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LEZIONI DI ANALISI MATEMATICA I

Equazioni Differenziali Ordinarie

Sergio Lancelotti

Anno Accademico 2006-2007


2
Equazioni diÆerenziali ordinarie

1 Equazioni diÆerenziali ordinarie di ordine n . . . . . . . . . . . . . . . . . 4


2 Equazioni diÆerenziali ordinarie del primo ordine in forma normale . . . . 10
3 Equazioni diÆerenziali a variabili separabili . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
4 Equazioni diÆerenziali lineari del primo ordine . . . . . . . . . . . . . . . . 15
5 Equazioni lineari del secondo ordine a coe±cienti costanti . . . . . . . . . 19
5.1 Equazioni lineari del secondo ordine a coe±cienti costanti omogenee 20
5.2 Equazioni lineari del secondo ordine a coe±cienti costanti non
omogenee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30

3
4 Equazioni diÆerenziali ordinarie

1 Equazioni diÆerenziali ordinarie di ordine n

(1.1) Definizione Siano n 2 N, ≠ µ Rn+2 aperto, I µ R intervallo e F : ≠ ! R una


funzione. Un’equazione diÆerenziale ordinaria di ordine n è un’equazione della forma
≥ ¥
F x, y, y 0 , . . . , y (n) = 0,

dove x 2 I e y : I ! R è una funzione derivabile n volte su I. Diciamo che l’equazione


diÆerenziale è in forma normale se è della forma
≥ ¥
y (n) = f x, y, y 0 , . . . , y (n°1) ,

dove f : A ! R è una funzione e A µ Rn+1 è un aperto.


Diciamo che u : I ! R è una soluzione (o un integrale) dell’equazione diÆerenziale
≥ ¥
ordinaria F x, y, y 0 , . . . , y (n) = 0 se u è derivabile n volte su I e per ogni x 2 I si ha
≥ ¥
che x, u(x), u0 (x), . . . , u(n) (x) 2 ≠ e
≥ ¥
F x, u(x), u0 (x), . . . , u(n) (x) = 0,
≥ ¥
ovvero se è scritta in forma normale come y (n) = f x, y, y 0 , . . . , y (n°1) , se u è derivabile
≥ ¥
n volte su I e per ogni x 2 I si ha che x, u(x), u0 (x), . . . , u(n°1) (x) 2 A e
≥ ¥
u(n) (x) = f x, u(x), u0 (x), . . . , u(n°1) (x) .

In genere nell’equazione diÆerenziale si omette di scrivere la dipendenza della fun-


zione incognita y dalla variabile x. Questa dipendenza è ovviamente sottintesa. In molte
applicazioni la funzione incognita viene denotata con x e la variabile indipendente con
t.

(1.2) Esempio L’esempio più semplice di equazione diÆerenziale è

y 0 = f (x),

dove f : I ! R è una funzione continua su I µ R intervallo. L’equazione diÆerenziale è


del primo ordine. In questo caso le soluzioni sono tutte le primitive di f su I. Quindi
detta F una primitiva di f su I, si ha che le soluzioni dell’equazione y 0 = f (x) sono

y(x) = F (x) + c, c 2 R.

(1.3) Esempio Un altro esempio di equazione diÆerenziale del primo ordine è

y 0 = y.
Equazioni diÆerenziali ordinarie di ordine n 5

Le soluzioni di questa equazione sono le funzioni

y(x) = cex , c 2 R.

Infatti, la funzione y(x) = cex è derivabile su R con y 0 (x) = cex = y(x), per ogni x 2 R.
Come vedremo, queste sono tutte e sole le soluzioni dell’equazione.

(1.4) Esempio Un esempio di equazione diÆerenziale del secondo ordine è

y 00 = y.

Le soluzioni di questa equazione sono le funzioni

y(x) = c1 ex + c2 e°x , c1 , c2 2 R.

Infatti, la funzione y(x) = c1 ex + c2 e°x è derivabile due volte su R con

y 0 (x) = c1 ex ° c2 e°x , y 00 (x) = c1 ex + c2 e°x = y(x), 8x 2 R.

Come vedremo, queste sono tutte e sole le soluzioni dell’equazione.

Come mostrano questi esempi, se un’equazione diÆerenziale ammette soluzione, al-


lora questa soluzione non è unica, bensı̀ le soluzioni sono infinite e dipendono da un certo
numero di costanti arbitrarie.

(1.5) Definizione Siano n 2 N, n ∏ 1, A µ Rn+1 aperto, f : A ! R una funzione e


(x0 , y0 , y1 , . . . , yn°1 ) 2 A. Si chiama problema di Cauchy (detto anche problema ai valori
iniziali) il problema ≥ ¥
8
> y (n) = f x, y, y 0 , . . . , y (n°1)
>
>
>
>
>
> y(x ) = y
>
> 0 0
>
<
y 0 (x ) = y
0 1
>
>
>
> ..
>
>
>
>
>
.
>
: (n°1)
y (x0 ) = yn°1 .
Si chiamano condizioni iniziali le uguaglianze y(x0 ) = y0 , y 0 (x0 ) = y1 , ..., y (n°1) (x0 ) =
yn°1 .

Osserviamo che il problema di Cauchy associato ad una equazione diÆerenziale di


ordine n ha n condizioni iniziali e, più precisamente, queste condizioni sono i valori della
funzione incognita e delle sue derivate fino all’ordine n ° 1 calcolate tutte nel medesimo
punto.
6 Equazioni diÆerenziali ordinarie

(1.6) Definizione Siano n 2 N, n ∏ 1, A µ Rn+1 aperto, I µ R intervallo, f : A ! R


una funzione e (x0 , y0 , y1 , . . . , yn°1 ) 2 A. Diciamo che y : I ! R è una soluzione del
problema di Cauchy 8 ≥ ¥
> y (n) = f x, y, y 0 , . . . , y (n°1)
>
>
>
>
>
>
>
>
> y(x0 ) = y0
<
y 0 (x0 ) = y1
>
>
>
> ..
>
>
>
>
>
.
>
:
y (n°1) (x0 ) = yn°1 ,
≥ ¥
se y è una soluzione dell’equazione diÆerenziale y (n) = f x, y, y 0 , . . . , y (n°1) , x0 2 I e
y(x0 ) = y0 , y 0 (x0 ) = y1 , ..., y (n°1) (x0 ) = yn°1 .

(1.7) Esempio Il problema di Cauchy


(
xy 0 = 1
y(0) = y0 2 R
non ha soluzione. Infatti, per x = 0 l’equazione diventa 0 = 1 che è falsa.

(1.8) Esempio Il problema di Cauchy


( 0
y =y
y(x0 ) = y0 ,
con x0 , y0 2 R ammette un’unica soluzione. Infatti, per l’Esempio (1.3), le soluzioni
sono della forma
y(x) = cex , c 2 R.

Posto x = x0 si ha
y(x0 ) = cex0 = y0 =) c = y0 e°x0 .

Quindi la soluzione del problema di Cauchy è

y(x) = y0 ex°x0 .

(1.9) Esempio Il problema di Cauchy


( 0 p
y = y
y(0) = 0,
ammette infinite soluzioni. Infatti, la funzione y(x) = 0 per ogni x 2 R è soluzione.
Inoltre, se per ogni t ∏ 0 consideriamo le funzioni yt : R ! R definite da
(1
4 (x ° t) se x ∏ t
2
yt (x) =
0 se x < t,
Equazioni diÆerenziali ordinarie di ordine n 7

allora yt è una soluzione del problema di Cauchy. Infatti, yt è derivabile su R con


(
2 (x ° t) se x ∏ t
1
yt0 (x) =
0 se x < t
e (
q
2 (x ° t) se x ∏ t
1
yt (x) =
0 se x < t.
p
Quindi yt0 (x) = yt (x) per ogni x 2 R. Inoltre è verificata anche la condizione iniziale.
Infatti, yt (0) = 0. Tutte queste soluzioni coincidono su (°1, 0] ma sono diverse su
(0, +1).

(1.10) Definizione Diciamo che A µ Rn è connesso per archi se per ogni x0 , x1 2 A


esiste una curva parametrica ∞ : [a, b] ! A tale che ∞(a) = x0 e ∞(b) = x1 .

(1.11) Definizione Siano n 2 N, n ∏ 1, A µ Rn+1 aperto connesso per archi e


f : A ! R una funzione. Si chiama integrale generale dell’equazione diÆerenziale
≥ ¥
y (n) = f x, y, y 0 , . . . , y (n°1)

ogni funzione y = y(x, c1 , . . . , cn ), dove c1 , . . . , cn sono n parametri variabili in n inter-


valli, soddisfacente le seguenti proprietà:

1) per ogni c1 , . . . , cn esiste un intervalo I µ R tale che la funzione y : I ! R definita


da y = y(x, c1 , . . . , cn ) è soluzione dell’equazione diÆerenziale;

2) per ogni (x0 , y0 , y1 , . . . , yn°1 ) 2 A esiste una e una sola funzione y = y(x, c1 , . . . , cn )
soluzione del problema di Cauchy
8 ≥ ¥
> y (n) = f x, y, y 0 , . . . , y (n°1)
>
>
>
>
>
>
> y(x0 ) = y0
>
>
<
y 0 (x ) = y
0 1
>
>
>
> ..
>
>
>
>
>
.
>
: (n°1)
y (x0 ) = yn°1 .

