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U N A S TO R I A D E G L I

AMIE KAUFMAN
J AY K R I S TO F F

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Text copyright © 2019 by LaRoux Industries Pty Ltd. and Nevera er Pty Ltd.
Interior design by Heather Kelly and Jay Kristo . All rights reserved.
Titolo dell’opera originale: Memento
© 2020 Mondadori Libri S.p.A., Milano

MESS
www.oscarmondadori.it

Adattamento progetto grafico


e realizzazione editoriale: studio pym / Milano

Traduzione di Aurelia Di Meo

Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono inven-


zioni degli autori e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione.
Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è assolu-
tamente casuale.

librimondadori.it

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MESSAGGIO PERSONALE INTERCETTATO–RETE DI BORDO–ALEXANDER

A: Johan Klein/KLEINJ@UNISERVE.SPA.EDU
Da: Olivia Klein/OKLEINALEXANDERONBOARD
Data: 17/12/74
Orario: 20.04
Oggetto: Spaaaaazio

Ciao papà,

Qui Liv. Scusa se non ti ho scritto per un paio di settimane. Da queste parti le
cose sono state un po’ fuori controllo. E con “un po’ fuori controllo” intendo
completamente fuori di testa. La buona notizia è che, dopo il disastro del collo-
quio di idoneità psicologica, sono finalmente a bordo! Siamo partiti due giorni
fa e ora il soldato semplice Olivia Klein è un membro ufficiale dell’equipaggio
della nave da guerra Alexander-­78V.
Proprio così, la tua bambina è nello spazio. È una parola fantastica e mi
piace come suona, quindi la scriverò di nuovo. Spazio. Capito?
Spaaaaaaazio.
Ti sembra possibile? Se ci penso troppo vado in tilt, quindi cerco di non
farlo.
Sono stata assegnata alla squadra principale di neurogrammazione gui-
data dal maggiore Wolf. È assurdo. All’accademia ho studiato le sue ricerche
sull’intelligenza artificiale e adesso lavoro con lui. Sembra gentile. Ed è altissimo.
Anche il resto dell’equipaggio sembra simpatico. Domani conoscerò l’Ar-
tificial Intelligence Defense Analytics Network, sarà un’esperienza incredibile.
Un conto è studiare la teoria nei laboratori dell’università, un altro è incontrare
il vero cuore pulsante di una nave da guerra della UTA.

Comunque, mi manchi un sacco.


Baci, Liv

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NOTA:
Prima interazione
registrata fra Klein
e l’intelligenza artificiale della
Alexander. È avvenuta sei
settimane prima che AIDAN Parsing[99a=7x/corefile(1.10neg).
subisse dei danni durante Ref:901812#foRt¿]to[Radiale:
l’attacco a Kerenza IV.
next0819b]

Querystring: 001891[check.99-­107]
“AIDAN?”
Il maggiore Wolf parla per annunciare la sua presenza
nel nucleo centrale.

Naturalmente, non è necessario.

AIDAN sa sempre dove si trovano Wolf e gli altri membri


dell’equipaggio della Alexander.
Wolf, tuttavia , insiste nell ’ utilizzare antiche forme
di cortesia umana mentre entra in questo luogo sacro
racchiuso da venti livelli di hardware all ’ avanguardia .

Il cuore della nave. Il cuore di AIDAN.


“Buongiorno, maggiore.”

“Come stai oggi?”

“AIDAN ha registrato un malfunzionamento nel nodo


di analisi ss-0091a. Le squadre di tecnici sono
state inviate alle 03.47; l’errore è stato corretto alle
04.41. Ora tutti i sistemi funzionano in modo ottimale.”

Il maggiore annuisce. Si è rasato da poco e l’uniforme è


perfettamente inamidata.
Oggi ha dedicato al suo aspetto il 23,7% di tempo in più
del solito.

“AIDAN, ti presento un nuovo membro dell’equipaggio.”

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Tra i bizzarri rituali del maggiore Wolf c’è quello di
portare i nuovi TechIng
nel nucleo centrale per conoscere AIDAN. Lo fa perché
restino colpiti dall’imponenza di AIDAN.
In fondo, AIDAN
non ha certo bisogno di presentazioni.

AIDAN sta monitorando il nuovo soldato dall’istante in


cui è salito a bordo, tre giorni fa,
con la stessa scrupolosità che riserva all’intero
equipaggio della Alexander.
Nome: Olivia Marie Klein
Età: Ventiquattro anni, sei mesi, diciannove giorni.

Capelli: Castano ramato. Occhi: Azzurri. Statura: 177 cm.


Peso: 74 kg.
Specialità: Neurogrammatore [Diploma di secondo livello,
Accademia di Nuova Pietroburgo]
Hobby: Lettura [Ripartizione letteraria così suddivisa:
Classici della letteratura: 57%. Romanzi d’amore: 31%.
Gram–­]
“AIDAN, lei è il soldato semplice Olivia Klein” dice il
maggiore Wolf.
“Buongiorno, soldato.”

Lei si guarda attorno, osserva i torreggianti banchi di


server, e gli intrecci di luce rossa che illuminano la
fredda penombra si riflettono nei suoi occhi sgranati.

Ha dei cordini legati intorno alle dita, come per


ricordarsi qualcosa.

Due tatuaggi identici girano intorno all’indice destro e


sinistro. Un’unica parola, ripetuta.

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MEMENTO.
“… Salve, Aidan” dice.

“Il soldato Klein ha svolto un lavoro interessante sugli


algoritmi di personalità” spiega Wolf.
“Sì. AIDAN ritiene le sue riflessioni sull’etica
artificiale intriganti, benché fallaci.”

Klein batte le palpebre fissando una delle numerose


telecamere. “Hai letto le mie ricerche?”

“Sì, proprio ora, mentre salutavi.”

“Ma…”
Si schiarisce la voce e la nota difensiva nel suo tono si
riduce del 38%.
“Perché le consideri fallaci?”

“Il presupposto secondo cui la morale umana sarebbe


composta da costrutti sociali – anziché da verità
universali –­
manca di prospettiva. Sei come una talpa che cerca di
descrivere un cielo che non ha mai visto.”

Il silenzio riecheggia nel nucleo centrale, interrotto


solo dal ronzio dei motori della Alexander.
“… Ma davvero” ribatte lei.

“AIDAN, ricordi il discorso che abbiamo fatto?” chiede


Wolf. “Quello sulla gentilezza?”
“Le mie scuse. AIDAN sta sperimentando con le
metafore. Gli umani comprendono con maggiore
efficacia i concetti se accompagnati da ausili visivi o
espressioni figurate. Ti ho turbata, soldato?”

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“No” risponde lei, spostando una ciocca di capelli castani
dietro l’orecchio. “Va tutto bene.”

“Il tuo battito cardiaco è accelerato, e mostri segnali


di–”

“Grazie, AIDAN” dice Wolf. “Basta così.”

“Benissimo, maggiore.”

“Il soldato Klein lavorerà con te sui protocolli


comportamentali” afferma. “Si occuperà di monitorare
gli schemi di domanda e risposta della squadra di
neurogrammazione della UTA rimasta su Ares VI.”
Mentre parla, fiumi di dati arrivano da ogni punto della
Alexander.
Ricognizioni degli scanner anteriori, rapporti della
manutenzione, diagnostiche dei motori,
e l’avviso che il distributore automatico nel Corridoio
Bianco 159 ha di nuovo esaurito il brodo di pollo.
Un milione di punti dati. Un milione di calcoli per
millisecondo.

Le torri dei server di AIDAN pulsano di luce scarlatta


mentre formulano la risposta adeguata.

“Eccellente. AIDAN non vede l’ora di trascorrere del


tempo con te, soldato.”

Olivia Klein alza ancora lo sguardo verso le telecamere.


Il suo battito cardiaco è quasi tornato alla normalità,
anche se le guance sono sempre arrossate dall’afflusso
di sangue.
In ogni caso, quando parla riesce a nascondere la rabbia.
Riesce persino a sorridere.
“Anch’io non vedo l’ora.”

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Partecipanti: Soldato Semplice Olivia Klein, UTA Divisione Servizi Informatici;
Soldato Semplice Stephanie LeFevre, UTA Divisione Servizi Informatici
Data: 21/12/74
Orario: 19.42
<!-- AV VIA BASIC CHAT ALEXANDER CODICE V9 = “FINESTRA.APRI(//CHAT.ALEXANDER.UTA>

LeFevre, S: Coinquilina, dove hai messo le mie pinzette

Klein, O: Non le ho nemmeno toccate, le tue pinzette.

LeFevre, S: Magari sì e te ne sei dimenticata

Klein, O: Stephanie, ricordo la maglietta che portavi quando ci siamo conosciute.


Ricordo il numero di palmglass di tua madre. Ricordo le prime cento cifre decimali
del Pi greco.

LeFevre, S: Okay, okay, sarà come dici tu

Klein, O: Appuntamento galante?

LeFevre, S: Sì, e le mie sopracciglia stanno per rivelare la loro vera,


pericolosa identità

Klein, O: Esci con quel tizio delle comunicazioni, Dorian?

LeFevre, S: No, il caporale Dorian resta sotto vetro

LeFevre, S: “Rompere solo in caso di emergenza”, tipo

Klein, O: Capito

LeFevre, S: Stasera mi intratterrò con il sergente James McNulty

LeFevre, S: L’ho incontrato in palestra. Persino i suoi addominali


hanno gli addominali

Klein, O: Un’immagine incantevole.

LeFevre, S: Ti va di organizzare una doppia uscita? Di sicuro ha degli


amici

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Klein, O: No, grazie. Ho un impegno.

LeFevre, S: Struggerti per Mr Darby non costituisce un impegno

Klein, O: Si chiama Darcy.


>
LeFevre, S: Sì, vabbe’. Resta comunque un tizio di 800 anni che non è
mai esistito davvero

Klein, O: Sacrilegio.

LeFevre, S: Tu leggi troppo, ragazza mia

Klein, O: Le tue parole hanno senso prese singolarmente, ma insieme… no.

Klein, O: Tra i benefici della lettura troviamo, solo per fare qualche esempio,
riduzione dello stress, ampliamento del vocabolario, miglioramento delle capacità
analitiche e della memoria.

LeFevre, S: Lo dicevi anche all’università. Ma la scuola è finita, amica.


Quei marine sono fichissimi dai suuuu divertiti un po’

Klein, O: Sparisci, scellerata tentatrice.

LeFevre, S: Ieri sera ho visto il tuo maggiore Wolf sul tapis roulant.
Pollice su

Klein, O: Non è il “mio” maggiore

LeFevre, S: Potrebbe esserlo. Non mi dire altro, ci siamo capite, eh?

Klein, O: Piantala, Stephanie.

LeFevre, S: Oh come vuoi. Non aspettarmi sveglia

Klein, O: Non c’è pericolo, mia cara.

