può votare per partiti diversi, di qualunque tipologia, cercando poi di affermare al loro
interno i valori cristiani.

 7% si può votare per chiunque.

Interesse verso la politica

 6% la politica non mi interessa

 7% cerco di star lontano dalla politica perché è una cosa sporca

 19% mi limito solo a votare

 16% muove discussioni di carattere politico

 1% si è candidato ad una carica amministrativa

 La maggioranza relativa si tiene semplicemente aggiornato su quanto avviene nel contesto politico

L’associazionismo può muovere i propri interessi verso due direzioni:

-la direzione verso l’impegno associativo che diviene anche espressione di domanda e proposta politica.
Non che l’associazione sia una sorta di partito politico in miniatura ma nel senso che, se educa e produce
socialità, per questi stessi motivi mobilita i membri alla partecipazione politica e costituisce uno strumento
di rivitalizzazione della democrazia(stessa dinamica descritta da Toqueville).

-direzione privatistica-settaria, la partecipazione della vita di gruppo si produce disprezzando o ignorando la


realtà circostante creando vincoli solidaristici riferiti solo a quel gruppo, senza produrre benefici per il resto
della collettività.

Prese di posizioni pubbliche (ad attività pubbliche, manifestazioni ecc.): solo il 12% dà risposte positive,
tutto ciò in relazione al fatto che il 42% degli intervistati aveva affermato, in un’altra parte del questionario,
che il proprio gruppo aveva fatto riflessioni sul territorio di appartenenza e documenti sui bisogni specifici
del luogo.

Per quanto riguarda le età dei membri CO.Ca.: 6% vi appartiene da più di 20 anni, la maggioranza da pochi
anni.

Perché hai aderito all’AGESCI?

 Il 28% perché amava le attività svolte

 Il18% indirizzato da amici/parenti

 Solo il 4% ha aderito per vivere una esperienza di fede

Perché oggi continui a far parte dell’AGESCI?

