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Guido A.

Morina, Marco Sorrentino, Elisabetta Recalcati

Introduzione alla
NATUROPATIA ENERGETICA
Indirizzo biopsicosociale

Ebook Morina Editore

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Prima edizione: maggio 2002


Seconda edizione: febbraio 2004
Terza edizione: luglio 2005
Quarta edizione, riveduta e corretta: giugno 2009
“Un essere umano è parte di un tutto chiamato Universo.
Egli esperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualche cosa di separato dal
resto: una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una specie di prigione.
Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione attraverso
lʼallargamento del nostro circolo di conoscenza e di comprensione, sino a includervi tutte le
creature viventi e lʼintera natura, nella sua bellezza.”

Albert Einstein

“Se lʼuomo potesse comprendere tutto lʼorrore della vita delle persone ordinarie
che girano in tondo in un cerchio di interessi e di scopi insignificanti,
se potesse comprendere ciò che perdono,
comprenderebbe che non vi può essere che una cosa seria per lui:
sfuggire alla legge generale, essere libero.
Per un uomo in prigione e condannato a morte, cosa può esservi di serio?
Solo una cosa:
come salvarsi, come fuggire.
Nientʼaltro è serio”.

G.I.Gurdjieff
Indice

Premessa! 1

Energia: guida al suo utilizzo corretto! 8

Lʼenergia è informazione" 11

La naturopatia energetica e le good vibrations." 13

Il concetto di energia nella cultura orientale" 17

Lʼuso etico e scientifico dellʼenergia nella pratica naturopatica" 20

Lʼuso terapeutico dellʼenergia nel Counseling e nella comunicazione" 23

Floriterapia e altre pratiche energetiche secondo lʼapproccio


psicobiologico" 24

La credenza nel potere terapeutico dellʼenergia" 30

Il piano spirituale e quello clinico sono reciprocamente


impermeabili?" 34

BIBLIOGRAFIA! 38
Introduzione alla naturopatia energetica

Premessa

La naturopatia energetica rappresenta lʼindirizzo di studi esoterico delle


scienze della salute naturopatiche. Il termine esoterico, che evoca
immediatamente, nellʼimmaginario popolare, maghi e alambicchi fumanti in
laboratori bui e misteriosi, va inteso nel suo significato etimologico, cioè di
conoscenza riservata a pochi. Coloro che vogliono acquisire questa
conoscenza, infatti, devono prestarsi ad imparare le regole di apprendimento e
quelle metodologiche, oltre a uno specifico linguaggio (nel nostro caso, quello
scientifico) perché ciò di cui ci si sta occupando non rientra nei canoni e nei
criteri generali in cui è organizzata la conoscenza. Il suo oggetto privilegiato è la
ricerca delle strategie di mantenimento e di ripristino della salute in senso
globale e olistico attraverso lʼenergia dellʼinformazione, della comunicazione
umana, della sfera inconscia, emotiva, affettiva e creativa dellʼessere umano.
Lʼapproccio, in coerenza con principi e metodi adottati nella formazione e
nella didattica dallʼUniversità Popolare di Scienze della Salute Psicologiche e
Sociali (Uni.Psi) è sempre e necessariamente un approccio rigorosamente
scientifico, attraverso il quale la Scuola di naturopatia energetica si propone
lʼobiettivo di formare terapeuti in grado di gestire con competenza e
professionalità la cura della salute della persona principalmente attraverso il
ricorso a una relazione dʼaiuto fondata sullʼempatia, sullo scambio energetico e
sulla comunicazione simbolica, piuttosto che sulla somministrazione di rimedi,
lʼuso di apparecchiature o lʼapplicazione di tecniche di cura tradizionali.
La naturopatia energetica si distingue anche dal counseling, pur
anchʼesso relazione dʼaiuto fondata sulla comunicazione empatica, per il fatto
che questʼultimo rifiuta il ricorso a strumenti di supporto alla cura della persona
che non siano il colloquio allʼinterno della relazione dʼaiuto. La naturopatia
energetica, invece, si rivolge a quei terapeuti i quali, per atteggiamento,
formazione e predisposizione culturale, per esperienze di vita e professionali,
preferiscono utilizzare, nella cura della persona, strumenti, rimedi e tecniche

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Introduzione alla naturopatia energetica

utilizzate tradizionalmente nella naturopatia tradizionale, ma non direttamente in


chiave terapeutica (prerogativa che, come noto, appartiene solo alla classe
medica) quanto in quella simbolica e analogica.
Gli allievi cui si rivolge la Scuola di Naturopatia energetica, in altri termini,
sono persone più evolute di quelle che, della naturopatia, ricercano soltanto,
secondo una mentalità ingenuamente allopatica, il semplice rimedio o la tecnica
di cura che vada ad agire sul loro disturbo, pretendendo che essi agiscano
immediatamente, più e meglio del farmaco o della cura medica convenzionale,
ma senza effetti collaterali. La naturopatia energetica, insomma, utilizza
lʼenergia che ci circonda non come se si trattasse di un farmaco, ma in chiave di
ricerca di conoscenza del significato della vita, delle opportunità, ma anche
degli aspetti negativi che essa ci propone.
Ancora una volta, quindi, ci preme chiarire come la naturopatia, comunque
la si voglia denominare, resta una modalità di conoscenza che ha per oggetto la
salute, e non la malattia, e che presuppone la volontà di conoscere e di
cambiare, ma specialmente la piena consapevolezza del significato di ciò che si
sta facendo. Partecipare a un rituale collettivo di invocazione di qualche
energia, assumere un rimedio che, ci dicono, contiene una certa energia
terapeutica, sottoporsi a sedute di massaggio “energetico” senza essere
consapevoli del significato della cura, significa abbandonarsi agli altri, perdere
la propria dignità di esseri umani e assoggettarsi passivamente a forze che non
si conoscono ma che si spera possano essere rivolte a nostro vantaggio.
Atteggiamento magico-infantile, di rinuncia o di incapacità di affrontare la vita in
prima persona, che non ha nulla a che vedere con la filosofia naturopatica.
Tutto ciò che, da sempre, gli esseri umani hanno fatto per alleviare il
dolore insito nellʼesistenza, può essere distinto in due grandi categorie: le
tecniche basate sullʼosservazione scientifica della realtà, e quelle magiche. Le
prime analizzano il rapporto di causa/effetto tra cura e guarigione, cercando di
individuare i meccanismi di azione della cura stessa; le seconde mirano
soltanto a fornire un illusorio conforto tramite la delega della responsabilità della
propria salute ad altri, siano essi medici, sciamani o guaritori, siano essi entità
soprannaturali. In entrambi i casi si fa uso dellʼenergia, dal momento che noi
siamo energia e lo è anche tutto ciò che ci circonda.
Ma nellʼottica razionale e scientifica, questa viene utilizzata per quello che
mostra di poter produrre, al di là dei nostri desideri e delle nostre aspettative; in
ambito magico, invece, tutto viene ricondotto al concetto di energia, e si rifiuta
di conoscerla e di studiarla, ma ci si sottomette, semplicemente, al suo “potere”.

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Per esempio, lo studio e la ricerca di conoscenza consapevole hanno condotto


alla scoperta delle cure mediche cui tutti, indistintamente, facciamo oggi
riferimento quando siamo costretti a ricorrere ad esse. Molti farmaci, non tutti,
agiscono in base a meccanismi che abbiamo imparato a conoscere attraverso
la ricerca e che “funzionano” non perché dimostrano di funzionare, ma perché
abbiamo scoperto quali siano i processi che conducono dalla somministrazione
della cura allʼeffetto benefico di essa.
Quando invece noi utilizziamo rimedi privi di questo fondamento
scientifico, noi non facciamo riferimento, del prendere in carico la nostra e
lʼaltrui salute, sulla conoscenza del fenomeno, ma soltanto sulla speranza, sulla
fede, sullʼillusione che la cura magica possa funzionare nel nostro caso come
ha dimostrato di funzionare in qualche altro. Questo significa implicitamente
riconoscere non soltanto la propria ignoranza, ma la nostra mancanza di
volontà di conoscere il fenomeno di cui ci stiamo occupando. E rinunciando a
volerlo conoscere, si rinuncia anche a fornire sollievo, conforto e cure efficaci a
coloro che ci circondano e che verranno dopo di noi, perché anche loro
dovranno affidarsi alla fortuna e allʼillusione del “funzionamento” anziché su dati
certi, basati sulla conoscenza scientifica.
Assumere un rimedio omeopatico o floriterapico, infatti, non significa
sostituire allʼeffetto biochimico delle molecole di principio attivo del farmaco
lʼeffetto “energetico” del rimedio. Se così fosse, infatti, si potrebbe indicare con
sicurezza quali siano le caratteristiche di questa energia che stiamo utilizzando,
la sua provenienza, la sua modalità di azione, gli effetti che essa produce nel
corpo, nella mente e nello spirito, cosa che, invece, non possiamo
assolutamente fare. Quello cui ci riferiamo, quindi, non è lʼeffetto terapeutico di
una componente della realtà che abbiamo studiato e conosciuto, ma soltanto
lʼeffetto suggestivo illusorio della nostra speranza che il rimedio “funzioni”.
Si pensi, per esempio, alla “scoperta” del potere energetico del fuoco.
Gran parte dellʼumanità, di fronte al forte impatto emotivo che il fenomeno
naturale produce, si rifugiò nella sua semplice adorazione, attribuendo ad esso
proprietà e provenienza soprannaturali, e tenendosi a debita distanza da esso,
senza, cioè, né conoscerlo, né utilizzarlo.
I pochi che, invece, avendo acquisito tramite lʼesperienza una certa forza
psicologica, si sono posti nellʼottica di osare e di rischiare, e di voler conoscere
il fenomeno, ne hanno, tra mille difficoltà, tratto conoscenze e vantaggi di cui
hanno fruito, poi, anche tutti gli altri. Se non ci fosse stata una esigua
minoranza di individui disposti ad osare e ad assumersi la responsabilità di

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quanto facevano, ancora oggi noi saremmo rimasti, tutti, un popolo primitivo
che cercava di sopravvivere e che si limitava ad adorare il fuoco.
La conoscenza consapevole della realtà che ci circonda, tuttavia, non è
un processo facile e indolore. Sicuramente più facile e sicuramente indolore
(anche se illusorio), invece, è affidarsi a forze o energie che riteniamo in
qualche modo superiori e più potenti di noi, in grado di alleviare le nostre
sofferenze. Il percorso di consapevolezza condotto in migliaia di anni
dallʼumanità ci ha finalmente portati, attraverso la filosofia e la scienza, a
riconoscere i meccanismi del pensiero primitivo e magico e a cercare di
eliminarli, gradatamente, dalla nostra esistenza.
Nessun meteorologo, oggi, si affida alla danza della pioggia per prevedere
le condizioni del tempo atmosferico, e nessun medico chirurgo ricerca nei
visceri di animali sacrificati o nei fondi di caffè la conferma che la delicata
operazione che sta per compiere avrà successo. Nessuno di noi viaggia sul
tappeto volante, e abbiamo rinunciato da tempo a comunicare con segnali di
fumo per utilizzare gli smartphone. Eppure, di fronte allʼimpotenza della scienza
in materia di salute, continuiamo a rivolgerci a tutto ciò che possa, non importa
in che modo, fornirci una speranza di guarigione. Atteggiamento naturale e
perfettamente comprensibile, naturalmente, ma che non conduce da nessuna
parte se non è rivolto alla conoscenza consapevole, ma solo alla perpetuazione
di antichi rituali o credenze.
Molti guaritori e terapeuti, invece, continuano ancora oggi ad affidarsi a
strumenti primitivi, ingenui e illusori per affrontare la realtà, e lo fanno,
colpevolmente, senza rendersi conto del fatto che quella su cui vanno ad agire
è la salute delle persone. La quale merita un impegno e una ricerca di
conoscenza ben diversa dalla semplice riproposizione di rituali o dalla
somministrazione di cure prive di fondamento scientifico.
La cura della salute delle persone, secondo una corretta visione
naturopatica, deve fondarsi sulla conoscenza e sulla consapevolezza sia da
parte del terapeuta, sia da parte del cliente. In ognuno di noi, tuttavia, esiste e
continuerà a esistere una componente irrazionale, primitiva e magica, che ci
spinge a credere, anziché a conoscere. Questa componente è evidentemente
molto più forte e attiva nelle persone più deboli sotto il profilo culturale,
intellettuale e psicologico. Queste ultime non hanno nessuna intenzione (per
mancanza di esperienza, di predisposizione e di assistenza nel compito) ad
occuparsi della propria e dellʼaltrui salute basandosi sui dati di conoscenza a
nostra disposizione. Esse preferiscono, per impostazione culturale, psicologica