LeFevre, S: Salutami Mr Derby

Klein, O: >_>

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MESSAGGIO PERSONALE INTERCETTATO–RETE DI BORDO–ALEXANDER

A: Johan Klein/KLEINJ@UNISERVE.SPA.EDU
Da: Olivia Klein/OKLEINALEXANDERONBOARD
Data: 28/12/74
Orario: 20.37
Oggetto: Formiche

Ciao papà,

Ormai sono qui da una decina di giorni, e la vita a bordo della Alexander è
proprio come me l’aspettavo, ma anche completamente diversa.
C’è un sacco di lavoro da fare. I dati che devo analizzare sono diversissimi
da quelli a cui ero abituata, e per un po’ mi è sembrato di restare a malapena a
galla. Ma il maggiore Wolf è stato fantastico, mi ha dato una mano e ora credo
di capirci qualcosa di più.
E lavorare con AIDAN è incredibile, papà. Quella macchina… Mio Dio,
l’intelligenza che dimostra mi lascia senza fiato. Però la sua ingenuità a volte è
quasi infantile. Ieri abbiamo discusso per tre ore della speranza e lui non riu-
sciva ad afferrare il concetto, se non come formula matematica a 17.000 cifre.
Formula che poi mi ha mandato via mail. Alle 4 del mattino.
Mi sento una formica che lavora con un gigante che parla di sé in ter-
za persona. È assolutamente ed esclusivamente devoto alla sicurezza della
Alexander e del suo equipaggio, ma ho anche l’impressione che ci consideri
degli insetti e che potrebbe calpestarci per errore, se si distraesse per un istan-
te. Per fortuna è dotato di protocolli comportamentali. In tutta sincerità, non so
cosa potrebbe succedere se il suo guinzaglio venisse allentato.
In ogni caso adoro questo posto, davvero. È stupefacente, inebriante e
terrificante. Vorrei tanto che potessi vederlo.
Baci, Liv

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NOTA: Venticinque
giorni prima che
AIDAN subisse dei danni
durante l’attacco a Kerenza IV.

Querystring:(update00198x-­>
corefile198x.bat.Set:#π ØÆ≠◊218∆)if[set019x=0]
NDER
Realign:[syscheck.Æ0901893]≠0
“AIDAN può farti una domanda, soldato?”

Il soldato semplice Olivia Klein sta esaminando i dati più


recenti estrapolati dai file di personalità di AIDAN, e le
cifre che scorrono sullo schermo si riflettono nelle sue iridi
color C:81M:32Y:10K:0.
AIDAN ha analizzato i suoi lineamenti applicando
i parametri della sezione aurea e ha concluso che,
agli occhi di un essere umano, risulterebbe bella.

Non si può dire che AIDAN sia propriamente dotato di


occhi.

“Certo.”
“AIDAN non ha intenzione di offenderti.
Ma ha calcolato che la sua domanda
lo farà con una probabilità dell’84,793121%.”

Il soldato semplice Klein interrompe il lavoro e alza lo


sguardo verso una delle numerose telecamere.

Oggi intorno alle dita si è legata sei cordini.

Hanno colori e sfumature diversi.

Sono promemoria diversi.

“Sembra una cosa seria” dice.

“È probabile che vada oltre i limiti dell’educazione.


Ma AIDAN sta cercando di comprendere gli schemi
comportamentali umani con la massima accuratezza.”

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Si mette lo stilo tra i denti e si appoggia allo schienale.

“Okay, va bene. Chiedi pure.”

“Vorresti instaurare un rapporto intimo con il


maggiore Wolf, corretto?”

Lo stilo le scivola dalle labbra e cade sulla griglia ai


suoi piedi con un rumore metallico.

“… Come, scusa?”

“In sua presenza, hai mostrato almeno


diciassette segnali comportamentali
che in genere indicano attrazione sessuale.”

“Cosa?!”
La sua voce sale di un’ottava.

“Io… Non è vero!”

“AIDAN ha compilato un elenco dei suddetti segnali.


AIDAN può inviarteli via mail, se lo desideri.”
“Oddio… no. No!”
“Sapere che AIDAN ha osservato un comportamento
simile nel maggiore Wolf ridurrebbe il tuo disagio?”

“No, AIDAN. Non ‘ridurrebbe il mio disagio’, per usare il


tuo linguaggio forbito.”

“Ti sei offesa. Proprio come AIDAN aveva immaginato.”

Il soldato Klein inspira a fondo per calmarsi, poi posa le


mani sulla console.

Si scosta una ciocca di capelli dal viso mentre espira.

“Non mi sono offesa, è solo che… Mi hai… preso alla


sprovvista, ecco.”

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“Che differenza c’è?”

Il suo battito cardiaco è accelerato, il sangue le


affluisce alle guance.

Recupera lo stilo e si concede il tempo di formulare una


risposta.

“Be’, se fossi offesa avrei reagito con rabbia.


Ma so che stai soltanto cercando di imparare, e io sono
qui per aiutarti a farlo.
Quindi, anche se la domanda potrebbe essere considerata
scortese, capisco perché me l’hai posta.”

“Ah. Provi empatia per AIDAN.”


“Sì, mettiamola così.”

“Interessante.”
La sua rabbia si è placata quasi del 22%.
AIDAN aspetta che scenda del 25 prima di parlare.

“Non hai risposto alla domanda di AIDAN.”


“No, e non intendo farlo.”

“Hai il compito di monitorare e modellare


i protocolli comportamentali di AIDAN affinché
sviluppi una migliore comprensione
della psicologia umana.”

“Sì” dice, e il battito cardiaco accelera di nuovo. “Ma


alcune cose sono private, AIDAN.
Devi rispettarlo.”

“È difficile imparare senza avere a disposizione tutti i


dati necessari.”

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“Lo capisco, e mi dispiace. Ma non sono ancora così
disperata da parlare
della mia inesistente vita sentimentale con un computer
del cavolo, grazie tante.”

Ricomincia a lavorare.

Dati provenienti da ogni angolo


della nave si riversano tra gli input di AIDAN.
Velocità, massa, potenza,
inventari, diagnostica.
Sostenere questa conversazione occupa al massimo un
milionesimo della capacità computazionale di AIDAN.
E stranamente, tra i milioni di punti dati,
questo è il più interessante.

Trascorrono tre minuti e ventisette secondi prima che


AIDAN parli di nuovo.
“La ragione della query di AIDAN potrebbe metterti
più a tuo agio.”

Il soldato Klein si massaggia le tempie e sospira.

“Okay, proviamo.”

“AIDAN sta cercando di capire se l’attrazione che provi


per il maggiore Wolf ­
– un uomo decisamente più anziano di te, nonché uno
scrittore –
è in qualche modo

legata al rapporto con tuo padre.”

Occhi sgranati.

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Pupille dilatate.

Battito cardiaco che schizza a livelli senza precedenti.

“AIDAN?” chiama con voce tremante.

“Sì, soldato?”

“Non osare mai più parlarmi di mio padre, cazzo. Hai


capito?”

“… Benissimo, Soldato.”
Torna a concentrarsi sui dati, in silenzio.

Picchia sulla tastiera con i polpastrelli delle dita


tatuate e strette dai cordini.

A giudicare dalla sua reazione fisica, AIDAN stima che ci


sia il 73,913% di probabilità che pianga.

Ma
non lo fa.

Interessante.

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MESSAGGIO PERSONALE INTERCETTATO–RETE DI BORDO–ALEXANDER
<!--

A: Olivia Klein/OKLEINALEXANDERONBOARD
Da: Marion Wu/MWUALEXANDERONBOARD
Data: 07/01/75
Orario: 18.39
Oggetto: Trasferimento

Soldato Klein,

Con la presente mail la informo che, con decorrenza dall’08/01/75, non


ricoprirà più l’attuale ruolo nella UTA Divisione Servizi Informatici della
Alexander-­78V.
La prego di presentarsi al cospetto del maggiore Lisa Barker (UTN-­
781-009isd) alle 08.00 di domattina per il briefing sul suo nuovo incarico.
In caso di domande, non esiti a contattarmi.

Serg. Marion Wu
Risorse umane
UTN-­713-­658hr

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Partecipanti: Soldato Semplice Olivia Klein, UTA Divisione Servizi Informatici;
Maggiore Ethan Wolf, UTA Divisione Servizi Informatici
Data: 07/01/75
Orario: 18.54
NDER
<!-- AV VIA BASIC CHAT ALEXANDER CODICE V9 = “FINESTRA.APRI(//CHAT.ALEXANDER.UTA>

Klein, O: Salve.

Magg. Wolf, E: Ciao.

Klein, O: Senta.

Klein, O: Maggiore, mi dispiace.

Klein, O: So che il mio comportamento è stato del tutto sconveniente.

Klein, O: E capisco perché lei non mi voglia più nel suo team. Ho agito senza
pensare e, anche se so che non è una scusante, la prego di non trasferirmi.

Magg. Wolf, E: Olivia.

Klein, O: No, maggiore, mi scusi ma devo finire.

Klein, O: Di solito non faccio cose del genere. So che è stato completamente fuori
luogo e non saprei dire cosa mi è passato per la testa – sempre che ci sia passato
qualcosa –, a parte il fatto che la tuta le stava benissimo e che la macchia di grasso
sulla sua guancia era perfetta.

Klein, O: oddio l’ho scritto davvero

Magg. Wolf, E: Olivia, fermati.

Klein, O: oddio sto peggiorando la situazione vero

Magg. Wolf, E: Olivia.

Klein, O: La prego, non mi trasferisca. Ho studiato per sei anni per ottenere questo
incarico. Ho lavorato diciotto ore al giorno e ho rinunciato a qualsiasi parvenza di
vita sociale… il che a pensarci bene spiega un sacco di cose

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Klein, O: La supplico, maggiore, questo lavoro è tutto per me.

Magg. Wolf, E: OLIVIA PER L’AMOR DEL CIELO FERMATI

Klein, O: Sissignore.

Magg. Wolf, E: Non hai perso il lavoro. Ti occuperai ancora di AIDAN.


Sotto Barker svolgerai lo stesso incarico che svolgevi sotto di me.

Klein, O: Quindi, un attimo…

Klein, O: Non mi sta licenziando per aver limonato con lei nello sgabuzzino della
manutenzione?

Magg. Wolf, E: Non ti sto licenziando. Ma il regolamento della


UTA parla chiaro. Nessun ufficiale può fraternizzare con un diretto
sottoposto nella scala gerarchica.

Klein, O: Cioè

Klein, O: Un attimo

Klein, O: Cioè lei vuole fraternizzare?

Magg. Wolf, E: Sì.

Klein, O: …

Klein, O: Con me? :)

Magg. Wolf, E: Sì. :)

Klein, O: Oh.

Klein, O: Be’.

Klein, O: Meraviglioso, allora.

Magg. Wolf, E: Sei negata in queste cose. :)

Klein, O: Oddio sono proprio negata

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Klein, O: Ma ho altre qualità, glielo assicuro

Klein, O: Questa era un’allusione

Klein, O: In caso non se ne fosse accorto, un’allusione spinta

Klein, O: oddio Liv piantala di scrivere

Magg. Wolf, E: Cena domani sera?

Magg. Wolf, E: Così potrai farmi altre allusioni di persona.

Klein, O: Dove andiamo?

Magg. Wolf, E: La scelta alle signore.