Si chiama integrale particolare dell’equazione diÆerenziale


≥ ¥
y (n) = f x, y, y 0 , . . . , y (n°1)

ogni funzione ottenuta dall’integrale generale attribuendo particolari valori alle costanti
c1 , . . . , cn .
8 Equazioni diÆerenziali ordinarie

L’integrale generale di una equazione diÆerenziale è un sottoinsieme dell’insieme


delle soluzioni. Come vedremo, per le equazioni lineari (vedi paragrafi 4 e 5) questi
insiemi coincidono.

(1.12) Definizione Siano n 2 N, n ∏ 1, A µ Rn+1 aperto, I, J µ R intervalli, f :


A ! R una funzione e (x0 , y0 , y1 , . . . , yn°1 ) 2 A. Diciamo che una soluzione u : I ! R
del problema di Cauchy
8 ≥ ¥
> y (n) = f x, y, y 0 , . . . , y (n°1)
>
>
>
>
>
>
> y(x0 ) = y0
>
>
<
y 0 (x ) = y
0 1
>
>
>
> ..
>
>
>
>
>
.
>
: (n°1)
y (x0 ) = yn°1
è un prolungamento della soluzione v : J ! R del medesimo problema di Cauchy se
J µ I e u|J = v. Diciamo che u : I ! R è una soluzione massimale del problema di
Cauchy se non è prolungabile, cioè se v : J ! R è una soluzione del medesimo problema
di Cauchy tale che I µ J e v|I = u, allora J = I.

(1.13) Definizione Siano n 2 N, n ∏ 1, A µ Rn+1 aperto, f : A ! R una funzione,


(x0 , y0 , y1 , . . . , yn°1 ) 2 A, u : dom (u) ! R, I µ dom (u) intervallo con x0 2 I tali che
u|I è una soluzione del problema di Cauchy
8 ≥ ¥
> y (n) = f x, y, y 0 , . . . , y (n°1)
>
>
>
>
>
>
> y(x0 ) = y0
>
>
<
y 0 (x ) = y
0 1
>
>
>
> ..
>
>
>
>
>
.
>
: (n°1)
y (x0 ) = yn°1 .
Diciamo che I è un intervallo massimale per u se non esiste un intervallo J µ dom (u)
tale che u|J è soluzione del problema di Cauchy con I µ J e J 6= I.

(1.14) Osservazione Evidentemente se u : I ! R è una soluzione massimale, allora


l’intervallo I è massimale per u. Il viceversa in generale non è vero. Si consideri, per
esempio, la funzione u : [°2, +1) ! R definita da u(x) = 14 (x + 2)2 . Questa funzione è
soluzione del problema di Cauchy
( 0 p
y = y
y(0) = 1.
Equazioni diÆerenziali ordinarie di ordine n 9

p
Infatti, u0 (x) = 12 (x + 2) = u(x) per ogni x ∏ °2 e u(0) = 1. L’intervallo massimale è
I = [°2, +1) ma la soluzione non è massimale. Infatti la funzione v : R ! R definita
da (
u(x) se x ∏ °2
v(x) =
0 se x < °2
è soluzione del medesimo problema di Cauchy ed è un prolungamento di u.
10 Equazioni diÆerenziali ordinarie

2 Equazioni diÆerenziali ordinarie del primo ordine in for-


ma normale

Sono equazioni diÆerenziali della forma

y 0 = f (x, y),

dove f : A ! R è una funzione e A µ R2 .

3 Equazioni diÆerenziali a variabili separabili

(3.1) Definizione Siano I, J µ R due intervalli, f : I ! R e g : J ! R due funzioni


continue. Un’equazione diÆerenziale a variabili separabili è un’equazione diÆerenziale
del primo ordine del tipo
y 0 = f (x)g(y).

Ricerca dell’integrale generale

Si cercano in primo luogo gli zeri della funzione g. Se u0 2 R è tale che g(u0 ) = 0, allora
la funzione u : I ! R definita da u(x) = u0 è una soluzione dell’equazione diÆerenziale
y 0 = f (x)g(y) (è anche detta soluzione costante).
Sia ora J 0 un intervallo contenuto in J tale che g(y) 6= 0 per ogni y 2 J 0 . Allora
dividendo ad ambo i membri per g(y) si ha che per ogni y 2 J 0
1 0
y = f (x).
g(y)
Poichè g è continua su J 0 , anche 1
g è continua su J 0 . Quindi ammette primitiva su J 0 .
Sia G una primitiva di 1
g su J 0 . Allora G è derivabile su J 0 con
1
G0 (y) = , 8y 2 J 0 .
g(y)
Sia I 0 un intervallo contenuto in I tale che per ogni x 2 I 0 si abbia che y = y(x) 2 J 0 .
Poichè y è derivabile su I 0 , allora G±y : I 0 ! R è derivabile su I 0 , in quanto composizione
di funzioni derivabili, con
1 0
(G ± y)0 (x) = G0 (y(x))y 0 (x) = y = f (x),
g(y)
cioè G ± y è una primitiva di f su I 0 . Detta F una primitiva di f su I 0 si ha quindi che
esiste c 2 R tale che
G(y(x)) = F (x) + c, 8x 2 I 0 .
Equazioni a variabili separabili 11

Essendo J 0 un intervallo e G0 = 1
g continua su J 0 , allora G0 non cambia segno su J 0 .
Infatti, se cambiasse segno, per il Teorema degli zeri, si annullerebbe in qualche punto
di J 0 . Ne segue che G0 è sempre positiva o è sempre negativa su J 0 . In ogni caso G è
strettamente monotona su J 0 , quindi invertibile su J 0 . Ne segue che

y(x) = G°1 (F (x) + c), 8x 2 I 0 .

Quindi l’integrale generale dell’equazione y 0 = f (x)g(y) è dato da tutte le soluzioni


costanti che annullano g su J e da tutte le funzioni della forma

y(x) = G°1 (F (x) + c),

dove G è una primitiva di 1


g su un sottointervallo J 0 di J, F è una primitiva di f su un
sottointervallo I 0 di I tale che per ogni x 2 I 0 si ha y(x) 2 J 0 e c 2 R.

(3.2) Osservazione Operativamente si procede cosı̀ . Si pone g(y) = 0 e si trovano


le soluzioni costanti. Poi, per g(y) 6= 0, si ha che tutte le altre soluzioni dell’equazione
diÆerenziale sono date implicitamente da

Z Z
1
dy = f (x) dx.
g(y)

Detta quindi G una primitiva di 1


g su un sottointervallo di J e F una primitiva di f su
un sottointervallo di I si ottiene

G(y(x)) = F (x) + c, c 2 R.

Se è nota l’inversa G°1 di G sul sottointervallo di J considerato, allora si ricava

y(x) = G°1 (F (x) + c), c 2 R.

(3.3) Osservazione Se I µ R è un intervallo e f : I ! R è una funzione continua,


allora l’integrale generale dell’equazione a variabili separabili

y 0 = f (x)y

è dato da
y(x) = c eF (x) , c 2 R,

dove F è una qualunque primitiva di f su I.


12 Equazioni diÆerenziali ordinarie

Dimostrazione. Si ha che y = 0 è soluzione. Se y 6= 0, allora le altre soluzioni sono date


da Z Z
1
dy = f (x) dx.
y
Sia F una primitiva di f su I. Allora si ha

log |y| = F (x) + c, c 2 R,

|y| = eF (x)+c = ec eF (x) , c 2 R,

posto k = ec si ottiene
|y| = keF (x) , k > 0,

y = ±keF (x) , k > 0,

posto c = ±k si ottiene
y(x) = ceF (x) , c 6= 0.

Poichè per c = 0 si ottiene y(x) = 0 che è soluzione, allora tutte le soluzioni dell’equazione
y 0 = f (x)y sono date da
y(x) = ceF (x) , c 2 R.

(3.4) Teorema (di esistenza e unicità locale della soluzione del problema di
Cauchy) Siano I, J µ R due intervalli aperti, f : I ! R e g : J ! R due funzioni,
x0 2 I e y0 2 J . Supponiamo che f sia continua in I e g sia derivabile con derivata
continua in J .
Allora il problema di Cauchy
( 0
y = f (x)g(y)
y(x0 ) = y0

ammette una e una sola soluzione massimale definita su un intervallo I 0 contenente x0


e contenuto in I .

(3.5) Esempio Determinare le soluzioni delle equazioni diÆerenziali

1) y 0 = xy 2 ;

2) y 2 y 0 = x.
Equazioni a variabili separabili 13

Svolgimento

1) L’equazione diÆerenziale y 0 = xy 2 è del primo ordine a variabili separabili. Usando


le notazioni precedenti si ha che f (x) = x per ogni x 2 I = R e g(y) = y 2 per ogni
y 2 J = R.

Determiniamo le soluzioni. L’unica soluzione costante è y = 0. Per y 6= 0 le altre


soluzioni sono date da
Z Z
1
dy = x dx
y2
1 1
° = x2 + c, c2R
y 2
1
y(x) = ° 1 2 , c2R
2x + c
2
y(x) = ° , c 2 R.
x2 +c

Quindi le soluzioni sono y(x) = 0 e y(x) = ° x22+c , con c 2 R.

2) L’equazione diÆerenziale y 2 y 0 = x è del primo ordine a variabili separabili in forma


non normale. Per y 6= 0 l’equazione si scrive in forma normale come

x
y0 = .
y2

Osserviamo che y = 0 non risolve l’equazione se non in x = 0. Usando le notazioni


precedenti si ha che f (x) = x per ogni x 2 I = R e g(y) = 1
y2
per ogni y 6= 0.
Quindi l’intervallo J è (°1, 0) oppure (0, +1).