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e ideologica, “affidarsi” ad altri o ad altro, proprio perché non hanno sufficiente


stima e fiducia in se stessi, o sono privi di idonei strumenti culturali e
intellettuali.
Anziché occuparsi in prima persona, quindi, della propria salute,
analizzando le proprie abitudini e lo stile di vita, e costruendo un programma di
miglioramento della qualità della vita stessa, la maggior parte delle persone, di
fronte alla difficoltà, allʼimpegno e alla fatica che questo compito richiede,
preferisce, come dicevamo, affidarsi ad altri, i quali offrono una soluzione più
rapida, più semplice, meno faticosa. È a questo punto che intervengono tutte
quelle forme di cura che definiamo per brevità “magiche”, le quali hanno proprio
lo scopo di sopprimere la consapevolezza, il senso di colpa e la responsabilità
del cliente, e sostituirsi ad esso nel processo di guarigione. Il sistema, a quanto
pare, qualche volta funziona. È sufficiente che funzioni qualche volta, infatti,
per far sì che le persone si convincano che esso non soltanto ha funzionato, ma
che possa funzionare sempre.
Se si riflette un attimo, si tratta dello stesso meccanismo cognitivo in forza
del quale le persone si ostinano a buttare letteralmente via parte del denaro
faticosamente guadagnato tramite il loro lavoro, giocando al lotto o comprando
biglietti della lotteria. In effetti, affidarsi alla fortuna funziona, tantʼè vero che
ogni giorno molte persone sono “baciate” da essa. Ma ignorare i principi della
probabilità e della statistica non è soltanto un atteggiamento privo di senso e di
utilità sotto il profilo pratico; esso è un atteggiamento criticabile specialmente
sotto il profilo morale: affidarsi alla fortuna, a chi crediamo che ne sappia più di
noi, ad amuleti, rimedi e cure improbabili, significa rinunciare ad assumersi la
responsabilità della propria salute e, in definitiva, della propria vita.
La naturopatia energetica non si limita, quindi, ad applicare
superficialmente e pedissequamente sistemi di cura tradizionali, antichi, di
derivazione magica o religiosa, ma, consapevole del ruolo che la componente
irrazionale della mente svolge in ciascuno di noi, utilizza questo patrimonio di
conoscenze tradizionali e non scientifiche, per ricavare da esse un significato
scientificamente supportato. Per esempio, ad ogni fiore di Bach è stata attribuita
una funzione terapeutica totalmente priva di sperimentazione e di conferma
scientifica. La differenza tra il naturopata tradizionale e naturopata energetico
sta nel fatto che il primo utilizzerà il rimedio senza conoscerne i meccanismi, e
affidandosi solamente a quanto ha letto o imparato circa la sua funzione. Il
naturopata energetico, invece, consapevole del fatto che non esiste alcuna
conferma scientifica dellʼefficacia del rimedio in questione, ne utilizza il

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significato energetico e simbolico: se il rimedio viene indicato per risvegliare


una certa risorsa dellʼindividuo, per esempio, allora, una volta accertato che il
cliente abbia effettivamente bisogno di sviluppare tale risorsa, esso potrà
essere utilizzato a scopo di supporto psicologico e simbolico di quella che sarà
effettivamente la cura della persona. La quale, nella consulenza di naturopatia
energetica, non consiste semplicemente nel fare assumere al cliente
quotidianamente e per un certo periodo di tempo una certa quantità del rimedio,
dal momento che il suo significato è esclusivamente simbolico, ma nel far
riflettere il cliente stesso circa il significato che abbiamo attribuito al rimedio e
cioè la necessità che egli assuma consapevolmente la responsabilità della
propria guarigione, attivando in prima persona proprio quella specifica risorsa.
Ci si rende conto che si tratta di un vero e proprio ribaltamento di quella
che è la concezione banale, superficiale e infantile dellʼutilizzo di rimedi in
naturopatia: non certo utilizzarli come fossero dei farmaci, in chiave allopatica,
ma sfruttarne il potenziale energetico e simbolico per aiutare la persona a
diventare consapevole della necessità che essa stessa possa agire ed
affrontare quegli ostacoli che impediscono di vivere consapevolmente e
intensamente la propria vita.
In questʼottica terapeutica, rivolta, cioè, alla presa in carico del cliente
inteso come persona che richiede una assistenza professionale di tipo
informativo, e non in quella di paziente cui somministrare cure e prescrizioni, Il
consulente in naturopatia energetica utilizzerà tutti quegli strumenti, tecniche e
strategie che possano favorire lʼinstaurarsi di una relazione empatica e
comunicativa. Lo scopo non è quello di produrre direttamente e
immediatamente un beneficio sul piano fisico, psichico o spirituale, attraverso la
somministrazione di cure e rimedi, ma quello ben più importante di accrescere
la consapevolezza del cliente circa la sua condizione di salute in modo che
esso stesso impari a prendersi cura in maniera sana e naturale di sé.
Gli strumenti utilizzati di preferenza, in questa modalità di approccio alla
cura della persona, possono essere tutti quelli tradizionalmente utilizzati in
naturopatia tradizionale. La differenza di approccio sta infatti non tanto del tipo
di rimedio utilizzato, ma nellʼuso che se ne fa: tradizionale, rivolto alla cura di
patologie per la naturopatia tradizionale; innovativo ed energetico, rivolto alla
cura della persona in quello energetico.
Il percorso formativo prevede quindi un primo anno sostanzialmente
comune a tutti gli indirizzi, nel quale si affrontano materie e discipline di base,
quali la storia e i principi fondamentali delle diverse forme di medicina, la

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scienza dell'alimentazione e la biochimica, lʼuso degli alimenti, degli integratori


e delle piante nella cura della persona. Nei successivi due anni, specialistici per
l'indirizzo energetico, si darà invece particolare risalto e si approfondiranno
alcune materie, legate alla comunicazione energetica: lʼiridologia, nelle sue
varie forme, come esempio di tecnica di analisi della persona, cui sono dedicate
due lezioni del triennio; la terapia craniosacrale, come esempio di tecnica
terapeutica di tipo energetico, ma fondata sul contatto corporeo non invasivo,
cui sono dedicate altre due lezioni del triennio; strategie e tecniche
psicobiologiche di analisi e informazione sulle abitudini, sugli atteggiamenti
psicologici e sullo stile di vita, che prevedono lʼapprofondimento di tecniche di
rilassamento, di comunicazione (compresa quella olfattiva), insieme alla
conoscenza di tutti gli aspetti che riguardano la sfera immateriale ed energetica
dellʼesistenza umana e del comportamento, quali emozioni, motivazioni,
atteggiamenti, pulsioni e istinti, la sfera emozionale, affettiva e sessuale.
Non manca, naturalmente, lo studio delle discipline, tecniche e pratiche
tipicamente naturopatiche, da quelle basate sulla somministrazione di rimedi
(omeopatia, floriterapia, oligoterapia, cromoterapia, cristalloterapia, ecc), a
quelle che utilizzano lʼenergia nella comunicazione e nel contatto corporeo
(come le tecniche manuali, riflessologiche e manipolative). Tutte queste
tecniche, però, saranno illustrate con chiarezza esponendo i motivi per cui
alcune di esse non possono essere utilizzate nella pratica professionale se non
da personale sanitario abilitato, e fornendo, per tutte le altre, le informazioni
pratiche, le avvertenze, le precauzioni dʼuso che rendano il loro utilizzo una
pratica terapeutica scientificamente fondata, e non espongano, quindi, al rischio
di denuncia per abuso della credulità popolare o di professione.
Per ognuna di esse, quindi, verrà fornita una prima scheda informativa,
secondo i canoni della naturopatia tradizionale, cui farà seguito una analisi
critica costruttiva, che deve condurre alla consapevolezza del significato
effettivo e legalmente applicabile di ogni strumento di cura, secondo i principi e
il metodo della naturopatia energetica.

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Energia: guida al suo utilizzo corretto

Nellʼintrodurre le modalità di approccio a una impegnativa scuola triennale


in Naturopatia energetica si rende necessario specificare esattamente che cosa
si intenda con il termine “energia”.
La radice etimologica del termine energia è greca (ἐνέργεια) e si
compone del prefisso en, particella intensiva, e dalla parola ergon, cioè lavoro
e, in senso lato, capacità di agire. Il concetto di energia è quindi
indissolubilmente legato al movimento e al cambiamento. Ciò significa, sotto il
profilo esoterico, che se una persona non è disposta a cambiare se stessa, e
cioè la propria energia interiore, non potrà avere benefici dallʼutilizzo di energia
esterna. In altre parole, sotto il profilo esoterico e psicobiologico, lʼenergia è una
forza che agisce positivamente e in maniera duratura sullʼindividuo solo se
quest'ultimo è disposto consapevolmente a utilizzare la propria energia vitale
per cambiare e adattarsi, non se pretende che altri, dallʼesterno, “immettano”
nuova energia nel suo organismo, aspettandosi che questa faccia il lavoro al
suo posto. Nella visione naturopatica e terapeutica, quindi, si comprende
lʼenorme differenza tra lʼuso di rimedi e cure energetiche senza consapevolezza
(come avviene abitualmente, quando, per esempio, ci si sottopone a sedute di
reiki o si assumono fiori di Bach senza contemporaneamente attivarsi per
cambiare la propria vita) e quello proposto dalla nostra Scuola, in cui lʼuso
dellʼenergia esterna deve essere coerente con quello dellʼenergia interna del
cliente.
In termini rigorosamente scientifici, il concetto di energia è utilizzato con
diverse accezioni, e cioè: meccanica, chimica, biologica, elettrica,
elettromagnetica, luminoso radiante, termica, nucleare, ma con innumerevoli
ulteriori specificazioni e sottocategorie.
Dal punto di vista della naturopatia energetica, naturalmente, lʼaccezione
che più si avvicina al concetto di cui ci stiamo occupando è quella biologica:
quella che si utilizza e su cui si va ad agire attraverso tecniche, atteggiamenti,
comportamenti comunicativi, è infatti una energia di derivazione biologica,

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legata indissolubilmente alla vita organica. Questʼultima può essere


ulteriormente specificata come energia metabolica, muscolare (forza fisica),
neuronale e psichica.
È proprio questʼultima quella cui ci si riferisce nel corso di naturopatia
energetica, mentre non ci occuperemo di altre forme di energia, comprese
quelle di esplicita o implicita ispirazione religiosa e spirituale, non perché se ne
neghi pregiudizialmente lʼesistenza, quanto per il semplice fatto che esse non
sono gestibili secondo i principi del metodo scientifico cui noi ci riferiamo, e
sono appartenenti a un mondo differente, che non sarebbe corretto utilizzare
per scopi profani, cioè banalmente terapeutici, come invece, purtroppo, si
insegna abitualmente.
Con il termine di energia, infatti, è invalsa la pessima abitudine attuale di
indicare qualunque fenomeno che, per qualsiasi motivo, sfugga alla nostra
capacità di comprensione e sia estraneo alla nostra conoscenza attuale.
Lʼuso del termine “energia”, normalmente a sproposito, in naturopatia e
discipline bionaturali o alternative, riflette quello che in psicologia è un
fenomeno noto e conosciuto: lʼeffetto Rumplestilskin (Smith, 1975, citato in
Barash, 1980, p.20): lʼingannevole credenza che dando un nome a qualche
cosa la si spieghi. Questo fenomeno non è solo una pessima abitudine in
ambito “alternativo”, ma è ampiamente utilizzato anche in medicina scientifica,
dove si cerca ingenuamente di dare un nome, per esempio “essenziale” al
disturbo dellʼipertensione, come se così facendo esso fosse spiegato, e quindi,
forse, curabile, mentre con quel termine si vuole solo indicare la natura ignota
del disturbo stesso.
Al di fuori dellʼambito medico, per esempio, è frequente descrivere un
determinato ambiente, una abitazione, oppure un incontro tra persone, come
dotati di una “energia” più o meno bella, intensa, oppure negativa. Altrettanto
frequente è lʼabitudine di parlare di energia con riferimento allʼintervento di
qualsiasi variabile sul decorso di una malattia, su una prestazione o
performance, o persino sulla relazione che si instaura in presenza o a distanza
tra le persone.
Lʼatmosfera, il clima emotivo, lʼinsieme delle componenti, visibili e invisibili
di un qualsiasi contesto ambientale, in altre parole, sono termini e
interpretazioni della realtà che appaiono, ai più, troppo complesse da decifrare
e da descrivere. Eʼ molto più facile, e suggestivo, invece, descrivere un
fenomeno per lo stato emotivo che produce soggettivamente, invece che
sobbarcarsi il compito arduo di analizzarne le componenti.