 52% per lo spirito del servizio svolto

 10% per l’aiutarsi reciprocamente

 Il 7% per sentirsi parte di un gruppo

 1% per il percorso di fede

27. 11. 2019


Qual è l’ambiente/l’esperienza che l’ha formato come credente?
 1^ posto  Famiglia
 2^  AGESCI
 …
Qual è la ragione per cui partecipi agli incontri “comunità capi”, la ragione può essere:
 4%  solo per essere aiutato nel cammino della fede.
 37%  per lealtà e responsabilità verso l’impegno che mi sono preso.
 29%  perché mi sento parte di un gruppo.
La partecipazione è motivata dal modo organizzativo.
Se viene chiesto agli intervistati se, durante le ore c’è formazione spirituale, il 64% risponde
dicendo di sì. Sono persone impegnate, ci credono molto a questa realtà e ci dedicano anche del
tempo.
Come si usa il tempo all’interno di una riunione?
Dal 5-10% viene dedicato ad aspettare gli altri che arrivano.
Quando si va a fare una riunione? Nella AGESCI c’è l’elemento sorpresa, ovvero non si
stabilisce una settimana prima l’incontro.
Potreste indicarci nel corso dell’anno, qual è stato il principale tema attorno a cui avete
lavorato? 34% non indica nessun tema.
La struttura dell’AGESCI è formale.
Progetto del capo  membro della comunità, appunto il capo, che è chiamato a meditare da solo
rispetto ad alcuni ambiti che vi sono all’interno del patto associativo.
Dove non si sentono adeguati?
- 10%  si ritiene adeguato all’interno dell’associazione.
- 8%  il servizio lo svolgo bene e non ho problemi
- 28%  in rapporto con la fede, si dichiara inadeguato. È una fede che vacilla.
- 41%  rapporto fra Io e Realtà. Ci dicono che vivono un disagio esistenziale nel contesto
della loro vita. Quest’ultimo dato ci dice che c’è una presenza significativa in questi gruppi,
ovvero c’è un’esperienza a circuito chiuso. Vado lì perché c’è un mondo fantastico, vado lì
perché lì dentro sto bene, mi sento riconosciuto dagli altri, questo fuori non succede.
Qual è il livello di conoscenza della vita degli altri componenti della Co. Ca?
- 12%  abbastanza approfondito, ne parliamo in riunione.
- 26%  abbastanza approfondito, sono amico di tutti.
- 41 %  abbastanza approfondito, solo di alcuni.
Questa tabella rafforza il fatto che, all’interno vieni accolto anche in virtù del fatto che il resto della
tua vita è fuori. Dedichi il tuo tempo alle iniziative del gruppo.
Di fronte ad un grave problema o ad una scelta importante per la tua vita, che ruolo ha la Co.
Ca.?
- 12%  è uno spazio di sollievo dove non penso a nulla.
- 29%  è il luogo in cui raccolgo me stesso con i miei problemi.
- 25%  è un luogo, dove a qualcuno singolarmente chiedo consigli.
- 30%  nessuno in particolare.
- 3%  non risponde.
Siamo di fronte a persone che passano del tempo all’interno della comunità. Sono disponibili 24 h,
però tranne quando sono a lavoro, in vacanza, ecc.
Quante volte ti capita di sentire gli altri membri durante la giornata?
- 2-3 volte  57 %
Come ti senti quando sei costretto a non partecipare a qualche riunione o attività scouts?
- 32  sta tranquilla, chiama il capo gruppo e lo avvisa.
- 26%  se non può andare, si sente male perché sente di tradire la promessa fatta.
- 31%  faccio quel che devo, ma con il cuore sono lì. Questo vuol dire che c’è un senso di
appartenenza molto forte.
Quando ci sono le cerimonie, il ragazzo/a fa un rito dove viene nominato scouts per sempre
nel gruppo?
- 44%  la spensieratezza e il clima.
I momenti di condivisione: 22% stare insieme fra di noi, quindi viverci; 50%  invitare le
famiglie dei ragazzi.
Per coloro che la vivono prende molto tempo della loro vita quotidiana, lasciando il loro quotidiano
fuori.
Quali sono le cose che lo soddisfano all’interno della Co. Ca?
1^  capacità di organizzare le affinità.
2^  capacità di divertirci assieme
3^  capacità di verificare le attività svolte.
Come reagisci se qualcuno lascia la Co. Ca?
70 %  mi dispiace ma può capitare. Rientra nella logica di Berger “come si entra nelle comunità,
si può anche uscire, senza ce si senta tradito il gruppo”.
1%  dice che se tu abbandoni questa esperienza, significa che abbandoni la chiesa.
9%  mi sento messo in discussione. Attraverso questa comunità, questa quota dovrebbe essere
molto alta.
Il gruppo nasce come uno strumento per creare buoni cittadini ed è importante che esiste il gruppo.
Il gruppo è concepito come fine in sé, il modo di “adattare” il carisma originario è conseguente,
bisogna adattare il principio di identità (cattolica) e potenziare l’elemento organizzativo (processo
di secolarizzazione che entra negli elementi della chiesa stessa).
Grande innovazione della chiesa elezione del Papa Francesco, fin da subito ha fatto apparire la
promessa di un cambiamento della chiesa. Basta ricordare il saluto iniziale “Buona sera” e inizia il
suo pontificato attuando un cambiamento.
Inizia a vendere la papa-mobile, toglie le croci d’oro. Parla di una chiesa che deve fare una scelta
verso i poveri.
Parla delle questioni di rilievo mondiale, affrontando i temi della politica e dell’economia
internazionale, ponendo tesi radicali e l’attenzione è volta a favorire percorsi per aiutare le fasce più
deboli della popolazione mondiale.
È un Papa che nell’arco di pochi mesi, conquista ampli livelli di gradimento.
Questo Papa governa una chiesa costretta all’interno di un ruolo in cui esiste la compresenza fra:
 Elemento istituzionale forte
 Elemento carismatico  il Papa punta alla forza del cambiamento, attraverso il suo carisma
personale.
Questi due elementi non possono coesistere, infatti, tanti dei suoi interventi sono stati identificati
come elementi che attaccavano l’istituzione, che lui è portato a difendere però.
Giovanni XXIII  era il Papa di un’Italia dove era forte la presenza del cattolicesimo. Dopo la
morte l’hanno nominato Santo e questo fu il Papa che indusse il Concilio.
Paolo IV  lui arriva in un momento in cui la chiesa si difende dagli attacchi della modernità.
Anche lui nominato come Santo, cura il percorso conciliare e difende lo sviluppo del percorso
conciliare.
Giovanni Paolo II  arriva in un periodo dove la chiesa non ha paura della modernità.
Papa Francesco (Bergoglio)  opera con una società secolarizzata proprio per questo si pone il
problema di legittimare l’esistenza stessa delle religioni.
Carisma e istituzione  questo binomio è possibile vederlo nei livelli di simpatia nei confronti del
Papa. Più aumenta la simpatia, più diminuisce la simpatia per la chiesa cattolica.
Questa è una cosa strana, perché?
Adesso c’è una chiesa più corrotta degli anni passati, però questa tesi regge poco perché vi è
l’AUTOCOSCIENZA della chiesa (non si è mai proposta come santa, anzi); si sa di più dei MALI
PRESENTI nella chiesa (ma questo non è vero).
La divaricazione, allora, da cosa può derivare?