Determiniamo le soluzioni. Non esistono soluzioni costanti. Le soluzioni sono date


da Z Z
y 2 dy = x dx
1 3 1
y = x2 + c, c2R
3 2
r
3 3 2
y(x) = x + c, c 2 R.
2
q
Quindi le soluzioni sono y(x) = 3 3 2
2x + c, con c 2 R.

(3.6) Esempio Determinare la soluzione del problema di Cauchy


( 0
y = ° xy
y(0) = °1
14 Equazioni diÆerenziali ordinarie

e l’intervallo massimale su cui è definita.

Svolgimento
L’equazione diÆerenziale è del primo ordine a variabili separabili. Usando le notazioni
precedenti si ha che f (x) = °x per ogni x 2 I = R e g(y) = 1
y per ogni y 6= 0. Poichè
y0 = °1, allora si ha che g : J ! R con J = (°1, 0). Osserviamo che f è continua su
I e g è derivabile con derivata continua su J. Allora per il Teorema (3.4) il problema
di Cauchy ammette un’unica soluzione massimale y definita su un intervallo I 0 tale che
0 2 I 0 e per ogni x 2 I 0 si ha che y(x) 2 J, cioè y(x) < 0.
Determiniamo la soluzione. L’equazione non ha soluzioni costanti. Le soluzioni sono
date da Z Z
y dy = ° x dx
1 2 1
y = ° x2 + c, c2R
2 2
y 2 = °x2 + c, c2R
essendo y < 0 si ha
p
y(x) = ° °x2 + c, c 2 R.
p
Quindi la soluzione è della forma y(x) = ° °x2 + c, con c 2 R. Imponendo la con-
dizione iniziale y(0) = °1 si ottiene c = 1. Quindi la soluzione è
p
y(x) = ° 1 ° x2 .

L’intervallo massimale I 0 su cui è definita è l’intervallo massimale tale che


8 ≥ p ¥
> I 0 µ dom ° 1 ° x2
>
><
> 0 2 I0
>
>
:
x 2 I 0 =) y(x) < 0.
≥ p ¥
Essendo dom ° 1 ° x2 = [°1, 1] e y(x) < 0 se x 2 (°1, 1), si ha che I 0 = (°1, 1).

p
(3.7) Osservazione L’integrale generale dell’equazione diÆerenziale y 0 = y è dato
dalla funzione y(x) = 0 per ogni x 2 R e dalle funzioni y(x) = 4 (x
1
+ c)2 , per ogni
x 2 [°c, +1), con c 2 R. La funzione
(
1 2
4x se x ∏ 0
u(x) =
0 se x < 0
è soluzione della stessa equazione diÆerenziale ma non è ottenibile dall’integrale generale
per alcun valore di c.
Equazioni lineari del primo ordine 15

4 Equazioni diÆerenziali lineari del primo ordine

(4.1) Definizione Siano I µ R un intervallo e a, b : I ! R due funzioni continue.


Un’equazione diÆerenziale lineare del primo ordine in forma normale è un’equazione del
tipo
y 0 = a(x)y + b(x).

Se b = 0 l’equazione è detta omogenea, altrimenti non omogenea. Si osserva che se b = 0


l’equazione è, in particolare, a variabili separabili. Il termine b è detto termine forzante.

(4.2) Teorema Siano I µ R un intervallo e a, b : I ! R due funzioni continue.


Allora l’integrale generale dell’equazione lineare del primo ordine y 0 = a(x)y + b(x)
è dato da

µZ ∂
°A(x)
y(x) = e A(x)
e b(x) dx ,

dove A è una qualunque primitiva di a su I.

Dimostrazione. Sia c una primitiva di e°A b su I. Proviamo inizialmente che la funzione


y(x) = eA(x) c(x) è una soluzione dell’equazione lineare y 0 = a(x)y + b(x). Si ha che y è
derivabile in quanto prodotto di funzioni derivabili con

y 0 (x) = A0 (x)eA(x) c(x) + eA(x) c0 (x) =

essendo A0 (x) = a(x) e c0 (x) = e°A(x) b(x) per ogni x 2 I

= a(x)y(x) + eA(x) e°A(x) b(x) = a(x)y(x) + b(x).

Quindi y è una soluzione dell’equazione lineare y 0 = a(x)y + b(x).


Proviamo ora che ogni soluzione dell’equazione lineare è della forma

y(x) = eA(x) c(x),

dove c è una primitiva di e°A b su I. Poniamo z(x) = eA(x) c(x) e siano y una soluzione
dell’equazione lineare e u = y ° z. Per quanto appena provato z è una soluzione
dell’equazione lineare y 0 = a(x)y +b(x). Osserviamo che u è una soluzione dell’equazione
omogenea y 0 = a(x)y. Infatti, u è derivabile in quanto diÆerenza di funzioni derivabili,
con
u0 = y 0 ° z 0 = (a(x)y + b(x)) ° (a(x)z + b(x)) = a(x)(y ° z) = a(x)u.
16 Equazioni diÆerenziali ordinarie

Ne segue che u è soluzione dell’equazione a variabili separabili

u0 = a(x)u.

Per l’Osservazione (3.3) le soluzioni sono date da

u(x) = keA(x) , k 2 R.

Essendo u = y ° z si ha che

y(x) = u(x) + z(x) = keA(x) + eA(x) c(x) = eA(x) (c(x) + k)

ed essendo c una primitiva di e°A b su I anche c + k lo è. Pertanto l’aÆermazione è


dimostrata.

Z
(4.3) Osservazione Poiché l’integrale indefinito b(x) e°A(x) dx contiene una costante
additiva arbitraria, si ha che l’integrale generale dell’equazione lineare dipende da questa
costante arbitraria.

(4.4) Teorema (di esistenza e unicità globale della soluzione del problema di
Cauchy) Siano I µ R un intervallo, a, b : I ! R due funzioni continue, x0 2 I e
y0 2 R .
Allora esiste una e una sola soluzione massimale del problema di Cauchy
( 0
y = a(x)y + b(x)
y(x0 ) = y0
definita su I .

(4.5) Osservazione Su alcuni testi le equazioni diÆerenziali lineari del primo ordine
sono scritte nella forma, non normale,

y 0 + a(x)y = b(x),

dove a, b : I ! R sono due funzioni continue su I µ R intervallo. In tal caso l’integrale


generale è dato da µZ ∂
y(x) = e°A(x) eA(x) b(x) dx ,

dove A è una qualunque primitiva di a su I.

(4.6) Esempio Determinare l’integrale generale delle seguenti equazioni diÆerenziali


lineari del primo ordine:
Equazioni lineari del primo ordine 17

2
1) y 0 = 2xy + ex ;

2) y 0 = x1 y + x2 .

Svolgimento

2
1) L’integrale generale dell’equazione diÆerenziale y 0 = 2xy + ex è dato da
µZ ∂
°A(x) x2
y(x) = e A(x)
e e dx ,

dove A(x) è una qualunque primitiva di a(x) = 2x su R. Si ha che


Z
2x dx = x2 + c, c 2 R.

Posto A(x) = x2 si ottiene


µZ ∂ µZ ∂
2 2 2 2 2
y(x) = ex e°x ex dx = ex dx = ex (x + c), c 2 R.

2
Quindi l’integrale generale è y(x) = ex (x + c), con c 2 R. Per tutte queste
soluzioni l’intervallo massimale è R.

2) L’integrale generale dell’equazione diÆerenziale y 0 = x1 y + x2 è dato da


µZ ∂
°A(x)
y(x) = e A(x)
e 2
x dx ,

dove A(x) è una qualunque primitiva di a(x) = x1 . Si ha che


Z
1
dx = log |x| + c, c 2 R.
x

Posto A(x) = log |x| si ottiene


µZ ∂ √Z !
log |x| ° log |x| x2
y(x) = e e x dx = |x|
2
dx =
|x|

sia per x < 0 che per x > 0 si ottiene


µZ ∂ µ ∂
1 2
=x x dx = x x +c , c 2 R.
2
≥ ¥
Quindi l’integrale generale è y(x) = x 1 2
2x + c , con c 2 R. Per tutte queste
soluzioni l’intervallo massimale è (°1, 0) o (0, +1).
18 Equazioni diÆerenziali ordinarie

(4.7) Esempio Determinare la soluzione del problema di Cauchy


8
>
< y0 = °
2x 1
y+
1+x 2 x(1 + x2 )
>
:
y(°1) = 0

specificando l’intervallo massimale su cui è definita.

Svolgimento
L’equazione diÆerenziale è lineare del primo ordine. Poichè le funzioni a(x) = ° 1+x
2x
2 e

b(x) = 1
x(1+x2 )
sono continue sull’intervallo I = (°1, 0) che contiene x0 = °1, allora
per il Teorema (4.4) il problema di Cauchy ammette un’unica soluzione definita su I.
L’integrale generale dell’equazione diÆerenziale y 0 = ° 1+x
2x
2y +
1
x(1+x2 )
è dato da
µZ ∂
°A(x) 1
y(x) = e A(x)
e dx ,
x(1 + x2 )

dove A(x) è una qualunque primitiva di a(x) = ° 1+x


2x
2 . Si ha che

Z µ ∂ ≥ ¥
2x
° dx = ° log 1 + x2 + c, c 2 R.
1 + x2
° ¢
Posto A(x) = ° log 1 + x2 si ottiene
µZ ∂ µZ ∂
2) 2) 1 1 1
y(x) = e° log (1+x elog (1+x dx = dx =
x(1 + x )
2 1 + x2 x
1
= (log |x| + c), c 2 R.
1 + x2
Quindi l’integrale generale è y(x) = 1
1+x2
(log |x| + c), con c 2 R. Poichè la soluzione è
definita su I = (°1, 0), allora è della forma

1
y(x) = [log (°x) + c], c 2 R.
1 + x2

Imponendo la condizione iniziale y(°1) = 0 si ottiene c = 0. Quindi la soluzione è

log (°x)
y(x) = , 8x < 0.
1 + x2
Equazioni lineari del secondo ordine 19

5 Equazioni lineari del secondo ordine a coe±cienti costan-


ti

(5.1) Definizione Siano I µ R un intervallo, a0 , a1 2 R e b : I ! R una funzione


continua. Un’equazione diÆerenziale lineare del secondo ordine a coe±cienti costanti è
un’equazione della forma
y 00 + a1 y 0 + a0 y = b(x).