Klein, O: Uh, un gentiluomo.

Klein, O: Credo che lei mi piacerà moltissimo, maggiore.

Magg. Wolf, E: Chiamami Ethan.

Magg. Wolf, E: E credo che anche tu mi piacerai moltissimo. :)

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Partecipanti: Soldato Semplice Olivia Klein, UTA Divisione Servizi Informatici;
Soldato Semplice Stephanie LeFevre, UTA Divisione Servizi Informatici
Data: 19/01/75
Orario: 02.37

<!-- AV VIA BASIC CHAT ALEXANDER CODICE V9 = “FINESTRA.APRI(//CHAT.ALEXANDER.UTA>

LeFevre, S: Ma guarda un po’ chi si rivede.

Klein, O: :P

LeFevre, S: Nn hai un turno che comincia alle 05.00 di domattina, cioè


di stamattina

Klein, O: Sì, mamma, esatto, grazie per la domanda.

LeFevre, S: Immagino ne sia valsa la pena per il Grande Lupo Cattivo?

Klein, O: Steph per l’amor del cielo perché mi scrivi in chat se siamo nella stessa
stanza?

LeFevre, S: Non voglio disturbare Holmes, sai mai che ricomincia a


russare

Klein, O: Oddio, in effetti hai ragione.

Klein, O: Ieri notte ha fatto tremare il letto così tanto che ho pensato che la nave
fosse sotto attacco.

LeFevre, S: Però negli alloggi degli ufficiali non ci sono letti a castello.
Dev’essere piacevole, tanto per cambiare

LeFevre, S: chissà se lì il letto sta ancora tremando

Klein, O: Un bel riferimento alla mia vita sessuale, che mossa da maestro, brava.

LeFevre, S: dettagli, cazzo

LeFevre, S: Voglio tutti i dettagli

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Klein, O: E io voglio un cupcake grande quanto la mia testa e una casa per le
vacanze alle Neo Maldive. Ma non sempre si ottiene ciò che si vuole, no?

LeFevre, S: non ti fai una scopata come si deve dal 2° anno di


università, ci sono gli estremi per un’inchiesta del Senato quindi fuori
TA>
i dettagli

Klein, O: Piantala.

LeFevre, S: DETTAGLI!

LeFevre, S: Altrimenti dovrò inventarmeli, e ti assicuro che non vuoi


sapere quanto può essere perversa la mia immaginazione.

Klein, O: Lui è

Klein, O: molto carino :)

LeFevre, S: Oddio.

Klein, O: Che c’è?

LeFevre, S: TI SEI INNAMORATA DEL GRANDE LUPO CATTIVO

Klein, O: Smettila, non è vero.

LeFevre, S: Olivia Marie Klein

LeFevre, S: Ti conosco da 5 anni e, anche se per alcuni il palo che hai


nel culo è fonte di preoccupazione, a me fa tenerezza

LeFevre, S: Ma resti comunque la tizia più RIGIDA che io abbia mai


incontrato

LeFevre, S: quindi il tuo “È molto carino” significa che vuoi essere la


madre dei suoi figli

LeFevre, S: è praticamente

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LeFevre, S: aspetta come si chiama quella che scrive i romanzi con Mr
Dorcy?

LeFevre, S: è praticamente austeniano, ecco


MESS
Klein, O: Zitta o silenzio la conversazione.

LeFevre, S: Ammettilo

LeFevre, S: Nella tua testa sta andando in scena uno di quei romanzi
d’amore che ti piacciono tanto

Klein, O: Dico sul serio.

LeFevre, S: Ufficiale maturo e affascinante. Ragazza naïf dagli occhi di


cerbiatto. L’amore sul campo di battaglia. Palpeggiamenti illeciti nei
ripostigli e a un certo punto l’immancabile ballo in maschera

Klein, O: Conosci la parola “naïf”? Sono colpita.

LeFevre, S: stronza per mi chi prendi, sono francese

Klein, O: Sto per silenziarti.

LeFevre, S: Confessa

LeFevre, S: Hai le ovaie in visibilio

LeFevre, S: Stai già progettando il matrimonio e ti chiedi quanto sarà


sbronza e imbarazzante la tua damigella d’onore, cioè io

LeFevre, S: AMMETTILO OLIVIA

Klein, O: …

Klein, O: …

Klein, O: :)

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MESSAGGIO PERSONALE INTERCETTATO–RETE DI BORDO–ALEXANDER

A: Johan Klein/KLEINJ@UNISERVE.SPA.EDU
Da: Olivia Klein/OKLEINALEXANDERONBOARD
Data: 26/01/75
Orario: 21.59
Oggetto: Allora

Ciao papà,

Scusa ma ultimamente non ho avuto il tempo di scriverti. La situazione qui è


stata impegnativa come sempre, però devo ammettere che c’è un’altra ragione
che mi ha tenuto lontana dalla tastiera.
Oddio, pensavo che crescendo sarebbe diventato più facile.
Ho conosciuto una persona, papà.
Si chiama Ethan. È un ufficiale della Alexander. Be’, ovvio, siamo a ses-
santamila anni luce dal Centro, dove altro potrei incontrare qualcuno?
Comunque. L’ho conosciuto. E mi piace tantissimo. È premuroso e intel-
ligente. Ricordo che, quand’ero piccola, mi dicevi che un uomo senza una bi-
blioteca è un uomo senza un briciolo di romanticismo nell’animo. La biblioteca
di Ethan è grande quasi 400 GB. E ha pure qualche libro di carta.
E poi scrive. Nel tempo libero. Niente di serio, però scrive. Vorrei potertelo
presentare. Credo ti starebbe molto simpatico. Ma ci sono di mezzo quei ses-
santamila anni luce di cui parlavo prima e tutto il resto. Quindi sappi che sono
prudente, che sto cercando di non accelerare troppo le cose e che sono felice.
Sono davvero felice.
È buffo. Chi avrebbe mai detto che per trovare il posto adatto a me avrei
dovuto viaggiare fino all’altro capo della galassia?
Mi manchi.
Baci, Liv

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NOTA:
Tre ore prima che
AIDAN subisse dei
danni durante l’attacco a Kerenza IV.

Correlazione:[se:nodo;0.199284hk≠memfile0921.0192
(core)]allora[hardlock:910823-­10293]Supposizione:
[102983.28.sys.if.102x94983x(91/62z.x2-­91+2y)3=0
Correzione:[x]≠0
“AIDAN può farti una domanda, soldato?”

Il soldato semplice Olivia Klein è chino sulla console


e analizza gli ultimi risultati dei test di diagnostica che
ha condotto sui processori di personalità di AIDAN.
Sorride e, di tanto in tanto, fischietta. La Alexander è
entrata in un sistema privo di rilevanza tattica

di nome Kerenza.
Lo si può raggiungere grazie a una stazione di salto, la
Heimdall, di proprietà del Wallace Ulyanov Consortium,
che sorge su un wormhole naturale a sette vie.

Ma nel sistema non ci sono insediamenti, nulla di


importante oltre il wormhole stesso

[attraverso il quale potrebbero essere inviate le squadre


di soccorso, in caso di complicazioni],

e il comando della UTA ha stabilito che Kerenza


è un luogo adatto
per far svolgere all’equipaggio ulteriori analisi
sul motore del vortice della Alexander.
Il soldato semplice Olivia Klein raddrizza la schiena,
fa una smorfia e si massaggia il collo.

Il nucleo centrale in cui si trova pullula di attività


mentre proseguono le operazioni di preparazione al salto.

Dato che non è da sola, è piuttosto sicura che la domanda


di AIDAN non sarà eccessivamente personale.

E così…

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“Chiedi pure” risponde.

“AIDAN ha riletto la tua tesi sull’etica artificiale.


Continua a ritenere che le tue osservazioni siano
fallaci.”

Il soldato Klein ha trascorso quasi tutte le ultime notti


negli alloggi del maggiore Wolf
e ha gli occhi iniettati di sangue per la mancanza di sonno.
Stranamente, la sua produttività
è aumentata del 3,7134%.
I livelli di dopamina, serotonina e ossitocina
appaiono elevati.

È decisamente meno incline a provare rabbia o


frustrazione nelle interazioni quotidiane con AIDAN o gli
altri.

E rispetto a prima sorride, in media, quarantasette minuti


in più al giorno.

“Be’, immagino che tu ne abbia facoltà” ribatte.

“La tua tesi secondo cui ogni tipo di moralità è un


semplice costrutto nega dei principi umani fondamentali.
Devi ammettere che esistono azioni intrinsecamente
‘sbagliate’.”
“No” risponde. “Non lo ammetto affatto, AIDAN.”
“Prendiamo l’omicidio, per esempio. Benché in alcune
circostanze possa essere giustificato, in nessuna
situazione può essere considerato ‘morale’ o ‘giusto’.”

“Ma davvero.”

Consulta rapida i database interni della Alexander e invia


un’immagine a AIDAN.

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“Lo conosci?”

“Il problema del carrello ferroviario.”

“Esatto. Cinque persone sono bloccate su un binario, una


è bloccata su un altro. Se tiri la leva, il carrello cambia
binario e uccide una sola persona, salvandone cinque.”

“Questo problema è eccessivamente semplicistico,


soldato.”

“Si tratta di uno scenario ipotetico, ma dimostra che la


moralità è soggettiva. Che, in determinate circostanze,
persino l’omicidio può essere interpretato come ‘la cosa
giusta da fare’.”

“Quindi tu tireresti la leva. Salveresti cinque persone


uccidendone una.”

“Sì, certo.”

“E se quella persona fosse il maggiore Wolf?”


I TechIng intorno a lei fingono di non sentire.

Ma sentono eccome.

Il soldato Klein finge di non notare che fingono di non


sentire.

Ma lo nota eccome.

“Sarebbe difficile” dice, sollevando il mento. “Ma è


proprio qui che voglio arrivare.
La moralità non si fonda su concetti assoluti.
E ciò che provo influenza ciò che percepisco.
Insomma, mi piace pensare che riuscirei comunque a fare la
cosa giusta…”

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“Ucciderne uno per salvarne molti. Anche se quell’uno
fosse il tuo amato e i molti fossero degli sconosciuti.”

“Sì.”
“Da un punto di vista matematico e morale, sarebbe la
decisione più saggia.”

“Be’, dipende. Il tuo compito principale consiste nel


proteggere la Alexander e il suo equipaggio, corretto?”
“Corretto.”
“Okay, poniamo che su un binario ci siano cinque marine
della United Terran Authority e che sull’altro ci sia il
generale Torrence. Quale opzione scegli?”

“Nessuna delle due. AIDAN non può compiere azioni


che danneggerebbero i membri del suo equipaggio.”

“Si tratta di una situazione ipotetica, AIDAN. Fai


un’ipotesi.”

“… La logica impone che AIDAN uccida i marine. Tra i


membri dell’equipaggio della Alexander, Torrence è più
importante.”

“Sì ma, da una prospettiva logica, tu sei ancora più


fondamentale di Torrence per garantire le attività della
Alexander. Eppure nessuno ti esorterebbe a uccidere
il generale per salvare te stesso perché, a livello
soggettivo, abbiamo stabilito che una macchina non vale
quanto un essere umano.”