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In ambito naturopatico questo processo cognitivo non è scorretto,


naturalmente, se solo non si pretende di esaurire con la constatazione della
percezione di una condizione energetica lʼanalisi della realtà con cui si ha a che
fare. Infatti, fino a che la nostra reazione agli stimoli ambientali è confinata
allʼambito della percezione soggettiva, tramite gli organi di senso, di una
esperienza che produce piacere, benessere, sollievo, serenità (quale uno
scambio di effusioni, la fruizione di un opera artistica, la contemplazione di un
paesaggio) il ricorso al termine “energia” ha un senso, perché serve a definire
una condizione di non facile descrizione, e che, oltretutto, neppure richiede una
analisi scientifica dellʼesperienza.
Ben diverso è il caso in cui si descriva in termini vaghi di energia una
condizione legata alla comunicazione terapeutica con una persona, la quale ha
il diritto che ciò che il terapeuta percepisce non resti confinato allʼambito della
sua esperienza emozionale e soggettiva, ma sia tradotto in termini
comprensibili anche per il cliente stesso e fornire così lo spunto per la
costruzione del significato dell'esperienza.
È molto importante, quindi, sgombrare immediatamente il campo da luoghi
comuni e da visioni ideologiche e superficiali della realtà, e dallʼinterpretazione
di fenomeni misteriosi o sconosciuti alla scienza come rientranti, tutti, allʼinterno
del cosiddetto paradigma energetico. Così facendo, infatti, non si costruisce
conoscenza e non si agisce sulla condizione di benessere, ma ci si limita a dare
un nome, privo di significato reale, a una esperienza che lascia sgomento lo
stesso terapeuta.
Molto di ciò che abitualmente viene definito come dotato di energia,
specialmente nel campo della cura della salute delle persone, è quella che noi
definiamo energia psichica, la quale, per quanto non misurabile, non
manipolabile, non direzionabile esattamente secondo le nostre intenzioni, è pur
sempre un fenomeno assolutamente naturale, umano, scientificamente
spiegabile, che devʼessere più correttamente identificato come lʼinsieme delle
proprietà energetiche emerse nel corso dellʼevoluzione, con diverse intensità e
complessità, nelle differenti forme di vita, e che trovano nellʼessere umano la
forma più complessa di manifestazione.
Conosciamo pochissimo, per lʼintrinseca difficoltà nellʼindagine scientifica,
della natura della nostra mente, dei suoi processi, e specialmente di quella sua
parte, lʼinconscio, che, nellʼottica della naturopatia energetica, rappresenta la
fonte principale della energia di cui ci occupiamo.

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È nellʼinconscio, infatti, che nasce e si sviluppa attraverso lʼinterazione con


lʼambiente e le esperienze precedenti di vita, ogni nostra manifestazione
energetica: pensieri, emozioni, motivazioni, atteggiamenti, pulsioni, istinti,
bisogni, aspettative, desideri, sono tutte forme differenti di unʼunica energia,
quella psichica e vitale, che appartiene, come dicevamo, ad ogni forma di vita.
È su questo tipo di energia che la scuola di naturopatia energetica
propone di indagare per recuperare, attraverso lʼacquisizione della sua
conoscenza, quellʼimmenso patrimonio di risorse che la nostra Scuola intende
utilizzare allo scopo di accrescere conoscenza e consapevolezza del significato
della vita, e non per ridurla in maniera banale, superficiale, e anche poco
rispettosa della dignità umana, a un insieme di rimedi e di cure magiche per
risolvere banali disturbi o alterazioni dello stato di salute della vita quotidiana.

Lʼenergia è informazione

Tutta l'impostazione didattica, formativa e terapeutica della naturopatia


energetica ruota intorno al concetto che stiamo esprimendo in questo breve
paragrafo: lʼenergia con cui e su cui agisce la naturopatia energetica è
informazione. Lʼinformazione è conoscenza, nuova conoscenza che si
trasmette da un soggetto allʼaltro, causando la necessità di accomodamento e
adattamento degli schemi di organizzazione del pensiero, e imponendo, quindi,
un cambiamento in essi e nel comportamento che ne deriva.
Tutti gli strumenti di cura dei quali ci occuperemo nel corso delle lezioni,
che sono quelli utilizzati in naturopatia tradizionale, sono intesi solo come
veicoli di trasmissione dellʼenergia, e non lʼenergia informazionale stessa.
Lʼerrore fondamentale su cui si basano le pratiche magiche e la naturopata
tradizionale, infatti, sta nel confondere significato con significante, la mappa col
territorio, e ritenere che il rimedio in sé produca la guarigione per lʼintervento di
questa energia in qualche modo soprannaturale o comunque estranea al
cliente, in quanto prelevata dallʼesterno.
La naturopatia energetica fa leva, invece, sullʼenergia informazionale che
nasce nellʼinterazione tra terapeuta e cliente, costruita nellʼambito di una
relazione empatica fondata sul rispetto reciproco e lo scambio di informazione.
Il rimedio e la cura, allora, diventano soltanto lo strumento a disposizione del
terapeuta per favorire il processo di guarigione, e non la cura in sé. A questo

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Introduzione alla naturopatia energetica

punto, qualunque rimedio, sia esso fiore, colore, parola, preghiera, albero,
cristallo, ecc. può essere utilizzato come tale, in quanto è al significato che esso
veicola che occorre fare riferimento, e non al rimedio in sé, il quale, lo ripetiamo,
è un semplice supporto per trasmettere lʼinformazione, la vera energia di
guarigione.
Si rifletta: se le cose non stessero nei termini da noi indicati, per quale
motivo dovrebbero esistere così tanti sistemi di cura, pratiche, tecniche, rimedi
di tipo energetico? Perché dovrebbero esistere, in altri termini, così tante
migliaia di rimedi diversi per la cura della stessa cosa, cioè lo squilibrio
energetico? Che senso ha curare le persone utilizzando indifferentemente
lʼenergia dei chakra indiani o quella dei meridiani cinesi o quella dei fiori di
Bach? Se sono forme di cura diverse, significa che producono effetti diversi e
che operano su situazioni diverse, o no? Quale di esse il naturopata deve
utilizzare, quando, come e perchè?
Nessuna scuola di naturopatia tradizionale sa dare una risposta a questa
domanda: perché insegnate lʼuso di innumerevoli rimedi diversi, basati su
supporti diversi, senza mai spiegare quale tra essi va utilizzato nel caso
specifico? Di fronte a una persona ansiosa, proporrò un massaggio che agisca
sui meridiani, o uno che agisca sui chakra? E chi mi dice che non possa essere
più utile ed efficace la semplice imposizione delle mani? E allora, utilizzerò la
pranoterapia, il reiki, il touch for health o la terapia craniosacrale? E perché non
utilizzare un fiore di Bach? Ma non è meglio un fiore californiano, oppure
dellʼAlaska? E perché non un rimedio omeopatico? Ma non è forse meglio un
oligoterapico? E che ne dite degli organoterapici? Quale va utilizzato nel caso
specifico? Eʼ indifferente? E allora se è indifferente, perché non usare un solo
tipo di rimedio per tutti gli squilibri energetici?
Ecco che, allora, si giunge alla risposta che noi forniamo: sì, esiste un solo
tipo di rimedio, che è lʼinformazione energetica, cioè quellʼinsieme di
componenti emotive, affettive e cognitive tramite le quali, utilizzando il veicolo
materiale del rimedio, inteso solo come supporto, il terapeuta aiuta il cliente a
riconoscere il suo problema e a cercare di modificare il proprio atteggiamento e
comportamento per cambiare e migliorare la sua vita.
Nel percorso formativo della nostra Scuola, quindi, si propone di uscire
dalla schiavitù dellʼuso commerciale di rimedi “energetici” o alternativi, per
ritrovare il significato stesso del concetto di “cura”, fondato sullʼinterazione
umana ed empatica tra terapeuta e cliente, e utilizzando gli strumenti di cura

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Introduzione alla naturopatia energetica

per quello che sono, e cioè semplici supporti allʼattività terapeutica vera e
propria.

La naturopatia energetica e le good vibrations.

Volendo operare una distinzione molto netta, ma esplicativa e suscettibile


di approfondimento, circa i metodi di cura, potremmo avanzare la proposta di
distinguerli tra quelli materiali ed energetici. Nella prima categoria si possono
inserire tutti i sistemi di cura che operano sulla base delle leggi della scienza
occidentale, e cioè biologia, chimica, fisica, ma utilizzando supporti esterni al
terapeuta, quali farmaci o apparecchiature.
Alla seconda quei sistemi di cura che operano attraverso lʼenergia
trasmessa o veicolata dal corpo del terapeuta. Una prima sotto categoria,
quindi, è quella che distingue le tecniche di canalizzazione dellʼenergia, o che si
affidano ad energie esterne, come il reiki o il theta healing, di chiara ispirazione
religiosa o spirituale.
Accanto ad esse, si affidano ad energie esterne anche omeopatia e
floriterapia, cromoterapia o cristallo terapia, nel senso che esse utilizzano
supporti materiali esterni al corpo umano (apparecchi che emettono colori,
pietre e cristalli, gocce o granuli) per veicolare questa energia.
Diverso è il caso di quelle tecniche che sfrutterebbero lʼenergia del
terapeuta, il quale si affida a sé stesso, senza alcuna invocazione o necessità
di riferimento a forze soprannaturali, come la terapia craniosacrale o la
pranoterapia (quando non ammantata di religiosità).
Vogliamo qui sostenere come esista, o possa esistere, una forma di
energia terapeutica finora non presa in considerazione né in ambito scientifico
né magico, e cioè quella psichica. In sintesi, cercheremo di argomentare
lʼipotesi che in ogni forma di cura nella quale a vario titolo si instauri una
relazione umana, comunicativa ed empatica tra terapeuta e paziente, sia
allʼopera una energia psichica che potrebbe essere la responsabile dellʼeffetto
placebo. Con questo termine si intende dare un nome a qualcosa che non si
conosce, e cioè lʼeffetto che si produce a seguito della somministrazione di una
cura che non dovrebbe, per sua natura, produrre alcun effetto positivo sulla
salute.
Si ritiene e si cercherà di argomentare come alla base delle guarigioni
vantate da tutte le forme di cura non convenzionali operi non tanto lʼenergia

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Introduzione alla naturopatia energetica

delle sostanze, degli strumenti, dei rituali o delle apparecchiature utilizzate,


quanto lʼenergia psichica.
Lʼomeopatia, per esempio, opera secondo un principio magico-analogico
che vorrebbe individuare allʼinterno di minerali, piante, tessuti e secrezioni
animali una qualche forma di energia terapeutica, la quale, quindi, dovrebbe
derivare dalla struttura energetica della sostanza di partenza, infinitesimamente
diluita. Ma poiché questo rimedio viene sempre somministrato a seguito di un
consulto, cioè di una relazione con il terapeuta, è evidente che il rimedio
assume lʼ”energia” che emerge dalla relazione terapeutica1 .
Come noto, il Principio di Indeterminazione di Heisenberg suggerisce al
ricercatore che il fatto stesso di osservare un certo fenomeno lo modifica,
almeno sul piano dellʼenergia fisica. Quando poi tale osservazione si carica
dellʼenergia biologica e mentale rivolta a produrre un miglioramento della
condizione di salute, è plausibile pensare che lʼeffetto energetico sia ancora
maggiore. Questo noto principio della fisica moderna trova applicazione pratica
nella clinica e nella terapia in genere tramite lʼavvertenza che un rimedio non ha
solo efficacia di per sé, in forza dei suoi principi attivi o terapeutici, ma anche in
forza dellʼenergia di cui si arricchisce.
Questa energia avrà una rilevanza minima, ai fini del processo di
guarigione, quando questʼultimo abbia per oggetto solo la remissione dei
sintomi o la riparazione del corpo, sul piano organico e biochimico, come
avviene in caso di trattamenti medici farmacologici e a maggior ragione in quelli
chirurgici. In essi, infatti, il ruolo che gioca lʼenergia è in minore o maggiore
misura surclassato da quello della potenza trasformativa delle molecole di
principio attivo (si pensi agli effetti della morfina, per esempio) o dal fatto che,
per esempio, lʼasportazione della tiroide o dellʼappendice è un trattamento
drastico su cui lʼenergia influisce pochissimo.
Laddove, invece, la cura sia rivolta a processi più sottili, che coinvolgono
la rete di elementi emotivi, affettivi e inconsci del paziente, allora lʼeffetto
dell'energia si manifesta in maniera più evidente, perché lʼenergia può operare
al livello che le appartiene, che non è quello materiale della farmacologia e
della chirurgia.
Se allora si considera plausibile lʼipotesi che esista una energia vitale e
psichica che si modifica nellʼinterazione tra terapeuta e paziente, si può
pensare che là dove la cura sia rivolta a disturbi lievi (come avviene

1 Quando il rimedio viene autosomministrato, è allʼopera la sola energia vdi chi lo assume, e infatti
solitamente esso produce effetti meno duraturi e più lievi.