Se b = 0 l’equazione è detta omogenea, altrimenti non omogenea. La funzione b è detta


termine forzante, mentre a0 e a1 sono detti coe±cienti dell’equazione. Se almeno uno
dei due coe±cienti è una funzione non costante di x, allora l’equazione è detta lineare
del secondo ordine a coe±cienti non costanti.

(5.2) Osservazione Se a0 = a1 = 0, allora l’equazione diventa y 00 = b(x). Le soluzioni


di questa equazione si possono determinare integrando due volte rispetto a x. Infatti,
con una prima integrazione si ottiene
Z Z
y 0 (x) = y 00 (x) dx = b(x) dx = B1 (x) + c1 , c1 2 R,

dove B1 è una primitiva di b su I. Integrando l’uguaglianza y 0 (x) = B1 (x) + c1 si ottiene


Z Z
y(x) = 0
y (x) dx = [B1 (x) + c1 ] dx = B2 (x) + c1 x + c2 , c1 , c2 2 R,

dove B2 è una primitiva di B1 su I.

(5.3) Esempio Un esempio di fenomeno fisico modellato da un’equazione diÆerenziale


della forma y 00 = b(x) è quello della caduta di un grave sulla Terra in assenza di attrito.
In tal caso la variabile indipendente è il tempo t anzichè x. Denotato con g il modulo
dell’accelerazione di gravità (supposta costante, g = 9, 8 m/s2 ), l’equazione del moto è

y 00 = °g.

Se all’istante iniziale t0 = 0 il grave si trova ad un’altezza y0 con una velocità istantanea


v0 , allora il problema di Cauchy associato è
8 00
>
> y = °g
<
y(0) = y0
>
>
: 0
y (0) = v0 .
Integrando una prima volta rispetto a t si ottiene

y 0 (t) = °gt + c1 , c1 2 R,
20 Equazioni diÆerenziali ordinarie

e integrando una seconda volta si ottiene


1
y(t) = ° gt2 + c1 t + c2 , c1 , c2 2 R.
2
Imponendo le condizioni iniziali y(0) = y0 e y 0 (0) = v0 , si ottiene l’equazione
1
y(t) = ° gt2 + v0 t + y0
2
nota anche come equazione del moto uniformemente accelerato.

5.1 Equazioni lineari del secondo ordine a coe±cienti costanti omoge-


nee

Siano a0 , a1 2 R. Consideriamo l’equazione diÆerenziale lineare del secondo ordine a


coe±cienti costanti omogenea

y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0.

Osserviamo che la funzione y(x) = 0, per ogni x 2 R, è una soluzione di questa equazione.
Quindi le equazioni lineari del secondo ordine a coe±cienti costanti omogenee ammettono
sempre la soluzione nulla.

(5.4) Teorema Siano a0 , a1 , ∏ 2 R e y1 , y2 : R ! R due soluzioni dell’equazione


diÆerenziale
y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0.

Allora y1 + y2 , ∏y1 e ∏y2 sono soluzioni della stessa equazione diÆerenziale.

Dimostrazione. Poichè y1 e y2 sono soluzioni dell’equazione diÆerenziale y 00 +a1 y 0 +a0 y =


0, si ha che y1 e y2 sono derivabili due volte su R e si ha che

y100 + a1 y10 + a0 y1 = 0, y200 + a1 y20 + a0 y2 = 0.

Consideriamo y = y1 + y2 . Allora y è derivabile due volte su R, in quanto somma di


funzioni derivabili due volte, con

y 0 = y10 + y20 , y 00 = y100 + y200 .

Sostituendo y nel primo membro dell’equazione omogenea si ottiene

y 00 + a1 y 0 + a0 y = (y100 + y200 ) + a1 (y10 + y20 ) + a0 (y1 + y2 ) =


° ¢ ° ¢
= y100 + a1 y10 + a0 y1 + y200 + a1 y20 + a0 y2 = 0.
| {z } | {z }
=0 =0
Equazioni lineari del secondo ordine omogenee 21

Quindi y è soluzione dell’equazione omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0.


Consideriamo ora y = ∏y1 . Allora y è derivabile due volte su R, in quanto prodotto
di funzioni derivabili due volte, con

y 0 = ∏y10 , y 00 = ∏y100 .

Sostituendo y nel primo membro dell’equazione omogenea si ottiene

y 00 + a1 y 0 + a0 y = (∏y100 ) + a1 (∏y10 ) + a0 (∏y1 ) =


° ¢
= ∏ y100 + a1 y10 + a0 y1 = 0.
| {z }
=0

Quindi y è soluzione dell’equazione omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0. Analogamente si


dimostra che y = ∏y2 è soluzione dell’equazione omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0.

Osserviamo che questa proprietà sussiste anche quando a0 e a1 non sono funzioni
costanti.

(5.5) Definizione Siano I µ R un intervallo e f, g : I ! C due funzioni. Diciamo


che f e g sono linearmente dipendenti se esistono ∏, µ 2 C non entrambi nulli tali che
∏f (x) + µg(x) = 0 per ogni x 2 I.
Diciamo che f e g sono linearmente indipendenti se non sono linearmente dipen-
denti, cioè se

∏f (x) + µg(x) = 0 8x 2 I () ∏ = µ = 0.

(5.6) Osservazione

1) Se f e g sono due funzioni linearmente dipendenti, allora esistono ∏, µ 2 C non


entrambi nulli tali che ∏f (x) + µg(x) = 0 per ogni x 2 I. Se ∏ 6= 0, allora si ha che
f (x) = ° µ∏ g(x) per ogni x 2 I. Se µ 6= 0, allora si ha che g(x) = ° µ∏ f (x) per ogni
x 2 I. Quindi esiste c 2 C tale che f (x) = cg(x) o g(x) = cf (x), per ogni x 2 I.
In particolare f e g sono l’una “multipla” dell’altra.

2) È evidente che se ∏ = µ = 0 allora ∏f (x) + µg(x) = 0 per ogni x 2 I. Se f e g


sono linearmente indipendenti, allora si ha anche che

∏f (x) + µg(x) = 0 8x 2 I =) ∏ = µ = 0.
22 Equazioni diÆerenziali ordinarie

(5.7) Esempio

1) Siano P e Q due polinomi complessi di grado diverso. Allora P e Q sono linear-


mente indipendenti.

Infatti, se per assurdo fossero linearmente dipendenti, allora per l’Osservazione


(5.6) esisterebbe c 2 C tale che P (x) = c Q(x) o Q(x) = cP (x), per ogni x 2 R.
Quindi P e Q avrebbero lo stesso grado: assurdo.

2) Le funzioni f, g : R ! R, f (x) = eÆx e g(x) = eØx con Æ, Ø 2 R e Æ 6= Ø sono


linearmente indipendenti.

Infatti, se per assurdo fossero linearmente dipendenti, allora per l’Osservazione


(5.6) esisterebbe c 2 R tale che f (x) = cg(x) o g(x) = cf (x), per ogni x 2 R. Nel
primo caso si avrebbe che per ogni x 2 R

eÆx = c eØx () e(Æ°Ø)x = c () Æ = Ø : assurdo perchè Æ 6= Ø.

Analogamente nel secondo caso.

3) Siano z, z 0 2 C, z = Æ + iØ e z 0 = Æ0 + iØ 0 , con Ø 6= Ø 0 . Allora le funzioni


0
f, g : R ! C, f (x) = ezx e g(x) = ez x sono linearmente indipendenti.

Infatti, se per assurdo fossero linearmente dipendenti, allora per l’Osservazione


(5.6) esisterebbe c 2 C tale che f (x) = cg(x) o g(x) = cf (x), per ogni x 2 R. Nel
primo caso si avrebbe che per ogni x 2 R
0 0 0 0
ezx = c ez x () e(z°z )x = c () e(Æ°Æ )x+i(Ø°Ø )x = c ()
(
0
n o Æ = Æ0
e(Æ°Æ )x cos[(Ø ° Ø 0 )x] + i sin[(Ø ° Ø 0 )x] = c ()
Ø = Ø0,
ma ciò è assurdo perchè Ø 6= Ø 0 . Analogamente nel secondo caso.

4) Le funzioni f, g : R ! R, f (x) = cos Øx e g(x) = sin Øx con Ø 2 R, Ø 6= 0, sono


linearmente indipendenti.

Infatti, se per assurdo fossero linearmente dipendenti, allora esisterebbero ∏, µ 2 R


non entrambi nulli tali che ∏f (x) + µg(x) = 0, per ogni x 2 R. Poichè
eiØx + e°iØx eiØx ° e°iØx
f (x) = cos Øx = , g(x) = sin Øx = ,
2 2i
si ha che per ogni x 2 R
eiØx + e°iØx eiØx ° e°iØx
∏f (x) + µg(x) = 0 () ∏ +µ =0 ()
2 2i
Equazioni lineari del secondo ordine omogenee 23

µ ∂ µ ∂
1 1 1 1
∏ + µ eiØx + ∏ ° µ e°iØx = 0.
2 2i 2 2i
Poichè per il caso precedente le funzioni eiØx e e°iØx sono lineramente indipendenti,
ciò implica
(1
2 ∏ + 2i µ = 0
1
() ∏ = µ = 0 : assurdo.
1
2∏ ° 1
2i µ =0

5) Le funzioni f, g : R ! R, f (x) = xn eÆx e g(x) = xm eÆx con Æ 2 R e n, m 2 N,


n 6= m, sono linearmente indipendenti.

