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Liceo Classico-Musicale “F.

Petrarca” Arezzo

CHE COSA SONO


I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI?
Breve guida
Prof. Franco Massimo Di Paolo

ü  Legge 5 febbraio 1992 n. 104 (L. 104/92) Disabilità

ü  Legge 8 ottobre 2010, n. 170;


QUADRO DSA
ü  Linee Guida diritto allo Studio DAS 12/07/2011
NORMATIVO

ü  Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012


ü  Circolare Ministeriale n. 8 del 06/03/2013
ü  Nota Ministeriale del 27/06/2013 BES
ü  Nota Ministeriale del 22/11/2013

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Per gli alunni che hanno Bisogni Educativi Speciali (BES) è opportuno e necessario
applicare il principio della personalizzazione dell’apprendimento, introdotto dalla
legge 53/2003.
La legge 170/2010 ha segnato un profondo cambiamento in quanto la presa in carico
dell’alunno con BES non è aperta al solo insegnante di sostegno, ma a ciascun
docente curriculare e a tutto il team di colleghi coinvolti.

Nella Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012, che introduce il termine BES, si
specifica:
“ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni
Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi
psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e
personalizzata risposta.
Gli alunni con competenze intellettive nella norma o anche elevate, che -per specifici
problemi-possono incontrare difficoltà a scuola, devono essere aiutati a realizzare
pienamente le loro potenzialità.”

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La Direttiva estende a tutti gli studenti in difficoltà il diritto della personalizzazione
dell’apprendimento.
Nella direttiva sono individuate tre grandi aree:
ü  disabilità;
ü  disturbi evolutivi specifici;
ü  svantaggio socio-economico, linguistico, culturale;

ATTENZIONE

Nel concetto di BES sono ricompresi tutti i bisogni educativi speciali, inclusi
quelli tutelati dalla Legge 104/92.
Tra i BES rientrano perciò anche gli studenti con disabilità.

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Aree dello svantaggio scolastico secondo la D:M: del 27/12/2012

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QUADRO NORMATIVO
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012:
ü  Introduce la definizione di Bisogni Educativi Speciali
ü  Estensione ai BES dei benefici della legge 170/2010 sui DSA
ü  “Formalizzazione” del percorso personalizzato in presenza di esigenze specifiche

Circolare Ministeriale n. 8 del 06/03/2013:


ü  Indica che “lo strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in
un Piano Didattico Personalizzato (PDP), ha lo scopo di definire, monitorare e documentare -
secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata – le strategie di intervento
più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti ”
ü  Istituisce i Gruppi di Lavoro per l’Inclusione (GLI)
ü  Prevede la realizzazione del Piano Annuale per l’Inclusività (PAI)
ü  Riorganizza la rete territoriale per l’inclusione: Centri Territoriali di Supporto (CTS) e Centri
Territoriali per l’Inclusione CTI.
Nota Ministeriale del 27/06/2013:
ü  Fornisce chiarimenti in merito alla predisposizione – da parte dei GLI istituiti presso ciascuna
scuola- di una proposta di PAI

Nota Ministeriale del 27/06/2013:


ü  Adozione e stesura del PDP: chiarimenti
ü  Indicazioni su alunni con cittadinanza non italiana

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Il GLI vuole essere un punto di incontro di tutti coloro che nella comunità
scolastica si occupano a vario titolo delle difficoltà di apprendimento, ora riunite
FOCU SU: nella più vasta definizione di Bisogni Educativi Speciali.
il GLI L’obiettivo è quello di “assicurare all’interno del corpo docente il trasferimento
capillare delle azioni di miglioramento intraprese e un’efficace capacità di
rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi”.(C. M. 8/2013, p. 4)

ü  Rilevazione dei BES presenti nella scuola;


LE FUNZIONI ü  Raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere;
DEL GLI:
ü  Focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/
metodologie di gestione delle classi;
ü  Elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti
gli alunni con BES, da redigere ogni anno scolastico (entro il mese di giugno);
ü  Costituisce l’interfaccia della rete dei CTS e dei servizi sociali sanitari
territoriali per l’implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio,
progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc. (C. M. 8/2013, pp. 4-5)

La Nota Ministeriale del 27/06/2013 contiene delle puntualizzazioni sulla corretta


FOCU SU: interpretazione del PAI, che va considerato come “atto interno” della scuola
autonoma, e che deve essere interpretato come “lo strumento per una
Il PAI progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo”. Inoltre la nota
precisa che “il PAI non sostituisce le richieste di organico di sostegno delle scuole,
che dovranno avvenire secondo le modalità definite da ciascun ambito
territoriale” (pp. 1-2)

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ATTENZIONE

QUANDO ADOTTARE UN PDP?

