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LINGUAGGIO E COGNIZIONE SOCIALE

ANALISI DEL CONTENUTO E DEL LINGUAGGIO: MODELLO LCM


Una delle attività umane più comuni= parlare!  interazione tra due o più persone. C’è un legame stretto tra
linguaggio e pensiero, con notevoli differenze (ie. strutture sintattiche) tra lingue come:

 Differenze tra l’utilizzo dei tempi verbali: alcune prevedono presente, passato, futuro (obbligatori) nei
verbi delle lingue indo-europee  questo dovuto alla percezione del tempo come elemento saliente
nell’elaborazione delle frasi. A livello cognitivo si percepisce il tempo come molto importante.
 Lingue con o senza genere grammaticale genere saliente: maschile e femminile (ie. si determinano
differenze legate al genere che implicano lo spostare l’attenzione), o un genere neutro che non prevede
differenze.
 L’ordine delle parole (ad esempio rendo l’agente agentic con la posizione del verbo rispetto al soggetto)

Funzioni sociali del linguaggio:

o Dirige l’attenzione verso certi gruppi sociali a seconda di come li etichettiamo e in base alle parole usate
o Guida la categorizzazione e l’astrazione linguistica
o Guida le inferenze (ie. ciò che cerchiamo di capire in cosa le persone di dicono)
o Aiuta a mantenere o cambiare stereotipi
o Incide sul pregiudizio (ad esempio, offende, ferisce e deumanizza gruppi di minoranza)
o Esprime e protegge l’identità sociale del parlante
o Trasmette ideologie …

ANALISI DEL CONTENUTO E DEL LINGUAGGIO

È una tecnica basata sulla registrazione, misurazione con diverse modalità e valutazione dell’ammontare di unità
di comunicazione prodotte dalla fonte circa un dato problema o una data categoria di persone.

Obiettivi:

1. Capire l’organizzazione dei messaggi per trasmettere significati


2. Capire come i messaggi possono caricarsi con tendenziosità e di implicazioni stereotipate (genere, etnia..)
3. Capire le intenzioni più o meno consapevoli della fonte e dei suoi atteggiamenti/opinioni/convinzioni
 Vedi gli annunci funebri Kircheler e al.
 WORD CLOUD
4. Ricostruire gli stati interni di coloro che decidono di esporsi alla comunicazione Esaminando ciò che i
fruitori leggono o guardano indirettamente riusciamo a cogliere i loro atteggiamenti, valori, preferenze e
intenzioni comportamentali. La selezione del materiale dipende sia da una serie di atteggiamenti e
preferenze, sia dalle influenze sul mio modo di pensare da parte del contenuto e del linguaggio.
5. Collegare il contenuto dei messaggi prodotti alle variabili antecedenti o a quelli che sono conseguenti

3. CAPIRE LE INTENZIONI DELLA FONTE

Es. annunci funebri – Kircheler, 1992

Ha analizzato gli annunci funebri che comparivano nella stampa di lingua tedesca e che avevano lo scopo di
commemorare managers di impresa o di azienda scomparsi (stesso ruolo e status sociale sia di maschi che di
femmine). Ha analizzato gli anni 1974, 1980, 1986 in 4 quotidiani (ha analizzato 26 giorni estratti casualmente per
ciascun anno, complessivamente quindi 312 quotidiani). Ha analizzato 2196 annunci funebri (699 di femmine e
1497 di maschi). Successivamente ha analizzato le professioni, quindi lo status sociale, ma ha trovato pochissime
donne menagers nel campione raccolto (solo 20 donne vs 477 uomini!). Ha quindi ampliato la propria indagine,
selezionando altri quotidiani (altri gg).

L’analisi finale comprendeva 562 annunci (di cui 85 riguardanti donne). Questi annunci sono stati analizzati da due
persone (un maschio e una femmina) che hanno trascritto i termini utilizzati (ie. sostantivi, aggettivi etc) per
descrivere la persona mancata. Queste parole sono state poi presentate a due giudici anonimi (un maschio e una
femmina) ai quali è stato chiesto di classificare le parole in categorie. Successivamente, ha fatto un’analisi per
accorpare alcune categorie sottolinea vantaggi e limiti dell’analisi della comparazione.
Conclusione: è stata costruita una tabella a doppia entrata che ha evidenziato la rappresentazione della figura
femminile e maschile nelle tre diverse annate analizzate.