Infatti, se per assurdo fossero linearmente dipendenti, allora per l’Osservazione


(5.6) esisterebbe c 2 R tale che f (x) = cg(x) o g(x) = cf (x), per ogni x 2 R. Nel
primo caso si avrebbe che per ogni x 2 R

xn eÆx = cxm eÆx () xn = cxm : assurdo perchè n 6= m.

Analogamente nel secondo caso.

6) Le funzioni f, g : R ! R, f (x) = eÆx cos Øx e g(x) = eÆx sin Øx con Æ, Ø 2 R,


Ø 6= 0, sono linearmente indipendenti.

Infatti, siano ∏, µ 2 R. Allora per ogni x 2 R si ha che

∏f (x) + µg(x) = 0 () ∏eÆx cos Øx + µeÆx sin Øx = 0 ()


≥ ¥
eÆx ∏ cos Øx + µ sin Øx = 0 () ∏ cos Øx + µ sin Øx = 0.

Poichè per il caso 4) le funzioni cos Øx e sin Øx sono linearmente indipendenti, ciò
implica ∏ = µ = 0.

(5.8) Teorema Data l’equazione diÆerenziale lineare del secondo ordine a coe±cienti
costanti omogenea
y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0

con a0 , a1 2 R, si considera l’equazione caratteristica associata

∏2 + a1 ∏ + a0 = 0,

ottenuta sostituendo ∏k al posto di y (k) per ogni k = 0, 1, 2 (con la convenzione che


y (0) = y).
Allora valgono i seguenti fatti:
24 Equazioni diÆerenziali ordinarie

1) se ¢ = a21 ° 4a0 > 0, allora l’equazione caratteristica ∏2 + a1 ∏ + a0 = 0 ammette


due soluzioni reali distinte ∏1 , ∏2 e l’integrale generale dell’equazione diÆerenziale
omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0 è

y(x) = c1 e∏1 x + c2 e∏2 x , c1 , c2 2 R,

(in altri termini due soluzioni linearmente indipendenti dell’equazione diÆerenziale


sono y1 (x) = e∏1 x e y2 (x) = e∏2 x );

2) se ¢ = a21 ° 4a0 = 0, allora l’equazione caratteristica ∏2 + a1 ∏ + a0 = 0 ammette la


soluzione reale ∏ = ° a21 con molteplicità due, e l’integrale generale dell’equazione
diÆerenziale omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0 è

y(x) = c1 e∏x + c2 x e∏x , c1 , c2 2 R,

(in altri termini due soluzioni linearmente indipendenti dell’equazione diÆerenziale


sono y1 (x) = e∏x e y2 (x) = xe∏x );

3) se ¢ = a21 ° 4a0 < 0, allora l’equazione caratteristica ∏2 + a1 ∏ + a0 = 0 ammette


due soluzioni complesse coniugate ∏1,2 = Æ ± i Ø, con Æ, Ø 2 R, Ø 6= 0, e l’integrale
generale dell’equazione diÆerenziale omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0 è

y(x) = eÆx (c1 cos Øx + c2 sin Øx), c1 , c2 2 R,

(in altri termini due soluzioni linearmente indipendenti dell’equazione diÆerenziale


sono y1 (x) = eÆx cos Øx e y2 (x) = eÆx sin Øx).

Dimostrazione. Consideriamo la funzione y(x) = e∏x e determiniamo per quali ∏ 2 C è


soluzione dell’equazione diÆerenziale lineare omogenea

y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0.

Si ha che per ogni x 2 R

y 0 (x) = ∏ e∏x , y 00 (x) = ∏2 e∏x .

Sostituendo nell’equazione diÆerenziale si ottiene


≥ ¥
y 00 (x)+a1 y 0 (x)+a0 y(x) = 0 () e∏x ∏2 +a1 ∏+a0 = 0 () ∏2 +a1 ∏+a0 = 0.
Equazioni lineari del secondo ordine omogenee 25

Quindi y(x) = e∏x è soluzione dell’equazione diÆerenziale se e solo se ∏2 + a1 ∏ + a0 = 0.


Siano ∏1 , ∏2 2 C le soluzioni dell’equazione algebrica ∏2 + a1 ∏ + a0 = 0. Allora si
ha che
∏2 + a1 ∏ + a0 = (∏ ° ∏1 )(∏ ° ∏2 ),

ossia
a1 = °(∏1 + ∏2 ), a0 = ∏1 ∏2 .

Denotiamo con D l’operatore di derivazione, cioè tale che Dy = y 0 per ogni funzione
y derivabile, e con I l’applicazione identica, cioè tale che Iy = y per ogni funzione y.
Allora si ha che
y 00 + a1 y 0 + a0 y = (D ° ∏2 I) ± (D ° ∏1 I)y.

Infatti, si ha

(D ° ∏2 I) ± (D ° ∏1 I)y = (D ° ∏2 I)[(D ° ∏1 I)y] =


= (D ° ∏2 I)(Dy ° ∏1 y) =
= (D ° ∏2 I)(y 0 ° ∏1 y) =
= (D ° ∏2 I)y 0 ° (D ° ∏2 )(∏1 y) =
= Dy 0 ° ∏2 y 0 ° D(∏1 y) + ∏1 ∏2 y =
= y 00 ° (∏1 + ∏2 )y 0 + ∏1 ∏2 y =
= y 00 + a1 y 0 + a0 y.

Ne segue che l’equazione omogenea

y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0

si può scrivere come


(D ° ∏2 I) ± (D ° ∏1 I)y = 0.

Poniamo
(5.9) u = (D ° ∏1 I)y.

Allora u risolve l’equazione


(D ° ∏2 I)u = 0,

cioè
u0 = ∏2 u.

Per l’Osservazione (3.3) si ha che

u(x) = k2 e∏2 x , k2 2 C.
26 Equazioni diÆerenziali ordinarie

Per (5.9) si ha che y risolve l’equazione

(D ° ∏1 I)y = u,

cioè
y 0 = ∏1 y + k2 e∏2 x .

Quindi y risolve un’equazione lineare del primo ordine non omogenea. Per il Teo-
rema (4.2) si ha che
µ Z ∂ µZ ∂
°∏1 x ∏2 x (∏2 °∏1 )x
y(x) = e ∏1 x
k2 e e dx = k2 e ∏1 x
e dx .

Sussistono due casi:

1) se ∏1 = ∏2 , quindi reali, allora si ottiene


µZ ∂
y(x) = k2 e ∏1 x
dx =

= k2 e∏1 x (x + k1 ) =
= k1 k2 e∏1 x + k2 xe∏1 x =
posto c1 = k1 k2 e c2 = k2
= c1 e∏1 x + c2 xe∏1 x , c1 , c2 2 R.

Quindi, posto ∏ = ∏1 , l’integrale generale dell’equazione diÆerenziale omogenea è

y(x) = c1 e∏x + c2 x e∏x , c1 , c2 2 R;

2) se ∏1 6= ∏2 , allora si ottiene
µZ ∂
(∏2 °∏1 )x
y(x) = k2 e ∏1 x
e dx =
≥ ¥
= k2 e∏1 x 1
∏2 °∏1 e
(∏2 °∏1 )x + k1 =

= k1 k2 e∏1 x + k2
∏2 °∏1 e
∏2 x =
posto c1 = k1 k2 e c2 = k2
∏2 °∏1

= c1 e∏1 x + c2 e∏2 x , c1 , c2 2 C.

Se ∏1 , ∏2 2 R, allora queste soluzioni sono reali se e solo se c1 , c2 2 R. Quindi


l’integrale generale dell’equazione diÆerenziale omogenea è

y(x) = c1 e∏1 x + c2 e∏2 x , c1 , c2 2 R.


Equazioni lineari del secondo ordine omogenee 27

Se ∏1 , ∏2 62 R, allora per il Teorema sulle radici complesse di un polinomio reale


si ha che ∏2 = ∏1 . Posto ∏1 = Æ + iØ, si ha che ∏2 = Æ ° iØ e quindi l’integrale
generale dell’equazione omogenea diventa
≥ ¥
y(x) = c1 e∏1 x + c2 e∏2 x = c1 e(Æ+iØ)x + c2 e(Æ°iØ)x = eÆx c1 eiØx + c2 e°iØx =

= eÆx [c1 (cos Øx + i sin Øx) + c2 (cos Øx ° i sin Øx)] =

= eÆx [(c1 + c2 ) cos Øx + i(c1 ° c2 ) sin Øx] .

Queste soluzioni sono reali se e solo se (c1 + c2 ), i(c1 ° c2 ) 2 R. Posto c1 = ±1 + i∞1


e c2 = ±2 + i∞2 , con ±1 , ±2 , ∞1 , ∞2 2 R, allora

c1 + c2 = (±1 + ±2 ) + i(∞1 + ∞2 ), i(c1 ° c2 ) = (∞2 ° ∞1 ) + i(±1 ° ±2 ).