La Direttiva Ministeriale 27/12/2012 e la successiva Circolare Ministeriale n. 8 del


06/03/2013, estendendo agli studenti con BES l’accesso alle misure già previste dalla
legge 170/2010 e dal D.M. 5669/2011 per gli alunni con DSA, sulla base della
“documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di
carattere psicopedagogico e didattico”, quindi anche in assenza di certificazione
clinica.
La Direttiva assegna dunque l’individuazione di un BES alla responsabilità e
autonomia “pedagogica” dei Consigli di Classe, recuperando così la competenza
“esclusiva” della scuola in materia di istruzione e apprendimento. Tale responsabilità
si esercita attraverso l’adozione di Piani Didattici Personalizzati (PDP), condivisi con
le famiglie, che prevedono, oltre a eventuali misure compensative e dispensati, anche
progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze
in uscita.

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Quando adottare un PDP

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FOCU SU:
Il PDP
Studenti DSA Studenti con Disturbi Evolutivi
specifici o con difficoltà di
Il PDP è il documento che definisce:
apprendimento
ü  l e s t r a t e g i e d i i n t e r v e n t o ü  Il PDP è il documento in cui si
personalizzate e individualizzate, definiscono:
ü  i criteri e le modalità di verifica e di
valutazione degli apprendimenti. ü  le strategie didattiche più idonee
ü  i criteri di valutazione degli
ü  le misure dispensative: l’alunno può
apprendimenti
essere dispensato da alcune
ü  gli eventuali strumenti compensativi e
prestazioni che a causa del disturbo,
misure dispensative.
risultano difficoltose e non migliorano
l’apprendimento. È redatto Consiglio di Classe in accordo
con la famiglia
ü  gli strumenti compensativi: strumenti
didattici e tecnologici che
sostituiscono o facilitano la ü  È redatto durante l’anno, al momento
prestazione richiesta. della decisione.
ü  Ha valore per l’anno scolastico di
È redatto Consiglio di Classe in accordo
riferimento e deve essere sottoposto a
con la famiglia
periodiche verifiche.
È presentato entro il terzo mese
dell’anno scolastico, ha validità annuale e
deve essere monitorato periodicamente
nel corso dell’anno scolastico.
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Quando adottare un PDP

ATTENZIONE

Per quanto riguarda gli alunni con DSA non ancora certificati, a causa di un ritardo nel
rilascio della certificazione da parte delle strutture pubbliche o accreditate, le istituzioni
scolastiche sono invitate ad adottare tutte le misure previste dalla legge 170/2010 e dalle
norme attuative anche soltanto dopo la presentazione di una diagnosi di un libero
professionista privato, in attesa del rilascio ovvero della convalida della stessa da parte
delle strutture pubbliche o accreditate presso le Regioni (C.M. 8/2013, pp. 2-3)

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La certificazione è un documento, con La “Diagnosi” è invece un giudizio
valore legale, che attesta il diritto FOCU SU: clinico, attestante la presenza di una
dell’interessato ad avvalersi delle patologia o di un disturbo, che può
misure previste da precise disposizioni essere rilasciato da un medico, da un
di legge. Nel nostro caso della psicologo o comunque da uno
ü  legge 104/92 specialista iscritto negli albi dei
ü  legge 170/2010 professioni sanitarie
Le strutture pubbliche rilasciano Pertanto per i disturbi e le altre
“certificazione” per alunni con patologie non certificabili, ma che
disabilità hanno un fondamento clinico, si parla
Le strutture pubbliche e quelle di diagnosi
accreditatele previste dalla legge 170
rilasciano “certificazioni” per alunni (Nota ministeriale n. 2563/2013, p.
con DSA 13)

Validità delle certificazioni per i DSA


L’art. 3, comma 3, dell’Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 25/7/2012 sulle certificazioni per i
DSA, prevede che il profilo di funzionamento, parte integrante della certificazione, “è di norma
aggiornato:
ü  al passaggio da un ciclo scolastico all’altro e comunque, di norma, non prima di tre anni dal
precedente;
ü  ogni qualvolta sia necessario modificare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi
necessari, su segnalazione della scuola alla famiglia o su iniziativa della famiglia”.