1. L’autore ha trovato quindi una grande differenza (in tutti gli anni analizzati) tra la rappresentazione delle
figure femminili e quelle maschili (a parità di occupazione lavorativa) negli anni 80 la donna era
associata a termini come adorabile, piacevole, mentre nell’86 era definita come coraggiosa. Questo
riporta come le vicissitudini storiche abbiamo portato cambiamenti nella rappresentazione femminile.
Nonostante la figura femminile sia notevolmente cambiata nel corso degli anni, nel caso della figura
maschile, è rimasta ancorata alla figura dell’efficienza e della intelligenza. Si nota la divisione marcata
delle due dimensioni di giudizio sociale: da un lato la competenza (sfera stereotipicamente maschile) e
dall’altro la sfera della socievolezza (tipicamente femminile).
2. I maschi erano descritti come intelligenti ed esperti nel loro settore.
3. Le F erano descritte come persone amabili, piene di simpatia e fortemente coinvolte nei rapporti umani.
4. In generale, questo tipo di ricerca ha messo in evidenza che il linguaggio utilizzato negli annunci funebri
forniva delle info circa l’atteggiamento generale a proposito dei ruoli di genere da parte di chi li scriveva
(ie. sia da parte della fonte diretta che del periodo storico).

Es. annunci funebri – Rodler, Kirchler, & Holzl, 2001

Hanno ampliato l’indagine precedente prendendo in considerazione anche altre nazioni utilizzando una
metodologia molto simile. Condotta in Germania, Austria e Svizzera.
Conclusione:

1. Le descrizioni tra maschi e femmine sono molto diverse.


2. Sono le descrizioni delle donne a cambiare maggiormente nel corso degli anni (nel 76 come venerabile,
poi come coraggiosa, nell’80 come socievole amabile etc)
3. Nel 1992 e nel 1998 tali differenze scompaiono (…per quanto riguarda questo tipo di materiale…) indica
la diminuzione della differenza di genere nella rappresentazione degli annunci funebri. L’analisi del
linguaggio e del contesto ha portato ad evidenziare quindi una sovrapposizione di termini tra la
dimensione maschile e femminile affievolendo la differenziazione legata al genere.

Es. WORD CLOUD – strumento da utilizzare per capire cosa sia rilevante e cosa può emergere in riviste, focus
group..

 Una nuvola di etichette, o di parole (in inglese word cloud o tag cloud): è una rappresentazione visiva di
etichette o di parole chiave che vengono usate in un testo, in un discorso, in una intervista, in una pagina
web. In queste immagini le parole più frequenti sono quelle riportate con un font più grande, si tratta
quindi di una lista di parole pesata la grandezza è direttamente proporzionale all’importanza della
parola nel contesto. Si può analizzare la frequenza di utilizzo di alcune parole, proposizioni, etc. Si può
modificare la lista di parole (eliminando ad esempio articoli, preposizioni, avverbi, tutto ciò che è meno
rilevante per l’analisi).
 In generale può essere uno strumento utile nel progettare del materiale che ha intenti comunicativi e
persuasivi. Sia in fase di progettazione ma anche di verifica di quanto stiamo trasmettendo. Utile anche
per riassumere rapidamente quando emerso da indagini/ interviste/focus group.

Es. il messaggio di chiusura del forum sulla comunicazione non verbale e l’effetto di enbodyment.

Molti altri strumenti sono stati ora progettati online come ricerche di archivio (es. Google Analytics)
4. CAUSE  MESSAGGIO  CONSEGUENZE

cause messaggio conseguenze

Il potere dei mezzi di comunicazione di massa risiede nella capacità di modellare una determinata realtà sociale.
Gli spettatori, anche i meno attenti, sono investiti da questo potere, e queste informazioni mediatiche in qualche
modo creano la loro (nostra) percezione del mondo reale (Bandura, 2001). Molti studi su:

 Condotte aggressive (ad esempio Bandura, Esperimento Bobo)


 Stereotipi e pregiudizi (es. due pesi e due misure)

“gli atteggiamenti nei confronti di alcune categorie sociali, quali gli omosessuali, i musulmani, gli immigrati,
possano essere in influenzati da un’elevata esposizione a rappresentazioni negative e stereotipate diffuse dai
mezzi di comunicazione di massa.