Quindi
( ( (
c1 + c2 2 R ∞1 + ∞2 = 0 ∞2 = °∞1
() () () c2 = c1 .
i(c1 ° c2 ) 2 R ±1 ° ±2 = 0 ±2 = ±1

Quindi se c2 = c1 , allora

c1 + c2 = 2±1 , i(c1 ° c2 ) = °2∞1 .

Posto C1 = 2±1 e C2 = °2∞1 si ha che l’integrale generale dell’equazione diÆeren-


ziale omogenea è

y(x) = eÆx (C1 cos Øx + C2 sin Øx), C1 , C2 2 R.

La dimostrazione è completa.

Questa proprietà non sussiste, in generale, se a0 e a1 non sono costanti.

(5.10) Corollario Siano a0 , a1 2 R e y1 , y2 : R ! R due soluzioni linearmente in-


dipendenti dell’equazione diÆerenziale omogenea

y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0.

Allora l’integrale generale dell’equazione omogenea è dato da

y = c1 y1 + c2 y2 ,

al variare di c1 , c2 2 R.
28 Equazioni diÆerenziali ordinarie

Dimostrazione. È un’immediata conseguenza del teorema precedente e dell’Esempio (5.7).

(5.11) Teorema (di esistenza e unicità globale della soluzione del problema
di Cauchy) Siano a0 , a1 , x0 , y0 , y1 2 R .
Allora esiste una e una sola soluzione massimale del problema di Cauchy
8 00
>
> y + a1 y 0 + a0 y = 0
<
y(x ) = y
0 0
>
>
: 0
y (x0 ) = y1

definita su R .

(5.12) Esempio Determinare l’integrale generale delle seguenti equazioni diÆerenziali


lineari a coe±cienti costanti omogenee:

1) y 00 ° 3y 0 + 2y = 0;

2) y 00 ° 2y 0 + y = 0;

3) y 00 + y 0 + y = 0.

Svolgimento

1) Data l’equazione diÆerenziale lineare a coe±cienti costanti omogenea y 00 °3y 0 +2y =


0, l’equazione caratteristica associata è ∏2 ° 3∏ + 2 = 0 le cui soluzioni sono
(
3±1 1,
∏1,2 = =
2 2.

Quindi l’integrale generale è

y(x) = c1 e∏1 x + c2 e∏2 x = c1 ex + c2 e2x , c1 , c2 2 R.

2) Data l’equazione diÆerenziale lineare a coe±cienti costanti omogenea y 00 °2y 0 +y =


0, l’equazione caratteristica associata è ∏2 ° 2∏ + 1 = 0 la cui soluzione è ∏ = 1
con molteplicità m = 2. Quindi l’integrale generale è

y(x) = c1 e∏x + c2 xe∏x = c1 ex + c2 xex , c1 , c2 2 R.


Equazioni lineari del secondo ordine omogenee 29

3) Data l’equazione diÆerenziale lineare a coe±cienti costanti omogenea y 00 +y 0 +y = 0,


l’equazione caratteristica associata è ∏2 + ∏ + 1 = 0 le cui soluzioni sono
p p
°1 ± i 3 1 3
∏1,2 = =° ±i .
2 2 2

Quindi l’integrale generale è

y(x) = eRe(∏1 )x [c1 cos (Im (∏1 ) x) + c2 sin (Im (∏1 ) x)] =
1
h ≥p ¥ ≥p ¥i
= e° 2 x c1 cos 3
2 x + c2 sin 3
2 x , c1 , c2 2 R.
30 Equazioni diÆerenziali ordinarie

5.2 Equazioni lineari del secondo ordine a coe±cienti costanti non


omogenee

(5.13) Teorema Siano I µ R un intervallo, a0 , a1 2 R e b : I ! R una funzione


continua.
Allora l’integrale generale dell’equazione diÆerenziale lineare del secondo ordine a
coe±cienti costanti non omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = b(x) è dato da y = yo + yp , dove
yo è l’integrale generale dell’equazione omogenea associata y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0 e yp è
un integrale particolare dell’equazione non omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = b(x) .

Dimostrazione. Proviamo inizialmente che y = yo + yp è soluzione dell’equazione dif-


ferenziale non omogenea. Si ha che y è derivabile due volte su I in quanto somma di
funzioni derivabili due volte su I con

y 0 = yo0 + yp0 , y 00 = yo00 + yp00 .

Sostituendo nel primo membro dell’equazione diÆerenziale non omogenea si ottiene


y 00 + a1 y 0 + a0 y = (yo00 + yp00 ) + a1 (yo0 + yp0 ) + a0 (yo + yp ) =
= (yo00 + a1 yo0 + a0 yo ) + (yp00 + a1 yp0 + a0 yp ) = b(x).
| {z } | {z }
=0 =b(x)

Quindi y è soluzione dell’equazione diÆerenziale non omogenea.


Proviamo ora che ogni soluzione dell’equazione diÆerenziale non omogenea è della
forma yo + yp . Siano y1 e y2 due soluzioni linearmente indipendenti dell’equazione dif-
ferenziale omogenea associata y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0 e sia z una soluzione dell’equazione
diÆerenziale non omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = b(x). Per il Corollario (5.10) l’integrale
generale dell’equazione diÆerenziale omogenea yo è della forma

yo = c1 y1 + c2 y2 ,

al variare di c1 , c2 2 R. È quindi su±ciente dimostrare che esistono c1 , c2 2 R tali che


z = c1 y1 + c2 y2 + yp .
Sia y = z °yp . Si ha che y è derivabile due volte su I in quanto diÆerenza di funzioni
derivabili due volte su I con

y 0 = z 0 ° yp0 , y 00 = z 00 ° yp00 .

Sostituendo nel primo membro dell’equazione diÆerenziale non omogenea si ottiene


y 00 + a1 y 0 + a0 y = (z 00 ° yp00 ) + a1 (z 0 ° yp0 ) + a0 (z ° yp ) =
= (z 00 + a1 z 0 + a0 z) ° (yp00 + a1 yp0 + a0 yp ) = 0.
| {z } | {z }
=b(x) =b(x)
Equazioni lineari del secondo ordine non omogenee 31

Quindi y è soluzione dell’equazione diÆerenziale omogenea. Allora per il Corollario (5.10)


esistono c1 , c2 2 R tali che y = c1 y1 + c2 y2 . Ne segue che

z = y + yp = c1 y1 + c2 y2 + yp .

La dimostrazione è completa.

Questa proprietà sussiste anche quando a0 e a1 non sono funzioni costanti. Os-
serviamo inoltre che nella seconda parte della dimostrazione del teorema precedente si
è provato che la diÆerenza di due soluzioni dell’equazione diÆerenziale non omogenea
y 00 + a1 y 0 + a0 y = b(x) è una soluzione dell’equazione diÆerenziale omogenea associata
y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0.

Ricerca di un integrale particolare dell’equazione non omogenea

Consideriamo l’equazione non omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = b(x). Determiniamo un


integrale particolare nei seguenti casi, a seconda della forma del termine noto b:

(i) b(x) = P (x) eÆx , con P polinomio e Æ 2 R ;

(ii) b(x) = eÆx (P (x) cos Øx + Q(x) sin Øx), con P e Q polinomi e Æ, Ø 2 R.

Osserviamo che (i) è un caso particolare di (ii).

Caso (i) . Sia b(x) = P (x) eÆx , con P polinomio e Æ 2 R. Abbiamo due sottocasi:

(a) se Æ non è una soluzione dell’equazione caratteristica ∏2 + a1 ∏ + a0 = 0, o equiva-


lentemente se y(x) = eÆx non è una soluzione particolare dell’equazione omogenea
y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0, allora una soluzione particolare dell’equazione non omogenea
è della forma

yp (x) = Q(x) eÆx ,

dove Q è un polinomio dello stesso grado di P ;

(b) se Æ è una soluzione dell’equazione caratteristica ∏2 +a1 ∏+a0 = 0 con molteplicità


m (1∑ m ∑ 2), cioè Æ è una soluzione singola (m = 1) o doppia (m = 2), o equi-
valentemente se y(x) = eÆx oppure y(x) = eÆx e y(x) = xeÆx sono soluzioni
particolari dell’equazione omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0, allora una soluzione
particolare dell’equazione non omogenea è della forma
32 Equazioni diÆerenziali ordinarie

yp (x) = xm Q(x) eÆx ,

dove Q è un polinomio dello stesso grado di P .

Caso (ii) . Sia b(x) = eÆx (P (x) cos Øx + Q(x) sin Øx), con P e Q polinomi e Æ, Ø 2 R.
Abbiamo due sottocasi:

(c) se ƱiØ non sono soluzioni dell’equazione caratteristica ∏2 +a1 ∏+a0 = 0, o equiva-
lentemente se y(x) = eÆx cos Øx e y(x) = eÆx sin Øx non sono soluzioni particolari
dell’equazione omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0, allora una soluzione particolare
dell’equazione non omogenea è della forma

yp (x) = eÆx (P1 (x) cos Øx + Q1 (x) sin Øx),

dove P1 e Q1 sono due polinomi di grado uguale al massimo dei gradi di P e Q;

(d) se Æ ± iØ sono soluzioni dell’equazione caratteristica ∏2 + a1 ∏ + a0 = 0, o equi-


valentemente se y(x) = eÆx cos Øx e y(x) = eÆx sin Øx sono soluzioni particolari
dell’equazione omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = 0, allora una soluzione particolare
dell’equazione non omogenea è della forma

yp (x) = xeÆx (P1 (x) cos Øx + Q1 (x) sin Øx),

dove P1 e Q1 sono due polinomi di grado uguale al massimo dei gradi di P e Q.