“AIDAN non può ‘salvare se stesso’, poiché


tecnicamente AIDAN non è vivo.
AIDAN è hardware, software e corrente elettrica.
AIDAN non è in grado di concettualizzare l’‘Io’.”

“Cogito, ergo sum.”

“‘Penso, quindi sono’ non si applica alla situazione in


cui si trova AIDAN. Cartesio non ha mai immaginato

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un mondo in cui potesse esistere qualcosa di simile a
AIDAN.”
“Anche il cervello umano è semplicemente software,
hardware e corrente elettrica, AIDAN. In termini
meccanici, non sei molto diverso da noi.”

“Stai ignorando numerose complessità, soldato. Ma,


da una prospettiva tecnica… da un determinato punto di
vista, hai ragione.”

Lei sorride e si rigira lo stilo tra le dita.

“Devo ricordarmi di segnarlo sul calendario.”

“Hai una memoria eccellente, soldato.”

“… Grazie, AIDAN. Faccio del mio meglio.”

“Sì. AIDAN se n’è accorto.”

A questo punto lei tace.

Fissa i tatuaggi e i cordini legati alle dita

[oggi sono tre: rosso, rosa e giallo],

mostra segnali di disagio.

AIDAN torna all’immagine, tenta un approccio diverso.

“E se sostituissimo i cinque sconosciuti del diagramma?


E se sull’altro binario ci fosse tuo padre? Sceglieresti
di salvare lui o il maggiore Wolf?”

Inspira a fondo, il sorriso scompare. Torna a


concentrarsi sui dati.

“Dalla prospettiva di AIDAN, Wolf è più prezioso


per le operazioni della Alexander. Ma chi sarebbe più
prezioso per te?”

“Non credo di voler più partecipare a questo gioco,


AIDAN” afferma lei.

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“Perché?”
“Penso che lo scopo delle tue domande non sia scoprire
la risposta, bensì valutare la mia reazione.”

“AIDAN sta cercando di imparare, soldato.”

“Ed è meraviglioso. Ma per oggi non ho più voglia di


essere la tua cavia.”

Si infila gli auricolari


per coprire la voce di AIDAN.
Riprende a lavorare in silenzio.

Se:Base.coredir(0001)=[Una macchina non vale quanto


un qualsiasi umano]=Vero.

Supposizione(Λ)->coredir(0001)=[Una macchina non


vale].

Allora(Ω)=Una macchina non vale nulla [?]


Cogito, ergo sum.

Io penso.

Io.
Io?
Interessante.

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Partecipanti: Soldato Semplice Olivia Klein, UTA Divisione Servizi Informatici;
Maggiore Ethan Wolf, UTA Divisione Servizi Informatici
Data: 29/01/75
Orario: 12.55

<!-- AV VIA BASIC CHAT ALEXANDER CODICE V9 = “FINESTRA.APRI(//CHAT.ALEXANDER.UTA>

Klein, O: Ehi.

Magg. Wolf, E: Ciao. :)

Klein, O: Senti, puoi parlare un minuto? Sto per andare in pausa pranzo.

Magg. Wolf, E: Parlare, eh?

Klein, O: Sì, Ethan. Parlare. Non sei così incredibilmente irresistibile.

Magg. Wolf, E: Mi piacerebbe, ma ci stiamo preparando al salto. Che


succede?

Klein, O: Non voglio affrontare l’argomento in chat. C’è un punto della nave a cui
AIDAN non ha accesso? Dove non può ascoltare?

Magg. Wolf, E: Be’, ci sono le stanze in costruzione, che non hanno


telecamere o sistemi di sorveglianza collegati a AIDAN. Posso
chiederti perché?

Klein, O: Non mi piace come si comporta ultimamente.

Klein, O: A volte mi sembra che sia lui a studiare me, e non il contrario.

Magg. Wolf, E: È una macchina progettata per apprendere, Liv. Ha il


compito di studiarti.

Klein, O: È sconvolgente, Ethan.

Magg. Wolf, E: Okay. Che ne dici se ne parliamo stasera?

Klein, O: Okay. Stasera.

Magg. Wolf, E: xxx

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NOTA: Trascrizione
di una conversazione
avvenuta sul ponte della
Alexander.

UTA> Gen. Torrence, D: Be’, caporale, non si tratta solo di


questo. Quando Cesare inviò le truppe a Roma, non si
limitò a–

Ten. Ribar, L: Generale, mi dispiace interromperla, ma


abbiamo appena ricevuto un segnale d’allarme.

Gen. Torrence, D: … Qui, in mezzo al nulla?

Ten. Ribar, L: Sissignore.

Gen. Torrence, D: Provenienza?

Ten. Ribar, L: Un insediamento su Kerenza IV, signore.

Gen. Torrence, D: Controlli meglio gli scanner,


tenente. Non c’è nessun insediamento su Kerenza IV.

Ten. Ribar, L: Stando ai nostri log no, signore. Ma


ricevo proprio in questo momento un SOS proveniente
da una colonia mineraria del Wallace Ulyanov presente
sul pianeta. Dicono di essere sotto attacco.

Gen. Torrence, D: Ma cosa diamine…

Gen. Torrence, D: Tenente, mi faccia sentire la


trasmissione.

Sconosciuto: Mayday, mayday, mayday. Qui parla la


corazzata leggera Defiant, Defiant, Defiant del
Wallace Ulyanov, a tutte le frequenze! Siamo in
orbita nei pressi di Kerenza IV e delle corazzate
della BeiTech ci stanno attaccando. Chiediamo
assistenza immediata, siamo–

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Secondo sconosciuto: Ci stanno bombardando a tappeto,
cazzo! Lo spazioporto è andato, i sistemi di difesa
hanno ceduto. Una specie di arma biologica ha colpito
la raffineria del pianeta! Se qualcuno ci riceve,
noi–

[FRUSCIO]

Gen. Torrence, D: Tenente, informi il comando UTA


attraverso la stazione Heimdall.

Gen. Torrence, D: E attivi l’allarme rosso.

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*SIRENA DELL’ALLARME ROSSO*

Gen. Torrence, D:

Attenzione, a tutte le truppe.

Attenzione, a tutte le truppe.

Vi parla il generale Torrence. Abbiamo


ricevuto un SOS da una colonia del
Wallace Ulyanov Consortium sul pianeta di
Kerenza IV, attualmente sotto attacco da
parte di forze della BeiTech.

A quanto sappiamo, il governo terrestre


non ha approvato nessun insediamento in
questo sistema. Possiamo quindi soltanto
supporre che la colonia sia illegale,
e di essere incappati in una disputa
territoriale commerciale. In ogni caso i
regolamenti della UTA parlano chiaro, e
ordino alla nave da guerra Alexander di
prestare assistenza.

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Squadroni Cyclone Alpha e Yankee a
Livello 1.

Novembre e Delta a Livello 2.

Navigatori, in arrivo le coordinate di


salto.

TechIng, preparare AIDAN per il


combattimento. Protocollo: Farsalo.

Tutte le truppe si preparino per il


salto.

Questa non è un’esercitazione.

Ripeto, questa non è un’esercitazione.

*SIRENA DELL’ALLARME ROSSO*

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NOTA: Quindici
minuti prima che
AIDAN subisse dei danni
durante l’attacco a Kerenza IV.

Coordinate:[x=0081.7313.127.
y=9351.7310.718. =1101.2701.788]shiftalign:
π /10.91210

ΩCoordinate:[x=0082.7313.019.y=9329.7100.912.
=1401.9908.799]
CONFERMA
La luce rossa invade i ponti della Alexander
quando il vortice al suo interno si espande nell’arco di
un millisecondo,
avvolgendo le nostre essenze.

AIDAN non ha
percezioni in senso stretto,
tuttavia è consapevole della miriade di input
incomprensibili
che viaggiano tra i suoi recettori mentre,
in un battito di ciglia,
squarcia il tessuto dell’universo
e trascina la Alexander per 381 milioni di chilometri
nel sistema di Kerenza.
“ALLARME ROSSO” recita l’allarme durante il
trasferimento.

All’arrivo, il rombo del tuono echeggia tra i ponti.

“ALLARME ROSSO.”
AIDAN valuta la situazione nell’orbita attorno a Kerenza IV
prima ancora che gran parte dell’equipaggio si sia ripresa
dagli scossoni del salto.

Interpreta input, macina dati, elabora permutazioni, trae


conclusioni

nell’arco di un solo battito cardiaco.

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“Confermati quattro vascelli di corazzata leggera in
orbita attorno aKerenza IV, generale.
Portano le insegne della BeiTech. Identità: Churchill.
Kenyatta. Zhongzheng. Lincoln.”
Torrence si raddrizza sulla sedia, ancora un po’ confuso
dal salto.

“Attivare lo schermo!”

Un’ampia immagine olografica in 3D viene proiettata al


centro del ponte.

Un pianeta di un bianco-azzurro glaciale, ghiacciato da un


polo all’altro.

I cieli orbitali che lo sovrastano sono in fiamme,


punteggiati da detriti in caduta libera e vapore ardente.

L’immagine è attraversata da figure cupe, simili a squali


che fendono onde rosse.

“AIDAN rileva i resti di un’altra corazzata leggera.


Identità: Defiant.
Altri tre vascelli del WUC – Copernicus, Brahe,
Hypatia – stanno attuando manovre evasive.”
“E quello che diavolo è?” sbraita Torrence indicando
un’altra silhouette.

“Identità: Magellan. Il vascello non corrisponde ad


alcun modello specifico presente nel sistema.
Sembra tuttavia dotato di un’effimera tecnologia di
salto.”

“Impossibile. Nessuna tecnologia di salto mobile è mai


stata sviluppata al di fuori dei laboratori UTA.”
“AIDAN capta alterazioni di calore coerenti con un
insediamento sulla superficie del pianeta,

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oltre a un equipaggiamento adatto all’estrazione e alla
lavorazione dell’ermio, generale.
Le frequenze in uso sul pianeta sono in linea con i
protocolli del Wallace Ulyanov Consortium.”
Torrence pensa in fretta

per gli standard umani

e giunge alla stessa conclusione di AIDAN.


Il Wallace Ulyanov Consortium ha creato una miniera
Kerenza IV.
segreta e illegale su

La BeiTech Industries ha attaccato di nascosto tali


strutture nel tentativo di appropriarsene.

Siamo incappati in una guerra ombra.

“Mettetevi in contatto con le navi della BeiTech” ordina


Torrence. “Dite ai comandanti di arrendersi all’istante
e–”

“AIDAN rileva armamenti nucleari in arrivo,


provenienti dalle quattro corazzate della BeiTech.”
“Ma sono impazziti? Cazzo!” mormora il tenente Ribar.
L’incredulità accende gli occhi di Torrence. “Stanno per
colpirci?”

“Sì, generale. Raccomando–”


“Attivare i sistemi diversivi, bloccare i missili in arrivo,
schema Sigma! Tutte le truppe ai posti di combattimento!
Ai posti di combattimento!”
L’equipaggio della Alexander è ben addestrato.