Se alcuni gruppi sociali sono frequentemente rappresentati dai media in contesti negativi − pensiamo ad esempio
alla sovra-rappresentazione degli immigrati-aggressori in notizie di cronaca (Corte, 2002; Di Nicola, & Caneppele,
2004; Gilliam, & Iyengar, 2000) − “gli spettatori” più assidui tenderanno a formarsi e ad esprimere pregiudizi
negativi nei confronti dei membri di tali gruppi, poiché le informazioni che saranno più facilmente accessibili per
loro in mente saranno”  dunque, i mezzi di comunicazione di massa rappresentano stereotipicamente delle
categorie che inevitabilmente hanno una influenza su di noi, in particolar modo a chi si espose molto a questi
mezzi di massa.
Latrofa e Vaes, IN MIND
 Suicidi/bullismi e altri comportamenti negativi che possono essere imitati

Diverse ricerche hanno dimostrato che quando alcune fonti di informazione riportano in modo non controllato
casi di suicidio, spesso successivamente ci sono dei picchi nel tasso di suicidio proprio con le stesse modalità e
soprattutto tra i gruppi maggiormente esposti a tali fonti di informazione (influenzando la stessa fascia di età e
categoria sociale)

Effetti più forti quando si tratta di celebrità o comunque di personaggi noti (nel 1962, 12% di suicidi in più nel
mese successivo al suicidio di Marilyn Monroe), oppure quando si tratta di un giovane, con conseguente
imitazione da parte degli adolescenti (Gould et al., 2014).

Ad esempio, nel 1988 in seguito ad un film che mostrava un giovane di 19 anni che si suicidava sui binari del
treno, nei 70 giorni successivi alla messa in onda è aumentato del 175% il numero dei suicidi nei giovani maschi!

questo ha stimolato la riflessione sull’importanza del


linguaggio che utilizziamo, soprattutto nel caso di notizie
negative che poi possono essere imitate da altri. Quindi
sono state date delle guide sul tipo di utilizzo del
linguaggio e con precisi criteri e caratteristiche al
sehguito delle quali si influenzano le conseguenze.

Esempi di alcuni criteri usati nelle linee guida e negli studi che si sono occupati di analizzare tali messaggi

E’ quindi stata fatta una guida informativa riguardo a ciò che è opportuno fare e ciò che invece non lo è. Dunque,
riguardo all’analisi del linguaggio e del contenuto andremo a vedere i relativi vantaggi e svantaggi.
Quali vantaggi?

1) È una tecnica non reattiva (si analizza una situazione reale) non c’è manipolazione, non si determinano
conseguenze in chi legge il materiale
2) Sono fatti reali e quindi sicuramente molto rilevanti
3) Permette di effettuare degli studi longitudinali analisi storiche come nel caso degli annunci funebri che
permettono di osservare il decorso di determinati fenomeni nel corso degli anni e in diversi contesti.

Es. Beniger e Jones (1990): lunghezza ideale degli slogan con un’analisi linguistica e longitudinale (per la presa
in considerazione di moltissimi anni) hanno analizzato gli slogan utilizzati dalle campagne presidenziali dal 1800 –
1984 dimostrando che il numero medio delle parole delle headlines non arriva a 6. Inoltre, con un’analisi
correlazionale, hanno rilevato che i candidati i cui slogan erano formati da un maggior numero di parole – oltre le
9 – nel 65% dei casi furono sconfitti alle elezioni. La sconfitta non è attribuibile solo alla lunghezza dello slogan,
perché secondo una visione multicomponenziale, ogni elemento diventa importante e concorre nell’aumentare o
nel diminuire l’efficacia di un messaggio e quindi anche questo fattore può diventare decisivo e fondamentale; I
dati della ricerca si dimostrano anche in linea con le ricerche di Miller (1956) che ha dimostrato come il numero
ottimale di info che il nostro sistema di elaborazione riesce a gestire va dalle 5 alle 9 unità.

Es. di analisi degli slogan utilizzati da Bush e Kerry


nella campagna elettorale del 2004:

- Slogan propositivi (positivi)


- Slogan negativi (campagne negative di
attacco all’avversario) maggior numero di
parole da 6 – 11 parole. Kerry utilizza un
maggior numero di parole rispetto a Bush.
Nonostante le parole fossero di più a
comunque vinto alle elezioni

Quali rischi?