02.12.2019
Qual è la strategia di Papa Francesco? La sua chiesa è diversa da quelli che lo avevano
preceduto. La sua chiesa, ha a cuore il fatto che deve ridare una dignità alla religione, ovvero
conquistare una plausibilità all’uomo credente, indipendentemente dal credo. È un Papa
rivoluzionario e del cambiamento, del cambiamento rispetto agli sforzi che fa nel campo
dell’ecumenismo. Esempio: un esempio più recente è il Comunicato Congiunto che Papa Francesco
ha scritto con rappresentante dell’Islam. Cambiamento potremmo dire del soggetto privilegia a cui
Papa Francesco si propone.
Lui parla alla chiesa, ma soprattutto al mondo, in una maniera che a volte risulta sgradevole alla
chiesa. Es: quando Papa Francesco dice di aprire le porte dei conventi per quelle persone che hanno
bisogno, e qui fu molto attaccato. Papa Francesco in quanto capo della chiesa, poteva convocare i
suoi fratelli e dirglielo, però lui non fa e lo fa solo attraverso la stampa (è come se lasciasse
intendere una scarsa fiducia dalla chiesa e anche una richiesta con forzata). Lui sogna la chiesa
missionaria in uscita, ovvero quella chiesa che esce fuori dai confini delle proprie certezze e che
viva, invece, in mezzo alla gente, lui le definisce come “Periferie Esistenziali” (azione caritatevole
più che missionaria, è poco attento-preoccupato alle missioni Papa Francesco).
C’è una difficoltà a costruire questa chiesa in uscita, perché c’è una chiesa chiusa e rappresentano
forme chiuse, senza la capacità di uscire dallo spazio delle scelte stesse della parrocchia.
Su chi punta Papa Francesco?
Il suo pensiero, non conta tanto fra chiesa e potere politico. I suoi interlocutori sono le aggregazioni
laicali, però in parte si e in parte no. In parte sì perché lui riconosce queste associazioni, sono loro
che sono vicini a chi hanno bisogno, però lui sottolinea le debolezze e le contraddizioni che vi sono
nelle aggregazioni, in particolare nel rischio che le forme aggregate si trasformano in una specie di
ONG, ovvero associazioni che stanno accanto a chi soffre, quindi organizzazioni di volontariato.
Negli incontri che fa con le più grandi aggregazioni laicali italiane, si vede una preoccupazione,
ovvero concepirsi come quelli che non sbagliano, che fanno bene il mestiere e, ponendosi questa
etichetta, possono cadere nella trappola dell’autoconvincimento, con un’azione disorientante
(definita così da Papa Francesco).
Papa Francesco parla anche del ruolo dei Leader, e sottolinea proprio di fare attenzione a non
utilizzare il gruppo per la propria vanità, per propri fini personale.
Lui ha un’altra preoccupazione, ovvero AGESCI  si preoccupa di essere comunità chiusa.
Papa Francesco guarda alle comunità ecclesiali e lo fa anche rivolgendosi all’azione cattolica. I
movimenti, le associazioni dentro la chiesa, Papa Francesco tenta di smuoverli per aprirli al mondo,
quindi creare una chiesa in uscita. Papa Francesco è la presenza politica dei cattolici. Lui dice che
non si può stare alla finestra di fronte alle questioni politiche, ma si devono impegnare nella
politica.
Descrive il percorso della politica come Martirale (ovvero quando la politica si fa con onestà
diventa un lavoro martoriale che ti fa diventare martire).
Vi è una spinta all’impegno che si pone in modo diverso rispetto all’impegno che vi è stato negli
ultimi 30 anni, erano gli anni in cui la strategia dominante della chiesa cattolica italiana era del
cardinale Ruini.
Bergoglio, fa per il leader un percorso che invece di partire dai vertici, invece si partire da
un’azione che parte dai bisogni delle persone, quindi dal basso.
Un cattolico deve fare politica? Bergoglio dice di sì.
Vi deve essere un partito dei cattolici? Lui direbbe di no, perché sarebbe la creazione sociale di
una forza sociale che fa la divisione fra i cattolici e i non cattolici, quindi, “noi diversi dagli altri”.
La politica che intende Bergoglio, è la politica di risoluzione, di vicinanza per i problemi che hanno
le persone bisognose.
Lo stile di Bergoglio, ha creato una frattura dentro la chiesa, rimandando la chiesa cattolica alla sua
universalità e rimandando la chiesa agli elementi costitutivi del suo mandato.
Come si fa in una società secolarizzata, composta da individui moderni, individualizzati che
rifiutano legami forti, in una società in cui la chiesa ha perso la sua forza, come si fa a
rinnovare un’esperienza cristiana nell’ottica di Bergoglio?
La proposta di Bergoglio è quella di un cristianesimo nuovo, carismatico, mistico, con apparati
istituzionali leggeri e di un cristianesimo che valorizzi le diversità del mondo.
Nella sua prima fase, il pontefice, ha generato un disordine che tenterà di ricomporre nella sua
seconda fase, generando comunque una chiesa diversa da quella che conosciamo.
Gli esiti della rivoluzione di Bergoglio, non possono essere dati per scontato, potranno portare ad
una rivitalizzazione all’interno della chiesa, ma anche a delle scissioni all’interno della chiesa.