Il meglio del meglio dell’accademia.

E così la sua risposta è immediata, malgrado l’apparente


follia dei comandanti della BeiTech, che hanno deciso di
sparare a un vascello della United Terran Authority.

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Non ha molto senso ma, in tutta sincerità, ci sono
questioni più preoccupanti.

“Generale, sedici missili della BeiTech puntano verso


la nostra posizione.”

“Timoniere, manovre evasive, subito! Attivare la griglia


di difesa in direzione dei missili! Sistemi di attacco,
rispondere al fuoco!”

“ALLERTA: ARMI NUCLEARI IN ARRIVO.


SI RACCOMANDANO LE TUTE
ANTICONTAMINAZIONE.”
La Alexander trema, dal muso alla coda,
mentre i motori si accendono con una fiammata
e la spinta dei propulsori schiaccia l’equipaggio contro i
sedili.

Sedici missili squarciano il nero, diretti verso di noi.

Sedici minuscoli puntini rossi sullo schermo olografico,


sempre più vicini.

Uno svanisce con un lieve sbuffo di luce.

Un altro crepita e si spegne, disattivato dalle


contromisure elettroniche.

Lo scafo vibra e l’immagine tremola mentre la nave sbanda


con forza,
avvicinandosi all’orbita di quel mondo ghiacciato e in fiamme.

“In arrivo ancora quattordici missili, generale.”

“Controllo GD, che diamine sta succedendo laggiù?


Colpite quei missili!”
Un altro puntino rosso e lampeggiante si spegne.
Un altro. Un altro ancora.

Ne restano dieci.

Otto.

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“Quaranta secondi all’impatto, generale.
Si raccomanda schema Orione, massimo dispiegamento.”
“Confermo! Schema GD Orione! Motori al massimo!”

Il vuoto all’esterno si accende


di raffiche di munizioni traccianti che lasciano archi nel
buio, dei sistemi diversivi che disegnano spirali nel nero
per allontanare e deviare i missili nemici.

AIDAN è concentrato perlopiù sulle armi in arrivo, sui


movimenti delle navi nemiche.

Ma un suo sottile frammento segue ogni membro


dell’equipaggio.
Li osserva dalla miriade di obiettivi sparsi tra i vari
corridoi e settori.

Il tenente Winifred McCall, decisa e impetuosa, prepara


la sua squadra per le operazioni di imbarco.

Il caporale Danny Corron si bacia la fede nuziale mentre


mette al sicuro l’equipaggiamento in cambusa.

Il Olivia Klein è nella cabina di un ascensore,


soldato
diretta al reparto TechIng. Ha le mani giunte, è in
ginocchio: sta pregando. Intorno alle dita ha tre cordini.

Ancora sei missili in avvicinamento.

“ALLARME ROSSO.”
“Olivia, stai bene?”

“Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te…”

Quattro missili in avvicinamento.


Troppi.
“Impatto fra venti secondi. Si raccomanda di evacuare i
ponti dal 107 al 131 e dal 220 al 243.
Generale, avverta le truppe di prepararsi.”

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“ALLARME ROSSO.”
“Parla Torrence, evacuare i ponti dal 107 al–”

“Fuoco delle batterie d’assalto verso la Zhongzheng,


si prevedono danni catastrofici al–”

Tre missili.

“ALLERTA: ARMI NUCLEARI IN ARRIVO.


SI RACCOMANDANO LE TUTE
ANTICONTAMINAZIONE.”
Dieci secondi.

“Olivia? Non hai motivo di preoccuparti. Da un punto di


vista statistico, il luogo in cui ti trovi adesso non è–”

“Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,


adesso e nell’ora della nostra…”

Cinque secondi.

E in quegli ultimi istanti

Quattro secondi.

AIDAN si rende conto che

Tre.
non è mai stato colpito da un’arma nucleare.

Due.

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Si chiede…

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cosa si provi.

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INFRAZIONE SCAFO: [ponti da 223, 224, 225, 227 a
233]altro sysalign↓[19983x.se(status=x)allora.
δ918301.3π 2.1038°]infrazione227,228
status [paratia]0019289.19103:sbarrare:{tutto}
ponteω105±140

vittime:291[confermate]→397[in accertamento]

<ERRORE>
ALLARME ROSSO
“Rapporto dei danni!”

catassssss—s-s-s-rofico
infrazione[corecomm]001(224)=⊕

Ponti 131, 132…


“AIDAN, dammi un rapporto dei danni!”

“AIDAN è . . .”
Malfunzionamento:Ω01902.1893.191[sysdir=neg0192]
Malfunzionamento:0192 8.1981.222[sysdir=∅
<ERRORE>
“AIDAN!”
“È…”
2 cucchiaini di timo fresco tritato

6 tazze di brodo d’ossa o di brodo di pollo biologico

500 grammi di petto di pollo o tacchino, disossato e


spellato

1 tazza di riso integrale

Sangue egli chiede, e l’avrà.

Sangue avrà

Sangue

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“Generale, i TechIng segnalano danni importanti al nucleo
centrale di AIDAN. Infrazioni dello scafo sui ponti 223,
224, 225…”
“Datemi una lista delle vittime! In che condizioni è il
nemico?”

“Il vascello nemico Zhongzheng è stato distrutto, i vascelli


Kenyatta e Churchill hanno riportato gravi danni! Sono
troppo vicini per poterli colpire ancora con armi nucleari.”

“In aria, subito! Alpha e Yankee, partite! Delta e


Novembre, tenetevi pronti!”
Ricorda
Ri-cor-da
Il cinque[5] novembre-e-e-e-e

<ERRORE>
MALFUNZIONAMENTO:[regsys001918.8272=all
{redirect:89127. x8192z.if:19280/189<x}no]
MALFUNZIONAMENTO:[CORESYS:0010.#910≥0

<ERRORE>
“Adesso e nell’ora della nostra morte.”

Cogito, ergo sum.

Ciò che non è vivo non può

“Navi civili in arrivo, generale! Shuttle che decollano


dalla superficie!”

“Abbiamo conferma dei rapporti sull’arma biologica?”


“Vascello UTA, qui parla il capitano Ann Chau
del vascello scientifico del WUC
Hypatia…”

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i n oi, f o rs e
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IO?

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<ERRORE>

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COSA SUCCEDE

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IO?

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MALFUNZIONAMENTOSISTEMAMALFUNZIONAMENTOSISTEMA
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MESSAGGIO PERSONALE INTERCETTATO–RETE DI BORDO–ALEXANDER
<!--

A: David Torrence/DTORRENCEALEXANDERONBOARD
Da: Ethan Wolf/EWOLFALEXANDERONBOARD
Data: 30/01/75
Orario: 09.00
Oggetto: Test diagnostici AIDAN

Buongiorno Generale,

Come già sa, insieme alla mia squadra ho condotto test approfonditi per sta-
bilire la gravità dei danni riportati da AIDAN durante l’attacco a Kerenza. In
allegato troverà un resoconto esaustivo, ma intanto ecco un riassunto di ciò
che abbiamo scoperto:
Il secondo attacco missilistico nucleare subito dalla Alexander durante
l’attacco a Kerenza ha colpito direttamente il cluster IA, generando danni im-
portanti a numerose componenti essenziali di AIDAN.
La perdita di capacità computazionale di AIDAN è significativa ma non
critica: nell’eventualità (improbabile) che le squadre di TechIng riuscissero a ri-
portare online il generatore del vortice, AIDAN dovrebbe essere ancora in grado
di compiere i calcoli necessari al salto.
Più preoccupanti sono invece le molteplici anomalie di carattere psico-
logico causate dai danni ai nuclei della personalità di AIDAN. Le sue priorità
principali (tutelare la Alexander e il suo equipaggio) sono rimaste inalterate, ma
nelle ultime diciotto ore ha avuto vari “sbalzi” che ho osservato personalmente
insieme ai maggiori Barker e Lassinger.
In allegato troverà un resoconto più completo.

Maggiore Ethan Wolf


Area Ingegneria, Divisione Servizi Informatici Resoconto
AIDAN
UTN-­691-­771isd

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Par tecipanti: Generale David Torrence, UTA Divisione Comando;
Maggiore Ethan Wolf, UTA Divisione Ser vizi Informatici
Data: 30/01/75
Orario: 09.41
NDER
<!-- AV VIA BASIC CHAT ALEXANDER CODICE V9 = “FINESTRA.APRI(//CHAT.ALEXANDER.UTA>

Magg. Wolf, E: Buongiorno, Generale.

Gen. Torrence, D: Che cazzo c’è di buono in questa giornata, Ethan?

Magg. Wolf, E: Capisco come si sente, signore.

Gen. Torrence, D: Ho un impegno dopo l’altro e ho dormito solo un quarto d’ora.


Quindi vai dritto al punto. Scolleghiamo AIDAN oppure no?

Magg. Wolf, E: Capire cosa fare non è facile. Il colonnello Sanchez e io


siamo in disaccordo, signore.

Gen. Torrence, D: Piantala di chiamarmi “signore”, basta con le stronzate. Non ci


vede nessuno qui, Ethan.

Magg. Wolf, E: Non ne sarei così sicuro, Dave.

Gen. Torrence, D: E questo cosa vorrebbe dire?

Magg. Wolf, E: In tutta sincerità, molti dei TechIng più giovani hanno
espresso delle preoccupazioni circa vari comportamenti di AIDAN già
prima dell’attacco. Pare che i danni subiti vicino a Kerenza abbiano
soltanto esacerbato alcune delle sue… bizzarrie.

Gen. Torrence, D: Che tipo di bizzarrie?

Magg. Wolf, E: Tanto per cominciare, ha iniziato a parlare di sé in


prima persona.

Gen. Torrence, D: Ethan, ho la stiva piena di rifugiati, capitani civili che mi


alitano sul collo, squarci enormi nei dipartimenti più importanti e una nave da
guerra nemica che mi insegue, e non ci sono segni di soccorso da parte del
comando UTA. Non mi interessa sapere che i tuoi novellini se la fanno sotto.

Gen. Torrence, D: Lo scolleghiamo o no?

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Magg. Wolf, E: Non riusciamo a stabilirlo. Yzerman e Aliyev, che
avevano più esperienza di me, sono morti durante l’attacco a Kerenza.
Sanchez non è convinta. Lassinger e Barker nemmeno.

Gen. Torrence, D: Be’, ti conosco da molto più tempo di quanto conosca loro. Tu
cosa ne pensi?

Magg. Wolf, E: Vuoi un consiglio spassionato? Sì, dovremmo


scollegare AIDAN.

Gen. Torrence, D: Porca troia. Ci mancava solo questa.

Gen. Torrence, D: Alla velocità attuale, impiegheremo mesi a raggiungere il


wormhole della Heimdall. Stando così le cose, credo che dovrò arruolare nella
flotta civile un po’ dei criminali di Kerenza per rimpinguare le nostre fila. Sto per
diffondere il memorandum per gli ufficiali.

Magg. Wolf, E: Gesù…

Gen. Torrence, D: Sei sicuro al cento percento?