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Approfondimenti

Gli organismi competenti a rilasciare la documentazione clinica


Nel caso della disabilità, l’organismo competente a rilasciare la certificazione è la Commissione operante presso
l’Azienda Sanitaria Locale.
Per quanto riguarda il riconoscimento dei Disturbi Specifici di Apprendimento, l’organismo tecnico abilitato a
rilasciare le certificazioni è l’èquipe multidisciplinare costituita da neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti,
operante nelle strutture sanitarie pubbliche o accreditate presso la regione di appartenenza.

International Classification of Diseases


L’ICD (International Classification of Diseases) è la classificazione internazionale delle
malattie e dei problemi correlati più diffusa nel sistema sanitario italiano, stilata
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS-WHO). I codici nosografici dell’ICD-10
(OMS 2002) compaiono in quasi tutte le certificazioni di disabilità e di DSA; è essenziale
saper riconoscere le etichette diagnostiche e/o i codici usati nelle diagnosi e nelle relazioni
consegnate dalla ASL o da professionisti privati per capire di quale disturbo si sta
parlando.

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Come leggere i codici diagnostici nelle diagnosi specialistiche

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DIDATTICA PER LE LINGUE STRANIERE

È POSSIBILE ESONERARE GLI STUDENTI CON È POSSIBILE DISPENSARE GLI STUDENTI


DSA DALLO STUDIO DALLA LINGUA DALLE PROVE SCRITTE DI LINGUA
STRANIERA? STRANIERA?
Il DM 5669, art. 6 comma 6. prevede: Il DM 5669, art. 6 comma 5. prevede:
“Solo in casi di particolari gravità del disturbo di “Si possono dispensare alunni e studenti dalle
apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi o prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno
patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l’alunno o scolastico e in sede di esami di Stato, nel caso in cui
lo studente possono – su richiesta delle famiglie e ricorrano tutte le condizioni di seguito elencate:
conseguente approvazione del consiglio di classe - essere ü  certificazione di DSA attestante la gravità del
esonerati dall’insegnamento delle lingue straniere e disturbo e recante esplicita richiesta di dispensa
seguire un percorso didattico differenziato. dalle prove scritte;
In sede di esami di Stato, i candidati con DSA che hanno ü  richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua
seguito un percorso didattico differenziato e sono stati straniera presentata dalla famiglia o dall’allievo se
valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e maggiorenne;
di un credito scolastico relativi unicamente allo ü  approvazione da parte del consiglio di classe che
svolgimento di tale piano, possono sostenere prove confermi la dispensa in forma temporanea o
differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate permanente, tenendo conto delle valutazioni
solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art.13 del diagnostiche e sulla base delle risultanze degli
D.P.R. n.323/1998. interventi di natura pedagogico-didattica, con
particolare attenzione ai percorsi di studio in cui
l’insegnamento della lingua straniera risulti
caratterizzante (liceo linguistico, istituto tecnico per
il turismo, ecc.).

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ü  L’esonero è l’autorizzazione a non affrontare una disciplina, quindi a non
FOCU apprenderla.
SU: ü  La dispensa è l’autorizzazione a non affrontare l’attività di studio di una disciplina
nella misura o nelle modalità richieste agli altri studenti.
Gli aspetti più rilevante della dispensa sono:
1.  la possibilità di sostituire la prova scritta con una equivalente
orale;
2.  gli studenti dispensati dalle prove scritte durante l'anno, hanno
diritto alla dispensa anche in sede di esame.

ATTENZIONE

NELLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO, LA DISPENSA DALLA LINGUA SCRITTA


DI LINGUA STRANIERA RIGUARDA ANCHE IL LATINO E IL GRECO?
Il latino e il greco non possono essere considerate lingue straniere e pertanto non si applica la dispensa prevista
dal DM 12-7-11.
La nota ministeriale 4674 del 10 maggio 2007, inseriva latino e greco nelle lingue straniere, ma è stata abrogata
dall'articolo 10 del DM 5669 del 2011:
“Con l'entrata in vigore del presente Decreto si intendono non più applicabili le disposizioni impartite con la
Circolare ministeriale n. 28 del 15 marzo 2007 e con la Nota ministeriale n. 4674 del 10 maggio 2007”
N.B. Per le misure compensativi e dispensative e i criteri di valutazione degli alunni con DSA si rinvia alle Linee
Guida per il Diritto allo Studio degli Alunni e degli Studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento pubblicato
sul sito della Scuola.

