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Gli argomenti presentati nei primi due paragrafi sono in larga parte già noti allo studente, dai corsi
del primo anno.
Il concetto di insieme è primitivo. Dire ”un insieme è una collezione di oggetti” è una tautologia
[infatti cos’è una collezione, se non un insieme di oggetti ?].
Diremo che un insieme A è assegnato quando è possibile stabilire se un oggetto x è elemento di
A [e si scrive x ∈ A] o non è elemento di A [e si scrive x ∈ A].
Esiste un solo insieme privo di elementi: è l’insieme vuoto, denotato ∅. Assumiamo inoltre
elementarmente noti gli insiemi numerici più importanti: N , Z , Q , R , C (cioè l’insieme dei naturali,
degli interi, dei razionali, dei reali e dei complessi).
Per descrivere un insieme A:
- se ne possono scrivere gli elementi, elencandoli tra parentesi graffe e separandoli con virgole: ad
esempio A = {a, b, c, ... }.
- si può descrivere (sempre tra parentesi graffe) la legge di appartenenza dei suoi elementi. A tale
scopo si fa uso di alcuni ben noti simboli logici, cioè:
- quantificatori: ∀ , ∃, ∃!, ∃ [risp. per ogni, esiste, esiste un unico, non esiste];
- implicazioni: =⇒ , ⇐=, ⇐⇒ , =⇒ [risp. implica, è implicato, equivale, non implica];
- congiunzioni: , , ∧ , ∨ , ¬, [risp. virgola (o separatore), e, oppure, non, tale che].
La congiunzione ”non”
è talvolta indicata con / (invece di ¬), mentre ”tale che” è spesso indicata
con : (invece di ).
Ad esempio, l’insieme P dei numeri naturali pari può essere descritto in questi modi:
P = {0, 2, 4, 6, 8, .... }, oppure P = {n ∈ N n = 2x, ∃ x ∈ N }, oppure P = {2n, ∀ n ∈ N }.
Definizione 2. Due insiemi A, B sono detti uguali [e si scrive A = B] se hanno gli stessi elementi.
Si ha quindi:
A = B ⇐⇒ A ⊆ B e B ⊆ A.
A, B sono detti diversi se non sono uguali [e si scrive A = B].
Osservazione 1. (i) Dalla definizione precedente segue, ad esempio, che {a, a} = {a}.
(ii) Sia n ∈ N . Se un insieme A è formato da n elementi (a due a due distinti), si scrive |A| = n,
[oppure #(A) = n] e si dice che A ha cardinalità n. In particolare, |∅| = 0; viceversa, se |A| = 0,
allora A = ∅.
Un insieme A è detto finito se ha cardinalità n (per qualche n ∈ N ); altrimenti è detto infinito.
Ad esempio N è un insieme infinito. Torneremo sul concetto di cardinalità nel paragrafo 3, per
darne una definizione meno intuitiva.
2 G. CAMPANELLA APPUNTI DI ALGEBRA PER INFORMATICA
(iii) Si noti che abbiamo utilizzato il simbolo = non solo nel senso della Def. 2 ma anche per
definire un insieme. In effetti, scrivendo P = {0, 2, 4, ...} abbiamo assegnato il nome P all’insieme
{0, 2, 4, ...}. In tal caso è più corretto sostituire = con :=, scrivendo quindi P := {0, 2, 4, ...}.
Analogamente, abbiamo usato la doppia implicazione ⇐⇒ anche per definire un concetto. Ma in
tal caso è più corretto sostituirla con :⇐⇒ ovvero con ⇐⇒. Ad esempio, avremmo dovuto scrivere
def
(iii) Valgono le seguenti uguaglianze tra sottoinsiemi A, B, C di un insieme X [note come formule
di De Morgan], la cui verifica è lasciata per esercizio:
(A ∩ B) ∪ C = (A ∪ C) ∩ (B ∪ C); (A ∪ B) ∩ C = (A ∩ C) ∪ (B ∩ C);
A − (B ∪ C) = (A − B) ∩ (A − C); A − (B ∩ C) = (A − B) ∪ (A − C).
Vale il seguente risultato, noto come il Principio della somma, che per il momento accetteremo
per vero [in quanto non abbiamo ancora una soddisfacente nozione di cardinalità] e che dimostreremo
invece nel successivo paragrafo 3.