1. Abbassamento degli standard scientifici. Tecniche usate scarsamente valide, fedeli e affidabili per la
replicabilità (oggi però ci sono dei nuovi software che aiutano in questo; rischio anche dell’effetto dello
sperimentatore)
2. Non sempre le scelte linguistiche sono consapevoli e sono spontanee (possono seguire delle “regole”
dettate da altri…)  nell’analisi delle fonti a cui si attribuisce opinioni atteggiamenti non si è certi quanto
queste attibuzioni siano veritiere di queste perosne (es. la fonte potrebbe dover rispettare alcuni criteri).

LEGAME LINGUAGGIO E STEREOTIPI


COME IL LINGUAGGIO AIUTA A RAFFORZARE GLI STEREOTIPI – ES. DI ALCUNE DIFFERENZE MOLTO SOTTILI
1. LCM – Linguistic Category Model
2. LIB – Linguistic Intergroup Bias
3. Atrazione linguistica
4. Ordine delle parole
5. Ruolo dei verbi

 LCM – LINGUISTIC CATEGORY MODEL

Come descrivereste questa situazione? Può essere descritta in molti modi (quadrati blu), che differiscono per
varie sfumatre.

- Dà un pugno attiva
- Ferisce, odia, è aggressivo azione diventa
più astratta e generale infierendo un tratto
disposizionale (es. è una persona di tipo
aggressivo) a partire da una situazione di tipo
concreto. Scriverlo in un determinato modo
può avere delle conseguenze. Perché il
descrivere quella persona come aggressiva
non è necessariamente corrispondente al
vero, come il fatto che una persona
aggressiva può compiere diverse azioni per esserlo.

In quesro modello si analizza il modo di descrivere le situazioni/eventi:

Categoria Esempio
DAV - Verbo descrittivo d’azione Donare, colpire  qualcosa di specifico compiuto da
un agente
IAV - Verbo interpretativo d’azione Aiutare, ferire ferire non implica colpire
SV - Verbo di stato Amare, odiare
Aggettivi Altruista, aggressivo  livello estremo di
generalizzazione

L’altrazione aumenta via via che dai verbi descrittivi


d’azione si arriva agli aggettivi. Ugualmente avviene
per l’informazione sulla persona e la probabilità di
ripetizione.

Al contrario, avviene per la sua informazione


riguardo alla situazione e la facilità di (dis)conferma.

Il LCM deriva in parte dall’errore fondamentale di attribuzione (la tendenza a inferire tratti di personalità sulla
base del comportamento osservato, anche quando quel comportamento potrebbe essere spiegato da fattori
situazionali) in molti casi comportamenti attuati dalle persone sono spiegabili dalla situazione producendo
inferenze, ovvero non giudico la persona che alza la voce in sala d’attesa come se fosse la conseguenza di
qualcosa avvenuto prima di arrivare li, ma la giudicherò direttamente come una persona scorbutica e irascibile.

Questo accade soprattutto quando descriviamo il comportamento degli altri (rispetto al proprio). Accade in
misura maggiore quando descriviamo il comportamento di un membro dell’outgroup piuttosto che di un
membro dell’ingroup.  ricade nel fenomeno dell’ESSENZIALISMO, ovvero quando ci sono dei comportamenti
messi in atto dalle minoranze, pensiamo che rappresentino le caratteristiche salienti di quelle minoranze (livelli
estremi)

 LIB – LINGUISTIC INTERGROUP BIAS


Vediamo come le categorie linguistiche possano essere utilizzate differentemente quando descriviamo persone
che appartengono a gruppi diversi, soprattutto quando la differenza riguarda l’ingroup (proprio gruppo) e
l’outgroup e in particolar modo quando ci riferiamo a comportamenti positivi e negativi.

Nella descrizione di comportamenti rispetto ai quali si ha


l’intento di manifestare che ci sia una certa
generalizzabilità, ovvero che siano maggiormente
frequenti e che siano assoluti, nella norma, si utilizza la
forma linguistica più astratta. Accade maggiormente nei
confronti dei membri dell’ingroup. Al contrario quando
l’outgroup manifesta dei comportamenti negativi, e si vuole trasmettere che non sia l’eccezione ma la regola, si
utilizazano forma linguistiche astratte.

L’opposto accade quando nei confronti di un membro


dell’ingoup, che ha emesso un comportamento negativo,
si vuole sottolineare che fosse un eccezione mlegata alla
situazione specifica e che non fosse generalizzabile, si
utilizzano forme linguistiche concrete. Idem nel caso di
comportamenti positivi emessi da membri appartenenti
al gruppo esterno.