(5.14) Osservazione Individuata la forma dell’integrale particolare yp dell’equazione


non omogenea, lo si determina imponendo che yp verifichi l’equazione non omogenea
y 00 + a1 y 0 + a0 y = b(x) per ogni x 2 I.

(5.15) Teorema (Principio della sovrapposizione degli eÆetti) Siano I µ R un


intervallo, a0 , a1 2 R, n 2 N, n ∏ 1 e b1 , . . . , bn : I ! R funzioni continue.
Allora un integrale particolare dell’equazione diÆerenziale lineare del secondo ordine
a coe±cienti costanti non omogenea y 00 + a1 y 0 + a0 y = b1 (x) + · · · + bn (x) è dato da
y = y1 + · · · + yn , dove yk è un integrale particolare dell’equazione non omogenea y 00 +
a1 y 0 + a0 y = bk (x), per ogni k = 1, . . . n.
Equazioni lineari del secondo ordine non omogenee 33

Dimostrazione. Si ha che y è derivabile due volte su I in quanto somma di funzioni


derivabili due volte su I con

y 0 = y10 + · · · + yn0 , y 00 = y100 + · · · + yn00 .

Sostituendo nel primo membro dell’equazione diÆerenziale non omogenea si ottiene

y 00 + a1 y 0 + a0 y = (y100 + · · · + yn00 ) + a1 (y10 + · · · + yn0 ) + a0 (y1 + · · · + yn ) =


= (y100 + a1 y10 + a0 y1 ) + · · · + (yn00 + a1 yn0 + a0 yn ) =
| {z } | {z }
=b1 (x) =bn (x)

= b1 (x) + · · · + bn (x).

Quindi y è soluzione dell’equazione diÆerenziale non omogenea y 00 +a1 y 0 +a0 y = b1 (x)+


· · · + bn (x).

Questa proprietà sussiste anche quando a0 e a1 non sono funzioni costanti.

(5.16) Teorema (di esistenza e unicità globale della soluzione del problema
di Cauchy) Siano I µ R un intervallo, a0 , a1 2 R, b : I ! R una funzione continua,
x0 2 I e y0 , y1 2 R.
Allora esiste una e una sola soluzione massimale del problema di Cauchy
8 00
>
> y + a1 y 0 + a0 y = b(x)
<
y(x ) = y
0 0
>
>
: 0
y (x0 ) = y1

definita su I.

(5.17) Esempio Determinare l’integrale generale delle seguenti equazioni diÆerenziali


lineari a coe±cienti costanti non omogenee:

1) y 00 ° 3y 0 + 2y = e3x ;

2) y 00 ° 3y 0 + 2y = (x + 2)ex ;

3) y 00 ° 2y 0 + y = ex ;

4) y 00 + y = sin x.

Svolgimento
34 Equazioni diÆerenziali ordinarie

1) L’integrale generale dell’equazione diÆerenziale lineare a coe±cienti costanti non


omogenea y 00 ° 3y 0 + 2y = e3x è dato da y = yo + yp , dove yo è l’integrale generale
dell’equazione omogenea associata y 00 ° 3y 0 + 2y = 0 e yp è un integrale parti-
colare dell’equazione non omogenea. Determiniamo inizialmente yo . L’equazione
caratteristica associata all’equazione omogenea è ∏2 ° 3∏ + 2 = 0 le cui soluzioni
sono (
3±1 1,
∏1,2 = =
2 2.
Quindi l’integrale generale dell’equazione omogenea è

yo (x) = c1 ex + c2 e2x , c1 , c2 2 R.

Determiniamo un integrale particolare yp dell’equazione non omogenea. Conside-


riamo il termine forzante b(x) = e3x . Si osserva che

b(x) = e3x = 1 · e3·x ,

cioè è della forma b(x) = P (x)eÆx con P (x) = 1, quindi un polinomio di grado
zero, e Æ = 3. Poichè Æ 6= ∏1 , ∏2 , quindi non è una soluzione dell’equazione
caratteristica, si ha che un integrale particolare dell’equazione non omogenea è
della forma
yp (x) = Q(x)eÆx ,

dove Q è un polinomio dello stesso grado di P . Quindi Q è un polinomio di grado


zero. Posto Q(x) = A 2 R, si ha quindi che yp è della forma

yp (x) = Ae3x .

Per determinare esplicitamente yp sostituiamolo nell’equazione non omogenea. Si


ha che
yp0 (x) = 3Ae3x , yp00 (x) = 9Ae3x .

Quindi sostituendo nell’equazione non omogenea si ottiene

1
9Ae3x ° 9Ae3x + 2Ae3x = e3x =) 2Ae3x = e3x =) A= .
2

Ne segue che yp (x) = 12 e3x . Quindi l’integrale generale dell’equazione non omoge-
nea è
1
y(x) = yo (x) + yp (x) = c1 ex + c2 e2x + e3x , c1 , c2 2 R.
2
Equazioni lineari del secondo ordine non omogenee 35

2) L’integrale generale dell’equazione diÆerenziale lineare a coe±cienti costanti non


omogenea y 00 ° 3y 0 + 2y = (x + 2)ex è dato da y = yo + yp , dove yo è l’integrale
generale dell’equazione omogenea associata y 00 °3y 0 +2y = 0 e yp è un integrale par-
ticolare dell’equazione non omogenea. Determiniamo inizialmente yo . L’equazione
caratteristica associata all’equazione omogenea è ∏2 ° 3∏ + 2 = 0 le cui soluzioni
sono (
3±1 1,
∏1,2 = =
22.
Quindi l’integrale generale dell’equazione omogenea è

yo (x) = c1 ex + c2 e2x , c1 , c2 2 R.

Determiniamo un integrale particolare yp dell’equazione non omogenea. Conside-


riamo il termine forzante b(x) = (x + 2)ex . Si osserva che

b(x) = (x + 2)ex = (x + 2) · e1·x ,

cioè è della forma b(x) = P (x)eÆx con P (x) = x + 2, quindi un polinomio di


grado uno, e Æ = 1. Poichè Æ è una soluzione dell’equazione caratteristica con
molteplicità m = 1, si ha che un integrale particolare dell’equazione non omogenea
è della forma
yp (x) = xQ(x)eÆx ,

dove Q è un polinomio dello stesso grado di P . Quindi Q è un polinomio di grado


uno. Posto Q(x) = Ax + B, con A, B 2 R, si ha quindi che yp è della forma

yp (x) = x(Ax + B)ex = (Ax2 + Bx)ex .

Per determinare esplicitamente yp sostituiamolo nell’equazione non omogenea. Si


ha che

yp0 (x) = [Ax2 + (2A + B)x + B]ex , yp00 (x) = [Ax2 + (4A + B)x + 2A + 2B]ex .

Quindi sostituendo nell’equazione non omogenea si ottiene

[Ax2 +(4A+B)x+2A+2B]ex °3[Ax2 +(2A+B)x+B]ex +2(Ax2 +Bx)ex = (x+2)ex


( (
°2A = 1 A = ° 12
=) °2Ax + 2A ° B = x + 2 =) =)
2A ° B = 2 B = °3.
≥ ¥
Ne segue che yp (x) = ° 1 2
2x + 3x ex . Quindi l’integrale generale dell’equazione
non omogenea è
µ ∂
1 2
y(x) = yo (x) + yp (x) = c1 ex + c2 e2x ° x + 3x ex , c1 , c2 2 R.
2
36 Equazioni diÆerenziali ordinarie

3) L’integrale generale dell’equazione diÆerenziale lineare a coe±cienti costanti non


omogenea y 00 ° 2y 0 + y = ex è dato da y = yo + yp , dove yo è l’integrale generale
dell’equazione omogenea associata y 00 ° 2y 0 + y = 0 e yp è un integrale particolare
dell’equazione non omogenea. Determiniamo inizialmente yo . L’equazione carat-
teristica associata all’equazione omogenea è ∏2 °2∏+1 = 0 la cui soluzione è ∏ = 1
con molteplicità m = 2. Quindi l’integrale generale dell’equazione omogenea è

yo (x) = c1 ex + c2 xex , c1 , c2 2 R.

Determiniamo un integrale particolare yp dell’equazione non omogenea. Conside-


riamo il termine forzante b(x) = ex . Si osserva che

b(x) = ex = 1 · e1·x ,

cioè è della forma b(x) = P (x)eÆx con P (x) = 1, quindi un polinomio di grado zero,
e Æ = 1. Poichè Æ è una soluzione dell’equazione caratteristica con molteplicità
m = 2, si ha che un integrale particolare dell’equazione non omogenea è della forma

yp (x) = x2 Q(x)eÆx ,

dove Q è un polinomio dello stesso grado di P . Quindi Q è un polinomio di grado


zero. Posto Q(x) = A 2 R, si ha quindi che yp è della forma

yp (x) = Ax2 ex .

Per determinare esplicitamente yp sostituiamolo nell’equazione non omogenea. Si


ha che
≥ ¥ ≥ ¥
yp0 (x) = A x2 + 2x ex , yp00 (x) = A x2 + 4x + 2 ex .

Quindi sostituendo nell’equazione non omogenea si ottiene


≥ ¥ ≥ ¥ 1
A x2 + 4x + 2 ex ° 2A x2 + 2x ex + Ax2 ex = ex =) 2A = 1 =) A = .
2
Ne segue che yp (x) = 12 x2 ex . Quindi l’integrale generale dell’equazione non omo-
genea è
1
y(x) = yo (x) + yp (x) = c1 ex + c2 xex + x2 ex , c1 , c2 2 R.
2

4) L’integrale generale dell’equazione diÆerenziale lineare a coe±cienti costanti non


omogenea y 00 + y = sin x è dato da y = yo + yp , dove yo è l’integrale gen-
erale dell’equazione omogenea associata y 00 + y = 0 e yp è un integrale partico-
lare dell’equazione non omogenea. Determiniamo inizialmente yo . L’equazione
Equazioni lineari del secondo ordine non omogenee 37

caratteristica associata all’equazione omogenea è ∏2 + 1 = 0 le cui soluzioni sono


∏1,2 = ±i. Quindi l’integrale generale dell’equazione omogenea è

yo (x) = c1 cos x + c2 sin x, c1 , c2 2 R.