Il Principio della somma si generalizza facilmente (procedendo per induzione), dal caso di due
insiemi al caso di k ≥ 2 insiemi.
Proposizione 1’ (Principio generalizzato della somma). Se A1, A2, ..., Ak sono insiemi finiti a
due a due disgiunti, risulta:
k
Ai = |A1| + |A2| + ... + |Ak |.
i=1
La (i) è detta ”base induttiva”, la (ii) è detta ”passo induttivo”, l’ipotesi ” P(n) vera ” [in (ii)]
è detta ”ipotesi induttiva”.
Si noti che il passo induttivo poteva anche essere formulato in questo modo:
(ii) P(n − 1) vera =⇒ P(n) vera [∀ n > k0].
Dim. (Prop. 1’). Tale proposizione è definita per tutti i naturali k ≥ 2 [e dunque sia k0 = 2]. La
base induttiva è esattamente la Prop. 1 [che abbiamo assunto di aver già dimostrato]. Dimostriamo
quindi il passo induttivo: sia n ≥ 2 e consideriamo gli insiemi a due a due disgiunti A1, A2, ..., An+1 .
Per ipotesi induttiva:
|A1 ∪ A2 ∪ ... ∪ An| = |A1| + ... + |An|.
I due insiemi A1 ∪ A2 ∪ ... ∪ An e An+1 sono disgiunti; dalla Prop. 1 segue che
A1 ∪ A2 ∪ ... ∪ An ∪ An+1 = |A1| + ... + |An| + |An+1 |,
cioè
|A1 ∪ A2 ∪ ... ∪ An ∪ An+1 | = |A1| + ... + |An| + |An+1 |.
Dunque il passo induttivo è provato ed il principio d’induzione ci consente di affermare che la propo-
sizione è vera.
Dal principio della somma segue un importante risultato, utile nelle tecniche di conteggio: il Prin-
cipio di inclusione - esclusione, che enunceremo e dimostreremo nel caso di tre insiemi finiti, ma che
può essere facilmente generalizzato al caso di un numero finito di insiemi (finiti).
Dim. Dimostriamo dapprima la seguente formula (che è il principio di inclusione - esclusione relativo
a due soli insiemi): se A, B sono due insiemi finiti, si ha:
(∗∗) |A ∪ B| = |A| + |B| − |A ∩ B|.
Partiamo dalle due seguenti ovvie uguaglianze insiemistiche:
A ∪ B = (A − B) ∪ B, A = (A − B) ∪ (A ∩ B).
Poiché (A − B) ∩ B = ∅ e (A − B) ∩ (A ∩ B) = ∅, possiamo applicare il principio della somma:
|A ∪ B| = |A − B| + |B|, |A| = |A − B| + |A ∩ B|.
Sostituendo la seconda uguaglianza nella prima si ottiene:
|A ∪ B| = −|A ∩ B| + |A| + |B|
e l’affermazione (∗∗) è cosı̀ provata.
Siano ora A, B, C tre insiemi finiti arbitrari. Applichiamo (∗∗) prima agli insiemi A ∪ B, C e poi
agli insiemi A, B. Si ha:
(∗∗∗ ) |A∪B ∪C| = |(A∪B)∪C| = |A∪B|+|C|−|(A∪B)∩C| = |A|+|B|−|A∩B|+|C|−|(A∪B)∩C|.
Esaminiamo l’ultimo addendo di tale sommatoria. In base alle formule di De Morgan,
(A ∪ B) ∩ C = (A ∩ C) ∪ (B ∩ C).
Utilizzando nuovamente (∗∗):
|(A ∪ B) ∩ C| = |A ∩ C| + |B ∩ C| − |(A ∩ C) ∩ (B ∩ C)| = |A ∩ C| + |B ∩ C| − |(A ∩ B ∩ C)|.
Sostituendo tale uguaglianza in (∗∗∗ ) si ottiene:
|A ∪ B ∪ C| = |A| + |B| − |A ∩ B| + |C| − |A ∩ C| − |B ∩ C| + |(A ∩ B ∩ C)|,
cioè la formula cercata.