Inferenze – conseguenze:

- Stabilità
- Inferenza disposizionale (ie. quando quel
comportamento è informativo rigurado la
natura di quella persona)
- Probabilità di ripetizione

L’inferenza è alta nell’utilizzo di termini astratt,


bassa se concreti.

Esempi di alcuni studi condotti su LIB e LCM:

o Partiti politici (Semin & Rubini)


o Settentrionali - meridionali (Maass et al.)
o Cacciatori e ambientalisti (Maass et al.)
o Uomini - donne (Fielder et al), Scuole (Arcuri et al)
o Squadre di calcio (Arcuri et al; Ng & Tait), Nazioni (Arcuri et al)
o Gruppi d’età (Ng), etc, Analisi giornali
o Guerra del golfo, Evento antisemita (Varese - Basket)

Es. il tribunale: applicazioni in ambito psico – legale, il processo di Norimberga  Analisi dell’arringa di accusa e di
difesa di 4 criminali Nazisti. È stato usato il linguaggio usato dalla difesa (ma non dall’accusa):
 Aspetti positivi del loro cliente  linguaggio astratto
 Aspetti negativi  linguaggio concreto
Esperimento successivo Schmid et al. (1996) – scelta delle parole (arringa) – studenti dell’ultimo anno di
giurisprudenza.
 Difesa: + >astratto > -  utilizzo maggiore astrazione per comportamenti positivi e concreto per i neg
 Accusa: - > astratto > +
 ORDINE DELLE PAROLE

Ad esempio:
1. Scrivete su un foglio il primo sport che vi viene in mente che viene praticato sia dai M che dalle F
2. Scrivete su un foglio il primo sport che vi viene in mente che viene praticato sia dalle F che dai M

maschi e femmine femmine e maschi differenze nelle risposte?

Kesbir, 2017: come l’ordine delle parole ha rilevanza nella trasmissione delle differenze di genere

Ha dimostrato che attualmente c’è una maggiore frequenza dell’ordine “maschi e femmine” quando si descrivono
azioni o situazioni pubbliche (vs familiari). Analizzò anche le differenze storiche. Ha analizzato le forme linguistiche
in cui c’era un nome maschile e uno femminile legati da un “and” in lingua inglese.

Esempi di coppie di parole: woman/man, women/men, girl/boy, girls/boys, businesswoman/businessman,


businesswomen/buisnessmen, congresswoman/congressman, congresswomen/congressmen,
hairwoman/chairman, chairwomen/chairmen, spokeswoman/spokesman, spokeswomen/spokesmen.

Valori più grandi indicano che viene indicato con maggiore frequenza l’ordine maschile vs femminile (qualunque
sia il tipo di etichetta). Il valore diminuisce però quando si parla a livello familiare (es. madre, padre, zia, etc) 
quando si parla del contesto familiare, stereotipicamente associato alla figura femminile, ci può essere
un’inversione di tenenza (es. madre e padre vengono utilizzati in ordine diverso, prima la figura femminile).

Si ha analizzato i risultati sia su riviste di quotidiani che in


riviste scientifiche. Si sono analizzate due fasce temporali:
- 1931 – 70
- 1971 – 2010
Cambiamenti nel tempo:
Le indagini di archivio (analisi del contenuto e del linguaggio)
hanno quindi dimostrato un uso diverso nel tempo e in base
ai contesti. Inoltre, una generale preferenza per l’ordine
maschile vs femminile.

Ma cosa accade nella Descrizione spontanea proposta al partecipante? Quali effetti se siamo noi a “manipolare”
l’ordine delle parole? Vedi studi sperimentali a seguito

STUDIO 4: DESCRIZIONE SPONTANEA  i partecipanti hanno visto una foto di due persone in un’ambientazione
tipicamente maschile, o in un’ambiente stereotipicamente femminile. “descrivi quanto vedi” quando c’era la
figura maschile nella sx, nella descrizione del 97% dei casi si è nominato prima l’uomo e poi la donna. Scende
significamente quando cambia il contesto: nonostante l’ordine visivo rimanesse invariato (maschio sulla sx e
femmina sulla dx), in presenza di un contesto stereotipicamente femminile, ci sono persone che invertono questa
tendenza.
STUDIO 5: ATTRIBUZIONE DI RESPONSABILITA’ (può essere manipolata dall’ordine delle parole?)
In base alle info fornite, chi è coinvolto maggiormente in questa attività del figlio? Madre? Padre? Perché?
Risposte:
 Se nel testo “madre e padre” il 53.5% dei rispondenti
indicava la madre ordine delle parole ha influenzato
 Se nel testo “padre e madre” solo il 18.4% ha indicato la
madre forte effetto rispetto alla responsabilità attribuita
rispetto all’ordine di presentazione delle parole.