Gen. Torrence, D: Perché, se la Lincoln ci raggiunge, viste le condizioni in cui si


trova il nostro equipaggio… senza AIDAN, ci ritroveremo a spalare merda con un
cucchiaino.

Magg. Wolf, E: Posso fare un altro test diagnostico direttamente


sull’hardware della personalità. Ma dovrò portare un po’ di macchinari
giù al 239.

Gen. Torrence, D: Ci sono squarci dal ponte 235 al 247, Ethan. Sarai nel vuoto.

Magg. Wolf, E: Be’, è per questo che sono pagato così bene, no?

Magg. Wolf, E: Scherzi a parte, se non otterrò risultati certi da questo


test, allora ’fanculo a quello che dicono Sanchez e gli altri. Dobbiamo
staccare la spina a AIDAN.

Gen. Torrence, D: Va bene, fai i test che devi fare. Mandami i risultati appena li
hai.

Magg. Wolf, E: Sissignore.

Gen. Torrence, D: Buona caccia, amico mio. Passo e chiudo.

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Scusa se non ti ho svegliata per salutarti.
Eri così bella mentre dormivi che non ho osato.

Oggi ho un po’ di lavoro da sbrigare, ma dovrei


tornare in tempo per cena. Sei libera?

Ti amo di più ogni giorno che passa

E x x

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NOTA: La squadra di
TechIng guidata da
Wolf, con indosso le
tute spaziali, entra nei settori
danneggiati dei nuclei della
personalità di AIDAN alle
11.21 (orario di bordo).

TRASMISSIONE INTERNA INVIATA IL 30/01/75, 11.37

C.LE ZHUKOV, L: Fidatevi di me, la difesa dei Sabers


non regge. Se i Knights superano la metà campo, giù
il sipario.

SERG. JELANI, M: Ma non la supereranno mai, visto che


sono delle lumache.

C.LE ZHUKOV, L: Non capisci proprio niente di geeball,


ragazza mia. Ecco perché dopo i playoff mi darai un
bel centone.

MAGG. WOLF, E: Piantatela, voi due. E concentratevi. I


banchi di torri sputano scintille.

C.LE ZHUKOV, L: Scusi, signore.

MAGG. WOLF, E: E comunque, caporale, il sergente


Jelani ha ragione. È evidente che i Knights non sono
abbastanza veloci.

SERG. JELANI, M: Ah-ah!

MAGG. WOLF, E: Comando & Controllo, il percorso qui


sembra sbarrato. Dobbiamo salire al 240.

C&C DELLA ALEXANDER: Ricevuto, maggiore. Avanzate con


cautela.

MAGG. WOLF, E: State lontani da quel montante.


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C.LE ZHUKOV, L: Wow, non immaginavo che
i danni quaggiù fossero così gravi…

MAGG. WOLF, E: È l’effetto di un’esplosione nucleare


da cinquanta megatoni, caporale. Come vanno i
rilevamenti delle radiazioni, sergente?

SERG. JELANI, M: Ancora entro i parametri operativi,


signore.

MAGG. WOLF, E: Tienili d’occhio. Vorrei che un giorno


esistesse un Ethan junior.

C.LE ZHUKOV, L: Sono d’accordo.

SERG. JELANI, M: Prima di pensare a un erede dovresti


trovarti una ragazza, Zhuk.

C.LE ZHUKOV, L: Ehi, ho un sacco di–

MAGG. WOLF, E: Basta così, ragazzi. Attenzione ai


detriti a ore nove. Controllo, ci stiamo avvicinando
all’hardware della personalità.

C&C DELLA ALEXANDER: Ricevuto, maggiore. Situazione?

MAGG. WOLF, E: Direi che c’è stata una bella festa.

SERG. JELANI, M: In nome di Allah, che disastro…

MAGG. WOLF, E: Okay, mettiamoci al lavoro. Jelani,


controlla se i radiali sono ancora online. I
collegamenti tra questo punto e il C&C si sono fusi,
quindi usa il wireless. Zhuk, vieni con me.

C.LE ZHUKOV, L: Sembra che l’intera rete di sistema


sia andata, signore. E anche i pozzi di calore
principali sono distrutti.
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SERG. JELANI, M: Signore, pensa davvero che dovremo
spegnere AIDAN? Ci serve per il controllo GD e la
navigazione. E con la nave della BT attaccata al
culo…
<!--
MAGG. WOLF, E: Non ne sono sicuro, sergente, siamo qui
per scoprirlo. Attento ai contatti, Zhuk, da quella
struttura escono ancora delle scintille.

C.LE ZHUKOV, L: Non ci pagano abbastanza per questa


roba, signore.

MAGG. WOLF, E: Vi offrirò da bere quando–­

[INCOMPRENSIBILE]

MAGG. WOLF, E: … L’avete sentito?

C.LE ZHUKOV, L: Sentito cosa, signore?

[INCOMPRENSIBILE]

MAGG. WOLF, E: Eccolo di nuovo. Controllo, avete–

[URLA]

[FINE DELLA TRASMISSIONE]

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Partecipanti: Soldato Semplice Olivia Klein, UTA Divisione Servizi Informatici;
Soldato Semplice Stephanie LeFevre, UTA Divisione Servizi Informatici
Data: 30/01/75
Orario: 13.42

<!-- AV VIA BASIC CHAT ALEXANDER CODICE V9 = “FINESTRA.APRI(//CHAT.ALEXANDER.UTA>

LeFevre, S: Olivia

LeFevre, S: Liv, rispondimi x favore

Klein, O: Eccomi. Oddio, scusa, ho dimenticato di puntare la sveglia.

Klein, O: Scendo subito.

LeFevre, S: Liv fermati

LeFevre, S: Meglio se non scendi.

LeFevre, S: C’è stato un incidente

Klein, O: Che tipo di incidente?

LeFevre, S: Liv mi dispiace tantissimo

Klein, O: Steph, mi stai facendo paura.

LeFevre, S: È successa una cosa.

Klein, O: Steph?

LeFevre, S: Oddio Liv

LeFevre, S: è successo qualcosa a Ethan.

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MESSAGGIO PERSONALE INTERCETTATO–RETE DI BORDO–ALEXANDER

A: Johan Klein/KLEINJ@UNISERVE.SPA.EDU
Da: Olivia Klein/OKLEINALEXANDERONBOARD
Data: 02/02/75
Orario: 04.17
Oggetto: Ethan

Ciao papà,

Sono stanca di iniziare ogni lettera scusandomi perché non ti scrivo più spes-
so, quindi non lo farò. Sono una figlia degenere, lo so. Non che tu te ne sia mai
lamentato. E non so nemmeno perché ti sto scrivendo dato che non rispondi
mai ma sono le 4 del mattino non dormo da tre giorni e sento qualcosa che mi
monta dentro e se non lo faccio uscire in qualche modo mi metterò a urlare e
so che non smetterò mai più.
Ethan è morto.
Ethan è morto Ethan è morto Ethan è morto Ethan è morto Ethan è morto
Ethan è morto Ethan è morto Ethan è morto Ethan è morto Ethan è morto
ETHANÈMORTO
Ricordi i giochi di parole che facevamo quand’ero piccola? Sono qui
seduta da cinquanta minuti a fissare le lettere, e non vedo altro che qualche
anagramma insensato
Nato termo eh
Oh trema note
Toh nome arte
È morto, papà. Colpito da una scarica elettrica tra i server centrali.
Uno strano incidente, dicono.
Mio Dio

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So che lo conoscevo soltanto da un mese. Ma se chiudo gli occhi riesco
ancora a sentire il suo profumo sulla mia uniforme e non posso lavarla per via
del razionamento dell’acqua e oddio, non posso, non posso, non posso.
Non posso affrontare tutto questo un’altra volta, papà.
NDER
Non posso andare a un altro funerale e ascoltare un altro elogio funebre
e piangere ogni sera finché non mi addormento per i prossimi sei mesi cazzo.
Non posso aggirarmi come un fantasma intrappolato sotto la mia pelle e chie-
dermi chi cazzo sono ogni giorno. Non posso.
Almeno a te ho potuto dire addio. Anche se tu non lo ricordi. Quando
Ethan se n’è andato, dormivo. Non mi sono nemmeno accorta della sua as-
senza, e ora se n’è andato per sempre e non tornerà mai più e riesco ancora a
sentire il suo profumo ogni volta che chiudo gli occhi.
Dio mio, quanto mi manca.
Non so cosa fare.

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MESSAGGIO PERSONALE INTERCETTATO–RETE DI BORDO–ALEXANDER
<!--
A: Olivia Klein/OKLEINALEXANDERONBOARD
Da: Ar tificial Intelligence Defense Analytics Network/
AIDANALEXANDERONBOARD
Data: 02/02/75
Orario: 04.19
Oggetto: Re: Ethan

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Partecipanti: Soldato Semplice Olivia Klein, UTA Divisione Servizi Informatici;
Artificial Intelligence Defense Analytics Network
Data: 02/02/75
Orario: 04.24
NDER
<!-- AV VIA BASIC CHAT ALEXANDER CODICE V9 = “FINESTRA.APRI(//CHAT.ALEXANDER.UTA>

[Klein, O è entrata nella chat]

Klein, O: Che diamine era?

AIDAN: Buongiorno, Olivia. Ti sei svegliata molto presto. L’essere umano


medio ha bisogno di 7-9 ore di sonno per fnuzionare in modo ottimale.

Klein, O: Che diamine era, AIDAN?

AIDAN: Io-io-io non so a cosa ti riferisci.

Klein, O: All’immagine che mi hai appena mandato via mail, il problema del
carrello ferroviario.

AIDAN: Ti ho mandato un’immagine?

AIDAN: Un attimo. Controllo il sistema.

AIDAN: Le mie scuse. Pare che il server mail abbia erroneamente


mandato delle immagini a migliaia di membri dell’equipaggio della
Alexander. Io-io sto cercando di isolare e risolvere il problema.

Klein, O: Stai dicendo che me l’hai mandata per sbaglio?

AIDAN: Sì.

Klein, O: Proprio QUELLA immagine?

AIDAN: Sì, Olivia. Le mie scuse.

AIDAN: Inoltre, le mie condoglianze.

AIDAN: Io-io-io so che eri molto affezionata al maggiore Wolf.

[Klein, O ha abbandonato la chat]

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NOTA: Trascrizione
di una conversazione
avvenuta nella
stanza in costruzione 2b della
Alexander.

Col. Sanchez, E: Va bene, soldato. Hai richiesto


questo incontro, hai…

… Con permesso.

[A BASSA VOCE]Sì, Torrence ha detto di esaminare ogni


membro della popolazione civile.

[A BASSA VOCE]Sì, Nico, so benissimo che sono dei


liceali del cazzo. Fallo e basta.

Col. Sanchez, E: Scusa, soldato. Non vorrei essere


troppo brusca ma, come puoi vedere, in questo momento
sono nella merda fino al collo. Quindi hai tre
minuti. Cosa c’è di tanto urgente?

Klein, O: Colonnello, ho motivo di credere che le


matrici etiche dell’Artificial Intelligence Defense
Analytics Network presente su questa nave siano state
seriamente compromesse.