Determiniamo un integrale particolare yp dell’equazione non omogenea. Conside-


riamo il termine forzante b(x) = sin x. Si osserva che

b(x) = sin x = e0·x [0 · cos (1 · x) + 1 · sin (1 · x)],

cioè è della forma b(x) = eÆx (P (x) cos Øx + Q(x) sin Øx), con P (x) = 0, Q(x) = 1,
Æ = 0 e Ø = 1. Poichè Æ ± iØ = ±i sono soluzioni dell’equazione caratteristica, si
ha che un integrale particolare dell’equazione non omogenea è della forma

yp (x) = xeÆx (P1 (x) cos Øx + Q1 (x) sin Øx),

dove P1 e Q1 sono due polinomi dello stesso grado del massimo dei gradi di P e Q.
Quindi P1 e Q1 sono due polinomi di grado zero. Posto P1 (x) = A, Q1 (x) = B,
con A, B 2 R, si ha quindi che yp è della forma

yp (x) = x(A cos x + B sin x).

Per determinare esplicitamente yp sostituiamolo nell’equazione non omogenea. Si


ha che
yp0 (x) = A cos x + B sin x + x(°A sin x + B cos x),
yp00 (x) = °2A sin x + 2B cos x + x(°A cos x ° B sin x).
Quindi sostituendo nell’equazione non omogenea si ottiene

°2A sin x + 2B cos x + x(°A cos x ° B sin x) + x(A cos x + B sin x) = sin x

=) °2A sin x + 2B cos x = sin x =) (°2A ° 1) sin x + 2B cos x = 0

essendo cos x e sin x linearmente indipendenti, per l’Esempio (5.7), si ha


( (
°2A ° 1 = 0 A = ° 12
=)
2B = 0 B = 0.

Ne segue che yp (x) = ° 12 x cos x. Quindi l’integrale generale dell’equazione non


omogenea è

1
y(x) = yo (x) + yp (x) = c1 cos x + c2 sin x ° x cos x, c1 , c2 2 R.
2
38 Equazioni diÆerenziali ordinarie

(5.18) Osservazione Se si commette un errore nell’individuare la forma di un integrale


particolare dell’equazione diÆerenziale non omogenea, allora si giunge ad una equazione
che non ha soluzioni per ogni x 2 I. Infatti, supponiamo che nell’esempio 4) non ci si è
accorti che ±i sono soluzioni dell’equazione caratteristica. Allora un integrale particolare
dell’equazione non omogenea è della forma

yp (x) = A cos x + B sin x.

Per determinare esplicitamente yp sostituiamolo nell’equazione non omogenea. Si ha che

yp0 (x) = °A sin x + B cos x, yp00 (x) = °A cos x ° B sin x.

Quindi sostituendo nell’equazione non omogenea si ottiene

°A cos x ° B sin x + A cos x + B sin x = sin x =) sin x = 0

che non è risolta per ogni x 2 R per alcun valore di A, B 2 R. Ne deduciamo che la
forma dell’integrale particolare è errata.

(5.19) Esempio Determinare la soluzione del problema di Cauchy


8 00
>
> y ° 6y 0 + 8y = 3e2x + sin x
<
y(0) = 0
>
>
: 0
y (0) = 0.

Svolgimento
L’equazione diÆerenziale è lineare del secondo ordine a coe±cienti costanti non omoge-
nea. Poichè il termine forzante b(x) = 3e2x + sin x è definito e continuo su R, allora per
il Teorema (5.16), il problema di Cauchy ammette un’unica soluzione definita su R. Per
determinare questa soluzione calcoliamo innanzitutto l’integrale generale dell’equazione
non omogenea.
L’integrale generale dell’equazione non omogenea y 00 °6y 0 +8y = 3e2x +sin x è dato da
y = yo +yp , dove yo è l’integrale generale dell’equazione omogenea associata y 00 °6y 0 +8y =
0 e yp è un integrale particolare dell’equazione non omogenea. Determiniamo inizialmente
yo . L’equazione caratteristica associata all’equazione omogenea è ∏2 ° 6∏ + 8 = 0 le cui
soluzioni sono (
6±2 2,
∏1,2 = =
2 4.
Equazioni lineari del secondo ordine non omogenee 39

Quindi l’integrale generale dell’equazione omogenea è

yo (x) = c1 e2x + c2 e4x , c1 , c2 2 R.

Determiniamo un integrale particolare yp dell’equazione non omogenea. Consideriamo il


termine forzante b(x) = 3e2x +sin x. Si osserva che b(x) = b1 (x)+b2 (x), con b1 (x) = 3e2x
e b2 (x) = sin x. Per il Teorema (5.15) si ha che yp = yp1 + yp2 , dove yp1 è un integrale
particolare dell’equazione non omogenea

y 00 ° 6y 0 + 8y = b1 (x)

e yp2 è un integrale particolare dell’equazione non omogenea

y 00 ° 6y 0 + 8y = b2 (x).

Determiniamo inizialmente yp1 . Si osserva che

b1 (x) = 3e2x = 3 · e2·x ,

cioè è della forma b1 (x) = P (x)eÆx con P (x) = 3, quindi un polinomio di grado zero,
e Æ = 2. Poichè Æ = 2 è una soluzione dell’equazione caratteristica con molteplicità
m = 1, si ha che un integrale particolare dell’equazione non omogenea è della forma

yp1 (x) = xQ(x)eÆx ,

dove Q è un polinomio dello stesso grado di P . Quindi Q è un polinomio di grado zero.


Posto Q(x) = A 2 R, si ha quindi che yp1 è della forma

yp1 (x) = Axe2x .

Per determinare esplicitamente yp1 sostituiamolo nell’equazione non omogenea. Si ha


che
yp0 1 (x) = A(2x + 1)e2x , yp001 (x) = A(4x + 4)e2x .

Quindi sostituendo nell’equazione non omogenea si ottiene


3
A(4x + 4)e2x ° 6A(2x + 1)e2x + 8Axe2x = 3e2x =) °2A = 3 =) A=° .
2
Ne segue che yp1 (x) = ° 32 xe2x .
Determiniamo ora yp2 . Si osserva che

b2 (x) = sin x = e0·x [0 · cos (1 · x) + 1 · sin (1 · x)],


40 Equazioni diÆerenziali ordinarie

cioè è della forma b(x) = eÆx (P (x) cos Øx + Q(x) sin Øx), con P (x) = 0, Q(x) = 1, Æ = 0
e Ø = 1. Poichè Æ ± iØ = ±i non sono soluzioni dell’equazione caratteristica, si ha che
un integrale particolare dell’equazione non omogenea è della forma

yp (x) = eÆx (P1 (x) cos Øx + Q1 (x) sin Øx),

dove P1 e Q1 sono due polinomi dello stesso grado del massimo dei gradi di P e Q.
Quindi P1 e Q1 sono due polinomi di grado zero. Posto P1 (x) = A, Q1 (x) = B, con
A, B 2 R, si ha quindi che yp2 è della forma

yp2 (x) = A cos x + B sin x.

Per determinare esplicitamente yp2 sostituiamolo nell’equazione non omogenea. Si ha


che
yp0 2 (x) = °A sin x + B cos x, yp002 (x) = °A cos x ° B sin x.

Quindi sostituendo nell’equazione non omogenea si ottiene

°A cos x ° B sin x ° 6(°A sin x + B cos x) + 8(A cos x + B sin x) = sin x

(7A ° 6B) cos x + (6A + 7B) sin x = sin x

(7A ° 6B) cos x + (6A + 7B ° 1) sin x = 0

essendo cos x e sin x linearmente indipendenti, per l’Esempio (5.7), si ha


( (
7A ° 6B = 0 A= 6
85
=)
6A + 7B ° 1 = 0 B= 7
85 .

Ne segue che yp2 (x) = 85 (6 cos x + 7 sin x).


1
Un integrale particolare dell’equazione non
omogenea y 00 ° 6y 0 + 8y = 3e2x + sin x è

3 1
yp (x) = yp1 (x) + yp2 (x) = ° xe2x + (6 cos x + 7 sin x).
2 85

Quindi l’integrale generale dell’equazione non omogenea è

3 1
y(x) = yo (x) + yp (x) = c1 e2x + c2 e4x ° xe2x + (6 cos x + 7 sin x), c1 , c2 2 R.
2 85

Imponiamo ora le condizioni iniziali y(0) = e y 0 (0) = 0. Osserviamo che

3 1
y 0 (x) = 2c1 e2x + 4c2 e4x ° (2x + 1)e2x + (°6 sin x + 7 cos x).
2 85
Equazioni lineari del secondo ordine non omogenee 41

Quindi
( ( (
y(0) = 0 c1 + c2 + 6
85 =0 c1 = ° 289
340
=) =)
y 0 (0) = 0 2c1 + 4c2 ° 3
2 + 7
85 =0 c2 = 53
68 .

Quindi la soluzione del problema di Cauchy è

289 2x 53 4x 3 1
y(x) = ° e + e ° (2x + 1)e2x + (°6 sin x + 7 cos x).
340 68 2 85

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