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Introduzione alla naturopatia energetica

normalmente in omeopatia e naturopatia) entri in azione lʼenergia psichica del


terapeuta, il quale si pone in rapporto col disturbo lamentato dal paziente con
lʼintenzione (lʼintenzione è energia) di risolvere il problema e di guarirlo. Non si
vede perché (e in mancanza di dimostrazione dellʼazione dei rimedi energetici,
la nostra ipotesi vale come qualsiasi altra), la cura di una persona debba
dipendere dallʼenergia di un fiore o di un minerale diluito, e non piuttosto dalla
persona del terapeuta, il quale tale energia indubbiamente possiede.
Oltretutto, questa ipotesi da noi avanzata ci sembra francamente più
plausibile anche sul piano scientifico. Poiché, infatti, la cura prestata dal
naturopata è rivolta alla persona nella sua globalità, sembra molto più logico e
sensato pensare che sia un essere umano a prendersi cura e a curare un
essere umano, per evidente affinità energetica, piuttosto che una pianta o un
minerale, con i quali gli elementi comuni sono molto meno importanti. Sarà pur
vero che tutto è energia, ma lʼenergia umana sembra più adatta a curare uno
squilibrio o una carenza energetica umana, di quanto potrebbe fare quella di un
quarzo o un fiore di calendula, i quali, con gli esseri umani, hanno condiviso,
secondo la visione evoluzionistica, solo una parte del lungo processo evolutivo.
Probabilmente, il rifiuto cognitivo di questa ipotesi, e lʼaccoglienza invece
che ha avuto in ogni epoca la cura tramite supporti esterni allʼuomo, ha la
stessa origine della pratica religiosa, e la stessa giustificazione, almeno oggi, di
ogni politica commerciale rivolta alla vendita di un prodotto (il rimedio) a fini di
lucro. Per quanto riguarda lʼorigine psicologica della credenza, trattandosi di
energia, e cioè di qualcosa di invisibile e immateriale, appare plausibile pensare
che essa discenda sulla più pesante terra da qualche dimensione superiore e
soprannaturale con la quale non si è in contatto diretto, ma che richiede una
forma di veicolo trasportatore.
Il rifiuto del fatto che l'energia guaritrice possa esistere allʼinterno di
ciascun individuo, e il bisogno invece di ricercarla nellʼambiente esterno, sta
proprio nellʼevoluzione del pensiero umano, da magico a scientifico. Noi siamo
ancora impregnati di condizionamenti magici, i quali ci inducono a pensare che
lʼuomo sia separato dallʼambiente in cui vive, e che ne sia succube e
dipendente. Solo oggi (si veda in proposito Dawkins, 1995) che lʼuomo diventa
consapevole di poter influire pesantemente anche sull'ambiente in cui vive, può
affacciarsi lʼidea che ciò che cerchiamo allʼesterno sia anche presente dentro di
noi. La tendenza umana allʼattaccamento, alla dipendenza da figure che
possano rappresentare la sicurezza, lʼautorità, che possano difenderci, ha
portato da sempre a costruire una classe di guaritori che hanno tramandato

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Introduzione alla naturopatia energetica

lʻidea che lʼautoguarigione non è possibile, ma occorre lʼintervento esterno del


guaritore e dei suoi strumenti di cura.
Si consideri, poi, che, siano interessi di classe e di prestigio sociale, siano
meri interessi economici, non conviene a nessuno che operi professionalmente
nel settore delicato della salute sostenere e diffondere lʼidea che sia possibile,
in gran parte, fare a meno di tutti i rimedi e le apparecchiature o i sistemi di cura
in circolazione, e come invece sarebbe utile fare affidamento sullʼenergia
psichica di guarigione. E il motivo è evidente: questʼultima non è brevettabile,
non può essere commercializzata, non obbliga a recarsi dal terapeuta ad ogni
più sospinto, né allʼacquisto di rimedi per tutta la vita.
Naturalmente, lʼidea che la cura di una patologia umana sia reperibile
nellʼenergia di un mix di piante e di minerali è anche priva di senso logico e
scientifico. Essa si fonda infatti su un pensiero analogico piuttosto grossolano,
secondo cui tutto ciò che ha la stessa apparenza e struttura esternamente
verificabile avrebbe anche la medesima funzione, e cioè quella che noi
vogliamo attribuire ad essa. Quindi, si sostiene da sempre, una certa erba
possiede determinate proprietà terapeutiche in quanto tale. Il che, però, vale se
ci riferiamo a un aspetto materiale e biochimico, nel senso che il principio attivo
di una certa pianta è effettivamente presente in tutti gli esemplari della
medesima e può quindi produrre gli stessi effetti, sul piano materiale e
biochimico, sulla biochimica della fisiologia umana.
Ma se invece si prescinde da considerazioni di ordine biochimico e si
sostiene lʼesistenza di una energia contenuta in un supporto materiale, allora
non abbiamo prove del fatto che questa energia (quale? Ne potrebbero esistere
di diverse e infinite, anche in contrasto tra loro) sia uguale in tutti i supporti che
si assomigliano esteriormente. Per rendere meglio lʼidea, possiamo essere
ragionevolmente certi che lʼintroduzione di un farmaco nel circolo sanguigno di
una persona, farmaco il cui principio attivo è antinfiammatorio o riduca il tasso
di colesterolo, produca lʼeffetto voluto, più o meno, in qualunque essere umano.
Ma non possiamo essere certi, se ci spostiamo dal piano biochimico a quello
energetico, che, per esempio, tutti coloro che hanno la pelle scura siano ottimi
ballerini e amanti del ritmo, che tutti gli obesi siano persone pacifiche e non
violente, che tutte le persone dagli occhi azzurri tengano nascosti i loro
sentimenti, o che tutti quelli che somigliano ad Einstein siano particolarmente
dotati intellettualmente.
Quindi, anziché cercare in piante e minerali lʼenergia che dovrebbe servire
al nostro benessere, non si vede quale motivo possa escludere il fatto che sia

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Introduzione alla naturopatia energetica

più utile cercarla nella persona del terapeuta e del paziente stesso. Ciò
spiegherebbe anche i casi, per la verità più aneddotici che scientificamente
dimostrati, in cui rimedi tipicamente energetici abbiano mostrato di agire
positivamente sulla salute di animali o bambini immuni alla suggestione del
placebo. Invece che pensare, magicamente, che ciò dipenda dallʼenergia
contenuta nel rimedio estratto da piante o minerali, si può pensare che lʼeffetto
dipenda dalle good vibrations emesse dal terapeuta, e che abbiano creato una
condizione che in fisica si definisce di coerenza di fase tra le frequenze
energetiche stesse.
Quella che abbiamo illustrato è la modalità di cura energetica che la nostra
scuola diffonde e che tende a prescindere dai supporti materiali (rimedi,
strumenti e apparecchiature) che arricchiscono il mondo delle medicine
alternative. Nessuno sostiene lʼassurdità che la forza dellʼenergia psichica sia in
grado, da sola, di sconfiggere ogni male, ma sicuramente un buon uso di essa,
così come illustrato da un naturopata energetico, può contribuire, come si vedrà
nel corso delle lezioni, al miglioramento della qualità della vita.

Il concetto di energia nella cultura orientale

Se la naturopatia tradizionale ha attribuito così grande importanza al


concetto di energia ciò è dovuto principalmente al fatto che essa, priva di un
impianto teorico filosofico di riferimento coerente ed unitario, si è trovata
costretta ad attingere a qualsiasi fonte che potesse in qualche modo fornire una
giustificazione o unʼ aura di scientificità alle tecniche e pratiche tradizionali che
essa intendeva utilizzare. La tradizione culturale delle filosofie e religioni
orientali, a questo proposito, appariva come la soluzione più pratica ed efficace.
In estremo Oriente, infatti, la cura delle malattie era affidata nellʼantichità,
e in parte ancora oggi, allʼuso di una forma di medicina che non si basava sulla
osservazione della realtà concreta come noi oggi la intendiamo, quanto sulla
applicazione alla realtà di costruzioni filosofiche e religiose che potessero
fornire un qualche conforto di fronte al mistero e alla sofferenza dellʼesistenza
umana.
Di conseguenza, anche la terapia, cioè la cura delle malattie, non era
rivolta tanto alla soppressione dei sintomi e tantomeno delle cause del
malessere, del disturbo o della malattia (anche perché mancava persino la

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Introduzione alla naturopatia energetica

conoscenza più elementare, detto col senno di poi, dellʼanatomia e della


fisiologia umana) del singolo paziente, quanto piuttosto a ripristinare un
equilibrio teorico tra questʼultimo e lʼambiente. Ciò significava, ovviamente, fare
affidamento sui processi di autoguarigione interni dellʼorganismo, sullʼeffetto
placebo, sul riposo e sul recupero di energie tramite lʼalimentazione, ma
lʼaspettativa di vita, ovviamente, era sempre drammaticamente bassa, e le
persone morivano giovani, anche per disturbi che oggi sarebbero considerati
facilmente curabili con qualche farmaco.
Il punto fondamentale della questione, che la naturopatia tradizionale non
è stata in grado di cogliere per ignoranza e per contrari interessi commerciali,
sta nel fatto che la funzione latente di queste forme antiche di medicina non
consisteva nella cura delle patologie così come oggi la intende la medicina
scientifica (e come oggi si vuole assimilare ad essa da parte dei medici
alternativi) ma nella applicazione alla realtà quotidiana di una impostazione
filosofica e religiosa tutta centrata sulla necessità di garantire lʼequilibrio e
lʼarmonia in tutti gli aspetti dellʼesistenza. Le cure delle antiche medicine
orientali, infatti, non erano fondate su una analisi anatomica e fisiologica
dellʼorganismo umano, né tenevano conto degli aspetti emozionali, affettivi e
psicologici delle patologie. Esse non erano rivolte, come si pretende di fare
oggi, alla cura di specifiche patologie, anche perché le antiche tradizioni
mediche orientali non erano interessate alla classificazione di esse, quanto a
leggerle tutte come manifestazioni di squilibrio.
Esse erano cure standardizzate, dotate di un significato simbolico, più che
terapeutico, rivolte alla generalità degli individui suddivisi in categorie
diagnostiche a loro volta legate a ingenui riferimenti agli elementi naturali e ai
cicli stagionali, con esclusione di qualsiasi personalizzazione del trattamento, in
quanto più che di cure, si trattava di rituali che garantissero in qualche modo la
sottomissione dellʼindividuo al potere sovrannaturale dellʼuniverso e delle sue
leggi.
Il concetto di energia, in questʼottica, serviva proprio a rappresentare
lʼinsieme di tutte quelle forze, variabili e componenti della realtà che, non
potendo essere conosciute a causa dei limiti naturali degli strumenti conoscitivi
dellʼepoca, venivano fatte rientrare in una dimensione sovrannaturale e
trascendente alla quale non era possibile accedere, se non “costringendo”
questa energia ad essere vincolata allʼinterno di specifici “canali” (i quali
rappresentavano, in particolare nella medicina tradizionale cinese, esattamente
il lavoro umano di sfruttamento delle risorse naturali ai fini della sopravvivenza).