Papa Francesco piace perché dice quello che le persone si aspettano, quindi le condividono. Questo
corre il rischio di accelerare il percorso di allontanamento della chiesa, senza che la statura di
Bergoglio possa rallentare questo fenomeno, il problema è che questo consenso che lui vuole riesce
a produrre effetti di cambiamenti all’interno e all’esterno della chiesa, oppure si proporrà come
un’infatuazione mediatica che poi si cancella dalla memoria.
Iniziamo il caso polacco. (entriamo all’interno di una storia eccezionale ed emblematica di quando
la religione svolge una funzione di collante sociale, ovvero diventa fondamento stesso dell’identità
di una collettività). Lo storia della Polona inizia nel 966, quando il principe Mieszko I, sposa la
principessa Dobrava. Il principe, riesce a tenere sotto il suo dominio le differenti comunità slave che
erano insediate sul territorio che ora corrisponde a quello attuale della Polonia. Nasce lo Stato
polacco, e l’atto di costituzione dello Stato polacco, viene fatto coincidere da Mieszko I con
l’adesione del principe, della moglie e della sua famiglia al cattolicesimo.
Lo Stato polacco, nasce con questa affermazione di identità cattolica che rimarrà dal 966 fino ai
nostri giorni. La caratteristica fondativa dello Stato è che non sarà mai abbandonata, ma che
costituirà l’anima stessa della nazione. L’anima stessi di un popolo che ha vissuto una situazione
storica piuttosto difficile, in quanto la Polonia è nel cuore dell’Europa senza avere dei confini
naturali. Il territorio dove erano insediate queste comunità che danno vita allo Stato polacco, erano
circondati da popolazioni forti. Per cui, lo stato polacco presente nella precarietà, un esempio: nel
1800 quando lo Stato polacco cessa di esistere in quando il territorio della Polonia viene occupato
dalle potenze vicine, Russia, Prussia e Austria. Lo Stato smette di esistere ma continua ad esistere la
nazione polacca, ma la nazione continua a mantenere e difendere la sua identità, proprio fondandola
sul cattolicesimo. Questo cattolicesimo nella storia delle Polonia, si struttura in maniera particolare,
perché fenomeni che avevano portato alla secolarizzazione, in Polonia portano al rafforzamento del
cattolicesimo.
Primo elemento è con la spartizione della Polonia, viene occupata dalle potenze vicine e, queste
potenze, sono abitate da popolazioni non cattolici (Russi sono ortodossi e i tedeschi erano
protestanti). La difesa dello Stato coincide con la difesa dell’identità religiosa. Difendere la nostra
identità vuol dire difendere il cattolicesimo.
Secondo elemento  La tipica correlazione positiva fra: tasso di istruzione, industrializzazione,
urbanizzazione e proletarizzazione da un lato e, dall’altro, secolarizzazione (diffusione marxismo,
ecc..). In Polonia succede che quando si avvia il processo di industrializzazione, i soggetti che
avviano il processo sono i tedeschi e, quindi quello che altrove era la lotta di classe fra lavoratori e
datori di lavoro, fra proletariato e capitalisti, qui diventa una differenza di interessi, dove l’elemento
religioso diventa l’elemento di differenziazione fra i capitalisti (tedeschi e protestanti) e i lavoratori
(sono polacchi e cattolici). Quindi, mentre altrove la formazione dell’identità di classe si prefigura
come un allontanamento dalla tradizione, come un allontanamento dalla religione, in Polonia c’è
una fusione fra: identità di classe (essere operai), sentimento nazionale (essere polacchi) fede
religiosa (essere cattolici). La Polonia, come Stato, ricompare sulla carta geografica dopo la fine
della 1^ G. M., ma è lo stato dove inizia la 2^ G. M.
Il Patto Molotov –Ribben Trop agosto, 1939. (2 ministri)
L’inizio della 2^ G. M. è preceduto da un accordo che doveva rimanere segreto fra 2 stati che sono
apparentemente uno l’opposto dell’altro: Unione Sovietica di Stalin e Germania nazista di Hitler. I
due ministri degli esteri sottoscrivono un accordo di non aggressione fra Germania e Unione
Sovietica.
All’interno di questo accordo, è sottoscritta la spartizione della Polonia, ovvero che l’Unione
Sovietica occupasse la parte orientale della Polonia e la Germania la parte occidentale.
1 Settembre 1939  Germania invade la Polonia e inizia la 2^ G. M. La forza tedesca è più
potente, ci sono i carri armati contro la cavalleria polacca, i polacchi si spostano verso oriente e c’è
l’avanzata di Stalin, per cui la Polonia si ritrova tutta occupata. La Polonia inizia la 2 G. M. nella
situazione più infelice, si trova ad avere due potenti nemici che dividono il suo territorio. La Polonia
sarà il paese con il maggior numero di vittime e poi sorgeranno i campi di sterminio utilizzati da
Hitler per distruggere gli ebrei.
La storia della Polonia è accompagnata dal ruolo che la chiesa svolge affianco al popolo e,
presentando delle figure emblematiche di questa vicinanza.
Una di queste figure è San Maxmilian Kolbe, lui dà la sua vita in cambio della vita di un altro
