Sei sulla pagina 1di 1

Le «equivalenze verbali» di Roberto Longhi

Ammetto alla prima che voi siate convinti, senza ch’io ci spenda parole, che l’arte non è imitazione
della realtà, ma interpretazione individuale di essa. Questo concerne il fatto artistico in genere sia
letterario che figurativo: bisogna adunque scendere a un’altra distinzione essenziale: la distinzione
tra arte figurativa e letteratura. Il processo spirituale della creazione è identico per l’artista e per il
poeta: ma il campo di realtà che interessa l’uno non riguarda l’altro. Mentre il poeta trasfigura per
via di linguaggio l’essenza psicologica della realtà, il pittore ne trasfigura l’essenza visiva: il sentire
per l’artista figurativo non è altro che il vedere e il suo stile, cioè l’arte sua, si costruisce tutto
quanto sugli elementi lirici della sua visione.
[…]
Il capolavoro assoluto è tuttavia la Sconfitta di Massenzio. Se voi avete compreso quali gioie ci
possa dare il colore disteso in larghe superficie di riposo - «il riposo del colore» - se voi stessi ormai
sapete riposare su queste praterie di tinte varie come le stagioni potrete comprendere la Sconfitta di
Massenzio seguendone la equivalenza verbale ch’io ho tentato altrove e che ripeto qui per voi – non
senza timore di sembrare algebrico (se l’algebra è difficile).
«Lenta irrigazione sicura delle risaie della pittura. Stesura d’uomini e di animali spianati nella
stiacciata coloristica quasi senza aggetto. Scorci ribaditi, petti appianati, ginocchia fratte, zoccoli
torniti, bianchi-neri in una silenziosa partita a scacchi. Pozzi rotondi di forma stagnano, si toppano
colli rasati e chiazzati, aste e lancie irrigano a manca di latte d’ambra e d’ebano liquidi il prato
azzurro di celo che nuvole smerlate di luce soffittano, mentre a destra vi si stende ad asciugare lo
sconfinato petalo roseo dello stendardo vittorioso dello sconfitto, e le incorruttibili sfere d’avorio
pallido procedono bilicate sugli elmi metallici fino a che, nella luce abbacinata, non divengano sul
petto cerulo del celo, medaglie – al valore coloristico!».
Quando sarete riusciti a dar senso ad ogni parola di questa resa letteraria di un’opera pittorica potrò
credere che abbiate finalmente compreso che cosa precisamente sia l’incanto magico della sintesi
prospettica di formacolore.

(da Roberto Longhi, Breve ma veridica storia della pittura italiana, Milano, Abscondita, 2013, p.15; pp. 107-108)

Potrebbero piacerti anche