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Silvano Agosti

LETTERE DALLA
KIRGHISIA

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Nuova edizione

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Silvano Agosti
yr E

Lettere dalla Kirghisia

© 2015 Silvano Agosti


© 2018 Edizioni Tlon
Tutti i diritti riservati

Progetto grafico e illustrazione in copertina


Andrea Pizzari
p
Co

Redazione
Matteo Trevisani

I edizione: aprile 2018


ISBN 978-88-99684-45-7
INDICE

n
T lo
prima lettera 5
Ed tto
ni
seconda lettera 13
io
ht ra
iz

una parentesi non prevista 25


ig st
yr E

terza lettera 29

quarta lettera 39

quinta lettera 49
p
Co

sesta lettera 61

settima lettera 69
ottava lettera 77

nona lettera 85

decima lettera 91

n
undicesima lettera 101

T lo
dodicesima lettera 103
Ed tto
ni
tredicesima lettera 109
io
ht ra
iz
ig st

quattordicesima lettera 113


yr E

una risposta 121


Fabio Volo

clessidra 126
p

capovolgendo la clessidra 127


Co

apparato iconografico 129


PRIMA LETTERA

...basta saper immaginare un’isola,


perché quest’isola
incominci realmente a esistere.

n
lo
Kirghisia, 3 luglio

T
Ed tto
Cari amici, ni
io
non sono venuto in Kirghisia per mia
ht ra

volontà o per trascorrere le ferie, ma per


iz
ig st

caso.
yr E

Improvvisamente ho assistito al mira-


colo di una società nascente, a misura
d’uomo, dove ognuno sembra poter ge-
stire il proprio destino e la serenità per-
manente non è un’utopia, ma un bene
reale e comune.
p

Qui sembra essere accaduto tutto ciò


Co

che negli altri Paesi del mondo, da seco-


li, non riesce ad accadere.

5
Arrivando in Kirghisia ho avuto la
sensazione di “tornare” in un luogo nel
quale in realtà non ero mai stato. Forse
perché da sempre sognavo che esistesse.
Il mio strano “ritorno” in questo me-
raviglioso Paese, è accaduto dunque ca-

n
sualmente.

lo
Per ragioni tecniche, l’aereo sul quale

T
viaggiavo ha dovuto fare scalo due gior-
Ed tto
ni
ni nella capitale.
io
ht ra

Qui in Kirghisia, in ogni settore pub-


iz
ig st

blico e privato, non si lavora più di tre ore


yr E

al giorno, a pieno stipendio, con la riser-


va di un’eventuale ora di straordinario.
Le rimanenti venti o ventuno ore della
giornata vengono dedicate al sonno, al
cibo, alla creatività, all’amore, alla vita, a
sé stessi, ai propri figli e ai propri simili.
p

La produttività si è così triplicata, dato


Co

che una persona felice sembra essere in


grado di produrre, in un giorno, più di

6
quanto un essere sottomesso e frustrato
riesce a produrre in una settimana.
In questo contesto, il concetto di “fe-
rie” appare goffo e perfino insensato,
qui dove tutto sembra organizzato per
festeggiare ogni giorno la vita.

n
lo
L’attuale concetto occidentale di ferie,

T
invece, risulta feroce, quanto la conce-
Ed tto
ni
zione stessa del lavoro, non soltanto per-
ché interferisce in modo profondo con il
io
ht ra

senso della libertà, ma perché ne trasfor-


iz
ig st

ma e deforma il significato.
yr E

Nel periodo delle ferie, milioni di per-


sone sono obbligate a divertirsi, così
come nel resto dell’anno sono obbliga-
te a lavorare senza tregua, a sognare di
trovare un lavoro o a guarire dai guasti e
dalle malattie, causate da un’attività la-
p

vorativa coatta e quotidiana.


Co

Questo meccanismo delle otto ore di


lavoro ogni giorno, produce da sempre

7
tensioni sociali, nevrosi, depressioni, ma-
lattie e soprattutto la sensazione precisa di
perdere per sempre l’occasione della vita.
La proposta risanatrice di questi invi-
sibili orrori, si è risolta nello Stato della
Kirghisia, dove sono state realizzate una

n
serie di riforme che in pochi anni han-

lo
no modificato le abitudini e i comporta-

T
menti dei suoi cittadini.
Ed tto
ni
La corruzione politica si è azzerata
perché in questo Paese, chi appartiene
io
ht ra

all’apparato governativo, esercita il pro-


iz
ig st

prio ruolo in forma di “volontariato”,


yr E

semplicemente continuando a mantene-


re per tutta la durata del mandato politi-
co lo stesso stipendio che percepiva nella
sua precedente attività.
Quando ho saputo che ogni realtà
politica nasce da una forma di volon-
p

tariato, ho finalmente capito perchè,


Co

ogni volta che vedo un rappresentante


del parlamento italiano parlare alla te-

8
levisione, c’è qualcosa sul suo volto che
rivela un’incolmabile lontananza da ciò
che sta dicendo.
Ecco, ora mi è chiaro che chiunque
abbia, come i nostri deputati occiden-
tali, uno stipendio minimo di quaran-

n
ta milioni di lire (circa ventimila euro)

lo
al mese, non può in alcun modo essere

T
convincente, in ciò che dice, pensa o fa.
Ed tto
ni
Qui in Kirghisia, la possibilità di dedi-
care quotidianamente alla vita almeno
io
ht ra

mezza giornata ha consentito la realiz-


iz
ig st

zazione di rapporti completamente nuo-


yr E

vi tra padri e figli, tra colleghi di lavoro


e vicini di casa.
Finalmente i genitori hanno il tempo
di conoscersi veramente tra loro e di fre-
quentare i propri figli.
I parchi sono ogni giorno ricolmi di
p

persone e il traffico stradale è oltre quat-


Co

tro volte inferiore, dato il variare degli


orari di lavoro.

9
Le fabbriche sono in attività produt-
tiva continua, ma chi fa i turni di notte
lavora solo due ore.
Già al terzo anno di questa singola-
re esperienza è stato rilevato un feno-
meno molto importante. Il consumo di

n
droghe, sigarette, alcolici è diminuito in

lo
modo quasi totale e i farmaci rimango-

T
no in gran parte invenduti.
Ed tto
ni
Certo, tutto ciò può sembrare incredi-
bile a chi, come voi cari amici, è costret-
io
ht ra

to a credere che l’attuale organizzazio-


iz
ig st

ne dell’esistenza in Occidente sia la sola


yr E

possibile.

In Kirghisia, la gestione dello Stato,


oltre a essere una forma di volontaria-
to, si esprime in due governi, uno si
occupa della gestione quotidiana della
p

cosa pubblica, l’altro si dedica esclusi-


Co

vamente al miglioramento delle strut-


ture.

10
Ho incontrato il Ministro per il Mi-
glioramento delle Attività lavorative che
ha in progetto, nel prossimo quinquen-
nio, di ridurre ulteriormente per tutti il
lavoro obbligatorio a due ore al giorno
invece delle attuali tre.

n
Il Ministro è convinto che solo una

lo
umanità liberata dal lavoro possa essere

T
veramente produttiva.
Ed tto
ni
È anche certo che si possa scoprire
l’operosità del fare solo realizzando, nel
io
ht ra

tempo libero, ciò che si desidera.


iz
ig st

Ho fatto bene a decidere di rimanere


yr E

in Kirghisia, e non me ne andrò finché


continuerò ad avere questa strana sen-
sazione di vivere, qui, all’interno di un
sogno comune.

Un abbraccio a tutti.
p
Co

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