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FOCU SU:
LE PROVE EQUIPOLLENTI E PROVE
DIFFERENZIATE

ü  Una prova equipollente è una prova diversa da quella del gruppo classe nella forma, ma
identica nel suo valore docimologico, nonché riferita a contenuti curricolari analoghi. Ha lo
scopo di valutare gli stessi risultati dei compagni, gli stessi obiettivi disciplinari e/o trasversali
previsti dalla programmazione. Non è una prova ridotta nel numero di domande, bensì
corrispondente alla prova del gruppo classe, trasformata, in parte o in toto, al fine di
renderla adatta alle capacità dello studente.

ü  Una prova differenziata è una prova diversa da quella del gruppo classe, perché valuta i livelli
di conoscenza, gli esiti di formazione e le competenze acquisite dallo studente secondo quanto
stabilito nella programmazione personalizzata differenziata, e non dai programmi ministeriali. I
contenuti sono quindi differenti, la formulazione e il valore docimologico funzionali allo scopo.

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Le forme di equipollenza

Innanzitutto per l’equipollenza è più indicata la proposta di prova strutturata o semistrutturata, con
domande chiuse e a scelta multipla. In questo caso si tratta di trasformare la prova scritta argomentativa,
o il problema, o il caso pratico, in una prova strutturata. Tra i tipi di item sono preferibili quelli a
completamento, di tipo vero/falso, cloze, associazione di termini e significati, comprensione guidata del
testo.

I contenuti rimangono invariati, e lo stesso vale per gli esiti formativi da misurare, ma ovviamente si
modificano i criteri di attribuzione dei punteggi, in modo tale che il peso docimologico della prova sia
corrispondente a quello previsto per il resto della classe.

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Può essere possibile consentire tempi più lunghi di svolgimento. Alcuni ragazzi, ad esempio, hanno bisogno di
riflettere più degli altri, e nel processo elaborativo o di problem solving necessitano di maggiore attenzione e
concentrazione. Una indicazione utile potrebbe essere quella di far iniziare la prova allo studente con BES
prima rispetto agli altri, onde avere poi una contemporaneità di tempi di svolgimento, e una conclusione in
parallelo.

Qualora si voglia comunque mantenere la prova in forma non strutturata sarà necessario facilitarne l’accesso con
l’aggiunta di supporti: elementi chiarificatori, che consentano la migliore comprensione della domanda. A volte per
favorire l’esecuzione del compito potrebbe essere sufficiente riformulare il testo della consegna in modalità semplice
o fornire una traccia di supporto alla risposta.

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Altra forma di equipollenza consiste nel ricorrere a mezzi e strumenti diversi per lo svolgimento della
prova, come ad esempio il computer, la strumentazione per i non vedenti, il supporto di linguaggi
alternativi (Braille o Liss) necessari per gli alunni con problemi, non vedenti, non udenti.

Tratto da: “La valutazione degli alunni diversamente abili nelle scuole superiori”
Patrizia Di Fresco

NORMATIVA
Al fine del rilascio del titolo di studio sono importanti le conoscenze, le competenze e le capacità conseguite
dall’alunno e non il percorso fatto per conseguirle. La legge 104/92 prevede prove equipollenti per alunni in
situazione di handicap (art.16). L’Art. 6 comma 1 del Regolamento afferma che "la Commissione giudicatrice,
esaminata la documentazione fornita dal Consiglio di classe [...] può predisporre, ove ne ravvisi la necessità,
prove equipollenti a quelle proposte dal Ministero e che possono consistere nell’utilizzo di mezzi tecnici o di
modi diversi ovvero nello svolgimento di contenuti culturali e/o professionali differenti [...]. In ogni caso le
prove equipollenti devono consentire di verificare che il candidato abbia raggiunto una preparazione culturale
e professionale idonea per il rilascio del diploma attestante il superamento dell’esame”.

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Bibliografia
Pavone M., Valutare gli alunni in situazione di handicap, Erickson, 1997, Trento
R. Ciambrone, G. Fuacchia, I BES, Come e cosa fare, Giunti Scuola, 2014, Firenze;

Sitografia
http://www.emedea.it/centro-ausili/index.php?option=com_content&view=article&id=208&Itemid=194
www.istruzione.lombardia.gov.it/varese/vademecum-per-i-dsa/
http://www.regione.toscana.it/sst/aree-di-intervento/salute-mentale/-/asset_publisher/eonjZadAbVH6/
content/disturbi-specifici-dell%E2%80%99apprendimento-dsap-

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