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Introduzione alla naturopatia energetica

Quale può essere, oggi, il significato del recupero di queste antiche e


ingenue forme di cura, le quali, in migliaia di anni, non hanno mai saputo fornire
risposte serie ed affidabili alle esigenze di tutela della salute dellʼumanità?
La risposta che lʼadesione ai principi al metodo scientifico impone di dare
è quella di utilizzare il significato profondo e latente di queste forme di cura per
favorire, attraverso il loro potere suggestivo e intensamente emotivo,
lʼacquisizione e la crescita della consapevolezza della necessità di agire in
prima persona al fine del recupero e del mantenimento della salute. Più o
meno il contrario di quanto invece si insegna e si pratica abitualmente,
considerando queste forme di medicina nientʼaltro che la raccolta di antichi
rimedi per la cura di malattie.
Occorre quindi distinguere, in maniera molto netta, il piano spirituale su cui
queste medicine operano, e quello clinico su cui sui pretende invece di farle
agire. Una medicina ispirata a principi filosofici e religiosi agirà su quel piano, e
non su altri; una medicina, come quella moderna occidentale, interessata
soltanto alla lotta alla malattia sul piano biochimico e chirurgico, agirà invece sul
piano materiale, biochimico, fisico e meccanico.
Solo lʼignoranza, la superficialità o squallidi interessi economici possono
infatti pretendere di applicare alla cura delle patologie così come studiate,
individuate e oggetto di ricerca da parte della scienza occidentale, principi
filosofici e religiosi puramente teorici oppure prescrizioni o rituali magici, i quali
avevano tuttʼaltro significato, come abbiamo appena osservato, e cioè quello di
ripristinare lʼarmonia dellʼindividuo con il suo ambiente. Il piano energetico,
quindi, appartiene alla dimensione trascendente della spiritualità, e in quanto
tale, sul piano della spiritualità deve operare. Cercare di trasformare
manifestazioni di fede religiosa e i relativi rituali in sistemi di cura da applicare
alle patologie del moderno mondo occidentale, è unʼoperazione priva di senso,
di utilità e puramente illusoria.
Nellʼottica della naturopatia energetica, invece, lʼimmenso patrimonio
culturale, filosofico e religioso delle antiche tradizioni mediche orientali può
essere recuperato a condizione che di esso si utilizzino soltanto gli aspetti
applicabili alla nostra realtà quotidiana. Ciò significa, in altri termini, che il
riferimento allʼenergia del Chi o del Prana, a canali e punti energetici, a
condizioni di squilibrio energetico è utile soltanto nella misura in cui esso possa
fornire una giustificazione in termini metaforici, simbolici, analogici, spirituali
della condizione di malessere che vive lʼindividuo. Si tratta, cioè, di inquadrare il
complesso mondo dellʼantica medicina energetica allʼinterno della pratica

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Introduzione alla naturopatia energetica

moderna di cura della persona in senso olistico: non riproponendo antichi e


inefficaci strumenti di cura, ma recuperandone il significato terapeutico che
consiste nel rendere consapevole il cliente dellʼimportanza di modificare il
proprio atteggiamento, le proprie abitudini e il proprio stile di vita in funzione
della ricerca di una migliore qualità della vita stessa.
Tale qualità, come avevano ovviamente intuito gli antichi medici orientali e
occidentali, non può essere garantita se non dalla costruzione di un sistema di
relazioni sane, equilibrate e consapevoli tra lʼindividuo e se stesso, ma anche
tra lʼindividuo e gli altri, compreso lʼambiente in cui vive. In questo modo,
lʼapproccio biopsicosociale alla cura della salute diventa efficace e coerente con
lʼapproccio filosofico e religioso delle antiche medicine orientali, senza incorrere
nellʼerrore delle medicine alternative e della naturopatia tradizionale che
pretendono di banalizzare, commercializzandoli come rimedi e sistemi di cura di
tipo allopatico, sistemi culturali che meritano ben altro rispetto.

Lʼuso etico e scientifico dellʼenergia nella pratica naturopatica

Nella pratica naturopatica sono confluite nel corso di questi ultimi


decenni tutte le pratiche, le tecniche, i sistemi di cura che, non rientrando nella
rigidità dei criteri di inclusione della medicina convenzionale e scientifica,
venivano superficialmente fatti confluire allʼinterno della pratica naturopatica,
considerandoli tutti come forme di manifestazione di una energia ancora
misteriosa ma ciò nonostante utilizzabile a scopo terapeutico.
Tutti questi sistemi di cura presentano una caratteristica comune, che
agisce sul piano irrazionale dellʼemotività: non si sa in cosa consistano e
esattamente a cosa servano, ma tutte sono indubbiamente affascinanti.
Il termine fascino significa legame: la fascina è infatti quellʼinsieme
compatto di elementi di origine vegetale che vengono legati strettamente per
evitare che essi vadano in direzioni diverse. Il fascino è schiavitù, mentre
scopo della naturopatia energetica, come di ogni forma di terapia centrata sul
rispetto della dignità della persona, è quello di liberare le persone dai vincoli
illusori che impediscono loro di vivere attivamente una vita “energeticamente”
piena e intensa. Tantʼè vero che si dice “subire” il fascino di qualcuno o
qualcosa, cioè passivamente.

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Introduzione alla naturopatia energetica

Eʼ ciò che accade per tutto ciò che evoca emozioni e sentimenti che
affondano nelle profondità dell'inconscio: ciò che ci fa paura ci affascina, perché
ci lega.
Cure e terapie energetiche sono quindi diventate tutte le forme di diagnosi
e di cura che non fossero fondate sulla anatomia, fisiologia e patologia medica
occidentale, e sullʼapplicazione del metodo scientifico alla pratica clinica. Si
parla di energia, quindi, per cercare di spiegare in qualche modo lʼesistenza e il
funzionamento di canali o centri energetici come i chakra, i meridiani, la rete di
trasmissione energetica delle varie forme di riflessologia, le modificazioni nella
struttura e nella forma dellʼiride in iridologia, lʼeffetto suggestivo prodotto
dallʼassunzione di rimedi privi di principi attivi scientificamente verificabile, come
i rimedi floriterapici, omeopatici, organoterapici, oligoterapici, e così via.
Analogamente si parla di energia con riferimento a quella entità misteriosa
che agirebbe allʼinterno della pratica di tecniche corporee o manipolative, quali
la pranoterapia, reiki, shiatsu, terapia craniosacrale, touch for health, theta
healing.
Oppure, si parla di energia per indicare quelle forze che si pretenderebbe
di misurare con apposite apparecchiature, come il Vega test, basate sullʼanalisi
delle bio frequenze e fondate su principi di meccanica quantistica, forze che
hanno fatto nascere la straordinaria leggenda dellʼesistenza della medicina
quantistica.
Ma si parla di energia anche con riferimento a quella spirituale, come
dicevamo, e cioè per cercare di dare un nome alla fede religiosa nellʼesistenza
di entità soprannaturali, siano esse angeli, arcangeli o presenze spirituali di
antenati che, a quanto pare, hanno possibilità di accesso e di comunicazione
con la vita terrena, oppure per designare lʼinsieme dei processi sconosciuti che
operano nella pratica di rituali magici o tradizionali di cura.
Si parla di energia dei fiori, delle piante, di pietre e cristalli, di colori, di
alberi, senza specificare se ci si riferisca alla energia vitale che deriva
dallʼattrazione, dalla repulsione e dal movimento di molecole, atomi, particelle
subatomiche e relative forze fisiche delle quali, in definitiva, tutta la realtà
esistente è composta, oppure di altro.
Si parla di energia con riferimento al profilo bioenergetico di ogni individuo
il quale, come ogni essere vivente, è appunto rappresentabile nella forma
dellʼinsieme delle forze energetiche che ne permettono la sopravvivenza e la
vita.

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Introduzione alla naturopatia energetica

Energia, allora, diventa in questa accezione sinonimo di vita. Si


comprende, a questo punto, come diventi superficiale e persino ridicolo
pretendere di curare con lʼenergia senza rendersi conto che quello cui ci si sta
riferendo non è nientʼaltro che lʼinsieme di tutti gli elementi che caratterizzano la
vita umana e la vita in generale. In altri termini, è innegabile che noi siamo fatti
di energia e che tutto ciò che ci circonda - lʼuniverso intero - nasce, si sviluppa
muore e rinasce attraverso processi energetici. Il problema che la nostra scuola
si è posto nel momento in cui si trattava di considerare lʼapplicabilità
dellʼenergia alla cura delle persone, è stato quello di eliminare tutto
quellʼinsieme di pratiche magiche, di pure e semplici illusioni, di suggestioni e di
pensiero desiderativo, che circondano il mondo della naturopatia.
La cura della salute e del benessere delle persone tramite lʼenergia non
ha niente di misterioso, di religioso, di spirituale o di alternativo perché da
sempre gli esseri umani hanno utilizzato la loro energia vitale esattamente a
questo scopo. Nel terzo millennio, diventa però anacronistico e piuttosto
patetico pretendere di curare patologie studiate e descritte dalla scienza medica
e psicologica con metodi anti-scientifici, fondati esclusivamente sulla fede o
sulla credenza in antiche tradizioni, sulla aneddotica più banale, sulla
ripetizione di rituali o di invocazioni a entità soprannaturali.
Il nostro approccio, basato sullʼuso dellʼenergia, consiste nel riconoscere e
sfruttare a scopo terapeutico lʼinsieme di tutte le componenti che interagiscono
in maniera complessa per far nascere, costruire e sviluppare la vita umana e
sociale con conseguenti ripercussioni sulla relativa salute e benessere. Oggi
sappiamo che la guarigione dipende anche dallʼatteggiamento mentale con cui
ci si pone nei confronti di sé, degli altri, della salute, del significato che ciascuno
attribuisce alla vita, ma tutto questo ha senso solo se si comprende come
questa energia non sia qualcosa che viene donato agli esseri umani
dallʼesterno per grazia ricevuta da entità soprannaturali, ma si tratta
esattamente di ciò che con fatica e sacrificio lʼumanità ha acquisito nel corso di
milioni di anni: la capacità di porsi in relazione con se stessi e con gli altri
attraverso lʼamore, la comunicazione, il linguaggio, la solidarietà, lʼempatia, le
emozioni, i sentimenti e, da ultimo, il metodo della scienza.
Da questo punto di vista, si comprende - e si comprenderà sempre più nel
corso delle lezioni - come la straordinaria forza innovativa della naturopatia
energetica nel senso in cui essa è concepita dalla nostra Scuola sta nel fatto
che essa permette di accedere al livello energetico della nostra esistenza in
maniera consapevole e scientifica. Ciò significa apprendere il significato di ciò

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Introduzione alla naturopatia energetica

che abitualmente viene utilizzato a scopo terapeutico energetico, e cioè il valore


simbolico, analogico, rappresentativo di una realtà “altra”, degli strumenti, delle
tecniche e degli elementi che vengono invece inconsapevolmente utilizzati dalla
naturopatia tradizionale.
Si consideri, infatti, che la cura della persona, quando non rivolta a
combattere il dolore o una malattia organica (come è prerogativa della sola
classe medica), è prestata, tra le tante figure professionali, da una categoria
importante come quella degli psicologi e degli psicoterapeuti. Essi agiscono
sulla salute psicologica del cliente o del paziente non certo attraverso farmaci,
cure chirurgiche, manipolazioni, ma semplicemente attraverso lʼuso accorto,
consapevole e professionale dellʼenergia. Si tratta di energia psichica,
naturalmente, la stessa che si propone di utilizzare nellʼambito della naturopatia
energetica, basata sulla presenza, sulla comunicazione verbale e non verbale,
sullʼempatia e la considerazione positiva e incondizionata verso il cliente
(Rogers, 2001). Lʼottica psicologica e psicoterapeutica resta però unʼottica
fondamentalmente biomedica e allopatica, la quale richiede una diagnosi di tipo
medico e una terapia centrata sulla eliminazione del disturbo. Lʼottica che
invece lʼUniversità Popolare di Scienze della Salute psicologiche e sociali
propone con le sue Scuole di formazione, è quella di agire sulle risorse positive
dellʼindividuo pur sempre tramite lʼenergia, la quale, però, in questo caso, viene
chiamata a far emergere nella persona ciò che essa veramente è.

