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Il panettone, oggi, è disponibile in due formati: basso e alto. Dal primo è nato il secondo, ma il
secondo ha indirettamente fatto evolvere il primo. Ripercorriamo le sue tappe.
BASSO ORIGINARIO
Una tradizione dei popoli celtici, che erano insediati in tutta la pianura padana e su
parte delle Alpi. I Celti, insediati anche nella pianura padana e su parte delle Alpi,
celebravano strani riti officiati da maghi - sacerdoti chiamati druidi, durante i quali
grandi fantocci di vimini venivano dati alle fiamme per onorare divinità misteriose e
crudeli, se in epoche antiche i vimini imprigionavano come vittime sacrificali, animali
e, talvolta, prigionieri di guerra.
La Befana Moderna
La Befana è una vecchia brutta e gobba, con il naso adunco e il mento aguzzo,
vestita di stracci e coperta di fuliggine, perché entra nelle case attraverso la cappa
del camino.
Non a caso la Befana si serve proprio dei camini, che simboleggiano il punto di
collegamento fra la terra ed il cielo, per introdurre l’allegria nelle case, svolazzando
con la sua fantastica scopa.
Ora che i camini sono stati sostituiti con i termosifoni, forse la Befana viene dalla
finestra a cavallo di un aspirapolvere.
Viene viene la Befana/ vien dai monti a notte fonda/ com'è stanca/ la circonda neve,
gelo e tramontana/ Viene viene la Befana, dice una filastrocca che tutti i bambini
sanno a memoria e che recitano per ingraziarsela.
La Befana ha portato un po' di carbone perché siete stati un po' cattivi, però, ha
portato anche i dolci perché dovete essere buoni": erano queste le frasi che
accompagnavano la mattina l’apertura delle calze (di lana, fatte ai ferri dalla nonna)
dove, immancabilmente tra dolci e fichi secchi, trovavano posto, oltre al carbone,
anche castagne, mele, noci, noccioli e un "portogal" un profumatissimo arancio.
La Befana del mondo contadino di un tempo portava l'augurio di un buon raccolto.
Da rilevare che il carbone lasciato nelle calze dei nostri nonni, non era quello fatto
di zucchero che è un piacere sgranocchiare, ma era vero carbone che poi si
utilizzava per preparare le caldarroste che i bambini avrebbero mangiato dopo la
tradizionale tombola.