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"Francamente non capisco. Ho ricevuto una proposta per un nuovo prodotto che genererà reddito, ma
la direzione lo boccia. Riteniamo, indipendentemente da quale sarà il prezzo, che esso possa produrre
per cinque anni un risultato operativo di € 130.000 e un risultato operativo al netto d'imposte di 14
centesimi per azione, pari sostanzialmente all'aumento di 15 centesimi realizzato nel 2007 e tanto
vantato dal presidente nella relazione annuale agli azionisti. È contraddittorio che il presidente sol-
leciti buoni rendimenti azionari, quando poi la direzione rifiuta progetti redditizi come questo ".
Questa persona affranta è Sarah McNeil, responsabile Sviluppo Nuovi Prodotti della “Divisione Prodotti per
la casa” di Enager Industries, un’azienda relativamente giovane, ma in rapida crescita, che nel 2007 ha
realizzato ricavi per € 74.000.000 (le tabelle 1, 2, 3 riportano i dati economici, patrimoniali e finanziari del
biennio 2006-2007).
Enager ha tre divisioni, (1) Prodotti per la casa, (2) Prodotti Industriali e (3) Servizi Professionali, ciascuna
delle quali realizza circa un terzo dei complessivi ricavi. La divisione Prodotti per la casa, quella storica,
progetta, realizza e vende una linea di prodotti per la casa, la maggior parte dei quali da utilizzare in cucina.
La divisione Prodotti Industriali produce su commessa impianti, con un tempo di consegna di alcuni mesi. La
divisione Servizi Professionali – che eroga servizi di pianificazione territoriale, progettazione architettonica e
consulenza ingegneristica - è la più recente. È un’impresa acquisita da poco, di dimensioni rilevanti per il
settore, cresciuta soprattutto in conseguenza delle competenze distintive in materia di attenzione alle
conseguenze degli impianti sull’ambiente.
A causa della diversità dei business, ciascuna divisione è gestita come un'impresa indipendente. Esistono,
infatti, pochi manager a livello corporate e un ridotto personale di staff per il coordinamento delle attività
delle tre divisioni. Una delle regole aziendali prevede che tutte le proposte di nuovi prodotti che richiedano
un investimento superiore a €500.000 debbano essere valutate dal vicepresidente Henry Hubbard,
responsabile finanziario. È stato proprio Hubbard a rifiutare la proposta avanzata da McNeil di lanciare un
nuovo prodotto (i riferimenti del progetto sono in tabella 4).
Dal 2006, le divisioni furono valutate in conformità a una configurazione del ROI definito come: Reddito
netto divisionale diviso il totale delle attività. A sua volta il reddito netto di ciascuna divisione era calcolato
partendo dal reddito ante imposte della divisione e quindi sottraendo (cioè addebitando alla divisione):
• una quota dei costi complessivi di corporate in proporzione ai ricavi delle divisioni (tutti i costi del
corporate erano in tal modo allocati alle divisioni)
• imposte virtuali su un reddito ante imposte della divisione definito come al punto precedente e
calcolate applicando l’aliquota d’imposta dell’impresa (40%).
Sebbene Hubbard sapesse che esistevano altri modi per valutare la performance economica delle tre divisioni
in termini di redditività dell’investimento, aveva scelto (assieme al presidente) questo metodo perché in tal
modo la somma dei redditi netti delle tre divisioni sarebbe coincisa con il reddito complessivo dell’impresa.
Poiché, inoltre, ogni divisione operava con propri stabilimenti, era agevole assegnare a ciascuna di esse la
maggior parte delle attività aziendali, inclusi i crediti commerciali. Per quanto riguardava le attività comuni
di corporate (inclusa la liquidità che era controllata centralmente), il loro ammontare era allocato alle
divisioni in base ai ricavi. In tal modo la somma delle attività delle divisioni era pari al totale delle attività
presenti nel bilancio aziendale e cioè € 75.419.000 al 31 dicembre 2007 (le attività immobilizzate erano
valutate al loro valore contabile netto costo storico meno il fondo ammortamento e l’ammortamento era
lineare).
Nel 2005 la redditività netta sul valore delle attività di fine anno (reddito netto/attività) di Enager era del
4,5% e il ROA del 9,3% (il ROA era definito come reddito ante interessi passivi e imposte, era cioè definito
come EBIT = Earnings Before Interest and Taxes diviso per il totale delle attività). Hubbard pensava che una
società come Enager avrebbe dovuto realizzare un ROA non inferiore al 12%, considerati anche i tassi
d’interesse che la società avrebbe dovuto pagare sui nuovi debiti. Chiese pertanto ai manager di ciascuna
divisione d’impegnarsi a conseguire per il biennio 2006-2007 tale obiettivo e, per essere coerente con la
decisione, stabilì che la soglia minima di accettazione delle nuove proposte d’investimento avrebbe dovuto
avere un rendimento di almeno il 15%.
Domande:
1. Perché la proposta di McNeil di lancio del nuovo prodotto non è stata accolta? Avrebbe davvero
dovuto essere rifiutata? Motivate la risposta. Se la proposta fosse stata accettata quale dei tre prezzi
avreste proposto?
2. Spiegate le differenze di prestazione tra il 2006 e il 2007.
3. Valutate quali “trappole” tipiche del ROI i manager non hanno saputo evitare?
4. Quali elementi, se sussistono, dovrebbe Randall conoscere riguardo al criterio di valutazione del suo
centro d’investimento?
Tabella 1 Enager Industries Inc. Conti economici biennio 2006-2007 (€ x 1000)
2006 2007
Ricavi 70.731 74.225
Costo del venduto 54.109 56.257
Margine lordo 16.622 17.968
Costi di periodo:
Ricerca & Sviluppo 4.032 4.008
Costi
amministr
ativi e
generali 6.507 6.846
Risultato operativo 6.083 7.114
Interessi passivi 994 1.376
Reddito ante imposte 5.089 5.738
Imposte sul reddito 2.036 2.295
Reddito netto 3.053 3.443
2006 2007
ATTIVITA':
Cassa ed equivalenti 1.404 1.469
Crediti commerciali 13.688 15.607
Rimanenze 22.162 25.467
Attività correnti 37.254 42.543
(*) R.O. dell’impresa unlevered (cioè senza debiti finanziari) al netto imposte = (Reddito ante imposte + interessi passivi) x (1-ALQ).
Capitale investito = Debiti finanziari + Capitale netto.
Costi:
Costo variabile unitario 3,00
Costi fissi differenziali annuali (***) 170.000
Stima del prezzo in funzione dei volumi annuali Prezzo unitario Volume di
vendita
Ipotesi 1 6,00 100.000
Ipotesi 2 7,00 75.000
Ipotesi 3 8,00 60.000