uomo. La chiesa è dalla parte del popolo durante lo sterminio, per difendere la nazione, che doveva
essere cancellata attraverso un processo di sovietizzazione e germanizzazione. I polacchi dovevano
diventare schiavi a servizio di Hitler e Stalin, dominavo l’Europa in quegli anni.
Sono gli anni della strage di Katyn  è una località dalla parte orientale dalla Polonia, vicino alla
Russia e vengono uccidi dai sovietici 22.000 ufficiali polacchi, ma successivamente la propaganda
questa strage la fa passare come una strage fatta dai nazisti. È una strage perché ha a che vedere con
il progetto di sovietizzazione della Polonia. Chi diventava ufficiale in quegli anni? L’élite della
società, la borghesia. Quindi, con questa strage, si distrugge il ceto politico intellettuale
(intellighenzia).
Questa disgrazia avrà come conseguenza una democratizzazione dell’intellighenzia che ha radici
popolari che si formano piano piano, attraverso lo studio. Le sue radici non sono più nella
borghesia, ma radicate nel mondo dell’agricoltura e il mondo industriale
La maniera tragica in cui la 2^ G. M. si sviluppa sul territorio polacco è leggibile nell’
INSUREZIONE DI VARAVIA, siamo 1 agosto- 2 ottobre, 1944.
Hitler non rispetta il patto con Stalin e continua la sua avanzata andando ad occupare l’Unione
Sovietica, l’Unione Sovietica resiste e inizia una controffensiva, siamo verso la fine delle 2 G. M.
Varsavia insorge contro l’occupazione nazista, tenta di liberarsi e tenta di farlo perché loro
pensavano che se lo intervenivano i sovietici verranno ad aiutarci, combattiamo contro un unico
nemico. I sovietici aspettano che i nazisti soffocano l’insurrezione dopo di che attraversano la
Vistola (fiume della Polonia) e liberano Varsavia.
1600  devozione alla madonna nera di Czestochowa. In un convento post a sud della Polonia,
famoso perché viene custodita un’immagine della madonna nera. Le truppe svedesi invadono la
Polonia e poi procedono verso sud e, i feudatari polacchi, trovano rifugio e organizzano la loro
difesa all’interno del convento di Czestochowa. I polacchi riescono a liberale la Polonia degli
svedesi e questo è come se fosse un miracolo da parte della madonna nera. Identità religiosa è
identità nazionale.
È un periodo dove si sviluppa un romanticismo che propone la Polonia nel cristo delle nazioni,
immagine data da Adam Mickiewick, immagina la Polonia come il corpo da una parte viene tirato
dagli austriaci, una parte dai russi e dall’altra parte dai tedeschi, occidente (Forma la croce)
ASCOLTO DEL BRANO ADAM MICKIEWICK.  il popolo nel cuore dell’Europa che
custodisce, sempre fedele, il cuore della chiesa cattolica.
Sta per finire la 2^ G. M. e le potenzi vincitrici si ritrovano a Yalta e, i 3 leader sono: Churchill,
Stalin, Russlwelt. A Yalta decidono il destino del mondo dopo la 2^ G. M., si decide la divisione
del territorio della Germania in 2, si decide lo spostamento dei confini territoriali della Polonia:
viene assegnata una striscia di territorio che prima era della Germania e, la Polonia, deve cedere ad
oriente una striscia del suo territorio all’Unione Sovietica. Gli accordi prevedevano che nei Paesi
dell’Est- europeo ci sarebbero state delle elezioni libere in maniera che i popoli potessero
autodeterminarsi.
Yalta, stabilirà una divisione fra: Europa libera e Europa che cadrà sotto il dominio dell’Unione
Sovietica (rosa nella cartina geografica). Accanto all’Unione Sovietica diventano comunisti la
Repubblica Democratica tedesca (parte orientale della Germania), Cecoslovacchia, Ungheria,
Romania, Bulgaria, Albania e la Iugoslavia (anche se il comunismo si differenzierà dal comunismo
di matrice sovietica).
L’ Europa che esce da Yalta è divisa in due (Cortina di Ferro, Churchill 1946).
In Polonia ci sono delle elezioni non libere, per cui arriva al potere un regime comunista su una
Polonia diversa prima dello scoppio della 2^ G. M. è una Polonia che subisce una forte mobilità
interna. I cattolici in Polonia erano il 65% prima della 2^ G. M.. Questo dato ci dice che accanto
alla religione cattolica, c’erano altre religioni (ortodossa, ebrei). C’era una cultura tollerante, che
faceva sì che c’erano altre forme religiose. Dopo la 2 G. M., i cattolici sono il 96,6 %, quindi la
totalità della popolazione polacca, cattolica. Perché? Perché gli ebrei erano stati sterminati dai
tedeschi, quindi la religione cattolica, identifica la nazione come cattolica.
Dopo la 2 G. M, si instaura il Regime Totalitario (Comunista)  regime che basa la propria
legittimazione al potere su una promessa, ovvero: costruzione al socialismo, quindi uno Stato
nuovo, potere al popolo, lacoratori, uno Stato che avrebbe costruito la giustizia sociale attraverso
l’eliminazione della proprietà privata. In nome di questa promessa, lo stato si sente legittimato
all’uso delle maniere forti. Lo stato totalitario diventa uno stato di polizia, entra in tutti gli aspetti
della vita sociale. È lo Stato etico che deve educare le nuove generazioni, è lo Stato che chiede