Lʼuso terapeutico dellʼenergia nel Counseling e nella comunicazione

Come ogni relazione di counseling, intesa come terapia nel senso più
etimologico e profondo del termine, qualsiasi attività comunicativa opera o può
produrre una modificazione nella struttura mentale e nellʼorganizzazione di
significato personale del cliente con strumenti assolutamente immateriali, non
misurabili, e quindi, secondo la visione razionalista e scientifica, “magici”. Come
Freud osservava, a proposito dellʼuso che la psicoanalisi faceva dellʼenergia,
anziché dei farmaci o delle cure mediche tradizionali, il suo sistema di cura si
fondava esclusivamente su una realtà immateriale come le parole. Infatti anche
il counselor, che non diagnostica e non prescrive, si limita a usare la
comunicazione umana. Più che altro, parole, gesti, sguardi, silenzi, espressioni

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Introduzione alla naturopatia energetica

vocali o facciali, posture, tutto questo è lʼarmamentario curativo del consulente


in naturopatia energetica. Magia?
Egli ritiene di poter aiutare il cliente a migliorare la sua qualità di vita
usando solo, principalmente, la sua presenza e la sua capacità comunicativa;
manca, evidentemente, il rimedio materiale senza il quale la medicina (e la
maggior parte della medicine alternative) non riesce neppure a concepire la sua
funzione terapeutica.
In che cosa differiscono la trasmissione dellʼinformazione tramite il rimedio
omeopatico o floriterapico, dalla trasmissione di informazioni, di parole o di
elementi di comunicazione non verbale? Onde elettromagnetiche? Onde
cerebrali? Vibrazioni quantiche? Cerchiamo subito di sgombrare il campo dalle
infinite stupidaggini che nel settore della naturopatia capita di leggere tutti i
giorni, e cerchiamo di capire come una terapia fondata sulla comunicazione
energetica possa essere efficace e come possa distinguersi da pratiche
magiche e da ciarlatani. Per farlo dovremo addentrarci nellʼuniverso composito
e complesso dei rapporti tra scienza e religione, tra pensiero magico e
scientifico, tra cure rivolte a combattere le malattie e cura della persona in
senso olistico.

Floriterapia e altre pratiche energetiche secondo lʼapproccio


psicobiologico

Tutta la floriterapia, all'interno della quale la più nota è quella dell'ormai


celeberrimo dott. Bach, costituisce una branca della pseudo farmacologia
alternativa, cioè di quell'insieme di elementi per la cura dei disturbi e di
patologie, che per una serie di motivi ontologici, epistemologici ed etici non
possono, non vogliono o non devono rientrare all'interno dellʼambito della
medicina e della farmacologia convenzionale. Naturalmente, il primo criterio di
esclusione dall'ambito della medicina scientifica e convenzionale nei confronti
della floriterapia sta proprio nella sua totale assenza di documentazione
scientifica, di prove cliniche che dimostrino la sua utilità ed efficacia. Siamo,
quindi, sul piano della cosiddetta medicina energetica, la quale, rifiutata dalla
medicina scientifica in quanto priva di fondamento scientifico, viene oggi
utilizzata in ambito alternativo, ed in particolare dalla naturopatia energetica.

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Introduzione alla naturopatia energetica

Nel corso degli ultimi anni, sollecitati dalle critiche, e diciamolo pure, dal
dileggio di professionisti della salute seri, di medici e di scienziati, che
riconoscono a questa forma di medicina soltanto il valore di una pratica
folcloristica moderna, di una moda o poco più, la tipologia di utilizzatori
professionali o semiprofessionali della floriterapia è venuta a ricondursi,
sostanzialmente, a due categorie. La prima è quella di tutti coloro che, per
ignoranza, per chiusura e limitatezza culturale e mentale, per condizionamento
psicologico e ideologico, “credono” alla floriterapia così come si potrebbe
credere in una religione.
Si tratta di un vero e proprio esercito, prevalentemente costituito dal
pubblico femminile, il quale utilizza, prescrive, somministra i fiori di Bach per
combattere qualsiasi disturbo, senza avere alcuna consapevolezza del
significato di essi nell'utilizzo allopatico che ne viene fatto, della assoluta
mancanza di dimostrazione scientifica della loro efficacia, dei problemi etici ma
anche pratici che la loro somministrazione può comportare. L'altra categoria è
invece composta di tutte quelle persone che, volendo dare di sé l'immagine di
persone particolarmente illuminate, aperte ad ogni forma di cura, anche la più
assurda e strampalata, hanno, dopo un primo periodo di utilizzo acritico e
indiscriminato dei fiori di Bach, sottoposto la floriterapia a un accenno di esame
critico, riconoscendo, almeno in parte, l'assurdità di tale pratica. Ciò in cui
vogliamo credere, perché ci dà conforto e sostegno psicologico, non può però
essere facilmente abbandonato, solo perché la ragione, la logica, la scienza, ci
dimostrano che si tratta di pura illusione. Molti di noi hanno bisogno di illusioni,
vivono nell'illusione, e la floriterapia assolve molto bene a questo compito.
Per questo motivo, da parte di alcuni utilizzatori professionali o semi
professionali dei fiori di Bach si è venuto a verificare una forma di resipiscenza
che li porta a riconoscere come questo tipo di rimedi non svolga direttamente
un'azione a livello biochimico e psicologico sui disturbi contro cui sono destinati.
Essi riconoscono che possa esistere, invece, un'azione “energetica”.
Energia, come abbiamo più volte sostenuto, è il termine che chiunque può
utilizzare in sostituzione di quelli molto più precisi di influenza psicologica,
suggestione, azione della sfera irrazionale, emotiva, affettiva. Non riuscendo
quindi ad abbandonare il rituale della prescrizione e la somministrazione dei
fiori di Bach, questi terapeuti preferiscono mantenerli nel loro armamentario
terapeutico, rassegnandosi a riconoscere che essi non devono essere utilizzati
al pari di un qualunque farmaco, e cioè allo scopo di produrre, come dicevamo,
un'azione diretta sul male, quanto piuttosto come innesco, come stimolo, come

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Introduzione alla naturopatia energetica

supporto, o come chiave d'accesso per favorire l'apertura del cliente verso la
conoscenza di sé, per favorire la conoscenza del cliente da parte del terapeuta,
e in genere, per favorire indirettamente la guarigione.
In questo modo, la floriterapia, come gran parte delle discipline che
utilizzano come moderni amuleti colori, pietre, cristalli, oggetti, immagini,
preghiere, formule di qualsiasi tipo a scopo terapeutico, si viene a trasformare
da farmacologia alternativa a più semplice strumento di accesso alla psiche del
cliente, assumendo fondamentalmente il ruolo di altri strumenti da sempre
utilizzati in questo senso, come il sogno in psicoanalisi, l'ipnosi, o le tecniche di
rilassamento o di associazione mentale, o ancora quelle immaginative.
Utilizzare i fiori di Bach con questa specifica funzione, significa però
utilizzare una forma di placebo che agirebbe ingannando evidentemente il
cliente circa la propria effettiva funzione e scopo. Resta solo da vedere se per
avere accesso alla psiche del cliente è indispensabile far credere che gocce
d'acqua e brandy in cui sono stati immersi nei fiori possono avere un'efficacia
sperimentalmente provata dalla scienza medica (per la cura dei disturbi
prevalentemente psichici, ma anche di qualsiasi disturbo), oppure se non sia
più corretto individuare, tra i tanti possibili strumenti che possono essere
utilizzati a questo scopo, altri che non costringano il cliente al rituale
dell'assunzione di inutili gocce più volte al giorno per mesi, e che, sul piano
terapeutico, si presentino per lo meno come strumenti dotati di una qualche
efficacia.
La questione è strettamente etica: si somministrano rimedi di cui si
ignorano utilità ed efficacia, dando importanza allʼaneddotica popolare, alla
suggestione e allʼillusionismo terapeutico, oppure si pensa che un terapeuta
debba essere consapevole di quello che fa e somministra, e rendere tale anche
il suo cliente? Per questo motivo, da sempre, noi sosteniamo che il ruolo della
floriterapia, specialmente quando è rivolto, come era nelle intenzioni del suo
fondatore, più verso il riequilibrio non meglio definito degli stati dell'umore e di
condizioni psicologiche alterate, debba essere eventualmente riservato ai
professionisti abilitati secondo la legge alla cura di questo tipo di disturbi. Non
c'è dubbio che anche in Italia questo tipo di competenza e abilitazione
professionale appartiene solo alla classe medica e a quella psicologica.
Non c'è spazio, cioè, per tutte le altre categorie di terapeuti, guaritori,
naturopati, biologi nutrizionisti, e personaggi di qualsiasi tipo che si dedicano
alla terapia, quando scopo delle cure che essi prescrivono e somministrano sia
appunto quello di fornire un sostegno psicologico (riservato alla psicologia),

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Introduzione alla naturopatia energetica

oppure uno strumento per la cura di disturbi organici, psichiatrici e patologie (in
questo caso riservato alla classe medica).
Naturalmente, rimane la loro possibilità di utilizzo, come alcuni cercano di
attribuire come funzione a questi rimedi, come supporti per altra attività
terapeutica altrettanto importante, e cioè come strumenti che favoriscano
l'atteggiamento positivo del cliente verso la guarigione, lo predispongano a
porsi nell'ordine di idee del cambiamento di prospettiva verso la propria vita,
oppure costituiscano quella forma di placebo che producendo un illusorio effetto
benefico di miglioramento della condizione psico-fisica del cliente, spiana la
strada, come dicevamo, alla vera e propria cura. Come si vede, però, ci
troviamo sempre nell'ambito di una terapia che in questi termini sembra
riservata alla sola classe medica e psicologica.
Esiste, invece, un uso teoricamente utile e corretto di determinati rimedi, il
quale non ha lo scopo della cura di malattie e disturbi, ma di favorire una
maggiore consapevolezza da parte del cliente in ordine alla propria visione
della vita, e ai cambiamenti che ad essa possono essere apportati. Si tratta
dell'ambito della consulenza in materia di salute che l'Università Popolare di
Scienze della Salute psicologiche e sociali porta avanti ormai da molti anni.
Com'è noto, l'utilizzo dell'erboristeria, dell'aromaterapia, dell'integrazione
nutrizionale, di tecniche di rilassamento, può essere ricondotto alla funzione
altrettanto fondamentale di quella della cura delle patologie, di preparare in
qualche modo il terreno alla guarigione, o al miglioramento della qualità della
vita della persona. Per esempio, utilizzare preparati erboristici, che in quanto
tali, anche per la legge italiana, non possono produrre effetti terapeutici nei
confronti di disturbi e patologie (salvo che rientrino nella categoria dei
fitoterapici, in quanto tali considerati veri e propri farmaci di competenza
medica), può essere una strategia utilissima sul piano psicologico per porre il
cliente nello stato d'animo e nell'atteggiamento di chi inizia finalmente ad
occuparsi di se stesso. L'assunzione, quindi, di gocce, di pastiglie di
derivazione erboristica o un rimedio nutrizionale, non ha quindi lo scopo diretto
di curare un disturbo, quanto quello indiretto di rendere la persona consapevole
della necessità di occuparsi di se stessa, di dedicare una parte di tempo alla
propria salute e al proprio benessere, di riflettere, in definitiva, sulla qualità della
propria vita.
Se si comprende lo spirito con cui questi rimedi vengono utilizzati e lo
scopo non terapeutico in senso medico psicologico della loro assunzione, ma in
senso biopsicosociale, allora si comprende anche facilmente il motivo per cui,