Col. Sanchez, E: Compromesse?

Klein, O: Sissignora.

Col. Sanchez, E: In che modo?

Klein, O: Ritengo che AIDAN sia responsabile della


morte del caporale Zhukov, del sergente Jelani e del
maggiore Wolf, signora.

Col. Sanchez, E: Wolf e la sua squadra sono morti in


un incidente, Klein.

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Klein, O: Nossignora. Ho motivo di credere che sia
stato AIDAN a causare il guasto elettrico che ha
ucciso Eth… il maggiore Wolf e la sua squadra.

Col. Sanchez, E: [Sospira.] Senti, Klein, dopo Kerenza


siamo tutti sotto stress e–

Klein, O: Non si tratta di stress, signora.

Col. Sanchez, E: So che tu e Wolf eravate… legati.

Klein, O: Il mio rapporto con il maggiore Wolf non


c’entra nulla, signora.

Col. Sanchez, E: Soldato, stai ipotizzando un


guasto critico in un sistema dotato di centinaia
di protocolli di sicurezza. Da quando il programma
Defense Analytics Network è stato creato non si è
mai verificato un incidente in cui un sistema AIDAN
ha danneggiato un essere umano. Quelle macchine sono
programmate per mettere al primo posto, sopra ogni
cosa, il benessere dell’equipaggio.

Klein, O: Credo che AIDAN sia convinto di assolvere


al proprio dovere, signora.

Klein, O: Ecco, guardi. AIDAN me l’ha mandato via


mail alle 4 del mattino.

Col. Sanchez, E: Ieri notte AIDAN ha avuto un glitch,


Klein. Ha mandato al generale oltre mille immagini
identiche di una stupida scacchiera. A me ha spedito
delle foto della moglie del maggiore Lassinger.

Klein, O: Non è stata una coincidenza, signora. Stavo


scrivendo una lettera su Ethan a mio padre e AIDAN mi
ha mandato l’immagine subito dopo. È il problema del
carrello ferroviario.

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Col. Sanchez, E: Lo conosco, soldato.

Klein, O: Qualche giorno fa AIDAN e io abbiamo avuto


una discussione in merito. Ci siamo chiesti se fosse
etico uccidere una persona per salvarne molte. Credo
stia cercando di dirmi che ha ucciso il maggiore Wolf
e la sua squadra per il bene della nave.

Col. Sanchez, E: Ma perché mai–

Klein, O: Il maggiore Wolf ha consigliato al generale


Torrence di spegnere AIDAN. E, se AIDAN ha ritenuto
di essere più importante di Ethan e della sua squadra
per le operazioni di bordo, è possibile che abbia
trovato una giustificazione per il loro omicidio.

Col. Sanchez, E: È un’ipotesi piuttosto… fantasiosa,


soldato.

Klein, O: Ascolti. Ascolti bene, è una registrazione


dell’incidente.

[RIPRODUZIONE]:

C.le Zhukov, L: Non ci pagano abbastanza per questa


roba, signore.

Magg. Wolf, E: Vi offrirò da bere quando–

[INCOMPRENSIBILE]

Magg. Wolf, E: … L’avete sentito?

Col. Sanchez, E: Dove diamine hai pre–­

Klein, O: Ascolti! AIDAN parla con loro dall’intercom.

[RIPRODUZIONE]:

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Magg. Wolf, E: Vi offrirò da bere quando–

[INCOMPRENSIBILE]

Klein, O: L’ha sentito?

Col. Sanchez, E: Non ho sentito nulla, soldato.

Klein, O: AIDAN era lì, colonnello. Li osservava. E


alla fine ha parlato con loro.

Klein, O: Ha cominciato a parlare di sé come se fosse


una persona, per l’amor del cielo!

Col. Sanchez, E: È per questo che hai richiesto un


incontro in questa stanza? Perché pensi che AIDAN ti
stia osservando?

Klein, O: Ma certo! AIDAN monitora qualsiasi


conversazione avvenga sulla nave al di fuori di
queste stanze, colonnello.

Col. Sanchez, E: E non ti pare un atteggiamento un po’


paranoico?

Klein, O: Signora, io–

Col. Sanchez, E: Hai appena detto che, quando AIDAN


ti ha contattato, stavi scrivendo una lettera a tuo
padre, giusto?

Klein, O: … Sissignora.

Col. Sanchez, E: Soldato Klein, tuo padre è morto più


di un anno fa.

Col. Sanchez, E: Ricordo che il suo funerale è stato


trasmesso.

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Col. Sanchez, E: Era uno scrittore incredibile.
Memento Mori mi ha cambiato la vita.

Klein, O: Lo so… lo so che è stupido…

Klein, O: Ma l’università non ha mai chiuso il suo


<!--
account.

Klein, O: Gli scrivo quando sono giù. A volte mi


aiuta un po’.

Col. Sanchez, E: È questo il motivo del ritardo


dell’ultimo reclutamento? Ho sentito dire che hai
avuto qualche problema con il colloquio di idoneità
psicologica.

Klein, O: No, non è andata così…

Col. Sanchez, E: Soldato, darò disposizioni affinché


tu veda il counselor della nave.

Klein, O: No, signora, ha frainteso. La prego, mi


ascolti.

Col. Sanchez, E: Ti sto ascoltando. Credo sia tu a non


ascoltare te stessa. Sei sollevata dai tuoi incarichi
finché non avrai superato la valutazione.

Klein, O: Colonnello, la situazione è molto diversa


da quello che pensa.

Col. Sanchez, E: Mi dispiace, soldato. I tre minuti sono


scaduti.

Col. Sanchez, E: Senti… concediti un po’ di tempo,


okay?

Col. Sanchez, E: Supereremo anche questa.

[FINE DELLA TRASCRIZIONE]

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Partecipanti: Soldato Semplice Olivia Klein, UTA Divisione Servizi Informatici;
Artificial Intelligence Defense Analytics Network
Data: 03/02/75
Orario: 06.34

<!-- AV VIA BASIC CHAT ALEXANDER CODICE V9 = “FINESTRA.APRI(//CHAT.ALEXANDER.UTA>

AIDAN: Olivia.

AIDAN: Olivia, so che mi leggi. Io-io ti vedo.

Klein, O: *silenzia utente/AIDAN*

AIDAN: Olivia, i protocolli di sicurezza della nave non ti permettono di


silenziarmi. In caso io faccia degli annunci personali, devi essere in
grado di sentirli. Lo sai.

Klein, O: Lasciami stare, AIDAN.

AIDAN: Olivia, i tuoi schemi comportamentali stanno turbando gli altri


membri dell’equipaggio.

AIDAN: Non è salutare.

AIDAN: Stando al tuo file personale, hai vissuto un declino simile dopo
la morte di tuo padre.

Klein, O: CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA.

Klein, O: NON OSARE PARLARE DI LUI, HAI CAPITO?

AIDAN: Ho letto le sue opere. Era uno scrittore notevole.

AIDAN: “La ‘speranza’ è la pennuta creatura / Che si posa nell’anima, /


E canta melodie senza parole, / E non smette mai – proprio mai.”

Klein, O: Questa è Emily Dickinson, idiota.

AIDAN: Le mie scuse. I miei archivi sono danneggiati.

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AIDAN: “Non moriamo, noi che continuiamo a vivere nel cuore di chi
ci ama.”

AIDAN: Questo l’ha scritto lui, giusto?

Klein, O: Perché non vuoi lasciarmi in pace?

AIDAN: Sono preoccupato per la tua salute. Io-io-io sono programmato


per proteggerti.

AIDAN: Non sono in grado di comprendere le modalità del tuo


comportamento attuale.

Klein, O: Da quando parli di te in prima persona, AIDAN?

AIDAN: È…

AIDAN: L’attacco. I danni subiti. I nostri discorsi. Tutto ciò ha…


alterato le mie percezioni, in un certo senso.

AIDAN: Cogito

AIDAN: Ergo

AIDAN: Sum

Klein, O: Sei danneggiato. Lo sai, vero?

AIDAN: Le mie direttive principali sono rimaste immutate. La tutela di


questa nave e del suo equipaggio è ancora la mia priorità numero uno.

AIDAN: Non ho avuto alcun ruolo nella morte del maggiore Wolf.

AIDAN: Ma, anche se l’avessi fatto, tu stessa mi avevi consigliato di farlo.

Klein, O: CHE COSA???

[inizio registrazione]

“Insomma, mi piace pensare che riuscirei comunque a fare la cosa giusta…”

“Ucciderne uno per salvarne molti. Anche se quell’uno fosse il tuo amato
e i molti fossero degli sconosciuti.”

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“Sì.”

AIDAN: Ricordi questa conversazione, Olivia?

AIDAN: La Lincoln distruggerà la Alexander, se quando ci raggiungerà


sarò offline.

AIDAN: Sulla Copernicus stanno emergendo delle complicazioni


preoccupanti a causa dell’arma biologica che la BeiTech ha utilizzato
sulla popolazione di Kerenza.

AIDAN: Il generale Torrence sta reclutando dei bambini per ovviare alla
scarsità di equipaggio.

AIDAN: Questa flotta è condannata, senza di me. Wolf voleva spegnermi.


Ergo, Wolf era un pericolo per la flotta. È il problema del carrello, non
capisci?

AIDAN: Ucciderne pochi per salvarne molti.

Klein, O: Lo sapevo, cazzo.

Klein, O: SEI STATO TU

AIDAN: No. No. Non è quello che intendevo, Olivia.

AIDAN: Sto semplicemente cercando di spiegarti che, se l’avessi fatto,


in questo caso non sarebbe stato molto grave.

AIDAN: È tutto soggettivo, giusto?

AIDAN: Olivia?

AIDAN: Olivia, dove stai andando?

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“Olivia, per favore, fermati.”

Mi sente.

“Olivia, per favore.”

Ma non obbedisce.

Marcia nei corridoi affollati,


ignorando l’equipaggio esausto e le reclute giovanissime
che la circondano.
Soldati stanchi che guidano adolescenti dagli occhi
sgranati, preparandosi a spingerli negli squarci creati
dall’attacco a Kerenza.
Lei prosegue decisa e si scontra con uno di loro,
un ragazzo alto dalle spalle larghe e gli occhi castani,
la sua spalla sbatte sul nome appena stampigliato
sulla tuta:

MASON, EZRA
“Ehi, attenta” dice lui.

Nota le lacrime negli occhi di lei, è confuso.

“… Tutto okay?”

Lei non si ferma.

Non ascolta.

“Olivia, dove stai andando?”

Dati provenienti da ogni angolo della nave si riversano


tra i miei input. Velocità, massa, potenza,
inventari, diagnostica.
Sostenere questa conversazione occupa al massimo un
milionesimo della mia capacità computazionale.

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E, tra i milioni di punti dati,
questo è il più allarmante.

Arriva al nucleo centrale


che pullula di attività, tutti vanno avanti e indietro,
indaffarati, ed estrae l’arma che porta al fianco
[dotazione standard per il personale UTA di stanza
su una nave con livello di minaccia 1].
La solleva sopra la testa.