l’entusiasmo nel lavora e impegnarsi per progredire nella costruzione del socialismo.
Il dopo guerra polacco è caratterizzato da una grande effervescenza collettiva, da una grande voglia
di partecipazione da parte del popolo che aveva subito l’occupazione nazista e sovietica e si era
opposto con tutti i mezzi che aveva a disposizione, contro queste 2 grandi potenze. Durante la 2 G.
M. la Polonia è occupata, si crea un governo polacco in esilio a Londra e i polacchi organizzano
l’armata nazionale, ovvero un esercito polacco che collabora con gli alleati sui fronti occidentali e
fra l’altro, in Italia, abbiamo uno dei passaggi più importanti dell’armata polacca:
Battaglia di Montecassino  Militari polacchi che liberano Montecassino, così danno la
possibilità di procedere all’avanzata da sud verso nord, delle forze alleate. Lo Stato comunista è lo
stato che decide cosa costruire, come, quando, quanto e chi lo deve produrre. La prima operazione è
quella di investire nella costruzione delle industrie pesanti (acciaierie),il lavoro industriale è
simbolo del socialismo, il lavoro che è frutto dell’operatività della classe operaia e nel dopoguerra,
le acciaierie, sono l’industria base del decollo industriale, di un apparato industriale moderno ed
efficiente. Le industrie non ci sono e vanno costruite con progetti megagalattici, ciò che si
costruisce, deve essere la visibilità pratica, concreta e palpabile del procedere verso l’identificazione
del socialismo.
Esempio: Nowa Huta  “nuova officina”, fabbrica che sorge nelle vicinanze di Cracovia. Prendono
i lavoratori dalle campagne, si costruiscono le loro baracche e la loro industria (sono 100.000
operai). Nowa Huta doveva essere l’emblema della città socialista, operaia e dove non ci fosse
alcun simbolo religioso visibile, senza chiesa, una città dove il popolo costruisce il suo stato e le
fonti del suo benessere.
Effervescenza collettiva perché siamo in una fase in cui, coloro che credono nella costruzione
del socialismo si prodigavano per enunciarne la bellezza, la convenienza, i passi che si stanno
facendo, per costruire una Polonia forte e giusta. Dall’altra parte c’è l’effervescenza di chi si
oppone a questi modelli, di chi non crede nel comunismo e di chi non crede che si possa costruire la
giustizia togliendo la libertà alle persone.
C’è una sfida che nasce, fra la visione dell’uomo e della storia (cattolica e comunista), una sfida che
la chiesa cattolica lancia su una questione, ovvero la dignità dell’uomo, della dignità del lavoro
dell’uomo. Il comunismo si impone con i suoi apparati polizieschi, opprimendo ogni forma di
contestazione.
Quando in Polonia si insedia il comunismo (fine 2. G. M.), incontriamo la figura di Stefan
Wyszynski (figura simbolo dell’unione fra : identità religiosa e identità della nazione)  cardinale
di Varsavia e, insieme ad altri vescovi, si rifiuta di sottoscrivere un atto di fedeltà allo Stato polacco
e va in prigione.
Durante il regime comunista, la religione in Polonia svolge una duplice funzione:
- Conservatrice  presidio della continuità.
- Motore del cambiamento  quella risorsa che sostiene il popolo nella sua battaglia e nella
rivendicazione della libertà.
La religione diventa l’espressione dell’irriducibile bisogno dell’individuo che non è mai
comprimibile con nessuna forza, autonomia. La Polonia, dopo la guerra, è fortemente traumatizzata
dagli orrori della guerra e dalla maniera con cui Stalin, impone un governo filo-comunista.
1953 muore Stalin  ( diffonde la speranza che qualcosa possa cambiare ). Si svolge un congresso
del Partito comunista dell’Unione Sovietica e, il suo successore Chruščëv, tiene una relazione che
doveva tenere segreta arriva in Occidente, accusa Stalin per tutte le atrocità che aveva svolto e ne
parla come un feroce tiranno.
Questa parole, all’interno die paesi del blocco sovietico, suscitano una grande aspettativa, ovvero
che si sarebbe potuto costruire una via nazionale alla costruzione del socialismo che tiene conto
delle diverse tradizioni di ciascun paese.
Un primo eco di cambiamento avviene in Ungheria.
1956  c’è una rivolta che tenta di abbattere il regime filo-sovietico esistente nel tentativo di
democratizzazione del modello sovietico. Anche se Stalin è morto, Chruščëv non sarà meno di lui, i
carri armati dell’Unione Sovietica entrano in Ungheria e soffocano nel sangue il tentativo di
cambiamento degli uomini e donne ungherese. Da quel momento, sarà evidente la Dottrina della
Sovranità limitata, ovvero del fatto che continuano ad avere ciascuno il suo governo, ma la
sovranità è limitata dagli interessi dell’Unione Sovietica. Questo è l’anno dove, in Polonia, appare
un movimento di protesta, protesta multiforme, è una protesta che evidenzia il fallimento delle
promesse che aveva fatto il socialismo (ovvero avere tutto e subito una casa, lavoro, istruzione, in
una parola entrare nella società del benessere).
Questa protesta nasce attorno a due parole chiavi: Pane (bisogni umani fondamentali) e Libertà.