STUDIO 6: ATTRIBUZIONE DI RESPONSABILITA’  veniva fornito un altr testo, con l’uso del termine donna/uomo
invertiti, in base al quale bisognava rispondere quale gruppo sociale avesse un ruolo più importante nella protesta
sociale. Risposte:
- Se nel testo “donne-uomini” il 70.7% dei rispondenti indicava le donne
- Se nel testo “uomini – donne” il 23.3% ha indicato le donne

Conclusioni: questo lavoro ha studiato come l’ordine delle parole può essere un mezzo per esprimere e plasmare
le credenze di genere. Questi risultati possono avere importanti implicazioni per la giustizia sociale: ordinando le
parole in un modo piuttosto che l’altro, possiamo inavvertitamente rafforzare le credenze di genere stereotipate
o anche attribuire una certa responsabilità maggiore ad una persona o un gruppo sociale ad un altro.

ESPERIMENTO: ORDINE DI SVO INFLUENZA L’ATTRIBUZIONE AL SOGGETTO?


Hanno presentato ai partecipanti diverse frasi in
cui i tre elementi principali (S, O, V) apparivano in
tutte le combinazioni possibili (SVO, SOV, OVS,
OSV, VSO, VOS), mantenendo il contenuto di ogni
frase costante attraverso le condizioni.

Ovviamente, alcune combinazioni non sono


corrette da un punto di vista grammaticale, ma
questo era giustificato dicendo di averle tradotte
dal cinese, presentando sopra ogni frase italiana
gli ideogrammi cinesi originali.

DOMANDE: "Quanto pensi che l'azione sia dovuta


al [Soggetto]?"; [Oggetto]? "Quanto pensi che
l'azione rifletta la personalità del [Soggetto]?",
[Oggetto]? "Quanto pensi che l'azione sia una
reazione dovuta alla situazione?”

I partecipanti hanno attribuito attribuzioni causali più forti a un


dato elemento quando è apparso per primo piuttosto che più
avanti nella frase  versione SVO il soggetto veniva ritenuto più
responsabile di quanto accaduto

+ è vicino il verbo al soggetto e + la sua responsabilità attribuita


riguardo a quanto accaduto
 RUOLO DEI VERBI – FAUSEY E BORODITSKY
In una serie di studi hanno dimostrato che i verbi sono legati alla percezione alla percezione dell’agire, una
dimensione fondamentale per la percezione sociale. In un’analisi dell’archivio attuale della lingua in polacco e in
tedesco, hanno evidenziato che le categorie maggiormente stereotipicamente associate all’agire (uomini e
giovani) sono presentati nelle immediate vicinanze a livello strutturale di un verbo più spesso dei target sociali
meno legati all’agire (donne e anziani).

Riguardo la vicinanza di verbo e soggetto per verbi riguardo all’agire non ci sono differenze tra le due lingue, in
entrambe però il verbo dell’agire è più vicino alla figura maschile piuttosto che a quella femminile.

Riguardo all’età, sono state conteggiate le parole trovando una vicinanza maggiore tra soggetto e verbo rispetto
alle figure di giovani rispetto ai vecchi.

ESPERIMENTO

Quando accadono brutti episodi, come decidiamo di chi è la colpa e quanto dovrebbe essere punita le persone
responsabile?

Hanno esaminato se le descrizioni linguistiche leggermente diverse di incidenti influenzassero quanto la gente
incolpa e punisca le persone coinvolte. In tre studi i partecipanti hanno giudicato quanto le persone coinvolte nei
particolari incidenti erano responsabili di quanto accaduto e di quanto avrebbero dovuto pagare per il danno
cagionato.

Minime variazioni stilistiche nel linguaggio che utilizziamo quotidianamente possono determinare importanti
conseguenze sull’interpretazione che le persone possono dare a quanto stiamo dicendo, a come ci valutano e agli
effetti che possiamo ottenere. I nostri atteggiamenti, stereotipi, credenze influenzano le nostre scelte linguistiche
in modo inconsapevole.

L’analisi del linguaggio e del contenuto ci permette di studiare questo

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