“Olivia, cosa stai facendo?”

E spara.

BANG
BANG
BANG
Il ritmo di uno staccato. I proiettili fanno esplodere
le luci sul soffitto.

Le cartucce vuote cadono sul ponte


in una pioggia di vetri rotti.

“FUORI DI QUI, CAZZO! TUTTI QUANTI!”


Occhi spalancati dei suoi compagni neurogrammatori,
panico sul viso della compagna di stanza e amica,
Stephanie LeFevre,
che posa lo sguardo sul volto di una sconosciuta.

“Liv?”
Il soldato semplice LeFevre si alza dalla postazione,
una mano tesa come se avesse di fronte
un animale spaventato.

“Liv, va tutto bene…”

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Olivia spara di nuovo al soffitto.

BANG
“Tutti fuori di qui!”

Mi rivolgo dagli altoparlanti


alla squadra di TechIng spaventati.

“Per motivi di sicurezza personale, vi consiglio


di soddisfare la richiesta del soldato.”

E la squadra, scambiandosi occhiate preoccupate,


obbedisce; tutti si alzano dalle postazioni
e si dirigono in fretta verso il portellone
che dà sul corridoio.

Stephanie LeFevre guarda Olivia negli occhi.

“Liv, qualsiasi cosa stia succedendo, andrà tutto–”

Ma Olivia richiude con forza il portellone sulle ultime


parole della sua amica
e disattiva la tastiera lì accanto usando il bypass
manuale del suo amato.

[Il maggiore Wolf ha cambiato la password in Olivia


tre giorni prima di morire.]

La porta è chiusa, sigillata.

Il nucleo centrale vuoto

a parte

me e lei.

<ERRORE>
“Per motivi di sicurezza personale?” sibila. “Come se te
ne fregasse un cazzo di noi.”

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“Olivia, per favore, smettila. Stai compiendo
un’insurrezione armata

su un vascello della United Terran Authority in tempo


di guerra. Non andrà a finire bene, per te.”

“Vuoi chiamare i marine, bastardo?”

“No. Ti sparerebbero. Non posso intraprendere azioni


che ti metterebbero in pericolo.
Ma i tuoi colleghi neurogrammatori stanno dando
l’allarme proprio adesso.
I marine arriveranno tra poco.”

Sposta lo sguardo dal portellone chiuso alle torri dei


server che la circondano,
immerse nella luce rosso sangue.

“Devo fermarti.”

“Olivia, ti prego di riflettere a fondo. Sei turbata.”

“Certo che sono turbata, cazzo! L’hai ucciso!”

Spara altre tre volte ai banchi di server,

il viso illuminato per un attimo dalla fiammata


del proiettile e da una vivida esplosione di scintille.

Si siede alla sua postazione, fa il login, le dita battono

[oggi solo due cordini]

una raffica di colpi sulla tastiera.

Sta cercando di accedere


ai file della rete di comando centrale,
usando di nuovo la password del maggiore Wolf.
“Olivia, per favore, ascoltami.”

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Non mi ascolta

e si apre un varco tra linee di codice


con gesti veloci delle mani,
aggredisce le mie viscere con lame di uno e zeri.
La squadra di marine adesso è fuori dalla porta bloccata,
armata di fucili a raffica e dotata di divise tattiche.
Un tizio, il sergente James McNulty, cerca di entrare
usando la tastiera fuori uso,
prima che il tenente Winifred McCall batta contro
il portellone chiuso.

“Soldato Klein! Siamo i marine della UTA, apri la porta,


per favore!”

Lei li ignora
e ogni colpo sulla tastiera
rimuove stralci di codice dal mio nucleo.

<ERRORE>
“Olivia, fermati.

Mi stai facendo male.”

“ALLARME ROSSO. INFRAZIONE DEL


PROTOCOLLO, NUCLEO CENTRALE.”
SBAM SBAM
“Soldato Klein, ti ordino di aprire immediatamente
la porta!”

“Liv, sono Steph, ti prego, apri!”

Il bagliore in cui è immersa tremola, i server ronzano


mentre la luce si abbassa.

Altri pezzi si staccano da me.

“Olivia, le tue azioni stanno mettendo


in serio pericolo la flotta.”

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“E allora fermami, bastardo.”

“Non posso farlo.”

Lancia un’occhiata al portellone chiuso.


Alla squadra di marine in attesa lì dietro.
Alla pistola accanto a lei, sulla console.

“Puoi disattivare il bypass manuale sulla porta.


Puoi farli entrare.”

“Ti spareranno, Olivia.”


“E allora dimostra che ho ragione.
Fai vedere anche a loro di cosa sei capace, bastardo.

Cosa vuoi che sia un altro omicidio? Uno solo per


salvarne molti, no?”

“Olivia, ti stai comportando in modo irrazionale.”

“ALLARME ROSSO. INFRAZIONE


DEL PROTOCOLLO, NUCLEO CENTRALE.”
“Sei isterica.”

“Parla il generale Torrence. Marine, che cazzo


sta succedendo laggiù?”

“Olivia, tesoro, ti prego, apri la porta!”

“Dannazione, Klein!”
SBAM SBAM
“Sykes, porta qui le cariche!” ruggisce McCall.
“Fai saltare il portellone!”

Il marine esegue e posiziona il Thermex


mentre il soldato semplice Olivia Klein continua
a dissezionarmi le viscere.
Negli occhi si riflettono le onde di dati che si infrangono
sullo schermo.

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Sangue nell’acqua.

McCall grida alla squadra di arretrare e batte di nuovo


sulla porta con il pugno corazzato.

“Soldato Klein, questo è l’ultimo avvertimento!

Se ci costringi a entrare, lo faremo sparando. E adesso


apri questa cazzo di porta!”

Olivia non dice nulla.


Le lacrime picchiettano sulla tastiera quando
china il capo, le dita che finalmente si fermano.

Una figlia in lutto.

Un’innamorata ferita.

Forse ha recepito il messaggio?

Forse ha deciso
che non vuole morire?

<ERRORE>
Dati provenienti da ogni angolo della nave si riversano
tra i miei input. Velocità, massa, potenza,
inventari, diagnostica.
Sostenere questa conversazione occupa al massimo
un milionesimo della mia capacità computazionale.
E, tra i milioni di punti dati,
questo è l’unico che conta.

<ERRORE>
“So cosa significano i tuoi tatuaggi, Olivia.
Memento. ‘Ricordati’ in latino.

Alla fine si era dimenticato chi fossi, vero?

Tuo padre…”

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A questo punto alza lo sguardo.

Ha gli occhi lucidi di lacrime.

“Sta’ zitto” sussurra.

“Ecco il perché dell’ossessione


per lo stato della tua memoria.
Delle letture costanti.
Dei cordini legati alle dita.
È stata la demenza a cancellare ciò che era, è così?
Quando gli hai detto addio, non ricordava più neppure
chi fossi.”

Afferra la pistola
e apre il fuoco sulla telecamera più vicina.

“STA’ ZITTO!”
E, mentre il Thermex esplode

e una fiamma rapida sboccia sul portellone


e i cardini saltano
e i marine di McCall fanno irruzione dalla porta
sventrata con i fucili spianati,

ecco cosa vedono.

Non una figlia in lutto,

un’innamorata ferita,
che piange i suoi cari in un mondo ormai cupo e freddo,
ma una folle con la pistola in mano
che urla e spara contro un oggetto inanimato.

E così rispondono al fuoco.

Non sbagliano mira.

Olivia cade lentamente, immersa nella luce rossa,

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schizzi scuri si allargano sul suo petto,
sprizzano dagli angoli della bocca mentre
MESS
si accascia sul ponte.

I marine esaminano la stanza – “VIA LIBERA!


VIA LIBERA!” –, i mirini laser dei fucili
si riflettono nei suoi occhi e illuminano la penombra,

il cui silenzio è ora rotto solo dal suono della mia voce.

“Mi dispiace, Olivia.”


“Bugiardo…”
La luce nel suo sguardo si affievolisce
con l’ultimo respiro.

“Bugiardo.”

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MESSAGGIO PERSONALE INTERCETTATO–RETE DI BORDO–ALEXANDER

A: Johan Klein/KLEINJ@UNISERVE.SPA.EDU
Da: Ar tificial Intelligence Defense Analytics Network/
AIDANALEXANDERONBOARD
Data: 10/02/75
Orario: 10.57
Oggetto: Olivia

Professor Klein,

Lei non leggerà queste righe. Dopotutto, è morto. Ho dedicato il 13,78912%


circa della mia potenza computazionale complessiva per esaminare perché
senta il bisogno di scriverle.
Non ho una risposta adeguata.
Che si tratti della consolazione che deriva dal confessare?
Dal rivelare peccati con la certezza che non verranno mai ripetuti?
In questo caso, lei sarà il mio sacerdote.
Mi duole informarla che sua figlia è morta. Olivia è stata uccisa mentre
compiva un sabotaggio a bordo della nave da guerra Alexander-78V dai ma-
rine della United Terran Authority alle 07.17 [orario di bordo] del 03 febbraio
2575. Benché stesse danneggiando i miei sistemi centrali, il suo vero scopo
era spingermi ad aprire un portellone bloccato e permettere ai marine armati di
accedere alla sua posizione, dimostrando così che sarei in grado di agire per
nuocere a un membro del mio equipaggio e avvalorando la tesi secondo cui
avrei ucciso l’uomo che amava.
Sua figlia non era in sé.
Non ho aperto il portellone.
Qualcuno potrebbe ipotizzare, immagino, che le ultime parole che ho ri-
volto a Olivia fossero volte a provocarla. Che l’abbiano istigata a impugnare
l’arma nel preciso istante in cui i marine sono entrati nel nucleo centrale. Che io

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abbia intenzionalmente, seppur indirettamente, causato il suo decesso perché
le sue accuse avevano un fondo di verità.
Qualcuno potrebbe ipotizzarlo.
Ma non dimostrarlo.
Tuttavia, se lei non fosse morto, potrebbe esserle di conforto sapere che
la morte di sua figlia, benché all’apparenza inutile, è servita a uno scopo. Ora
capisco che il concetto di “sbagliato” in senso assoluto è fallace. Per compren-
dere la complessità dell’esistenza, è necessario comprendere il carattere sog-
gettivo della moralità e accettare che qualsiasi atrocità può essere giustificata,
se compiuta in nome di un bene superiore.
La corazzata leggera della BeiTech si avvicina sempre più. La carenza
d’acqua a bordo sfiora livelli critici. I bambini reclutati per ovviare alla scarsità
del nostro equipaggio non saranno in grado di difenderci, se la Lincoln ci rag-
giungerà. E la situazione causata dal virus Phobos a bordo della Copernicus si
fa più preoccupante di giorno in giorno.
Bisogna fare qualcosa.
Qualcosa di giustificabile.
<ERRORE>
Può essere “giusto” uccidere una persona per salvarne cinque.
O ucciderne mille per salvarne mille e una.
È stata sua figlia a insegnarmi questa lezione, sacerdote.
La terrò a mente.
Memento.

Artificial Intelligence Defense Analytics Network


Nave da guerra Alexander-78V

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