03.12.2019
Dopo guerra polacco c’è lo scontro fra 2 grandi visioni dell’uomo e della storia, c’è questa sfida fra
il comunismo che si sta realizzando in Polonia e dall’altra parte la tradizione dell’identità nazionale
polacca basato sul cattolicesimo. Si insedia il regime filo-comunismo in una nazione che ha
tutt’altra tradizione culturale, al punto tale che Stalin sostiene:
“Il comunismo sta alla Polonia, come la sella di cavallo sta su un maiale”  non c’entra niente
niente l’una con l’altra.
1956  iniziano delle manifestazioni a Poznan (città sul fiume Warta, Polonia) e nascono con il
tema “pane e libertà”, scendono i lavoratori a scioperare. I lavoratori scendono in piazza, ma non vi
fu ancora la nascita di un movimento di opposizione unitario, ovvero che abbia un’identità precisa.
Era la manifestazione del disagio che viveva una popolazione che vedeva delusa dalle promesse
fatte dal regime, vedeva rallentarsi il processo di costruzione del paese.
Le manifestazioni inizialmente sono pacifiche, ma cambiano nel momento in cui, i lavoratori
eleggono una loro delegazione che si recherà a Varsavia, per trattare le rivendicazioni dei lavoratori
con il Comitato Centrale del Partito comunista.
Quando a Poznan si diffonde la notizia che questi lavorato, invece di essere stati ascoltati, sono stati
arrestati, le manifestazioni iniziano ad essere violente. I lavoratori assalgono l’apparato di sicurezza
polacco, assalgono la sede partito comunista e l’Ira dei lavoratori diventa più forte, nel momento in
cui nei semiinterrati della sede del partito comunista, trovano tanti prodotti alimentare. La rivolta di
Poznan viene repressa nel sangue, ci sono morti, feriti e tanti arresti.
Il ’56, in Polonia, finisce nell’ottobre polacco. Ad ottobre si unisce il Comitato Centrale del partito
comunista polacco, si riunisce in un clima di pre-insurrezione. C’è un diffuso stato di agitazione
all’interno del paese. Il Comitato Centrale, giunge ad una determinazione che vuole tendere di
mediare con l’insoddisfazione diffusa del paese. Il Comitato Centrale, per tentare di sedare quello
spirito rivoluzionario diffuso, nomina come 1^ segretario Gomulka.
Gomurka era un comunista che, durante lo stalinismo, era stato espulso dal partito comunista perché
era stato accusato di deviazioni nazionaliste. Lui riteneva che il comunismo non doveva per forza
essere ricostruito importando solo il modello sovietico, ma che ogni nazione avrebbe potuto
costruire una via nazionale al socialismo.
Il Comitato Centrale del Partito Comunista Centrale lo elegge a 1^ segretario, con la speranza che
questo attua un cambiamento e che possa rispondere alle attese dei manifestanti.
Gomulka  poteva rappresentare l’uomo nuovo, poteva rappresentare la via polacca al socialismo.
1956, ottobre  Unione Sovietica interviene in Ungheria e soffoca nel sangue il tentativo di
riforma all’interno di quel paese.
Perché l’Unione Sovietica non interviene in Polonia? In primis per gli elevati costi, secondo è
che se Gomulka riesce a mediare con la popolazione polacca a mantenere l’ordine in Polonia, può
rappresentare la via meno costosa e continuare a garantire in Polonia un Governo comunista.
Gomurka esce dal Comitato Centrale e fa una promessa ai lavoratori, cerca una legittimazione al
potere, sull’elemento della progressiva autonomia dell’unione sovietica e costruzione della via
polacca al socialismo. Questa promessa, inizialmente, sembra concretizzarsi in atti legislativi, che
fanno sì che da quell’anno la Polonia si differenzierà da tutti gli altri paesi dell’Unione Sovietica.
Lui blocca la collettivizzazione forzata delle campagne, concedendo il fatto che possa continuare ad
esistere la piccola proprietà contadina, proprietà privata della terra (non esisteva in nessun paese di
economia socialista). Gomurka riesce a farsi dare un indennizzo dall’Unione Sovietica, per delle
partite di carbone che aveva venduto a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato.
Avvia la creazione dei comitati di fabbrica, luoghi all’interno dei quali, lo stato socialista dialoga
con i lavoratori, i bisogni dei lavoratori e anche condizioni di lavoro.
Questi comitati, nascono ponendo su di essi una grande enfasi, anche se nell’arco di poco tempo
diventeranno dei contenitori vuoti, dove la diligenza era imposta su parametri di fedeltà, no
competenza.
1956 Gomulka rivolge l’attenzione alla chiesa cattolica, grande collate sociale. Per conquistarsi la
legittimazione al potere dà un lato c’è la promessa che ha fatto, dall’altro c’è il tentativo dia
attenuare il conflitto con la chiesa cattolica. Il primo atto: Libera il cardinale di scisti. Per Gomulka,
il confronto con la chiesa cattolica, non deve basarsi più sulla forza ma a viso aperto che il
socialismo può fare e la chiesa cattolica, il prestigio sarebbe sparito progressivamente man mano
che il socialismo si sarebbe costruito, realizzando qui ed ora le promesse di felicità e di benessere
che aspirano tutti gli uomini.
Gomulka consente che un piccolo gruppo di cattolici possono entrare nel parlamento. Concede, alla
chiesa cattolica, la possibilità di esistenza dell’associazionismo, è una concezione che differenzia la
Polonia dagli altri paesi.
Nel 1956, in Polonia, nascono i club dell’intellighenzia cattolica, sono associazioni di intellettuali
cattolici polacchi. Questi club svolgeranno un ruolo importante nel processo di liberazione della
Polonia dal comunismo.
Gomulka, alla chiesa, concede la possibilità di stampare un giornale (non siamo nella libertà di
stampa), il numero di copie era ridotto e prima bisognava passarlo dalla censura. Con il 1956, la
Polonia inizia ad essere un paese che si differenzia da tutti gli altri, ci sono spazi di libertà maggiori
e la chiesa conquista piccoli spazi di autonomia che sono stati compromessi. Una Polonia che esce
dal ’56 è nuovamente effervescente.
Nel 1956, accade un altro momento di delusione per la popolazione polacca. Erano presente
delegazioni da tutti i paesi occidentali e quando scendono in piazza iniziano a manifestare con la
speranza che la polizia non interviene, perché il socialismo si sta presentando al mondo come
sistema statuale. (Che immagine potrebbe dare uno Stato socialista che spara contro i lavoratori?).
Nello stesso anno comincia ad essere evidente un altro problema.
Guerra Fredda  trova il suo simbolo nella costruzione del muro di Berlino e si trovava dalla
parte orientale della Germania comunista. Città occupata e divisa dalle 4 potenze: Area inglese, area
russa, americana e francese.