N.B. Se invece di tre insiemi ne abbiamo ad esempio quattro, la cardinalità della loro unione è
ottenuta sommando le cardinalità dei quattro sottinsiemi, sottraendo le cardinalità delle intersezioni
di due di essi, sommando poi le cardinalità delle intersezioni di tre di essi e sottraendo infine la
4 G. CAMPANELLA APPUNTI DI ALGEBRA PER INFORMATICA
cardinalità dell’intersezione dei quattro insiemi [complessivamente 15 addendi]. Dovrebbe ora essere
chiaro come il principio di inclusione - esclusione si generalizzi al caso di un numero finito di insiemi.
Definizione 5. Sia X un insieme. L’insieme dei sottoinsiemi di X è detto insieme delle parti di
X. È denotato P (X).
Esempi 1. Se ad esempio A = {1}, P (A) = ∅, A . Se B = {1, 2}, P (B) = ∅, {1}, {2}, B .
Se infine C = {1, 2, 3}, P (C) = ∅, {1}, {2}, {3}, {1, 2}, {1, 3}, {2, 3}, C .
Si noti poi che P (∅) = {∅} ha cardinalità 1; P P (∅) = ∅, {∅} ha cardinalità 2; P P P (∅)
= ∅, {∅}, {{∅}}, {∅, {∅}} ha cardinalità 4, ecc..
P (A)| = 2 .
Proposizione 3. Se A è un insieme finito di cardinalità n, |P
n
P
che, per ogni insieme A tale che |A| = n + 1, risulta: |P (A)| = 2 .
n+1
Ovviamente C ∪ D = P (A) e C ∩ D = ∅. Dunque, per il principio della somma, |PP (A)| = |C| + |D|.
Ovviamente D = B ⊆ A − {a } = P (A − {a }). Inoltre, per ogni B ∈ C, risulta: B = B ∪ {a },
1 1 1 1
con B ∈ P (A − {a }). Gli insiemi B sono ovviamente quanti gli insiemi B . Ne segue che C ha la
1 1 1
stessa cardinalità di P (A − {a1}).
P (A)| = |C| + |D| = 2 + 2 = 2n+1 .
P (A − {a1})| = 2 . Dunque |P
Per ipotesi induttiva, |P
n n n
Introduciamo ora la nozione di partizione di un insieme, che avrà molta importanza nello studio
delle relazioni di equivalenza [che vedremo nel paragrafo 3].
Veniamo ora alla definizione di prodotto cartesiano di una famiglia finita di insiemi, cominciando
dal caso di due insiemi.
n fattori
n
di A vengono chiamati n-ple (di elementi di A) [le 2-ple e le 3-ple vengono chiamate risp. coppie
e terne di elementi di A].
Vale il seguente ”Principio del prodotto”, la cui dimostrazione è una semplice conseguenza del
Principio generalizzato della somma.
Dim. Siano |A| = m, |B| = n. Posto A = {a1, ... , am }, l’insieme A×B si può scrivere come unione
dei sottoinsiemi (a due a due disgiunti) {a1} × B, ... , {am } × B. In base al principio generalizzato
della somma ed al fatto (evidente) che |{ai }×B| = |B|:
|A×B| = |{a1}×B| + ... + |{am }×B| = |B| + ... + |B| = m·|B| = |A|·|B|.
m addendi
Di tale principio esiste anche la forma generalizzata, facilmente dimostrabile per via induttiva [e
la verifica è rinviata ad un esercizio del paragrafo 3].
Proposizione 4’ (Principio generalizzato del prodotto). Sia k ≥ 2 e siano A1, A2, ... , Ak insiemi
finiti. Risulta:
|A1 ×A2 × ... ×Ak | = |A1|·|A2| · ... · |Ak |.
Facendo uso del prodotto cartesiano, c’è un semplice modo per ”disgiungere” due insiemi non
disgiunti.
[mentre A ∪ B = {a, b, c, d}]. Si noti che A×{1} e B×{2} sono in ogni caso disgiunti (indipendente-
mente da A e B). Se in particolare |A| = m e |B| = n, ovviamente |A B| = m + n.
Nota. Se A ∩ B = ∅, A ∪ B viene spesso (ma impropriamente) identificato con A B.
ESERCIZI PROPOSTI
1.1.3 Tra i numeri naturali compresi tra 100 e 999, contare quelli che hanno esattamente due cifre
uguali tra loro.
1.1.4. Trovare il numero dei naturali compresi tra 100 e 999 formati da cifre non nulle e a due a
due distinte.
1.1.5. Contare i naturali tra 1 e 1000 che non sono divisibili né per 4, né per 5, né per 6.