“La musica è una materia nobile. Non ho idolatrie particolari verso
un’epoca o uno stile. Sono abbastanza libero nelle mie scelte estetiche di repertorio, di interpretazione e nei suggerimenti didattici. Non ho niente da tutelare in particolare, se non proprio uno spirito di ricerca; di ricerca della verità ed autenticità in un modo o nell’altro e forse anche di professionismo. [...] È vero che sono responsabile del fatto che i saxofonisti suonano molte trascrizioni, questo perché ne ho avuto voglia e bisogno. Innanzitutto penso che non basti ascoltare della musica ma bisogna suonarla e sentirla fisicamente per integrare quella “cultura” che il saxofonista non ha abbastanza. Alcuni anche eseguendo pezzi di musica contemporanea molto bene , si sente che sono carenti culturalmente eseguono semplicemente degli schemi, dei raggruppamenti...poiché suoniamo con la cultura che abbiamo nello stesso modo per il quale si parla con la cultura che si ha. Il formato della maggior parte delle opere per saxofono è dagli 8 ai 12 minuti: il Concerto di Glazunov dura 13 minuti, la Sequenza di Berio dura 15 minuti: non si supera mai il quarto d’ora. Quando ho suonato, tempo fa, la Sonata di C. Franck per violino è stata la prima volta che suonai un pezzo della durata di mezz’ora, ed ho capito che bisogna imparare a gestire il tempo. [...] Suonare in pubblico delle trascrizioni non è una cosa negativa se c’è una programmazione intelligente. [...] La trascrizione è benefica per i compositori: ascoltare le trascrizioni della loro musica può dar loro un accesso alla conoscenza acustica del nostro strumento.”
La parola “Trascrizione”, secondo quanto riportato nel
Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti pubblicato da UTET, viene usata nella terminologia musicale con diverse accezioni:
1. destinazione di una composizione a mezzo fonico
differente da quello per il quale essa era stata originalmente concepita; 1 Associazione Exigentia 2016 - Intervista a M. Claude Delangle. 2. decifrazione e redazione in scrittura corrente, cioè edizione moderna, della produzione musicale anteriore al secolo XVIII, anticamente notata secondo le varie semiografie;
3. stesura per iscritto, in maniera spesso approssimativa,
di brani musicali preesistenti nella tradizione orale quale, per esempio nel secolo scorso in particolare, il ricco patrimonio etnografico;
4. atto puramente materiale (ai fini soprattutto pratici) del
copista che riscrive un brano musicale;
Il Saxofono è uno strumento nato per errore 2, oggetto di molte
critiche ha saputo riscattarsi negli anni dimostrando versatilità e capacità di adattamento. Strumento relativamente moderno3, nato prettamente per utilizzo bandistico, con le sue peculiarità attirò l’attenzione di numerosi grandi compositori arrivando alla “gloria” in breve tempo. Il suo repertorio, sicuramente interessante e assolutamente degno di nota, interessa però tutto il periodo dal tardo Ottocento in avanti; la sua “giovane” età infatti, non gli permise di godere degli anni più importanti della grande tradizione musicale; proprio per questo la tecnica saxofonista è carente di tutte quelle caratteristiche peculiari della tecnica esecutiva della musica rinascimentale, della musica barocca e della musica romantica. Per sopperire a queste mancanze molti grandi saxofonisti si sono rifatti negli anni a metodi, sonate, concerti nati per altri strumenti 2 A. Sax tentò di riprodurre un clarinetto in ottone, materiale che non risentiva degli agenti atmosferici, permettendo così l’utilizzo dello strumento in contesti bandistici. Cfr. Marzi M., Il Saxofono (2016), Zecchini Editore, Varese. 3 Il primo brevetto del Saxofono si avrà solo il 26 Giugno del 1846. Cfr. Marzi M., Il Saxofono (2016), Zecchini Editore, Varese. riadattandoli al saxofono, come lo stesso C. Delangle, ecco perché diventa importante la trascrizione. Attingere dal repertorio di altri strumenti ci permette di avere un corpus valido di materiale sul quale poter affrontare uno studio. Un esempio sono i metodi di M. Mule nel quali ritroviamo estratti di composizioni di N. Paganini per violino. Noi saxofonisti attingiamo dai metodi di tecnica giornaliera dei clarinettisti, dai metodi di respirazione per flauto, dai metodi di flessibilità per trombone e dai metodi di staccato per tromba; ogni metodo ci permette di arricchire il nostro bagaglio tecnico - espressivo - esecutivo. Un saxofonista, anche cimentandosi con un repertorio contemporaneo, ha l’esigenza di conoscere la natura di quella tecnica esecutiva. Per molti anni il saxofono è stato denigrato a mero strumento da marcia, da “strada”, incapace di cimentarsi in generi diversi dal jazz di New Orleans, troppo “limitato” per la musica “alta”. Ma se consideriamo la Musica come mezzo espressivo, allora consideriamo che non esistono limiti. “La musica è fatta delle tue esperienze, dei tuoi pensieri, della tua saggezza. Se non la vivi, non uscirà mai dal tuo strumento. Ti insegnano che c’è una linea di confine nella musica. Ma, uomo, non c’è linea di confine nell’arte.” Cit. Charlie Parker.