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Introduzione alla naturopatia energetica

utilizzati in questo senso questi rimedi, essi abbiano una ragione di esistere a
differenza di quelli floriterapici.
Per esempio, se una persona sottoposta a una consulenza di tipo
naturopatico richiede una valutazione attenta in ordine agli aspetti della sua vita
che devono essere modificati, e l'individuazione delle risorse che consentono a
questa persona di migliorare la propria condizione di salute e la qualità della
sua vita, e il terapeuta ritiene che la sua attività di consulenza possa essere
facilitata, magari su richiesta più o meno diretta del cliente stesso, da un
atteggiamento positivo, attivo e propositivo verso la cura, allora il suggerimento
relativo all'assunzione, per esempio, di alcune gocce di preparati erboristici utili
per migliorare lo stato dell'umore, rientra correttamente nell'ambito di una
consulenza non medica e non psicologica.
Al contrario, la prescrizione e somministrazione di rimedi floriterapici
costituisce, o un intervento di tipo medico o psicologico, in quanto tale
sanzionabile se il terapeuta non possiede i titoli e l'abilitazione necessaria,
oppure viene a costituire una forma di inganno nei confronti del cliente, il quale
ha tutto il diritto di sapere quali siano i meccanismi di azione del rimedio che
assume, e specialmente se esistano prove relative agli effetti che il terapeuta
sostiene che questi possano produrre.
I rimedi erboristici, infatti, sono stati studiati dalle scienze biologiche,
biochimiche e farmacologiche e di essi conosciamo caratteristiche, componenti
e principi attivi, nonché i processi biochimici su cui essi vanno ad agire. Dei fiori
di Bach non si sa nulla, tranne la ripetizione ossessiva delle loro funzioni
terapeutiche specifiche, fondata solo sulle affermazioni del dr. Bach, e mai
dimostrate scientificamente.
Infatti, delle due l'una: o il terapeuta ritiene davvero che i fiori di Bach
agiscano sulla cura degli stati dell'umore o di qualsiasi disturbo o patologia, e
allora se non è né medico né psicologo, sta commettendo il reato di esercizio
abusivo della professione medica o psicologica; oppure egli sa perfettamente
che questi rimedi non hanno alcun fondamento scientifico e che la loro azione è
paragonabile a quella di un qualunque placebo. Ma allora, in questo caso, non
si vede per quale motivo si debba utilizzare un rimedio dal fondamento così
assurdo, quando la consulenza in materia di salute mette a disposizione del
terapeuta una serie di rimedi energetici che possono produrre lo stesso scopo,
ma che hanno perlomeno un serio fondamento scientifico.
Per esempio, piuttosto che far assumere al cliente delle gocce
quotidianamente, è molto più utile informarlo circa gli effetti positivi e

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Introduzione alla naturopatia energetica

scientificamente dimostrati di quella che è una semplice passeggiata all'aria


aperta, oppure la lettura di un buon libro, lʼascolto di un certo tipo di musica, o
qualsiasi altra abitudine o pratica sana, intelligente, alla portata di tutti, che la
persona può praticare quotidianamente. In più, e questo è forse il punto più
importante, utilizzando il metodo della naturopatia energetica insegnato dalla
nostra Scuola, si rende consapevole il cliente dellʼimportanza di prendersi cura
di sé e della sua salute e non lo si sottopone a umilianti rituali di assunzione di
gocce dotate soltanto di un effetto illusorio (il fatto che molte persone non lo
abbiano considerato illusorio e ne abbiano ricavato benefici è proprio la
dimostrazione di quanto stiamo affermando: lʼeffetto placebo agisce proprio
così).
Per ultimo, non si può tacere il fatto che dietro la diffusione di questo tipo
di rimedi, cosiddetti energetici, non esiste una vera e propria ricerca scientifica,
ma solo ed esclusivamente un interesse economico di aziende del settore
paramedico e parapsicologico, che vivono proprio sull'inganno, sull'illusione,
sulla debolezza psicologica delle persone.
Noi riteniamo che un naturopata il quale riconosca l'importanza degli
aspetti che, per comodità, possiamo definire energetici della vita, debba
svolgere la sua attività con professionalità. La professionalità esige che egli
verifichi e utilizzi tra tutti gli strumenti esistenti a sua disposizione per il
trattamento e la gestione del problema del suo cliente, quelli che abbiano un
fondamento etico, scientifico, e che non siano esclusivamente legati agli
interessi commerciali del settore.
Cristalloterapia, astrologia, spagiria, reiki e tutti i rituali della medicina e
della naturopatia energetica tradizionale possono essere utilizzati nei confronti
di quella maggioranza di persone che credono in essi, a condizione che essi
vengano edotti e informati sul loro utilizzo simbolico.
Quindi, per esempio, la cristalloterapia avrà un significato per
riarmonizzare la persona energeticamente, a condizione che non si pretenda di
curare patologie o disturbi, ma solo di riequilibrare, appunto energeticamente, e
non si attribuisca questo riequilibrio a qualche energia quantica misteriosa.
Quello che agisce, sempre e solo di supporto a una vera terapia, è la
suggestione del significato simbolico.

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Introduzione alla naturopatia energetica

La credenza nel potere terapeutico dellʼenergia

Omne ignoto pro magnifico


(Tutto ciò che è sconosciuto sembra meraviglioso)

Tacito

Si è accennato al potere di attrazione e fascinazione delle terapie


energetiche, fondato su meccanismi neurali che attribuiscono ad ogni stimolo
che il sistema nervoso non è in grado di decodificare e classificare secondo
precisi parametri, il valore di oggetto di attenzione e di interesse. Lo scopo del
sistema nervoso è quello di conoscere a fondo ciò che non conosce, in modo
da poterlo classificare come buono o cattivo, e ridurre quindi lʼansia derivante
dal fatto che, fino a che lo stimolo non sia riconosciuto, esso resta una
potenziale fonte di minaccia. Tutto quello che è misterioso ci affascina
prepotentemente, quindi, per motivi affatto misteriosi, ma legati alla storia della
nostra evoluzione cognitiva.
Il tema è ovviamente molto più complesso, ma qui basta aver fornito una
spiegazione del motivo per cui le terapie energetiche, cioè basate sullʼutilizzo di
una fonte di stimoli sostanzialmente sconosciuta, al di là dellʼaspetto scientifico
e terapeutico di esse (che è appunto oggetto di questo corso), richiamino
irresistibilmente la nostra componente affettiva ed emotiva, agendo
sullʼinconscio e causando una attivazione emotiva di fortissima intensità.
Questo è il motivo per cui le persone credono nel potere terapeutico e
non in quello simbolico delle terapie energetiche, anziché impegnarsi per
conoscerle, e, specialmente, vivono con profondo disagio, ansia, paura, perfino
rabbia, odio e disprezzo, qualsiasi informazione o affermazione che sembri
mettere in dubbio le loro credenze. Poche dichiarazioni sono in grado di far
arrabbiare i credenti come quelle che mettono in dubbio la loro fede. Perché di
fede si tratta, anche con riguardo allʼatteggiamento diffuso di credenza nelle
terapie energetiche come se esse fossero dei farmaci allopatici.
Quando si è dedicata tutta la propria vita a difendersi dalla paura del
dolore illudendosi di riuscirvi tramite la costruzione di un colossale castello di
carte, chiunque si avvicini ad esso con lʼintenzione di estrarre una carta dal
fondo della costruzione sarà visto come un malefico e pericolosissimo nemico.

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Introduzione alla naturopatia energetica

Si rifletta: se le terapie energetiche fossero nientʼaltro che sistemi di cura


delle patologie e dei disturbi, eventuali critiche o falsificazioni circa la loro utilità
ed efficacia rientrerebbero nel campo della ordinaria discussione razionale e
scientifica. Anzi, si dovrebbe essere molto soddisfatti del fatto che qualcuno,
con argomenti solidi e prove scientifiche, dimostri che quello in cui credevamo
non corrispondeva affatto alle caratteristiche che gli attribuivamo, e che ci
eravamo sbagliati.
La conoscenza progredisce così, attraverso la dolorosa accettazione dei
nostri sbagli, non certo tramite la conferma delle nostre credenze. Chi pensa
secondo principi e modalità razionali accetta ben volentieri le critiche
argomentate alle sue affermazioni, e non ha niente da perdere, sul piano
emotivo, dal fatto che qualcuno gli dimostri di essersi sbagliato su qualche sua
convinzione.
Personalmente, ho sempre pensato, almeno dallʼetà di sei anni, che
Babbo Natale non esistesse. Ma se qualcuno fosse in grado di presentarmelo,
dimostrandomi come egli possa viaggiare trainato da renne volanti e come
riesca a distribuire tutti i doni a miliardi di bambini in una sola notte, sarei
riconoscente, nonostante il trauma della scoperta, a chi mi abbia aperto gli
occhi e mi abbia fatto cambiare idea. Ma potrei assumere questo atteggiamento
perché non ho particolari legami emotivi con la figura di Babbo Natale, e non ho
nulla da perdere nel cambiare idea sulla sua esistenza. Al massimo, ho solo da
guadagnare una conoscenza che non avevo, e unʼulteriore prova del fatto che
la vita riserva sempre sorprese. Tutto ciò perché ritengo di essere
sufficientemente forte sotto il profilo psicologico da reggere lʼimpatto della
falsificazione delle mie credenze, e anche perché mi rendo sempre disponibile
a mettere in dubbio ogni mia convinzione.
Il credente nelle terapie magiche, invece, deve credere perché legato ad
esse da una forte componente emotiva. Non può permettersi di mettere in
dubbio nulla, pena la caduta del suo castello di carte e un colpo forse
irreparabile al proprio fragile equilibrio psicologico. Chi crede nelle terapie
energetiche come se essi fossero farmaci, infatti, ha molto da perdere da una
critica che metta in discussione la sua credenza, perché la sua, appunto, è una
credenza fondata sullʼattivazione emotiva, e non una ipotesi frutto di
ragionamento e di sperimentazione.
Quando, nelle nostre lezioni, introduciamo lʼargomento della effettiva utilità
ed efficacia delle terapie energetiche, cercando di ricondurle a un ambito di
terapia scientificamente fondata, sappiamo già che alcuni allievi saranno colti

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Introduzione alla naturopatia energetica

da un moto di rabbia e di avversione nei nostri confronti, e si sentiranno


obbligati a difendere con foga le loro posizioni. Mai portando argomentazioni
serie, ma sempre situazioni e aneddoti personali, riferimenti a dati, ricerche,
prove di efficacia di cui hanno solo sentito parlare o letto su Internet, ma che
non sanno mai dimostrare.
Quello che si è provocato, a dimostrazione della componente emotiva di
questi rimedi, è proprio una attivazione emotiva, non cognitiva: le persone si
arrabbiano nel sentire criticare le loro terapie preferite perché ad esse sono
legate da motivi affettivi, emotivi, da ricordi, dal fatto che esse richiamano il
sollievo della guarigione personale o di una persona cara, che essi
attribuiscono totalmente agli effetti del rimedio. Altrimenti, se volessero
confrontarsi soltanto, come si richiede a un terapeuta, sul piano della
razionalità, si limiterebbero a valutare le critiche, a prenderle in considerazione,
a cercare razionalmente di trovare in esse punti deboli, a mettere in dubbio le
proprie idee in proposito e la veridicità dei dati che avevano a disposizione, ecc.
Invece, la reazione istintiva (ennesima dimostrazione del fatto che tali
terapie si fondano sul legame emotivo) è sempre quella di atteggiarsi come
persone dotate di sensibilità e apertura mentale superiori, mentre i detrattori,
visti come nemici della fede, sarebbero squallidi e freddi esseri raziocinanti,
privi di sentimenti e di capacità di prendere in considerazione il lato misterioso
della realtà (che, paradossalmente, è invece proprio quello che fa la scienza, a
differenza della magia). Questa è la dimostrazione che tali terapie si fondano
sulla componente energetica emozionale, ed è proprio su di essa, quindi, che la
nostra scuola invita ad indagare per la sua valenza terapeutica, e non su
pretesi e indimostrabili effetti sulle patologie.
Insomma, la fiducia nellʼefficacia spesso miracolosa di questi rimedi non è
fondata sulle prove scientifiche del loro funzionamento, che infatti è totalmente
ignorato, ma dal fatto che essi si legano in qualche modo alla storia personale
del credente, il quale crede nel rimedio (un terapeuta non deve credere, ma
conoscere, altrimenti deve presentarsi come un Mastro spirituale, ma non certo
un terapeuta) non perché esso è efficace, ma solo perché è legato in qualche
modo a episodi della sua vita e alla sua sfera affettiva ed emotiva. E quando un
terapeuta suggerisce un rimedio per motivi legati alla sua storia personale, sta
commettendo uno egli atti più scorretti che si possano concepire: egli sta
ribaltando sullʼignaro cliente le sue credenze personali, che cerca di giustificare
attribuendo ad esse unʼaura di scientificità.

