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Il laboratorio è ora riservato ai soli studenti e giovani fino a 26 anni che hanno
confermato il loro impegno nel laboratorio. Debutto al Teatro Rasi il 31 Marzo.
Il laboratorio è ora riservato ai soli studenti e giovani fino a 26 anni che hanno
confermato il loro impegno nel laboratorio. Debutto al Teatro Rasi il 31 Marzo.
Esercizi di ricerca del proprio equilibrio, in cui si uniscono Yoga, danza classica e
Bharata Natyam... una sorta di "risveglio psico\fisico collettivo" in cui ognuno porta
qualche assaggio delle proprie discipline o solamente del proprio modo di salutare il
giorno, in modo da non impegnare nessuno in una vera e propria lezione, ma in un
piacevole confronto, dove ognuno espone per 10 minuti qualcosa.
Nel 1871, l'affermato poeta Paul Verlaine invita a Parigi Jean-Arthur Rimbaud, un
arrogante adolescente, che da tempo gli invia poesie. Verlaine trova negli scritti di
Rimbaud qualcosa di assolutamente unico, geniale. Rimbaud non è un poeta che
esprime le sue vibrazioni interiori in modo convenzionale: animato da una
esasperata tensione nella ricerca del vero, sfoga questo suo bisogno manifestando
senza alcun limite o compromesso la sua filosofia della vita. Verlaine (sposato con
Mathilde da cui ha avuto un figlio, psichicamente vulnerato dall'abuso di assenzio e
costretto dall'indigenza a vivere con i genitori della moglie) rimane ulteriormente
sconvolto dall'incontro con Rimbaud e la proposta dello spregiudicato giovane di
condividere arte e "alcova" gli appare come una insperata via per sfuggire alla
pesantezza della propria esistenza. Divenuti amanti, quando Jean-Arthur comunica
a Paul di voler partire per Londra, questi approfitta dell'occasione e abbandona
Mathilde...
‘Giallo a Milano’
con la partecipazione del regista Sergio Basso.
Evento conclusivo delle iniziative per il Capodanno cinese.
La presentazione del documentario avrà luogo alle 20.30 e sarà seguita dalla proiezione.
Al termine discussione e domande.
“Giallo a Milano” è un interessante documentario di Sergio Basso sulla ‘questione cinese’ nel capoluogo lombardo.
Fa luce sulla comunità che, stabilitasi in via Paolo Sarpi, viene vista spesso e volentieri come una minaccia dal resto della
cittadinanza. E, invece, le cose non sono proprio come sembrano.
I protagonisti, infatti, sono i cinesi e sono loro che si raccontano alla telecamera e queste sono le tematiche che saltano fuori:
la prima generazione che è emigrata e, nonostante tutto, si sente ancora un pesce fuor d’acqua; la seconda che, invece, è
‘praticamente’ italiana e ignora del tutto, o in parte, la cultura di origine; coppie clandestine che sperano di ricongiungersi con
la propria famiglia; coppie che sperano in un futuro migliore.
E’ un punto di vista nuovo, tant’è vero che di occidentali se ne vedono pochi e spesso sono voci fuori campo che raccontano
l’importanza di un percorso di integrazione che può fare una palestra o una scuola. Ciò che emerge è principalmente il
confronto fra due generazioni di cinesi che sono sempre più lontane tra loro per costumi e abitudini.
Certo, sentir parlare italiano, se non addirittura in dialetto del posto, un cinese fa un effetto strano ad ognuno di noi, figurarsi
ad uno di loro.
Le riprese strette e la musica languida e dolce (sembra quella di uno xilofono) riescono nell’intento di raccontare una realtà
senza filtri, pregiudizi e luoghi comuni. E il titolo del documentario vuol essere, forse, un invito ad accettare questa verità.
Teresa d'Ambrosio
La Festa della primavera 2011 (Capodanno cinese) è promossa dall’associazione Italia Cina e organizzata dall’associazione
Studenti Cinesi in collaborazione con Fondazione Flaminia, Comune di Ravenna, Collegio di Cina, RavennaTeatro e
Coordinamento RavennaStudenti.