1961  inizia la costruzione del muro di Berlino, in modo inaspettato. Ai militari viene consegnata
una busta dove c’era scritto che alla stessa ora dovevano alzare il muro. Il muro della vergogna, che
viene rafforzato in modo tale che ci fosse uno spazio vigilato.
Quando viene costruito questo muro, c’è l’ultimo grido dell’occidente.
Kennedy (presidente degli Stati Uniti) va a visitare Berlino e fa un discorso: “2.000 anni fa
l’orgoglio più grande era dire di essere un cittadino romani, oggi io dico che sono un cittadino di
Berlino”.
1968  in Cecoslovacchi, c’è un tentativo di riforma dello Stato socialista e attuato dai membri del
partito comunista. Com’era accaduto nel ’56, in Ungheria, i carri armati entrano a Praga e soffocano
la primavera di Praga, dopo pochi giorni, la “pace” regna su Praga.
È uno di quegli eventi che dimostrano la fine delle speranze, la delusione.
Jan Palach  studente come noi, nella piazza centrale di Praga lui si dà fuoco per rivolta.
Gli anni ’60, sono gli anni in cui si celebrano in Polonia le feste per il Millennio della nascita dello
Stato polacco.
Sono manifestazioni che rendono visibili:
- Da un lato lo stato socialista
- Dall’altro lato, la chiesa cattolica. (Paolo VI, voleva visitare la Polonia, non gli viene
concesso il visto.
Gli anni ’60, sono gli anni in cui la promessa di Gomulka va incontro alla disillusione. Il benessere
economico non arriva e la Polonia attraversa un periodo di grande difficoltà: non ci sono le case per
tutti, creazione di nuove coppie è difficile, il mercato alimentare non funziona, le cooperative statali
non sono in grado di approvare in modo sufficiente il mercato.
1968  In Polonia c’è una manifestazione di protesta da parte di studenti e professori dentro
l’Università. Queste manifestazioni hanno come scintilla, la proibizione di una rappresentazione
teatrale.
Opera di ADAM WISKIEVICK  quest’opera parla della vita della Polonia durante l’occupazione
della Russia degli zar. Durante questa rappresentazione, le battute, gli applausi, commentti, diretti a
far emergere un parallelismo fra:
- Polonia sotto il dominio dello zar.
- Polonia sotto regime comunista.
I regimi totalitari hanno avuto un controllo molto forte nell’educazione e nella formazione.
Gli studenti scendono in piazza, ma c’è una repressione da parte delle autorità poliziesche polacche
molto forte.
Siamo negli anni in cui, le potenze della guerra fredda si scontrano da una parte e dall’altra proprio
in virtù di scelte di campo, per cui c’è una guerra che non si fa direttamente. La lettura che il regime
comunista dà nelle manifestazioni all’interno delle università, è quella di accusare gli studenti di
essere controrivoluzionari, espressione di una borghesia astorica e il tutto è condito con l’accusa di
fare parte di un complotto internazionale.
La depressione assume le caratteristiche di antisemitismo, ovvero gli studenti che partecipavano in
maniera più attiva, venivano allontanati dalle università, e sono costretti ad emigrare anche i prof. I
professori di origine ebraica che insegnavano nelle università polacche, vanno negli Stati Uniti,
Francia.
1968  Cattolici ed Ebrei, rafforzare l’unità in un unico paese. La Polonia fa eccezione perché era
sostituita dal fatto che il governo comunista aveva consentito che continuasse ad esserci la presenza
di un’Università cattolica. Qualche Professore ebreo va ad insegnare nell’Università cattolica di
Berlino.
Non è un caso che Giovanni Paolo II, in una intervista parla di un suo amico ebreo.
Il 1968 mostra la fine della promessa di Gomulka, finiscono le speranze in Polonia che si possono
costruire le promesse polacche di Gomulka, ovvero una via nazionale. Cominciano a maturare
tempi nuovi perché inizia a formarsi una Polonia nuova, una intellighenzia (ha un significato più
ampio, mette dentro anche chi arriva a svolgere una professione).
Si forma una generazione nuova, non ha memoria del dramma dell’occupazione nazista,
dell’Unione Sovietica. Una generazione che ha superato il problema delle creazioni della fiducia.
Nel dopo-guerra, 1 polacco su 3 si sposta in occidente e questo per un regime totalitario comporta
che è molto difficile che nasca una rete solidale. Quando vai a vivere in una città dove non conosci
le persone che abitano vicino a te e c’è anche qualcuno che ti controlla sempre. Non ti puoi mai
fidare di nessuno, è difficile che nasca una solidarietà. (Quando c’era Stalin). Negli anni nuovi
iniziano a buttare più quel terrore e inizia la solidarietà.
1970  in Polonia, ritorna in scena il movimento operaio, la scintilla è determinata dallo Stato che
fissa i prezzi di tutti i beni primari. In quest’anno è stato deciso è stato deciso l’aumento del prezzo,
ovvero 100%, per i beni di prima necessità. Lo Stato polacco, nel momento in cui ha difficolta ad
approvvigionare in mercato, aumenta i prezzi. Però c’è la risposta immediata dei lavoratori,
scendono a scioperare e iniziano le manifestazioni. Le manifestazioni si svolgono nelle piazze,
chiedendo al governo l’immediato ritiro di questi aumenti. Il Governo contratta con loro e gli dice
di ritornare a lavorare, subito vengono sparati e ci saranno molti feriti, morti e arresti (voleva dire
perdere il lavoro, lasciare la famiglia senza nessun supporto economico e senza la possibilità di
salutarli). I funerali vengono fatti di notte.
1970  c’è un nuovo movimento operaio, ma non cambia il modo di dialogare con il potere. Le
manifestazioni portano al fatto che si arriva ad un cambio di vertici del partito comunista. Gomulka
si dimette e viene sostituito da Gierek.
Gierek  Funzionale del partito comunista polacco, giovane e brillante per le sue grandi capacità
organizzative e attrarre risorse per il funzionamento del partito. Lui, nel 1070, arriva al potere con
una Polonia disillusa e lui chiede la legittimazione al potere, sulla promessa della costruzione di una
2^ e nuova Polonia.
Superata la fase più difficile, ovvero della ricostruzione, promette ai polacchi che la Polonia è
pronta ad arrivare ad un processo di produzione di tutti i beni necessari (frigo, lavatrice, ecc). Lo
slogan che lancia è “Polak Potrafi” (il polacco può). Punta al sentimento nazionale polacco,
promette una Polonia dove si può vivere meglio e bene. Questa promessa tenta di realizzarla con
una serie di riforme in un momento particolare (Shock petrolifero). In Polonia vi è un grande
vantaggio perché cresce il prezzo del carbone.
“Mi indebito con l’occidente per costruire impianti efficienti e poi vengo in occidente le lavatrici,
frigo che io produco”, Gierek.

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