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Introduzione alla naturopatia energetica

Per questo motivo, chi crede in questi rimedi (anziché utilizzarli, come noi
proponiamo, per lʼuso corretto e rispettoso che di essi si può fare tramite la
conoscenza), è costretto ad accusare i detrattori del rimedio (che egli
concepisce emotivamente come veri e propri “nemici”) di tutti i crimini possibili
contro la componente irrazionale dellʼumanità: i nemici di queste terapie sono
dipinti come esseri amorfi, privi di sentimenti, che non usano la fantasia e la
creatività, freddi e legati solo allʼevidenza dei numeri, incapaci di provare
empatia, e meraviglia, e persino colpevoli di negare lʼesistenza di una sfera
irrazionale e spirituale dellʼesistenza.
Quando poi scoprono che coloro che sottopongono a critica costruttiva tali
rimedi. come nel nostro caso, lo fanno perché ne sono stati utilizzatori,
prescrittori, ricercatori, che li hanno valutati per tutte le componenti che li
costituiscono, e che, come tutti, sono anchʼessi persone che amano, che si
stupiscono, che si arrabbiano, che sono attratti dal mondo della fantasia e della
creatività, che hanno una vita spirituale profonda, allora si rifugiano nel loro
mondo fatto di persone che vogliono credere a tutti i costi senza riflettere,
perché non sono in grado di affrontare la realtà. Le persone psicologicamente
deboli, che credono in un rimedio solo perché piace loro credere che funzioni, o
perché ha funzionato su di loro o su qualche parente, non sono in grado di
svolgere seriamente e professionalmente lʼattività di terapeuti.
Naturalmente, le nostre considerazioni non li smuovono, perché la fede
presenta la caratteristica di essere refrattaria al ragionamento: essi
continueranno a pensare che esista un componente della realtà che non
conosciamo e si convinceranno che solo loro siano a conoscenza di questo
fatto (come se coloro che indagano la realtà scientificamente non lo facciano
proprio perché sanno di trovarsi di fronte al mistero e al fascino di essa, ma non
vogliono diventarne schiavi). Continueranno a pensare che chi non crede come
loro, senza alcuno spirito critico, sia una persona chiusa mentalmente, incapace
di cogliere il lato misterioso della realtà, e di vivere la vita anche per la sua
componente emozionale ed affettiva.
Niente di più sbagliato, naturalmente, ma è impossibile, come dicevamo,
far cambiare idea a chi vuole credere a tutti i costi in qualche cosa. Le nostre
scuole propongono un percorso psicologicamente difficile, che è quello di
separare il piano irrazionale da quello razionale, per dare a ciascuno di essi il
corretto spazio, e poter vivere la propria vita liberi da condizionamenti,
vivendola con la massima intensità e consapevolezza possibile, ma sapendo
che i due livelli non vanno confusi. Quando si vive una esperienza emotiva e

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Introduzione alla naturopatia energetica

affettiva, è su questo piano che ci si deve porre, senza attribuire ad esso anche
la potenzialità di produrre gli effetti che vogliamo sul piano razionale. Quando
invece ci si muove a livello di razionalità, la componente emotiva deve essere
temporaneamente messa da parte, perché condiziona necessariamente il
nostro giudizio, che deve essere il più libero possibile.
In conclusione, se provate emozioni forti, nel momento in cui qualcuno
sottopone a critica i rimedi in cui credete, significa che non siete liberi di
valutarne lʼefficacia, e forse sarebbe meglio che cercaste di lavorare su voi
stessi, prima che sugli altri.

Il piano spirituale e quello clinico sono reciprocamente impermeabili?

Avremo modo di sviluppare ampiamente i temi qui solo accennati. Ci


preme solo sottolineare, al termine di questa breve introduzione alla
Naturopatia energetica, come il problema dellʼinfluenza reciproca tra il piano
spirituale, energetico, simbolico e analogico da una parte, e quello medico-
scientifico dallʼaltra, resti il vero problema nascosto nella pratica delle medicine
convenzionali e alternative.
Intervenire con farmacologia e chirurgia o manipolazioni sul piano fisico e
meccanico del corpo (siano esse ispirate alla medicina convenzionale o
alternativa ed energetica), non esclude nella maniera più assoluta che
ripercussioni ed effetti collaterali del trattamento si producano contro e
indipendentemente dalla volontà del terapeuta sul piano psicologico, emotivo e
spirituale. Allo stesso modo, andare ad agire con strumenti dolci, non invasivi e
non violenti sullʼ”energia” dellʼindividuo non è senza ripercussioni sul piano
fisico e organico.
Tutti conoscono il modello biomedico occidentale diffuso e propagandato
efficacemente e subliminalmente dalla serie televisiva del “Dott. House”. In
questi mirabili esempi di manipolazione mediatica delle coscienze individuali si
osserva come la medicina venga concepita come la scienza più nobile, più
prestigiosa e più importante tra tutte, e come i privilegiati che la praticano
debbano essere considerati, o aspirino ad essere, persone intellettualmente al
di sopra della media. Il medico, infatti, in questa serie televisiva, viene
presentato come colui in grado di risolvere quasi tutti i problemi dellʼumanità, e i

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Introduzione alla naturopatia energetica

problemi dellʼumanità vengono visti, fondamentalmente, come patologie che


solo persone di straordinaria intelligenza e capacità cognitiva sono in grado di
individuare e sconfiggere. Perché il problema, per la medicina, è soltanto la
malattia, non la persona che la vive.
I pazienti del dottor House vengono sottoposti, infatti, a scopo sia
diagnostico che terapeutico, a una serie di esami, trattamenti e interventi
chirurgici come se si trattasse di oggetti inanimati, privi di emozioni, di
sentimenti e di coscienza. Essi vengono sondati, tagliati, bucati, trapanati,
squartati, segati, si inietta nel loro sangue qualsiasi tipo di sostanza il medico
ritenga utile ad evidenziare o a sconfiggere la malattia (indipendentemente
dagli effetti collaterali), si prelevano loro organi, si asportano parti del corpo
esattamente come un macellaio farebbe con la carcassa di un animale. Tutto
ciò con lo stesso identico rispetto per la persona umana sottoposta a queste
“cure” che avrebbe, appunto, un macellaio nei confronti del cadavere di un
animale.
In effetti, lo scopo di questa medicina non è certo quello di migliorare la
condizione di salute della persona, quanto quello di sconfiggere la malattia a
qualunque costo: se il paziente sopravvive a questa serie di trattamenti e di
interventi sul suo corpo, significa che la malattia è stata sconfitta e la medicina
può salire lʼennesimo gradino della scala del prestigio sociale di cui occupa già
il vertice. Il fatto che un paziente sia vissuto tra la vita e la morte per settimane,
abbia vomitato sangue e sofferto dolori indicibili, si ritrovi senza un organo (per
carità, non certo vitale) o senza un arto, o senza la possibilità di condurre la
stessa vita che conduceva prima, è assolutamente indifferente per la medicina
del dottor House.
Così come pensiamo che il rispetto per la persona umana e la sua dignità
non sia certo una specializzazione della medicina moderna occidentale, allo
stesso modo siamo consapevoli (e vorremmo che lo fossero anche i nostri
lettori), del fatto che qualsiasi intervento, per quanto rivolto a fin di bene, per
quanto non violento, dolce e “olistico”, basato su una terapia energetica, è
comunque unʼazione esterna che va a interagire con lʼequilibrio della persona
(intesa nella sua globalità di mente, corpo e spirito). Anche lʼazione di chi si
affida alla medicina o alla naturopatia energetica ritenendo che, poiché si
agisce sul piano energetico, non possano esserci effetti negativi di nessun tipo,
è unʼazione che invece merita di essere soppesata in tutte le sue implicazioni.
Somministrare a una persona un rimedio, per quanto innocuo e privo di effetti
collaterali documentati, perché questo possa produrre un cambiamento

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Introduzione alla naturopatia energetica

nellʼequilibrio energetico della persona, significa, in realtà, che questo


cambiamento energetico produce anche necessariamente un cambiamento a
livello fisiologico, biochimico, organico. Così come un cambiamento
nellʼatteggiamento psicologico produce un cambiamento nella fisiologia del
corpo, allo stesso modo la somministrazione di cure che vadano a modificare lo
stato dʼanimo, lʼatteggiamento, la condizione energetica della persona, non può
non produrre ripercussioni di cui il terapeuta - questo è il problema - non ha né
consapevolezza di conoscenza.
Eʼ facile, in altre parole, somministrare un rimedio o sottoporre a una
seduta di terapie energetiche un cliente, sicuri che, poiché si agisce solo
sullʼequilibrio energetico, non si possa produrre mai un effetto negativo. E
perché mai? Chi lo ha detto e ce lo assicura?
Si rifletta: se la cura energetica va ad agire sul piano energetico, allora
bisogna necessariamente descrivere, conoscendolo nei particolari, che cosa sia
questo squilibrio energetico rilevato sul cliente, e quale sia il meccanismo di
azione della cura energetica che si vuole utilizzare. Se una persona,
sottopostasi a cure “energetiche” sente di averne ricavato un beneficio, non lo
farà perché percepisce un riequilibrio energetico (i nostri organi di senso non
prevedono questa capacità, anche perché non si sa esattamente che cosa sia)
ma solo perché si sente meglio. Questo è lʼunico modo che gli esseri umani
hanno di descrivere il riequilibrio energetico.
Ma sentirsi meglio significa percepire una serie di segni, impulsi,
condizioni fisiologiche ben radicate nel corpo, cioè sul piano organico. Quindi la
cura energetica ha agito sul piano organico, non solo su quello energetico. E
con quali conseguenze? Il terapeuta era consapevole di quali effetti la sua cura
avrebbe prodotto sul piano della fisiologia umana? Non basta rilevare squilibri
energetici sulla base di intuizioni, senza sapere che cosa siano, da dove
vengano e quali ripercussioni provocano sulla salute della persona.
Perché, se si vuole evitare, finalmente, di prendersi in giro, curare uno
squilibrio energetico non significa altro che ripristinare una condizione di salute
e di benessere, e tale condizione si ripristina soltanto andando a modificare, lo
si voglia e lo si sappia o no, anche lʼequilibrio psichico, ormonale, endocrino,
immunitario, circolatorio - in una parola - organico - della persona. Quello che
abbiamo descritto è a tutti gli effetti un atto medico. Il fatto che i medici, nella
quasi totalità di essi, non sappiano neppure che cosa significhi ciò di cui stiamo
parlando, essendo intenti soltanto a diagnosticare e combattere malattie
organiche, non esclude il fatto che esso sia un atto medico.

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Introduzione alla naturopatia energetica

Quindi, cautela, intelligenza critica, studio approfondito della materia, sono


elementi indispensabili da conoscere e da saper dominare prima di mettersi a
riequilibrare lʼenergia delle persone. La naturopatia energetica insegna proprio
ad agire correttamente in questo senso: non usando lʼenergia come se fosse un
farmaco e con gli stessi scopi, ma a livello informativo, di conoscenza e
consapevolezza. Spetterà al cliente, reso consapevole di tutti gli aspetti legati
alla sua salute e ai modi di intervenire su di essa, che dovrà assumersi la
responsabilità in prima persona del processo di guarigione, pur con l'assistenza
del terapeuta, il quale, in questo senso, svolge il ruolo di guida e non di
prescrittore e somministratore di cure.
In conclusione, come si studierà in maniera approfondita nel prosieguo
delle lezioni, la naturopatia energetica presuppone che si conosca la differenza
tra i due livelli di lettura della realtà: quello manifesto e quello latente (o,
secondo Robert K. Merton, quello superficiale e quello profondo). La
naturopatia energetica, come tutte le discipline per la salute fondate sul metodo
scientifico diffuso dallʼUniversità Popolare di Scienze della Salute Psicologiche
e Sociali (Uni.Psi) si occupa, come ogni disciplina ermeneutica e di consulenza,
non prescrittiva, del piano profondo, cioè di quello del significato soggettivo per
il cliente. Tutte le medicine alternative, invece, si occupano del piano manifesto,
confondendo il livello simbolico con quello concreto e reale e utilizzando
lʼenergia come un rimedio di stampo allopatico, senza comprenderne il
significato profondo.

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